13/05/1971 - 171 - La grandezza e la funzione della Madonna

13/05/1971

171. La grandezza e la funzione della Madonna

1 Meditazione

Guastalla, 13 maggio 1971

In questo mese di Maggio proponiamo la riflessione su Maria Santissima per rinnovare la nostra ammirazione e la nostra devozione. Per fare questo non dobbiamo andare molto lontano in sforzo di ragionamenti difficili.

La grandezza della Madonna è nel Vangelo. È piena di grazia1. Sola tra milioni di esseri creati da Dio. Lei stessa lo ha detto: “Ha fatto grandi cose di me colui che è potente2 […], perciò tutte le generazioni mi chiameranno beata3”. Il Padre celeste l’ha scelta e l’ha preparata come un Dio solo può preparare e l’ha esaltata mirabilmente fino all’anticipata risurrezione nel corpo. Maria Santissima dice «sì» alla adorabile volontà di Dio. La sua vita è come un grande fiume tranquillo che pone sé nel grande amore che è Dio. Non come sentimento ma con la sua stessa storia, non come calcolo ma come dono nell’umiltà e nella sofferenza.

Guida a tutti ma soprattutto a noi sacerdoti. Chi ha salvato è il «sì». Come ogni nostra miseria è derivata da un «no» di Eva, Maria comincia a dirci che la prima cooperazione alla Redenzione sta in un «sì» libero, cosciente, a tutti gli impegni di tutto il dramma del sacerdozio, mai ritirato, mai rimpianto.

Collochiamo dunque giustamente la Madonna, nel quadro della Storia della salvezza, al centro per la sua singolare posizione.

È membro della Chiesa, ma membro del tutto particolare, perché è nello stesso tempo madre delle membra del Gesù Cristo; e della Chiesa, per la sua santità e dignità, ne è tipo, figura e eccellentissimo modello nella fede e nella carità.

La Sacra Scrittura ci presenta tre sezioni distinte, complementari tra di loro come tre epoche distinte nelle quali si colloca Maria. E queste tre epoche corrispondono non tanto a epoche cronologiche quanto ad epoche che si potrebbero dire «qualitative» che si distinguono per la diversa distribuzione della grazia.

Si parla così dell’età del Padre, che è l’età dell’innocenza in cui l’uomo ha un rapporto diretto col Padre.

C’è l’età del Figlio, l’età dell’attesa del Figlio e della presenza del Figlio, il breve periodo in cui il Cristo è visibilmente presente sulla terra. Età della presenza del Figlio.

Finalmente c’è la terza età, l’età dello Spirito Santo, che è l’età della diffusione della grazia che si diffonde dal Cristo Risorto, in cui la santificazione corre continuamente, conquista continuamente.

Al principio del Vangelo particolarmente del Vangelo di san Luca noi troviamo molti personaggi, grandi personaggi, che sono i collaboratori diretti dell’Incarnazione, quelli che strumentalmente si prestano a Dio in maniera prossima per realizzare l’Incarnazione del Verbo.

Li ricordiamo tutti questi personaggi, soprattutto un grande fra tutti: Giovanni Battista; di questi il Signore fa il più grande elogio: “Fra i nati di donna ecc...”4, ma dice ancora con fare misterioso: “Il più piccolo nel Regno di Dio è più grande di lui”5. Questa frase ci ha fatto capire sempre che Giovanni è anche lui sul versante dell’attesa di Cristo. E Giovanni aveva ricevuto la grazia diciamo per contatto diretto. Dice la Mystici corporis che Cristo in virgineo gremio, nel seno di Maria, era già dotato nella grazia e nella dignità di Capo del Corpo Mistico6. Riceve la grazia per contatto, tuttavia la grazia è come legata: non ha ancora la sua piena efficienza, non ha ancora la capacità e la potenza di arrivare al suo termine massimo che è la Risurrezione.

Gli altri santi che gravitano al Cristo appartengono al versante dello Spirito Santo. È per la venuta dello Spirito Santo che le anime ricevono la grazia e che la grazia agisce nella sua pienezza, nella sua libertà completa.

C’è un’espressione misteriosa ma bellissima al capitolo settimo di Giovanni. È una delle espressioni più potenti di Gesù: “A chi crede in me – come dice la Scrittura – sgorgheranno dal ventre torrenti d’acqua viva. Ciò Egli disse dello Spirito Santo che dovevano ricevere i credenti in Lui, non essendo ancora dato lo Spirito perché Gesù non era stato ancora glorificato”7.

Ecco l’età dello Spirito Santo, quella età in cui la Grazia ha la sua libertà di invadere tutte le anime. Ecco la ragione per cui gli ultimi capitoli di Giovanni, i capitoli dell’addio, sono caratterizzati continuamente da questa promessa, da questa assicurazione: “Quando verrà il Paraclito che vi manderò, lo Spirito di verità che procede dal Padre, Egli vi darà testimonianza di me”8. “Ma in verità vi dico: Conviene a voi che me ne vada, perché, se non andrò via, il Paraclito non verrà […]. E quando sarà venuto lo Spirito di Verità vi insegnerà ogni verità”9.

Direi che Cristo vede in queste anime, che sono i suoi capolavori, i suoi apostoli, quelli che hanno già ricevuto la pienezza della sua dottrina, hanno già ricevuto la santificazione, che questa Grazia abbia la sua piena efficienza.

E Maria quale spazio occupa? Da sola occupa solo lei tutto lo spazio della presenza di Cristo. Perché a lei non viene detto: “Devi attendere”, ma viene detto: “Verrà su te10. Ave gratia plena11”. Immediatamente del tutto invasa dalla grazia, in Lei discende completamente il Verbo. Questa legge di conformità al Cristo che si attua attraverso il tempo e attraverso lo spazio nella Chiesa, che deve lentamente conquistare tutta la Chiesa, immediatamente si condensa tutta in Maria, si raccoglie tutta in Maria.

E avete notato che la missione di Maria termina il giorno della Pentecoste? La Pentecoste, che è per gli Apostoli un inizio, perché di lì comincia la loro missione, per Maria è un termine? Cala il sipario sulla vita di Maria.

Nel Nuovo Testamento la vita di Maria termina nella Pentecoste perché è terminata la sua missione sulla terra. La Madonna rappresenta tutta la Chiesa, è tutta la Chiesa nel periodo della presenza visibile del Cristo. Lei riceve tutta la pienezza della vita, la pienezza della Grazia. E la Madonna diventa il tramite per cui questa pienezza di Grazia, che deve far vivere la Chiesa attraverso i secoli, passa nella Chiesa e costruisce il Corpo Mistico di Cristo. I Padri della Chiesa hanno chiamato Maria «bacino di raccoglimento di tutte le grazie», «mediatrice di tutte le grazie», perché tutte le grazie sono una derivazione della Grazia che la Madonna riceve in pienezza.

Al Vaticano II, nonostante l’insistenza, non fu accettato di cambiare la «gratia plena12» in «summe Deo grata13» evidentemente per sottolineare l’unione della Madre con il Figlio nella effusione della grazia. Lei sola, ripeto, riempie tutto lo spazio della presenza del Cristo. Quindi è vero che nella Madonna individualmente si attua quello che si realizza nella Chiesa collettivamente.

La Chiesa è formata di diversi membri, di diversi individui ed è tutta riempita, adombrata per così dire dalla Grazia di Dio e la Madonna da sola riceve tutta questa pienezza di Grazia.

Figura di Cristo: inflessibile, paglia14;

ma in Ebrei: il pontefice che sa le infermità nostre, provato su tutto; ha l’esperienza della nostra miseria; rivestito della nostra carne perché noi potessimo accedere al trono15.

Buon Pastore; dramma.

Per salvare la mediazione di Maria abbiamo fatto un’immagine di Cristo inaccessibile, inflessibile, di un giudice che non conosce le nostre infermità, e la Madonna è incaricata di addolcirlo.

Non è esatto. Non è secondo la Scrittura.

Però la Madonna resta veramente mediatrice di grazia, deposito di tutte le grazie.

È verissimo che ogni grazia passa per Maria, perché il Cristo prende carne dove scende: quale è il luogo ove si concentra tutta la grazia, il punto che raccoglie tutta la grazia che la Chiesa riceverà in tutti i secoli? È Maria e quindi è giusto che quando io voglio attingere la grazia io mi rivolga a Maria, perché è lei che riempie tutto questo periodo, ed è lei che ha ricevuto del tutto e per tutta la Chiesa la pienezza di vita del Cristo. Nel momento in cui il Cristo diventa contemporaneo alla Chiesa, la riveste tutta di grazia e l’umanità in quel momento è Maria, è tutta raccolta in Maria. Così la sua missione è di silenzio, è di adesione; non è missione apostolica in senso attivo, dinamico, è di preghiera.

Tutto quello che abbiamo detto della Madonna si illumina comprendendo questa missione. Ecco perché nel Vangelo essa è avvolta di silenzio, perché ha miramente questo compito di aderire, di portare, di conservare e di trasmettere la pienezza della grazia che ha ricevuto da Cristo. La Vergine ci appare come una intensificazione della grazia della Chiesa nel momento in cui la Chiesa, l’umanità passa nel campo di attrazione di Cristo. Quindi questa legge della totale purezza e del totale assenso che la Chiesa deve realizzare attraverso i secoli è individualmente realizzata in Maria.

Il Vaticano II ci presenta Maria come modello della Chiesa. San Tommaso: Expectabatur consensus Virginis, loco totius naturae humanae16. In quel momento l’umanità si dona totalmente al Cristo, al Verbo per essere totalmente rivestita di grazia, l’umanità è raccolta ed è rappresentata in Maria. E tutto quello che troviamo di diffuso nello spazio e nel tempo, tutta l’opera di preghiera che la Chiesa deve compiere in unione con Cristo, la partecipazione al sacrificio, tutto quello che troviamo nella Chiesa lo troviamo in Maria; tutta la Chiesa è […17], perché tutta la Chiesa è fatta a immagine di Maria e quello che Maria ha compiuto è soprattutto l’adesione alla volontà, è la donazione di sé al Verbo.

Assunzione. Maria ha realizzato subito quello che la Chiesa deve realizzare nella sua totalità, nella sua pienezza. Quando la Chiesa avrà raggiunto il suo termine avverrà la risurrezione.

Maria partecipa in una maniera sublime, inimitabile assolutamente, alla supplica della Croce. La grazia che discende in noi e che discende in tutta la Chiesa ci rende partecipi della Redenzione di Cristo. Non solo antitesi del peccato. Ma piuttosto immagini di Cristo e compartecipi nella sua missione. Non tanto la grazia che mi rende santo e perfetto ma che mi rende utile. Maria esempio della Chiesa in quanto partecipa alla redenzione, in quanto collabora con la redenzione .

Più la Chiesa assomiglia a Maria più assomiglia alla sposa e allo sposo. E lo si vede soprattutto nella sensibilità di questa compartecipazione alla Croce di Cristo.

Essere figli di Maria non vuol dire scagliare su di lei la responsabilità della nostra salvezza; vuol dire assomigliarle, riprodurre in noi la vita interiore di Maria, che è tutta in questo quadro, nella partecipazione alla Croce di Cristo. Se andando avanti in età io sento sempre più il bisogno di comodità…

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