172 - Le virtu teologali in Maria

172. Le virtù teologali in Maria Santissima

1. Maria, Madre della Chiesa, ne è il tipo.

In Lei deve specchiarsi e le sue virtù devono essere da noi ricopiate; sono profondamente nostre, vicine alla nostra vita, possibili al nostro spirito e al nostro cuore.

2. Fede. Tutta la fede e l’attesa del Vecchio Testamento trovano in Lei il compimento. Lei fa traboccare il tempo e prepara immediatamente l’avvento del Signore. È ancora anticipazione di tutta la fede del Nuovo Testamento. Intorno al mistero di Dio – di rivelazione e di grazia per l’umanità – ha creduto per tutti. Tutta la fede dell’umanità si è raccolta nella sua anima ed è salita verso Dio.

Il Cristianesimo nei suoi secoli di storia non farà che rivivere la fede della Madonna raccogliendola dal suo cuore e dal suo mistero, e diffondendola nelle anime; tutti coloro che per la fede saranno figli di Dio, saranno anche suoi.

3. I punti più significativi.

Annunciazione: “Ave, piena di grazia”1. Che cosa rivela? Afferma che il suo possesso su di Lei è totale, il dominio esclusivo, che le appartiene tanto che diventerà sua Madre.

“Come avverrà?”2. Dramma della sua fede.

Misteri su misteri: crede che l’incomprensibile e l’impossibile si compirà alla sua parola; abbandona la sua vita a questo mistero abissale.

Tutta: la verginità offerta a Dio, che diventa il punto di incontro, della fedeltà di Maria alla parola di Dio, e della fedeltà di Dio al consenso della sua creatura.

Et Verbum caro ecc…3 e diventa santuario primo all’Incarnazione della verginità della carne, della fede. Credette alla Trinità mistero che tutta l’avvolge e la penetra. Mistero che si partecipa agli uomini come mistero di Incarnazione. E tanta è la fede da permetterle di rimanere serena e tranquilla, aperta alle quotidiane realtà della vita. La sua fede non aveva bisogno di nessuna estasi per nutrirsi e irradiarsi, ma sostanziale e perfetta la mette subito nel piano delle opere di Dio, ve la inserisce con tale prontezza di adesione e di comprensione, da non darle il minimo senso di disagio e di imbarazzo.

Beata quae credidisti4. Il Magnificat è il documento della fede, che il Signore sia conosciuto e la sua fede diventa quella di tutti. Occhi e cuore in Dio e in Dio solo, il Dio della gloria, della potenza, dei Patriarchi e dei Profeti, della Misericordia, Santità, grazia. È il primo Credo.

4. Adora e lascia la responsabilità a Dio quando Giuseppe soffre e si tormenta. Per la psicologia di una fanciulla una fede immensa.

5. Nella nascita: accetta l’umiltà, di non avere una casa, di non potersi difendere; ha Dio.

Il silenzio di Nazaret. E poi il Nesciebatis5, e il Nondum venit hora mea6.

6. Calvario. Vive fino in fondo la sua vocazione a la sua missione.

Conservava la parola7. Ecco una fede che non paralizza, che non complica ma la pone disponibile a Dio.

Poi la Pentecoste. Lo Spirito venuto in Lei si irradia nel mondo.

7. La Speranza. Appare nella speranza del Paradiso terrestre8. Lei la speranza. Dall’Annunciazione la sua speranza diventa la speranza del Nuovo Testamento.

Speranza nutrita di fede, di adorazione, di silenzio, di trepidazione.

Un unico desiderio: il Signore. La sua vita, aspettare Lui. La sua gioia e la sua pena. Tutto e solo Lui. E di qui tutta la speranza d’Israele era in Lei. Speranza in Gesù che cresce, speranza nel piano di Dio che si sta attuando, speranza nella parola di Gesù, nella sua azione, nei suoi miracoli. Gli altri si disorientavano, Lei no; fino alla Croce.

E ancora lì credette, e accettò la maternità degli uomini. E continuerà a sperare nell’Ascensione e nella Pentecoste. Come avrà pensato al Paradiso? Spes nostra salve.

8. In caritate perpetua dilexit te9 (Ger 31,3) al suo popolo e come a Maria? La sua storia comincia dall’amore di Dio per Lei con le iniziative stupende e uniche. Incarnazione. Immacolata. La fa santa.

L’effusione della vita trinitaria assume proporzioni ineffabilmente singolari, incomunicabili per sempre a chiunque. L’amore di Dio la invade e la possiede, la fa il suo capolavoro.

È la più tenera carità alla maniera sua, come per Gesù, un amore forte, implacabile.

9. Maria risponde amando. Appena la incontriamo la vediamo vergine, cioè ha voluto appartenere a Dio in modo assoluto e perfetto, indiviso. Inaugura un modo nuovo dell’amore: anticipa quello del Paradiso.

E quando vuol far fiorire la verginità in maternità sarà pronta e dirà la sua fedeltà e dedizione. Non vi è maggior amore che dare la vita.

Inesauribile nella sua fedeltà. Una sola cosa con Lui, unificando nell’amore tutto, semplificando tutto.

10. Per il prossimo. Già nell’Annunciazione era per gli uomini. Gesù non le sarebbe appartenuto.

E man mano che si svelava il mistero di come l’avrebbe dato, ella acconsentiva10.

Non nasce nell’intimità di una casa, non rifiuta a nessuno il dono: ai Pastori, ai Magi, nel Tempio nella Presentazione, nel ritrovamento, quando si accomiaterà da Lei. Sul Calvario Lei stessa offriva la Vittima per la salvezza del mondo. Oblatus est quia ipse voluit11; idem: oblata est…12.

Carità generosa e forte.

E ha terminato la vita nell’amore;

e in Paradiso è la carità perfetta.

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