251. Salmo 11
6 dicembre 1978
È la condanna della menzogna. La sincerità deve essere la virtù fondamentale che curiamo. Tutto il mondo è posto sulla menzogna. Eppure si fa spesso l’elogio della sincerità. Anzi se ne fa un elogio unico a scapito della verità, a scapito della verità vera, accontentandosi di una verità relativa, la tua verità, la sua verità, quasi che non si finisse nell’assurdo.
Questa spiccata caratteristica di sincerità in tutto è del nostro secolo.
La prima menzogna è non riconoscere Dio, la sua grandezza e i suoi supremi diritti. È non volere uno che stia a guardare. La vita stessa diventa menzogna perché si allontana dalla verità che è Dio e si volge agli idoli. E volgersi agli idoli è vanificare l’esistenza perché sono nulla. Cfr Ger 10. La nostra situazione. “Hanno cambiato la verità di Dio in menzogna”1. Il Dio vivente.
Gli idolatri sperano la felicità dagli idoli. Le creature si attribuiscono i poteri che sono solo di Dio. Idoli morti, semplici costruzioni delle mani dell’uomo. Sap 13.
Il culto degli idoli è ritornato sotto forma dell’avarizia, della cupidigia, dei falsi amori. 1Cor 10: “Fuggite l’idolatria”2; Ef 5,1-2.
Gli empi fanno della menzogna un’abitudine costante della loro vita. Diceva Osea (10,13): “Avete arato empietà e mietuto ingiustizia, avete mangiato il frutto della menzogna”. “Io dicevo: tutti gli uomini sono bugiardi”3. Vi sono i profeti della bugia. Invece della Parola di Dio dicono la loro parola bugiarda (Ger 23; 29,9; Ez 13,6-7), o alterano ciò che Egli ha detto.
E con il prossimo. “Una saetta micidiale” (Ger 94); “Sono abominevoli per Dio le labbra menzognere” (Pr 12,22).
La sincerità e la dirittura sono un’esigenza fondamentale del Vangelo. Cristo si è definito lui stesso come la verità (Gv 145). Non è nemmeno possibile in Lui: “È impossibile che Dio mentisca” (Eb 6,18); “Lui che non commise peccato, né fu trovato inganno nella sua bocca” (1Pt 2,22). E ha insegnato a dire la verità, la lealtà, la sincerità completa: “Sì, sì; no, no” (Mt 5,37). Ha denunciato le guide false (Mt 23,16), “Se dicessi di non conoscerlo, sarei come voi, bugiardo” (Gv 86); come questi bugiardi sorgeranno in tutti tempi per allontanare dal Vangelo: falsi profeti (1 Gv 2,18-28; Mt 7,15), falsi apostoli (Ap 2; 2Cor 11,35), falsi messia (Mt 24; 1Tm 4,1-2).
Si deve deporre ogni ipocrisia (1Pt 2,1-2). Altrimenti si è in contraddizione tra il nostro essere il nostro agire: “Se diciamo di essere in comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, mentiamo e non mettiamo in pratica la verità” (1Gv 1,6; cfr 2,4; 4,20).
San Paolo dopo aver esortato ad abbandonare l’uomo vecchio e i suoi vizi e a rivestirsi dell’uomo nuovo creato da Dio nella giustizia e nella verità, dice: “Evitate pertanto la menzogna e dica ognuno ciò che è vero al suo prossimo, perché siamo membri gli uni degli altri” (Ef 4,25), e ai Colossesi 3,9-10: “Non ingannatevi più a vicenda. Vi siete spogliati dell’uomo vecchio con le sue azioni e avete rivestito il nuovo”.
La mancanza di dirittura è una infedeltà alla luce. Fare la verità (Gv 3,21). Colui che fa la verità viene alla luce.
L’autenticità che il mondo reclama non è altro che la testimonianza alla loro fede. Essere autentici. Agire come si pensa. Coerentemente. Anania e Saffira, mentendo a Pietro, hanno mentito allo Spirito Santo, volendo apparire ipocritamente generosi (At 5,1-11).
Il mondo è diviso in due parti: verità e menzogna. La seconda ha per capo Satana, “il serpente antico che seduce la terra intera” (Ap 12,9), l’omicida fin da principio. “Perché non potete dare ascolto alle mie parole voi che avete per padre il diavolo e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin da principio e non ha perseverato nella verità, perché verità non è in lui” (Gv 8,44-43). “Temo però che, come il serpente sedusse Eva, così i vostri pensieri vengano traviati” (2Cor 11,3-4).
Sinceri si diventa. La società nostra tende a ricondurre gli atteggiamenti a degli stereotipi fissi che rendono sempre più faticoso per l’uomo esprimere concetti e comportamenti veri, che corrispondano fin in fondo alla sua personalità. I mass media suggeriscono continuamente i pensieri, gli atteggiamenti e la maniera di esprimerli; raccontano, descrivono, comunicano in modo di rendere le non-azioni desiderabili e quindi, in una parola, commerciabili. Quanto viene comunicato deve corrispondere a questa esigenza; quindi introducono consciamente o no nuovi modelli prioritari: del benessere, del tempo libero, della felicità frammentaria e contingente, degli interessi eterogenei e quindi alla fine insignificanti. Ciò facendo finiscono per imporre alla società quale costume generalizzato atteggiamenti e comportamenti legati a queste diverse scale di valori superficiali, e quindi in fondo falsi. Infatti i nostri atteggiamenti diventano facilmente posticci, schematizzati, resi incapaci di quella ricchezza per cui passa necessariamente la sincerità.
Liberarci dai condizionamenti, rigenerare il nostro spirito non vuol dire solo essere liberi ma anche acquistare una dimensione umana capace di affrancarci.
In fondo è diventare umili. In definitiva essere sinceri significa avere l’adeguata stima di noi stessi e quindi degli altri. Una persona convinta del valore dell’uomo è nella condizione essenziale per essere sincera. E non è un puro processo logico: converge su di essa la formazione dell’intera personalità.
Occorre ancora la decisione ad osservarla in ogni caso a prezzo degli svantaggi personali; occorre tanta benevolenza e tanto amore per sé e per gli altri che generano l’umiltà. L’umile è sempre sincero perché è disposto a smentirsi. L’orgoglioso e superbo è facilmente indotto alla menzogna perché vuole relazioni e circostanze come strumento per la propria esaltazione. Gesù definisce Satana come il bugiardo fin dall’inizio (Peretti).
Il tentatore comincerà la sua opera di morte con una menzogna. Serpente: mentitore, è preso come tipo del mentitore a causa della sua lingua biforcuta, come dice il Salmo: “La tua lingua è come lama affilata, artefice di inganno” (Sal 51,4); la doppiezza è una caratteristica del mentitore, il quale, forte delle sue parole, ha un cuore doppio (un cuore e un cuore). Avere due vite. Il serpente affascina, convince la sua preda di impotenza.
«Tu non mentirai» significa «tu non peccherai». Gli idoli sono chiamati menzogna. Uno stesso termine: «niente» e «menzogna». La menzogna è nel cuore stesso del peccato – è niente –, ed è illusorio.
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