251. Salmo 12
13 dicembre 1978
È il grido di Gesù sulla Croce: dice tutta l’angoscia di cui era colma l’anima di Gesù. Possiamo quindi recitare il Salmo nella persona di Cristo, contemplando la sua Passione e rivivendola in noi.
Perché è proprio l’amore che lo ha fatto così soffrire: per noi, solo e tutto per noi. Non solo il suo corpo soffriva dei più grandi tormenti che si possono immaginare ma era soprattutto la sua anima che era immersa nel buio più terribile, nell’angoscia più atroce.
Lo dobbiamo misurare dall’amore tenerissimo che Cristo aveva verso il suo Padre. Caricatosi di tutti i peccati dell’umanità Gesù ha esperimentato l’amarezza della lontananza da Dio e del suo rifiuto di giustizia.
Quindi è troppo doveroso che noi meditiamo su questa terribile prova e chiediamo la grazia di essere fedeli. Perché troppe volte a noi viene l’angoscia non per essere fedeli ma perché non siamo fedeli.
“Conserva la luce ai miei occhi”1. Che cosa è questa luce se non la fede? Troppe volte noi non abbiamo una fede sufficiente. È l’interrogativo che bisogna che ci rivolgiamo soprattutto quando falliamo, quando le virtù non si affermano, quando siamo timidi e paurosi, quando ci manca la coerenza e la linearità. Troveremo forse che non abbiamo una fede viva, una fede profonda e operante. Senza fede è impossibile piacere a Dio (Eb 11,6) e quindi non possiamo diventare suoi figli e vivere da figli. Dobbiamo essere “fondati e fermi nella fede” (Col 1,23): solo così realizzeremo la nostra vocazione perché Lui ci ha predestinati prima della creazione del mondo ad essere davanti a Lui santi e immacolati2.
Fede cioè adesione incondizionata alla sua parola, al suo intervento di salvezza. Come è successo al paralitico che fu guarito vista la fede di quelli che lo avevano portato (Mc 2,1-12). O come alla emorroissa: “Figlia la tua fede ti ha fatto salva” (Mc 53), o al lebbroso: “Sorgi, vai, perché la tua fede ti ha salvato” (Lc 17,19); e al cieco di Gerico: “Vedi! La tua fede ti ha fatto salvo” (Lc 18,42). “Non temere, solamente abbi fede e sarà salva” (a Giairo, in Lc 8,50), e ai due ciechi: “Sia fatto secondo la vostra fede” (Mt 9,29).
Abbiamo bisogno di una fede umile come quella del centurione; “Va’, come hai creduto, ti avvenga” (Mt 8,5-13).
Una fede che vuol vincere ad ogni costo come quella della Cananea: “O donna, grande è la tua fede. Ti sia fatto come tu vuoi” (Mt 15,21-28). Una fede piena di amore come quella della peccatrice: “I tuoi peccati ti sono perdonati […]. La tua fede ti ha salvata; va’ in pace” (Lc 7,36-50). Una fede audace come quella del ladro (Lc 23,39-43); “Oggi sarai meco…”. Una fede che ci stringe a Gesù per non abbandonarlo mai come quella degli Apostoli a Cafarnao: “Tu hai parole di vita eterna. Noi abbiamo creduto e conosciuto che sei il Santo di Dio” (Gv 6,68).
Una fede che ci ottenga i suoi doni come successe a Pietro: “Beato sei, Simone, ecc...” (Mt 16,17-19). Una fede che si ricuperi come per Tommaso… (Gv 21,28).
La fede che ci ottenga la vita eterna: “Questa è la vita eterna: che conosciamo Te ecc...” (Gv 17,3). “Chi crederà sarà salvo”4; “Chi crede in me, anche se muore, vivrà (Gv 11,25). “In verità, chi ascolta la mia parola e crede in colui che mi ha mandato ha la vita eterna” (Gv 5,24).
La fede è l’omaggio totale della nostra intelligenza alla veracità divina. L’atto di fede deve tramutarsi nella virtù della fede. Vedere tutto dal punto di vista di Dio, come vede Dio. È la vita vera del cristiano. È tutto l’essere che si realizza in Dio e nella sua parola. È un atteggiamento pieno di fiducia e di amore. È un valore vitale. “La fede esiste quando si parla a Dio come a un uomo che si ama” (Santo Curato)
Dobbiamo crescere nella fede. Benché lo sviluppo della vita cristiana sia essenzialmente sviluppo della grazia santificante esso tuttavia è dovuto più immediatamente all’attività delle virtù teologali. Il giusto vive di fede (Rm 1,17; Gal 3,2; Eb 10,38); “Gente di poca fede, perché dubitate?” (Mt 14,31); “Stolti e tardi di cuore a credere” (Lc 24,25).
Dalla fede viene tutto il nostro atteggiamento. La relazione con Dio Trinità, la mia gioia di essere figlio di Dio, la mia relazione con lo Spirito Santo – l’Amore sostanziale (Altissimi donum Dei5) – che è vita della Chiesa, principio vitale dell’anima per cui io sono la sua abitazione. Egli, l’Amore, vuol farmi parte della sua Santità e mi riempie di Sé.
La nostra adesione entusiasta e fervida a Cristo che ci è stato dato per essere vita nostra, nostra salvezza, nostra giustizia e santificazione (1Cor 1,30). Cristo è la vita (cfr Col 3,4). Nello spirito di fede acquisteremo il senso del mistero di Cristo venuto in questo momento per la nostra salvezza.
Di qui l’incalcolabile grazia di una preghiera matura e forte. Nasce la preghiera di adorazione come i santi nel cielo (Ap 4,8-11, leggerla). “Rimase saldo come se vedesse l’invisibile” (Eb 11, tutto il capitolo).
Non fa che benedire, adorare, lodare.
Preghiera di supplica: invocando lo Spirito Santo (Rm 86)
Preghiera di amore: sola7 col Solo; pensare a Lui, vivere con Lui e ricambiare l\'amore con l’amato. Anche in mezzo alle occupazioni più assillanti l\'anima sarà sempre con lo sguardo rivolto al Signore (Sal 24,15).
Preghiera e atteggiamento di ringraziamento. Non fa che ringraziare perché è buono, perché è grande, perché è magnifico ei suoi doni, perché si è abbassato fino a divenire nostro fratello, perché ci ha fatto i suoi figli, suo Tempio. “Per la sua misericordia celebrate il Signore” (Sal 107,1).
La fede che porta il distacco da tutte le cose terrene: riguardo tutte le cose come spazzatura (Fil 3,8).
“Dio solo basta. Niente ti turbi, niente ti sgomenti. Tutto passa” (Santa Teresa). Cercare Dio e Lui solo servire.
È nella fede che dobbiamo centralizzare la nostra vita spirituale. Prendiamo come esempio Maria Santissima. In lei la fede fu gigante. In lei la fede dei santi dell\'Antico Testamento raggiunse l\'apice e la conclusione; in lei vi fu l’anticipo di tutta la fede del Nuovo Testamento. Ogni cristiano ricco di fede non farà che rivivere la fede di colei che seppe dire il suo «sì».
La sua fede nell\'Annunciazione, nella Visitazione, a Nazareth, a Betlemme, sul Calvario.
Usato Vita spirituale 62 (3-2)
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