Salmo 14
10 gennaio 1979
Il Salmo sottolinea la dignità di colui che è chiamato da Dio per essere con Lui, per abitare con Lui; è la santità della vita, è l’avere un cuore pulito, è non far parte di coloro che nell’egoismo opprimono i loro fratelli.
Gesù dirà ancora di più: “Voi siete il sale ecc...”1. Il cristiano ha delle grandi e delle precise responsabilità di fronte a Dio, perché deve abitare nella sua tenda; di fronte alla propria coscienza e di fronte al prossimo deve essere coerente; perché deve essere come una città posta sul monte2. L\'onore di appartenere a Cristo comporta il dover essere come Lui. Di tradurlo nella nostra vita. È terribile che gli altri - i non credenti - dicano che i cattolici sono come gli altri con l\'unica differenza che vanno a Messa.
E soggiungono: che cosa serve andare a Messa se niente cambia nella vita? La preghiera non si può ridurre a un gesto rituale. Entrare nel tabernacolo vuol dire partecipare di Cristo, della sua dignità, del suo sacerdozio, della sua missione. Andare a Messa non è stare a vedere ma entrare in comunione con Lui. Partecipare, induimini3, rivestire Gesù Cristo.
Non si acquista il Regno di Dio con qualche cerimonia. Bisogna trasformare la vita. I sacramenti servono per questo. La crisi di identità del cristiano è risolta in una logica applicazione del principio base, cioè che il cristiano è un altro Cristo. Il cristiano è in tutto cristiano e dappertutto.
La convinzione che la fede sia tale che costituisca unicamente un fatto privato da tenere all\'interno del proprio animo e da praticare in chiesa, che la scienza, la politica, l\'arte siano autonome e abbiano dei principi propri, è un errore quanto mai dannoso. E lo vediamo ogni giorno, constatando che la cultura dominante è così lontana dal Cristianesimo, è estranea, anzi, in tanta parte contraria. Il cristiano deve essere profondamente convinto e agire di conseguenza. Non per una imposizione o per ipocrisia, per adeguamento, ma perchè gli nasce spontaneo dalla fede che lui ha messo al centro della propria vita.
È questione di interiorità vissuta. Diceva Berdiaeff: “La più grande obiezione contro il Cristianesimo sono precisamente i cristiani. I cristiani non buoni sono uno scandalo per gli uomini che vogliono venire o ritornare alla fede cristiana. Ai nostri tempi di questo argomento contro il Cristianesimo si fa uso ed abuso perché la miscredenza largamente diffusa induce a giudicare il Cristianesimo non in se stesso ma dal modo in cui lo vivono i cristiani. Nei secoli passati la fede cristiana veniva giudicata nelle sue eterne verità, nella sua dottrina e nei suoi comandamenti. Ai tempi nostri invece il Cristianesimo resta compromesso dai cattivi cristiani”4.
La nostra fede potrebbe salvare il mondo, ha una divina capacità, potrebbe dargli un fermento inesauribile di vita nuova. Se ciò non è, di chi la colpa? Non è della Fede, è degli uomini che non sanno e non vogliono praticarla. Sul cristiano pesa allora la responsabilità più alta e più grave che si possa immaginare. Egli deve essere il collaboratore di Dio, deve diffondere nel mondo la parola e la grazia di Dio. Cristo non ha scritto un libro, ha detto: “Imparate da me”5.
È la nostra vita concreta nella sua espressione esistenziale la predica più efficace per la salvezza del mondo. Bisogna che misuriamo il nostro impegno personale: ogni collaboratore di Dio, consanguineo di Cristo, un altro Cristo. Vivere intensamente la vita di Cristo non è solo operare per la salvezza della propria anima, ma operare anche per la salvezza del mondo. Anche se il cristiano apparentemente è fuori dal mondo, come chi va in clausura, vive sempre nella Comunione dei Santi, è militante nel mondo. È con umiltà che dobbiamo riconoscere le nostre colpe.
Bisogna divenire testimoni di Cristo. Il Cristianesimo è la più grande rivoluzione e la più vera, e noi cristiani non la rappresentiamo perché siamo degli stanchi e dei superficiali, perché non la attuiamo veramente, non lo presentiamo come è. I principi, le idee-guida ci vengono dal Vangelo, ma noi non le traduciamo.
Il primo principio è quello del fratellanza. Gesù ha detto: “Voi siete tutti fratelli” (Mt 23,8). La comunità di Gesù è una comunità di fratelli, coloro che fanno la volontà di Dio6. La richiesta fondamentale è quella della costante disponibilità alla comprensione e alla riconciliazione. Chi regola il suo sentimento e la sua azione secondo l\'insegnamento di Gesù, edifica la giustizia nel mondo. Secondo Paolo, Cristo è il “primogenito tra molti fratelli” (Rm 8,29) non solo quale risorto dai morti, ma anche come crocefisso. Come tale è solidale con tutti coloro che vengono messi in Croce, cioè con tutti i sofferenti, con tutti quelli che gemono, che sono disperati ma nello stesso tempo sperano in Lui. Per cui noi dobbiamo essere gli operatori di una fratellanza vera e profonda particolarmente con loro.
Il secondo principio è l\'amore. Perché dove c\'è fratellanza ci deve essere amore. L\'amore che non è filantropia illuminata ma imitazione dell\'amore di Dio per gli uomini. “Amiamoci a vicenda perché l\'amore viene da Dio. Noi amiamo perché Lui ci ha amati per primo” (cfr 1Gv 4,7-19). Amore di Dio e del prossimo sono l\'essenza di tutta la legge (Mc 127). Tutti i comandamenti sono riassunti nel comandamento dell\'amore del prossimo (Rm 13,8; Gal 5,13). L\'amore è perciò superiore a tutti i carismi (1Cor 13). Vedere come la nostra vita è presa da questo amore.
Il terzo principio è la libertà. Il peccato rende l\'uomo prigioniero contro le sue migliori intenzioni. L\'uomo cade nell\'alienazione. “É per vivere nella libertà che Cristo ci ha liberati” (Gal 58). L\'opera salvifica di liberazione ha come scopo la libertà dell\'uomo e della creazione. Cristo ci libera anche dalla morte e dalla sua angoscia.
Ecco l\'esempio che siamo chiamati a dare: la forza e la serenità cristiana, la vittoria sulle nostre passioni, la onestà in una schietta forma di vita, la nostra serenità di fronte a tutti problemi, anche la morte. Dobbiamo con la nostra vita proclamare l\'amore come principio fondamentale del vivere e dell’operare.
© 2022 Movimento Familiaris Consortio | Via Franchetti, 2 42020 Borzano (RE) | info@familiarisconsortio.org |Privacy Policy | COOKIE POLICY | SITEMAP | CREDITS