27/02/1980 - 251 - Salmo 32

27/02/1980

251. Salmo 32

27 febbraio 1980

Ciò che più colpisce alla lettura di questo salmo è il forte sentimento di gioia. È l’invito all’esultanza, al canto, al suono. È la contemplazione, è il senso di serenità e di pace, perché siamo in una magnifica creazione, siamo nell’opera di Dio ed Egli ci vede e ci salva.

Noi siamo suoi, come sono suoi i cieli, il mare, tutte le cose.

Noi siamo dei viventi, e vivere è gioia. Tutto è bello ciò che è uscito dalle mani dell’Onnipotente. Tutto è creatura che Dio ha suscitato nel suo cuore libero e gratuito.

Siamo stati chiamati noi tra i miliardi di esseri possibili e noi essenzialmente dipendiamo da Lui. Apparteniamo a un universo che è suo, interamente, sua proprietà.

La meraviglia della creazione. La meraviglia del suo amore. La meraviglia della sua onnipotenza. La meraviglia della creazione dell’uomo, capolavoro di questo universo sensibile.

“Dalla parola del Signore”1. Man mano che uno scruta, vede sorprese grandi, stupende. La sua parola: “E Dio disse: «Sia la luce» e la luce fu. Dio disse: «Sia il firmamento». Dio disse: «Le acque si raccolgano». E Dio disse: «La terra produca germogli, erbe»”2. Questa parola - dell’inizio -, dalla quale è stato fatto tutto, è il Verbo di Dio sussistente. Quel Verbo che si è manifestato luce vera e sorgente di ogni vita. “Tremino davanti a Lui”3. Chi non riconosce Lui è inescusabile, si priva dell’amore e della gioia. Cade nella stoltezza più cupa e si pone fuori dalla esultanza di tutte le creature, da quella obbedienza di cui parla il profeta: “Il sole, la luna e le stelle gli obbediscono volentieri” (Bar 6,39). E si pone fuori dalla storia.

“Il Signore annulla i disegni”4, perché Dio entra nella storia e inizierà la storia della salvezza che è la storia degli interventi divini, delle mirabili opere divine. Gli uomini faranno esperienza della parola di Dio, “i pensieri del suo cuore”5. Vuole l’amicizia degli uomini, vuole l’alleanza con loro; non aspetta che gli uomini lo cerchino, l’iniziativa è sua. Lui vuole condurre ad una vita di comunione con Lui.

Nell’alleanza con Noè Dio garantisce che la vita sulla terra non verrà mai meno6; con Abramo si realizza una relazione amichevole. Abramo è il suo ospite, è l’amico di Dio7, come dice Isaia 41,8: “Ma tu, Israele mio servo, tu Giacobbe, che ho scelto, discendente di Abramo mio amico, sei tu che io ho preso dall’estremità della terra e ho chiamato dalle regioni più lontane e ti ho detto: Mio servo tu sei, ti ho scelto, non ti ho rigettato. Non temere, perché io sono con te; non smarrirti perché io sono il tuo Dio. Ti rendo forte e anche ti vengo in aiuto e ti sostengo con la destra vittoriosa”.

“Beata la nazione ecc...”8: Israele è l’eletto, tra tutti i popoli come dice l’Esodo 19,5: “Se ascolterete la mia voce e osserverete la mia alleanza, sarete il mio popolo privilegiato tra tutti i popoli. Poiché la terra mi appartiene, ma voi sarete per me un regno di sacerdoti ed una nazione consacrata”9. Separato dalle nazioni pagane dovrà però svolgere un ufficio sacerdotale a favore di tutti i popoli. E i profeti, che avranno il compito di tenere vivo in Israele il senso e la responsabilità di questa alleanza, ne preannunceranno una nuova: sarà come un fidanzamento. Dice Osea: “Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nella benevolenza e nell’amore, ti fidanzerò con me nella fedeltà e tu conoscerai il Signore” (Os 2,21-22).

E tutto il mondo lo conoscerà perché verrà la Parola stessa Dio: “E il Verbo si è fatto carne ecc...”10, ed è Gesù che porta la grazia e la verità, è Gesù che in se stesso fa conoscere il Padre: “Filippo, chi vede me…” (Gv 1411). “È apparsa la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini, che ci insegna a rinnegare l\'empietà e i desideri mondani e a vivere con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo” (Tt 212).

L’amore che è nel seno della Trinità si è riversato su tutti gli uomini anche se peccatori: “Così Dio ha amato il mondo”13.

“Dal luogo della sua dimora”14, “Dio ha mostrato i prodigi del suo amore” come auspicava il Salmo 17,715. “Il Dio dell’amore e della pace è con noi” (Cfr 2Cor 13,11); “L’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori” (Rm 5,5). Gesù, come frutto del suo mistero pasquale, compirà questo. “Tutti furono riempiti di Spirito Santo” (At 4,31).

L’amore di Dio (Dio è amore) arriva al mondo e a tutti gli uomini. E in questa luce si vede il mistero della Chiesa, il nuovo popolo di Dio, che rappresenta e realizza la comunione degli uomini con Dio e Lui ha plasmato il cuore degli uomini16 con il dono e la grazia dello Spirito Santo.

“Radicati e fondati nella carità” (Ef 317) non si avrà più timore. L’unità della Chiesa è nell’amore tra tutti coloro che sono diventati membra di uno stesso corpo.

La liberazione dalla morte18 avverrà nella unione forte con il Redentore. Il Battesimo è un morire con Cristo: “Per mezzo del Battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova. Se infatti siamo stati completamente uniti a lui con una morte simile alla sua, lo saremo anche con la sua risurrezione. Sappiamo bene che il nostro uomo vecchio è stato crocefisso con lui perché fosse distrutto il corpo del peccato e noi non fossimo più schiavi del peccato” (Rm 619). Così il cristiano inserito nella Chiesa partecipa alla carità del Redentore e raggiunge la salvezza. Alla carità di Gesù che lo “vuole nutrire in tempo di fame”20. La carità di Cristo si è immolata sulla Croce, e troviamo la stessa carità che ci dona il suo corpo, proprio quello che è stato immolato in cibo per noi. Si attua così una comunione mirabile con Lui, morto e risorto. “Il calice della benedizione che noi benediciamo non è forse comunione con il sangue di Cristo? E il pane che noi spezziamo non è forse comunione con il corpo di Cristo?” (1Cor 10,16). “Ogni volta che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunciate la morte del Signore affinché egli venga” (1Cor 11,26).

“Egli è il nostro aiuto ecc...”21. Avendo formato un’unica cosa con Lui, certamente non conosciamo la paura di chi è solo. Perché il cristiano sa che la sua vita è partecipazione alla vita di Cristo e che Cristo ha trionfato su ogni cosa; sa che il suo soffrire di ogni giorno diventa sofferenza di Cristo: “Diriga i vostri cuori nell’amore di Dio e nella predilezione di Cristo” (2Ts 3,5); sa che la sua imitazione è reale comunione: “Fatevi dunque imitatori di Dio quali figli carissimi, e camminate nella carità, nel modo che anche Cristo vi ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore” (Ef 5,1-2).

“In lui gioisce ecc...”22. La gioia di essere testimoni del suo amore, “testimoni delle sofferenze di Cristo Gesù e partecipi della gloria che deve manifestarsi” (1Pt 523). L’attesa del Signore; si è manifestata e tutto attorno a Lui si verifica nella gioia. Il Battista trasalisce di gioia24, la Madonna esulta per la salvezza che le si è rivelata25, i pastori esultano26.

Cristo unto con olio di giustizia; la gioia per la Risurrezione.

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