26/03/1980 - 251 - Salmo 36

26/03/1980

251. Salmo 36

26 marzo 1980

Il Salmo ci invita a una incrollabile fiducia in Dio, nella sua giustizia e nella sua provvidenza. Non ci dobbiamo fermare all’apparenza, a questo caos orribile del mondo, non ci dobbiamo irritare perché sembra trionfare il male, mentre il bene, chi cerca con cuore retto il bene viene messo da parte e schiacciato.

Un senso di disagio e di sbigottimento prende chi guarda e riflette. La corruzione dilaga, preme. L’arrangiarsi diventa regola comune e ci si domanda se si è proprio i più stupidi a comportarsi con onestà e rettitudine.

La prima persuasione: “come fieno”1. È una apparenza. Chi esce dalla legge di Dio esce dall’ordine della vita e perciò muore; come erba tagliata, è questione di un po’ di tempo: è fieno.

“Confida nel Signore”2. “I giudizi del Signore sono pesati con giusta bilancia” (Pr 16,11). Tu sei giusto, o Signore, e giustamente regoli tutte le cose (cfr Sap 11,20).

Non è Lui che vuole il male, ma l’uomo che abusa della sua libertà. Dio lo permette proprio perché è giusto. Non ha creato l’uomo libero? Non è proprio della natura dell’uomo essere libero? E Dio lo lascia tale. Gli dà il tempo: passato il tempo, avverrà in maniera del tutto conforme alla sua sapienza il giudizio. Ecco perché non bisogna patire scandalo, ma ammirare la bontà di Dio che aspetta che il peccatore rifletta e si decida, con infinita pazienza lo sollecita. “Egli fa sorgere il sole, ecc...”3.

“Eppure gli Israeliti vanno dicendo: «Non è retta la via del Signore». O popolo d’Israele, non sono rette le mie vie o piuttosto non sono rette le vostre? Perciò io giudicherò ognuno di voi secondo la sua condotta” (Ez 18,29-30).

“Vivi con fede”4. È qui il segreto di una vera pace. La sicurezza che il Signore tutto vede e tutto dirige, che prende in mano la vita nostra e che il bene trionferà anche noi, nonostante le nostre miserie e le nostre debolezze.

“Farà brillare”5. Questo silenzio di attesa umile e fiduciosa, in serenità piena.

“Non irritarti”6. I disegni7 di Dio sono mirabili, superano tutte le nostre vedute. Noi abbiamo delle vedute estremamente corte e parziali. La sua giustizia non è la nostra giustizia. Il suo amore è mirabile, le sue strade noi certamente non le possiamo conoscere appieno. Del resto, leggere la storia della salvezza è leggere le meraviglie di Dio, cioè è contemplare le meravigliose invenzioni con cui Dio è intervenuto nella storia degli uomini, per portar loro tutte le possibilità di salvezza.

E, quando venne la pienezza dei tempi, Dio stesso si fa uomo, la giustizia Dio appare come una grande forza di salvezza, come un invito a tutti: “Sono venuto cercare i peccatori, non i giusti”8. Noi sappiamo come Cristo divenne segno di contraddizione: “La luce splende tra le tenebre, ecc...”9.

Ben si possono applicare a Gesù le parole di questo Salmo: “L’empio trama contro”10. Non aveva fatto nulla che potesse giustificare tanto odio, “Chi di voi mi convincerà di peccato?”11. L’ora delle tenebre, dirà lui stesso12. Lui si dà in braccio ad ogni tormento perché noi potessimo avere il diritto della Croce, cioè noi potessimo essere salvi, piccoli peccatori o grandi peccatori, rifugiandoci nella grazia che ci viene dal suo sangue e dal suo martirio d’amore.

Il nostro incrollabile ottimismo nasce di qui: “Così Dio ha amato il mondo ecc…”13. Dio ci vede sempre nel suo Figlio diletto, e da tutta l’eternità ha pensato a noi perché fossimo santi e immacolati al suo cospetto14. Siamo amati da tutta l’eternità: è possibile che Dio non continui nell’azione efficace del suo amore? Non cederà di fronte ai nemici.

In ogni più piccola sua benedizione mette un’infinità di amore, egli ascolta ogni nostra preghiera, considera ogni nostro desiderio. Egli non può amare che con un grande traboccante amore. Egli cerca di rendere facile al peccatore il pentimento, ci assiste con premura a tutti i passi che tentiamo di fare verso di Lui. “Il Signore fa sicuri i passi”15.

È il nostro Creatore e avere un Creatore significa avere uno che ci ha chiamato dal nulla per amore e che ci conserva nel vivere per amore e che ci rispetta e attende da noi solamente amore, per poterci dare una felicità eterna.

Nel Battesimo ci ha chiamati e fatti suoi figli, ci ha donato il suo Spirito perché ci educasse e ci guidasse in ogni momento. Elevato così all’ordine soprannaturale, Dio gli ha infuso nell’anima la grazia santificante e le virtù teologali.

“Sta’ lontano e fa’ il bene”16. Gli rende così spedito il cammino e lo chiama alla santità. Lo nutre non con un cibo umano prodigioso come la manna, ma con il Corpo e il Sangue di Gesù, lo illumina con la sua parola.

Se si rivolta contro di Lui e pecca mille volte, il suo perdono si verifica sempre, e glielo ha reso facilissimo con il Sacramento della Penitenza che si può paragonare a una sorgente che dona a tutti il ristoro di un’acqua pura e fresca. Non c’è peccato che possa resistere e per ognuno viene data una grazia che guarisce, ed è una medicina che preserva dal ricadere.

Quanto è mirabile la Provvidenza del Signore, e come è vero che in Gesù abbiamo ogni ricchezza! Abbiamo in Gesù l’unico Maestro e Lui continua a parlare attraverso la sua Chiesa.

“La bocca del giusto”17. In tal modo tutti hanno la sicurezza di camminare nella Verità e di non sbagliare. La Chiesa mistero, realtà di grazia. “La Chiesa è, in Cristo, come un sacramento, ossia segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano” (Lumen Gentium18).

Chiesa «mistero», che non vuol dire qualcosa di irreale, di oscuro, di poco definito, ma vuol dire realtà soprannaturale, realtà di grazia, realtà di vita divina nella quale siamo stati per sua bontà innestati, nella quale viviamo, nella quale maturiamo fino al giorno in cui Dio ci chiamerà a far parte della Gerusalemme celeste.

“Spera nel Signore e segui”19. “La Chiesa fa il suo pellegrinaggio fra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio, annunziando la Croce e la Morte del Signore fino a che Egli venga. Dalla virtù del Signore risuscitato trova forza per vincere con pazienza e carità le sue interne afflizioni e difficoltà, e per rivelare al mondo, con fedeltà, anche se non perfettamente, il mistero di Lui, sino a che alla fine dei tempi sarà manifestato nella gloria” (Lumen Gentium, 8).

Sentiamoci “uniti con Cristo nella Chiesa e contrassegnati dallo Spirito Santo che è pegno della nostra eredità, e se con verità siamo chiamati, e lo siamo, figli di Dio, non siamo ancora apparsi con Cristo nella gloria, nella quale saremo simili a Dio, perché lo vedremo qual è. Pertanto, finché abitiamo in questo corpo siamo esuli, lontani dal Signore, e avendo le primizie dello Spirito, gemiamo dentro di noi e bramiamo di essere con Cristo. […]. E per questo ci sforziamo di essere in tutto graditi al Signore e indossiamo l’armatura di Dio per poter star saldi contro gli agguati del diavolo e resistere nel giorno cattivo” (Lumen Gentium, 48).

Così dobbiamo vivere e così dobbiamo sperare. “Stimando che le sofferenze del tempo presente non sono adeguate alla futura gloria, che si dovrà manifestare in noi. Forti nella fede aspettiamo la beata speranza e la manifestazione gloriosa del nostro grande Dio e Salvatore nostro Gesù Cristo, il quale trasformerà allora il nostro misero corpo, rendendolo conforme al suo corpo glorioso” (idem). Così dobbiamo meditare il Salmo, sapendo che il Signore ha fatto della Chiesa il suo corpo che ha la sua stessa vita e destino.

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