251. Salmo 62
1 marzo 1982
Il Salmo esprime un vivo senso della presenza di Dio, una presenza attiva, vivificante, che fa battere il cuore nella confidenza e nell’esultanza. L’anima si innalza al di sopra di tutte le cose create, vede che non la possono saziare. Solo Dio l’infinito è per l’uomo. Altrimenti la sua sete è paragonabile alla sete bruciante del deserto1.
Solo Dio è grande e l’anima non può riposarsi che nella sua contemplazione e nel suo possesso. Dio è grande per la sua onnipotenza per cui ha creato i cieli e tutto a Lui canta gloria. Lui, l’immenso, per cui è dappertutto e tutte le cose sono in Lui. Adorare, avere lo spirito di adorazione; a questo ci invita il salmista.
Venite adoremus et procidamus ante Deum2. Durante la vita sentirsi attori di adorazione; è l’atteggiamento fondamentale dell’uomo che riconosce la grandezza e la santità di Dio che è presente e opera nel creato e nell’anima di ogni uomo. Allora si sente il proprio nulla, si adora, cioè nella totalità del proprio essere si sente il tutto di Dio, lo si riconosce prostrandosi davanti a Lui. È Ezechiele nelle visioni: “Quando vidi la gloria del Signore caddi con la faccia terra”3.
È l’intuizione di quello che è il divino. Non basta l’atteggiamento interiore, anzi questo deve essere proiezione del senso interiore di quello che veramente è Dio, del timore reverenziale, della nostra confusione di peccatori, nel nostro rimetterci a confidare in Lui.
Il patto dell’Esodo (34,14): “Tu non devi prostrarti ad altro Dio, perché il Signore si chiama Geloso: egli è un Dio geloso”. Un’adorazione esclusiva e totale. Gesù stesso lo sottolineerà di fronte al tentatore: “Vattene Satana! Sta scritto: Adora il Signore Dio tuo e a Lui solo rendi culto”4.
E in Gesù troviamo il modello perfetto dell’adorazione e della contemplazione. È unendoci a Lui che possiamo essere la vera gloria al Padre. In fondo la preghiera non è che la ricerca di Dio fatta con il cuore pieno di ammirazione e di amore.
Dio stesso aiuta e vuole questa ricerca; non lo si può trovare senza di Lui. Per questo ci ha dato Gesù. È con Cristo che possiamo compiere la vera lode.
Le condizioni per un vero incontro partono dalla purificazione del cuore: “Chi salirà il monte del Signore, chi starà nel suo luogo santo? Chi ha mani innocenti e cuore puro” (Sal 235). L’anima deve essere libera, non vi deve essere nessun ostacolo tra lei e la luce di Dio. Liberarsi con coraggio da tutto per poter salire all’incontro vivo e magnifico. Perché Dio è Santo, dice la Scrittura6, il trascendente, la somma realtà. Dicevano gli Ebrei: “Non si può vedere Dio senza morire”7. Si comprende allora perché pulirsi. Pregare è unirsi a Dio, è perciò inabissarsi davanti a Lui.
Diceva Rilke: “Il bello altro non è che il primo grado del terribile”8. Dio è bellezza infinita e l’uomo si sente schiacciare, sente impellente il bisogno di salire e di essere purificato. Le cose, in questo senso, possono diventare un ostacolo se non vengono finalizzate con energia e forza, se in esse non si sa leggere.
Racconta una bellissima parabola araba che un uomo comprò una fanciulla per quattromila denari. Un giorno la guardò e scoppiò a piangere. La fanciulla gli chiese perché piangesse; quegli rispose: “I tuoi occhi sono tanto belli che mi dimentico di adorare Dio”. Rimasta sola la fanciulla si strappò gli occhi. Vedendola in quello stato l’uomo si afflisse e chiese: “Perché ti sei rovinata così? Hai sminuito il tuo valore”. Ella rispose: “Non voglio che ci sia nulla di me che ti distolga dall’adorazione di Dio”. Quella notte l’uomo udì in sogno una voce che gli diceva: “La fanciulla ha sminuito il suo valore ai tuoi occhi, ma l’ha aumentato ai nostri e perciò te l’abbiamo presa”. Al risveglio trovò quattromila denari sotto il cuscino. La fanciulla era morta.
Se l’uomo non sa salire, se l’uomo non si purifica davanti a Dio, resta solo la paura. Come è scritto in Isaia: “Rifugiatevi nelle caverne delle rocce e negli antri sotterranei di fronte al terrore che desta il Signore e allo splendore della sua maestà, quando si alzerà a scuotere la terra. In quel giorno ognuno getterà ai topi e ai pipistrelli gli idoli d’argento e d’oro che si era fatto per adorarli” (Is 29).
In Gesù abbiamo l’accesso, il tu solus sanctus10 della Messa, a un incontro con Dio del popolo purificato nel sangue di Gesù. È questo il carbone ardente: “Allora volò a me uno dei serafini; teneva in mano un carbone ardente. Egli mi toccò la bocca e mi disse: «Ecco, questo ha toccato le tue labbra, perciò è scomparsa la tua iniquità e il tuo peccato è espiato»” (Is 611).
È Gesù che ci dona quest’acqua12, cioè ci dona una presenza del Dio terribile, che diventa il Dio dell’amore: “Colui che crede in me non avrà più sete”13. È Lui che ci svela la faccia del Padre. L’anima allora sale a una contemplazione piena di stupore e di amore.
Diceva sant’Agostino nelle Confessioni: “Tu mi hai chiamato, hai gridato, hai infranto la mia sordità; tu hai balenato, hai brillato, hai dissipato la mia cecità. Hai sparso il tuo profumo e io l\'ho respirato e ora anelo a Te. Ti ho gustato, e ora ho fame e sete di te. Mi hai toccato, e ardo dal desiderio della tua pace”14.
Gesù è il luogo della vera adorazione; Il suo corpo costituisce il Tempio in cui il nuovo popolo di Dio sarebbe piaciuto all’Infinito. “Rispose Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo” (Gv 215).
Nel suo Cuore dunque dobbiamo porre la nostra dimora. Nel suo cuore tutto il nostro cuore.
È l\'amore l\'anima della nostra preghiera. Alla rinuncia, al distacco non dobbiamo dare solo un valore di ascesi, ma soprattutto un valore di amore. Ma è la volontà la potenza dell\'amore. La volontà come amore è l\'unico itinerario della preghiera. La volontà va potenziata e va formata. Andiamo dunque a Dio con volontà piena, espressione di tutta la nostra personalità.
In Gesù-uomo troviamo l\'esempio dell\'adorazione. A Gesù-Dio indirizziamo tutto il nostro amore di adorazione. Gesù Eucaristico è il suo corpo posto alla nostra adorazione. Come dice un frammento eucaristico antichissimo: “Questo corpo brucia le spine dei peccati; esso illumina le anime degli uomini. A questo corpo la peccatrice si avvicinò con tutta l\'anima e fu liberata dal fango dei suoi peccati. Questo corpo Tommaso ha toccato, lo riconobbe con grido possente: «Mio Signore e mio Dio». Questo corpo, grande e altissimo, è il fondamento della nostra salvezza”16.
È preludio dell\'adorazione del cielo. (Ap 8,1-6).
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