26/04/1982 - 251 - Salmo 66

26/04/1982

251. Salmo 66

26 aprile 1982

È un Salmo pieno di fervore, di entusiasmo e di amore. L’anima desidera la luce del volto di Dio1, vuole avere la verità di Dio. Perché nella sua conoscenza vi è la salvezza per sé e per tutti i popoli2. Gesù dirà: “Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio”3. E nel fare conoscere e amare il Padre sta tutta la sua missione: “Ho fatto conoscere il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo” (Gv 17,6). E la Chiesa, che è la continuazione di Cristo, è per sua natura missionaria: “La Chiesa che vive nel tempo per sua natura è missionaria in quanto è dalla missione del Figlio e dalla missione dello Spirito Santo che essa, secondo il piano di Dio Padre, deriva la propria origine. Questo piano scaturisce dalla fonte di amore, cioè dalla carità di Dio Padre che essendo il Principio senza principio, da cui il Figlio è generato […], per la sua immensa e misericordiosa benevolenza ci crea e inoltre gratuitamente ci chiama a partecipare alla sua vita e alla sua gloria” (Ad Gentes4). Di se stesso infatti Cristo, dal Padre consacrato e inviato nel mondo (Gv 10,36), affermò: “Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha unto, mi ha inviato a portare la buona novella ai poveri, ad annunciare ai prigionieri la libertà e a restituire la vista ai ciechi”5. E così: “Come il Padre ha mandato me così io mando voi”6.

La Chiesa ha questo compito. Lo ha tutto il popolo di Dio. E questo dovere che spetta alla Chiesa universale diventa specifico e obbligatorio per ogni Chiesa locale che deve avere la piena coscienza d’essere inviata a coloro che non credono in Cristo.

Dobbiamo capire dunque l’obbligo che è di ognuno di noi. Sembrerebbe che dovesse partire da un ardente amore verso gli uomini. Ma ci inganneremmo. Deve partire da un ardente amore verso Dio.

La prima qualità di un cristiano che vuole essere missionario è la santità e nulla la può sostituire. Questa santità sarà caratterizzata dalle virtù note. Prima di tutto dallo spirito di preghiera e dalla carità. Nasce da un tormento intimo del cuore che ha conosciuto il suo volto, e vede che dagli uomini non è né conosciuto e non è amato.

È ciò che faceva esclamare a san Francesco d’Assisi: L’Amore non è amato7. Per cui si ripete con insistenza: “Venga il tuo regno”8. È l’enorme tragedia che Dio sia così sconosciuto, tanto ignorato, tanto poco obbedito, anzi positivamente così offeso. Anzi tutto serve agli uomini per offenderlo, e nella loro bocca le parole più frequenti sono atroci offese, insulti a Dio. È qui che nasce l’esigenza assoluta ad ogni cristiano di essere missionario.

La sua sofferenza profonda sta scritta nel Salmo 68: “Poiché mi divora lo zelo della tua casa, ricadono su di me gli oltraggi di chi ti insulta”9. È un versetto che Gesù ha fatto suo quando ha cacciato i mercanti dal tempio10. Dio non sopporta – è geloso – l’infedeltà degli uomini perché Egli li ama e attende il dono del loro animo. E san Paolo dirà (2Cor 11,2): “Io provo per voi una specie di gelosia divina, avendovi promessi a un unico sposo, per presentarvi quale vergine casta a Cristo”. È dunque un legame strettissimo tra l’amare Dio e volere che sia amato. Non si può sentire il bisogno che Dio sia amato se non si è realizzato in sé almeno un po’ l’amore di Dio. Solo chi ha compreso quanto grande è Dio, quanto è santo, quanto amabile, sente come è un’orrenda sventura che tutti gli uomini non l’amino. Ed è proprio nella preghiera che possiamo scoprire progressivamente qualche cosa di questa grandezza divina liberandoci da tutto ciò che occupa eccessivamente il nostro cuore.

Perché le piccole luci che sono nella nostra vita, le piccole meschine cose, ci impediscono di vedere le stelle. La contemplazione allora è la base di un vero spirito missionario. Chi vuol essere missionario nel suo ambiente si deve nutrire di preghiera, di contemplazione, di lode; per volere essere gloria a Dio.

Bisogna evitare un attivismo che assorbe nell’esterno tutte le energie. Diceva Pio XII: Ai nostri giorni la teoria così fallace che si chiama «naturalismo» tenta di invadere tutto e per mezzo di quella che si chiama «eresia dell’azione» si sforza di insinuarsi nel cuore stesso della vita spirituale. Senza la grazia divina, nulla regge, nulla conta, nulla ha valore soprannaturale. Devono essere ricondotti su una via più retta coloro che presumono che si possa salvare il mondo con quella che giustamente è stata chiamata «eresia dell’azione», l’azione cioè che non ha il suo fondamento nell’aiuto della grazia e che non si serve costantemente dei mezzi necessari all’acquisto della santità che ci sono stati dati da Gesù Cristo”11.

Per cui il culto del silenzio-silenzio per la preghiera è necessario per annunciare la parola. Dio ha detto una sola Parola che è suo Figlio e la ripete sempre nel silenzio, ed è nel silenzio che l’anima la comprende (San Giovanni della Croce12). “Quelli che tacciono sono i soli la cui parola conta” (Péguy).

La missione nasce dal silenzio, esce dal silenzio di Dio come il Verbo e prende origine nelle profondità del silenzio trinitario. Essa esige e genera silenzio. È Dio infatti che parla e che parla nella roviera dell’io. Bisogna imparare a far tacere i propri desideri, le proprie ambizioni, le proprie passioni per lasciare parlare Dio. Per questo si spiega che certe voci arrivino al centro della nostra anima mentre altre si arrestano alla superficie e sono presto dimenticate. In queste ultime vi è troppo l’uomo e non abbastanza Dio.

Bisogna essere dei contemplativi per essere dei missionari. Egli deve ascoltare la parola di Dio per poterla ripetere, avere qualcosa da dire agli uomini. Qualcosa non imparato sui libri e nello studio, ma scoperto, ascoltato nella preghiera, nel colloquio con Dio. L’esempio di Cristo e degli Apostoli, l’esempio della Madonna e di san Giovanni Battista ci parla eloquentemente.

Dobbiamo formarci nella preghiera per poter collaborare.

“Lodate Dio, tutti i popoli”13. Non un vago desiderio, ma una vera opera efficace e generosa. Troppi si fermano. E non è possibile nessuna vera missione senza il silenzio vero della preghiera che suscita nelle anime l’amore di Dio. Il cristiano non si può accontentare di un vago sociologismo, né di una compassione puramente umana sui propri fratelli che soffrono; e troppi sono ossessionati solo dalla costruzione della città terrestre, e dimenticano la costruzione della città celeste. È proprio attraverso la preghiera che noi sentiamo la presente necessità della missione, di evangelizzare.

Il Verbo si è fatto carne per introdurre gli uomini nel seno stesso della Trinità. Egli, entrato nella gloria con l’Ascensione, ci ha mandato lo Spirito Santo per vivificare il mondo, e tutte le anime; è l’azione della salvezza non solo a quelli che sono nella Chiesa. È l’immagine meravigliosa descritta nell’Apocalisse: un torrente di acqua viva che sgorga dal trono di Dio e discende verso la città, e dovunque passa alberi di vita germogliano, gli uomini diventano dei viventi14. Vuol dire dunque che noi siamo attualmente in piena Storia Sacra e che la spiritualità missionaria consiste in questa coscienza dell’attualità della Storia Sacra in un mistero divino cioè che si compie attorno a noi. Questo mistero è il mistero missionario. Il tempo della Chiesa è il tempo della missione “perché Dio sia tutto in tutti”15 e ogni cristiano diventi santo e ogni uomo diventi cristiano.

Qui si matura il vero amore ai fratelli. Solo Gesù porta la salvezza; e per poter incontrare Gesù, ci vuole la Chiesa. Pagani vicini e pagani lontani hanno bisogno di Lui e sono infelici, in pericolo della salvezza, poiché perché non lo trovano.

Condividi su
MOVIMENTO FAMILIARIS CONSORTIO
Via Franchetti, 2
42020 Borzano
Reggio Emilia
Tel: + 39 347 3272616
Email: info@familiarisconsortio.org
Website: familiarisconsortio.org
  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
    tra la vita delle persone, condividendo tutto. 
    In fondo, forse, è il segreto più prezioso che ci ha svelato.”
    Umberto Roversi

© 2022 Movimento Familiaris Consortio | Via Franchetti, 2 42020 Borzano (RE) | info@familiarisconsortio.org |Privacy Policy | COOKIE POLICY | SITEMAPCREDITS