27/03/1985 - 251 - Salmo 69

27/03/1985

251. Salmo 69

27 marzo 1985

La nostra impotenza; la nostra radicale povertà. Sentiamo che senza di Lui non siamo e non possiamo niente. Il senso creaturale diventa vivo. Di più sentiamo il peso dei nostri peccati. Non solo siamo creature. Abbiamo aggiunto il peccato, tanti peccati. “Come cosa impura […] sono tutti i nostri atti di giustizia e tutti siamo avvizziti come foglie, le nostre iniquità ci hanno portato via come il vento” (Is 641).

Abbiamo bisogno di Lui, abbiamo bisogno della sua misericordia, della sua presenza, della sua forza: “Vieni a imporre le mani perché sia guarita e viva”2. Come Giairo.

Contro tutte le tentazioni di avvilimento: “Perché disturbi ancora il Maestro?”3 e la risposta: “Non temere, continua solo ad avere fede”4. In Gesù abbiamo tutto. Dio con noi; la potenza e l’amore. Avere Gesù è avere ogni grazia, ogni aiuto. È l’aiuto venuto a noi dall’alto. Il Redentore. Venuto per noi peccatori: “Non sono venuto per i giusti, ma per i peccatori; non per i sani ma per i malati”5.

Vi ricordate san Paolo? (Ef 1,15-23): la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi credenti secondo l’efficacia della sua forza che Egli manifestò in Cristo. Egli ci ha riconciliato con il Padre. Non siamo un gregge di stanchi e sfiniti come pecore senza pastore. Abbiamo Lui. “Io sono il buon Pastore e do la vita per le mie pecore”6.

Avendo Lui, abbiamo molto di più di quello che hanno avuto i Santi dell’Antico Testamento. Il salmista è sicuro. Noi abbiamo dei titoli molto maggiori.

Abramo aveva vicino Dio mirabilmente. Abramo meritò di essere amico di Dio7. Gesù per tutti noi si è fatto amico tenero e forte.

Giacobbe fu fedele e lottò8. Dio non l’abbandona. Più di Israele, nell’Eucarestia noi abbiamo la nostra prodigiosa forza, il pane di sostentamento e il cibo nostro quotidiano.

Mosè sul Sinai ricevette la parola e la luce9. Ogni incontro con Gesù Eucarestia è con la sua parola e ci è nutrimento di sostegno.

Dice ancora il Salmo: “Esultino e si rallegrino in te ecc...”10.

È sicuro perché sa che Dio con il suo popolo ha fatto alleanza. Mosè sul Sinai compie un sacrificio di alleanza: viene sparso il sangue delle vittime11. È un patto, il più stretto possibile. Una parentela.

“Mosè allora prese il sangue e ne asperse il popolo dicendo: «Ecco il sangue dell’alleanza, che il Signore ha concluso con voi»” (Es 24,8). Gesù nell’Ultima Cena ripeterà queste parole, la “Nuova Alleanza”12. Mangiamo il suo corpo; beviamo il suo sangue. Il suo sacrificio è presente ad ogni Messa, e ogni volta abbiamo l’assicurazione totale. L’alleanza è nuova e meravigliosa: il sangue non è più quello degli animali; è il sangue di Dio fatto uomo: “Siete stati comprati non da argento o oro ma dal sangue dell’Agnello”13.

La nostra sicurezza è senza confini. “Il mio corpo dato per voi14, il mio sangue versato per voi”15. È il più grande amore che dobbiamo accogliere. Diceva il Signore nell’Apocalisse all’uomo né caldo né freddo: “Ti consiglio di comprare da me oro purificato dal fuoco per diventare ricco, vesti bianche per coprirti e nascondere la vergognosa tua nudità e collirio per ungerti gli occhi e ricuperare la vista” (cfr Ap 3,14-22). L’oro è l’amore. Ed è da Gesù Eucarestia, dal sacrificio perenne suo che possiamo quotidianamente prendere, per poterci vestire di bianco, coprirci degli splendori della sua grazia e vedere alla luce della sua parola.

La pienezza della sua carità è qui; bisogna andare con fede.

“Gioia e allegrezza grande”16. L’Eucarestia è ancora la sorgente di una gioia e di un conforto magnifico. Ha scritto san Paolo: “Come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione” (2Cor 1,5). Suo Corpo Mistico partecipiamo al Mistero Pasquale in pienezza. L’Eucarestia ci insegna la nostra fondamentale vocazione, quella della gioia.

La Croce e la sofferenza è un momento di passaggio; il dolore è un mezzo alla gioia. Nell’Eucarestia impariamo il vero senso della vita: la gioia dei figli di Dio.

In principio era la gioia e la gioia era presso Dio e la gioia era Dio. Perché Dio è l’infinita conoscenza e l’infinito Amore. E Dio infinito chiama le cose dal nulla all’essere, le chiama alla gioia, a darla e a riceverla. Di qui incomincia la storia dell’universo, la storia dell’uomo. E dopo la disgrazia del peccato – la fonte del dolore e della tristezza – è venuto Gesù a morire perché noi potessimo avere la gioia e la nostra gioia non avesse termine: “E io lo resusciterò nell’ultimo giorno”17.

Tutta l’opera di Dio è per questo. L’aveva predetto Isaia (66): “Rallegratevi con Gerusalemme, esultate per essa quanti la amate. Sfavillate di gioia con essa voi tutti che avete partecipato al suo lutto. Così succhierete al suo petto e vi sazierete delle sue consolazioni […]. Poiché così dice il Signore: «Ecco io farò scorrere verso di essa come un fiume la pace; come un torrente in piena la ricchezza dei popoli ecc...»”. La Chiesa è fatta dall’Eucarestia ed è fatta per la gioia e la pace di tutti.

Come a Betlemme, ad ogni tabernacolo si possono ripetere le parole dell’Angelo: “Vi annuncio una grande gioia [...]: è nato per voi il Salvatore”18. Stanchi, disillusi, oppressi, gli uomini hanno bisogno di questo dono che scende dal Cielo. Gesù è la propiziazione per i nostri peccati.

Tutti gli uomini di buona volontà si possono sentire perdonati: “Il Padre vi ama” (Gv 16,27). “Qualunque cosa chiederete al Padre in nome mio ve lo concederà. […]. Chiedete e otterrete perché la vostra gioia sia piena” (cfr Gv 16,23-24).

Avere Gesù è avere tutto se siamo radicati nel suo amore. “Rimanete nel mio amore” (Gv 15,9). Per questo la vera realtà di un cristiano è essere nella gioia: “Gioite nel Signore sempre, di nuovo ve lo dico: gioite!” (Fil 4,4). La gioia allora si chiama Gesù.

Ritorna allora un bel inno della Liturgia, Jesu dulcis memoria: “Gesù dolce ricordo, gioia sicura al cuore. Ma sopra al miele e a tutto, dolce è la sua presenza. […]. O mio Gesù dolcissimo, speranza dell’anima ansiosa, Te cercano le pie lacrime, Te il grido della profonda anima”19.

Capiamo bene il Salmo: “Ma io sono povero e infelice, vieni presto o Dio”20. È venuto ed è sempre con noi. È risorto nell’amicizia più tenera e generosa. Restare nella gioia e compiere un cammino di gioia, liberandoci sempre di più di tutto quello che è il condizionamento del peccato e dalle catene create dalle nostre abitudini di cattiveria o di mediocrità.

La santa libertà, il distacco dalle cose; vediamole in Dio, nella loro vera fisionomia, quella per cui dice la Genesi che Dio, contemplandole, le trovava belle e buone21. La gioia di san Francesco d’Assisi nel «Cantico delle creature».

Nell’Eucarestia abbiamo Cristo risorto; chi vive della sua grazia partecipa di Lui e tocca attraverso le specie la sua gloria. Gesù ci attira a sé, “Tu sei mio aiuto e mio consolatore”22, mediante lo Spirito Santo che opera in noi incessantemente. (Poiché siete figli di Dio manda nei vostri cuori lo Spirito23).

“Lo Spirito Santo attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo” (Rm 824).

Condividi su
MOVIMENTO FAMILIARIS CONSORTIO
Via Franchetti, 2
42020 Borzano
Reggio Emilia
Tel: + 39 347 3272616
Email: info@familiarisconsortio.org
Website: familiarisconsortio.org
  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
    tra la vita delle persone, condividendo tutto. 
    In fondo, forse, è il segreto più prezioso che ci ha svelato.”
    Umberto Roversi

© 2022 Movimento Familiaris Consortio | Via Franchetti, 2 42020 Borzano (RE) | info@familiarisconsortio.org |Privacy Policy | COOKIE POLICY | SITEMAPCREDITS