251. Salmo 74
15 maggio 1985
La sicurezza dell’azione di Dio; la confidenza proprio perché è giusto. Nella sua giustizia compie anche i più grandi prodigi. Non manca di parola. La sua giustizia forma un tutto unico con il suo amore, con la sua santità, con la sua infinita perfezione. Il tremore è per gli arroganti e non vogliono piegare la fronte, per gli insolenti che non riconoscono e dovranno bere il calice dell’umiliazione totale1. Solo chi disprezza tenacemente le gioie della misericordia cade nei rigori della giustizia.
L’amore non è una debolezza ma una grande forza. “La tua destra è piena di giustizia” (Sal 472). Questo è il Signore nostro Dio. Lui è la fonte di ogni bene.
Il male è intollerabile, non può non condannarlo. Non sarebbe più Dio. La Scrittura ci porge molti esempi dei castighi di Dio perché impariamo. Dal castigo eterno degli Angeli ribelli3, al castigo dei nostri progenitori4, al diluvio5, Sodoma e Gomorra6, il faraone7, i castighi dell’Esodo.
Dobbiamo abbandonare il peccato e l’affetto al peccato e ripetere le parole del Salmo 142: “Non chiamare in giudizio il tuo servo, nessun vivente davanti a te è giusto”8. E il Salmo 129: “Se consideri le colpe, Signore, Signore chi potrà sussistere? Ma presso di te è il perdono”9.
Gesù dirà: “Il Padre ogni giudizio ha lasciato al Figlio”10.
È Re e giudica. Davanti ai suoi giudici proclamerà la sua gloria universale: “Vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra di Dio venire sulle nubi del cielo” (Mt 2611).
In tutta la sua predicazione Gesù sottolineava come della nostra vita non siamo noi i padroni, siamo dei servi che devono dar conto al padrone del loro tempo e dei doni ricevuti. Parabola dei talenti12, delle mine13, dei servi che aspettano14. Non è a nostro arbitrio. C’è chi ci giudicherà. “Lui è costituito giudice dei vivi e dei morti”15. È il re che giudicherà tutte le genti: “Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui tutte le genti ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri” (Mt 2516).
È Lui dunque che deciderà della sorte di tutti gli uomini: “Venite […]. Via, lontano da me maledetti”17. E l’Apocalisse ci dà le ragioni della sua regalità. “Tu sei degno di prendere il libro e di aprirne i sigilli; perché sei stato immolato e hai riscattato per Dio con il tuo sangue uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione e li hai costituiti per il nostro Dio un regno di sacerdoti e regneranno sopra la terra”18.
E Gesù è presentato da Giovanni come l’Agnello che toglie i peccati del mondo19.
Gesù è venuto per placare la giustizia divina oltraggiata dai peccati del mondo. “Si è caricato delle nostre sofferenze […] trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità, il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti (Is 5320). Dio si svela in Lui come Giustizia-Amore: “Così Dio ha amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito ecc...”21. Gesù si offre per la gloria del Padre.
La storia dell’umanità era stata una storia di idolatria e di disonore. Gesù viene perché apprendiamo quale amore merita Dio, come dobbiamo riconoscere la sua grandezza, la sua sovranità, il suo dominio su di noi, come ancora per essere nella verità dobbiamo ammettere la nostra piccolezza, il nostro niente, la nostra dipendenza assoluta da Lui.
A Dio va ogni gloria. È un rapporto essenziale: “Umiliatevi sotto la mano potente di Dio”, dice san Pietro22. Tra il Creatore e la creatura è una relazione di dipendenza, la più completa; poiché noi siamo totalmente di Dio, noi dobbiamo vivere interamente di Dio. Un altro atteggiamento va contro i suoi diritti, va contro la Giustizia divina. Così le cose: noi dobbiamo riconoscere che sono di Dio e che noi possiamo usarle solo con il suo permesso. Usarle con riconoscenza. Se si usano contro Dio, si compie una grave ingiustizia. “Del Signore è la terra e quanto contiene, l’universo e i suoi abitanti” (Sal 2323). Vedi Isaia 4024.
Baruc 3: “È lui che nel volger dei tempi ha stabilito la terra e l’ha riempita d’animali; lui che invia la luce ed essa va, che la richiama ed essa obbedisce con tremore. Le stelle brillano dalle loro vedette e gioiscono; egli le chiama e rispondono: «Eccoci!» e brillano di gioia per colui che le ha create”25.
Solo l’uomo ha osato andare contro la Maestà del suo Dio. Ma chi è l’uomo? “Come erba sono i giorni dell’uomo, come il fiore del campo, così egli fiorisce. Lo investe il vento e più non esiste e il suo posto non lo riconosce” (Sal 10226).
L’atto assurdo d’ingiustizia. “Le colonne del cielo si scuotono, sono prese da stupore alla sua minaccia” (Gb 26,11). L’uomo vuol giudicare lui, anche le opere di Dio.
“Chi è costui che vuole offuscare il consiglio […]? Dove eri tu quando io ponevo le fondamenta della terra? […]. Chi ha fissato le sue dimensioni, se lo sai, o chi ha teso su di essa la misura? Dove sono fissate le sue basi o chi ha posto la sua pietra angolare, mentre gioivano in coro le stelle del mattino e plaudivano tutti i figli di Dio? Chi ha posto tra due porte il mare, quando erompeva uscendo dal seno materno ecc...” (Gb 3827).
Come adorazione e ringraziamento, deve nascere per giustizia nell’uomo la preghiera e il sacrificio.
L’uomo deve riconoscere la grandezza di Dio e sentire il bisogno di espiare il suo peccato. L’offerta dei sacrifici è propria di ogni religione naturale: riconoscere il sovrano dominio di Dio, il proclamarlo santo.
Ma il sacrificio ordinato da Mosè era insufficiente.
Gesù viene per fare un sacrificio di tutto Se stesso e riparare del tutto i peccati. Egli è la nostra propiziazione. In Lui siamo stati riconciliati.
Dobbiamo unirci al suo sacrificio. Il sangue degli animali non poteva espiare il peccato dell’uomo. Come dice la lettera agli Ebrei (10): “Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo mi hai preparato. Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. Allora io ho detto: Ecco, io vengo […] per fare, o Dio, la tua volontà”28. Gesù ha risposto di sì al Padre. Ha compiuto la sua missione. Gesù innocente e immacolato ha preso su di Sé le nostre iniquità e si è fatto maledizione per noi per salvarci dalla maledizione della legge (Gal 329).
Gesù Cristo è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per Colui che è morto per tutti (2Cor30).
Il grande mistero d’amore. Gesù divenuto il grande sacerdote dell’umanità ha espiato per noi e nel suo sangue ci siamo riconciliati con Dio. A Lui gloria.
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