01/12/1980 - L' Educazione

01/12/1980

Corso A

103a. Educazione

1 dicembre 1980

È un dono: i genitori lo hanno nella grazia del loro stato; gli altri per vocazione.

L\'educazione abbraccia tutto l\'uomo e l\'uomo da formarsi.

Tra tutte le arti è la più difficile. Importa grandi doveri e quindi molti sacrifici nell\'impegno, nell\'agire, nel parlare. Si diventa come sacerdoti, collaboratori di Dio. Dei sumus adiutores1 (1Cor 3,9).

a) Bisogna capire i fanciulli: facoltà, facilità, prontezza nel conoscerli; da un atto, da un gesto, da una parola, da uno sguardo scoprire l\'intero per prevenire, correggere, raddrizzare, incoraggiare.

b) Farsi capire da loro: la comunicativa; trovare la parola, il gesto, il momento perchè capiscano, lo gustino, ne conservino l\'impressione, ne facciano una convinzione.

c) Amarli molto, avere la gioia di stare con loro non solo la pazienza.

Dio pone il fanciullo nelle mani dell\'educatore perchè continui la sua opera di creazione. Da rudimentale e imperfetta a piena e bella; la conserva, la svolge, la conduce passo per passo. Illumina la mente, rettifica i giudizi, santifica gli affetti, fortifica la volontà al bene, strappa il primo germe del male, gli insegna l\'uso giusto della libertà.

Far dono a Dio di anime che lo amino. Dio ha deputato un angelo e si diventa come angeli custodi. Dio ha impresso nel cuore la sua immagine. L\'educatore la difende, la conserva, l\'adorna di virtù. Forma Gesù nel cuore.

E Gesù è il grande modello dell\'educatore, Gesù che è venuto dal cielo per educarci.

Leggere, studiare, meditare la sua vita. Modellarsi su di Lui: modellare i pensieri, gli affetti, le azioni. È modello nella vita privata e pubblica, nella preghiera, nel lavoro, nel tacere e nell\'ascoltare, nell\'interrogare e nel riprendere, nel correggere e nel punire, nel perdonare e nel castigare. Modello con Dio, col prossimo, nella gioia e nel dolore. Gesù ci aiuta e ci dà la forza.

Il metodo di Gesù: divino, soprannaturale nel fine e nei mezzi.

“Non cerco la mia gloria”2, “Non sono venuto per fare la mia volontà3, “Chi rimane in me porta molto frutto” (Gv 154), “Passava la notte in orazione”5, “Pregate perchè mandi molti operai nella sua messe”6.

Adatti ai bisogni e alle aspirazioni della natura umana: guarisce gli infermi, non condanna il legittimo pregresso materiale. Lui stesso dà da mangiare: moltiplica i pani, cambia l\'acqua, i pesci, l\'arrosto; mangia con gli Apostoli, li invita al riparo, prende parte alle feste.

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  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
    tra la vita delle persone, condividendo tutto. 
    In fondo, forse, è il segreto più prezioso che ci ha svelato.”
    Umberto Roversi

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