121 - Eucarestia Il pane e il vino - Cardinal Congar

121. Eucarestia

1. Il pane e il vino di cui si compone la nostra offerta, prodotti del suolo, nello stesso tempo umili e ricchi, comuni e nobili. Sono prodotti naturali e nello stesso tempo elaborati.

Così offriamo non solo una primizia della creazione, ma anche segno e primizia del lavoro con il quale l’uomo completa la creazione e la nobilita, portandola al livello di cultura umana, di un uso umano. Il pane è qualcosa che conserva la vita ma anche qualche cosa che si divide (Gv 13,18) e grazie al quale si partecipa insieme alla gioia della vita (Lc 14,15).

Questa gioia domina ancor più le evocazioni bibliche del vino (Sal 104,151; Sir 31,27; Zc 10,7), la cui abbondanza è un segno della benedizione di Dio.

Nel pensiero di Gesù il vino è anche legato all’idea di novità, annuncia un nuovo stato di cose, benefico e gioioso, intravisto al di là delle pene presenti (cfr Mc 2,22; 14,25; Gv 2). Ha quasi un valore di promessa. È chiaro che Gesù non ha scelto senza intenzione né invano questi segni della sua Eucarestia i quali sono ancora i segni della nostra povera offerta. Primizie della creazione (dopo lo creazione Dio in un certo modo si ritira e lascia che l’uomo lavori la sua creazione ) sono elaborate dall’uomo ed esprimenti la speranza di un rinnovamento operato da Dio; questa ripresa, questo completamento, rinnovamento sono l’aspirazione di tutto il creato (Rm 8,20 sq.).

Tale opera deve essere compiuta nel Cristo e per il Cristo. Cristo è il principio e il termine di tutto ciò che è stato fatto da Dio (Col 1,16; cfr 1Cor 8,6; Ap 1,8; 21,6; 22,13). Il piano di Dio comporta nella sua fase terminale (escatologica) il fatto di ricondurre tutto a Sé, per regnare in ogni cosa e perché ogni cosa trovi in questo regno il suo compimento costituendo Gesù Cristo come il Capo, il principio unificatore, il Tutto che comprende e perfeziona non soltanto l’umanità ma il Mondo (Col 1,19-20).

a) Nel tempo messianico (nuova e eterna alleanza) non vi è più altro Tempio di Dio che il Corpo di Cristo morto e risuscitato (Gv 2,19 sq.).

b) Escatologicamente il mondo intero tornerà Tempio di Dio in e per Cristo (cfr 1Cor 15,24-25. 28) (Ap 22,2-3. 5. 10-11. 21).

Ora l’Eucarestia è quaggiù la promessa di tutto ciò. Il pane e il vino sono cambiati nel suo corpo e nel suo sangue, per una «conversione» - non sono annichiliti -, sono l’elemento a partire dal quale Gesù ci dona la sostanza del suo corpo e del suo sangue, perché ce ne nutriamo in vista della vita eterna.

Così un elemento del mondo rappresentativo di Lui e di noi tutti insieme, della nostra comune umiltà e nobiltà, nell’atto stesso con il quale lo impieghiamo per rendere grazie di tutto, è convertito nella lode perfetta e nel Tempio del corpo vivo di Cristo. E così, transustanziato, diviene per noi nutrimento per assimilarci a Lui, alla sua condizione immortale: pane escatologico, pane vivo di vita eterna.

(Da Congar, Le vie2, p. 184 sq.)

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