Corso A
103a. I primi tempi
2 marzo 1981
Quante volte papà e mamma guardano al loro bimbo. Lo circondano di ogni cura, lo osservano in tutto, vogliono leggere i primi segni della vita psichica che comincia a manifestarsi. Se segue con gli occhi, se avverte i rumori. Ed è una esplosione di vera gioia quando comincia a ridere, a fare determinati versi ecc...
Neanche a dire per le prime parole.
Osservazione e attenzione che viene ricambiata. Il bimbo scopre il mondo; si sente osservato s’accorge d\'essere amato più o meno, si sente al centro dell\'attenzione. E comincia ad arricchirsi, ad avere le prime voglie, a volere stare in spalla ecc... Quando comincia a pronunciare le prime parole, è già da tempo che ascolta, che segue, che comincia a capire.
È necessario prima di tutto creare un ambiente adatto, pieno di serenità e di affetto; man mano che può prendere cognizione trovi un\'atmosfera di comprensione e di fiducia. Una mamma che sa interpretare le sue necessità, il suo pianto, che gli sa sorridere, che sa portare pazienza, che non fa gesti inconsulti, che non fa urla, che gli infonde continuamente simpatia. Non che deve darle tutte di vinta.
Intanto bisogna dargli delle abitudini: abituarlo alla regolarità dei pasti, ai tempi la dormire, al luogo del dormire, all\'essere preso in spalla.
Evitare tutte le cose che possono portare turbamento e una perturbazione del sistema nervoso, qualunque impressione troppo viva.
Devono correggere i capricci, ma supporre che molte volte non sono puri capricci, ma la situazione richiede molta indagine o intuizione, soprattutto se è prolungata. Man mano che cresce il bambino ha bisogno di muoversi, di agire, di toccare, insomma di imparare che cosa è il mondo che lo circonda. Non si può allora tentare di reprimere o di irrazionalmente limitare questa attività, ma di guidarla.
Ama il prossimo tuo come te stesso1, cioè mettiti nei suoi panni, vagli incontro anche si ti sembra esagerato, anche se dovrai fare molte cose strane.
Evidentemente allora si impongono molte virtù. Si è accettato volentieri il dono Dio. Lo Spirito Santo è già in azione nel loro piccolo cuore. Bisogna porsi in uno stato di servizio, tenacia, dedizione continua. Il bimbo di tutte le cose è il più importante: non si può mettere dopo le tante preoccupazioni e faccende; quando si può non si deve affittare ad altri. Per fare un servizio bisogna pagare.
Da un amore vero, da un amore soprannaturale nasce quello spirito di sacrificio che sappiamo come deve essere grande e di giorno e di notte, e quando si sta bene e quando si è indisposti, e quando si è lieti e quando si è sofferenti.
Spirito di sacrificio di tutti e due, in una concordia mirabile, perché tutti e due devono non solo essere concordi, ma formare un\'unità che agisce, che accetta i limiti e i disagi, che condivide tutte le ansie e le preoccupazioni.
Spirito di sacrificio per essere sereni, per essere intuitivi perchè l\'agitazione e il nervoso impediscono una valutazione perspicace. Se ti agiti, anche lui avverte e si agita; se ti innervosisci anche il bimbo fa così.
Spirito di sacrificio che permette un forte dominio di sé quando si parla, quando si nega, quando si dà, quando si castiga. E il bambino acquisterà una magnifica fiducia, una fiducia che attraverso i genitori passerà a Dio. A Dio conosciuto nell\'affetto che gli è stato elargito con tanta ricchezza e con tanta soavità non disgiunta dalla fermezza. Quando sarà diventato grande, questa fiducia sarà l\'esercizio della fede che come virtù, capacità, lo Spirito Santo gli ha già messo nell\'animo.
Ma perchè i genitori possano fare questo e sempre devono trovare l’aiuto alla loro missione. Devono sentire di non essere soli, devono sentire di essere collaboratori di Dio, devono sentire le promesse che Dio ha fatto, e la speranza deve essere in loro in un crescendo continuo.
Dio non dà mai un incarico senza dare una grazia veramente efficace. L\'educazione vera è difficile ma certo non impossibile, e Dio è vicino, Dio ama. Il bisogno allora di nutrirsi di preghiera, di una preghiera continua, fiduciosa, abbondante. Tutti e due devono invocare lo Spirito per essere uguali di carattere, sereni, per poter capire, per controllarsi nelle loro parole, nei loro gesti.
Man mano che il bimbo cresce e cresce il suo desiderio d\'affetto e di comunicazione, aiutarlo a svegliare la coscienza perchè possa gioire, apprendere, sentirsi protetto e sicuro.
Dico gioire perchè così deve crescere: il suo mondo deve essere un mondo sereno e limpido; allora lui verrà su così, aperto fiducioso e sincero. Vorrei che i genitori fossero molto forti e uniti tra di loro in questa impostazione fondamentale e meditassero su una parola di san Paolo (1Cor 6,17): “Chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito”, e fossero così tesi a rispettare e a nutrire la loro creatura sentendo la verità di quelle parole: “I vostri corpi sono membra di Cristo”2. Chi è più membra di Cristo di questo innocente che si apre all\'amore e alla vita?
Sicché dalla vivacità della loro fede prendono forza per un comportamento tanto lineare e tanto razionale secondo la psicologia e l\'igiene, ma che è veramente soprannaturale e per il fine e per il principio.
I genitori comunicano allora la gioia così spontaneamente e pienamente; li crescono nella gioia e non penano a dominarsi perchè il loro dominio è amore, prima di tutto a Dio di cui tengono il posto, a Cristo del quale adempiono la missione, della Chiesa che edificano e particolarmente dei loro bimbi che un giorno dovranno dire: “Ci avete cresciuto nella gioia, abbiamo capito da voi che il Cristianesimo è libertà e gioia”.
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