09/03/1981 - L'Autorità

09/03/1981

103b. L’Autorità

9 marzo 1981

Sono i naturali collaboratori di Dio. Mediante loro dà l’essere a nuove persone umane.

I genitori hanno diritti inviolabili perché hanno doveri assoluti e irrinunciabili. Il primo diritto è quello di poter liberamente diventare genitori. Troppi impedimenti, false ideologie, ostacoli economici.

Il secondo è quello di essere educatori dei figli; ed è un dovere di stretta giustizia. Primi e principali educatori. Ne hanno l’incarico da Dio, ne hanno la grazia; da Lui derivano il potere e l’autorità. Quello che esercitano non è una semplice esigenza, è una missione. Devono essere prima di tutto consci e responsabili di questo.

Quando Dio dà un incarico e un dovere, dà anche una grazia proporzionata al compito. Se si è suoi collaboratori, lo Spirito Santo agisce con abbondanza e potenza.

Derivano molte volte dal non sentire questo con fede quegli stati di scoraggiamento e di impotenza o di rinuncia che sono immensamente dannosi. Il sentirsi soli, il vedere che le esortazioni e le premure tante non conducono al risultato sperato.

Sentire con profondità la propria missione. Poi, rendersi disponibili: il miglior tempo e le più belle energie vanno date ai figli. Troppe evasioni dal lavoro umile e continuo. Si preferiscono mille cose a questa azione che richiede tanta pazienza.

Non se ne comprende la grandezza e la portata. Né dal padre, né dalla madre. Motivi di lavoro, campo economico, povertà, motivi di arricchimento o di svago personale, o di apostolato.

Quanto è giusto lasciarli, affidarli ad altri, alle istituzioni, alla televisione? I bambini hanno un’anima tenerissima e sensibilissima. Un’impressione cattiva o disordinata può avere conseguenze imprevedibili.

Avere delle precise intenzioni, avere un piano da eseguire; non andare a caso, a un pressappoco. L’autorità non va esercitata per l’autorità. Il concetto di servizio.

Non va esercitata l’autorità per proprio comodo, per stare in pace. Non esorbitare. Non accompagnarla con il nostro orgoglio e per la nostra soddisfazione. I bambini non solo desiderano essere donati ma vogliono donare. Allora traboccano di gioia. I bambini possono donarsi a noi. La vita cristiana è sotto il segno del dono e dell’accoglienza. Mistero di dono, mistero di gioia.

Aiutare il bambino a scoprire ciò che può fare e in ciò a cui può servire. Offrire continuamente la possibilità di svilupparsi in pienezza, di accrescere in lui il gusto e l’interesse per il proprio lavoro, riconoscere che deve potersi donare .

I bambini si preparano ad accogliere il messaggio del Vangelo.

Attraverso l’esercizio della nostra autorità dobbiamo insegnare a dividere con gli altri. Far questo deve scoprire che significa guadagnare. Per non essere geloso è necessario aver acquistato fiducia in sé e negli altri. L’amore condiviso non è amore diminuito. Tutto attraverso la nostra pazienza e comprensione.

Evitare l’esigenza arbitraria, il ricatto. Renderlo felice, aperto.

Non diventare autoritaristi, sfruttare la sua debolezza per farlo cedere. Diventare temerari, egoisti, sconcertati.

La autorità di Gesù è creatrice di dinamismo, di amore, di pentimento e di liberazione. Noi abbiamo autorità per lo stesso scopo. Le parole e i gesti che noi rivolgiamo devono essere tali da provocarlo alla azione e alla creazione. Le parole e i gesti che lo feriscono, lo umiliano e limitano il campo delle azioni e delle decisioni che è in grado di prendere, provengono dal nostro temperamento autoritario.

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