225. La Povertà1
1. L’amore a Cristo povero è il primo motivo che ci porta ad amare la povertà.
2. Egli ha voluto essere povero. Avrebbe potuto essere ricco.
La povertà è il suo carattere distintivo.
È nato come povero, ha vissuto, ha lavorato come un povero; ha sofferto, si è abbassato come un povero, ha avuto fame e sete come un povero; nudo, abbandonato e morto come un povero.
Tutto questo per amore alla povertà, per obbedienza al Padre e per amore verso di noi.
3. Il compito spiritualizzante della povertà deve essere visto in faccia a Cristo “che essendo ricco diventò povero perché divenissimo ricchi della sua povertà” (2Cor 8,9).
4. Per le anime la povertà. Pro Christo legatione fungimur2. Entrano in amicizia con il prete, entrano in amicizia con Cristo.
Gli uomini giudicano la religione attraverso quel prisma che è il prete.
Il mestiere del prete è come quello di un altro. Per spillare soldi.
Pio XI (Ad Catholici sacerdotii3). Non meno che nella castità, nel disinteresse4.
5. La Chiesa parlerà sempre di questioni sociali, però deve mantenere la giustizia e la carità; è perché come Gesù ha pietà della folla. Ma stima troppo gli operai per proporre loro come scopo ultimo della loro attività miglioramenti di carattere temporale.
La povertà del sacerdote dimostra meglio di qualsiasi ragionamento che la materia non è il fine ultimo della vita.
6. La povertà unisce a Dio perché nulla distrae e nulla disturba di quello che gli occhi vedono.
7. La povertà favorisce una dedizione più spontanea al prossimo, rende la carità più generosa.
La virtù della temperanza è legata alla povertà.
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