243. La Risurrezione di Gesù
Col 1,15-19: “Egli è l’immagine del Dio invisibile, il Primogenito di tutta la creazione, perché in Lui sono state tutte le cose […]. Il Primogenito di fra i morti affinché sia il primo in tutte le cose […], per mezzo di lui ha stabilita la pace”1.
La croce non è tutto nel Cristianesimo anche se ad esso è essenziale.
Ha sofferto, è morto, per risorgere.
Croce passaggio obbligato della Risurrezione (“Non doveva Cristo partire per entrare nella sua gloria?” ai discepoli di Emmaus; Lc 24,26).
Comprendiamo il mistero della salvezza per l\'umanità e la Chiesa dalla Risurrezione di Gesù.
1) Che cosa vuol dire «salvezza».
Non solo titolo morale-giuridico, ma trasformazione
spirituale, fisica, totale del peccatore
in una nuova esistenza
che è la Vita stessa di Dio.
Perché Dio vuole prendere e glorificare per tutta l\'eternità tutto quello che è dell\'uomo, cioè la totalità dell\'essere spirituale, corporale, storico e cosmico, degli uomini.
2) L’Incarnazione è avvenuta per la salvezza.
Il Figlio di Dio ha preso la nostra condizione umana terrestre e decaduta, fatto in tutto simile a noi, solidale.
Per Cristo la Redenzione è stato un dramma personale. Per farci partecipare alla sua Pasqua personale ha dovuto trasformare la sua umanità.
3) Questa salvezza è stata possibile per la solidarietà tra noi e Cristo. Poiché:
a) Predestinazione dall\'eternità del Padre;
b) Incarnazione: tutti gli uomini sono personalmente uniti alla Persona di Gesù.
4) Se Gesù «è passato» con la Risurrezione dalla condizione umana e terrestre alla vita eterna di Dio, con ciò ha fatto passare l\'umanità intera.
Distinguere il segno storico («è apparso») dal mistero stesso («è resuscitato, è stato glorificato, esaltato»).
II punto. Che cosa significa la Risurrezione. Non ritorno alla vita terrestre, non rianimazione di un cadavere.
c) È l\'assunzione nella gloria divina del Figlio di Dio fatto uomo.
Esaltazione di Cristo nel suo essere corporale, attraverso la morte in Croce.
È l’Incarnazione totale e gloriosa; anche nella sua umanità diviene il nuovo Adamo, lo Spirito vivificante, il Salvatore, il Signore della storia.
È la venuta del Regno nel Cristo e attraverso Cristo. Cristo regge tutta l\'umanità e il cosmo (avvenimento escatologico) e lo compie in tutto il futuro.
È con la Risurrezione che Dio ha fatto abitare nel Cristo tutto il pleroma, cioè tutta la pienezza dell\'essere e della potenza creatrice e salvifica e glorificante che è in Dio.
2) Dunque è con la Risurrezione che si effettua la pienezza di mediazione di Cristo per l\'umanità e l’universo.
Comincia la nuova forma di esistenza. Si è introdotti in un nuovo mondo di valori.
È mistero di pienezza (cfr Col 1,19; 2,9: “… poiché in Lui abita corporalmente tutta la pienezza della divinità e voi siete divenuti anche voi partecipi”).
Perché:
a) si è effettuata totalmente l\'Incarnazione;
b) è cominciata la «Parusia» (il Regno di Dio è venuto);
c) la manifestazione della Trinità nell\'umanità si è compiuta pienamente;
d) l’uomo e l’universo sono realmente salvati;
e) sono definitivamente vinte le potenze del male;
f) la Chiesa e i sacramenti sono stati costituiti nella loro sorgente;
g) la pienezza dei tempi è compiuta nella Vita eterna.
3) Conseguenze. La Risurrezione non è un dogma tra molti altri,
non è un fatto passato senza conseguenze presenti,
non è unicamente la prova della divinità di Gesù
né solo il felice compimento della sua vita
ma è il cuore della nostra fede pienamente e realmente; è l’evento unico e totale
a) nel quale Dio ama e salva l’umanità nella gloria del Cristo;
b) dà senso pieno all’esistenza cristiana e umana trasfondendola contemporaneamente per l’eternità;
c) tutta l\'alleanza del Nuovo e Vecchio Testamento, tutta la rivelazione si riassume e si compie nella Risurrezione;
d) tutti i misteri cristiani hanno il carattere pasquale, non sono che raggi e aspetti diversi.
e) Tutta la fede cristiana è essenzialmente e radicalmente pasquale. Partendo da Cristo risorto si arriva a credere tutto: dalla Trinità alla salvezza del peccato, alla vita eterna. Gesù è risorto. Gesù è il Signore.
f) Tutta la storia è assunta effettivamente nella comunione d\'amore della Trinità. Dio si dà all\'umanità e ama e salva, glorifica l\'uomo in Gesù risorto.
g) Mistero dell\'uomo, mistero di Dio; impossibile separarli. Risponde al problema radicale dell’esistenza.
III punto. Dimensione salvifica del Mistero (dalla Scrittura).
La Risurrezione non concerne unicamente l\'umanità individuale di Cristo, ma per essa tutto il mondo umano e cosmico.
Cristo risorto è salvifico per il suo stesso essere. Non si può distinguere nella sua glorificazione gli aspetti personali e soteriologici.
1) Sinottici. La morte, Risurrezione. La portata salvifica-universale (Mt 28,19; Mc 16,16; Lc 23,24. “Andate, predicate chi crederà ecc…”)2.
2) San Paolo: Cristo risuscitò per noi (2Cor 5,15) e per la nostra giustificazione (Rm 4,25)3.
Infatti mediante la sua resurrezione il Cristo:
a) è costituito Figlio di Dio nella potenza (Rm 1,4) per far partecipare l\'umanità intera alla sua filiazione divina in questa gloria escatologica;
b) divenne “corpo spirituale, spirito che vivifica” cioè uomo glorificato, talmente trasformato dallo Spirito Santo da divenire a sua volta “sorgente di Spirito Santo per l\'umanità intera” (cfr 1Cor 15, 42-45);
c) è il novello Adamo che porta con Sé tutti nella sua Risurrezione (cfr 1Cor 15,21-23; Rm 5,12-21);
d) è l’uomo nuovo nel quale tutti gli uomini sono radicalmente uniti a Dio e tra di loro nello stesso Spirito in vista della Comunione trinitaria universale (cfr Ef 2, 14-18);
e) è il Mediatore celeste, il Sommo Sacerdote dei beni futuri, l’«oggi di grazia» per tutti gli uomini presenti, passati, futuri (1Tm 2,5-6; Eb 9,11-15);
f) è il Kyrios, il Signore, cui tutti gli avvenimenti rendono servizio; il Regno arriva infallibilmente: omnia propter electos4 (Fil 2,9-11; Rm 8,28-39);
g) è il Primogenito avanti ogni creatura per il quale e per mezzo del quale tutto è stato creato e nel quale tutto ha consistenza (Col 1,14-17), nel quale gli uomini sono eletti, amati, predestinati come figli diletti del Padre “prima della fondazione del mondo” (cfr Ef 1,3-5; Rm 8,29) “poiché in Lui abita corporalmente tutta la pienezza della divinità” (Col 2,9; 1,19) cioè la pienezza di essere, e di potenza creatrice, salvifica, glorificante che è in Dio e, per Dio, nel mondo. Tutta questa totalità divina, cosmica ed escatologica abita in Lui “corporalmente”, cioè nell\'umanità glorificata di Gesù risorto.
3) San Giovanni. È nella sua glorificazione
a) che il Cristo «ritorna» ai suoi discepoli e «attira» tutti gli uomini a Sé (Gv 12,32; 14,18; 16,16-22),
b) che invia loro lo Spirito vivificante e consolatore che li introduce nel mistero del Cristo (Gv 7,39; 16,7-15),
c) che Gesù diviene il tempio del popolo nuovo (Gv 2,19-21) e il chicco di frumento che porta molto frutto (Gv 12,24),
d) che diviene per l\'umanità la luce di salvezza, il pane di vita, la vigna feconda, la risurrezione e la vita ecc…
IV. Conclusione. L\'umanità di Cristo è dunque attraverso la Risurrezione che è diventata l\'organo della presenza salvifica universale.
Il Corpo di Cristo è divenuto l\'organo di comunione personale, universale tra Cristo e Dio, tra Cristo e gli uomini, tra Cristo e l’universo.
Questo è prerogativa della Divinità ma Cristo risorto è divino, interamente “costituito Figlio di Dio in potenza”5 fin nel suo essere umano corporale glorificato. Il Cristo della Risurrezione è già il Cristo della parusia.
Non vi è salvezza che in Cristo risorto.
E tale salvezza è messa a disposizione degli uomini. Gesù risorto è perenne dono di Sé. Presenza salvifica per tutti i tempi e la storia e nell’esistenza personale di tutti gli uomini (Col 2,9; 1,14-20; Ef 1,3-22). Presenza sovrana ed eterna. Tutta la storia della salvezza che Dio realizza in ogni uomo non è che l\'attualizzazione particolare e progressiva di questo Mistero radicale e totale del Cristo, una comunione degli uomini e del mondo a questo dono d’Amore divino fatto a Gesù risorto, sorgente di vita (Col 2,9; Gv 1,16).
La Risurrezione è l’atto divino mediante il quale Dio ci salva oggi; l\'umanità intera. Non ci ha solo aperto le porte del Cielo, ha già compiuta la salvezza introducendo nel cielo la sua umanità glorificata (cfr Ef 2,4-6; Col 1,19-20; 2,9).
Pasqua significa che nel nostro mondo umano e terrestre ferito a morte dal peccato e dalle potenze sataniche, sottomesso alla corruzione (Rm 8,20-21) Dio è già intervenuto, il Cristo è già presente.
Nel cuore stesso delle realtà umane e terrestri vi è ormai Cristo risorto, nuovo inizio, nuova nascita, nuova creazione per l\'eternità.
Anche se continua la sofferenza e il peccato, Cristo è già il cuore glorioso del mondo, l\'umanità intera cammina infallibilmente verso la redenzione del nostro corpo e la libertà gloriosa dei figli di Dio alla quale parteciperà a suo modo tutto l\'universo tratto a sua volta nella Risurrezione del Signore (Rm 8,18-23; Fil 3,20-21).
L\'umanità come tale è già salva.
Ma non è tutto. Gesù Cristo non è venuto su questa terra per morire semplicemente, ma per unirci a Lui e per associarci al suo trionfo. Non gli bastava dunque morire per noi, ma doveva anche resuscitare per noi (“Se uno morì per tutti, dunque tutti sono morti, ed egli morì per tutti, affinché quei che vivono, non vivano più per se stessi, ma per colui che morì e resuscitò per loro”; 2Cor 5,14). La morte è appena la metà dell\'opera redentrice ed esige la risurrezione come suo complemento necessario. Infatti la giustificazione di ciascuno di noi è prodotta dalla fede e dal battesimo; ora è facile vedere come la resurrezione influisca su queste due cause, poiché la fede in Cristo non è la fede nel Cristo morto, ma nel Cristo vivente, nel Cristo risuscitato e il battesimo non è solamente il simbolo efficace della morte di Cristo ma anche della sua vita gloriosa.
“Se crediamo in Colui che ha recitato dei morti Gesù Cristo nostro Signore” (Rm 4,24), “Se tu confessi con la bocca il Signore Gesù e se credi nel tuo cuore che Dio lo ha suscitato dei morti, tu sarai salvo” (Rm 10,9).
Senza la risurrezione la fede non ha il suo vero oggetto, e il battesimo non ha il suo simbolismo completo. Moriamo nel battesimo associati alla sua morte, risuscitiamo sacramentalmente associati alla resurrezione.
Senza risurrezione fede e battesimo perdono il loro significato e perciò la loro efficacia.
Inoltre la risurrezione
è il più saldo motivo della fede,
è la condizione della missione degli apostoli,
è pegno sicuro della nostra risurrezione,
è degno coronamento della Redenzione e suo sigillo,
è dichiarazione di pace fatta agli uomini,
è legata al frutto della morte,
è legata il dono dello Spirito Santo poiché Gesù diventa “spirito vivificante”6.
Anche prima aveva lo Spirito nella sua pienezza, ma impedito dalle limitazioni inerenti all\'economia della Redenzione, non poteva esercitarvi tutto il suo potere vitale. Soprattutto il Cristo stesso non era ancora in grado di comunicare agli altri la pienezza della vita, bisognava che prima avvenissero la morte e la risurrezione. “Conviene che io vada perché, se non vado, il Paraclito non verrà a voi. Ma se io me ne vado, ve lo manderò” (Gv 16,7). Il Cristo glorificato diventa “spirito vivificante” e diventa fonte perenne di grazia e di vita.
La risurrezione non è più un lusso soprannaturale offerto all\'ammirazione degli eletti, né una semplice ricompensa data ai meriti di lui e neppure soltanto il sostegno della nostra fede e il pegno della nostra speranza: essa è un complemento essenziale e una parte integrante della stessa redenzione.
L\'uomo non è il testimonio passivo di un dramma che si svolge senza di lui e dove egli non ha alcuna parte; egli muore sul Calvario con il Cristo che muore e rivive nell\'atto di fede e nel rito che gli applicano i frutti della morte.
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