197. Morale
1. Tono tradizionale negativo. Morale sistematizzata secondo «i Precetti». Atteggiamento negativistico.
San Tommaso invece concepì la morale come una palestra delle virtù, una morale di valore, di affermazione, di crescita, di perfezione. Non prevale l’abstíne1, ma il senso positivo con un’orientazione diretta alla valorizzazione delle forze nascoste nell’uomo e donategli per esprimere l’immagine di Dio e imprimerla su tutta l’attività umana. Non è certamente l’apice lo sguardo sul peccato, sulla proibizione, sulla pena. Paolo VI (Pasqua 1964): la vita cristiana quantunque parli di mortificazione o esalti la croce nella sua espressione risolutiva è beatitudine, è sostanzialmente positiva2.
L’uomo è chiamato alla perfezione, la morale è una dottrina dell’avvicinarsi continuo dell’uomo a Dio. Le virtù sono come i fattori di perfezionamento e d’affermazione. La vita morale diventa una vita dinamica, promuove un umanesimo cristiano teocentricamente ordinato, orientato.
In questo spirito l’«Humanae Vitae» è positiva e nella parte dottrinale e in quella pastorale. È visione integrale dell’uomo, presenta la sublimità della sua vocazione come partecipe dell’amore creativo, la responsabilità umana nella scelta procreativa, la proiezione dell’amore coniugale su tutto l’ordine sociale e pure partendo dal fatto che la Chiesa conosce bene la debolezza umana, crede nella possibilità dell’osservanza della legge divina, inculca ferme convinzioni circa i veri e positivi valori nella vita della famiglia, per esempio: padronanza di sé, dominio dell’istinto, ecc…
Non basta non peccare; bisogna integrare le forze della sensibilità e sessualità nell’unità della persona.
Occorre trovare lo spazio alle legittime aspirazioni verso alcuni godimenti per soddisfare nel lecito anche le esigenze del corpo. L’unità dell’uomo è da comprendersi per cui la parte somatica e la psichica debbono ridursi ad un solo e unico soggetto. Anima mea non sum ego3.
Si falsifica la nozione dell’uomo non comprendendo sia l’una sia l’altra componente della sua unità. Temperanza sessuale: è forza positiva, una caratteristica di virilità, affermazione della luce della ragione sull’istinto, fonte di bellezza, d’equilibrio.
Un tempo alla temperanza l’ufficio di «reprimere», ora quello di «orientare». Più che «astensione» dell’uso illecito, un uso ragionevole delle forze sessuali. Introdurre nel campo sessuale l’ordine della ragione e della fede.
Svolgere l’idea dell’attrazione della virtù: honestum sua vi nos trahit et sua dignitate nos allicit4.
La pastorale coniugale dovrebbe cominciare dalla fanciullezza perché cresca in essi la stima dei valori umani e si sviluppino i sentimenti di una serena e armonica evoluzione delle facoltà spirituali e sensibili. È necessario mostrare come l’amore lasci gli elementi venerei e scelga gli elementi di volontarietà, spontaneità, spiritualità, conservando insieme lo spazio per le espressioni d’intimità degne d’essere l’oggetto dell’amore cristiano.
(Kuničić, Perfice Munus!, 1969, p. 396 sq.)
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