Primi incontri con Dio

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Corso A

103a. I primi incontri con Dio

Il bambino da solo non scopre Dio. È la vita di fede manifestata dai genitori che glielo fa conoscere. Il germe di fede che è in lui non si sviluppa se non a contatto con quella dei genitori. “Preveduti dall\'esempio e dalla preghiera dei genitori, i figli […] troveranno più facilmente la strada della formazione veramente umana, della propria salvezza e di una vera santità” e troveranno “un modello di vita permeata di fermenti cristiani” (Documento di base1).

L\'atteggiamento di dipendenza da Dio: è un grande indigente. Questo lo dispone in modo mirabile alla preghiera che è uno degli atti e dagli atteggiamenti religiosi essenziali. Bisognoso come è di tutto, il chiedere aiuto e regali gli è spontaneo.

Chiede a ognuno ciò che gli può dare. Se gli si insegna quali sono le appartenenze di Dio – la vita, la salute, la bontà, la buona volontà, il Paradiso –, gli riuscirà facile chiedere a Lui questi doni. Così verrà ad imparare in modi pratici quella grande arte della preghiera che ha un posto di tanta importanza nella vita religiosa di ogni età e che si apprende assi più facilmente nell\'età dei bisogni, non sentiti come un peso umiliante. Adoperando le semplici parole. Tanto più che gli si insegna che il Creatore gli vuol bene ed è un Padre. Lo apprenderà proprio dalle parole e gesti dei genitori. Diverrà per lui base di fiducia incrollabile, fonte di serenità e di gioia.

Creare un clima affettuoso e sereno perchè nell\'amore dei genitori scopra lo sguardo di amore di Dio. La religiosità dei genitori lascerà una profonda traccia nella sua personalità. Né deve credere che la preghiera sia qualcosa di magico che fatalmente ottiene quanto domanda, soprattutto con formulari.

Bisogna che impari a pregare bene, il rispetto verso questo grande Padre, e poi lasciare a Dio il giudizio se darlo, perchè Dio sa tutto quello che ci fa bene.

Un padre non accoglie tutte le richieste dei figli.

Certi regali per Natale: “Dunque, il Signore non ti ha risposto”, “Mi ha detto di no”2.

Gli si parlerà della provvidenza, del perdono ecc..., della gioia di avere un Padre così buono e di essere conosciuto e amato da Lui.

Sviluppare il senso del ringraziamento. Il bimbo è alla scoperta del mondo. Educare l\'istinto dell\'osservazione, della scoperta, è assicurarsi che il suo sguardo diventi ammirazione, incanto, davanti a tutte le cose. Lo si aiuta a scoprire tutto ciò che è vita, grandezza, potenza, bellezza. Lo condurremo facilmente al senso del sacro, all\'adorazione di Dio velato nelle creature e lo inizieremo alla preghiera di lode e di ringraziamento.

Osservando i genitori in preghiera, capirà che ci sono i tempi di preghiera; davanti all\'obbedienza dei genitori imparerà come deve essere anche il suo atteggiamento.

Il suo bisogno di concretezza si colmerà con il presentare Gesù. Dio invisibile, che è dappertutto e che vede ogni cosa, è un concetto che impressiona molto, ed è bene comunicarglielo: “In una notte nera... e sente il rumore dei suoi passi”3. Al suo bisogno di sentire umanamente il divino, di conservare a questo una veste antropomorfa, di sperimentare con esso rapporto da persona a persona nel modo più concreto e più vicino alla sua sensibilità e immaginativa, il Cristianesimo offre un mezzo stupendamente appropriato con la realtà vivente e con il modello ideale: l\'Incarnazione. Ecco, la verità della Chiesa coincide con le esigenze dello sviluppo psichico; è un miracolo pedagogico perchè offre all\'educazione il tipo concreto, spirante la più intensa vita e il più potente calore d\'affetto, dell\'unione del divino con l\'umano.

Prediligere man mano racconti dall\'Antico Testamento e dal Nuovo, esempi dal catechismo. Contare sull\'efficacia della grazia.

Da due anni il bambino è capace di imitazione; spetta alla mamma fornire l\'esempio, e salutare le immagini. E poi il dialogo: il bambino interroga con infinite interrogazioni. Prende coscienza di sé e sviluppa la sua personalità. È disposto a imparare. Aspetta la preghiera come le abituali azioni della giornata. Trasferisce se stesso negli oggetti che ama. Si limita alla esteriorità senza capire il contenuto delle orazioni; ma è vera preghiera, perchè ha coscienza di unirsi a coloro con i quali è in stretta comunione affettiva. Bisogna sempre ricordarsi che il bambino è nato da acqua e da Spirito.

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  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
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