Quaderno 10 - Rivoluzione Francese

QUADERNO 10

Preparazione intellettuale e sociale della Rivoluzione Francese (1748-1789)

Illuminismo e nuovi sistemi filosofici1

1. Regolare tutta la vita con i lumi2 della ragione. Metodo riduttivo per le scienze naturali; così per le scienze morali non più costruzioni metafisiche, norma di esse «universale e immutabile»: la ragione (universale). Il diritto naturale indipendente da ogni religione e da Dio; così la morale anteriore a ogni esperienza religiosa nasce dalla natura razionale umana, viziata non dal peccato originale ma dall’inganno, tirannia, violenza. La ragione doveva riportare allo stato di natura originale. Non più Dio al centro (Medio Evo) ma la natura. Soprannaturale, misteri, rivelazione, ecc… = superstizione. Religione razionale = Deismo.

2. Sistemi filosofici antiscolastici. Descartes (1596-1650): Dubbio metodico. Negato il senso esterno ed interno e dell’intelligenza intuitiva come criterio di verità. L’esistenza di Dio dall’idea di perfettissimo. Dalla sua esistenza, solo si può provare quella del mondo. Ortosso3 ma scardinava l’insegnamento cattolico con indipendenza della ragione e apriva la via all’ontologia, al panteismo e all’idealismo. Malebranche (1638-1715): nega valore oggettivo sensazione, idee o innate o le vediamo in Dio. Leibniz (1646-1716): nessuna azione della materia nello spirito, idealismo soggettivo. Kant (1724-1804): si conosce il fenomeno non il noumeno.

3. Sensismo e materialismo. Bacone (1561-1626); Locke (1632-1704); Condillac (1715-1780): tutto è senso, sentire. Spinoza (1632-1677): panteista. Hume (1711-1774): nega principio di causalità.

4. Deisti e teisti (illuminismo inglese). Cherbury († 1648); Shaftesbury († 1713); Toland († 1722); Tyndal († 1722); Bolingbroke († 1751). Schernitori di ogni religione rivelata, accettano un Dio personale ma negano attributi (perciò ateismo mascherato). Teisti, un Dio creatore e provvidente.

1 Data la notorietà dei filosofi elencati non si sono ritenute necessarie ulteriori informazioni; diverso è stato il criterio adottato per i personaggi meno conosciuti, indicati nei paragrafi successivi. 2 Titoli, numerazioni, elenchi e sottolineature sono state operate da don Pietro. 3 Ortodosso. 5. Illuminismo francese. Montesquieu (1689-1755): Lettere persiane4 (miseria colpa del cattolicesimo). Spirito delle leggi5 (tutto dal clima intellettuale, religioso, morale). Helvetius († 1771) De l’Esprit: virtù egoismo ben inteso; per la salute pubblica tutto lecito. Holbach (1789) bestemmia; Dio morale: moto e materia eterni. La Mettrie († 1751): piacere scopo della vita; lecito delitto utile; materialismo completo. Cabanis († 1808): cervello digerisce pensiero.

6. Enciclopedisti. D ’A l em b ert (1783); Diderot (1784): condensare tutto lo scibile contro la superstizione e la tirannide (dal 1751-1772).

7. Voltaire (1684-1778): con sarcasmo e beffa, grande danno.

8. Rousseau (1712-1778). Emilio: Esaltazione dello stato di natura; l’uomo buono corrotto dalla società; via mio e tuo; lettere, arti, civiltà parassiti; educazione laicizzata; via il soprannaturale, idea di Dio in natura. Contratto sociale: Origine della società e dello Stato inique da prepotenze e usurpazioni, devono scomparire; il sovrano è il popolo, può mandar via l’autorità; dà il via all’anarchia e al despotismo. Tremenda influenza (Giacobini e terroristi).

9. Illuminismo in Germania. Federico II (1740-1786); Semler († 1791). E. Lessing († 1781); Reimarus († 1768). Biblioteca germanica universitaria. Schiller († 1805). Goethe († 1832) (altro che il paganesimo e la bellezza plastica; nel Werther al suicidio; Faust; pagano).

10. Illuminati (in Germania, Adamo Weishaupt †1830), associazione formata di gerarchia per distruzione del cristianesimo; abolire proprietà privata, uguaglianza; abolire governo dei preti e dei nobili. Si fusero poi con la Massoneria. Sorta in Inghilterra come una corporazione di freemasons, di muratori, poi società di buontemponi; passata in Francia divenne forza rivoluzionaria.

11. Antimonarchica e anticristiana, piena di filosofisti e increduli. Sostituì alla fede la superstizione (ottocento secolo credulo; Iannovich, Mesmer, Cagliostro).

12. Non si fece che distruggere la grande costruzione di Padri e scolastici. Restava solo un vago teismo; i buoni non reagirono contro i nemici.

4 Lettres persanes (1721). 5 Défense de l\'Esprit des lois (1750).

Abolizione della Compagnia di Gesù

13. La Compagnia erasi addossata una gran parte fin da principio nell’opera della Riforma Cattolica. Sotto Clemente XIII (1758-1769) aveva 23 mila membri, 700 collegi, 800 residenze, 270 missioni. Aveva dato: San Roberto Bellarmino6, Petavio7, Suarez8, Papebrochio9, San Pietro Canisio10, San Francesco Saverio11, Matteo Ricci12. Inverosimili accuse: circa le dottrine, i metodi seguiti nelle scuole e nelle missioni, i rapporti con i sovrani: deformazione della morale cristiana, sostituzione dell’autorità alla coscienza, lassismo, giustificazione dell’assolutismo, esagerazione della potestà papale, intolleranza, doppiezza, spirito di intrigo, brama di potere e di lucro. Giansenisti, Filosofisti, Enciclopedisti concordi nell’odio contro i «giannizzeri» del papato. Ebbero contro un’eterogenea coalizione di cattolici, protestanti, giansenisti e increduli.

14. Primo è Pombal13 (1759): un entusiasta dell’onnipotenza statale, ammiratore di Voltaire, Rousseau, Diderot. Voleva riformare con violenza, senza soffrire contraddizioni, senza aspettare l’opera del tempo. Si trovò tra i piedi i Gesuiti potenti a Corte, educatori dei figli delle migliori famiglie, arbitri nelle scuole. Li odiò. Pretesto: lo sgombero di 30000 Indiani14 da sette distretti del Paraguai. Presero le armi: colpa dei Gesuiti. Furono carcerati, condannati, cacciati.

15. Secondo è Luigi XV (Choiseul15, Pompadour16). Il pretesto l’episodio del P. Lavallette17 (1764).

6 Roberto Bellarmino (1542-1621), gesuita, divenne un affermato teologo postridentino. 7 Dionigi Petavio (1583-1652), gesuita, teologo francese. 8 Francisco Suarez (1548-1617), gesuita, teologo, filosofo e giurista spagnolo. 9 Daniele Papebrochio (1628-1714), gesuita di Anversa, storico e filosofo. 10 Pietro Canisio (1521-1597), sacerdote e dottore della Chiesa. È l’ottavo gesuita ad emettere i voti solenni. 11 Francesco Saverio (1506-1552). Conobbe Sant’Ignazio di Loyola e fece parte del nucleo di fondazione della Compagnia di Gesù. È il più grande missionario dell’epoca moderna. 12 Matteo Ricci (1552-1610), missionario gesuita, fu inviato nelle Indie Orientali e poi in Cina. 13 Sebastião José de Carvalho e Melo, Conte di Oeiras e Marchese di Pombal, nel 1759 espulse i Gesuiti dal Portogallo e dalle colonie. 14 In realtà, Indios. 15 Étienne François de Choiseul (1719-1785), diplomatico e politico francese. 16 Madame de Pompadour, favorita del re Luigi XV. 17 Padre Antoine de Lavallette, gesuita, procuratore generale alla Martinica, coinvolto nel fallimento commerciale del Banco da cui passavano tutte le transazioni delle isole produttrici di zucchero. 16. Terzo Carlo III di Spagna (1767). Pretesto un tumulto scoppiato nel 1766. Quarto Ferdinando IV di Napoli (Tannucci18) (ottobre 1767). Quinto Ferdinando di Parma (Du Tillot19) (1768 Febbraio).

18. Corti borboniche prepotentemente chiedono soppressione Compagnia. Clemente XIV si piega (21 luglio 1773) e scioglie con il «breve» “Dominus ac Redemptor”. Respinge accuse su la dottrina e costumi, ma non potendosi ora avere frutti ubertosi, per i contrasti, dichiara estinta in tutto il mondo. Danno immenso alla Chiesa e alle Missioni. Federico II di Prussia e Caterina II di Russia li tengono e danno ricetta (“di misfatti non ho veduto le prove, e ardisco affermare che neppure la V. S. le vide mai”). Il «breve» venne eseguito con rigore o peggio. I principi si gettarono su i beni.

18 Bernardo Tanucci (1698-1783), uomo di fiducia del re di Napoli Carlo di Borbone. 19 Guillaume du Tillot (1711-1774), politico francese, ministro del Ducato di Parma e Piacenza.

Febronianesimo, Giuseppinismo e Leopoldismo

20. Le riforme chieste dagli Illuministi vennero fatte dai Principi numerose e radicali: riforme ecclesiastiche e feudali non restaurazioni di libertà; diedero quello che non era loro (dei nobili o della Chiesa) non mai del loro. Nella Chiesa ve ne era bisogno urgente, ma la riforma non doveva venire da loro, senza discrezione e opportunità, senza tener conto della tradizione e dei privilegi; doveva venire dal Papa non contro. Tante volte le richieste venivano dal Clero in cui aveva fatto breccia l’Illuminismo. Anche nell’università ecclesiastica dopo l’abolizione della Compagnia di Gesù. Volevano: svecchiare tutto e presto; disciplina ecclesiale troppo rigida, ordini religiosi (fanatismo e ignoranza), gerarchia defraudata nei diritti dal centralismo papale, riformare scienza, liturgia, culto popolare, educazione gioventù.

21. Febronio (von Hortheim, vescovo ausiliare di Treviri) [1701-1790]. De statu Ecclesiae et legitima potestate Romani pontificis (1763): è il “Contratto sociale” applicato alla Chiesa. Governo della Chiesa repubblicano aristocratico. Vescovi potere sovrano. Il Papa primato nella Chiesa non sulla chiesa (primus inter pares), è superiore ai singoli vescovi ma inferiore ai vescovi nel concilio; suo ufficio: mantenere l’unità e vegliare esecuzione dei canoni. Condannato da Clemente XIII (1764).

22. Riforma in Austria: semplificazione e codificazione delle leggi; equa distribuzione tributi; abolizione resti servaggio, giurisdizioni feudali, manomorte, primogeniture, maggioraschi, enfiteusi; svincolo delle industrie dagli impacci delle corporazioni; sollievo delle terre da angherie e servitù personali. Molte riforme buone ma con troppa furia e violenza.

23. Cominciate da Carlo VI, proseguite da Maria Teresa Riforme ecclesiastiche: divieto sacre rappresentazioni e cerimonie superstiziose; abolizione di 29 giorni festivi; incorporazione di diocesi poco estese; introduzione patrologia e pastorale; norme circa l’amministrazione dei beni ecclesiastici e proprietà monastiche.

24. Sotto Giuseppe II (1780-1790). Frenesia di riforma. Riformarsi o perire. Trascurò Roma; febroniano, assoggettò i vescovi allo Stato a cui è dovuta la nomina; dispense matrimoniali proibite chiedersi a Roma; nessun atto papale o vescovile potevasi pubblicare senza il beneplacito; non seminari diocesani ma centrali; abolite (621 case) le congregazioni religiose non addette a istruzione o infermi; coi beni cassa ecclesiastica per costruzione case rurali e dotazione nuove diocesi e parrocchie. Festa Gregorio VII abolita. Bolla «In coena Domini e Unigetus» prese via; non pompa d’esequie; abolite processioni meno Corpus Domini e Rogazioni; abolita festa Sacro Cuore; fissate le ore d’apertura e chiusura delle chiese e suono campane. Permesso divorzio, libertà di coscienza e di culto, aperti uffici a protestanti, scismatici e ebrei.

25. Pio VI (1782) a Vienna. Inutilmente.

26. Puntazione di Ems (Agosto 1786). Vescovi-principi di Magonza, Colonia, Treviri, Salisburgo; febroniani20. Negato al Papa di inviare nunzi, poco più d’un primato d’onore. Vescovi ogni potere di dispensa; bolle papali non valgono prima dell’approvazione dei vescovi. Sono abbandonati dai suffraganei. La rivoluzione francese travolse tutto. Così pure la riforma di Giuseppe II.

27. In Toscana. Leopoldo (1765-1790): abolì immunità, vietò appelli a Roma, sciolte 2500 confraternite, aboliti Gesuiti. Suo consigliere S ci p io n e d e’ R i cci vescovo di Pistoia e Prato, penitente ma febroniano, amico giansenisti, suggerì circolare ai Vescovi in 57 punti (ridurre feste, rivendicare diritti originali dei vescovi, ecc...). I Vescovi fedeli. Sinodo di Pistoia (18-20 settembre 1786): Dio ha conferito potere alla comunità dei fedeli. Papa capo ministeriale. Vescovi vicari di Nostro Signore non del Pontefice; nei sinodi i parroci, come i vescovi, giudici in materia di fede e di riforme di disciplina, decreti e definizioni di papi e concili privi di valore prima dell’accettazione del sinodo; parti liturgiche in volgare; unico altare; niente devozione al Sacro Cuore; unico ordine religioso; accettata in parte dottrina di Baio e di Quesnel. Tentato Concilio nel 1787. Quasi tutti i Vescovi fedeli. Leopoldo ratifica Sinodo Pistoia (1788), ma il de’ Ricci è espulso dal popolo (1790). Condanna del Sinodo da Pio VI con «Auctorem fidei» nel 1794 (87 proposizioni).

20 In alto, nel margine della pagina si trova l’appunto: (23 punti).

Il Giansenismo e la Chiesa in Italia

29. Si diffuse particolarmente seconda metà del secolo. Centri: Roma (Mons. Bottari, Card. Neri Corsini, P. Tamburini), Pavia, Pistoia (de’ Ricci); a Napoli (Mons. Serrao), in Liguria (Mons. Solari vescovo di Noli). Contro assolutismo papale e per autonomia Vescovi; ampia giurisdizione ai principi sugli affari ecclesiastici; contro la Societas Iesus, radicale riforma (uso del volgare); contro il culto del Sacro Cuore; popolo all’elezione dei parroci, questi a quella dei Vescovi, e questi a quella del papa; rigorismo e tuziorismo. Lavorarono molto con la stampa (catechismi). Veri giansenisti: schiera sparuta. Lo combatte: Santa Sede, Vescovo Bruno Lanteri, Canonico Guala, San Paolo della Croce.

30. Sa n t’ Alfonso de Liguori (1696-1787). Theologia moralis e molte altre opere. Volgarizzò pietà cristiana; contro rigorismo; orientò la devozione verso l’Eucarestia e la Santa Vergine.

31. Condizioni Chiesa in Italia nel Settecento. Migliori che negli altri paesi, nonostante costumi insulsi, vita languida, quiete gaudente o spensierata; vocazioni forzate, disuguaglianze, primogeniture, cicisbeismo, infiltrazioni gianseniste. Solide virtù private non toccate dall’elegante corruzione. Filosofi, economisti, scienziati furono fedeli o almeno riverenti [Volta †1827; Beccaria †1794; Galvani †1798; Vico (Scienza Nuova); Abate Genovesi (1769); Filangeri (†1787); Galliani (†1787)].

32. Regno di Napoli. Bernardo Tannucci (dal 1759) contrario a Roma. Abolì decime, diminuì numero sacerdoti, exequatur per bolle e rescritti papali, vietato appello.

33. Venezia: varie contese con Roma. Frenesia di feste, depravazione in città, in terraferma vivace vita cristiana. Numeroso clero poi ridotto. Lombardia. Innovazioni giuseppiniste. Genova. Oppressione Corsica (Pasquale Paoli). Piemonte: il più fedele a Roma, vita religiosa fervente, Carlo Emanuele III (1730-1773) austero e equanime.

La Francia prima della Rivoluzione

34. Santi e scrittori: San Benedetto Labre († 1783), venerabile Luigia Maria di Francia figlia di Luigi XV. Bossuet21, Bourdaloue22, Massillon23 († 1742).

35. Clero. Belsunce di Marsiglia24 (peste 1720, dedicò città al Sacro Cuore). De La Motte di Amiens (contro ingiusta ripartizione benefici). Beaumont di Parigi (poveri). Contro una dozzina di indegni, gli altri vescovi illustrarono scuole. Lodevoli le congregazioni religiose, le migliaia di suore, i 40000 curati che tenevano ufficio stato civile, custodia testamenti e dirigevano le scuole primarie numerose e gratuite. Sorgono i Fratelli delle Scuole Cristiane. Il clero era un corpo privilegiato e straordinariamente ricco. Ma se lo era meritato: aveva fatto la religione e la Chiesa, trasformazione del mondo barbaro, servizio enorme. Esempio della Gran Bretagna. Pane del corpo, pane dell’anima (Taine). Falso che trinceratosi dietro le immunità si sottraesse egoisticamente alle pubbliche gravezze, rigettando sulle spalle degli umili. Quando fu necessario contribuì alle finanze fino a ridursi a povertà.

36. Mancata reazione dei cattolici contro gli scrittori malvagi e mendaci. Enorme diffusione stampa cattiva. Quasi nessuno sorse a confutare i filosofisti, Voltaire, Rousseau, ecc... A che giovava l’azione se si trascurava il pensiero? Come poteva la società continuare cristiana se letteratura, filosofia, scienza erano pagane?

37. Gravi ingiustizie. Sedi vescovili monopolio dei nobili. Persone che consigliavano il re per le sedi non sempre degne. Vescovi giovani; trascurata residenza e governo. Alle grandi entrate aggiungevano il godimento di 400 abbazie «in commenda». Anche capitoli molto ricchi e privilegio della nobiltà. I curati invece scarsa retribuzione e abitavano tuguri; i decimatori lasciavano solo esigua «porzione congrua». Maltrattato e povero fraternizzerà con il popolo e negli Stati Generali costringerà nobili e vescovi a unirsi al terzo stato. Questo comporterà la confisca dell’asse ecclesiastico. Plebe degna di compassione, soggetti numerosi svariati obblighi feudali, peso maggiore imposte: metà del guadagno o più.

21 Jacques Bénigne Bossuet (1627-1704), vescovo cattolico, teologo e predicatore francese. 22 Luis Bourdaloue (1632-1704), gesuita, grande oratore francese. 23 Jean-Baptiste Massillon (1663-1742), predicatore della congregazione dell’Oratorio. 24 Vescovo di Marsiglia che si distinse durante la Grande Peste del 1720. Così piccoli industrie, corporazioni non offrivano più vantaggi economici e sociali causa mancata indispensabile riforma, degenerate in tirannide insopportabile e distrutta libertà di lavoro.

38. Nobili: tutti i privilegi; gran parte della ricchezza, palazzi, castelli, immunità d’ogni sorta; cariche ecclesiastiche, civili e militari. Poltrivano e scialacquavano. Motteggiavano pubblici uffici. Vendevano uffici tribunale feudale a malviventi. Scompaginata famiglia, più amore sincero. Buon viso letteratura irreligiosa, ai filosofi e liberi pensatori; tutti gli scritti rivoluzionari uscivano dai salotti della nobiltà.

39. Governo degno della nazione. Luigi XV (1723-1774): sciupio, rovina, scandalo (Pompadour arbitra 1745-1764). Luigi XVI: irresoluto, debole, oscillante. Proposta Stati Generali suscita più liete speranze (età della Ragione, applicare Locke, Montesquieu, Rousseau, filosofi) e si era alla vigilia di uno spaventoso baratro.

La rivoluzione francese (1789-1799)

Assemblea Costituente – La Chiesa spogliata

40. Stati generali per ripartire imposte e ristorazione finanza. Ma i cahiers25 degli elettori volevano molto di più: Stati generali permanenti; ammissione per tutti a tutti gli uffici; abolizione dei privilegi; dichiarazione dei diritti dell’uomo; inviolabilità della persona e del domicilio; libertà di parola, di stampa, coscienza, culto. Per il clero: vescovi e canonici non giovani; dignità aperte a tutti per concorsi; in aiuto al popolo con ospizi, scuole, medicine; combattere incredulità e malcostume; educazione e istruzione seminari. Aperta a Versailles 5 maggio 1789. 17 giugno: 3° Stato Assemblea nazionale. 27 giugno: Assemblea Costituente.

41. Presa della Bastiglia: il 14 Luglio (per falso annunzio colpo di Stato). Guardia nazionale. L’Abate Grégoire26 propone abolizione delle contribuzioni dovute al Papa. Abolizione decime ecclesiastiche (mezza rendita) l’11 agosto. Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino (26 Agosto, dettata da Sieyès27) quintessenza filosofismo settecento.

42. Respinti i 400 milioni offerti dal clero e si decreta (su proposta Talleyrand28): tutti gli immobili della Chiesa sono a disposizione della nazione (2 Novembre). Scioglimento Ordini religiosi e confisca beni; i religiosi dallo Stato una pensione (13 Febbraio 1790). Costituzione civile del Clero (12 Luglio 1790). Vescovi eletti dagli elettori di dipartimento, i parroci da quelli di distretto, i collegi aperti a tutti senza distinzione culto. Vescovo istituzione canonica dal Metropolita e scriverà al Papa per annunciargli l’elezione; abolita giurisdizione del Papa in Francia, soppressi i capitoli, ridotte diocesi e parrocchie, come «ufficiali salariati» di morale e di istruzione devono giurare fedeltà alla nazione, alla legge sotto pena di perdere i diritti di cittadini.

43. Europa indifferente. Il 4 Gennaio 1791 nonostante minaccia di morte, 44 Vescovi (meno 2) e due terzi ecclesiastici rifiutano giurare Costituzione Civile. Scongiurato pericolo di scisma Pio VI (10 Marzo 1791) condanna la Costituzione.

25 «Quaderni delle lamentele». 26 Henry Grégoire, presbitero e politico francese, tra i capi della Rivoluzione. 27 Emmanuel Joseph Seyès, abate e politico francese. 28 Charles-Maurice principe di Talleyrand, ecclesistico e abilissimo diplomatico.

QUADERNO 10 - Rivoluzione Francese (s. d.) – SOMMARIO29

Preparazione intellettuale e sociale della Rivoluzione Francese (1748-1789) ◦ Illuminismo e nuovi sistemi filosofici 2 ◦ Abolizione della Compagnia di Gesù 4 ◦ Febronianesimo, Giuseppinismo e Leopoldismo 6 ◦ Il Giansenismo e la Chiesa in Italia 8 ◦ La Francia prima della Rivoluzione 9 La rivoluzione francese (1789 – 1799) ◦ Assemblea Costituente ˗ La Chiesa spogliata 11

29 Inserito in fase di redazione.

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