Quaderno 18 - 1947- 1969

QUADERNO 18

Mese di Maggio – In San Giuseppe – 1947

30 Aprile: Amore di Gesù per Maria Santissima. Gesù ci chiama a far bene questo mese. Le sue grazie le dà solo per le mani della sua Mamma. Mettersi con impegno e ardore. Possiamo ricevere molte grazie. Grande può essere il nostro profitto spirituale. Santa Caterina da Siena ha definito la Beata Vergine: la portatrice del fuoco1. Sì la Madonna ci porterà l’Amore che è Gesù e accenderà nel nostro cuore la fiamma della carità. Devozione e imitazione. Noi dobbiamo somigliarci a Lei. Invocazione a Santa Caterina.

1 Maggio – Virgo Potens – Potenza della Madonna e suo aiuto nelle tentazioni. Nel Cantico dei Cantici vi è una frase che la Chiesa ha applicato alla Madonna: terribilis ut castrorum acies ordinata2 – un esercito schierato per la battaglia: fortissimo e terribile. La prima idea che l’umanità ha avuto della Vergine è stata quella di una donna forte. Nel Paradiso terrestre infatti Dio la preannuncia come quella che schiaccerà il capo al serpente che aveva fatto cadere Adamo e con lui tutto il genere umano, quella che restaurerà la sorte dell’umanità3. La Vergine del trionfo, la Vergine della potenza. È la speranza dagli albori dell’umanità perché è la potente. Una donna che vince il male, quella che il popolo chiamerà Nostra Signora delle vittorie. E infatti la storia della Chiesa è la storia delle vittorie di Maria. La Chiesa canta di lei: Cunctas haereses sola interemisti in universo mundo4. I campioni che hanno lottato e combattuto contro l’eresia sono stati ispirati sorretti indirizzati da Lei (da San Cirillo d’Alessandria, e prima, in su). Fu maestra degli Apostoli che a Lei ricorrevano come a guida, e da allora ha protetto amorosamente tutti i passi della Chiesa. Ricordate la grande vittoria riportata su l’eresia da San Domenico con il Rosario donatogli da Maria. Ricordate il trionfo di Lepanto contro la

1 SANTA CATERINA DA SIENA, Oratio 11. 2 “… terribile come un vessillo di guerra” (Ct 6,4). 3 Cfr Gen 3,15. 4 Antifona mariana: “Cunctas haereses sola interemisti – Tutte le eresie tu sola hai distrutte nel mondo intero”. barbarie dei turchi che minacciava la Cristianità5; ricordate il trionfo sotto le mura di Vienna conseguito da Giovanni Sobieski6 (Santo Nome di Maria). Ma io vado citando qualche fatto isolato, ma la storia della vita spirituale di ognuno di noi non è forse la dimostrazione più bella della potenza della Vergine Santa? Se non siamo all’inferno lo dobbiamo a Lei; se siamo stati preservati da tante tentazioni lo dobbiamo a Lei, se tante altre le abbiamo vinte sua è la gloria. Perciò dobbiamo animarci a starle molto vicino, ed essere veri suoi devoti. Noi ne abbiamo molto bisogno. Fin che vivremo avremo pericoli e tentazioni, alle volte forti, alle volte tremende. Ben a ragione Giobbe ha detto: Militia est vita hominis super terram7; tempo di soldato, sempre con l’arma in pugno (vedi Rodriguez IV–1). Dunque ricorrere con fiducia amorosa alla Vergine Santa; solo con lei vinceremo, solo con lei il trionfo nostro sarà eterno in Cielo.

2 Maggio – Virgo clemens – Protezione della Vergine in vita e soprattutto in morte. Beatus qui vigilat ad fores meas cotidie et observat ad postes ostii mei. Qui me invenerit, inveniet vitam et hauriet salutem a Domino8. Chi confida in Maria ha vita e ha salvezza. La clemenza della Vergine risplende soprattutto nel procurare ai suoi devoti la vita eterna. Pensiero del «mi salverò?». Ognuno di noi sente il timore per la propria salvezza. Infelice chi mai lo ha avuto. Problema che è intimamente connesso con la nostra morte: Statutum est hominibus semel mori et post hoc judicium”9. Pensiero terribile. La morte già batte alla vita inesorabile. Batte; è imminente. Quanti pochi la ascoltano. La parola della morte è una parola di vita. Chi pensa alla morte impara a vivere rettamente. Il terribile non è morire; è il non poter tornare a morire. Con la morte incomincia il tutto. La Madonna è al letto dei suoi devoti. Allevia i dolori, terge le lacrime. Santa Bernardetta. Meritarsi tale protezione. Nunc ora et in hora mortis nostrae.

5 A perenne ricordo della battaglia di Lepanto, svoltasi il 7 ottobre del 1571, nella quale la flotta cristiana della Lega Santa sconfisse quella musulmana dell\'Impero Ottomano, il papa Pio V istituì la festa della “Madonna della Vittoria”. Il suo successore, Gregorio XIII, la trasformò in festa della “Madonna del Rosario”. Infatti i cristiani attribuirono il merito della vittoria alla protezione di Maria, che avevano invocato recitando il Rosario prima della battaglia. 6 Re di Polonia, alleato con l’imperatore Leopoldo d’Austria, che nel nome di Maria, il 12 settembre 1683, diede il via alla controffensiva che portò alla liberazione della capitale austriaca dall’assedio dei Turchi. 7 “L’uomo non compie forse un duro servizio sulla terra?” (Gb 7,1). 8 “Beato l’uomo che mi ascolta, vegliando ogni giorno alle mie porte, per custodire gli stipiti della mia soglia. Infatti, chi trova me trova la vita e ottiene il favore del Signore” (Pr 8,34-35). 9 “Per gli uomini è stabilito che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio” (Eb 9,27). 3 Maggio – Virgo fidelis – Il dolore e la fedeltà10. Chi ama è sempre fedele. La Vergine Santissima è l’esemplare sommo delle anime amanti. Ha amato Dio di amore perfetto e lo ha dimostrato facendo semplicemente e umilmente la sua volontà. Il fiat mihi secundum verbum tuum11 è il cantico più grande d’amore che sia mai risuonato nella vita di una creatura. Dio volle la Vergine umile, povera, la volle nel dolore tutta la vita e lei accettò sempre con gaudio. Contemplatela ai piedi della Croce, è come un tutto unico con Cristo crocefisso. Intorno la folla offende e bestemmia; i farisei e gli scribi sghignazzano; i discepoli hanno preso la fuga, ma Maria no: è là ai piedi della Croce che unisce le lacrime a quelle di Gesù, il sangue del suo Cuore a quello che gronda dalla Croce. Maria non apparsa nel trionfo, appare nell’obbrobrio. Maria non vista dalla turba festante, si fa additare a segno dalla turba imbestialita e feroce. Mirabile cosa è il vero amore che non abbandona mai, che non dubita mai, che non si incrina mai. Questa fedeltà della Vergine deve essere a noi motivo di profonda meditazione. La nostra fedeltà a Dio. Fedeltà nella gioia, fedeltà nel dolore. Fedeltà nelle prove, nei crucci, nelle noie. Fedeltà in ogni circostanza. Fedeltà motivata dall’amore e perciò eterna. Alcuni che si dicono cristiani non lo sono. Il loro non è cristianesimo, è egoismo più o meno sordido. Praticamente non credono né all’amore, né alla Provvidenza di Dio. Sognano o meglio farneticano che la loro vita debba essere solo piacere. Se ascoltano una Messa o recitano un Rosario, vogliono essere subito pagati con una grazia di ordine materiale. E si scandalizzano se le prove della vita vengono anche su di loro. Dubitano di Dio, della sua bontà e della sua Provvidenza. Non sanno che noi siamo le membra di un Capo coronato di spine. Ignorano che nel Cristianesimo il dolore è al centro di ogni mezzo di santificazione. Dio non ci vuole illudere, né vuol fare il gioco di un egoismo vigliacco. Né Iddio, né la sua Chiesa. Non si confinare12 il cristianesimo in un conto corrente per delle necessità, né si può condensare tutta la devozione in una novena a Santa Rita per degli interessi che vanno male, o per essere promossi a degli esami. Né ci si dimostra veri figli della Chiesa, se si appare cristiani solo se c’è interesse.

5 Maggio – Speculum justitiae – Maria Santissima modello di santità. Maria è lo specchio, è il riflesso della santità di Cristo Signore. Noi sappiamo che tanto più uno è santo, quanto più si avvicina al tipo perfetto

10 Riflessione, forse, svolta il 3 e il 4 maggio. 11 “avvenga per me secondo la tua parola” (Lc 1,38). 12 Può confinare. di santità che Dio ha dato all’umanità: Quos praescivit etc…13. Assomigliarsi a Gesù è far propri i sentimenti di Gesù. Hoc sentite in vobis quod et in Christo Iesu14. E chi ebbe sentimenti più uguali a Gesù della sua mamma? Chi gli assomigliò di più nella purezza, nella fede, nell’amore, nel raccoglimento? Maria Santissima è il tipo perfetto di santità. Vedetela nell’atto del «Fiat» e avrete l’immagine perfetta di Gesù quando nell’Orto dice il suo Fiat. Contemplatela quando va a trovare con squisito senso di carità la cugina Elisabetta e questo vi richiamerà perfettamente a Gesù buono e misericordioso con tutti e che passa facendo del bene. Vedetela quando fedelmente adempie le prescrizioni della legge mosaica e voi avrete l’immagine di Gesù il vero adoratore del Padre. Vedetela ai piedi della Croce e voi troverete in lei l’immagine di Gesù l’uomo dei dolori. Insomma tutta la vita della Vergine è una riproduzione della vita di Gesù. La Vergine aveva compreso, alla perfezione, come solo possiamo piacere a Dio se ci assomigliamo a Gesù in tutto. Non così l’intendono troppi cristiani. Si foggiano un tipo di santità alla loro maniera, e in questa si ritengono perfetti. Vi è ancora in mezzo a noi troppa deformazione di pietà; vi è purtroppo del fariseismo che impedisce il fiorire di una vita cristiana alta e pura. La loro santità non è quella di Cristo, perché ha molta esteriorità formale, perché non guarda puramente a Dio, perché non è basata sul sacrificio e sulla rinuncia. Vi sono delle persone attaccate a delle forme e basta. Non mancano mai alla Messa, alla Comunione, al Rosario e alle altre funzioni. Si farebbero scrupolo e la notte non dormirebbero, se ne tralasciassero una. Ma le loro pratiche di pietà non le conducono alla perfezione perché sono puramente un atto di culto esteriore che non ha profondi riflessi interiori. E perciò sono sempre cattive, maldicenti, impazienti, superbe, permalose, intoccabili, croci dolenti delle loro famiglie. Niente fanno per migliorarsi, non fanno delle loro pratiche di pietà una scala per salire. Le loro pratiche si dovrebbero chiamare pie manie, e basta. Le pratiche di pietà devono darci l’anelito al bene e ci devono spingere costantemente allo sforzo. Difetti ancora rimarranno in noi, ma formeranno il nostro cruccio e ci sforzeremo ognora di combatterli. Un altro difetto che colpisce troppe persone che vorrebbero essere buone è che pur sforzandosi di fare un po’ di bene non lo fanno puramente per Iddio. Nelle opere buone vogliono far brillare la loro personalità o vogliono mettere in primo piano il loro egoismo. Quante opere di bene che Dio non ha benedetto perché si è cercato più la propria gloria che quella di Dio. Lo

13 “Quos praescivit, et praedestinavit conformes fieri imaginis Filii eius, ut sit ipse primogenitus in multis fratribus; quos autem praedestinavit, hos et vocavit; et quos vocavit, hos et iustificavit; quos autem iustificavit, illos et glorificavit – Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto, li ha anche predestinati ad essere conformi all’immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; quelli che poi ha predestinato, li ha anche chiamati; quelli che ha chiamato, li ha anche giustificati; quelli che ha giustificato, li ha anche glorificati” (Rm 8,29-30). 14 “Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù” (Fil 2,5). ricordate il Vangelo: Quando tu preghi etc…15. Quando tu digiuni etc…16. Vedova nel Tempio17. Hanno già ricevuto la loro mercede. Che cosa importa fare la carità, se la si fa per ricevere un applauso? Altre esemplificazioni. È solo eterno quello che è fatto per Iddio. Altro difetto: quelli che nella loro vita spirituale e cristiana non vogliono sobbarcarsi ai sacrifici e alle rinunce. Sono quelli che il Bernanos18 chiamerebbe musi sporchi di marmellata. Vogliono amare Dio solo quando torna loro comodo, quando c’è gusto e piacere sensibile. Ho citato alcuni difetti. Ognuno di noi si esamini se la sua vita interiore è simile a quella di Gesù. Invochi dalla Vergine Santa questo aumento di generosità.

6 Maggio – Sedes Sapientiae – Necessità della verità e di Cristo. La Sapienza eterna di Dio è Gesù, il Verbo. Ricordate il Prologo del Vangelo: “In principio era il Verbo ecc...”19. Il Padre conosce ab eterno se stesso e questa conoscenza è la comunicazione ineffabile di se stesso, il Figlio. “E il Verbo si è fatto carne ed abitò tra noi”20. Il Verbo ha posto sede in Maria che perciò ben propriamente si chiama Sede della Sapienza. “Egli illumina ogni uomo che viene in questo mondo”21. Tutto quello che è bello, santo, grande viene dal Verbo. Ogni cosa che non viene da lui è tenebre e peccato (Vedi Pfleger 430). Necessario per la vita individuale; non si può essere galantuomini che seguendo Lui. Nelle vita di famiglia. Nella vita della società. La verità è solo nella luce di Dio, non può essere fuori. Chi è nelle tenebre talora si illude di possedere molto e non possiede che qualche piccolo frammento di verità, che cerca disperatamente di gonfiare per fare vedere che è tutta la verità. Noi dobbiamo amare la verità perché è Lui, essere orgogliosi della verità, essere riconoscenti alla verità e seguirla. Bisogna informare la vita a questa luce. Tre in particolare sono le concezioni della vita che più contrastano con l’insegnamento del Verbo: la vita piacere; la vita ricchezza; la vita superbia.

15 Cfr Mt 6,5–6. 16 Cfr Mt.6,16–18. 17 Cfr Mc 12,41–44. 18 Cfr GEORGES BERNANOS, Diario di un curato di campagna, Garzanti, 1987, pp. 21–24. 19 Cfr Gv 1,1. 20 Cfr Gv 1,14. 21 Cfr Gv 1,9. Come piacere: si concepisce la vita come un trastullo, come un ballo, come un divertimento qualunque. Sentite le mezze signorinette e i giovanotti da strapazzo. No; la vita è dovere e responsabilità. Come ricchezza: coloro che vendono la loro anima per un pugno di carta straccia. Vanitas, termine unico che definisce. Come superbia: coloro che cercano il fumo, che vanamente si gonfiano. Durante il canto delle litanie: se in qualcosa noi possiamo e dobbiamo migliorarci, se in qualche angolo della nostra giornata ci sono delle colorazioni che contrastano con la luce del Verbo incarnato.

7 Maggio – Causa nostrae laetitiae – La gioia cristiana. Parlavamo ieri del Prologo di San Giovanni. Il Verbo è raffigurato come la Luce e il mondo come tenebre. La luce porta gioia, le tenebre tristezza ed orrore. Maria Santissima è causa della nostra gioia perché ci ha dato il motivo di ogni gioia che è Cristo Signore. Senza Gesù infatti la nostra vita manca di scopo, manca di ideale, manca di una meta. Tristezza lieta, gioia triste. (Cfr Colombo II, 109). Far rilevare il passo di Ibsen. Superabundio gaudio22 etc... Un’anima vicina a Gesù. La pace della buona coscienza. Il peccato è il grande nemico della gioia. Un’anima in peccato non può essere lieta. Ha l’inferno nel cuore, ha l’inferno spalancato sotto i piedi.

8 Maggio – Vas spirituale – La lotta per il bene. Tabernacolo spirituale. Nella Vergine tutto è santo. Tabernacolo di Dio Altissimo. Madre del Verbo, in Lei tutto è degno di lode e di amore. Fin dal primo istante della sua vita Maria fu veramente un vaso di purità meravigliosa. Ma quando discese in Lei lo Spirito Santo elevandola alla dignità più augusta che possa avere una creatura, la ornò in un modo mirifico e ineffabile con un seguito di grazie che la resero eccelsa. Capolavoro meraviglioso dell’onnipotenza dell’amore e della bontà di Dio, Ella si elevò sopra tutti i Serafini e i Cherubini. Ne restiamo ammirati: ne dobbiamo ancora restare scossi. Dobbiamo sentire l’amore della nostra pochezza, della nostra miseria. San Paolo distingue un doppio tipo di uomo: quello spirituale e quello animale23. Il primo comprende e segue la verità di Dio. Il secondo ostacola e tira al basso. Necessità di uno spirito combattivo nel bene. Per questo dare giusta importanza a tutti i valori. Avere il senso del peccato.

22 “Pervaso di gioia in ogni nostra tribolazione” (2Cor 7,4). 23 Cfr 1Cor 3,1. Come nel mondo manca tutto questo. Soprattutto manca la consapevolezza del peccato e quindi il bisogno di una Redenzione. Nostra tattica di lotta. Aiuto della Vergine Santissima. (Vedi Grimal, I - 19224)

9 Maggio – Vas honorabile – Il lato positivo del Cristianesimo. Quello che vale e che è grande davanti a Dio è la virtù. Tutto il resto non vale. Maria Santissima è tanto grande; è tanto degna d’onore perché è stata sommamente virtuosa. Non è stata semplicemente esente dal peccato; si è arricchita e potenziata nella virtù. Piena di grazia: Ecco perché se noi siamo suoi veri discepoli non dobbiamo semplicemente accontentarci di non fare del male, dobbiamo compiere tutto il bene che è in nostro potere. Troppi cristiani si accontentano nella loro vita di non fare. Invece non si può ridurre il Cristianesimo a una proibizione. Cattivi maestri di spiritualità sono coloro che non sanno ripetere che «non fate». Il Cristianesimo è vita, bellezza di vita. Il Cristianesimo prende tutti i doni naturali che sono nell’uomo: li potenzia, li vivifica, li sublima. Nel naturale innesta il soprannaturale. Quanta è bella la nostra fede che di tutto si serve come di una pietra per la costruzione del tabernacolo, del vas che tocca il divino. Noi dobbiamo impegnarci ad acquistare le virtù. Noi dobbiamo avere la seria preoccupazione di esercitarle, la ferma volontà di riuscire. Il male che insidia è la tiepidezza. Lottare contro di essa.

10 Maggio – Vas insigne devotionis – La vera devozione. Un tabernacolo ripieno di devozione, un vaso colmo fino all’orlo. Ritorna il «plena» dell’Angelo. Devozione che è perfezione. La devozione non è ipocrisia, non è esaltazione della sensibilità, non è una utopia inattuabile. La devozione non sono le devozioni cioè determinate pratiche. La devozione-perfezione consiste formalmente nell’amore di Dio e del prossimo. Nel vivere di Dio e nell’indirizzare tutto a Lui.

11 Maggio – Rosa mystica – Le piccole virtù. Quasi plantatio rosae in Iericho25. Profumo di virtù, profumo di grazia, profumo d’amore. La Vergine Santissima ha vissuto profondamente in virtù: in odorem unguentorum tuorum26. Modello di virtù nei secoli. I santi si sono poi modellati su Lei.

24 Cfr JULES GRIMAL, Alla scuola di Gesù, vol. I, p. 192; volume presente nella biblioteca di don Pietro. 25 “Come le piante di rose in Gerico” (Sir 24,14). Profumo di grazie. In ogni paese una sorgente di grazie. I più celebri santuari. Le conversioni, ogni anima testimonia il suo profumo. In che cosa noi dobbiamo imitare la Vergine Santissima. Non conformarci a questo mondo: profumo di virtù, profumo dell’amore al prossimo. Soprattutto nell’esercizio della pazienza. Bellezza e utilità della pazienza. Straordinario buon esempio. Pace nella famiglia.

26 Nella NOVA VULGATA: “In fragrantiam unguentorum tuorum optimorum – Inebrianti sono i tuoi profumi per la fragranza” (Ct 1,3).

Esercizi Spirituali Suore Cappuccine

12-15 Maggio 1947

Introduzione. Nessuno vi ha chiamate a questi Esercizi. Gesù stesso il divino Maestro vi ha chiamate. Veni amica mea, sponsa mea veni in foraminibus petrae, in caverna maceriae27. Vi chiama vicino a sé. Gesù vuole illuminare la vostra intelligenza, riscaldare il vostro cuore. Io definisco gli esercizi un lungo colloquio d’amore. Liberi da ogni ufficio e da ogni occupazione, stare vicine a Gesù per ascoltarlo. Ripetere le parole di Samuele: Parla o Signore ecc…28, o quelle dell’Apostolo Paolo: Signore, che cosa vuoi che io faccia?29 Infatti più che affannarvi a parlare voi cercherete di fare molto silenzio molto silenzio, di ascoltarlo. Egli parla solo nel silenzio. Egli ha molto da dirvi. Vi confiderà i suoi segreti d’amore, vi scoprirà le sue bellezze meravigliose, vi farà comprendere che cosa Egli voglia vedere nel vostro cuore. Ascoltate nel silenzio di ogni vostra facoltà. La sua voce è lieve, richiede la pace. Seconda condizione è la generosità, illimitata. Quello che Gesù chiede, darlo senza reticenze, senza esitazioni. Anche se ci vuole condurre sul Calvario, non negare assolutamente niente. Come prima meditazione si è soliti fare il fine dell’uomo. È conoscere, amare, servire Dio, per tutti i cristiani. Per un’anima chiamata alla perfezione è conoscere, amare e servire Dio in un modo perfetto. È quella che si chiama la santità. Noi siamo i chiamati alla santità. È il fine della nostra vita: è il nostro scopo. Poveri noi se non tendiamo alla santità. Noi vi dobbiamo tendere con tutte le nostre forze. Lo richiede il nostro bene, lo richiede il bene delle anime. Il nostro bene è evidente: vivere ampiamente la vita divina. Il bene delle anime: la nostra vocazione di clausura è una vocazione di amore per Iddio e per le anime. Per salvarne di più voi vi siete rinchiuse. Da questo ritiro dipenderà molto la vostra santità. Volate come colombe: In foraminibus petrae, in caverna maceriae.

27 Nella NOVA VULGATA: “Surge, amica mea, speciosa mea, et veni, columba mea, in foraminibus petrae, in caverna abrupta – Alzati, amica mia, mia bella, e vieni, presto! O mia colomba, che stai nelle fenditure della roccia, nei nascondigli dei dirupi” (Ct 2,13-14). 28 Cfr 1Sam 3,9-10. 29 At 22,10.

Ritiro spirituale Reverende Suore Cappuccine 23 novembre 1947

Vocazione di tutti gli uomini in Cristo Gesù alla grazia e alla figliazione divina: ante mundi constitutionem30. Lo sguardo di Dio spaziando nell’avvenire ci ha visti, ci ha amati, ci ha chiamati. Vocazione di grazia per tutti, vocazione a una pienezza di grazia per noi chiamati a una perfezione. Noi i chiamati nella predilezione. Dio chiama noi povere e piccole creature. Dio ci vuole bene, vuole bene a noi così miseri e così poveri. Sussulta il nostro spirito nella gioia. Noi chiamati da Lui, da Lui Amore. Corrispondere col dono di noi. Donarci a Lui e vivere la donazione. Ci siamo già donati alla Chiesa sua sposa, donati a Lui. La professione religiosa è la donazione di tutta la vita. Esiste il pericolo però di formalizzarsi, di fossilizzarsi. Noi dobbiamo tremare, perché non sono molte le anime che conoscono la vera donazione e perseverano in essa. Il ritiro spirituale ci deve servire per questo esame severo su noi stessi. La donazione deve essere secondo la vocazione. Alcune anime danno poco, altre danno quello che vogliono e si lusingano di dare molto perché agiscono secondo il loro gusto. Non donano a Dio ma a se stesse. L’amore puro! la donazione pura. Quanti la conoscono questa donazione? Solo i santi.

Cominceremo il ritiro spirituale con le parole del canto di Giuditta: Hymnum cantemus Domino, hymnum novum cantemus Deo nostro31. E sono parole che sono tanto più appropriate quest’oggi perché celebriamo la festa di Santa Cecilia. Di lei l’ufficiatura ricorda che cantava nel suo cuore al Signore. Un canto, un inno la nostra vita. È facile che noi invecchiamo nella nostra vita spirituale. Siamo chiamati a esprimere la nostra vita con il termine «canto», un canto nuovo. Siamo chiamati a una novità «novitas vitae». È quello a cui ci invita l’Apostolo quando soggiunge: renovamini spiritu mentis vestrae32. Rinnovarci, rinfrescarci, sentire la verità e l’amore di Dio con rinnovato sentimento. Rispondere con slancio a Dio. Perché Iddio ci chiama. La vocazione di Dio.

30 “Prima della creazione del mondo” (Ef 1,4). 31 Cfr Gd 16,13: “Canterò al mio Dio un canto nuovo”. 32 “… a rinnovarvi nello spirito della vostra mente” (Ef 4,23). In due magnifici inni noi troviamo descritta nella Sacra Scrittura la prima chiamata di Dio: la ch i a ma ta a ll ’essere . Il primo: luxerunt ei cum iucunditate qui fecit illas33. L’altra nel cantico di Habacuc: dedit abyssus vocem suam, in altum levavit manus suas34. Tendono a Dio, le montagne tentano di innalzarsi per arrivare fino a Lui. Concetto espresso anche da San Paolo quando nella lettera ai Romani dice: omnis creatura congemiscit35. La natura che sente Dio: la vocazione all’essere. Poi una seconda vocazione, quella della vita. Un riflesso della vita che è ab aeterno. Una terza vocazione: alla vita intelligente e razionale. Coloro che la posseggono, soli conoscono l’universo e le sue meraviglie come sua opera e lo lodano. Questo nel piano della natura. Ma Dio non ci ha lasciato nel piano naturale. Vi è nel soprannaturale la vocazione alla grazia. Per noi ancora di più: la vocazione alla perfezione della grazia. Come corrispondiamo noi a questo amore di vocazione? Il dono di sé, ecco la risposta: donarsi, darsi. Donarci a Dio nel fare la sua volontà. La santità sta tutta qui: nel fare la sua volontà. Molti mettono la santità nelle gioie sensibili del pregare, nelle opere di carità ecc… Ma la devozione vera è quella di fare la volontà di Dio. Come si manifesta a noi? Internamente colle ispirazioni. Esternamente in svariate circostanze, ma soprattutto nella volontà dei superiori. Episodio di Santa Margherita: il Signore che chiede un permesso! La propria regola è la volontà di Dio codificata. Eseguirla alla perfezione. Non preferire niente. Il Signore ci vuole in un ufficio: pronti; vuole che si cessi: pronti. Tutto quello che vuole lui, solo quello che vuole Lui. Episodio del martire Emerito; così per noi, scritto nel cuore una sola parola: la volontà di Dio. Che cosa importa il soffrire, il tribolare, l’essere nell’aridità? Basta avere la gioia di fare la sua volontà. Vivere così di fede, di fede pura nell’amore puro. Preghiera a Santa Cecilia.

Disprezzo di se stessi: umiltà. Per aderire perfettamente alla volontà di Dio si richiede umiltà. Più avremo conoscenza della nostra miseria, più sentiremo la grandezza di Dio, più faremo centro della nostra vita la sua adorabile volontà. Noi dobbiamo avere una visione molto reale di noi stessi. Noi dobbiamo sentire la nostra miseria. Sentirci piccini piccini davanti a Dio.

33Nella NOVA VULGATA: “Luxerunt cum laetitia ei, qui fecit eas – e hanno brillato di gioia per colui che le ha create” (Bar 4,35). 34 “L’abisso fa sentire la sua voce e in alto alza le sue mani” (Ab 3,10). 35 “Tutta insieme la creazione geme” (Rm 8,22). Più siamo piccini, più Dio si prende cura di noi. Sentire con gioia il nostro niente e gustare del suo tutto.

Mese di Maggio 1949 In Santa Maria, agli studenti

2 Maggio. Introduzione: Particolare significato della devozione del mese nella chiesa dedicata a Santa Maria della Misericordia. Giungere a Dio attraverso la misericordia della Madre. Abbiamo bisogno della sua misericordia mediatrice. Il mese deve essere un rinnovamento spirituale. Bisogna guarire. Spirito di fede, particolare fervore. I fioretti.

3 Maggio. Invenzione36 della Santa Croce. Come in processione: davanti la Croce. Lo spirito di mortificazione e di penitenza. Necessità. La debolezza del carattere. In troppi cuori la Croce è seppellita, anche profondamente come era la Croce prima dell’invenzione con sopra un tempio pagano. Sì templi alle più brutte divinità, i peccati, i vizi, le abitudini di male. Abbattere i templi; e scavare.

4 Maggio. Nelle processioni dopo la Croce, i Santi: i maestri di amore verso Gesù e Maria. Non potremmo cominciare meglio: oggi è la festa del Patrocinio di San Giuseppe Vir iustus. Amore all’umiltà del dovere. Divenire le persone del dovere. Necessità di questa concezione. Conseguenze del non sentire il dovere. Si diventa grandi solo nell’eseguire l’umile dovere quotidiano. Non con le azioni clamorose.

5 Maggio. San Pio V. Due punti: il Papa riformatore dei costumi della chiesa. Rigidità e severità di vita. Il Papa difensore della Cristianità contro gli eretici e contro l’Islam. Battaglia di Lepanto 7 Ottobre 1571. Abbiamo bisogno di fortezza, interiore contro le nostre passioni, esteriore nella difesa del nostro cristianesimo: che si difende nel campo dogmatico e nel campo morale. Sottolineare quest’ultimo punto: anche chi non difende la morale cristiana è un traditore e lo si può diventare anche cedendo a un solo discorso cattivo.

36 Dal latino: trovare, scoprire, ritrovare. 6 Maggio. San Giovanni: ante portam Latinam. L’avveramento del potestis bibere calicem quem ego bibiturus sum?37 Martirio dell’Apostolo nella seconda persecuzione di Domiziano. Nozioni storiche: Tertulliano: Purior et vegetior38. San Giovanni è l’apostolo dell’amore. Non ha esitato di fronte al martirio. Tutta la sua predicazione si basa sull’amore. Deus caritas est39. Il Cristianesimo è amore. Questa sera meditazione sull’amore di Dio. Amiamo noi Iddio? Corrispondiamo al grande amore di Dio che per amore ha creato, per amore ha redento, per amore moltiplica tutti i suoi doni? Siamo circondati, immersi nell’amore. Amore affettivo e effettivo. Facciamo le nostre azioni per amore di Dio? Teniamo il peccato mortale nel cuore? Condizione orribile di chi vive in peccato.

7 Maggio. San Stanislao.

37 Nella NOVA VULGATA: “Potestis bibere calicem, quem ego bibo? – Potete bere il calice che io bevo?” (Mc 10,38). 38 San Girolamo afferma che, secondo Tertulliano, presso la Porta Latina l’apostolo Giovanni, essendo stato gettato in una giara di olio bollente, sia uscito più puro e più vigoroso di come fosse entrato. Non avendo nulla sofferto, venne poi confinato nell’isola di Patmos. 39 “Dio è amore” (1Gv 4,16).

Domenica XIV dopo Pentecoste

Provvidenza e Previdenza.

Dio è provvidente perché buono e giusto. Dio, che ha formato la sua creatura, la ama e la conserva in una continua creazione, dandole tutti i mezzi necessari a mantenersi e ad arrivare al proprio fine. Dio conduce le creature irrazionali, molto più l’uomo. Lasciarsi guidare dalla Provvidenza, abbandonarsi con fiducia a Lei, non perdersi d’animo nelle difficoltà. D’altra parte però non: 1) pretendere l’impossibile: cioè che sia tolto ogni disturbo o dolore. La terra non è Paradiso. 2) non sostituirsi alla Provvidenza con la nostra eccessiva preoccupazione. 3) non voler correggere l’opera stessa della Provvidenza con la nostra cattiva concezione della vita. In particolare: a) rispetto della legge di Prudenza nella famiglia. Fenomeno impressionante degli onanisti. Conseguenze. b) attacco eccessivo al denaro porta all’avarizia e alla truffa in commercio. c) non santificazione della festa, avarizia di tempo rispetto alle opere di Dio. Le creature irrazionali hanno leggi forti che le guidano al fine e Dio è infallibile nel provvedere. L’uomo deve con la sua libera volontà restare nel circolo delle leggi divine, solo così Dio non gli mancherà.

Pensieri alla Messa della scuola Istituto Magistrale, 1950-51

27 ottobre. Questa ora settimanale della Messa è ora di preghiera, ora di consacrazione, perché le altre ore di scuola siano preghiera e consacrazione. È preghiera: le anime a Dio. È consacrazione nell’unione a Gesù che si offre al Padre per noi nella Messa. Imparerete la legge del dovere e di una severa preparazione al dovere. Sarà un’ora in cui riacquisterete energia e eliminerete la stanchezza: un’ora di ricupero dalla stanchezza dello studio – come facile e come deleteria – e dalla stanchezza nel bene. Siete giovani e avete sempre bisogno di qualcosa di nuovo e di brillante. Facilmente siete portate a considerare pesante e uggiosa la vita buona, la vita di pietà. Necessità quindi di sentire viva e fresca la fede, spesso. Ecco la vostra Messa per voi, la parola per voi. Per uscire dalla mediocrità e tendere alla vetta. Sarà ancora l’ora della fraternità: pregando insieme sentirete direi sensibilmente il dogma del Corpo Mistico. Tanto più se un bel gruppo farà la Santa Comunione.

22-2-1952: Un indirizzo alla propria pietà (Riassunto da Vita Cristiana di Mons. Olgiati)

L’occhio di Dio su di noi (Caino)40. In amore. Bisogna che lo sentiamo. Bisogna che noi facciamo in modo di sentirlo. Un modo di vivere la nostra vita cristiana quando non solo abbiamo Dio che ci vede e ci ama ma Dio che si è svelato a noi (Santissima Trinità), Dio che si è fatto nostro (Incarnazione e Eucarestia) e che ci ha comunicata la sua stessa vita. Ogni anima sente nel suo modo il suo Dio, nel suo modo ne accoglie e comprende la rivelazione, nel suo modo lo possiede e lo vive. Ogni anima è un mondo e ogni anima sa trovare nel Vangelo la sua parola. “Ogni cristiano cerca nel Cristo il suo proprio Salvatore ed è meraviglioso che essendo venuto per ciascuno di noi, noi scopriamo fra tutte le sue parole quelle che Egli ci rivolge in particolare”. In una sinfonia sono molti i motivi e gli accordi, ma uno è il dominante, sviluppato e ripetuto ed è il principale coefficiente della bellezza e della forza di quel passo di musica. Così è necessario che nel complesso della verità di rivelazione che è nel vostro animo ci sia un motivo che domina, che dà il tono, che sia la forza. Tra le verità una soprattutto amata, sviluppata, seguita, fatta centro di vita. Nella vostra pietà un indirizzo, un motivo, un leit-motiv.

40 Cfr Gen 4.

Ritiro Spirituale Cenacolo Domenicano

19 Giugno 1953

I. Sacro Cuore di Gesù. Modello, centro, forza, luce. Da Lui impariamo l’amore. La nostra vita deve essere amore. Fornax ardens caritatis41. Bisogna vivere di un grande amore altrimenti si vive mediocri languidi, una vita senza senso. Vita cristiana, vita religiosa. Solo l’amore fa superare tutto. Per vivere d’amore di Dio, bisogna: 1) Avere entusiasmo e tendere a grande santità. Come? Le cattedrali di mattoni, mattoni sfidano i secoli, che cosa erano? un po’ d’argilla, brutta viscida, cedevole. Si è lasciata modellare, bruciare. Tanti mattoni, tante azioni. Vedere in tutte le cose la volontà di Dio, nessuna cosa vederla se non così. Un incendio colossale è formato da tanti piccoli incendi, piccoli pezzi di legno. 2) Avere idee, abbiamo spesso idee troppo piccole e embrionali. Gonfiare le idee. Senza un po’ d’aria anche una magnifica macchina non può camminare. 3) Avere fiducia. Dono di ricupero. Gesù non tiene il broncio. Sapere che non ci abbandona mai, che è sempre con noi. Cor Jesu Tabernaculum Altissimi42. L’arca per gli Ebrei era la salvezza. Giordano43. Gerico44. L’arca del Nuovo Testamento. Gesù prodigi meravigliosi. Aquae multae non potuerunt extinguere caritatem, nec flumina obruent illam45. Le mura del male cederanno. Se troveremo ogni giorno questa ala dell’amore niente potrà più fermarci. Le vette saranno nostre. Sarà evitato il pericolo più spaventoso della «mediocrità».

41 Litanie del Sacro Cuore di Gesù. 42 Litanie del Sacro Cuore di Gesù. 43 Cfr Gs 3. 44 Cfr Gs 6,1-21. 45 “Le grandi acque non possono spegnere l’amore, né i fiumi travolgerlo” (Ct 8,7).

XI post Pentecosten – Il sordomuto46

Poté parlare. Le sue prime parole furono di riconoscenza e di lode a Dio. Il popolo accolse le sue parole e fu mosso pur lui alla lode e alla glorificazione del Signore. Quanti cristiani che sono sordi e sono muti, e vogliono restare tali. Inutilmente si moltiplicano i miracoli della grazia di Dio nella sua Chiesa. Vogliono ostinatamente non udire, vogliono tacere e la loro vita invece di essere lode a Dio è occasione perché il nome del Signore sia bestemmiato. Sono i cristiani fiacchi, timidi, con mezze convinzioni, che non fanno, che non agiscono, che non difendono. Non è solo una cosa strana, è molto triste, è disonorevole, è vigliacca. I più sicuri, i più audaci, i più intraprendenti sono i cattivi; i buoni stanno a guardare, fanno finta di non udire, tacciono, si vergognano, non agiscono. Ombre di ombre, eroi linfatici, vasi di noia (Mounier). Non è facile individuarne le cause. Forse un paradiso terreno atteso con ansia, un senso profondo di ribellione di una vita giogo pesante per molti nella tirannia della ricchezza di pochi, hanno acuito tanto la tensione da renderla una forza che travolge. Eppure nessuno dovrebbe essere più orgoglioso della sua dottrina, più dinamico nella sua azione, più sensibile a tutti i bisogni dell’umanità del cristiano. Il Vangelo si presenta come un codice completo di tutte le audacie. I violenti rapiscono il Regno di Dio47. Il cristiano ha una dottrina, non umana, non costruzione di filosofi o opinione di scuole, ha la parola stessa di Dio. Il cristiano ha una morale universale, immutabile, magnifica. Non cambia per opinione di partito, o di tempi o di statisti. La sua morale, il suo preciso modo di agire si adegua alla Volontà di Dio. Il cristiano ha una tradizione e una storia gloriosa, come nessuna altra organizzazione. Non abbiamo niente da vergognarci. La storia della Chiesa è la pagina più gloriosa che ha potuto scrivere l’umanità in collaborazione con lo Spirito Santo. E allora perché noi, gli eredi dei martiri, i futuri cittadini del cielo, i sorretti dalla grazia e dalla Chiesa di Dio dobbiamo avere paura? Perché non cerchiamo d’essere sempre forti nella nostra fede, pronti nell’offesa e nella difesa? Perché non rintuzziamo i cattivi, perché lasciamo che le istituzioni buone muoiano o vivano una vita anemica? Perché non alziamo un dito perché l’integrità e la bellezza dei nostri costumi cristiani sia salvaguardata? Vi è una stampa oscena, vi sono divertimenti che abbruttiscono, vi è l’oltraggio più spudorato nel vestire. Che cosa fanno i

46 Cfr Mc 7,31-37. 47 Cfr Mt 11,12. cattolici? Come difendono il pudore dei loro bimbi e delle loro ragazze? Molti non si muovono, al più brontolano, e poi più o meno si adeguano. Ma non ci può essere una riduzione nei comandamenti di Dio, né la verità può venire a patto con l’errore. Ci vuole più fede, più coscienza e coerenza di fede. Non c’è un rivoluzionario più deciso e più in avanguardia di un vero cristiano. Perché non c’è niente più comprensivo e più audace dell’ amore. E il vero cristiano è uno che ogni giorno attinge all’infinito amore di Cristo. Noi dobbiamo combattere, noi dobbiamo difendere, noi dobbiamo vincere ma con l’amore. L’amore è più forte dell’odio. I cattivi sono uniti tra di loro da un odio che li accomuna. La nostra legge e la nostra arma è l’amore per tutti anche per i più grandi nemici. Ma un amore forte e grande che vinca il nostro egoismo e ci renda veri soldati di Gesù Cristo. (cfr Bevilacqua – Mondo moderno 69 )

Ritiro Spirituale – Al Cenacolo Domenica 11 ottobre 1957

1) Verità, necessità per la virtù. 2) Meditazione e letture spirituali. 3) Dio ci ama. La Redenzione. Imitazione di Gesù. 4) La Santa Messa.

18 Ottobre 1957

Scuole Magistrali

I. Pensiero. Il lavoro e la volontà di Dio. Accettare coraggiosamente la vita pensando di fare la volontà di Dio. Noi siamo per fare il suo volere. Quanto sarebbe desolante se dovessimo riflettere: io non ho fatto ciò che Dio voleva da me. Ho pensato invece a ciò che io volevo da Dio.

Ritiro Spirituale al Cenacolo Domenica 20 Novembre 1958

1 Meditazione. Le leggi della vita spirituale. Ogni vita ha le sue leggi. Due leggi della sopranaturalità. La prima è la collaborazione; collaborare con la grazia assentendo alla volontà di Dio, ascoltando le ispirazioni, con dei Sacramenti particolarmente della Comunione. La seconda è dell’ Amore. Fede per amare, tutto in amore, retta intenzione, ripetizione di atti di amore.

2 Meditazione. Le leggi della vita religiosa. La lampada arde, illumina, tace. Arde: carità; illumina: povertà; tace: obbedienza. Vivere i voti. Vita spirituale nel suo tono speciale. Particolare missione nella Chiesa. L’armonia, la bellezza, la solidità, la funzionalità di un edificio si ha quando ogni cosa è al suo posto dai fondamenti in su. Così nella Chiesa. Particolare posizione delle religiose. Sentire, vivere, agire.

Catechismi – Anno 1969-1970 «Sulla Carità»

12 Ottobre. Importanza dell’argomento e piano di lavoro. 19 Ottobre. La carità «virtù teologale». 26 Ottobre. L’organismo soprannaturale.

2 Novembre. La grazia santificante e la carità.

9 Novembre. Gli uomini devono amare perché Dio ama. Amati, amiamoci (1Gv 4,7). Non si ama veramente se non partecipando48 che Dio ha per noi, a quell’amore che ci pone in relazione con il nostro fine soprannaturale. Non ridurre l’amore a un senso unico. Dio ci rende capaci di reciprocità.

16 Novembre. La carità a Dio coinvolge anche il nostro prossimo. Dio ci ama assieme, noi dobbiamo riamarlo assieme. Il precetto di Gesù. Come è nuovo. Come lui ci ha amato. La carità soprannaturale.

28 Novembre. Lettura e commento del decreto di Paolo VI che istituisce il nuovo rito della Messa49.

30 Novembre. Lettura e commento del 1° articolo delle Norme della Nuova Messa.

48 all’amore. 49 Cfr PAOLO VI, Novus Ordo Missae, (aprile 1969).

QUADERNO 18 (1947-1969) – SOMMARIO50 Mese di Maggio – In San Giuseppe (1947) 2

Virgo Potens – Potenza della Madonna e suo aiuto nelle tentazioni Virgo clemens – Protezione della Vergine in vita e soprattutto in morte Virgo fidelis – Il dolore e la fedeltà Speculum justitiae – Maria Santissima modello di santità Sedes Sapientiae – Necessità della verità e di Cristo Causa nostrae laetitiae – La gioia cristiana Vas spirituale – La lotta per il bene Vas honorabile – Il lato positivo del Cristianesimo Vas insigne devotionis – La vera devozione Rosa mystica – Le piccole virtù Esercizi spirituali Suore Cappuccine (12-15 Maggio 1947) 9 Ritiro spirituale Reverende Suore Cappuccine (23 novembre 1947) 10 Mese di Maggio – In Santa Maria, agli studenti (1949) 13 Domenica XIV dopo Pentecoste 15 Pensieri alla Messa della scuola – Istituto Magistrale (1950-51) 16 Un indirizzo alla propria pietà (22 febbraio 1952) 17 Ritiro Spirituale Cenacolo Domenicano (19 Giugno 1953) 18 XI post Pentecosten – Il sordomuto 20 Ritiro Spirituale – Al Cenacolo (11 ottobre 1957) 22 Scuole Magistrali – Pensiero (18 Ottobre 1957) 23 50 Inserito in fase di redazione. Ritiro Spirituale al Cenacolo (20 Novembre 1958) 24 Catechismi – «Sulla Carità» (Anno 1969-1970) 25

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  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
    tra la vita delle persone, condividendo tutto. 
    In fondo, forse, è il segreto più prezioso che ci ha svelato.”
    Umberto Roversi

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