Quaderno 21 - 1964-1971

QUADERNO 21

Esercizi Spirituali alle Suore Missionarie del Verbo Incarnato Fiesole, 25 settembre-2 ottobre 1964

Introduzione. L’incontro. Disponibilità nell’incontro. Per essere disponibili: fede, umiltà, generosità, preghiera, silenzio. Dinamismo, amore alla verità. “Quaerite Deum ecc…”1 fare una rivoluzione.

26 settembre

1 Meditazione. La Fede. Che cosa è la Fede. Come ci sia necessaria. Bisogno di profonde convinzioni. Vita di Fede : senso di tutto il nostro operare.

2 Meditazione. Vita di Fede. Radicati et fundati2. San Paolo ai Colossesi (2,7) Radicati ed edificati in lui e corroborati nella fede. La Fede è il principio della santificazione, è la prima disposizione soprannaturale senza cui non si può né sperare, né amare. È il fondamento come per un edificio. La Fede ci unisce a Dio e ce ne fa partecipare il pensiero e la vita. È la conoscenza con cui Dio conosce se stesso. La luce di Dio diventa luce nostra, la Sua sapienza la nostra. 1. Bisogna muovere dalla Fede. Una Fede vigorosa deve precedere logicamente l’esercizio delle virtù. 2. Come crescere nella Fede. (Meditazione, esercizio, ecc…). 3. Il nostro esame sulla Fede.

3 Meditazione. La Santità. a) La nostra chiamata. b) Che cosa vuol dire essere santi. c) Se abbiamo teso alla santità.

4 Meditazione. I mezzi alla Santità. a) I Mezzi di Dio. b) La nostra collaborazione. c) Attenzione e docilità.

1 “Voi che cercate Dio, fatevi coraggio” (Sal 69 [68], 33). 2 “… radicati e costruiti su di lui” (Col 2,7). 2 Giorno – 27 Settembre

1 Meditazione. Dio ci ama: a) amore nella Creazione; b) amore nella Redenzione; c) amore nella Vocazione. Vivere il privilegio di tanto amore.

2 Meditazione. Gli ostacoli alla vita di amore. a) La paura. b) L’egoismo. c) La pigrizia. d) Il disordine.

3 Meditazione. Il peccato. All’opposto del regno dell’amore e della luce sta il mondo pauroso della negazione e dell’oltraggio. Proprio perché amiamo, proprio perché vogliamo amare sempre di più e diffondere nelle anime l’amore dobbiamo meditare sul peccato. Abbiamo bisogno di affacciarci sull’abisso per apprezzare la sicurezza che dona l’amore. Meditiamo come il peccato: a) vada contro i supremi diritti di Dio (sapienza, autorità, bellezza, amore); b) contro il Suo amore; c) contro le leggi dell’amicizia. Per i nostri peccati passati: la penitenza. Per i nostri peccati presenti: timore. Per l’eventualità di peccati futuri: prevenzione. Studiare i nostri lati deboli. Quis nos separabit a caritate Christi?3

4 Meditazione. L’Inferno. a) La sua esistenza. b) I suoi tormenti: tenebre (assenza di Dio), fuoco, verme (rimorso). c) Necessità di meditarlo: per noi e per gli altri (salvarli). Adoriamo Iddio, giusto nelle ricompense, giusto nei castighi. I suoi attributi risplendono nei tormenti, come nelle gioie dei santi. Negli uni e negli altri è ugualmente degno delle nostre adorazioni, lodi e amore. Timens terreo: securos vos facerem, si securus fierem; ego ignem aeternum timeo4 (Sant’Agostino).

3 Giorno – 28 Settembre

3 “Chi ci separerà dall’amore di Cristo?” (Rm 8,35). 4 “Ho paura e quindi debbo incutervi paura. Se qualcosa mi rassicurasse, vi rassicurerei; ma io temo il fuoco eterno” (SANT’AGOSTINO, Esposizioni sui Salmi, 80.20). 1 Meditazione. La tiepidezza. Se siamo nel fervore o nella mediocrità. 1) La necessità del fervore a) Il nostro è un servizio a Dio. Dio è infinitamente amabile; si può deliberatamente amarlo poco? Dio è il più grande di tutti i padroni; si può servirlo con poca cura? Dio ci dona tantissime grazie in ogni giorno, si può buttarle via indifferentemente? b) Gesù ha insistito per la nostra generosità; ci ha paragonati ai servi (in amore), ci ha esortati a essere continuamente vigilanti (et vos similes hominibus ecc...5), ci ha raccomandato la diligente amministrazione. 2) I segni della tiepidezza: a) Vita languida di pietà, senza sforzi, sempre allo stesso livello. b) Il peccato veniale: certi peccati veniali ammessi come normalità. c) Confessioni che non portano rinnovamento. d) Regole abitualmente non curate (perciò cattivo esempio, male contagioso nelle comunità). e) Poco spirito di sacrificio 3) Rimedi: a) Volontà di dare tutto al Signore è nella linea della nostra vocazione. Abbiamo offerto tutto: non ritiriamo frammento su frammento. Esemplificare sui tre voti. b) Lotta decisa a ogni peccato veniale. c) Un preciso e chiaro programma spirituale. d) Uso sapiente della Confessione. e) Tra due cose scegliere sempre la più perfetta. Viam mandatorum tuorum cucurri6. Spiritu ferventes, Domino servientes7.

2 Meditazione. Il progresso spirituale. 1) Necessità: Ego elegi vos et posui vos, ut eatis et fructum afferatis8. Negotiamini dum venio9. Estote perfecti sicut et Pater vester10. Crescite in gratia11 (2Pt 3,18). In omni opere bono fructificantes12 (Col 1,10). Crescamus in illum per omnia, qui est caput Christus13 (Ef 4,15). Donec occurramus… in virum perfectum in mensura aetatis plenitudinis Christi14 (id.).

5 “Siate simili a quelli che aspettano il loro padrone” (Lc 12,36). 6 Nella NOVA VULGATA: “Viam mandatorum tuorum curram – Corro sulla via dei tuoi comandi” (Sal 119 [118], 32). 7 “Siate invece ferventi nello spirito; servite il Signore” (Rm 12,11). 8 “Io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto” (Gv 15,16). 9 “Fatele fruttare fino al mio ritorno” (Lc 16,13). 10 Nella NOVA VULGATA: “Estote ergo vos perfecti, sicut Pater vester caelestis perfectus est – Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste” (Lc 5,48). 11 “… crescete invece nella grazia” (2Pt 3,18). 12 “… portando frutto in ogni opera buona” (Col 1,10). 13 “Cerchiamo di crescere in ogni cosa tendendo a lui, che è il capo, Cristo” (Ef 4,15). 2) Modo: la grazia cresce: ex opere operato, coi sacramenti; ex opere operantis, azioni soprannaturali meritorie e l’efficacia impetratoria della preghiera. 3) Esame di coscienza sulla nostra crescita.

3 Meditazione: La Confessione. Il suo fine non è unicamente quello di assolvere dai peccati commessi o di disporci all’Eucarestia. Ha per se stessa un grande valore sostanziale ed una straordinaria efficacia per lo sviluppo della vita cristiana. 1) Grande stima del Sacramento: è il sacramento dell’amore che perdona, della Misericordia. Avere una grande Fede; molta umiltà; totale fiducia. Considerarlo il Sacramento del ricupero e della gioia. 2) Avere le disposizioni adatte. Come tutti i Sacramenti ha una capacità infinita di santificare perché è strumento che applica i meriti di Gesù (ex opere operato) ma la misura dell’effetto è proporzionata alle disposizioni di chi lo riceve. Come il sole che riscalda più il metallo del fango perché il metallo è migliore conduttore di calore. (da Marin) a) Esame di coscienza: non perdersi in minuziosi dettagli. Più che il numero dei veniali, controllarne la causa. b) Contrizione: è facile l’invalidità dell’assoluzione. Non accusarsi delle mancanze di cui non si è capaci di evitare la ripetizione. Orientare il dolore su qualche peccato grave passato o su una mancanza attuale di cui veramente ci si duole. Ricordarsi: l’intensità del pentimento è in proporzione diretta della grazia che l’anima riceverà. Con una contrizione molto intensa si può ottenere la remissione totale delle colpe e delle pene, e un aumento considerevole di grazia capace di far avanzare l’anima di molti passi. Eccitarsi al massimo dolore possibile per ricuperare il medesimo grado di grazia o anche maggiore di quello che si aveva prima del peccato. c) Proposito: non accontentarsi di un proposito generale, troppo vago per essere efficace, risoluzioni concrete sui mezzi necessari per evitare quella mancanza. d) Accusa: umile, integra, dolorosa.

14 “… finché arriviamo tutti […] all’uomo perfetto, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo” (Ef 4,13). 4 Meditazione. La Virtù della Penitenza. 1) Necessità: Poenitentiam agite, appropuinquavit enim regnum coelorum15. Si poenitentiam non egeritis, omnes similiter peribitis16. Poenitentiam agite et baptizetur unusquisque vestrum17 (At 2,38). È un dovere di giustizia. Un dovere della nostra incorporazione a Cristo, un dovere di carità verso di noi e il prossimo. 2) Come si deve esprimere: a) atteggiamento abituale dell’anima che si mantiene nella tristezza di avere offeso Dio e nel desiderio della riparazione. Peccatum meum contra me est semper18; b) confusione davanti a Dio, a noi stessi e al prossimo. Operuit confusio faciem meam”19. Non potersi soffrire e sopportare; c) timore del peccato. 3) Le opere di penitenza: a) accettazione rassegnata e poi gioiosa delle croci; b) adempimento dei doveri; c) speciali forme di personale impegno. 4) Tale spirito di compunzione sia privo di amarezza, non una parata funebre. Ma sia la chiave della conoscenza di Dio e le nostre colpe passate siano strade a Cristo. Ciascuna è stata un sentiero misterioso battuto dalla misericordia divina per venire fino a noi. Piangere, in due, sopra una disgrazia comune. La compunzione allora non avvilisce, ma intenerisce e fortifica, l’amore si rafforza. L’amore che si sente perdonato diventa forte come la morte, e i nostri peccati diventano un nuovo legame che ci stringe più fortemente a Dio.

4 Giorno – 29 settembre 1 Meditazione. L’imitazione di Gesù. a) Gesù ci ha salvato: distruggendo il peccato e donandoci la grazia. Gratia Christi: i suoi effetti in noi; con le sue parole: lasciarci illuminare; con i suoi esempi: seguirlo. b) Realizzare la devozione a Gesù Verbo Incarnato, causa meritoria e esemplare della nostra santificazione. Si realizza mediante una unione intima, affettuosa, abituale.

15 “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!” (Mt 3,2). 16 “… se non vi convertirete, perirete tutti allo stesso modo” (Lc 13,5). 17 “Convertitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare” (At 2,38). 18 “… il mio peccato mi sta sempre dinanzi” (Sal 51 [50], 5). 19 “… la vergogna mi copre la faccia” (Sal 69 [68], 8). Con lui pregare, adorare, chiedere. c) Fare tutte le azioni in unione con Lui. Risolvere tutto così. Come farebbe Gesù al mio posto.

2 Meditazione. La grazia attuale. Gesù è con noi. Gesù è tutto. Lettura del lecytus olei20; III Re 17,1621. Commento. Gesù ci assicura tutto il suo aiuto. Non ci abbandona mai. Benedixit nos in omni benedictione spirituali in coelestibus in Christo Iesu22 (Ef 1,3). Non pretendere però le riserve. Le casseforti piene. Questo senso di sicurezza. Ogni giorno ciò che ci abbisogna. Vorremmo sentirci forti e ricchi, no. Spirito di fede. Tibi sine te placere non possumus23. Egli solo può condurci là dove il suo amore ci attende. Gloriarci e godere di essere solo dei riscattati. Esame sulla passata confidenza e serenità.

3 Meditazione. La nostra consacrazione e i Misteri di Gesù. 1) Certe particolari azioni di Gesù hanno una maggiore importanza e dobbiamo unirvi in modo speciale la nostra anima perché contengono più copiose grazie: sono i suoi misteri. I sei grandi misteri: a) L’Incarnazione: la grazia della rinuncia a noi stessi e della unione con Dio. Gesù ci offrì con Lui per consacrarci al Padre. b) La Crocefissione: la grazia di crocefiggere la carne e la sua cupidigia. c) La Morte: grazia di morire al peccato e alle sue cause. d) La Sepoltura. e) La Risurrezione. f) La Ascensione. (Tanquerey) 2) Ci fermiamo ora a meditare sulla Incarnazione come a modello e forza della nostra consacrazione. Lo Stato religioso. Sua natura, suoi obblighi. Il grande offertorio di Gesù: Tunc dixi: ecce, venio24, il nostro. Come ha vissuto la sua consacrazione Gesù, e come noi.

4 Meditazione. L’Umiltà. 1) Che cosa è e che cosa non è. 2) Esempio di Gesù, la sua scelta. Umiltà di nascondimento (vita di infanzia e a Nazaret).

20 “Orcio dell’olio”. Cfr Elia e il miracolo della farina e dell’olio. 21 Ora: 1Re 17,16. 22 “… ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo” (Ef 1,3). 23 “… senza di te non possiamo piacere a te” (Cfr Colletta del Sabato della IV settimana di Quaresima). 24 “Allora ho detto: Ecco, io vengo” (Eb 10,7). Umiltà di oblio di sé, vita pubblica. Umiltà di abiezione; Passione. Umiltà che si prolunga nei secoli: la Santa Eucarestia. 3) Il nostro Maestro ha fatto così. Il nostro Maestro ci invita a seguirlo. Umiltà è il fondamento di tutto. Dio non dà le grazie che agli umili perché sono nella strada della verità. Danni che produce l’orgoglio. Pace e gioia dell’anima umile.

5 giorno – 30 settembre 1 Meditazione. La povertà. 1) Lascio l’aspetto diremmo giuridico del voto di povertà. Intendo la virtù nella più larga accezione del termine. Gesù è stato povero, e per amore. Non aveva paura lui di restare attaccato alle cose o di esserne influenzato. Lo ha fatto per noi, perché ci ha amato: perché capissimo la Beatitudine della povertà e distaccati da tutto potessimo andare al Padre e vivere serenamente in questo mondo senza preoccuparci delle cose materiali. Le tappe ascensionali della sua povertà-amore: ◦ a Betlemme grande povertà ma ha chi si occupa di Lui; ◦ a Nazaret in una grande povertà di lavoro e di isolamento; ◦ nella vita pubblica non ha neppure un tetto e deve vivere di elemosina; ◦ sulla Croce è spoglio di tutto. Più è spoglio, più so che mi ama. 2) Ricambio di amore da parte nostra che porta alla spogliazione. Più amiamo Gesù più buttiamo via tutto. Perché le cose sono un impaccio e perché veniamo ad assomigliarci di più a Lui. 3) Amare i poveri, i prediletti.

2 Meditazione. La castità. Una questione di amore. In che consiste. I suoi sviluppi. Le sue difese. Le sue glorie.

3 Meditazione. L’Obbedienza. Inserirsi convenientemente nella comunità. Senso di sacralità. Rapporto con i superiori e concetto vero di autonomia. Qualità della vera obbedienza. La vita in comune. La carità. La bontà. La comprensione. La pazienza. Tenere per noi le nostre croci.

4 Meditazione. La Santa Croce. Essenzialità. Esempio di Gesù, della Madonna, di tutti i santi. Convincersi che è il mezzo più adatto. Entusiasmo. Amore. Mezzi per arrivare: dominio di sé, accettare le croci, cercarle, viverle con Gesù nella Messa, vita di vittima, voto di vittima. Oportet gloriari25.

6 giorno – 1 Ottobre 1 Meditazione. La preghiera. Che cosa è. I suoi necessari progressi.

2 Meditazione. La Meditazione. La verità: fondamento della virtù. Modi della meditazione.

3 Meditazione. La Santa Messa. Che cosa è. Modo di ascoltarla. Centro di tutto.

4 Meditazione. La Santa Comunione. Grande importanza. Riparazione. Ringraziamento.

(da Marin)

7 Giorno – 2 Ottobre

1 Meditazione. La Madonna. La vera devozione a lei. In che cosa consiste. Conseguenze pratiche.

Ricordi: Cum ipso, per ipsum et in ipso est tibi Deo Patri Omnipotenti… omnis honor et gloria26. Vita di Fede; vita di amore nel sacrificio, nella gioia perenne.

25 “Nos autem gloriari oportet in Cruce Domini nostri Iesu Christi – Di null’altro mai ci glorieremo se non della croce di Gesù Cristo Nostro Signore”. (MESSA IN COENA DOMINI, Introito; cfr Gal 6,4). 26 “Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a te Dio Padre Onnipotente… ogni onore e gloria” (Cfr Dossologia della Preghiera Eucaristica).

Esercizi Spirituali ai seminaristi piccoli del Seminario di Reggio Emilia 2-6 Ottobre 1964

2 Ottobre. Introduzione. Farli bene. Sapere cosa sono; il metodo, elementi del metodo: riflessione, silenzio, preghiera.

3 Ottobre. 1 Meditazione. Necessità di farsi delle convinzioni. Propria grandezza, propria personalità.

2 Meditazione. Dio è mio creatore. Senso della creaturalità. Dipendenza da Dio. Tutto quello che ho l’ho ricevuto da Lui. Devo adoperarlo bene. Ne dovrò dare conto. Solo così salverò la mia anima. Preghiera per la salvezza dell’anima. A che punto sono? Sono stato fatto per il servizio di Dio.

3 Meditazione. Uso delle creature. Usarle per arrivare fino a Lui; ce le ha date apposta. E il piacere come un aiuto e un lubrificante. Faccio le mie azioni per istinto, per ragione o per fede? Percentuale delle azioni. Quanto capriccio? Valutare quanto siamo cresciuti.

4 Meditazione. Il peccato mortale. Motivi per detestarlo. Piangere sui nostri peccati.

4 Ottobre. 1 Meditazione. Il peccato veniale e la tiepidezza. La formazione del carattere.

2 Meditazione. La confessione. Sacrilega. Nulla. Mediocre. Ottima.

3 Meditazione. Imitazione di Gesù. Necessità. Modo.

4 Meditazione. La formulazione del programma. Vita di pietà. Una verità che sostiene. Una virtù. La vocazione (segni, come coltivarla e viverla).

5 Ottobre. 1 Meditazione. La purezza.

2 Meditazione. La preghiera.

3 Meditazione. La Santa Messa. Passione e Morte di Gesù. 4 Meditazione. L’obbedienza e la bontà.

Ritiro spirituale al Seminaristi Marola, 21-22 Luglio 1965

Introduzione. Dio parla in noi: ascoltarlo. 1) Credo che lo Spirito Santo sia nel mio cuore.

La solitudine dell’uomo

“Dio vedendo che non è un bene per l’uomo essere solo, gli dà una compagna e dei prossimi, ma anche se stesso. Il capo 3 della Genesi ci presenta Dio che va incontro all’uomo nel giardino alla brezza del giorno; i Vangeli ci parlano del Dio che viene all’uomo in Gesù. La storia secondo la Sacra Scrittura è caratterizzata dalla perversità umana, dall’idolatria, dall’orgoglio di razza, dagli schemi religiosi di creazione autonoma e dalla opposizione al Dio che viene. Il rimedio a tali pervertimenti è sempre e soltanto Dio stesso che stringe un dialogo diretto e vivo con i suoi servi, li attrae a sé e li unisce tra loro. La chiave dei Vangeli sta nello scoprire che avvicinandosi a Cristo gli uomini entrano nel regno di Dio. Cristo è il re di tale regno (Mt 25), la vita eterna sta nel conoscerlo (Gv 17,3)”.

(da Concilium, 1967, p. 24)

I Sacramenti

1. Come l’Umanità di Cristo, strumento congiunto della Divinità, è per noi fonte di grazia, così i sacramenti strumenti dell’Umanità di Cristo sono i canali che dalla fonte portano la grazia a noi. San Tommaso vede nei sacramenti anzitutto i mezzi istituiti da Cristo per incorporare l’uomo a se stesso, precisamente alla sua Umanità paziente. Essi stabiliscono un collegamento tra il soggetto e Cristo, e loro primo effetto è di rendere l’uomo partecipe della Passione e Morte del Redentore, di applicargliene l’efficacia salvatrice «come se l’uomo stesso avesse patito e fosse morto – ac si ipse passus et mortus esset». «Con la ricezione dei Sacramenti viene partecipata a noi, in certo qual modo, l’efficacia della Passione di Cristo». Ogni grazia ci viene dall’umanità di Cristo: di qui la necessità di unirsi ad essa, di incorporarsi ad essa. Uniti a Cristo veniamo a unirci anche con tutti i fratelli, vincolo sociale, Corpo mistico. I sacramenti sono i mezzi per questa unione, sono causa strumentale. Tale incorporazione o partecipazione ha luogo perché il sacramento produce anzitutto una certa presenza, in sostanza o per partecipazione, di Cristo stesso nel soggetto cui viene amministrato. In questo senso è causa della grazia. Il sacramento, producendo in noi la presenza di Cristo, fa sì che nella nostra anima operi il Redentore e le comunichi quella vita divina di cui Egli possiede la pienezza.

2. Il sacramento conferisce la grazia solo in quanto e nella misura in cui lo unisce prima a Cristo e gli fa partecipare il merito della Passione. Di qui l’importanza delle disposizioni soggettive. Per stabilire l’incorporazione è necessario e sufficiente l’intenzione almeno abituale di ricevere ciò che la Chiesa conferisce. Perché poi venga la comunicazione della grazia è necessario che non venga posto ostacolo. Ma se si vuole che il Sacramento sia principio di vita soprannaturale bisognerà rendere quanto più stretta possibile profonda l’unione con Cristo mediante l’affetto e l’imitazione cercando di imprimere sempre più intimamente la sua Passione nell’anima nostra. (da Rivista di Ascetica, 1956, p. 105 e sg.)

3. I Sacramenti sono atti di Cristo. Sono atti e non cose inerti e in qualche modo prefabbricate. Il sacerdote celebra i sacramenti più che distribuirli (come un commesso). I sacramenti non sono formalità di ordine giuridico o amministrativo. Non sono neppure atti del sacerdote che egli compie arbitrariamente e sufficientemente per un potere ricevuto una volta per sempre. Non dice la sua messa e la sua assoluzione. Ma celebra il sacrificio di Cristo e della Chiesa, amministra il perdono di Cristo e della Chiesa. In ogni sacramento Cristo agisce «personalmente». Diversità tra lui e i fondatori delle altre religioni. Non ha creato un organismo che continua a funzionare anche dopo la sua morte e basta. Cristo non è solo all’origine, ma è il capo attualmente vivo e operante. Il papa non è suo successore, ma suo vicario. Il sacerdozio di Cristo continua ad esercitarsi mediante il ministero della Chiesa e dei sacerdoti i quali si chiamano così non tanto perché posseggono un sacerdozio, quanto perché esercitano visibilmente il sacerdozio dell’unico sacerdote che è divenuto invisibile, ma è sempre operante.

4. Le disposizioni del soggetto, l’accoglienza che egli è pronto a fare alla grazia di Cristo hanno una parte immensa nell’efficacia e nella fecondità del sacramento. La catechesi preliminare, l’educazione morale, la preghiera che avvolge ogni celebrazione sacramentale non mettono in dubbio l’efficacia dell‘ex opere operato, le garantiscono e le danno tutto il suo valore santificante aprendo l’anima alla grazia di Cristo. La grazia non può scassinare un’anima.

5. I sacramenti sono segni sacri. “In quanto segni hanno poi anche la funzione di istruire” (Costituzione Liturgica27 Art 59). I sacramenti significando sono causa, realizzano ciò che rappresentano. Se si dimentica l’elemento segno, il sacramento diventa un’azione divina molto efficace, ma inintelligibile, di cui si trascura tutto il valore di richiamo simbolico e biblico, di suggestione contemplativa, di educazione spirituale. Il sacramento parla, insegna, si fa conoscere da sé. Perché il cristianesimo non è soltanto religione di salvezza, ma di luce e di verità. I sacramenti non sono soltanto rimedi, ma segni, cioè ci insegnano la vera vita, ci fanno conoscere Dio e Gesù. La vita sacramentale non è solo necessaria alla salute, alla salvezza, ma è anche sorgente della vita contemplativa. Essa ci divinizza e ci rende coscienti di questa divinizzazione.

6. I sacramenti sono segni della grazia. Perché significano l’origine della grazia, che è la Passione di Cristo: ogni sacramento infatti ci mette in relazione con la croce, ci applica l’efficacia della croce. Significano anche il fine della grazia, la vita eterna, di cui questa è pegno: i sacramenti sono escatologici, affrettano il ritorno di Cristo, edificando il suo Corpo (cfr Costituzione Liturgica art. 5928).

27 Cfr Sacrosanctum Concilium, n 59. 28 Ibidem. E ogni sacramento è segno della «sua» grazia particolare: ossia conferisce l’unica grazia modificandola coi segni che lo compongono e danno ad essa la sua fisionomia insostituibile.

7. I sacramenti sono misteri. Manifestano in tutta verità un’attività divina, ma non la esprimono mai in modo adeguato ed esauriente.

8. I sacramenti sono segni della fede. “Non solo suppongono la fede, ma con le parole e gli elementi rituali la nutrono, la irrobustiscono e la esprimono” (Costituzione Liturgica Art. 5929). Come segni della grazia indicano una realtà divina data all’uomo, come segni della fede una realtà umana. La risposta dell’uomo, l’impegno sacramentale, una professione della fede.

9. I sacramenti sono segni della Chiesa. Non vi sono sacramenti senza Chiesa, né Chiesa senza sacramenti. I sacramenti delineano il volto e insieme la struttura della Chiesa. Fuori dai sacramenti la Chiesa non ha vita visibile, cioè vita propria in quanto Chiesa. Sono segni della fede della Chiesa che non può mai venir meno.

10. I sacramenti hanno un carattere comunitario e sacro. “Sono ordinati a rendere culto a Dio” (Costituzione Liturgica n. 5930). Non sono dunque solo un rimedio, un dono di Dio per la salvezza. Come la Chiesa che non è solo una organizzazione di salvezza, ma una società di culto col compito di rendere a Dio gli omaggi di adorazione e di ringraziamento dovuto. I sacramenti sono una parte costituente la liturgia (e non semplicemente le cerimonie che li accompagnano). E la liturgia è il culto integrale reso dal Corpo Mistico mediante il quale la Chiesa continua a esercitare il sacerdozio di Cristo. Il culto non è anzitutto utilitario. I sacramenti costituiscono un culto e quindi debbono comportare normalmente una certa solennità, con tutte le cerimonie prescritte.

11. I sacramenti sono movimento e vita. Il popolo di Dio è in marcia come nell’Esodo degli Ebrei. Un cristiano non è un essere ben assestato e immobile: la Chiesa è una nave. Noi dobbiamo crescere. “Non che io abbia conseguito la meta, ma continuo a correre per conquistarla”, “continuo la mia corsa” (Fil 3,12. 14. 1631).

29 Ibidem. 30 Ibidem. 31 Cfr Fil 3,12-16. 12. La vita sacramentale è esercizio di vita teologale. Non esiste altro itinerario che quello della fede e della carità. I sacramenti non si aggiungono ad esse: ne sono in pari tempo i segni, i veicoli, gli alimenti, i punti di riferimento.

13. Continuità dell’azione sacramentale. Alcuni hanno un effetto durevole che si estende assai al di là dell’istante in cui vengono amministrati. Un battezzato, un cresimato, un sacerdote è continuamente immerso nella grazia del suo sacramento. Ogni volta che un battezzato fa uno sforzo per rinunciare maggiormente a Satana e aderire più intimamente a Gesù Cristo, e tale sforzo può assumere le forme più svariate nelle più banali occupazioni della vita; ogni volta che un cresimato rende testimonianza a Gesù Cristo in faccia al mondo; ogni volta che un sacerdote agisce da sacerdote, la grazia del sacramento arricchisce e fortifica l’anima al di fuori di ogni rito liturgico. Con le debite proporzioni si può dire la stessa cosa del Matrimonio e della Unzione dei malati. Le grazie proprie di questi sacramenti si diffondono nell’anima, la nobilitano, la rallegrano e la profumano misteriosamente ogni volta che gli sposi si manifestano il loro amore, si sacrificano l’uno per l’altro, anche in piccolissime cose; ogni volta che un malato esercita la sua vocazione, la sua consacrazione di ammalato. Non è del tutto così per la Penitenza e per l’Eucarestia che si possono rinnovare indefinitamente. Nondimeno, ogni volta che un cristiano ravviva il pentimento e cerca il distacco, ogni volta che si unisce più profondamente a Gesù, fa fruttificare il capitale di grazie deposte nell’anima dall’ultima confessione o comunione. Ma anche il sacramento non ancora ricevuto opera per mezzo del desiderio che se ne ha. Chi ha fame dell’Eucarestia ne riceve in anticipo le grazie di forza e di gioia. Chi ha dolore delle colpe è già beneficiato dalla Penitenza.

Santi Esercizi Spirituali alle Figlie della Regina degli Apostoli Affi, 28 Agosto-2 Settembre 1967

Introduzione. Il Signore rivolge la sua parola. Disponibilità. Attivismo. Per l’attivismo: il silenzio, il deserto, la preghiera, la serenità.

1 Giorno

1 Meditazione. La vocazione. Testi biblici: Gen 12; Ger 1. 1. Prior dilexit nos”32. Dio ci ha chiamati. Storia della salvezza. Chiamata personale. Rendersi conto di questa chiamata. La vita spirituale è una risposta. Non è un monologo non è una nostra invenzione, non è una forma soggettivistica qualunque da eseguire come pare a noi. Vi è una oggettiva chiamata da parte di Dio nostro creatore e nostro Redentore. Lui ci conosce, ci ha fatti, lui ci ama, lui ci vuole santi, cioè vuole realizzare in pienezza la nostra felicità. È perciò chiamata alla vita e alla gioia. Volere stabilire la vita secondo il «suo» piano, non secondo il nostro. Il peccato. Esempio Adamo ed Eva. Perfezione e dignità e grandezza della vita vengono dal nostro «sì». 2. Lo stile di Dio nella chiamata. Dobbiamo impararlo dalla Scrittura. Esempi di Abramo, di Geremia, e in genere dei santi dell’Antico e Nuovo Testamento. Elementi comuni: a) l’iniziativa parte da Dio, b) sconvolge i nostri piani, “Le mie strade non sono le vostre”33, c) domanda distacco, d) docilità e obbedienza pronta, e) fede piena, f) bisogna sapere attendere, g) sacrificio. Non insistete perciò nelle nostre iniziative (vedi devozioni particolari sorte nei secoli). Restare in ascolto, prontezza di risposta. 3. Distinguere la sua voce; imparare il suo stile.

32 “… ci ha amati per primo” (1Gv 4,19). 33 Cfr Is 55,8. Porci disponibili. Esame di coscienza sulla efficienza della nostra vita e sui suoi fallimenti.

2 Meditazione: Ostacoli alla vocazione. Testo biblico: Ef 1. 1. Dio ha l’iniziativa. A noi la risposta. L’iniziativa non deve essere nostra. Acconsentire al suo piano che è di felicità. Gesù modello nel fare la volontà del Padre. Enumerare i testi e l’esempio dal momento dell’Incarnazione alla Morte. La nostra tentazione di farci un piano secondo i nostri gusti e le nostre vedute umane. Necessità di vincerla per non fare una costruzione illusoria, una pietà falsa, una virtù vuota. 2. Gli ostacoli all’attuazione della nostra santità: a) il disordine: mancanza di idee o di chiarezza. Confondere il centrale con il periferico; b) poco spirito di sacrificio, pigrizia; c) orgoglio nelle sue varie forme. 3. Esame di coscienza.

3 Meditazione. La Santissima Trinità. Testi: Gv 17,23-26. 1) Abitazione in noi della Santissima Trinità. 2) Le nostre relazioni con lei. 3) Conseguenze pratiche.

2 Giorno 1 Meditazione: Cristocentrismo. Testo: Gv 16,26-28; Ef 3,8-13. 1) Cristo è tutta la nostra ricchezza. In lui abbiamo tutto. Solo così possiamo piacere al Padre. 2) Studio del Cristo con amore. 3) Vivere di Cristo. (cfr Rogo p. 68)

2 Meditazione. La Redenzione dal peccato. Testo: Lc 22,39-48. Il peccato nella sua vera fisionomia. Storia della salvezza dal peccato. 1) «Amico», dice Gesù a Giuda. Il peccato tradimento della amicizia con la Trinità e con Cristo. Effetti del peccato. 2) Con un bacio: il nostro tradimento di consacrato. Odiosità del nostro atteggiamento. 3) «Tradisci»: la storia dell’amore di Dio nella nostra vita è tradita e dimenticata. 4) «Il Figlio dell’uomo»; agiamo contro la Redenzione e contro la salvezza anche dei nostri fratelli. 5) Dolore ed esame dei nostri peccati. Propositi.

3 Meditazione. La Penitenza. Testo: Isaia 6,1-5. 1) La Penitenza come virtù. Come va intesa: purificazione per la gioia. Come va attuata. 2) La Penitenza come sacramento, come va vista, e con quale spirito accostarci al sacramento (Roguet p. 119).

3 Giorno 1 Meditazione. Spiritualità biblica. Testo Gv 12,37-ss. 1) Spiritualità oggettiva. Aderire al mistero del Cristo e alla sua Parola. 2) Come accogliere la parola. Meditazione. Contemplazione. 3) Riforma della meditazione.

2 Meditazione. Spiritualità di speranza. Testo III Re 17,8-1634. 1) Come nella creazione dipendenza assoluta ed intima da Dio per mezzo di Cristo. Cristo nel suo mistero influenza intimamente in noi e ci comunica incessantemente la vita. Vite, tralcio. Senza di me non potete far nulla35. Prendere coscienza di questa nostra situazione. Aderire con maturità e con consapevolezza. Non siamo mai soli. È lui che è con noi e agisce in noi. Per evitare l’orgoglio e l’altro eccesso: la disperazione. 2) Modo con cui il Signore agisce e ci aiuta. Non è secondo le nostre categorie umane. Molte volte non avvertiamo con la ragione e i sensi, ma lui è presente. È per farci vivere di fede, è per accrescerci i meriti. Non temere anche se abbiamo il senso della solitudine o il senso di vertigine. 3) Ci dà il suo aiuto poco per volta, gocciola per gocciola, quanto è necessario. Pedagogia divina. Sicurezza della tenacità del suo amore, della sua vigilanza. 4) Virtù teologale della speranza. Grande virtù essere certi della sua promessa. Anche se peccatori, anche se continuamente peccatori. Non sono venuto per i giusti, ma per i peccatori36.

34 Cfr 1Re 17,8-16. 35 Gv 15,5. 36 Cfr Mc 2,17. 3 Meditazione. Spiritualità ecclesiale. Testo: Gv 1,35-39. Rabbi, ubi habitas?37. Abita nella Chiesa. 1) Il mistero della Chiesa. 2) La nostra adesione a tale mistero. 3) La nostra pratica condotta.

4 Giorno 1 Meditazione. Spiritualità sacramentale. Testo: Ap 19,11-16. L’azione di Cristo nella Chiesa. 1) Questo testo parla del Verbo, della Parola di Dio, cioè Rivelazione mediante il quale egli si fa conoscere, e potenza con cui opera e che si manifesta prima nella Persona di Cristo e poi nella sua continuità che è la Chiesa. Per l’Apocalisse Cristo è il Cristo glorioso vivente nella Chiesa e che in essa opera le stesse cose che egli compiva. Nel Simbolo Apostolico si parte col passato giungendo col presente al futuro: è salito al cielo… tornerà l’ultimo giorno. Tra l’uno e l’altro vi è un mistero annunciato al presente, «siede alla destra del Padre». Il mistero del Cristo ora vivente tra noi, il Cristo glorificato assiso sul suo bianco cavallo che attraversa tutta la storia portando a compimento così la sua opera per mezzo della Chiesa in cui egli vive. Per un cristiano, credere vale a dire: Gesù è il Kyrios38, il Cristo è risorto, è vivo nella Chiesa ove lui compie le sue opere stupende. I Sacramenti costituiscono la continuazione in mezzo a noi delle grandezze di Dio operante nell’Antico e Nuovo Testamento. Viviamo in un mondo ove il Verbo di Dio continua a suscitare le meraviglie della santità. Quando l’acqua scende sulla fronte del bambino essa accende in lui la vita dello spirito la cui grandezza supera infinitamente i valori umani. Scrive Sant’Ambrogio che quando un battezzato esce dal fonte gli angeli non possono sopportare lo splendore della luce che da lui si irradia: questa luce è nascosta a noi che siamo ciechi, ma per gli angeli è sfolgorante. Così l’opera dell’Eucarestia. Contemplare è rendersi accessibili a quest’ordine di valori, capire che l’azione della grazia nel segreto dei cuori è più stupenda di tutte le più belle cose messe assieme... (Danielou) – Per il resto come nel cap. Sacramenti – .

2 Meditazione. Spiritualità della Croce. Testo: Fil 1,29-30; 2,1-11. 1) Cristo ha sofferto. Linea degli eletti nel seguirlo. Unica linea.

37 “Rabbi (che significa maestro), dove abiti?” (Gv 1,38). 38 In greco antico: Κύριος; Signore. Storia dei santi nell’Antico e nel Nuovo Testamento. Abramo, Giacobbe, Mosè, i Profeti (Geremia), San Giovanni Battista, San Giuseppe, gli Apostoli. Sintesi e Regina dei Martiri è Maria Santissima, Madre della Chiesa. 2) Non dobbiamo stupirci di essere nella stessa linea di salvezza. Come abbracciare la nostra Croce. 3) Esame di coscienza e prospetto del futuro.

3 Meditazione. La santità è vivere il mistero di Cristo. Testo: Ef 4,1-16. 1) I misteri del Cristo nostri misteri. 2) Attraverso ad essi realizzare santità cioè unione con Dio per mezzo della carità. 3) I sei grandi misteri. Meditazione. Volontà e disponibilità.

5 Giorno 1 Meditazione. La nostra consacrazione. Testo: Mt 10 passim. 1) Il senso della nostra consacrazione. 2) Essere come Gesù per essere meglio nella missione. 3) Esemplificare sulla povertà. Povertà di cuore. Povertà totale.

2 Meditazione. La nostra Consacrazione nella Messa. Testo 1Cor 11, 20-ss. 1) Quanto meglio si celebra la Messa quanto più si è uniti a Gesù, si è identificati con lui. Ci siamo consacrati per questo. Noverim nella Messa un povero (la povertà dell’Eucarestia); un vergine: il corpo di Cristo si unisce al nostro; un obbediente (la mirabile obbedienza di Cristo nell’Eucarestia). Quale senso e mantenimento per le nostre virtù. Quale dinamica! 2) L’unione a Gesù Sacerdote e vittima vista e vissuta in questa consacrazione. 3) La liturgia della Parola: per noi. Il nostro offertorio; la consacrazione; la comunione.

3 Meditazione, ultima. Maria Santissima Madre nostra e Madre della Chiesa. 1) La Madonna che cosa rappresenta per noi. Dice San Luigi Grignion che sono poche le anime che arrivano alla pienezza dell’età del Cristo perché non hanno nel tuo39 cuore formata la vera devozione alla Madonna che è più che mai Madre di Gesù e sposa feconda di Spirito Santo40. Dio nel suo piano presente di redenzione e di santificazione ha voluto associare la Madonna. Sicché senza di lei è impossibile. Non si tratta perciò di devozione, ma di qualcosa di essenziale. 2) Tre sono stati i momenti particolarmente decisivi per la storia della salvezza. a) L’Incarnazione: si è compiuta nel seno della vergine. Il suo Fiat è quindi all’origine. Il bambino non mangia la carne, ma la mangia la mamma che la trasforma in latte. Il Verbo ci supera infinitamente e non possiamo accoglierlo direttamente. Maria lo ha ricevuto e dato a noi (Sant’Agostino). b) Il Calvario. Maria era là e ha offerto, ha celebrato e l’abbiamo ricevuta come Madre. c) La Pentecoste. Maria era presente, ha insegnato a pregare agli apostoli e ha contribuito ad attirare lo Spirito Santo. 3) Non basta ammirarla e cantare le sue lodi. Ma bisogna che ne imitiamo il fervore, la purezza, la fede, la carità, lo spirito interiore. 4) Conservava le parole. Così noi.

39 Loro. 40 Cfr SAN LUIGI MARIA GRIGNION DE MONTFORT, Trattato della vera devozione a Maria, n. 164.

Esercizi Spirituali alle Suore Orsoline di San Michelino 16-18 Marzo 1971

1 Giorno: 1 Meditazione. 2 Meditazione. La Fede.

La Vita di Fede.

2 Giorno:

1 Meditazione.

Il mistero pasquale. La morte di Gesù.

2 Meditazione. La Resurrezione. 3 Giorno: 1 Meditazione. La nostra consacrazione.

2 Meditazione. I voti.

[…]

QUADERNO 21 (1964-1971) – SOMMARIO41

Esercizi spirituali alle Suore Missionarie del Verbo Incarnato (25 settembre-2ottobre 1964) 1 Esercizi spirituali ai seminaristi piccoli del Seminario di Reggio Emilia (2-6 ottobre 1964) 9 Ritiro spirituale ai Seminaristi (21-22 luglio 1965) 11 La solitudine dell’uomo 12 I Sacramenti 13 Santi Esercizi Spirituali alle Figlie della Regina degli Apostoli (28 agosto-2 settembre 1967) 17 Esercizi Spirituali alle Suore Orsoline di San Michelino (16-18 marzo 1971) 23

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    tra la vita delle persone, condividendo tutto. 
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    Umberto Roversi

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