Quaderno 23 - 1966

QUADERNO 23

Esercizi Spirituali Direttrici Cenacolo Domenicano 22-30 Agosto 1966

23 Agosto

1 Meditazione. La preghiera. Disposizione agli Esercizi anzi costitutiva. E ancora atmosfera abituale di un’anima. 1) Loquere, Domine, quia audit servus tuus1. Il Signore vuole parlare. L’iniziativa di Dio in noi. La sua parola si identifica con la sua salvezza. La preghiera è prima di tutto ascoltare. La sua parola è paragonata alla voce della tempesta. Ma per il mistero della collaborazione si fa lieve, levis. Creare in noi il silenzio, la disponibilità, la generosità totale. Loquere: senza paura, con un amore grande. 2) Loquar ad Dominum Deum meum2. Anche noi dobbiamo parlare. La sincerità della nostra preghiera. Togliere ogni falsità. Facciamo finta di parlare a Dio e parliamo a noi stessi. Cerchiamo un bene nostro, non una lode a Lui. Importanza dell’umiltà totale. Crediamo di aver fatto una bella preghiera quando abbiamo fatto un bel discorsino cui applaudiamo. Quando siamo stanchi, aridi e riconosciamo la nostra povertà e il nostro niente facciamo la migliore preghiera. Esame di coscienza sul progresso reale della nostra preghiera che si deve esprimere in un vero colloquio.

2 Meditazione. La Purificazione. Il Concilio nella Costituzione sui religiosi (Perfectae caritatis) dice che il fine della vita religiosa è la perfetta carità da raggiungersi per mezzo dei consigli evangelici. La carità amore è unione e abbandono alla volontà di Dio. Non è possibile senza distaccarci da noi stessi, dalla nostra volontà. Oggi entra in vigore la nuova disposizione sul digiuno e l’astinenza nello spirito della «Paenitemini»3. La necessità della Penitenza e lo spirito di responsabilità nell’applicarla. La penitenza non è desolarsi e disperarsi sulle nostre rovine. È rifare l’ordine rotto dal disordine del peccato. È associarci a Gesù Redentore unendo il nostro al suo Sacrificio per la nostra Redenzione e per quella di tutte le anime.

1 “Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta” (1Sam 3,9). 2 “… come ardisco parlare al mio Signore” (Gen 18,27). 3 Cfr PAOLO VI, Paenitemini, 17 febbraio 1966. Purificarsi da tutti i peccati veniali deliberati o semi-deliberati. Purificare la nostra intelligenza perché riceva tutta la verità e non abbia un filtro deformatore. Purificare il nostro cuore perché sappia amare e non si fermi a oggetti indegni. Purificare la nostra sensibilità dalle sue grossolanità. Accettare le purificazioni e il modo che vuole da noi il Signore. La fiducia nell’azione divina. Il Signore ci ama e perciò permette e dispone. I nostri «sì» non condizionati.

3 Meditazione. L’ideale, la santità. La perfetta carità è la santità. È un nostro dovere. Per questo l’azione di Dio in noi, per questo la vita. Santità: sete di Dio. Desiderio di avvicinarsi sempre più a Lui, di possederlo in modo sempre più grande. Santità come creature e come figli in modo speciale come anime religiose. Tendere alla santità è dovere, è la nostra missione speciale. Entusiasmo di santità: Signore fammi un grande santo. Non ingenuità di novizi, ma preciso senso delle cose. Non ingannarci immaginando come equilibrio ciò che è mediocrità e grettezza. La tiepidezza è l’amore alla mediocrità. L’esame si porterà sulla idea che abbiamo di santità. Si porterà sulle occasioni di santità (certi preziosi momenti) che abbiamo lasciato fuggire. Si porterà sui sacrifici che non abbiamo accettato, sulle evasioni e sui pretesti. Imparare la scienza del dono totale. Porci senza condizioni di fronte al Signore. Chiedere luce e forza. Facci sante nonostante le nostre paure, le nostre viltà, le nostre ribellioni. Si compia in pienezza il tuo regno in noi. Imparare da Gesù Eucarestia che è «tutto» dono.

24 Agosto: secondo giorno

1 Meditazione. La Fede. “Ognuno secondo i propri doni e uffici deve senza indugi avanzare per la via della fede viva, la quale accende la speranza e opera per mezzo della carità” (Lumen Gentium, 3904). 1. Che cosa è la Fede: è una qualità inerente all’anima, un’attitudine, una energia interiore che fa aderire l’intelligenza alla Verità divina. 2. Deve essere una Fede illuminata. Studio e approfondimento. Mancanza di sforzo. Conoscenze approssimative. Conseguenze di una Fede non illuminata.

4 Lumen Gentium, 41. 3. Fede forte. Adesione incondizionata assoluta, al di sopra di ogni altra certezza. 4. Fede viva. Deve informare tutto. Tutto in luce fidei5. Danni che derivano dal lasciarsi guidare dall’istinto e dalla pura ragione umana. Danni alle singole anime e alle comunità.

2 Meditazione. Lo Studio di Gesù. 1. “Coloro che sono chiamati da Dio alla pratica dei consigli evangelici ne fanno fedelmente professione, si consacrano in modo speciale al Signore seguendo Cristo che vergine e povero redense e santificò gli uomini con la sua obbedienza spinta fino alla morte di croce” (7046). “Essendo norma fondamentale della vita religiosa il seguire Cristo come viene insegnato dal Vangelo, questa norma deve essere considerata da tutti gli istituti come la loro regola suprema” (Perfectae caritatis, 7077). 2. Studiare Gesù con intelligenza, con profondità, con amore. 3. Gesù via: il suo esempio regola e gloria nostra; santificarsi è cristificarsi. Riprodurre in noi l’immagine più perfetta possibile di Cristo. Incorporati a Lui dobbiamo conformarci a Lui. Le virtù non hanno senso se non sono viste in Lui. 4. Gesù verità: tutte le sue parole sono per noi. Tradurle, viverle. 5. Gesù vita: ci comunica la sua grazia vita e in noi devono verificarsi gli stessi effetti. È germe vitale. Cresce in noi. A che punto è tale maturazione? Gli ostacoli della nostra libertà a questa crescita. Dopo tante Messe, tante Comunioni, tante comunicazioni, immensa è la nostra responsabilità.

3 Meditazione. La Meditazione di Fede. 1. Necessità di approfondire il dato della Fede e lo studio su Gesù mediante una riflessione-amore, una orazione intensa e fervida. 2. Quando si trascura un elemento di così vitale importanza. Superficialità, un lasciarsi assorbire da tutte le altre cose esterne e secondarie. Errore gravissimo. 3. Come farla: docilità allo Spirito, collaborazione con il dominio di tutte le facoltà, verità che ci spinge ad amare. 4. Tenacia di orario e di modo. 5. Errori da evitarsi: lettura superficiale, studio intellettuale e basta. 6. Considerarla la prima preghiera che ci educa per tutte le altre.

25 Agosto: terzo giorno

1 Meditazione. La Speranza. 1. La Chiesa è comunità di speranza.

5 “Nella luce della fede”. 6 Perfectae Caritatis, 1. 7 Perfectae Caritatis, 2. “Prosegue il suo pellegrinaggio tra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio annunziando la passione e la morte del Signore fino a che Egli venga” (Lumen Gentium, 3078). “Conserva verginalmente solida la speranza” (id. 4409). 2. Che cosa è la speranza. Definizione, spiegazione. 3. Le nostre cattive posizioni nell’ordine della fiducia e dei desideri. Ci appoggiamo su di noi, sulla forza della nostra volontà, della nostra ragione, del nostro credito, sul passato. È come sperare in morti o moribondi. Ci riempiamo di desideri sciocchi o inutili che ci ingombrano e non fanno che appesantirci. Facciamo come i bambini che si riempiono le tasche di cose che non servono a nulla e devono poi essere buttate via. Esame sulla vita passata. 4. Quali frutti deve produrre in noi la speranza: forza, serenità, visione soprannaturale delle difficoltà, lavoro, collaborazione. 5. Evitare ogni viltà, ogni malinconia, ogni pessimismo. Lasciarci condurre da Lui certi della sua fedeltà e della sua promessa.

2 Meditazione. Le grazie attuali. 1. Dio ci aiuta continuamente. La necessità delle grazie attuali. La misteriosa azione di Dio che si accompagna alla nostra. 2. Prendere coscienza di questa pioggia. Sentimento continuo di gratitudine. Diligenza e volontà di non sciupare. Mettere tutta la nostra collaborazione lasciandoci condurre dove vuole lo Spirito Santo. 3. Come abbiamo finora approfittato. Quale cura da mettere. Valorizzare tale preziosità.

3 Meditazione. Dominio di sé. 1. Per collaborare alle grazie di Dio è necessario darsi. Per darsi bisogna possedersi. Dobbiamo prendere coscienza della nostra realtà: dell’anima e del corpo. Conoscere le leggi e le esigenze dell’anima e del corpo. 2. Con la scusa della fiducia in Dio non dobbiamo rompere le leggi del Creatore. Fatti esaurito e non riuscirai più a collaborare. 3. Le virtù morali sono gli elementi dell’equilibrio. Agire con prudenza, con fortezza, con giustizia, con temperanza. Così collabori bene. 4. Vedere i disordini ammessi o voluti per l’anima e per il corpo. Confusione mentale, ignoranza, frammentarietà, salute fisica, cattivo uso del cibo, del riposo, del tempo, del divertimento. 5. Imparare la pazienza con noi stessi. Il Concilio ha parlato di un nuovo umanesimo (Gaudium et spes10).

8 Lumen Gentium, 8. 9 Cfr Lumen Gentium, 64. 10 Cfr Gaudium et spes, 55. Trattarci con sapienza e discrezione. Evitare gli eccessi della presunzione e della disperazione. Per la prima: vanità, forme di orgoglio, leggerezza, superficialità. Per la seconda: avvilimenti, pessimismi, stati depressivi, malinconie, conclusioni affrettate di fallimento, ansie continue ecc...

26 Agosto: quarto giorno

1 Meditazione. La carità. 1. Dio per amore ci ha creato. Per amore ci ha dato Gesù e ci ha chiamati ad essere figli diffondendo nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che abita in noi. Ci ha dato tale cuore perché liberamente lo amassimo. 2. Gesù si è costituito nostro modello e maestro di amore. Come ha amato Gesù il Padre. Si è offerto vittima e ha sempre vissuto da vittima. Volontà del Padre in ogni cosa, mai ricerca di sé. Sacrificio, immolazione. Come Gesù parla del Padre, con quale entusiasmo. La gloria del Padre, l’apostolato per il Padre. 3. Come noi ci uniamo a Gesù in questo amore. Come poniamo il centro della vita in Lui. Come ne desideriamo la gloria. Come cerchiamo quello che Gli piace di più. Con quanto sacrificio, con quanta dimenticanza di noi stessi, con quanta perseveranza. Se abbiamo avuto un amore di parole soltanto e perciò ipocrita. Se l’egoismo ha zone di predominio. Se abbiamo accettato le prove e le disposizioni della sua Provvidenza. Saremo giudicati dall’amore.

2 Meditazione. L’umiltà verso Dio. 1. Non si può amare se non si è nella verità. L’umiltà è verità, anzi amore alla verità. 2. L’esempio di Gesù. Il suo annientamento verso il Padre. La sua predilezione per le cose umili: umiltà di cose, di luoghi, di lavoro, di persone. Le sue esortazioni: solo la gloria del Padre; “Io non cerco la mia gloria”11. 3. Le nostre convinzioni, solide, perché altrimenti sarebbe forma di ipocrisia. Che cosa sono. Che cosa ho fatto (i miei peccati). Senso creaturale: nulla sono, nulla posso. E sul piano naturale e su quello soprannaturale. 4. A che punto sono con l’umiltà. Solo se sono umile posso piacere a Dio (superbis resistit12), posso ottenere le grazie, posso progredire in virtù.

11 Gv 8,50. 12 “… resiste ai superbi” (1Pt 5,5). 5. Esercizio di umiltà: Nella preghiera (inabissarsi, senso profondo di adorazione). Nella accettazione della Sua Volontà. Abolire le pretese e i lamenti. Compunzione dei peccati. Tenere le distanze. I danni dell’orgoglio. Come la Madonna e San Giuseppe hanno vissuto. Dove sta la vera grandezza.

3 Meditazione. L’umiltà verso i fratelli. 1. La carità è virtù unica per la quale amiamo Dio e i fratelli. Per ambo gli oggetti il fondamento è l’umiltà. 2. Senza umiltà non si riesce a vedere la grandezza dei fratelli e non si può più vedere la vita come servizio e come donazione. L’egoismo è il grande nemico perché dipinge male i fratelli e le loro azioni. 3. L’esempio di Gesù: propter homines13. Le sue esortazioni insistenti. 4. Esercizio di umiltà: umiliarsi, credersi veramente gli ultimi per una convinzione (guardo i miei peccati e le mie indegnità) e per un principio (gli altri non li posso giudicare). Prendere i servizi più spregevoli. Non giudicare gli altri. Non portare invidia. Non essere permalosi. Serenità nel trattare. Non pretendere gratitudine. Ama nesciri14.

27 Agosto: quinto giorno 1 Meditazione. L’amore del prossimo. 1. “E il secondo Comandamento è simile al primo”15. Centralità di tale amore nel cristianesimo: ex hoc cognoscent omnes16. 2. L’esempio di Gesù: propter nos fino al sacrificio, per sempre. Amore per tutti, amore che perdona, amore concreto. 3. La parola di Gesù: esorta; la religione è legata a tale amore (“Lascia la tua offerta”17), gradualità eccelsa: si identifica in ognuno perché ogni uomo sia trattato come fosse Gesù; amatevi come io vi ho amati18; affinché essi siano una sola cosa come tu, Padre, ed io siamo una sola cosa19. 4. Le qualità del nostro amore: Soprannaturale, non basta umano; completo, verso tutto l’uomo; di servizio, ministrare;

13 “Per noi uomini…”(Cfr Simbolo Niceno-Costantinopolitano). 14 “Ama di essere ignorato” (Cfr Imitazione di Cristo, Libro I, II.2). 15 Cfr Mt 22,39. 16 “Da questo tutti sapranno” (Gv 13,35). 17 Cfr Mt 5,24. 18 Cfr Gv 15,12. 19 Cfr Gv 17,11. che previene; che intuisce; che perdona; che ignora; concreto; verso i veri desideri e bisogni del prossimo. 5. Esaminarci sul nostro amore. Non accontentarci di parole, ci condannerebbero. Vedere la bontà e l’apostolato. La nostra preghiera per i fratelli, l’offerta del nostro sacrificio. L’uguaglianza del nostro carattere. Lo spirito di Paolo non avere pace…

2 Meditazione. L’amore in comunità. 1. Veramente: congregavit nos in unum Christi amor20. Volontà di Dio speciale: vuole che ci amiamo. Nell’ordine della vocazione. 2. Legame dunque specialissimo che importa un dovere grande. Vi è la stessa vocazione, lo stesso ideale, gli stessi mezzi, la stessa regola, la identica condizione di vita. 3. Fraternità di amore, comprensione, gioia di vivere e di pregare insieme, di lavorare insieme, di operare insieme, di soffrire insieme. 4. Esaminarsi sui possibili difetti, forme di egoismo, di orgoglio, di incomprensione, di durezza, di permalosità. Mancanze di confidenza, di generosità, di aiuto. Essere estranei e indifferenti, non sapere perdonare. Mutismi. Silenzi calcolati. Parole non opportune. Critiche, mormorazioni, gelosie. 5. Come vorremmo amare. Tre libri: il Vangelo: la parola; il Crocifisso: la forza; le Costituzioni: le regole per vivere insieme date dalla Chiesa.

3 Meditazione. La nostra consacrazione religiosa. I voti. 1. Abbiamo dato tutto, legando per sempre la nostra libertà. Preziosità di tale offerta senza possibilità di ritorni o pentimenti. 2. Consacrarsi che cosa vuol dire: sottrarsi ad ogni uso profano e darci in esclusiva. Come si estende la nostra consacrazione: a tutto quello che siamo, a tutto ciò che possiamo. Niente di non consacrato. 3. Inventa pretiosa margarita21. L’abbiamo trovata, non bisogna lasciarla più. Vivere così tutta la vita. Communia non communiter22. Superare la monotonia consacrando ogni istante. Mettere molto amore in ogni cosa.

20 “L’amore di Cristo ci ha riunito per diventare una sola cosa”. Il riferimento è al testo del canto gregoriano «Ubi caritas», incluso dal Messale Romano nella liturgia «In Coena Domini» del Giovedì Santo. 21 “… trovata una perla di grande valore” (Mt 13,46). 22 “Le cose ordinarie ma non in modo ordinario” (San Giovanni Berchmans). 4. Vivere la consacrazione: sentendone tutto l’onore, tutta la possibilità di unione – tu mihi sponsa est23 –, tutto il profitto, tutto il bene per le anime. 5. Viverla con forza, con totalità, con gioia, con fede, con amore. Chi trascina una catena è uno schiavo. Non togliere un po’ per volta ciò che abbiamo dato. Le varie forme di accomodamento. “Chi pone mano all’aratro”24: le regole dell’andare avanti e del guardare avanti.

28 Agosto: sesto giorno 1 Meditazione. La povertà. Il voto del distacco dalle cose. 1. L’esempio di Gesù: decreto «Perfectae caritatis»25; Egenus pro nobis factus est, cum esset dives26. Il senso della povertà e il tipo della povertà di Gesù. 2. L’esortazione insistente di Gesù alla povertà. La lega alla perfezione: se vuoi essere perfetto, va’, vendi e seguimi27. 3. Come deve essere la nostra povertà-amore. Esterna: testimonianza ai fratelli, atto di fede e invito alle cose spirituali. Interna: gioia della spogliazione per amore. 4. Vantaggi della povertà: facilità di unione con Gesù, libertà di spirito, senso delle cose celesti, serenità, gioia. 5. Come l’abbiamo praticata, grettezza o entusiasmo? Come porta all’umiltà e al silenzio. Esempio di San Francesco e del salterio. 6. Propositi al riguardo.

2 Meditazione. La castità. La sacra Verginità: la nostra gloria, la gloria del nostro amore. 1. L’esempio di Gesù il puro, le sue preferenze. 2. L’insegnamento di Gesù. 3. Il senso della nostra castità (cfr Perfectae caritatis28). Propter regnum coelorum29. 4. Le proporzioni: l’amore grande ed esclusivo. L’indivisione. 5. Non solo gli affetti proibiti ma ancora i leciti. Solo Gesù. 6. Le tenaci e continue difese: la testa, l’immaginazione, il cuore, i sensi, i rapporti. 7. Le castità equivoche. 8. L’esame di coscienza.

23 “Tu mi sei sposa”. 24 Cfr Lc 9,62. 25 Cfr Perfectae caritatis, 13. 26 “… da ricco che era, si è fatto povero per noi” (Cfr 2Cor 8,9). 27 Cfr Mc 10,21. 28 Cfr Perfectae caritatis, 12. 29 “…per il regno dei cieli” (Mt 19,12). I propositi.

3 Meditazione. L’ubbidienza. 1. L’esempio di Gesù. Il volere nell’opera della Redenzione. 2. Come Gesù ci vuole associati, noi che siamo nel suo Corpo. 3. Gesù è presente e vivente e operante nella sua Chiesa. Ubbidire alla Chiesa è ubbidire a Lui. 4. I superiori hanno l’autorità dalla Chiesa. 5. Le tentazioni di cattiva autonomia. Come il pretesto del fare del bene non giustifica. Il bene maggiore sta in questo grande sacrificio. 6. Le qualità dell’ubbidienza religiosa. 7. Esame di coscienza e propositi.

29 Agosto: settimo e ultimo giorno 1 Meditazione. La liturgia. Rabbi, ubi habitas?30 1. Prima si concepiva la relazione tra il cristiano e Dio in maniera piuttosto essenzialistica cioè oggettivata, concretizzata; cosa proposta dall’esterno; e accettata passivamente, subita, sia per il culto, per i riti, sia per i sacramenti «concepiti mezzi di grazia indipendenti e oggettivi». La morale stessa era vissuta come un semplice obbedire da rendere praticamente superflua ogni decisione personale della coscienza. 2. Ora una prospettiva veramente biblica. La relazione tra Dio e il cristiano è vista come una relazione personale reciproca, come un incontro tra persona e persona, una comunità di persone. La rivelazione è un evento che si verifica come «un’azione di rivelazione». In questa azione e per questa azione Dio non ci comunica un certo numero di verità che riguardano lui e la nostra salvezza; non ci dà solo qualche mezzo per salvarci, ma in tale azione ci dà ciò che rivela, trasmette ciò che presenta. Dio si dona personalmente all’uomo per mezzo di Gesù; entra nelle dimensioni storiche della nostra umana esistenza. Gesù benché uomo è Figlio di Dio e ci comunica la vita divina. L’uomo scopre questo dono nell’atto e con l’atto di fede. L’atto di fede è una mozione da parte di Dio, indica la presenza di Dio. Imparare la nostra «posizione» liturgica.

2 Meditazione. La Santa Messa. 1. Importanza. Richiamo nozioni dogmatiche.

30 “Maestro, dove dimori?” (Gv 1,38). 2. La liturgia della Messa. 3. Seguirla liturgicamente. Schema della Santa Messa.

3 Meditazione. La Santa Vergine. 1. La sua grandezza. 2. Il suo esempio. 3. Il nostro amore.

Lecythus olei31. 30 Agosto. Conclusione

31 “… l’orcio dell’olio” (1Re 17,13). Cfr Quaderno 13, § 8. La confidenza in Dio. Lecythus olei.

Dio crea per amore

1. Il mondo non si è fatto da solo. Dal niente viene solo il niente. Tutto ciò che esiste è stato fatto da Dio; senza di Dio nulla esisterebbe. Egli perciò è il Signore, il Re, il padrone assoluto di tutte le cose.

2. Dio crea in un grande atto di amore per donare e partecipare le sue meravigliose perfezioni. Quando uno ha una cosa bella e grande, ed è buono, desidera partecipare agli altri ciò che ha.

3. Non solo il mondo anche l’uomo è stato voluto da Dio. Perciò anche l’uomo appartiene a Dio e dipende totalmente da Lui nel suo essere e nel suo agire.

4. Dio ha creato l’uomo grande. Il suo corpo è il più bello. Ma soprattutto l’anima spirituale, intelligente, libera. Con l’anima è simile a Dio. L’animale è preda dell’istinto; l’uomo può decidere e scegliere il suo avvenire, può organizzare la sua vita. L’animale muore, l’anima è capace di vivere eternamente.

5. Come allora devo considerare il mondo e tutte le cose che sono nel mondo. Vedendo gli splendori del creato, noi riconosciamo la potenza e la bontà di Dio e gli rendiamo gloria. È un libro aperto. Rivolgersi a Dio e ringraziarlo. L’uomo si deve sentire il sacerdote del creato. È splendido il creato ma senza anima. L’uomo lo deve prendere in mano e consacrarlo alla gloria di Dio: con la preghiera, con il lavoro ma soprattutto la domenica quando dedichiamo il nostro tempo alla adorazione, alla lode, al ringraziamento a Dio in unione nella Santa Messa con la preghiera e l’offerta di Gesù.

6. Come devi considerare te stesso. Stima e venerazione per la tua dignità di uomo. L’uomo è il collaboratore di Dio nel perfezionare l’ordine dell’universo.

Il Peccato

1. I primi uomini disubbidirono e rifiutarono di avere Dio come loro Padre, signore e re. Non hanno avuto fiducia in Dio e nel suo piano per renderli felici. Hanno creduto di più alle parole di Satana. Togliendo Dio hanno tolto tutto e sono caduti nella infelicità. Tutto è crollato.

2. Come per loro anche per te vi è il momento della prova. Anche tu sei chiamato a scegliere tra Dio e Satana. Sapere vedere bene la fisionomia del peccato. È la causa profonda di tutte le disgrazie, le sofferenze e i mali che affliggono gli uomini. Provarne vivo orrore e evitarlo come il male più grande.

3. Gesù ha espiato i peccati con la sua sofferenza e morte. Imitarlo soffrendo in espiazione dei peccati.

Domenica XIII dopo Pentecoste – 1966

I 10 lebbrosi. I lebbrosi si sono incontrati con Gesù. Il fatto è elevato a simbolo. Anche noi ci incontriamo con il Signore. Tutta la liturgia oggi parla di un incontro: nella fede, nella speranza, nell’amore (colletta).

Eccovi ora marito e moglie. Come le vostre mani sono unite così lo siano i vostri cuori, nella sofferenza e nella gioia, dovete essere uniti per sempre. Due potenti sacramenti, quello della Chiesa e quello dell’amore, vi hanno legato; una duplice benedizione riposa sul vostro capo, e io aggiungo ancora la benedizione paterna (Heine, Ratcliff32).

32 HEINRICH HEINE, Wilhelm Ratcliff (1822).

Corso Aspiranti

13-15 Settembre 1966

Introduzione. Regole per stare insieme in questi tre giorni. Disciplina. 1) Bravi da soli, 2) dominio di sé e senso di responsabilità, 3) regola del silenzio, 4) della riflessione, 5) della preghiera, 6) del colloquio specialmente con il sacerdote.

1 Meditazione. Dio. 1) Infinita perfezione. Bontà, sapienza. 2) Dio ci ha creati; siamo di Dio non di noi stessi. 3) Tutte le creature sono di Dio, appartengono a Lui. Me le ha date per amore. Conseguenze: presenza di Dio; senso di dipendenza da Lui; uso giusto delle cose.

2 Meditazione. Le mie idee su Dio. Pratica della presenza di Dio. Dominio del piacere nella scelta delle cose.

3 Meditazione. La grazia. 1) Che cosa è. Raggiungere la cognizione di questa verità. 2) Dio è mio Padre e mi ama. Capire e rispondere a questo amore. 3) Che cosa vuol dire diventare santo. Salvare l’anima.

4 Meditazione. Il peccato mortale. 1) È il grande male. 2) È ribellione contro Dio. 3) Torna a mettere in Croce Gesù. Rimedi. Difetto predominante.

5 Meditazione. La confessione. Dà il perdono solo a chi è pentito. Confessione: conversione.

6 Meditazione. Il popolo di Dio e la Chiesa. Sacramenti. Direzione spirituale.

7 Meditazione. Il tuo modello: Gesù.

8 Meditazione. Il carattere. 9 Meditazione. La bontà.

10 Meditazione. La Santa Messa.

11 Meditazione. Il programma.

Esercizi ai Giovani Rossena, 15-18 Settembre 1966

Introduzione Cercare la volontà di Dio. Per conoscerla: silenzio, preghiera, attività.

1 Meditazione. Lo spirito di adorazione. 1. Conoscere Dio (Sussidi ’66; p. 409). Liberarsi dalle false idee. Chi ce lo fa conoscere: a) la natura, b) la Sacra Scrittura, c) la liturgia. Sviluppare questi punti: per la natura: leggere Dio nella natura, in ogni foglia. per la Scrittura: esempio cap. 3 dell’Esodo. per la liturgia: Sanctus ecc...

Educarsi con i salmi, esempio: 8 - 19 - 65 - 104 - 135 - 147 - 148 - 150. 2 Meditazione. La Fede. 3 Meditazione. La Santissima Trinità e la grazia.

4 Meditazione. La nostra vocazione alla santità e il peccato.

2 Giorno: 17 Settembre

1 Meditazione. La nostra conversione. Il Figlio è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto (Mt 9,8). “Chi commette peccato è schiavo del peccato”33. “Se il Figlio vi avrà liberati, sarete veramente liberi” (Gv 8,36). È il sacramento della rieducazione spirituale: la Penitenza.

2 Meditazione. La Penitenza e la organizzazione spirituale. Direzione spirituale.

3 Meditazione. Il nostro modello: Cristo.

4 Meditazione. L’unione con Gesù nel sacrificio. La Santa Messa.

33 Gv 8,34. 3 Giorno: 18 Settembre

1 Meditazione. Gesù modello di amore verso gli uomini.

2 Meditazione. Gesù modello di purezza.

3 Meditazione. La Vergine Santa.

Esercizi Spirituali alle Aspiranti Rossena, 18-21 Settembre 1966

Introduzione. Le cinque regole. 1. Disciplina. 2. Silenzio. 3. Preghiera. 4. Riflessione. 5. Colloquio con il Sacerdote.

1 Giorno

1 Meditazione. Il carattere. 1. Sappiamo gli anni della vita passata, non sappiamo quanti anni avremo. Non possiamo cambiare il passato; possiamo migliorare l’avvenire, farne un capolavoro. Episodio della alunna fallita. Non si può fare la vita a caso, bisogna sapere, bisogna volere. Cioè bisogna farsi un carattere. Elementi del carattere. Quanto si è lavorato al riguardo. Esame di coscienza, valutazione di se stessi. Vergogna di non aver fatto. Decisione.

2 Meditazione. Ciò che si deve sapere. 1. Primo elemento per il carattere è sapere. Sapere, convinzione, devozione. Il grande problema: la convinzione. Sapere riguardo alla Fede. I punti dottrinali base della devozione. Quali? Vi sono? Riguardo a se stessi: il dovere; ad esempio, perché devo studiare? Riguardo agli altri: le relazioni. 2. Aiuti a sapere: studio, meditazione, letture, conversazioni, chiedere agli esperti; mamma, sacerdote. 3. Gli ostacoli alle rette idee. Interni: pigrizia, leggerezza, ecc... Esterni: ambienti, compagnie, divertimento, cultura. Acquistare lo spirito critico.

3 Meditazione. Una forte volontà. 1. Sua necessità. Dominio di sé. 2. Situazione facile: quella del capriccio. 3. Gli ostacoli maggiori a farsi una volontà. 4. I mezzi per farsi una forte volontà. La gioia di potenziarsi, i suoi meravigliosi frutti.

4 Meditazione. La nostra condizione di figli di Dio. 1. Siamo creature di Dio. Conseguenze. 2. Per la Redenzione di Gesù siamo divenuti suoi figli. 3. Dignità, grandezza, etica dei figli di Dio. 4. Siamo fratelli di Gesù. 5. Siamo uniti in un solo Corpo, il mistico. Unione con Gesù. 6. Unione con i fratelli. La Comunione dei Santi. Verità, convinzione, devozione.

2 Giorno

1 Meditazione. La nostra vocazione alla santità. 1. I figli di Dio devono essere santi. 2. Vi sono diversi gradi di santità. 3. Il primo è necessario per salvarsi. 4. Vivere in grazia a tutti i costi. 5. Persuasione sul peccato grave. È rovina. Porta all’Inferno. Contrista il cuore del Padre. Rinnova la Passione di Gesù. È la nostra rovina. È ingratitudine. 6. Distruggere i peccati passati con la penitenza e attuare così la nostra conversione. 7. Non volere mai più commettere anche solo un peccato grave.

2 Meditazione. La nostra Penitenza. 1. Convertitevi o peccatori e seguite le vie del Signore (Tb 13,834). “Volgetevi a me e sarete salvi” (Is 45,22). Dio interviene per richiamarci al suo amore. Ci invita a convertirci e ci aiuta a compiere gli atti di un vero pentimento. La sua grazia ci aiuta a riconoscere la sua infinita bontà e santità e la gravità del peccato. Per aver offeso Dio Padre. Per avere rifiutato la vita divina che Gesù ci ha dato con la sua Passione. Per aver rattristato lo Spirito Santo che abita nei nostri cuori. 2. Per avere la virtù della Penitenza: a) Capire il peccato e detestarlo. b) Avere molto dolore dei peccati passati. c) Credere profondamente alla bontà del Padre Celeste e andare nelle sue braccia. d) Confidare nella grazia che il Signore ci dà per cambiarci. e) Scendere nella pratica concreta dei fioretti.

3 Meditazione. La Confessione. 1. Non è una improvvisazione.

34 Cfr Tb 13,8. 2. Bisogna credere nel cuore un ambiente di pentimento. 3. Unire la nostra sofferenza a quella di Gesù che molto ha sofferto per i nostri peccati. 4. Volere che sia una vera conversione e quindi insistere soprattutto sul dolore e sul proposito. 5. Curare la sincerità e l’umiltà. 6. Molta fede. 7. Curare le cose pratiche, preparazione e ringraziamento.

4 Meditazione. La Parrocchia e la Direzione spirituale. 1. Siamo santificati nella Chiesa. 2. Come dobbiamo sentirci nella Chiesa. 3. Ognuno ha il suo posto. La vocazione ce lo indica. 4. Come si conosce la vocazione e come si segue. 5. Il nostro posto e la nostra responsabilità nella Parrocchia. 6. Per la nostra anima il Padre Spirituale. Necessità. 7. Come si fa nella Direzione spirituale.

3 Giorno

1 Meditazione. La Preghiera. 1. Siamo nella famiglia di Dio. In famiglia segno di unione è parlare. Viviamo in comune la vita con Dio (Battesimo). Intimità. 2. Dio per primo ci rivolge la parola (Creazione, Rivelazione, Chiesa, leggi, ispirazioni). 3. Noi gli rispondiamo con la preghiera: adorazione, ringraziamento, ricorso. Ogni vicenda della nostra vita è una cosa di famiglia e perciò riguarda anche Dio che è nostro Padre e bisogna parlarne con lui. 4. Perciò continuamente pregare e rispondergli. Preghiera di lode e di contemplazione, di ringraziamento e di confidenza, di affetto, di domanda, di perdono. 5. Il nostro modello è Gesù. Nelle circostanze più diverse si rivolgeva al Padre. Come pregava. 6. Gli argomenti della preghiera sono argomenti di conversazione. Schema del Padre nostro. 7. Dobbiamo pregare “nel segreto”35, intimità con la persona più cara e più importante. 8. Ma il Regno di Dio è una famiglia e perciò bisogna pregare anche tutti insieme. Intorno al fratello maggiore Gesù soprattutto nella Messa.

35 Cfr Mt 6,6. Dio parla con loro, dà il pane di vita. I figli lo ringraziano offrendogli il sacrificio di lode e di adorazione di tutto il creato e chiedendogli perdono. 9. Quando si deve pregare. In tutte le circostanze come Gesù. Vi devono essere però anche i tempi della preghiera, in cui consacriamo il tempo «in esclusiva» a Dio, isolandoci da tutto il resto. Stabilire. Fedeltà a questi tempi. 10. Attenzione totale, devozione affettuosa.

Esercizi Spirituali alle Giò

21-24 Settembre 1966

Introduzione. Ti condurrò in un luogo solitario e ivi parlerò al tuo cuore36. La grazia degli Esercizi. Come vi vuole il Signore: intelligenti, forti, generose, silenziose, oranti, riflessive, umili.

1 Meditazione.

3 Meditazione. La Fede. “Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori” (Ef 3,17). “La tua fede ti ha fatto salvo”37. Beato chi ascolta la parola di Dio38. 1. La parola di Dio. Valore, responsabilità.

36 Cfr Os 2,16. 37 Cfr Mc 10,52. 38 Cfr Lc 11,28.

Metastasio

Qual diverrà quel fiume Nel lungo suo cammino, Se al fonte ancor vicino È torbido così? Miseri figli miei! Ah, che si vede espresso In quel, che siete adesso, Quel che sarete un dì! (Eva, in La Morte di Abele39)

Con gli astri innocenti, Col fato ti scusi: Ma senti, che abusi Di tua libertà. E copri con questa Sognata catena Un dono, che pena, Per l’empio si fa. (Angelo, in La Morte di Abele40)

L\'ape e la serpe spesso Suggon l\'istesso umore Ma l\'alimento istesso Cangiando in lor si và. Che della serpe in seno Il fior si fa veleno, In sen dell\'ape il fiore Dolce liquor si fa. (Abele, in La Morte di Abele41)

39 PIETRO METASTASIO, La morte di Abele, Parte Prima, Scena III. 40 PIETRO METASTASIO, La morte di Abele, Parte Prima, Scena V. 41 PIETRO METASTASIO, La morte di Abele, Parte Prima, Scena VI.

QUADERNO 23 - Esercizi Spirituali (1966) – SOMMARIO42 Esercizi Spirituali Direttrici Cenacolo Domenicano (22-23 Agosto) 2 Dio crea per amore 12 Il Peccato 13 Domenica XIII dopo Pentecoste – 1966 14 Corso Aspiranti (13-15 Settembre) 15 Esercizi ai Giovani (15-18 Settembre) 17 Esercizi Spirituali alle Aspiranti (18-21 Settembre) 19 Esercizi Spirituali alle Giò (21-24 Settembre) 23 Metastasio 24

42 Inserito in fase di redazione.

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  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
    tra la vita delle persone, condividendo tutto. 
    In fondo, forse, è il segreto più prezioso che ci ha svelato.”
    Umberto Roversi

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