Quaderno 32 - La Chiesa 1975

QUADERNO 32

Ai Diaconi Esercizi Spirituali 14-17 Agosto 1975 A Morge

1 Meditazione. Lc 5,1-11. 1) Il disegno di amore di Dio nella Storia. Sono inserito in questa storia. 2) Vivere il mio battesimo in questa dimensione. 3) Sentirmi associato a quest’opera di salvezza. Seconda parte: Revisione sulla mia vita spirituale. Vedere se è così posta o se l’egoismo e l’orgoglio me lo hanno impedito o quanto.

2 Meditazione. La Chiesa mistero. Chiesa vita; vita soprannaturale. Le due verità base: la Santissima Trinità e l’Incarnazione. Incarnazione. Morte. Pentecoste. Il nostro tendere alla santità. La devozione Trinitaria; la crescita nella grazia.

3 Meditazione. La Chiesa Corpo Mistico. La nostra relazione con Gesù; la nostra dipendenza

e la

nostra conformazione.

4 Meditazione. La Chiesa e lo Spirito Santo. L’anima della Chiesa.

Essere guidati da lui. 1) Nella verità: studio della Scrittura,

Meditazione. 2) Nel culto: il sacerdozio regale.

2 Giorno

1 Meditazione. Lo Spirito Santo guida nella Chiesa 1) Guida nella liturgia della lode. I Salmi. 2) Guida nel Sacrificio: il nostro compito di intercessori. 3) Grazia nei Sacramenti: Confessione: purificarci per la lode e per il bene della Chiesa. Comunione: per crescere; il pericolo dell’abitudine.

2 Meditazione. La Chiesa tempio di Dio. 1) Per la nostra costruzione personale. Per la costruzione della famiglia. Per la costruzione del gruppo comunitario. Per la costruzione della Parrocchia e nella Chiesa locale. 2) Valorizzare il nostro carisma per gli altri; edificarci nella particolare forma della nostra santità.

3 Meditazione. La Chiesa è la vigna di Dio. La necessità della nostra purificazione e della penitenza. Per noi e per tutti. Revisione di vita.

4 Meditazione. La Chiesa sposa di Cristo. Il vero incontro di amore con Gesù; la nostra amicizia con Lui. Il culto eucaristico. L’amore tra i due sposi: a quale altezza e perfezione deve arrivare.

3 Giorno 1 Meditazione. La Chiesa sacramento. 2 Meditazione. Ef 4,1-10. La gloria della castità e della povertà.

3 Meditazione. Lam 2. Il nostro posto nella Chiesa di oggi.

4 Meditazione. La comunità diaconale.

Esercizi alle Donne 1 Corso: “Mamma Margherita Bosco”1 Cervarezza, 19-20-21 Agosto 1975

1 Giorno 1 Meditazione. La Chiesa mistero. Mt 5,1-10. La vita che è nella Chiesa cui partecipare. Esame su una pietà eccessivamente individualistica.

2 Meditazione. La Chiesa sacramento. La nostra devozione trinitaria.

3 Meditazione. Chiesa Corpo mistico. La nostra preghiera e la nostra azione. I misteri di Gesù.

2 Giorno 1 Meditazione. La Chiesa tempio di Dio. La lode e l’abitudine nelle cose.

2 Meditazione. La Chiesa ovile. La nostra obbedienza nella Chiesa.

3 Meditazione. La Chiesa vigna di Dio. La lotta contro il peccato e la penitenza.

4 Meditazione. La Chiesa e lo Spirito Santo. La nostra dipendenza da Lui. La meditazione.

3 Giorno. La Chiesa sposa di Cristo.

1 Meditazione. Il nostro amore al prossimo.

1 A partire dalla metà degli anni Settanta, i gruppi parrocchiali di Azione Cattolica, dopo un cammino di preparazione che culminava nella “Professione di Fede”, venivano identificati con un nome preciso che richiamava un santo o i misteri della vita di Gesù o di Maria. Pertanto, a partire dal Quaderno 32, nell’indicare i destinatari dei corsi di esercizi spirituali, don Pietro puntualizza anche il nome del gruppo. 2 Meditazione. L’amore sponsale e la castità.

3 Meditazione. I frutti degli esercizi. 1° Preparazione al pellegrinaggio2. 2° Il programma.

Il pellegrinaggio: ha avuto la sua preparazione in questi esercizi perché sarà incontro con la Chiesa di Roma, perché sarà incontro di fede con gli apostoli su cui è stata fondata la Chiesa. Dobbiamo suscitare in noi alcune disposizioni: 1) La fede nella Chiesa trionfante, del Purgatorio, e della terra. I Santi sono nostri fratelli, hanno sofferto prima di noi, sanno e ci amano. Pietro; Paolo. Con l’indulgenza possiamo aiutare le anime del Purgatorio. Ci incontreremo con i fratelli che convergono a Roma da tutto il mondo e potremo sentire la cattolicità della Chiesa. 2) Spirito di conversione 3) Umiltà. 4) Amore ai fratelli. 5) Amore e obbedienza al Papa.

Per il programma: 1) comunità che crede; 2) comunità che prega; 3) comunità che collabora; 4) comunità che agisce.

2 Pellegrinaggio parrocchiale svoltosi a Roma dal 25 al 29 settembre, in occasione dell’Anno Santo indetto da Sua Santità Paolo VI.

Esercizi Spirituali agli Uomini Corso “San Paolo Apostolo” 22-23-24 Agosto 75, Cervarezza

1 Giorno

1 Meditazione. La presenza di Gesù nella Chiesa. Dt 7,6; Mt 8,14 sq. Come si manifesta Gesù: 1) colui che guarisce (suocera di Pietro)3; 2) colui che ha misericordia4; 3) colui che esige una rinuncia piena5; 4) colui che calma la tempesta6; 5) colui che caccia i demoni7. Perciò: 1) visione di fede: la Chiesa è oggetto di fede; credo la Chiesa. 2) Gesù ha voluto la Chiesa. Realizza il regno di Dio: annuncio del Regno, predicazione della sua struttura, l’invito e il comando ad entrarvi, la promessa di assistenza. a) fate penitenza; è vicino (Mt 4,17) b) predicando il vangelo del Regno (Mt 9,35) bisogna che porti il Vangelo del Regno di Dio (Lc 4,43) c) mandò gli Apostoli ad annunciare che il Regno di Dio è vicino (Mt 10,7) d) parlando del Regno di Dio (At 1,3). e) Le parabole del Regno: il seminatore (Mt 13,38). la zizzania (Mt 13,249). la senape (Mt 13,3110). il lievito (id11). 3) È un regno visibile (città, luce, sale, rete) è fatto per tutti i tempi, è destinato a tutti i popoli, è regno interiore,

3 Mt 8,14-15. 4 Mt 8,16-17. 5 Mt 8,18-22. 6 Mt 8,23-27. 7 Mt 8,28-34. 8 Mt 13,3-8. 9 Mt 13,24-30. 10 Mt 13,31-32. 11 Mt 13,33. è eterno. Il regno di Dio e la Chiesa sono due aspetti di una stessa opera. La Sua missione è quella di instaurare il regno di Dio nel mondo, regno mediante il quale Dio prende possesso dell’uomo e l’unisce a sé in un amore eterno. E si incarna in una comunità visibile. Credo la Chiesa. Credo nella Chiesa. Conoscere nella fede la Chiesa per amarla e per difenderla. Sapere che la Chiesa viene da Gesù, è stata voluta da Gesù per me. In essa mi fa trovare la salvezza, la sicurezza, la gioia. Che cosa ho fatto finora per la Chiesa?

2 Meditazione. La Chiesa mistero. È vita, movimento di vita dalla Trinità a me per Cristo. Questa vita è santità. Credo nella Santa Chiesa. La Chiesa deve essere santa. Io devo essere santo. Verificare la direzione della mia vita, se è per la santità. Chiedermi se ho avuto paura della santità o se ho teso ad essa come a una cosa necessaria e normale per un cristiano. Chiedermi quali ostacoli non ho superato.

3 Meditazione. Lo Spirito Santo anima della Chiesa. Rm 8. È il nostro Spirito. Comunità ad immagine trinitaria. È lo Spirito che viene da Gesù, è dono grande di Gesù, frutto della sua sofferenza e Passione. (“Ricevete lo Spirito Santo”12). È luce: sappiamo in Lui. È Amore: la pienezza. È guida: la sicurezza. È ospite: la gioia. È forza: nessun timore.

Il nostro atteggiamento a suo riguardo. Sentirlo anima della nostra anima; anima di tutta la Chiesa. Tutto quanto avviene nella Chiesa avviene in Lui. Verità. Culto. Amore fraterno. Sulla Verità: cultura biblica pregare con le sue preghiere la meditazione, ascolto di Lui. Revisione di vita particolarmente sul nostro impegno nella meditazione.

4 Meditazione. La Chiesa Corpo Mistico. Unione a Cristo Capo. Unione ai fratelli.

12 Gv 20,22. Il nostro vero amore a Cristo. La partecipazione ai suoi misteri.

2 Giorno

1 Meditazione. La Chiesa è un tempio. La necessità della nostra purificazione e della penitenza.

2 Meditazione. La Chiesa è una vigna. Il nostro progresso spirituale e gli ostacoli: disordine, abitudine, superficialità. Il pane eucaristico, pane di crescita.

3 Meditazione. La Chiesa è un ovile. Il nostro amore alla Chiesa e ai suoi pastori. Il nostro lavoro e la nostra obbedienza.

4 Meditazione. La Chiesa è una sposa. La spiritualità coniugale e la castità.

3 Giorno 1 Meditazione. Maria Madre della Chiesa. 2 Meditazione. Il nostro pellegrinaggio e il suo significato ecclesiale.

3 Meditazione. Il nostro programma a) Siamo in una comunità che prega. L’importanza della Liturgia nella Chiesa. b) Comunità che si costruisce. Le nostre virtù personali e sociali. c) Comunità che opera. Il nostro apostolato.

Esercizi Spirituali alle Giò grandi “Rosa Mistica” Cervarezza, 25-26-27 Agosto 1975

Introduzione. Preghiera. Penitenza. Senso della comunità.

1 Meditazione. Mt 8,14 sq.; Dt 7,6. 1) L’Incarnazione per la Chiesa. Cristo l’ha voluta; questa à la linea della salvezza. 2) La salvezza nel credere e nell’amare. Per credere e amare: a) distacco (“… il Figlio dell’uomo non sa dove posare il capo”), povertà; b) superamento degli affetti (“Lascia che i morti seppelliscano i morti”), cioè castità; d) docilità anche nella tempesta; non aver paura, andare avanti cioè ubbidienza. Costituire la Chiesa: è di coloro che credono e amano. E chi pone le condizioni di distacco tanto più può credere e amare. 3) Voi volete fare comunità, volete realizzarvi Chiesa con quanta più perfezione possibile; ecco le condizioni. Revisione di vita. Cosa è che può ostacolare di più la mia efficienza per il bene mio e il bene delle altre?

2 Meditazione. La Chiesa mistero. Lc 5,1-10. 1) Come Gesù ha voluto la Chiesa. Regno di Dio. Le parabole del Regno. 2) La Chiesa è vita, comunicazione della Trinità in Gesù. 3) Il nostro tendere necessariamente alla santità.

3 Meditazione. La Chiesa e le lotte per la salvezza. Mc 6,45-51. 1) La Chiesa prolunga Cristo segno di contraddizione, perseguitato, crocefisso. 2) Lotte della Chiesa e di chi appartiene alla Chiesa. 3) Le tentazioni nostre esterne e interne. L’accettazione di questa realtà di lotta. Revisione di vita.

4 Meditazione. Chiesa Corpo Mistico. Realtà della nostra unione con Gesù Capo e con i fratelli. Vivere la vita di Gesù e i suoi misteri. Come deve essere l’amore per i fratelli. 2 Giorno

1 Meditazione. La Chiesa è un edificio. Realizzare la purificazione per essere pietre adatte. Arrivare ad uno stato di vero fervore nell’eliminazione di ogni peccato veniale. La Penitenza, lo spirito di penitenza. La mortificazione.

2 Meditazione. La Chiesa è un tempio. La nuova Gerusalemme. Il triplex munus di ogni battezzato13. Insistenza sul sacerdozio regale particolarmente per la liturgia.

3 Meditazione. La Chiesa è una vigna. La nostra opera per dare frutti. Il difetto predominante; come combatterlo.

4 Meditazione. La Chiesa è un ovile. Docilità e ubbidienza alla Chiesa. Lo Spirito Santo anima della Chiesa. La Direzione Spirituale.

3 Giorno

1 Meditazione: Le dimensioni escatologiche della Chiesa. Il nostro pellegrinaggio e il suo significato. Il programma diviso in tre punti: 1. Comunità di preghiera 2. Comunità di crescita (le virtù) 3. Comunità che opera Informare tutta la spiritualità di spirito ecclesiale. Costituire in questo la vostra comunità. Quindi un programma individuale e uno comunitario che farete dopo trovandovi insieme; povertà, castità, obbedienza.

2 Meditazione. La Chiesa sposa. Due conseguenze: a) Unione a Cristo con un amore forte e totale. Realizzare così la preghiera, così la meditazione. Prendere via ogni formalismo. b) Realizzare la propria vocazione, preparandosi bene nell’ideale al Matrimonio. La virtù della purezza nell’amore.

13 Partecipazione di tutti i fedeli al triplice ufficio – sacerdotale, profetico e regale – di Gesù Cristo. Chi ha già il ragazzo realizzare con lui una spiritualità grande e uno stile di purezza. Chi non l’ha, prepararsi nella purezza e nella generosità per avere palato buono e scegliere bene.

3 Meditazione. Maria Madre nella Chiesa. 1) Perché Madre. 2) Modello e aiuto. 3) La nostra devozione.

Esercizi Spirituali alle Donne Corso “Sant’Elisabetta d’Ungheria” 28-29-30 Agosto 1975

Introduzione. Proporsi una linea, di preghiera, di raccoglimento. Darsi un fine e un metodo.

1 Meditazione. La storia del popolo di Dio. Mc 6,45. Gesù cammina sulle acque. Come Dio si è formato un popolo consacrato nell’Antico Testamento. Dt 7,6. La Chiesa opera del Verbo incarnato. La Chiesa mistero. La nostra partecipazione. Il nostro dovere della santità.

2 Meditazione. La Chiesa Sacramento. Ef 1,9. Cristo vivo e operante nella Chiesa. Vita di lui operante in noi. Le nostre resistenze. La passività, l’abitudine.

3 Meditazione. La Chiesa Corpo Mistico. Le nostre relazioni con Gesù e la partecipazione ai suoi misteri.

4 Meditazione. Come essere nella Chiesa. Mt 13. a) La parabola del seme. Bisogna essere recettivi. L’attenzione alla parola di Dio, alla azione dello Spirito Santo. I salmi. b) La parabola della zizzania. Bisogna essere pronti a lottare. Chi è nella Chiesa sa di appartenere a un popolo che lotta. Le difficoltà esterne e le nostre tentazioni. c) La parabola del chicco di senape e del lievito. Bisogna crescere; crescere come individui e come comunità. La nostra crescita nella preghiera e nelle virtù. d) Le parabole della ricerca. Il tesoro e la perla. Bisogna impegnarsi per essere industriosi e attivi. e) La parabola della rete. Dimensione escatologica. Andare verso Cristo che viene. 2 Giorno

1 Meditazione. La Chiesa edificio e tempio. La nostra purificazione. Le pietre ben squadrate. Revisione sulla confessione.

2 Meditazione. La Chiesa la vigna di Dio La chiamata a lavorare nel campo di Dio. La costruzione delle nostre virtù sociali e individuali. La lotta sul difetto predominante. La pigrizia, l’orgoglio, la sensualità.

3 Meditazione. La Chiesa ovile e gregge. La certezza e la sicurezza di chi è nella Chiesa. La presenza di Cristo risorto. La presenza della donna nella Chiesa. La sua identità e la sua funzione. Donna: sposa (o vergine), madre.

4 Meditazione. La Chiesa Sposa di Cristo. a) Scoprire come ci ama Cristo; lasciarsi amare da Lui. b) La castità coniugale e il suo valore di santificazione.

3 Giorno 1 Meditazione: Lo spirito ecclesiale. Rm 12,1 sq. nel partecipare a tutto il mistero della Chiesa. Le nostre relazioni con la Chiesa Trionfante, Purgante, Militante. 1) Il nostro pellegrinaggio e il suo significato. 2) Il programma in questo spirito guardando alla Parrocchia. 1) Comunità di fede (accogliere i doni della parola nella Comunità). 2) Comunità di culto: valorizzare la liturgia soprattutto domenicale e la liturgia dei tempi14. 3) Comunità che cresce; le virtù. 4) Comunità che agisce e opera (apostolato).

2 Meditazione: La Chiesa feconda. Lc 5,1-11. La pesca prodigiosa. Necessità della vita interiore per l’apostolato. Necessità di essere come Gesù ricchi di amore al Padre e distaccati dalle cose terrene. Il valore della povertà volontaria. Come attuarla. Il valore delle privazioni e delle sofferenze.

14 Tempi liturgici. Povertà propriamente detta e in un senso più ampio. L’esercizio della pazienza intesa come esercizio di penitenza, di mortificazione e di povertà.

3 Meditazione. La Madre della Chiesa. 1) Il posto di Maria nel piano salvifico. 2) Maria come modello a tutta la Chiesa. 3) Ascoltarla: i suoi messaggi. Amarla: praticare le devozioni.

Esercizi Spirituali agli Uomini Corso “San Gaetano da Thiene” Cervarezza, 31 Agosto / 1-2 Settembre

Introduzione. Preghiera, riflessione, penitenza. Finalizzare bene.

1 Meditazione. Ef 1,4-20. La Chiesa Mistero. 1) La storia della salvezza. 2) La Chiesa pienezza di vita di Cristo dalla Santissima Trinità. 3) La nostra partecipazione.

2 Meditazione. Chiesa Corpo Mistico. La nostra viva comunione con Cristo. La nostra crescita in Lui per il bene di tutta la Chiesa.

3 Meditazione. Mt 8. Chiesa realtà sulla terra. La parte umana nella Chiesa. Le difficoltà e le tentazioni. Le nostre tentazioni palesi e occulte. Le tentazioni di passività e di abitudine.

4 Meditazione. Mt 5. La Chiesa e il suo spirito. Le beatitudini e il Regno. Il nuovo centro della vita proposto da Cristo. Come devono vivere e quale atmosfera creare quelli che sono suoi. Aderire al Cristo con tutta la vita e riporre sulla sua parola la felicità. La nostra crescita e le nostre virtù.

2 Giorno

1 Meditazione. La Chiesa e la Parola di Dio. Mt 1315. Il Seminatore. Le dimensioni della Chiesa secondo le quattro braccia della Croce. La Meditazione.

2 Meditazione. La Chiesa fonte di santità. Mt 1316. La zizzania. Il difetto predominante

15 Mt 13,3-9. 16 Mt 13,24-30. 3 Meditazione. La Chiesa e la purificazione. Gl 2. Il bisogno di penitenza per noi e per gli altri. La Chiesa tempio.

4 Meditazione. La Chiesa la vigna. Sull’Eucarestia che forma la Chiesa relazione con la mensa del pane e con il sacrificio.

3 Giorno

1 Meditazione. La Chiesa sposa. La spiritualità del Matrimonio. La stima della donna. La donna nella Chiesa.

2 Meditazione. I frutti della spiritualità ecclesiale. 1) Preparazione al pellegrinaggio. Incontro con tutta la Chiesa. Conversione e riconciliazione in Cristo. Incontro con la Chiesa trionfante, con Gesù, con Maria Santissima, con gli apostoli e i santi, con la Chiesa del Purgatorio, con il Papa e i fratelli. 2) Il nostro programma: farci una spiritualità comunitaria sulla traccia: comunità di fede, di preghiera, di crescita, di lavoro.

3 Meditazione. Maria Madre della Chiesa. La sua fede, la sua speranza, la sua carità, guardando il Vangelo. Perché Madre, perché modello.

Esercizi Spirituali alle Aspiranti Maggiori Cervarezza, 3-4-5 Settembre 1975

Introduzione. Preghiera. Riflessione. Penitenza.

1 Meditazione. La Chiesa è vita. Per la nostra felicità. Vivere in grazia.

2 Meditazione. La Chiesa Corpo Mistico. La nostra unione e il nostro amore a Gesù. Essere come Lui.

3 Meditazione. La Chiesa e lo Spirito Santo. Lasciarci guidare e costruire. I nostri ostacoli maggiori. Il difetto predominante.

4 Meditazione. La Chiesa è nella lotta. Vivere bene nella Chiesa è conquista. Le nostre tentazioni e come si vincono.

2 Giorno 1 Meditazione. La Chiesa è penitente. Il nostro dovere di espiazione. Il dolore necessario per chi ha peccato. Il triplex munus.

2 Meditazione: La Chiesa è sacramento. Revisione sull’uso della Penitenza e della Comunione.

3 Meditazione. La Chiesa è Maestra. La necessaria formazione della propria coscienza.

4 Meditazione. La Chiesa è guida. Il problema della purezza.

3 Giorno

1 Meditazione. La Chiesa è una famiglia. Il Papa. La Chiesa locale. La Parrocchia. Il comportamento in famiglia. 2 Meditazione. La Chiesa del Paradiso, del Purgatorio e della terra. Il significato del pellegrinaggio e il programma. Comunità di preghiera, di crescita, di opere.

3 Meditazione. La Madre della Chiesa. 1) Perché è Madre. 2) Che cosa fa a noi. 3) Il suo esempio. “Madre mia, fiducia mia”. “Dolce Cuore di Maria ecc...”.

Esercizi Spirituali alle ragazze Cervarezza, 6-7-8 Settembre 1975

Introduzione. Il Beato Odorico da Pordenone17. Il suo ardore apostolico. Il suo grande viaggio (1314) per evangelizzare in nome della Chiesa. Il nostro amore alla Chiesa deve essere l’anima di questi esercizi. Acquistare lo spirito ecclesiale.

1 Meditazione. La Chiesa nel piano della salvezza. Mt 8 Noi in questo piano per la santità.

2 Meditazione. La Chiesa mistero. Comunità di vita e di amore. Gli ostacoli che abbiamo a una vera vita cristiana.

3 Meditazione. La Chiesa Corpo Mistico. L’opera dello Spirito Santo e la nostra corrispondenza.

4 Meditazione. La Chiesa unita a Cristo Capo. Il nostro amore e la nostra dipendenza da Cristo. I suoi misteri.

2 Giorno

1 Meditazione. La Chiesa comunità di gioia. Le Beatitudini.

2 Meditazione. La Chiesa comunità in movimento. Le parabole. Movimento per la verità, per la purificazione, per la crescita.

3 Meditazione. La Chiesa edificio di Dio. Le virtù sociali e individuali.

4 Meditazione. La Chiesa vigna di Dio.

17 Entrato ancora adolescente nel convento di san Francesco a Udine dove fu ordinato sacerdote (1290) dell\'ordine francescano, si distinse per zelo, austerità e quel fervore missionario che lo porterà a lasciare il proprio paese per l\'Asia Minore prima, per la Mongolia poi e, successivamente, per la Cina e l\'India. Tornò infine in patria a riferire al Papa sulla situazione delle missioni in Oriente. Morì nel 1331. La Chiesa e l’Eucarestia. Il Sacramento: cena, unità, amore. Il Sacrificio: collaborazione alla salvezza.

3 Giorno 1 Meditazione. La Chiesa sposa di Cristo. L’amore di Gesù. L’amore della Chiesa. Realizzare questo amore nella nostra vocazione, attraverso la nostra vocazione. La spiritualità di fidanzati.

2 Meditazione. La Chiesa comunità di poveri. Pellegrinaggio: espressione e segno di povertà. Modo di comunione con tutta la Chiesa trionfante, purgante, militante.

3 Meditazione. Maria Santissima Madre della Chiesa. a) Quello che Dio ha fatto in lei, per noi e la salvezza. b) L’esempio delle sue virtù. c) Come strutturare la nostra devozione.

Esercizi Spirituali alle Aspiranti Minori (V° e I° Media) Cervarezza, 9-10 Settembre 1975

1 Meditazione. La Chiesa voluta da Gesù. Comunità di salvezza e di amore.

2 Meditazione. La Chiesa comunità di vita. La grazia santificante e il peccato. Revisione sullo stato di grazia.

3 Meditazione. La Chiesa comunità in lotta. Le forze del male. Le persecuzioni. Le tentazioni. Il difetto predominante. Come vincere le tentazioni.

2 Giorno 1 Meditazione. La Chiesa è santificante. I Sacramenti. Uso della Comunione e della Confessione. 2 Meditazione. Il nostro programma nella Chiesa. 3 Meditazione. Maria Santissima Madre della Chiesa. Maria esempio di purezza, e aiuto.

Esercizi Spirituali ai pre-Ju Cervarezza, 11-12-13 Settembre 1975

Introduzione (sera precedente).Beato Odorico. L’amore a Cristo e alla Chiesa; tema degli Esercizi. Decisione, logicità, impegno si esprimono nel silenzio, nella riflessione, nella preghiera e nella penitenza.

1 Meditazione. La Chiesa comunità di salvezza e di vita. Ef 1,14. Nell’Antico Testamento, popolo di Dio. Perché Gesù l’ha voluta. La nostra destinazione a fare una comunità di santi.

2 Meditazione: La Chiesa amore di Gesù. Ef 5. “Ha dato se stesso”18. La lotta contro l’individualismo e l’egoismo. I superiori.

3 Meditazione. La Chiesa Corpo Mistico. 1Cor 12. Le nostre relazioni con Gesù e i suoi misteri.

4 Meditazione. La Chiesa nella lotta. Le persecuzioni e le tentazioni.

2 Giorno 1 Meditazione. La Chiesa penitente. Rm 6. Il peccato. I motivi del pentirci. a) I benefici di Dio. Is 519. Il fico sterile20. b) Il timore dei castighi. Lc 17. c) La Passione di Cristo.

2 Meditazione. La Chiesa sacramento. Non fare gesti magici. Che cosa sono i sacramenti. Revisione sulla Confessione e Comunione.

18 Ef 5,25. 19 Il Canto della vigna. 20 Cfr Lc 13,1-9. 3 Meditazione. La Chiesa comunità di fede. La parola di Dio. La Meditazione.

4 Meditazione. La Chiesa è una famiglia. Varietà di doni nell’unità. A ognuno il suo posto. Il tuo posto. La Direzione spirituale.

3 Giorno

1 Meditazione. La Chiesa è comunità di amore. Saper amare e saper accogliere l’amore. La purezza.

2 Meditazione. La Chiesa pellegrina. Il pellegrinaggio e il programma.

3 Meditazione. Maria Santissima Madre della Chiesa.

Esercizi Spirituali alle Giò piccole Gruppo “Sant’Eulalia” 14-15-16 Settembre 1975

Introduzione. Silenzio. Riflessione. Preghiera. Penitenza.

1 Meditazione. Il piano di salvezza di Dio. 1Gv 1,1-5. Realizzare una comunità di amore con l’uomo e tra gli uomini. La nostra ricerca di Dio. Fuga? Compromesso?

2 Meditazione. La Chiesa comunità di vita. La grazia, la crescita nella grazia. Le virtù teologali.

3 Meditazione. La Chiesa Corpo Mistico. Le nostre relazioni con Gesù. Chi è Gesù per noi.

4 Meditazione. La Chiesa comunità di Luce. Le Beatitudini. La povertà. Comunità di poveri. I nostri attaccamenti ai piaceri e alle vanità.

2 Giorno 1 Meditazione. La Chiesa penitente. Il pentimento dei nostri peccati.

2 Meditazione. La Chiesa che si rinnova. L’abitudine. I sacramenti della Confessione e della Comunione.

3 Meditazione. La Chiesa custodisce la parola. Lo Spirito Santo ci insegna a riflettere e a pregare.

4 Meditazione. La varietà nella Chiesa. I nostri doni e i nostri carismi.

3 Giorno

1 Meditazione. La Chiesa sposa. Le ragioni della purezza. 2 Meditazione. La Chiesa pellegrina. Il nostro pellegrinaggio e il nostro programma.

3 Meditazione. La Madre della Chiesa. Maria nella nostra vita e la gioia.

Esercizi spirituali alle Pre-Giò Cervarezza, 17-18-19 Settembre 1975

Introduzione. La Chiesa e l’Eucarestia. Silenzio. Penitenza. Riflessione. Preghiera. La gugliata di Sant’Omobono21.

1 Meditazione. La Chiesa luogo di salvezza Ef 1,1-14. L’opera di Dio nella storia della salvezza. La nostra chiamata alla Chiesa. Dio in cerca di noi. La nostra risposta. Fuga? compromesso?

2 Meditazione. La Chiesa comunità di vita. 1Gv 1,1-4. La grazia. La stima della grazia, la vita e la crescita di grazia.

3 Meditazione. La Chiesa comunità di luce. 1Gv 1,4-8. Parabola del seminatore. Come abbiamo corrisposto alla parola. La comunità di Fede.

4 Meditazione. La Chiesa comunità che lotta. Mc 422. Tempesta sedata. Le tentazioni: quali sono, da dove vengono, come si vincono e come si prevengono. Il difetto predominante.

2 Giorno

1 Meditazione. La Chiesa comunità penitente. Il dolore per i nostri peccati.

2 Meditazione. La Chiesa ci santifica. Con la parola che guida. Formazione della coscienza. Con la Confessione. Con la Comunione.

21 Quantità di filo che si mette nella cruna dell’ago per cucire. Si narra che il diavolo sfidò sant’Omobono, sarto, a chi facesse più presto a cucire un vestito e venne sconfitto. 22 Cfr Mc 4,35-41. 3 Meditazione. La Chiesa comunità d’amore. Lo Spirito Santo anima della Chiesa. Le ragioni della purezza.

4 Meditazione. La Chiesa comunità di gioia. La gioia della purezza, della Liturgia, della amicizia.

3 Giorno

1 Meditazione. Amare la Chiesa. Tutto il frutto qui. Espresso prima nel pellegrinaggio a Roma e poi nel programma in cui accentuerete lo spirito comunitario.

2 Meditazione. La Chiesa, la comunità dove ci amiamo. L’elogio della carità in San Paolo23. Ciò che dice Gesù. Come amare in famiglia, nel gruppo, nella comunità, con tutti.

3 Meditazione. La Madre della Chiesa. a) Perché Madre. b) Ciò che ha fatto (i sette dolori e le sette gioie). c) Ciò che dobbiamo fare noi.

23 Cfr 1Cor 13,1-13.

Esercizi Spirituali ai Giovani Cervarezza, 19-20-21 Settembre 1975

Introduzione. Farsi i «propri» esercizi. Farsi il deserto, la preghiera, la riflessione, la penitenza: per amare la Chiesa come corpo di Cristo.

1 Meditazione. La Chiesa nella storia della Salvezza. Io in questa storia. La ricerca di Dio, il mio andargli incontro.

2 Meditazione. La Chiesa comunità di vita. Chiesa Mistero.

3 Meditazione. La Chiesa Corpo Mistico.

4 Meditazione. La Chiesa nell’imitazione di Cristo. Gesù e i suoi misteri. Il nostro posto nella Chiesa e i nostri carismi.

2 Giorno

1 Meditazione. La Chiesa comunità che si purifica. Il dolore e l’espiazione dei nostri peccati.

2 Meditazione. La Chiesa comunità di ricchezze. La parola. I sacramenti (Confessione e Comunione).

3 Meditazione. La Chiesa comunità di doni. Il nostro apostolato e i carismi. I carismi degli altri. La Direzione Spirituale; obbedienza.

4 Meditazione. La Chiesa comunità che ama. La purezza; il nostro sacerdozio battesimale.

3 Giorno

1 Meditazione. La Chiesa comunità di poveri. Il valore e la pratica della povertà.

2 Meditazione. Il pellegrinaggio e il nostro programma. 3 Meditazione. Maria Madre della Chiesa.

Riassunto degli Esercizi del 1975

1° Corso degli Aspiranti Diaconi (Morge 14-15-16 Agosto)

2° Corso Donne “Mamma Margherita” (Cervarezza 19-20-21 Agosto)

3° Corso Uomini “San Paolo Apostolo” (Cervarezza 22-23-24 Agosto)

4° Corso Giò Grandi – Rosa Mistica (Cervarezza 25-26-27 Agosto)

5° Corso Donne “Santa Elisabetta d’Ungheria” (Cervarezza 28-29-30 Agosto)

6° Corso Uomini “San Gaetano da Thiene” (Cervarezza 31 Agosto - 1 e 2 Settembre)

7° Corso Aspiranti Maggiori (Cervarezza 3-4-5 Settembre)

8° Corso Ragazze grandi (Cervarezza 6-7-8 Settembre)

9° Corso Aspiranti Minori (Cervarezza 9-10 Settembre)

10° Corso Pre-Ju – San Domenico Savio (Cervarezza 11-12-13 Settembre)

11° Corso Giò piccole – Sant’Eulalia (Cervarezza 14-15-16 Settembre)

12° Corso Pre-Giò – Santissima Eucarestia (17-18-19 Settembre)

13° Corso Giovani – San Giovanni Bosco (Cervarezza 20-21-22 Settembre)

Totale partecipanti a questi Corsi n. 295

La Chiesa – Introduzione

Lc 5,1-1124. 1. Dopo il peccato di Adamo il cammino dell’umanità è paragonato a un navigare in un mare insidioso e pieno di tempeste. Gesù, che istituisce la sua Chiesa come il sacramento della salvezza, la paragona a una barca di pescatori. La Chiesa dovrà prendere gli uomini dal profondo abisso di questo mare che è il mondo portarli sulla barca per farli giungere al lido della pace eterna.

2. Le reti quasi si rompevano: vi sono i buoni e i cattivi. «Il regno dei cieli è simile anche a una rete gettata nel mare che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena i pescatori la tirano a riva e poi sedutisi raccolgono i pesci buoni ecc…» (Mt 13,47-50).

3. La Chiesa non è destinata per un mare tranquillo anche se ha con sé Gesù. Ha contro di sé tutte le forze del male, scatenate. Ma la vittoria è sicura: «Coloro che solcavano il mare sulle navi e commerciavano sulle grandi acque videro le opere del Signore, i suoi prodigi nel mare profondo. Egli parlò e fece levare un vento burrascoso che sollevò i suoi flutti. Salivano fino al cielo, scendevano negli abissi, la loro anima languiva nell’affanno. Ondeggiavano e barcollavano come ubriachi, tutta la loro perizia era svanita. Nell’angoscia gridarono al Signore ed egli li liberò dalle loro angustie. Ridusse la tempesta alla calma, tacquero i flutti del mare. Si rallegrarono nel vedere la bonaccia ed egli li condusse al porto sospirato» (Salmo 106, 23-3025). Così come è simboleggiato nel miracolo della tempesta sedata (Mt 8,14-26) sembra sempre che venga sommersa. Gesù dorme; tempesta si aggiunge a tempesta e più si avvicina la fine del mondo più le tempeste sono gravi. Il diavolo sa che il suo tempo è breve (Apocalisse26). Così nell’altro episodio (Mc 6,45-51). «Ordinò (coegit) di salire sulla barca» e tutta la notte lottano. Sono le lotte della Chiesa. La nave è in mezzo al mare e Lui solo in terra. La Chiesa non solo è afflitta dalle lotte, ma anche contaminata, tanto da pensare che potrebbe essere abbandonata. «Perché, Signore, stai lontano? nel tempo dell’angoscia ti nascondi? L’empio si

24 I testi della Sacra Scrittura riportati da don Pietro nel presente quaderno sono tutti tratti da La Bibbia di Gerusalemme, traduzione CEI, 1974. 25 Cfr Sal 107 [106], 23-30. 26 Cfr Ap 12,12. vanta… Dio non se ne cura. Dio non esiste» (Sal 9,22-3227). Quarta autem vigilia noctis venit28. E giunge al lido come è prefigurato nella pesca miracolosa avvenuta dopo la Resurrezione. Mane facto Iesus stetit in littore, et eam trahunt ad littus. Sic erit in consummatione saeculi. Mittite in dexteram navigii rete […] ad dexteram solos bonos […]. Non est scissum rete […] illic propter schismata rumpebatur […] hic vero nulla (Beda29) (Gv 21,1-14).

4. La Chiesa è una vocazione. È una chiamata divina. La voce che convoca l’assemblea non è una voce umana. È una iniziativa divina. È una realtà soprannaturale. Solo la rivelazione la rende accessibile. È il mistero del disegno divino per un nuovo rapporto tra Dio e l’umanità in Cristo mediatore. La Chiesa deve essere fedele a questa chiamata, alla sua verità. Non può ammettere arbitri, equivoci, surrogati, incertezze. Deve essere esigente. Ed è una chiamata beatificante perché apre la porta all’immenso regno di Dio, alla scoperta della Verità e dell’Amore, alla conversazione con Dio, alla fortuna della vera Vita. Vocazione divina: il Verbo è venuto a parlarci (Eb 1,2), noi dobbiamo ascoltarlo (Eb 2,1-4). Il gruppo degli Apostoli risulta dalla chiamata che a ciascuno di loro rivolse Gesù. «Vieni e seguimi» (Mt 4,19-22; 9,9; Gv 21,19). «Non voi avete scelto me ecc...» (Gv 15,16. 19; Lc 6,13). San Paolo userà senza fine questo concetto di vocazione (Rm 8,30; Gal 1,6; 1Tess 2,12). Così San Pietro: 1Pt 1,15; 2,9; 5,10; 2 Pt 1,3. La Chiesa è la società dei chiamati di Gesù Cristo (Rm 1,6). Il chiamato non rimane solo, diventa membro del Corpo (Col 2,19; 3,15; Ef 4,16). Nella Chiesa trova così il suo destino, la sua ragione d’essere, la missione, il dovere, la speranza che manca agli altri. Fuori c’è lo scetticismo e il pessimismo, o l’edonismo (carpe diem30) (nemo nos conduxit31). Nella Chiesa vi è lavoro adeguato e entusiasmante per cui valga la pena di vivere, di cercare, di amare, di operare, di soffrire, di morire. Nessuno è ozioso, inutile, disoccupato, senza la sua vocazione. Nessuno ha un vuoto di ideali, una vanità di fatiche, nessuno è sperduto, disperato. Le esistenze più misere possono divenire le più degne e le più preziose, come per i piccoli, i poveri, i sofferenti.

27 Cfr Sal 10 [9], 1-11. 28 “Sul finire della notte” (Mt 14,25). 29 Cfr BEDA IL VENERABILE, In Johannis evangelium expositio, XXI. 30 “Afferra il giorno; cogli l’attimo” (ORAZIO, Carmina, I. 11). 31 Nella NOVA VULGATA: “Dicunt ei quia nemo nos conduxit – Gli risposero: Perché nessuno ci ha presi a giornata” (Mt 20,7). La Chiesa offre a ciascuno qualcosa da fare che conferisce senso, valore, dignità, speranza. Valorizzati per la vita presente e futura. La Chiesa trasmette la Parola di Dio, la custodisce, la insegna, la interpreta. Non ascoltare se stesso più che lo Spirito. Altrimenti quale sciupio. Pianto di Gesù su Gerusalemme (Lc 19,42) (Dal discorso di Paolo VI, 17 Novembre32).

32 Cfr PAOLO VI, Udienza generale, mercoledì 17 novembre 1971.

La Chiesa - Definizione

1) Ecclesia est convocatio33. Si può definire o descrivere? La Scrittura non ci dà una definizione. Presenta in una pluralità di termini e soprattutto di immagini diversi aspetti dell’unica realtà, aspetti che bisogna sommare e completare l’uno con l’altro. Talvolta sono espressi in termini propri: popolo di Dio, Israele di Dio, sacerdozio, tempio. Più spesso in termini metaforici: Gerusalemme, città, edificio. O in termini che esprimono qualche cosa di proprio sotto una apparenza di metafora: sposa, fidanzata, vergine, madre e soprattutto Corpo. Questa economia della Rivelazione risponde al suo senso profondo. Le metafore rientrano in ciò che si chiama l’analogia, una similitudine reale, ma dinamica, una equivalenza di effetti. Esprimono più la maniera di agire, il comportamento dinamico del soggetto che il suo essere ontologico (Congar p. 1934).

2) Il discorso è posto in pieno nella storia della salvezza dell’umanità. «In ogni tempo e in ogni nazione è accessibile a Dio chiunque lo teme e opera la giustizia. Tuttavia Dio volle santificare e salvare gli uomini non individualmente e senza alcun legame tra loro, ma volle costituire di essi un popolo che lo riconoscesse nella verità e fedelmente lo servisse. Si scelse quindi per sé Israele perché fosse il suo popolo, stabilì con lui un’alleanza e lo formò, lentamente manifestando nella sua storia Se stesso e i suoi disegni e santificandolo per Sé. Tutto questo avvenne in preparazione e figura in quella nuova e perfetta Alleanza da concludersi in Cristo». (Lumen Gentium n. 9).

3) La Chiesa è l ’ed i fi ci o di Dio35. La Scrittura vuole sottolineare soprattutto l’aspetto storico e incessante dell’azione di Dio sul suo popolo. “La Sapienza si è costruita una casa, ha intagliato le sue sette colonne” (Pr 9,1). Vi sono costruzioni che sono solo opera dell’uomo e saranno distrutte. Babel (Gen 11,1-8) segno dell’orgoglio umano; le costruzioni di Israele “Una parola mandò il Signore contro Giacobbe, essa cadde su Israele. La conoscerà tutto il popolo… che dicevano «I mattoni sono caduti, ricostruiremo in pietra, i sicomori sono stati abbattuti, li sostituiremo

33 “Ecclesia Graecum est, quod in Latinum vertitur convocatio – Chiesa è la parola greca corrispondente al latino convocatio, che significa chiamata” (ISIDORO DI SIVIGLIA, Etymologiae, Liber VIII, I De Ecclesia et synagoga). 34 YVES MARIE JOSEPH CONGAR, Santa Chiesa, Morcelliana, Brescia 1967, p. 19. 35 Cfr Lumen Gentium, 6. con cedri»” (Is 9,8-1136). Nisi Dominus aedificaverit domum37 (Sal 126). È il Signore il vero costruttore. È il segno della sua gloria. “I popoli temeranno il Signore e tutti i re della terra la tua gloria, quando il Signore avrà ricostruito Sion e sarà apparso in tutto il suo splendore” (Sal 101,1738). “Il Signore ricostruisce Gerusalemme, raduna i dispersi d’Israele” (Sal 146,1-239). “In quei giorni rialzerò la capanna di Davide che è caduta, ne riparerò le brecce, ne rialzerò le rovine perché conquistino il resto di Edom e tutte le nazioni sulle quali è stato invocato il suo nome – dice il Signore che farà tutto questo” (Am 9,11-1540). Cfr At 15,13-18 (discorso di Giacomo al Concilio di Gerusalemme). Questa costruzione è per la salvezza, è la Chiesa. «Più spesso ancora la Chiesa è detta edificio di Dio (“Siamo infatti collaboratori di Dio, e voi siete il campo di Dio, l’edificio di Dio. Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come sapiente architetto io ho posto il fondamento ecc...” 1Cor 3,9-1541). Il Signore stesso si paragonò alla pietra che i costruttori hanno rigettata, ma che è divenuta la pietra angolare (cfr Mt 21,42; At 4,11; 1Pt 2,7; Sal 117,22). […]. Questo edificio viene chiamato in diverse maniere: casa di Dio (cfr 1Tm 3,15) nella quale abita la sua famiglia, la dimora di Dio nello Spirito (cfr Ef 2,19), la dimora di Dio tra gli uomini (Ap 21,3)» (da Lumen Gentium 6). “Edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti e avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù” (Ef 2,19-2242).

4. La Chiesa è il nuovo tempio; e la Gerusalemme. Lumen Gentium n 6: «… e soprattutto tempio santo che i Santi Padri esaltano rappresentato in santuari di pietra e che la Liturgia giustamente paragona alla Città Santa, la nuova Gerusalemme. In essa infatti siamo su questa terra come pietre viventi che entrano nella costruzione (cfr 1Pt 2,5). E questa città santa Giovanni la contempla mentre nel finale rinnovamento del mondo scende dal Cielo, da presso Dio, preparata come sposa adornata per il suo sposo (Ap 21,2)». Nel l ’Antico Testamento il santuario è sempre stato considerato come il luogo dove Dio è presente e riceve le preghiere degli uomini (ad esempio: 1Sam 1,1; la madre di Samuele43). Vedi dedicazione del primo tempio (1 Re 844), è ciò che fa l’unità del popolo. La ricostruzione ha il suo centro nel tempio (cfr i capitoli dal 40 al 48 di Ezechiele), tutte le nazioni in marcia verso Gerusalemme (Is 60: Surge, illuminare

36 Cfr Is 9,7-9. 37 “Se il Signore non costruisce la casa” (Sal 127 [126], 1). 38 Cfr Sal 102 [101], 16-17. 39 Cfr Sal 147 [146], 2. 40 Cfr Am 9,11-12. 41 Cfr 1Cor 3,9-15. 42 Ef 2,20. 43 1Sam 1,1-18. 44 1Re 8,1-11. Jerusalem45; Is 66: Laetare Jerusalem etc...46. Da Aggeo 2,6 sq: “Ancora un po’ di tempo e io scuoterò il cielo e la terra, il mare e la terraferma. Scuoterò tutte le nazioni e affluiranno le ricchezze di tutte le genti e io riempirò questa casa della mia gloria. L’argento è mio e mio è l’oro, dice il Signore degli eserciti. La gloria futura di questa casa sarà più grande di quella di una volta; in questo luogo porrò la pace”47. Idem Zc 8, 20-21. Dio si pone alla costruzione di una nuova Gerusalemme, che ha una vocazione universale in opposizione a Babele. Nel Nuovo Testamento: L’umanità di Cristo, carnale prima e poi mistica, diventa la Nuova Gerusalemme che raggiungerà il suo Sposo alla fine dei tempi. Quando il tempio sarà distrutto, farà posto al tempio spirituale di Cristo (“Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere” Gv 2,19). Gerusalemme è distrutta (abominio della desolazione nel tempio) Cristo viene sulle nubi (Mt 24,15-30). Adesso il tempio è la comunità. “Quale accordo tra il tempio di Dio e gli idoli! Noi infatti siamo il tempio di Dio vivente come Dio stesso ha detto: Abiterò in mezzo a loro e con loro camminerò e sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo ecc...” (2Cor 6,16-17). Il tempio è la comunità dei peccatori convertiti (Lc 19,1-10, episodio di Zaccheo). La Vergine membro eminente di questa nuova umanità è la prima realizzazione della nuova Sion (Lc 1,28-29). Per fedeltà all’antica economia, la nuova prende avvio da Gerusalemme (At 1,1-11). In opposizione all’antica, schiava del peccato e della Legge, la nuova è libera (Gal 4,22-31). Tutti insieme i cristiani sono dimora di Dio, tempio dello Spirito Santo (“Voi non siete più stranieri ecc...” Ef 2,19-22. “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui” Gv 14,23-25). Ezechiele aveva dovuto prendere la misura del futuro tempio. Il cristiano misura la dimora di Dio che si costruisce nell’amore (“Il Cristo abiti per la fede nei vostri cuori e così, radicati e fondati, ecc...” Ef 3,17-18). Piano individuale: il cristiano è officiante nel tempio del suo corpo. Egli conserva l’inviolabilità di questo santuario e serve Dio (“Non sapete che il vostro corpo ecc...” 1Cor 6,19-20. “Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito abita in voi”. Rm 8,9. “Che ciascuno sappia mantenere il proprio corpo con santità e rispetto ecc…”. 1Ts 4,4-8). Dopo il tempio, Dio pone la sua dimora nel cuore da cui irradia la sua salvezza (1Gv 3,24: “Chi osserva i suoi comandamenti dimora in Dio e Dio in Lui. E da questo conosciamo che dimora in noi: dallo Spirito che ci ha dato”); idem 4,13-16.

45 “Alzati, Gerusalemme, rivestiti di luce” (Is 60,1). 46 “Rallegrati, Gerusalemme” (Is 66,10). 47 Ag 2,6-9. 5. La Chiesa è la vigna, è il campo di Dio. Lumen Gentium n. 6: «La Chiesa è il podere o campo di Dio (cfr 1Cor 3,9). In quel campo cresce l’antico olivo, la cui santa radice sono stati i Patriarchi e nel quale è avvenuta e avverrà la riconciliazione dei Giudei e delle Genti (Rm 11,13-26). Essa è stata piantata dal celeste Agricoltore come vigna eletta (Mt 21,33-43; Is 5,1 ss). La vera vite è Cristo il quale dà vita e fecondità ai tralci, cioè a noi che per mezzo della Chiesa rimaniamo in Lui e senza di Lui nulla possiamo fare (Gv 15,1-5)». Nel l ’Antico Testamento, la terra promessa è una vigna di un rigoglio straordinario che Dio stesso cura (dove tagliano un tralcio con un grappolo di uva. Nm 13,20-26: “In quel giorno si dirà: La vigna deliziosa, cantate di lei. Io il Signore ne sono il guardiano, a ogni istante la irrigo; per timore che venga danneggiata io ne ho cura notte e giorno. Io non sono in collera. Vi fossero rovi e pruni, io muoverò loro guerra, li brucerei tutti insieme. O, meglio, si stringa alla mia protezione, faccia la pace con me” Is 27,2-5). La festa dei Tabernacoli, antica festa della vendemmia, doveva consacrare nella gioia questa abbondanza di frutti della vigna (Lv 23,40; 2Mac 10,7). Ma la vigna non ha dato frutti e Dio la distruggerà (Is 5,1-30; Ger 8,13- 17). Dio aveva strappato dall’Egitto la sua vigna e si era affaticato per piantarla nel suo paese, ma l’ha distrutta a causa dei suoi peccati (Sal 79,9-1948). La vigna è stata distrutta dal fuoco perché infeconda. Una vigna non vale che per i suoi frutti (Si adopera forse quel legno per farne un oggetto. Ez 15,1-8). Pianto sulla vigna distrutta. Ez 19,10-14. «Ripiantare la vigna» diviene un’espressione classica per esprimere la futura restaurazione (Ecco verranno giorni – dice il Signore – in cui chi ara s’incontrerà con chi miete e chi pigia l’uva con chi getta il seme, dai monti stillerà il vino nuovo e colerà giù per le colline” (Am 9,13) (e “pianteranno vigne”49). Nel Nuovo Testamento. La vigna passa dalle mani di Israele in quelle dei Gentili (Mt 21,28-45). Ecco infine una vigna piantata da Dio e che darà del vino vero: Cristo (notare il contesto eucaristico del discorso). A questo ceppo tutti i membri della Chiesa sono attaccati come dei tralci. Come i tralci ricevono la vita dal ceppo, così la Chiesa riceve la sua vita da Cristo. Il miracolo di Cana manifesta che l’economia giudaica, che non ha potuto dare buon vino, è rimpiazzata dalla nuova economia. Cristo offre il suo sangue frutto della vigna che è Lui stesso. Nasce una nuova comunità in questa carità di Cristo. Ger 2,21: “Io ti avevo piantato come vigna scelta tutta di vitigni scelti genuini, ora come mai ti sei mutata in tralci degeneri di vigna bastarda?”50.

48 Cfr Sal 80 [79], 9-19. 49 Am 9,14. “La loro vite è del ceppo di Sodoma, dalle piantagioni di Gomorra. La loro uva è velenosa, ha grappoli amari”51. Fel draconum vinum eorum et venenum aspidum insanabile52 (Dt 32,32-33).

6. La Chiesa è un ovile e un gregge. Lumen Gentium 6: «La Chiesa è un ovile, la cui porta unica e necessaria è Cristo (Gv 10,1-10). È pure un gregge, di cui Dio stesso ha preannunziato che ne sarebbe il pastore (Is 40,11; Ez 34,11; ecc...) e le cui pecore anche se governate dai pastori umani, sono però necessariamente condotte al pascolo e nutrite da Cristo stesso, il Pastore buono e principe dei pastori (Gv 10,11; 1 Pt 5,4), il quale ha dato la sua vita per le pecore (id53)». N el l ’Antico Testamento. I grandi antenati del popolo eletto sono stati pastori nomadi che spingevano innanzi a sé i loro greggi. Davide fu preso dal gregge54. I profeti hanno sempre paragonato il popolo a un gregge55. I pastori tengono il posto di Dio. Il Signore non manca e vuole dei buoni pastori, li suscita. Suscita Giosuè “perché la comunità del Signore non sia come un gregge senza pastore” (Nm 27,17). “Certo ti radunerò tutto, o Giacobbe, certo ti raccoglierò, resto d’Israele. Li metterò insieme come pecore in un recinto sicure, come una mandria in mezzo al pascolo, dove muggisca lontano dagli uomini” (Mi 2,12-13). “Il mio servo Davide sarà su di loro e non vi sarà che un unico pastore per tutti, seguiranno i miei comandamenti ecc...” (Ez 37,21-28). “Il Signore loro Dio in quel giorno salverà come un gregge il suo popolo” (Zc 9,16). Provvidenza e tenerezza del Pastore di Israele: Salmo 22 e 79; Is 49,9-10: “Essi pascoleranno lungo tutte le strade, e su ogni altura troveranno pascoli. Non soffriranno né fame né sete e non li colpirà né l’arsura né il sole, perché colui che ha pietà di loro li guiderà, li condurrà alle sorgenti d’acqua”. Castigo grave di Dio sono i cattivi pastori (Zc 11,4 ss; parabola dei due pastori). Nel Nuovo Testamento. Gesù ha designato la Chiesa come un gregge di cui Egli sarà il pastore. Mentre ad Israele si apparteneva per nascita, alla Chiesa chiunque si potrà associare «Non temete piccolo gregge» (Lc 12,32) ed ho altre pecore (Gv 10,16-2656). Pietro fondamento della Chiesa riceve l’ordine di essere pastore (Gv 21,15-17). “Vegliate su voi stessi e su tutto il gregge in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha posto come vescovi a reggere la Chiesa di Dio” (At 20,28-31). “Pascete il gregge di Dio che vi è affidato” (1Pt 5,2).

7. La Chiesa sposa di Cristo.

51 Cfr Dt 32,32. 52 “Tossico di serpenti è il loro vino, micidiale veleno di vipere” (Dt 32,33). 53 Cfr Gv 10,11-15. 54 Cfr 1Sam 16,10-13. 55 Si veda, a titolo esemplificativo: Ger 13,20; Ger 31,10; Ez 34,10; Mi 7,14. 56 Cfr Gv 10,16-26. L’idea dell’Alleanza domina tutto l’Antico Testamento. Osea descrive l’Alleanza per primo sotto il simbolo di un matrimonio di Dio con Israele. Poi i canti d’amore del Cantico dei cantici. Nel Vangelo Gesù si proclama lo sposo57 e San Paolo fa un confronto tra il matrimonio cristiano e le nozze di Cristo con la Chiesa58. N el l ’Antico Testamento. Dio rimprovera a Israele le sue prostituzioni (idolatria) e gli promette dei castighi che solo uno sposo geloso può prevedere: “Accusate vostra madre, accusatela, perché essa non è più una moglie e io non sono più suo marito” (Os 2,4-5). “Poiché il Signore tuo Dio è fuoco divoratore, un Dio geloso” (Dt 4,24; id. 6,15; id 5,9). Bisogna ritornare alla fedeltà di cui aveva dato prova nel deserto. La vita nel deserto durante l’esodo appariva come un ideale perduto; Israele ancora bambino non conosceva gli dei stranieri e seguiva fedelmente il Signore. “Ecco l’attirerò a me, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore. Le renderò le sue vigne… là canterà come nei giorni della sua giovinezza quando uscì dal paese d’Egitto. E avverrà in quel giorno – oracolo del Signore – mi chiamerai «marito mio» e non mi chiamerai più «mio padrone»” (Os 2,16-25). L’infedeltà di Israele obbliga Dio al castigo, ma è pronto a dare misericordia e amore. “Come mai è diventata una prostituta la città fedele? […]. Stenderò la mano su di te, purificherò nel crogiolo le tue scorie, eliminerò da te tutto il piombo” (Is 1,21-25). “Non temere perché non dovrai più arrossire; non vergognarti perché non sarai più disonorata e non ricorderai più il disonore della tua vedovanza. Poiché tuo sposo è il tuo creatore: Signore degli eserciti è il suo nome, tuo Redentore è il Santo d’Israele. […]. Per un breve istante ti ho abbandonato, ma ti riprenderò con un immenso amore. In un impeto di collera ti ho nascosto per un poco il mio volto, ma con affetto perenne ho avuto pietà di te, dice il tuo redentore, il Signore” (Is 54,4 ss.59). “Sì, come un giovane sposa una vergine, così ti sposerà il tuo architetto; come gioisce lo sposo per la sposa, così il tuo Dio gioirà per te” (Is 62,5). “Mi ricordo di te, dell’affetto della tua giovinezza, dell’amore al tempo del tuo fidanzamento, quando mi seguivi nel deserto, in una terra non seminata” (Ger 2,2). “Considera i tuoi passi là nella valle, riconosci quello che hai fatto, giovane cammella leggera e vagabonda, asina selvatica abituata al deserto: nell’ardore del suo desiderio aspira l’aria; chi può fermare la sua brama?” (id 2,23-24). “Tu ti sei disonorata con molti amanti e osi tornare da me? Tu sedevi sulle vie aspettandoli come fa l’Arabo nel deserto. Così anche la terra hai contaminato” (id 3,1-13). E tutto il capitolo 16 di Ezechiele: la storia della prostituzione di Israele. Nel Nuovo Testamento. Gesù fa propria l’immagine nuziale. 57 Si veda, a titolo esemplificativo: Mc 2,19; Gv 3,29; Mt 22,1-14; Mt 25,1-10. 58 Ef 5,21-33. 59 Cfr Is 54,4-8. “Perché i tuoi discepoli non digiunano? Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto mentre lo sposo è con loro?” (Mt 9,15-16). Parabola delle nozze (Mt 22,1-14) e delle dieci vergini (Mt 25,1-13). E Giovanni Battista: “Chi possiede la sposa è lo sposo; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è compiuta. Egli deve crescere e io diminuire” (Gv 3,24-3060). “Come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei purificandola per mezzo del lavacro dell’acqua accompagnato dalla parola al fine di farsi comparire davanti la sua Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata”61 (Ef 5,26-27).

8. La Chiesa Corpo Mistico di Cristo. Insegnamento della Scrittura. San Paolo cap. 12 della 1Cor e sui carismi 13 e 14; cap. 12,4-8 Rm; cap. 3,15 Col: “E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo”. cap. 1,22-23 Ef: “Tutto infatti ha sottomesso ai suoi piedi e lo ha costituito su tutte le cose a capo della Chiesa, la quale è il suo corpo, la pienezza di colui che si realizza interamente in tutte le cose”. cap. 1,18 ss. Col: “Egli è anche il capo del corpo cioè della Chiesa, il principio, il primogenito di coloro che risuscitano dai morti”.

A. San Paolo quando dice che la Chiesa è il Corpo di Cristo vuol insegnare l’unione vitale, reale benché invisibile e misteriosa dei fedeli con Cristo e tra di loro. Non è una unione fisica, non è un’unione puramente morale come intercorre tra i membri di una stessa società. È una unione profonda per la presenza dinamica invisibile ma reale dello Spirito Santo in tutti i membri del Corpo. Infatti lo Spirito Santo, che è essenzialmente Amore e come tale congiunge in modo ineffabile il Padre e il Figlio in seno alla Trinità, discendendo sui fedeli, li unisce pure tra di loro.

B. Questa mistica unità ha inizio nella fede e nel battesimo. In questo infatti i credenti vengono incorporati a Cristo, inseriti nella sua vita, associati ai suoi misteri. Questa unione reale con Cristo non può non produrre una profonda unione tra di loro. Questa duplice unione giunge alla sua piena attuazione nell’Eucarestia. Ricevendo il corpo e il sangue del Signore i fedeli entrano in comunione esistenziale con la sua stessa Persona Divina.

60 Cfr Gv 3,29-30. 61 Cfr Ef 5,25-27. Cristo glorioso li attira a sé, li unisce a formare una sola cosa. È la dimensione sociale, comunitaria della Eucarestia. Qui sta il nesso tra il corpo reale di Cristo e quello mistico.

C. Come avviene la costituzione del corpo di Cristo? Incarnazione, Pasqua e Pentecoste: ecco i tre momenti costruttivi della Chiesa e del corpo di Cristo. Egualmente come del Popolo di Dio. Con il sacrificio pasquale l’uomo è stato redento ed è diventato “nuova creatura” (Gal 6,13; 2Cor 5,17: “Se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove”): egli è come ricreato in una nuova esistenza. Cristo glorificato invia lo Spirito come il Dono per eccellenza del Padre che ha gradito il suo sacrificio. Lo Spirito rende i credenti simili a Cristo, li aduna da tutte le genti, li inserisce in Cristo per farli divenire misticamente il corpo di Cristo. Al corpo individuale del Cristo Redentore glorificato, i fedeli sono vitalmente assimilati e inseriti in modo così intimo da diventare misticamente questo corpo di Cristo. Misticamente, cioè in maniera misteriosa, spirituale, sacramentale e soprannaturale. Essi diventano Cristo e precisamente corpo di Cristo. Vi intercede un’identificazione mistica. Dice Sant’Agostino: “Congratuliamoci e rendiamo grazie a Dio di essere stati fatti non solo cristiani, ma Cristo”62.

D. Comunione vitale, comunanza di vita tra Cristo e i suoi membri, è il contenuto essenziale. È la nuova vita, la nuova creatura, la nuova esistenza, il nuovo essere soprannaturale che il battezzato acquisisce in Cristo, l’esse in Cristo e l’esse cum Cristo. La medesima vita si diffonde dal Capo alle membra. Questa comunione si attua mediante lo Spirito che Cristo dona ai fratelli: così Egli è Primogenito tra molti fratelli (Rm 8,29). È un corpo spirituale – corpus pneumaticum – (1Cor 15,44), nel Pneuma.

E. Solidarietà tra i membri. Attraverso i sacramenti i credenti si uniscono a Cristo sofferente e glorificato (Mistero Pasquale), la vita di Cristo si diffonde in essi nel Corpo. Sono consociati alla Morte e Risurrezione. Il Battesimo ci rende consepolti e conresuscitati (Rm 6,4-5). Nell’Eucarestia la partecipazione al corpo del Signore è massimamente reale, il simbolismo e la causalità sacramentale sono potenziati al massimo. Il vero frutto è la comunione con Lui e tra di noi. Quantunque molti, un solo corpo siamo noi tutti che partecipiamo di quest’unico pane (1Cor 10,17). Il corpo non sarebbe corpo senza la

62 SANT’AGOSTINO, In Evangelium Ioannis Tractatus, 21, 8. molteplicità di organi: così nel corpo formato dal Pneuma molti sono i doni pneumatici-spirituali; diversi sono gli organi e gli uffici, ma uno solo lo Spirito e quindi uno solo è il corpo. Lo Spirito unifica il corpo con la sua virtù e con l’intima connessione dei membri: egli produce e stimola la carità tra i fedeli. Il primario e incomparabile vincolo dell’unità nel corpo è lo Spirito con i suoi doni.

F. Cristo Capo. Cristo è capo, cioè ha la supremazia sopra l’intero corpo-Chiesa, ha il primato universale, è al di sopra di tutto il cosmo creato. Il Capo domina tutto, dal Capo il corpo continuamente riceve tutto. Glorificato, il Κύριος63 domina su tutti e su tutto. Egli esercita l’influsso della sua perfezione e potenza redentrice e santificatrice, egli colma di ricchezze tutto il suo corpo glorioso (Ef 1,18-23). I membri, partecipando la vita del Capo, vengono configurati con il Cristo: Gesù è formato in essi. Vivendo in Cristo, sono resi sempre più conformi al Capo, quasi inseriti nei misteri della sua vita terrestre e celeste. Il membro del corpo sulla terra deve soffrire con il Cristo. Il Capo dispensa i doni dei «ministeri». Non è virtù umana che agisce nei ministeri, ma quella di Cristo.

G. L’uomo non è solo «essere» ma anche «divenire». Uomini si nasce, ma sempre più e sempre meglio si diventa crescendo in età e in forze, intelligenza e virtù. Così è del cristiano, e così di tutta la comunità cristiana insieme. La Chiesa è dunque una comunità vivente ed operante: un Corpo reale, misterioso, soprannaturale, che vive una vita superiore, intensa, sublime. In essa vivificati e spinti dalla grazia, tutti devono dare contributo alla sua edificazione. È una meravigliosa dinamica. Contributo di preghiera, di meditazione, di studio, di sacrificio, di esempio, di carità.

63 Colui che ha vinto, il signore.

La Chiesa e lo Spirito Santo

1) L’essenza, il principio del Cattolicesimo che è anche principio d’unità è lo Spirito Santo. La Chiesa è una creazione sua, e la sua vita proviene da Lui. Non è come una società umana, un insieme risultante dall’addizione degli aderenti, dalle loro attività, ma è un tutto vivente, realizzato dallo Spirito Santo che costituisce e spiega le sue parti, invece di essere costituito e spiegato da esse. Possiede in sé il suo principio di vita. Perciò la legge essenziale del Cattolicesimo è la vita nella Chiesa, che è una vita nella comunione fraterna dell’amore. E non possiamo avere la vita dello Spirito Santo se non nella Chiesa di cui Egli è l’anima, perché è la Chiesa a spiegare la vita cristiana, poiché è la vita del tutto a spiegare e a fondare quella del mondo. Una vita di comunione fraterna nell’amore è per il fedele la condizione, l’ambiente vitale di tutto ciò che egli può essere o fare come cristiano. La fede stessa non sarà concepita come una conoscenza di tipo razionale o puramente intellettuale, ma ogni vera conoscenza è a base di comunione e di amore fraterno, d’inserzione viva nel tutto. Le cose di Cristo non puri oggetti che potremmo comprendere dal di fuori con il solo sforzo dello spirito, ma come un mistero al cui livello solo la vita può porci, e che si comprende solo dal di dentro vivendolo. Il grande pensiero che serve di fondamento a tutto è che il Cristianesimo non è una semplice idea, ma una cosa che s’impossessa di tutto l’uomo, che mette radici nella sua vita e che non si comprende se non la si vive. L’eresia è il frutto di uno spirito che ha tradito la legge della comunione fraterna e che, riprendendo la libertà egoista del suo movimento, sviluppa su un piano puramente intellettuale, e per vie puramente logiche, gli elementi del Cristianesimo. Si sfocia così in una filosofia di Cristo, in un sistema ecclesiologico che non è più il vero senso della Chiesa. I Padri che sono i nostri veri modelli sono stati al contrario essenzialmente degli uomini che vivevano nella Chiesa, e pensavano nella comunione viva della Chiesa che è la Tradizione. Questa vita nella Chiesa ha le sue esigenze e le sue complicazioni: ha i suoi organi. Il culto, il dogma, l’organizzazione gerarchica sono un’espressione esterna, come un organo della comunione di amore ispirata e attuata in noi dallo Spirito Santo. Perché anche la Chiesa tutta fondata sulla realtà e sull’opera del Verbo Incarnato è regolata dalla legge dell’Incarnazione. Come l’anima modella il suo corpo, si esprime in esso e si costituisce in esso degli organi che conterranno, conserveranno e svilupperanno la sua vita, così lo Spirito Santo, che mette nel cuore dei fedeli lo spirito e il senso di Cristo, si costituisce nella Chiesa degli organi che saranno le manifestazioni e nello stesso tempo gli strumenti di questo senso e di questo spirito di Cristo. Così il culto e la liturgia per la pietà, le formule per la fede, le istituzioni sociali e gerarchiche per la comunione fraterna (Möhler - Congar p. 12-13).

2) Il vero, il primo e l’ultimo, il supremo ed incomparabile fattore dell’unità del Corpo e della Chiesa è il Pneuma. Egli unisce i membri al Capo perché Egli unico e identico nel Capo e nelle membra dà a tutto il Corpo vita, unità e moto. Egli è per tutti i membri principio di una incessante rinnovazione (Ef 4,23).

3) Pentecoste: dies natalis Ecclesiae. Senza la Pentecoste la fondazione della Chiesa non è completa: Croce, Risurrezione e Pentecoste sono inseparabilmente unite. Gesù invia lo Spirito perché deve incessantemente santificare la Chiesa. Nello Spirito tutti possono accedere al Padre (Ef 2,18). Lo Spirito agisce nei singoli e nella comunità. L’azione nei singoli ha sempre un riflesso comunitario. Lo Spirito è fonte di vita, sorgente d’acqua zampillante fino alla vita eterna (Gv 4,14; 7,38-39). Lo Spirito risusciterà i nostri corpi mortali (Rm 8,10-11). Lo Spirito dimora nella Chiesa come nel suo tempio (1Cor 3,16; 6,19), la riempie dei suoi carismi, la introduce in tutta la verità (Gv 16,13). La unifica nella comunione e nel ministero (Lumen Gentium 4). Dirige la Chiesa con doni gerarchici e carismatici ambedue necessari64. Fa la Chiesa sempre giovane con la forza del Vangelo (Sant’Ireneo65). Nella speranza escatologica la conduce verso lo Sposo.

4) Non esiste momento o attività ecclesiale che non sia sotto l’influsso dello Spirito. L’universalità del Popolo di Dio è dono del Signore nello Spirito Santo (Lumen Gentium 13) così l’unità e la santità vengono dallo Spirito che è vincolo d’unità e santità. L’attiva partecipazione dei laici è operazione dello Spirito. È lui che spinge e guida la Chiesa al rinnovamento, alla purificazione senza posa (Gaudium et Spes 21; Lumen Gentium 8. 9). È lui che guida la Chiesa nel suo pellegrinaggio (Lumen Gentium 1), la spinge a svilupparsi (Ad Gentes 4), a rinnovarsi, ad aggiornarsi (Presbyterorum Ordinis 22), ad ascoltare attentamente, capire ed interpretare i vari linguaggi nel nostro tempo e a saperli giudicare alla luce della Parola di Dio (Gaudium et Spes 44). Introduce la Chiesa all’intelligenza della Scrittura (Dei Verbum 23), assicura la fedeltà

64 Cfr Lumen Gentium, 4. 65 Cfr SANT’IRENEO DI LIONE, Adversus haereses, 111,24. della Chiesa al Cristo Sposo. Ogni sforzo, ogni movimento vitale è sostenuto dallo Spirito perché tutti siano plebs66 adunata nella vita e nell’unità del Padre, Figlio e Spirito Santo.

La donna nella Chiesa

1. La donna da Dio ha ricevuto una missione specifica. Dio ha chiesto agli uomini una collaborazione culminata nel mistero dell’Incarnazione. In questa collaborazione il compito dell’uomo e quello della donna sono distinti e complementari. Già nell’Antico Testamento vi fu un notevole influsso di alcune donne. Ma nel Nuovo Testamento Dio ha voluto la cooperazione di una donna per l’Incarnazione, per l’opera della Redenzione, per lo sviluppo della Chiesa.

2. Quando Dio creò l’umanità “a sua immagine”67 la Bibbia sottolinea l’unità originale della coppia umana. Per crearla a sua immagine, Dio ha dovuto crearla “maschio e femmina”68. Ciascuno dei due sessi ha qualcosa dell’immagine di Dio, se solo maschio sarebbe mancato qualcosa. Non solo dunque quello che hanno in comune (intelligenza, volontà, personalità) ma anche per quello che hanno di specificatamente maschile o femminile. La donna in quanto donna è riflesso della perfezione divina. Ne risulta che la donna per realizzare teologicamente la sua femminilità deve svilupparsi come donna. Essa tradirebbe il suo destino e la sua realtà se cercasse di prendere come modello l’uomo. Essa deve essere donna nel modo più integrale; così essa risponde alla divina intenzione creatrice e riesce ad assomigliare maggiormente a Dio. Non vi è nulla di femminile che non sia in quanto tale portatore della somiglianza divina. Il modello suo di perfezione non è l’uomo (certi movimenti – perché faccia tutto ciò che fa l’uomo – sbagliati). Il suo modello di donna è solo la donna.

3. Neanche pensare la donna esclusivamente come relativa all’uomo, una che sia «il suo aiuto», i suoi servizi. Il dominio dell’uomo su di lei è conseguenza del peccato (Gen 3,16). Gesù l’ha liberata da ogni situazione alienante (“né schiavo né libero né uomo né donna”; Gal 3,28). Con questo non ne sopprima la complementarità. Dio ha fatto l’uomo e la donna simili a sé, ma è simile a sé anche la loro unione. Riflettono la comunità divina, sono relativi l’uno all’altro. Nessuna inferiorità: una persona (vedi Santissima Trinità) che ha capacità relazionale non è diminuita ma arricchita.

4. Per poter rappresentare Dio secondo analogia: solo la donna può far comprendere certi aspetti dell’essere divino. Per capire Dio Padre dobbiamo attribuirgli sentimenti materni. Il Padre è nello stesso tempo padre e madre. Gesù usa la figura della donna per evocare il comportamento e i sentimenti del Padre. Non basta il chicco di senape (Lc 13,18-29) a illustrare l’azione di Dio; l’uomo che butta il seme69 azione esteriore prevalente, la donna che mette il lievito70 ci fa capire che l’azione di Dio è ancora interiore. Il contributo della donna sarà destinato specialmente a favorire la maturazione intima, la crescita di qualità (Lc 13,20-21). Ancora, per descrivere la misericordia di Dio: c’è il pastore che si mette in cerca della smarrita (Lc 15,3-7) e c’è la donna con la dramma71. Nella seconda: al contrario del pastore la donna rimane in casa; il peccatore dovrebbe restare nella casa del Padre e la sua scomparsa è una tragedia familiare. La dramma ha meno valore, ma ci fa capire un sentimento di Dio: l’importanza attribuita a quelli che sembrano aver meno valore, ai piccoli. Il pastore una su cento; la donna una su dieci.

5. Con Maria la presenza della donna nell’economia dell’Incarnazione. Nuova Eva associata ad Adamo. Qualificando così la posizione di Maria nei riguardi di Gesù, essa si riferisce all’unione dell’uomo e della donna nella creazione. Come uomo e donna sono indissolubilmente legati come immagine di Dio, sarebbe inconcepibile che nell’opera redentrice questa unione non abbia un posto essenziale. La cooperazione di Maria è propriamente femminile. La sua missione. Immacolata Concezione: questo privilegio permette di riconoscere in una donna l’immagine senza macchia della perfezione divina. Per la pienezza di grazia appare come la creatura attraverso la quale ci perviene la luce di Dio, senza la restrizione di alcuna ombra è puro riflesso della santità di Dio. Gesù è un uomo interamente santo, bisogna che anche una donna porti il riflesso divino. La santità assume un volto femminile. La pienezza di grazia significa che ha vissuto tutta la sua vita concreta e quotidiana penetrata dalla vita di Dio. Tutti i suoi comportamenti hanno potuto esprimere Dio pur rimanendo integralmente umani e femminili. Maria rende testimonianza che tutto nella donna può essere estremamente vicino a Dio. Nella maternità di Maria tre aspetti che illustrano la dignità della donna, immagine di Dio. 1) La maternità verginale. Ogni maternità si forma a somiglianza del Padre che racchiude in sé le note distintive della paternità e della maternità.

69 Cfr Mt 13,3-9. 2) Nozze di Cana. Sollecitudine materna espressione della sollecitudine del Padre. E annuncia il miracolo eucaristico: vino donato in abbondanza per il banchetto del Regno. Anticipa l’ora del miracolo: vi traspare la fretta del Padre. Una donna testimonia questa sollecitudine perché il miracolo fosse dovuto alla nuova Eva. 3) La compassione di Maria manifesta i sentimenti compassionevoli del Padre. Per esprimere la misericordia di Dio si usava una parola che letteralmente significa «viscere materne». Gli artisti hanno rappresentato una Pietà del Padre sul modello della Pietà di Maria. In Maria è il riflesso più commovente della compassione del Padre. 4) La compassione di Maria si estende a tutti gli uomini. Maria porta l’immagine del Padre e sono veramente quelli di una donna. Solo una madre può dimostrare fin dove arriva la bontà del Padre.

6. Anno internazionale della donna: 1975. Una grande manifestazione di stima, di fiducia e di speranza nella capacità delle donne di salvare e di accrescere contro i non lievi pericoli di degenerazione materialistica quei valori morali e spirituali che rendono la vita umana degna di essere vissuta. (vedi Civiltà Cattolica, 17-05-1975, p.321 e sq.).

7. Episodio della cananea: “O donna, grande è la tua fede”72. Sempre nel Vangelo, quando si parla di donne, è per mettere in evidenza virtù essenziali sia alla vita religiosa individuale, sia alla vita religiosa della società. La donna ha nel Vangelo il suo posto di madre.

Natura della Chiesa

1. Fino alla Lumen Gentium la trattazione della Chiesa era prevalentemente sull’idea della «società perfetta, visibile, gerarchica». Ora si insiste sulla idea del «mistero» che è la Chiesa. Il mistero non vuol dire qualcosa d’irreale, di misterioso o di oscuro, qualcosa di enigmatico e poco determinante. Anzi vuole esprimere proprio l’opposto. Vuol determinare la vera e piena realtà storica e umana, ma è anche e prima di tutto realtà soprannaturale, realtà di grazia, realtà di vita divina che si concretizza nella storia e assume forme visibili. Il mistero esprime la stessa realtà concreta della Chiesa ma nella sua dimensione più profonda e più reale, nella sua consistenza propria e decisamente sostanziale, la quale non si esaurisce nelle forme e strutture storiche e umane, ma in profondo, al di sotto di esse ed in sé, contiene una reale comunione di vita divina della Trinità, una propria ontologia della grazia. Il mistero non è astrazione, ma è la piena e concreata realtà della Chiesa.

2. Il mistero della Chiesa si collega ai due misteri principali: il trinitario e il cristologico. Tutto l’essere e tutta l’espressione della Chiesa dipendono, in relazione intima diretta, da questi due. Non è possibile comprendere la Chiesa se non in riferimento a Dio Padre, Figlio e Spirito Santo. “Affinché tutti siano una cosa sola ecc...” (Gv 17, 21). “Popolo di Dio, unificato dalla Trinità e secondo la Trinità e nella Trinità” (San Cipriano73). Dal continuo riferimento alla Trinità e a Cristo si espande su tutta la Chiesa e su tutti nella Chiesa il dinamismo inesauribile della vita divina. La sua unità è unità crescente, la sua cattolicità è espansione missionaria ed intensificazione spirituale. Soltanto così è sacramento e strumento di salvezza.

3. La Chiesa non è una cosa, ma è una comunione personale. Comunione vuol dire comunicazione di vita in reciprocità di rapporti e relazioni personali tra Dio e l’uomo. La comunione è sempre personale, non esiste tra cose.

4. La Chiesa è ricchezza di vita divina, dinamismo vitale, flusso di vita, pulsazione di vita insieme divina e umana, ma principalmente divina. Vita personale cioè dinamicità e responsabilità cosciente nell’unione dell’uomo vivo con Dio vivo. Con questo, sottolineare la necessaria consistenza e permanente identità dell’organismo, condizione e segno di vigore ed operazione dinamica. La Chiesa è società e mistero insieme, vivente di vita divina. Rapporto di persone che si attua e si sviluppa nel sempre più intimo incontro con Dio sia nell’esperienza del singolo che nella comunità di tutto il Popolo. La Chiesa è viva perché è comunicazione, partecipazione e comunità di vita che Dio stesso offre a tutti gli uomini che ascoltano la sua voce. Comunione (cfr Dei Verbum 10; Lumen Gentium 9 e 13) che non demolisce la struttura che è una cosa necessaria ma la riempie di vita, meglio la richiama alla vita e la fa vivere e sviluppare.

5. La Chiesa comunione-partecipazione e comunione-comunità. Flusso di vita personale che parte dalla Trinità. È Dio che si dona, che ha l’iniziativa, l’uomo riceve. Prima la partecipazione di ognuno, divinae consors naturae74 (θείας κοινωνοί φύσεως) (2Pt 1,4) e di tutti a Dio, poi l’unione e la partecipazione tra tutti. L’unica vita crea la comunione tra tutti. Nella comunione eucaristica raggiunge il suo apice (1Cor 10,17 – un solo pane; Lumen Gentium 7).

6. Questa comunione è gioia. Vince ogni solitudine ontologica, psicologica e morale. Ogni battezzato vive la vera gioia pasquale (Presbyterorum Ordinis 11). La comunione potenzia le forze, l’energia. Il credente non rimane mai solo. Solo nel Verbo incarnato si ottiene così la salvezza di tutti. È lo Spirito sorgente di comunione e di gioia. Vivificati e coadunati nello Spirito andiamo incontro alla finale perfezione della storia umana (Gaudium et Spes 45).

7. Tutto nella Chiesa ha un rapporto alla vita. La Chiesa-mistero sqorga dalla vita di Colui che è la Vita. Sorge nella Trinità e vive per comunicare all’uomo la vita divina. Tutto nella Chiesa deve avere un rapporto con la vita; deve abbracciare tutto e tutti nella comunione di carità (Nostrae Aetatae, intr. 1). La Chiesa non cerca il dominio (Ad Gentes 2; 13), la sua è presenza di carità: rivelare e comunicare la carità di Dio a tutti gli uomini (Ad Gentes 10). Non è organizzazione chiusa in se stessa, si sente solidale con il genere umano (Gaudium et Spes 1), nulla di quanto è vitale può esserle estraneo, per tutto quello che ha peso e importanza per l’uomo. Ha la base umana ma il motivo principale è l’amore divino. Essa è il mistero del divino nell’umano. Esiste per gli altri, non solo insieme con gli altri. Non è contro nessuno. È solo contro il male. La Chiesa poiché ha origini divine è tutta quanta per l’uomo e per l’umanità intera senza eccezione. La missione radicata nel suo essere più intimo è divenire lo strumento che Dio ha prescelto per creare la comunione tra Sé e l’uomo. Dio dà la vita a tutto e a tutti: è sorgente e principio universale di vita. A tutti vuol donare la partecipazione alla sua vita divina. La Chiesa è inserita in questo universale disegno. La Chiesa come mistero è in rapporto con l’umanità intera e con ogni fattore di vita sulla terra, tutto in vista della vera vita che è la vita eterna. La dottrina, la grazia, i sacramenti sono elementi vitali di comunione personale. La verità nella Chiesa è parola rivelata che viene da Gesù. La Chiesa non la possiede ma serve la verità. Annuncia, propone e interpreta ad ogni fedele. Nell’interpretare esercita l’autorità e il mandato che ha ricevuto da Cristo. Ma anche questo è diaconia.

8. Chiesa e Storia della salvezza. In questa prospettiva, nella luce dell’azione salvifica, la Chiesa è vista dall’«alto» partendo dal mistero della Trinità. Dio è il Signore della storia nella quale Egli pone ed opera la salvezza di tutti. Dio persegue il suo disegno e ne dirige la realizzazione di età in età attraverso tappe e gesta decisive qualunque sia il comportamento della libertà creata. Storia della salvezza significa storia di un dialogo o alterco tra le iniziative trascendenti di Dio e le libere risposte e ripudi da parte dell’uomo. Vittoria di Dio sui peccati dell’uomo. Il Dio creatore è unico e medesimo con il Dio salvatore. Tutta l’umanità deve diventare nella Chiesa Popolo di Dio, Corpo di Cristo e tempio dello Spirito Santo. Concezione biblica del tempo: progredisce dagli inizi alla pienezza e dalla pienezza dei tempi, che è Cristo, alla consumazione finale. Cristo è pienezza unica, posta da Dio una volta per sempre (ephapax biblico75: Rm 6,10; Eb 7,27; 9,17; 10,10). Tutta la salvezza è cristocentrica. Cristo glorificato elargisce alla Chiesa il suo Pneuma il quale è la vera forza, la fonte del dinamismo insito nella Chiesa. La Chiesa non è formazione statica, ma organismo dinamico che vive e fin quando vive si sviluppa e cresce verso la statura e l’età adulta dell’uomo perfetto che è Cristo (Ef 4,13). La Chiesa è pentecostale cioè spirituale e universale: lo Spirito è effuso su tutto il creato ed è anima della Chiesa. Egli vivifica la Chiesa ed opera anche fuori della Chiesa visibile: Cristo è principio e centro di tutta la storia. Luce, salvezza e santità sono il fine proprio della Chiesa. Tutto proviene alla Chiesa da Cristo. Cristo è fonte, la Chiesa strumento. È lumen Christi, lumen gentium.

9. La Chiesa è mistero non perché sopra o fuori della storia, ma perché come Cristo è al tempo stesso dentro e sopra la storia (Lumen Gentium 9/310). È nella dimensione delle quattro braccia della croce (una, santa, cattolica, apostolica). La Chiesa attinge «da dietro» (il suo passato). La Chiesa attinge «da sopra» (l’azione dello Spirito). La Chiesa attinge «da avanti» (il suo futuro). La Chiesa attinge «da sotto» (i doni di carità dei cristiani).

a) Da dietro. L’inizio del suo mistero è nella eternità nel disegno del Padre per Cristo nello Spirito operante fin dalla creazione. Tutta la storia della salvezza confluisce nella Chiesa tramite il Cristo che è «missus» e con il Padre «mittens» lo Spirito Santo. Cristo è il vero ieri della Chiesa, il suo vero passato per mezzo del quale attinge a tutta la storia, anzi all’eternità. La vera «apostolicità» della Chiesa sta in questo perenne volgersi indietro sulla strada che porta a Cristo. Gli apostoli danno della sua dottrina, dei suoi esempi, della sua volontà. E dal modo con cui hanno svolto la loro missione noi conosciamo quella struttura a cui la Chiesa deve restare fedele. La fedele custodia di questo deposito (ma la «traditio» è vita rivissuta, non ripetizione materiale) è condizione di vita e di autenticità della Chiesa. Progressivamente ogni generazione che ci ha preceduto ci dà un aiuto per riscoprire le tracce degli apostoli tradotte nella vita. Di qui l’importanza della conoscenza e della riflessione sulla storia della Chiesa, come proseguimento di quell’esperienza vitale. Il legame con il passato è garantito dalla Bibbia e sul piano della testimonianza dalla successione apostolica dei vescovi. La Chiesa allora è apostolica, legata al passato in fedeltà alla dottrina degli apostoli, e in unione ai successori degli apostoli.

b) Da sopra. La Chiesa non sostituisce Cristo. I Vescovi sono vicari di Cristo, non successori. Gesù Risorto è il vero capo della Chiesa. Egli agisce sempre in essa, la fa il suo «pleroma76» riempendola di doni, primo fra tutti il suo «Spirito». La Chiesa è così sacramento cioè segno e strumento di salvezza, la è come totalità, come popolo, come comunità adunata nel nome del Signore, come comunione di carità. Evidenziazione massima nell’Eucarestia dove sono i «segni» del Cristo.

c) Dal basso. Vi è una costante novità della Chiesa. Il popolo di Dio si forma per una nuova nascita nello Spirito col battesimo. Lo Spirito penetra in ciascuno, ne vuole la collaborazione per costruire la Chiesa. Tutti i santi fanno la Chiesa santa. I carismi sono la dotazione, la pluriforme ricchezza della Chiesa. Il carisma

76 Pienezza. sostanziale è il cristiano stesso con le sue doti e possibilità. L’attenzione si sposta progressivamente verso i carismi «ordinari» anzi umili e anche a quelli collettivi o comunitari. Se i fratelli unendosi formano la «koinonia», le comunità unendosi formano la «ecclesia». Lo Spirito infatti non crea la Chiesa come uniformità ma come varietà e ricchezza, che porta all’unità per formare un solo corpo, in una armonizzazione dinamica della pluralità dei doni. Il discorso dei carismi coinvolge quello della libertà. Biblicamente vi sono due identificazioni dello Spirito: la libertà e la carità. L’autorità dono essa stessa dello Spirito alla Chiesa va intesa perciò come «diaconia» finalizzata non solo all’unità, ma anche alla libertà e alla carità.

d) Al futuro. Dimensione escatologica. Fase celeste. La Chiesa non è ancora. Non è ancora compiuta. Stimolo alla purificazione, al rinnovamento creativo, al distacco da sé e dalle forme presenti. Apertura missionaria ed ecumenica. La Chiesa non è per sé e per i suoi membri. È sacramento; è per gli altri, per il mondo. La sua missione non è coesistiva a un territorio, ma all’uomo, anzi al cosmo. È così che raggiunge la vera cattolicità. Ma il mondo verso cui va la Chiesa non è solo un beneficiario, bensì anche un potenziale, una eredità di tesori che vogliono essere assunti, purificati, elevati (Lumen Gentium 13/319). In questo senso la Chiesa va incontro al suo futuro, anche storico, come al suo Cristo “che viene”. Tale apertura all’uomo richiede una maggiore mobilità della Chiesa, che non può mai dirsi «piantata» o diventare «residenziale», peggio borghese. L’essenza della sua missione: rivelare e rivelarsi come l’amore salvifico di Dio.

La Chiesa mistero e sacramento

1. La Chiesa mistero. San Paolo parla spesso di mistero: cioè la sua opera missionaria è la manifestazione e la realizzazione del «mistero» cioè del grandioso disegno divino di salvezza, concepito nell’eternità, realizzato nel Cristo, reso a tutti manifesto e palese col sorgere della Chiesa nell’ambiente pagano. È il piano divino di salvezza che si realizza nell’esistenza e nell’espansione della Chiesa universale. La sua «novità» quasi inconcepibile per la salvezza umana sta nella sconfinata bontà e carità divina che apre l’accesso a tutti per formare, coi figli dell’antico popolo eletto, l’unico corpo di Cristo. È una nuova «economia», una nuova fase, un nuovo ordine di salvezza. È la definitiva pienezza dell’amore divino “Benedictus Deus et Pater ecc…”77 (Ef 1,3). È mistero di riunificazione di tutti gli uomini, e anche di tutto il cosmo, di tutte le cose create sotto il Capo Cristo “di ricondurre ad un unico capo – instaurare omnia”78. Quindi mistero significa la realtà divina trascendente e salvifica che in qualche modo visibile si rivela e si manifesta. È la pienezza, la comunione della vita divina che diventa presente e palese in noi, che diventa nostra esperienza di vita, esperienza cristiana. Piano di Dio unico e universale tende a tutta l’umanità e a tutto il cosmo e progressivamente si attua attraverso tutto il tempo intermedio della Chiesa, dalla Risurrezione di Gesù fino al suo Ritorno. Il misterion e la Chiesa sono indissolubilmente legati. L’espandersi della Chiesa, la sua vita e la sua crescita coincidono praticamente con la realizzazione del mistero, del piano divino fino al termine escatologico. Il mistero si rivela sempre più nella crescente koinonia comunione in Dio e in Cristo mediante lo Spirito, aperta e offerta a tutti (cfr 1Gv 1,1-3).

2. La Chiesa Sacramento. Mistero e sacramento sono quasi sinonimi. La Chiesa è veluti sacramentum (L.G.79): come, quasi un sacramento; vale a dire un sacramento nel senso più generale. Misterion = sacramentum (ut nobis notum faceret sacramentum voluntatis suae80 Ef 1,9).

77 “Benedetto Dio, Padre…”. 78 Cfr Ef 1,10. 79 Lumen Gentium, 1. 80 Nella NOVA VULGATA: “Notum facies nobis mysterium voluntatis suae – Facendoci conoscere il mistero della sua volontà” (Ef 1,9). L’oikonomia81 del misterion è dispensatio sacramenti absconditi a saeculis in Deo82 (Ef 3,9). La Chiesa non è sacramento nel medesimo preciso senso dei sette sacramenti secondo il Concilio Tridentino. La Chiesa è sacramento in un altro senso affine – veluti – nel senso più largo. Tutta la Chiesa nella sua intera struttura, composizione e vita è in Cristo come un sacramento, ha una caratteristica, un’indole sacramentale. Tutta la Chiesa è visibile segno e strumento della grazia e della salvezza. Il sacramento dice appunto la presenza storica della grazia, in forma sensibile, visibile, in un certo senso pubblica, offerta a tutti: signum visibile gratiae invisibilis (Sant’Agostino83). È segno e strumento efficace della grazia per la salvezza e santificazione non solo di qualche individuo, ma è presenza totale e sociale in forme sensibili della salvezza di tutti. “È veramente la totalità delle forme sensibili nelle quali la venuta storica di Dio a noi per la nostra salvezza durevolmente esiste nel mondo” (Congar). La Chiesa è la definitiva ed irrevocabile Presenza di Dio e della sua grazia sulla terra nella storia umana. È il grande segno, è quasi la forma corporale che la grazia di Dio ha preso tra noi, considerata nella sua totalità e universalità. Due le componenti essenziali di questa sacramentalità ecclesiale: a) segno visibile, non solo spirituale ma pienamente umano; b) l’efficacia nell’ordine spirituale della santificazione e della comunicazione di vita divina mediante il Cristo. È il segno che ricorda e rievoca la Passione e Redenzione di Cristo operata nel passato; in tal modo la pone presente tra noi, indicandoci come segno per il futuro la trasformazione gloriosa alla quale efficacemente ci avvia tutti senza eccezione. È per tutti gli uomini: • universale: dove vive la Chiesa, dove essa esiste; • esistenza dinamica, là è presente la grazia che salva. Non solo una parte specifica della Chiesa o solo alcune azioni in essa sono sacramento universale, bensì tutto il corpo ecclesiale, tutta la comunione dei fedeli, tutto il Popolo di Dio ed in esso ogni fedele sia laico sia della gerarchia secondo il suo modo o funzione (Lumen Gentium 48; Gaudium et Spes 45). La sacramentalità della Chiesa è fondamento dell’attività missionaria. Come sacramento è da Cristo inviata nel mondo. La Chiesa è sacramento in senso più largo dei sette, ma anche in un senso più radicale e primario. Primordiale: priorità della sacramentalità della Chiesa che si esprime e si concretizza nei sette, ma più largamente anche in tutta l’azione e in tutta la vita della Chiesa che è sacramento generale.

81 Nel linguaggio paolino, il termine esprime sì un’amministrazione affidata ad un uomo, ma all’interno di un esplicito progetto divino. 82 Nella NOVA VULGATA: “Dispensatio misteri absconditi a saeculis in Deo – Attuazione del mistero nascosto da secoli in Dio” (Ef 3,9). 83 “Segno visibile della grazia invisibile” (SANT’AGOSTINO, De doctrina christiana, II, 1). Radicale: in essa hanno la radice i segni sacri nel senso più particolare. È protosacramento. La sacramentalità della Chiesa riafferma il Cristocentrismo di tutta l’ecclesiologia. Tutto proviene da Cristo, dalla sua Umanità crocefissa e glorificata.

3. Una delle ragioni perché si è preferito chiamare la Chiesa «Popolo di Dio» è stata perché esprime meglio il carattere storico e pellegrinante della Chiesa. Ne mette in risalto la dimensione comunitaria e visibile, sociale e storica, il suo carattere di comunità di salvezza, il carattere pellegrinante, l’inserimento nella storia umana, l’universalità. Carattere di «mistero» collegato strettamente al mistero trinitario. Se la Chiesa è una società visibile formata di credenti e dotata di organi gerarchici, è insieme anzi preminentemente sacramento di salvezza, corpo mistico di Cristo, attraverso il quale si diffonde su tutti la verità e la grazia di modo che il visibile è a servizio dell’invisibile e l’istituzione è a servizio del mistero. La Chiesa è una «comunione» in cui gerarchia e laicato, prima di essere distinti per le funzioni che esercitano all’interno della Chiesa, sono una sola cosa in Cristo. La Chiesa non si riduce al clero e alla gerarchia. I laici hanno il loro posto e le loro funzioni.

4. I contestatori invece vogliono un’altra ecclesiologia: a) Il primato della comunità, dell’assemblea riunita dalla Parola di Dio. Ciò che nella Chiesa è primario e costitutivo è la comunità. Essa si governa e si crea i ministeri di cui ha bisogno. Il sacerdozio comune è primario rispetto al sacerdozio ministeriale. Il sacerdote è a servizio della comunità e ne segue le norme. La Chiesa non è una piramide al cui vertice c’è la gerarchia, e i laici la base. La Chiesa è primariamente costituita dal Popolo di Dio, la gerarchia è un elemento secondario e derivato. Il valore della comunità ha la prevalenza sulla gerarchia. b) La comunità ecclesiale è comunità di eguali, di fratelli, non una comunità gerarchizzata, autoritaria e paternalistica, ma democratica. L’autorità nasce dal basso e a servizio della comunità. Il sacerdote ha il compito di presiedere l’Eucarestia a nome e per delega della comunità, ma la cui presenza non è indispensabile potendo tutta la comunità in forza del suo sacerdozio celebrare l’Eucarestia. c) Il primato della Chiesa locale.

La Chiesa e la famiglia

1. Ciò che fa la vitalità di una Parrocchia è la percentuale delle famiglie cristiane e la qualità umana-religiosa delle famiglie. Si parla cristianamente dell’amore, del matrimonio e della famiglia parlando e accogliendo la persona e il mistero di Cristo. Il centro vivo della fede è infatti Gesù Cristo, Signore e Salvatore. Solo Cristo può rivelare e realizzare che amare è vivere un mistero, quello della nostra salvezza. Attraverso la realtà visibile e umana del loro amore, gli sposi partecipano in Cristo all’amore del Padre, lo vivono e danno vita a una comunità di amore e di grazia che è la famiglia. Fondata nella grazia del matrimonio, grazia che specifica e corrobora la vocazione cristiana dei coniugi iniziata con il battesimo, la famiglia si realizza come piccola Chiesa, primo ambito nel quale si esprime e si visibilizza la Chiesa inviata per la vita del mondo. L’amore vissuto in reciproco scambio dagli sposi tra loro, con i loro figli e con gli altri membri della famiglia, svela mirabilmente la vocazione della società umana e il progetto salvifico del Padre, narra con un linguaggio accessibile a tutti le meraviglie di Dio e riversa luce di fede e vigore di carità su tutta la vita.

2. Lumen Gentium n. 11; Apostolicam Actuositatem 11. Chiesa domestica o piccola Chiesa. Il triplex munus84. Lumen Gentium 41; Gaudium et Spes 48. Rapporto famiglia e Chiesa non si esaurisce in un dato sociologico o psicologico morale. Il rapporto non si costruisce primariamente con l’impegno e la buona volontà dei componenti che coscientemente e responsabilmente adempiono la loro funzione all’interno della Chiesa e per la Chiesa. La relazione è più profondamente di origine e di natura sacramentale. Questa relazione è grazia donata agli sposi. Sono realtà e dinamismo intrinseci del matrimonio sacramento. È una gratuita e soprannaturale possibilità offerta da Dio in Cristo ai coniugi cristiani. Prima che «mandatum» è «donum». Corrispondenza attiva, ma anche accoglienza umile e grata di un dono che viene dall’alto. Il rapporto famiglia-Chiesa proprio perché fondato sacramentalmente si attua nella duplice linea della significazione e della partecipazione. È manifestazione: rivelazione, testimonianza, epifania, segno della realtà Chiesa. È attuazione: incarnazione, concretizzazione, presenza.

84 Cfr Lumen Gentium, 31. In un certo senso: come Cristo è il sacramento di Dio e la Chiesa è sacramento di Cristo, così la famiglia è il sacramento della Chiesa. È memoria della Chiesa, colei che la ricorda e la rende presente. Con il fatto stesso del costituirsi e del rimanere in essere è segno, prima ancora del momento operativo. Ha una dimensione ecclesiale per il triplex munus. Il sacramento del Matrimonio è la consacrazione dell’amore sponsale in quanto unitivo e fecondo.

3. Documento CEI85. Patto d’amore frutto di scelta consapevole, fonte di arricchimento e di liberazione autentica delle persone. Le esperienze ritenute alternative al matrimonio non sono veramente personalizzanti e non realizzano un’intima comunione di amore e di vita. Respingere l’identificazione della «famiglia cristiana» con il luogo della vita privata, considerata fine a se stessa e forma raffinata di un egoismo che si esalta nel falso culto dell’intimità domestica. I coniugi devono vivere il proprio matrimonio come dono offerto non solo a loro, ma anche alla comunità, dono per il proprio impegno nelle strutture ecclesiali, civili e sociali, per la testimonianza di servizio, disinteresse e povertà, mediante una formazione e una promozione della persona al di là di ogni chiuso e gretto autoritarismo nel rapporto uomo-donna e genitori-figli. Sfida al fenomeno «secolarizzazione». I coniugi devono vivere con gioia la loro esperienza nell’unità indivisa e feconda. Non è la subordinazione del progetto dell’uomo a quello di Dio, ma la continua presa di coscienza che l ’amo re non è soltanto conquista dell’uomo, ma un dono che viene dall’alto ed anima dall’interno la stessa esperienza dell’amore umano.

85 Cfr CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Evangelizzazione e sacramento del matrimonio, 1975, nn. 38-43.

Maria Madre della Chiesa

1. Le somiglianze tra Maria e la Chiesa Maria Madre naturale di Cristo; Chiesa madre dei figli adottivi. Maria è Immacolata; Chiesa senza macchia o ruga. Maria è Vergine e Madre; Chiesa genera ed è intatta nella fede. Maria ha dato a Gesù il corpo fisico; Chiesa gli dà il corpo mistico. Maria offre Gesù sul Calvario; Chiesa nella Messa.

2. Maria ha nella Chiesa un posto eminente perché Madre di Dio e madre nostra per la sua santità, per il suo esempio, perché Corredentrice, perché Mediatrice.

3. Maria esercita per la Chiesa e per ogni singolo cristiano le cure e le attenzioni che ebbe per Gesù. Attenzioni per i singoli. Attenzioni per tutta la Chiesa.

4. La Chiesa ha per Maria un onore e un amore specialissimi.

1. La realtà della Chiesa non si esaurisce nella sua struttura gerarchica, liturgia, sacramenti, ordinamenti giuridici. La sua intima essenza, la sorgente della sua efficacia santificatrice è nell’unione con Cristo non disqiunta dalla Madre del Verbo Incarnato, perché Gesù l’ha voluta unita intimamente a sé per la salvezza. È nella visione della Chiesa che deve inquadrarsi la contemplazione di ciò che Dio ha fatto in Maria. Conoscere Maria è la chiave per conoscere il mistero di Cristo e della Chiesa. “Vogliamo che con tale titolo di Madre della Chiesa sia onorata e invocata” (Paolo VI86).

86 Cfr PAOLO VI, Discorso di chiusura della III sessione del Concilio Vaticano II, 21 novembre 1964, n. 30. (Nel giorno in cui moriva Emilia del Fante, la mamma di don Pietro, Paolo VI indicava a tutta la Chiesa il nuovo titolo di Maria, «Madre della Chiesa»). La conoscenza di Cristo non è possibile senza la conoscenza della Madre.

2. La duplice maternità di Maria e della Chiesa – interiore quella di Maria chiamata il Cuore del Corpo mistico, ministeriale ed esteriore quella della Chiesa (attraverso i sacramenti, il sacrificio, il magistero e il servizio di carità) – si completano a vicenda in un’unica maternità, in una pienezza integrale: Maria e la Chiesa sono madre unica e totale del Corpo Mistico. Maria è l’anima, il cuore che unifica e vivifica la maternità della Chiesa; la Chiesa è il corpo in cui si attua la maternità di Maria.

3. a) Per il privilegio della maternità divina Maria entra in un rapporto specialissimo con l’ordine trinitario; in quanto glorificata da Dio Uno e Trino nel posto specialissimo dell’economia divina, è dopo Cristo la più alta lode di gloria. b) Il fondamento della singolare dignità di Maria è la sua intima partecipazione all’ordine dell’Incarnazione. Ha un rapporto intimo con la seconda Persona della Santissima Trinità. Né Gesù senza Maria, né Maria senza Gesù. Con Gesù opera l’unione degli uomini al Padre nell’amore dello Spirito Santo.

4. Maria Mediatrice di grazia. Maria Assunta distributrice di grazia. Vede in Dio tutti quelli che ama e così per tutti intercede.

5. Le sue virtù sono le note che devono risplendere nel Corpo Mistico (castità, umiltà, atteggiamento di servizio, fedeltà). Maria è l’immagine del mistero della Chiesa. È sposa, amica, figlia. Unione di Maria con Gesù capo del Corpo Mistico, che è la Chiesa. È via al Cristo e per Cristo al Padre nello Spirito Santo. Non è possibile possedere Cristo nella Chiesa senza Maria. Non possedere Maria è non possedere Cristo, è non possedere Dio, è non possedere la salvezza. La liturgia è il segno universale della vita di Cristo che non è donata ai fedeli senza Maria.

6. Schema del cap. VIII della Lumen Gentium: 52. Maria inserita nel mistero della salvezza come Madre di Dio e Signore Gesù Cristo. 53. Maria come Madre di Dio redenta in vista dei meriti di Cristo. Figlia del Padre. Tempio dello Spirito Santo, congiunta con tutti gli uomini. 55. Funzione di Maria nell’economia della salvezza.

L’Eucarestia e la Chiesa

1. L’Eucarestia fa l’unità della Chiesa. Vi è un legame organico; anzi la partecipazione sacramentale eucaristica al Corpo di Gesù fa l’unità organica. Testo fondamentale: 1Cor 10,17 Calix benedictionis87. “Poiché c’è un solo pane, noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo ecc…”88. Fondamento ontologico il battesimo che ci pone nel Mistero pasquale. Il Corpo mistico: unità organica che è manifestata, realizzata e perfezionata nella Messa e nella Comunione. Cereo/fuoco; grani, pane/ostia; acini/vino. “Come quando la cera si unisce alla cera e si fonde nel fuoco di due si forma una sola cosa, così mediante la partecipazione del Corpo e Sangue di Cristo Egli in noi e noi in Lui ci uniamo” (San Cirillo Alessandria89). L’unione corporale con Cristo è il fondamento della nostra unione concorporale tra noi stessi in Cristo e per Cristo con la Santissima Trinità. “Ricordatevi… molti grani… molti acini; il succo confluisce insieme ecc...” (Sant’Agostino90). Unità dei fedeli in Dio mediante la partecipazione al mistero dell’Incarnazione prolungata e realizzata nella Eucarestia (Sant’Ilario). Concorporeus et consaguineus; Christiferus (22 Catech. di Gerusalemme91). Si richiede la Fede. Diventato il cristiano con il Battesimo “come una medesima pianta” (Rm 6,5) con la vita vera realizza l’unità che è curata e nutrita con il Corpo Eucaristico. L’Eucarestia fa l’unità come Sacrificio perché si compie e si completa continuamente l’opera di redenzione cioè la liberazione dell’uomo dal peccato che sempre divide, e la santificazione per la partecipazione sempre più stretta e efficace al Sacrificio della Croce. L’Eucarestia fa l’unità come e in quanto Comunione, cioè la Cena-Agape, come il Convito e la Mensa del Signore. Cioè come incontro conviviale-

87 “Il calice della benedizione” (1Cor 10,16). 88 Cfr 1Cor 10,17. 89 “Così, come quando uno unisce due pezzi di cera e li fonde attraverso il fuoco, e dai due si forma una cosa sola, così anche, grazia alla partecipazione nel Corpo di Cristo e nel suo prezioso Sangue, Lui si unisce a noi e noi a Lui” (SAN CIRILLO DI ALESSANDRIA, Commento al Vangelo di San Giovanni, 10). 90 Cfr SANT’AGOSTINO, Discorso 272, 1. Il Sacramento del corpo e del sangue di Cristo. 91 “Con ogni sicurezza partecipiamo al corpo e al sangue di Cristo. Sotto la specie del pane ti è dato il corpo, e sotto la specie del vino ti è dato il sangue perché tu divenga, partecipando al corpo e al sangue di Cristo, un solo corpo e un solo sangue col Cristo. Così diveniamo portatori di Cristo, essendosi diffusi il suo corpo e il suo sangue per le nostre membra” (Cfr CIRILLO DI GERUSALEMME, Quarta Catechesi mistagogica, 3). amichevole-fraterno con Cristo e in Cristo con il Padre e lo Spirito Santo e i fratelli veri figli di Dio. Lo Spirito Santo che ha unito nell’unica Persona del Verbo le due nature ci unisce mediante la carne vivificata e vivificante di Cristo glorioso in un solo Corpo Mistico, in una sola presenza mistica di Cristo glorioso (Lewan).

La Chiesa come popolo di Dio

1. La chiamata di Abramo. Sorge un popolo come gli altri nelle istituzioni ecc... ma differente perché il principio di origine e di unione è un principio religioso – una chiamata – sempre rinnovantesi, una scelta (Dt 7,6). È chiamato unicamente per amore (id 7,7-8). Viene fatto un patto al Sinai (Es 24,4-8). Tutta la storia d’Israele è in funzione di questa alleanza; il bene è la ricompensa, il male castigo. Consacrato a Dio si sente un popolo santo e «suo». “Eredità di Dio” (Dt 9,26), “gregge di Dio” (Sal 79,2), suo “figlio” (Os 11,1); sua “vigna”.

2. La sua storia è tutta proiettata verso il futuro. Il patto fatto con lui è solo il prologo che stringerà con tutti i popoli della terra senza distinzione (Ger 31,31-34; Ez 56,26-28; Is 2,2-3). È un segno di Dio nel mondo. Con lui Dio inizia un nuovo modo di manifestarsi all’uomo: non più solo nella creazione, ma anche e soprattutto negli avvenimenti della storia.

3. Con l’Incarnazione Dio si rivela interamente, rivela il piano di salvezza. Cristo è il punto d’incontro tra Dio e l’umanità. Sorge un nuovo popolo. Sorge con una chiamata diretta di Dio. Dio si è fatto uomo. Non è più come prima: la Chiesa è tenuta unita non più da un principio esterno ma da uno interno che è Dio stesso; Dio diventa immanente alla Chiesa “che tutti siano una sola cosa ecc…” (Gv 17,23). È la sua vita, che circola dando unità e coesione. Ogni membro è figlio di Dio. Non è una comunità che aspetta un Dio, ma già lo possiede. La Trinità ha fatto in essa la sua dimora, la sua famiglia (Ef 2,9). Chiesa: cioè la comunità dei chiamati. “Non siete stati voi, ma io” (Gv 15,16). Popolo «di Dio» cioè scelto da Lui, gli appartiene «in proprio» (Tt 2,14). “Voi siete la stirpe eletta ecc…” (1Pt 2,9-10). È Corpo. È Regno. È gregge, è sposa. È un patto stretto con tutti i popoli (Ef 2,14-19). Si ristabilisce l’unità rotta dal peccato, quando gli uomini si dispersero “su tutta la faccia della terra” (Gen 11,8). Unità che si realizza mediante la fede, il battesimo e l’Eucarestia e l’essere in cammino verso la stessa patria (Eb 11,16).

4. Popolo sacerdotale. 1 Pt 2,1-10. Un corpo sacerdotale, un tempio spirituale nel quale si celebra e si offre. È un popolo che annuncia la salvezza, sono un segno di Dio. “… a offrire le vostre persone come ostie viventi” (Rm 12,192). Sono un regno di sacerdoti (Ap 1,6; id. 5,9-10). Costituiscono un regno che comanda sulla terra: essi guidano la storia. Sacrifici spirituali, ad esempio le preghiere (Ap 8,3-4), la dedizione totale a Dio del proprio corpo e di tutto se stessi (Rm 12,1), la fede detta da San Paolo «sacrificio» (Fil 2,17), l’annuncio del Vangelo (Rm 15,16), le elemosine (Fil 4,18) dette “profumo soave, offerta gradita a Dio”, la beneficenza e la messa in comune dei beni (Eb 13,16). Sono cioè gli atti della vita cristiana informati dalla carità e dalla fede. Tutta la vita del cristiano è un atto sacerdotale. E questa offerta è mezzo di apostolato (1Pt 2,12). Un popolo chiamato da una vocazione speciale, misteriosamente generato alla vita divina, incorporato a Cristo e così capace di offrire sacrifici spirituali graditi a Dio. Testi: Es 19,3-8; Dt 8,2-5; 4,7-8; 6,25; Dt 32; Es 2,11; Ger 2; Ez 16.

92 Cfr Rm 12,1.

Il piano di Dio – La Gioia

1. Dio non ci ha voluti soli e tristi. Ci ha pensato e ci ha fatti per essere felici, d’una felicità piena e inesprimibile. Dio ama e vuole gli uomini in amicizia e in comunione di vita con Lui. È la grazia. La sua gioia è nello stare con gli uomini (Pr 8,31).

2. Ma l’uomo oppone un rifiuto deciso. Fa una rottura di una comunione di sentimenti con Dio e con i fratelli. Rottura di dialogo scelta di egoismo e solitudine.

3. Ma Dio non si lasciò vincere dalla cattiveria umana. È lo stile di Dio. La Redenzione.

4. Dio costruisce così la sua Chiesa: la pensa e la vuole come la comunità di coloro che accettano il suo amore. L’intera storia dell’umanità è tesa ad attuare la Chiesa. L’elezione e il perdono che troviamo nella prima pagina della Bibbia non termina.

5. Vangelo = annuncio di gioia. Evangelizzare vuol dire comunicare la gioia di Dio. Non è solo gioia per l’aldilà. Non rinunciare alla gioia, ma alle superficiali. La gioia cristiana è partecipazione spirituale alla gioia insondabile insieme divina e umana che è nel Cuore di Gesù Cristo glorificato. Fil 4,4-5; Sal 145,18; Col 1,24; Fil 2,17-18. 2Cor 7,4 (sono pieno di gaudio in ogni mia tribolazione). Gioia di Maria. “Rallegrati piena di grazia”93. La gioia di Elisabetta94. Gioia dei santi. La gioia è un dono dello Spirito Santo. Lo Spirito Santo è donato alla Chiesa come principio inesauribile della sua gioia di sposa del Cristo glorificato. La gioia non è di persona isolata, solitaria ma è la gioia della Trinità- comunità. Gesù esultò di gioia per virtù dello Spirito Santo (Lc 10,21).

93 Lc 1,28. 94 Lc 1,39-44. È segno di Spirito Santo. Quando vi è una gioia senza ombre, amarezza, inquietitudine o tristezza, è segno di Spirito, della sua presenza e attività; si manifesta come è.

6. La promessa della felicità futura non nega la gioia terrena. Accettare le rinunce a gioie superficiali per provare fin d’ora la gioia più profonda. Ciò che importa è la qualità della gioia. Le gioie del mondo sono fragili e deludenti. Cristo offre la gioia che risponde all’aspirazione più essenziale dell’essere umano. La sua gioia è della più alta qualità. Quando Gesù enuncia le beatitudini ne garantisce il compimento. Egli comunica la sua felicità. Questa è il frutto del suo sacrificio redentore. La gioia viene dalla Croce.

7. Quando San Paolo invita alla gioia “rallegratevi nel Signore”95, parte da una sua esperienza personale (cfr testi precedenti). La gioia si sviluppa e si comunica come un carisma perché la gioia cristiana è un dono dello Spirito Santo. I frutti dello Spirito, Gal 5,22. Il segreto della gioia di Gesù, che gli è propria, è la sua relazione di cuore con il Padre. Profondità della sorgente della nostra gioia: è nella gioia eterna di Dio. Quando ci ha creati, ha voluto dividere con noi qualcosa della sua gioia. E la sua non è una gioia da solitario che si compiace di se stesso, ma è la gioia dell’amore, la gioia che provano il Padre e il Figlio nella loro unione. Questo amore è lo Spirito Santo. Essere l’amore in persona significa essere la gioia di questo amore. Lo Spirito Santo è dunque la gioia del Padre e del Figlio. “Gesù esultò nello Spirito Santo” (Lc 10,21). È il momento in cui Gesù riconosce il Padre nella rivelazione che concede ai piccoli. Per il Figlio incontrare il Padre è la gioia suprema e si forma per mezzo dello Spirito Santo.

8. Se lo Spirito Santo è la gioia divina in persona, una delle sue caratteristiche essenziali è lo sviluppo della gioia. La gioia è segno della sua presenza. I santi sono stati ricchi di gioia. La Beata Vergine: “Rallegrati”. Essa rappresenta Israele, tutto il nuovo popolo di Dio. In lei deve inaugurarsi un movimento di gioia per l’universo. “Gioisci, figlia di Sion, esulta, Israele, e rallegrati con tutto il cuore, figlia di Gerusalemme! Il Signore ha revocato la condanna, ha disperso il tuo nemico. Re d’Israele è il Signore in mezzo a te ecc...” (Sof 3,1496). “Non temere, terra, ma rallegrati e gioisci, perché cose grandi ha fatto il Signore” (Gl 2,21).

95 Fil 4,4. 96 Sof 3,14-15. Piena di grazia: questo favore deve estendersi a tutti. Con questa gioia si è così inaugurata la Chiesa. La visita a Elisabetta. Le nozze di Cana. Esempi dei Santi: Sant’Ignazio di Antiochia, Santo Stefano “vede il cielo aperto”97, San Francesco, Santa Teresa del Bambin Gesù, Beato Kolbe.

9. Gioia per tutti, non solo per pochi. “Venite a me voi tutti ecc…” (Mt 11,28-29). Anche il dramma del peccato si risolve in gioia. La confessione: “Le cose vecchie sono passate ecc…” (2Cor 5,17). Ottimismo cristiano: realista. Dove ha sovrabbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia (Rm 5,20). Fede nella vittoria liberatrice di Cristo.

10. Fonte sempre unica di gioia: l’Eucarestia. Messa della domenica non precetto esteriore, ma necessità vitale. Ha voluto il mistero pasquale sotto forma di un banchetto. Domenica giorno di gioia. Per vivere ogni giorno nel superamento del dolore, per essere generosi, avere coraggio e dare testimonianza.

97 Cfr At 7,56.

Il Servizio gerarchico

1. Non è costituita la Chiesa soltanto dalla comunità: abbraccia anche i mezzi attraverso i quali si effettuano questa chiamata e questa incorporazione. E sono la predicazione della parola e i sacramenti. Questi sono affidati a persone particolari che formano la gerarchia.

2. Gesù predica il Regno. Ma riunisce in modo unico gli Apostoli. A voi è dato98. Spiegazioni, segreti (fine del mondo Mt 24 e 25); la notizia della sua morte e risurrezione (Mt 26,21); delle persecuzioni (Mt 18,1-11); di correggere (id). Affida il mandato di predicare, di battezzare, di fondare chiese nuove (Mt 28,18). Hanno una missione speciale. Promise e conferì un triplice potere: di insegnare, di governare, di santificare. “Tutto ciò che scioglierete ecc...” (Mt 18,18). Si tratta di vera autorità. Chi crederà a voi sarà salvo (Mc 16,16).

3. E anche tra gli Apostoli una distinzione. “Tu sei Pietro ecc...” (Mt 16,17-19). “Pasci” (Gv 2199).

4. Questi poteri sono un vero servizio. “Chi accoglie nel mio nome un bambino ecc…” (Mt 18,3). Il concetto dell’autorità (Mc 10,41-45). Reges gentium ecc...100 Essere a servizio. Il superiore è lo «schiavo». L’esempio è Gesù (Fil 2,6-11). La lavanda dei piedi (Gv 13,12-16). Chi insegna deve servire coloro ai quali insegna. Gli apostoli furono fedeli alla consegna. Esempio di San Paolo 1Cor 9,19- 23: “Mi sono fatto schiavo di tutti ecc…”; 1Ts 2,3-9. I Padri della Chiesa tremavano per la loro responsabilità: “Per quanto mi spaventa l’essere per voi, per tanto mi consola l’essere con voi. Per voi sono vescovo, con voi sono cristiano. Quello è un nome di un incarico ricevuto, questo di grazia; quello di un pericolo, questo di salvezza” (Sant’Agostino101).

98 Mt 13,11. 99 Cfr Gv 21,15-19. 100 “I capi delle nazioni le dominano, e i loro grandi esercitano su di esse il potere. Fra voi però non è così; ma chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore, e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti”. 101 SANT’AGOSTINO, Discorso 340, 1.

Fidanzamento

I valori dello Spirito. Tempo di apertura, non di chiusura. Tempo di generosità, non di grettezza. Tempo di arricchimento, non di dispersione. Realizzarsi ogni giorno. Serenità, gioia, pace. Pienezza nell’ordine umano e in quello di fede. Chiamati all’unità, come la Chiesa. Chiamati all’amore. Chiamati alla gioia. Chiamati all’impegno. Chiamati alla collaborazione.

QUADERNO 32 - La Chiesa (1975) – SOMMARIO102

Schema di predicazione per Esercizi Spirituali: Ai Diaconi (14-17 agosto 1975)… 2 Esercizi alle Donne – Corso: “Mamma Margherita Bosco” (19-21 agosto 1975) 4 Esercizi spirituali agli uomini – Corso “San Paolo Apostolo” (22-24 agosto 1975) 6 Esercizi spirituali alle Giò grandi – “Rosa Mistica” (25-27 agosto 1975)…………………………………………………………………………………………………..9 Esercizi spirituali alle Donne – Corso “Sant’Elisabetta d’Ungheria” (28-30 agosto 1975) 12 Esercizi spirituali agli Uomini – Corso “San Gaetano da Thiene” (31 agosto - 2 settembre 1975) 15 Esercizi Spirituali alle Aspiranti Maggiori (3-5 settembre 1975) 17 Esercizi spirituali alle ragazze (6-8 settembre 1975) 19 Esercizi spirituali alle Aspiranti Minori (9-10 settembre 1975) 21 Esercizi Spirituali ai pre-Ju (11-13 settembre 1975) 22 Esercizi spirituali alle Giò piccole (14-16 settembre 1975) 24 Esercizi spirituali alle Pre-Giò (17-19 settembre1975) 26 Esercizi Spirituali ai Giovani (19-21 settembre 1975) 28 Riassunto degli Esercizi del 1975 30 La Chiesa – Introduzione 31 102 Inserito in fase di redazione. Si segnala che i titoli in corsivo sono stati adottati discrezionalmente. La Chiesa – Definizione 34 La Chiesa e lo Spirito Santo 43 La donna nella Chiesa 45 Natura della Chiesa 48 La Chiesa mistero e sacramento 53 La Chiesa e la famiglia 56 Maria Madre della Chiesa 58 L’Eucarestia e la Chiesa 60 La Chiesa come popolo di Dio 62 Il piano di Dio – La Gioia 64 Il Servizio gerarchico 67 Fidanzamento 68

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    tra la vita delle persone, condividendo tutto. 
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    Umberto Roversi

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