Quaderno 36 - Lo Spirito Santo 1979

QUADERNO 36

1

Introduzione. Il dono pasquale.

1 Meditazione. Lo Spirito Santo terza Persona della Santissima Trinità. 2 Meditazione. Lo Spirito Santo e Gesù. 3 Meditazione. Lo Spirito Santo e la Madonna. 4 Meditazione. Lo Spirito Santo e la Chiesa.

5 Meditazione. Lo Spirito Santo e la nostra anima. 6 Meditazione. I doni dello Spirito. 7 Meditazione. La vita cristiana nello Spirito. 8 Meditazione. La Messa e lo Spirito.

9 Meditazione. Lo Spirito e la preghiera. 10 Meditazione. Lo Spirito e l’apostolato. 11 Meditazione. Lo Spirito e l’amicizia. 12 Meditazione. Lo Spirito e la costruzione della personalità.

1 Inserimento del seguente indice da parte di don Pietro, in cui a ciascuna argomentazione corrisponde una lettera di riferimento che sarà poi riportata nel margine superiore del foglio all’inizio di ogni trattazione.

Indice 1. Introduzione A 2. Lo Spirito Santo nell’Antico Testamento B 3. Chi è lo Spirito Santo C 4. Presenza dello Spirito nella vita di Cristo D 5. Lo Spirito Santo e la Chiesa E 6. Lo Spirito Santo e la Chiesa sacramento F 7. L’opera dello Spirito Santo G 8. Le prime effusioni dello Spirito Santo H 9. I doni dello Spirito Santo I 10. Il dono dell’Intelletto L 11. Il dono della Scienza M 12. Il dono della Sapienza N 13. Il dono del Consiglio O 14. Il dono della Pietà P 15. Il dono della Fortezza Q 16. Il dono del Timore R 17. Lo Spirito Santo e Maria Santissima S 18. Lo Spirito Santo e la Messa T 19. Lo Spirito Santo e la Confessione U 20. Esempi V 21. Lo Spirito Santo e la Preghiera Z 22. Lo Spirito Santo e la Povertà A-A 23. Lo Spirito Santo e la Purezza A-B 24. Lo Spirito Santo presente nell’anima A-C 25. Lo Spirito Santo e la grazia santificante A-D

Introduzione

1. Paolo VI il 6 giugno 19732 parlando del futuro Anno Santo diceva che uno dei frutti più impegnativi e fecondi avrebbero dovuto essere “uno studio nuovo e un culto nuovo sullo Spirito Santo”, che avrebbe dovuto succedere “alla Cristologia e specialmente all’Ecclesiologia del Concilio”.

2. Gesù – continuava il Papa – ci ha lasciato due fattori per la sua opera di salvezza: gli Apostoli e lo Spirito Santo. Dio nella sua azione rispetta la nostra libertà, vuole la nostra cooperazione. Dobbiamo aprirci, disporci alla misteriosa azione dello Spirito. Aprirci al suo soffio e alla sua luce. Quali devono essere gli stati psicologici e morali delle nostre anime perché siano recettive. Facciamoli corrispondere ai suoi campi preferiti di azione. Lo Spirito Santo si fa nostro Assistente, Consolatore, Avvocato.

3. Il cuore dell’uomo. Lo Spirito Santo ha la sua cella preferita nel cuore (Rm 5,5). Chi non ha vita interiore manca della capacità ordinaria di riceverlo, di ascoltarlo, di accogliere le sue ispirazioni, di godere dei suoi carismi. Non vivere al di fuori di noi stessi, non ascoltare solo i sensi. Apologia del silenzio, ascoltare in profondità, coscienza, preghiera, contemplazione.

4. Communio, società dei fratelli collegati dalla fede e dalla carità in un unico organismo divino-umano, il Corpo Mistico. È la Chiesa, è il suo cenacolo pentecostale.

5. Lo Spirito è il frutto più splendido della Passione e Morte del Signore; è il «Dono» più grande di tutti i doni, il Dono di Dio altissimo, il Dono più desiderabile tra tutte le cose buone che il Padre vuole donare agli uomini (Lc 11,13).

6. Dio opera le grandi meraviglie. Il Signore compie prodigi. Le meraviglie della creazione sensibile sono un niente a paragone delle meraviglie operate nella storia della salvezza, e che continuano ancora oggi nella Chiesa e nell’intimo di ogni anima. Noi possiamo vivere come un’anima divina che imiti quasi il modo della Trinità.

7. Dio è amore. Quello che vuole donarci e che più desidera gli sia chiesto è il suo Spirito. Chiamando l’uomo a una comunione d’amore, Dio non ci fa dono di qualcuna delle sue creature, ma ci dona il suo stesso Spirito, il suo amore personale e sostanziale. “Quanto più il Padre del Cielo darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!” (Lc 11,13). Questo è il dono dei doni, quello che contiene tutti gli altri (Mt 7,1).

2 Cfr PAOLO VI, Udienza generale, 6 giugno 1973. 8. Perché non si ripeta l’episodio di Efeso: “Noi non sappiamo neanche che ci sia uno Spirito Santo” (At 9,1). Cristo come è stato il rivelatore del Padre, è stato anche dello Spirito Santo. Ne parla a Nicodemo3, alla Samaritana4, alle turbe, agli Apostoli5: ne precisa la provenienza, la natura divina, i compiti, il fine di tutta la sua opera. Lo Spirito Santo è stata la suprema promessa, il pegno della sua presenza. Tra il Cristo glorioso e lo Spirito Santo vi è una relazione tanto intima che San Paolo non distingue i due termini (Rm 8,9) e ci costituisce membra di Cristo. Cristo con il suo mistero pasquale ha compiuto la Redenzione, ma è lo Spirito Santo che, come il cuore umano, fa scorrere il sangue divino di Gesù e ne dirige la circolazione nei singoli e nella Chiesa. Egli è l’anima della Chiesa: sine tuo numine nihil est6. È lo Spirito di verità, suggeret vobis omnia…7. Cristo è la vita: ma è lo Spirito Santo che la comunica, la accresce e perfeziona; è lui che fa i viventi. Pochi autentici cristiani e apostoli, perché troppo pochi si offrono all’azione dello Spirito Santo. Riscoprire. Videbitis magnalia Dei8. Il cristianesimo è il richiamo che il Padre rivolge all’uomo affinché partecipi alla vita del Figlio attraverso il dono dello Spirito, il che è costitutivo dell’esistenza cristiana. Gesù nel suo parlare manifesta l’importanza che dà allo Spirito Santo che Egli manifesta come la consumazione della rivelazione di Dio e il completamento della promessa del Padre (Lc 24,49; At 1,4) a cui sono orientati e approdano tutti i precedenti doni divini. Se allora lo Spirito rappresenta il culmine di tutte le cose buone (Mt 7,11) che costituiscono il dono di Dio, come il Dono dei doni, e Gesù costantemente ci invita a concentrare le nostre preghiere nell’implorazione del dono dello Spirito Santo, non si può presentare la luce del mondo senza meditare, contemplare, esplorare lo Spirito dono supremo del Padre e del Figlio.

3 Cfr Gv 3,5-12. 4 Cfr Gv 4,21-24. 5 Cfr Gv 16,5-15. 6 “Senza la tua forza, nulla è nell\'uomo” (SEQUENZA DI PENTECOSTE Veni, Sancte Spiritus). 7 “Vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto” (Gv 14,26). 8 “Vedrete le grandi opere di Dio”.

Lo Spirito Santo nell’Antico Testamento

1. Iddio è amore. In Dio non vi è solitudine ma meravigliose relazioni di un infinito amore (“Tu mi hai amato prima della fondazione del mondo”; Gv 17,24). Amans, et quod amatur, et Amor9. Ubi Amor, ibi Trinitas10 (Sant’Agostino). Luce da luce11, abbraccio, amore “O luce eterna, che sola in te sidi, Sola te ’ntendi e da te intelletta Ed intendente, te ami ed arridi”12. Fons vivus, ignis, charitas13.

2. N el l ’An ti co Testam en to . Rivelazione Graduale, solo il Verbo Incarnato ce lo svelerà completamente. Dio è il vivente, è presente e attivo in mezzo al suo popolo, lo ha scelto per amore. È un Dio sposo (Os 2,21). Il Dio dell’alleanza. Dio è il Santo cioè la pienezza della vita e del potere e quindi la trascendenza divina, Dio in quanto è diverso dalle creature. Questo Dio santo e terribile, così diverso e distante, familiarizza con il suo popolo, vive con lui, è il Santo d’Israele14, ossia il Dio d’Israele. È questa la prima rivelazione: i n l u i c’è u n a vi ta gra n de, p i ena , p o ten te.

3. Lo spirito di Dio, la sua forza invisibile e temibile. La ruah. Vento, respiro, soffio, forza. “Lo spirito di Dio aleggiava sulle acque”15. U n ’en ergi a d i vin a , e u n p rin ci p io d i vi ta . “Dalla parola del Signore furono fatti i cieli, dal soffio della sua bocca ogni loro schiera” (Sal 32],616). “Se nascondi il tuo volto, vengono meno, togli loro il respiro, muoiono e ritornano nella loro polvere. Mandi il tuo spirito, sono creati e rinnovi la faccia della terra” (Sal 103,29-3017). È forza santificante: per la missione di capi, o di re, o di profeti. È come guida e il produttore di Israele (Ag 2,5; Zc 4,6; Is 63,10-13). Riposerà sul Messia (Is 11,2; Is 42,1; 61,1; 32,5). Annuncio dello Spirito (Ez 11,19; 18,3; 36,25-28; 37,9). Gioele (2,28; 3,1-2). E promessa.

9 “L’Amante, e chi è amato, e l’amore” (SANT’AGOSTINO, De Trinitate, XV.6). 10 “Dove c’è l’amore, c’è la Trinità”. 11 Cfr Simbolo Niceno-Costantinopolitano. 12 DANTE ALIGHIERI, La Divina Commedia, Paradiso, XII, 35.36. 13 “Fonte vivo, fuoco, amore” (INNO Veni, Creator Spiritus). 14 Cfr Is 30,12; 41,14; 54,5. 15 Gen 1,2. 16 Sal 33 [32], 6. 17 Cfr Sal 104 [103], 29-30. 4. Non rivelato come Persona, ma come forza divina che trasforma le persone. Tre linee fondamentali: una azione reale, profetica e sacerdotale. Suscita i Giudici, i Re in funzione permanente, il rito dell’unzione manifesta l’impronta e la presenza dello Spirito. Il Re per questo è sacro. Suscita i profeti, una forza interiore li spinge, un fuoco (Ger 20,9). Così i sacerdoti sono unti, consacrati. Lo Spirito è continuamente operante. Lo Spirito agiva in Mosè per compiere opere meravigliose (Luini).

5. Lo Spirito promesso. La venuta dello Spirito sarà un’ulteriore rivelazione di Dio, che trasformerà l’uomo, e lo porrà in uno stato nuovo (Ez 11,19; 36,25) e sarà per tutto il popolo18.

18 Cfr Lc 2,10.

Chi è lo Spirito Santo

1. Il mistero della Santissima Trinità. È un mistero. Natura e persona. Dio uno solo. Esseri dotati di intelligenza e volontà. Uguali perché in possesso dell’unica e identica natura divina. E distinte.

2. Per farci comprendere il suo mistero Dio s’è dovuto adattare a noi e scegliere quelle parole che meglio esprimevano la realtà misteriosa e incomunicabile di Dio e fossero da noi capite con una certa facilità. Così una persona l’ha presentata con il nome di Padre (Gv 17,1.21), un’altra con il nome di Figlio (Gv 3,16; Mt 11,27) e un’altra con il nome di Spirito (Mt 10,20; Gv 14,26; 16,13). Quando noi pronunciamo il nome di «Padre» pensiamo a una persona che abbia la vita e insieme abbia il potere di trasmetterla. Dio è il vivente e trasmette la vita al Figlio (Gv 5,26-27). Con la parola «figlio», chi riceve la vita da un altro. Dio Figlio perché riceve la vita del Padre (Gv 6,57). E siccome sono eterni, il Padre è eternamente padre e il Figlio eternamente figlio. Anche lo Spirito è Dio: una delle persone, dotate di intelligenza e volontà. Si tratta allora di stabilire con lui rapporti personali. Come è presentato quale Dio dalla Scrittura. At 5,3-4; 1Cor 6,19-20; Gv 16,12-15. Un essere divino pensante e amante. È Spirito di verità (Gv 16,13). È Spirito che ode e che annuncia (Gv 16,13). È Spirito che guida (idem). È Spirito che interviene (Mt 10,20; 12,12). È Spirito Consolatore (Gv 14,16-17; 17,18-26; 16,7). È Spirito che abita in noi come in un tempio (1Cor 6,19-20). È Spirito presente in noi che ci rende testimonianza della nostra figliolanza adottiva (Rm 8,8. 16). È Spirito che ci aiuta a prender coscienza di questo nuovo stato di creature nuove che siamo diventati come figli di Dio. È Spirito che conduce i veri figli di Dio (Rm 8,14). È Spirito che ci insegna a pregare, anzi Lui stesso prega dentro di noi con gemiti inenarrabili (Rm 8,26). È Spirito che scruta tutto, perfino le profondità di Dio (1Cor 2,10-11).

3. Lo Spirito ci conosce e ci ama. Proprio perché è Persona possiamo stabilire un colloquio, ci segue dappertutto: nei pensieri e nelle opere, nelle intenzioni, nelle decisioni, negli affetti. Non è mai assente nella nostra vita; attua la presenza più intima possibile, penetra nel nostre essere, lo invade tutto, vi irrompe come una forza irresistibile, ci invita alla unione e comunione con Lui. “Chi si unisce al Signore forma con Lui un solo spirito” (1Cor 6,17). Creare in noi la disponibilità nella Fede, Speranza e Carità. (Sant’Eusebio p. 14 sq)

4. Parlare dello Spirito è immensamente arduo. Non è riducibile alle nostre immagini, non si è manifestato con un volto simile al nostro. La Rivelazione ci presenta la sua opera, ma la sua personalità si rivela solo attraverso dei simboli: il vento, il fuoco, l’acqua, l’olio. Gesù ha avvertito che l’attività dello Spirito non è riducibile a concetti e categorie umane. “Il vento soffia dove vuole, tu senti la sua voce, ma non sai da qual parte venga o dove vada. Così è di ognuno che è nato dallo Spirito” (Gv 3,819).

5. La Rivelazione ci dice che Dio è amore. Per noi l’amore è un sentimento, è una disposizione d’animo. In Dio l’amore è una persona. Il Padre e il Figlio hanno un amore così totale, perfetto e completo. Pienezza e totalità dell’essere, sostanziale comunione infinita: è lo Spirito Santo. Dio è amore perché pluralità di persone e si ama nell’interno del suo essere, nella comunione dei Tre. L’espressione sussistente personale di quell’amore eterno e infinito è lo Spirito Santo. Il Padre e il Figlio sono un unico principio indiviso della processione dello Spirito Santo. “Quanto allo Spirito Egli è uscito non come un generato ma come un offerto e perciò non si chiama Figlio ma Spirito” (Sant’Agostino). Un procedere e un offrire eterno. Con questo son più chiare le espressioni con le quali Gesù dichiara il suo amore per il Padre, amore che lo spinge fino alla suprema donazione e offerta: “… affinché il mondo sappia che io amo il Padre” (Gv 14,31); “Io vivo per il Padre” (Gv 6,57); il Padre ama il Figlio e gli manifesta “tutto quello che fa” (Gv 5,20);“ Io non cerco la mia gloria” (Gv 8,50); “Io e il Padre siamo una cosa sola” (Gv 20,30); “Esultò di gioia nello Spirito Santo” (Lc 10,21). Donandosi l’amore le Tre divine persone si donano a vicenda la gioia. Lo Spirito Santo è chiamato «Dono» perché tale è in Dio: dono reciproco del Padre e del Figlio. La infinita pienezza e perfezione divina sta in questo ineffabile donarsi (Luini).

19 Cfr Gv 3,8.

Presenza dello Spirito nella vita di Gesù

Sant’Eusebio

1. Tenere presente due cose: a) Lo Spirito agisce su Gesù-Uomo. b) Quanto è attribuito allo Spirito Santo è opera ancora del Padre e del Figlio come opera ad extra. Ma la Rivelazione parla di Spirito Santo perché il tempo del Messia è caratterizzato dall’effusione dello Spirito Santo. Nel piano della salvezza le Persone Divine man mano che lo attuano si rivelano e compaiono nello stesso ordine con cui sussistono all’interno della Trinità. Il Padre è la prima persona e si rivela per prima (Antico Testamento). Il Figlio compie le promesse e attua l’opera della redenzione. Lo Spirito Santo compie il piano, l’ultima fase nell’attesa della beata speranza (Tt 2,13).

2. Fu concepito di Spirito Santo20. “Lo Spirito Santo scenderà su di te”21 (Lc 1,26-38; Mt 1,35). Connotato dell’amore è la libertà, chiedere il consenso. Lo Spirito interviene per la formazione dell’umanità di Gesù, l’arricchisce dei doni soprannaturali della grazia (Gv 1,14), dei sui doni. La unisce alla Persona del Verbo.

3. In Gesù la persona dello Spirito Santo è sempre presente e agisce ininterrottamente. Per trent’anni silenzio, ma in questo lungo periodo lo Spirito agisce illuminandolo, confortandolo, guidandolo, conducendolo a fare sempre la volontà del Padre (Lc 2,49).

4. Il Battesimo. Giovanni lo riconosce per aver visto lo Spirito scendere su di Lui (Gv 1,32-34). Lo Spirito scende su di lui nella forma corporea della colomba in modo da essere visto da tutti (Mt 3,16; Lc 3,21). Questa discesa sarà spiegata da Gesù a Nazaret (Lc 4,16) riferendosi a Isaia (61,14): “Lo Spirito del Signore è sopra di me ecc…”. Dopo il Battesimo Gesù è pieno di Spirito Santo (Lc 4,1). “Fu condotto dallo Spirito nel deserto per essere tentato dal diavolo” (Mt 4,1), il deserto cioè il luogo della prova e dell’incontro con Dio. Il secondo Adamo guidato e condotto dallo Spirito Santo respinge Satana. La presenza e l’azione dello Spirito Santo su Gesù-uomo fu determinante. Gesù è determinato alla sua scelta. Inizia il suo apostolato. “Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito Santo” (Lc 4,14); (cfr Is 61,1-2). La sua missione è totalmente consacrata dallo Spirito.

6. I miracoli.

20 Cfr Simbolo Niceno-Costantinopolitano. 21 Lc 1,35. “Scaccio i demoni per virtù dello Spirito di Dio” (Mt 12,28). La potenza dello Spirito Santo è presente in Gesù uomo. Guai a chi non accetta: “… ma la bestemmia contro lo Spirito Santo non sarà perdonata né in questo secolo né in quello futuro” (idem 32).

7. La rivelazione ai piccoli. “Io ti rendo lode, o Padre ecc...”22. Esultò nello Spirito Santo. Lo Spirito Santo è sempre presente nella sua vita interiore che lo trasferisce sul piano della divinità e gli comunica una gioia proporzionata.

8. Elezione degli Apostoli. “Agli apostoli che si era scelto nello Spirito Santo” (At 1,2). Quando li scelse, quando li mandò. “Andò a pregare e passò la notte in orazione. Quando fu giorno chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici che chiamò apostoli” (Lc 6,12-1523). “Un giorno mentre si trovava in un luogo appartato a pregare” (Lc 9,18), sceglie Pietro. La sua preghiera è comunicazione di Spirito Santo. “Quanto più il Padre vostro celeste, darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono” (Lc 11,13).

9. La costituzione della Chiesa. “Andate per tutto il mondo”24. La Chiesa è un corpo ma manca di un’anima. E allora: “Restate in città finché non siate rivestiti dall’alto di potenza” (Lc 24,29). “Ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme ma di attendere che si adempisse la promessa del Padre, quella, disse, che avete udito da me: Giovanni ha battezzato con acqua, voi invece sarete battezzati in Spirito Santo fra non molti giorni” (Mt 1,4-5). Nei due momenti fondamentali, l’Incarnazione e la Pentecoste è necessaria la presenza dello Spirito Santo. La Chiesa nasce nello Spirito Santo.

10. Nella Passione. La moltitudine e il peso dei dolori che caddero su Gesù. I dolori fisici. Lo sfigurarono (Is 52,14), una piaga totale (Is 1,6). Non ha volto, un castigato, un percosso da Dio, un umiliato (idem). I dolori morali. Più forti ancora. È lasciato solo (Mt 26,56); Giuda (Lc 22,48) lo vende (Mt 26,15); Pietro lo rinnega (Mt 27,69-75). I dolori spirituali, i più tremendi. La difficoltà ad accettare la volontà del Padre (Lc 22,42). Prova angoscia e tristezza (Mt 26,37) fino a sudare sangue (Lc 22,44). Mistero della sua preghiera, mistero dell’abbandono. Come ha fatto Gesù a resistere a tanta sofferenza? “Cristo il quale con uno Spirito eterno offrì se stesso senza macchia a Dio” (Eb 9,14).

11. La risurrezione.

22 Mt 11,25. 23 Cfr Lc 6,12-15. 24 Mc 15,15. Il Padre ha risuscitato Gesù dai morti; “… e se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, […] darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi” (Rm 8,11). La nuova vita del Risorto è una vita talmente permeata dallo Spirito che può svolgere un’attività nuova nella dimensione dello Spirito. Entra nel Cenacolo a porte chiuse (Gv 20,26), mangia (Lc 24,41).

11. bis La gloria dello Spirito. La gloria che Cristo chiede al Padre è quella dello Spirito che possedeva prima della creazione25. Pone la sua morte, il suo consegnarsi al Sacrificio in relazione alla gloria: “Per questo io santifico me stesso” (Gv 17,19), si consacra. Acqua e sangue: “Dal costato di Cristo dormiente sulla croce è uscito il mirabile mistero di tutta la Chiesa” (Sant’Agostino26). Dopo questo atto di morte, di oblazione avviene la Risurrezione. L’umanità di Cristo pur piena di divinità ne aveva velata la presenza. Dopo permette alla divinità di potersi manifestare in pienezza, è come assorbita dalla divinità. Con la risurrezione l’umanità si risveglia nella gloria e nella potenza dello Spirito. Il Figlio di Dio ha fatto d el l ’u ma ni tà a ssu n ta l o stru men to ada tto per esprimere nella maniera che la condizione umana permetteva, lo stesso infinito amore che si attua nella comunione Trinitaria. Sicché il gesto d’amore è sulla stessa linea e misura di quello. Dio tanto esalta quell’umanità da rivestirla della gloria propria del Figlio di Dio. È “Spirito Vivificante” (1Cor 15,45) p erch é l ’u man i tà penetrata dallo Spirito è diventata fonte di vita divina anche per i fratelli (secondo Adamo). Cristo è spirito di potenza (Rm) vissuto nell’umiltà e debolezza, nella risurrezione appare nella grandezza, forza e potenza divina attuata mediante la gloria dello Spirito santificatore. La Pasqua di Cristo è veramente il trionfo dello Spirito. La natura umana diventa in Cristo manifestazione della potenza dello Spirito. Unita la natura umana nell’unica Persona del Verbo, anch’essa «spira» lo Spirito. Qu el l ’u manità ha dilatato tanto le sue capacità fino ad accogliere tutta la pienezza dell’amore di Dio e rispondervi adeguatamente. Lo Spirito l’ha come assorbita e, senza cessare di essere carne, l’ha spiritualizzata. Lo Spirito dà alla carne una condizione simile alla sua. Così lo Spirito dà compimento a quanto aveva iniziato nel seno di Maria. Cristo è trasformato «in Spirito» nella condizione cioè dello Spirito. Inondato di Spirito, da quel momento cominciano a scaturire da Lui i fiumi di acqua viva e tutti gli uomini possono “abbeverarsi” dello Spirito (cfr 1Cor 12,13). E quanto lo Spirito ha operato in Cristo, lo opera pure nel cristiano. (Luini)

12. Conclusione. Così dall’Incarnazione alla Risurrezione, dalla nascita alla sua glorificazione, nel dolore e nella gioia, nella vita e nella morte è lo Spirito che conduce la vita di Gesù uomo. In questa sua presenza e assistenza troviamo la sorgente di forza sovrumana che dimostra di avere Cristo nel compiere la missione. Come aveva detto Isaia (11,1-2): Dal ceppo della pianta abbattuta spunterà un germoglio, e si poserà lo Spirito, vi prenderà stabile dimora.

25 Gv 17,5. 26 SANT’AGOSTINO, Enarrationes in Psalmos, 138, 2. 13. Frutto della sua missione: rendere gli uomini partecipi dello Spirito. “Chi ha sete venga a me e beva. Chi crede in me fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno. Questo Egli disse riferendosi allo Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in Lui” (Gv 7,37-39). Egli possiede lo Spirito perché ne è la sorgente, senza misura (Gv 3,34). Nell’ultima cena Gesù dichiara la necessità della sua morte perché venga lo Spirito: “È bene per voi che io me ne vada, perché se non vado non potrà venire; ma se me ne vado ve lo manderò” (Gv 16,727). «Andare» quella sera voleva dire «Passione e Morte».

14. La Promessa dello Spirito. Invita ad attingere acqua da Lui (Gv 7,37-38), si riferiva a Ez 48,5. Promessa dell’Ultima Cena: un altro Consolatore (Gv 14,16; Gv 16,6-7). Lo Spirito di verità (Gv 15,26); un difensore (Gv 16,4).

15. Consostanziale al Padre e al Figlio, lo Spirito Santo del Padre e del Figlio espressione sussistente, personale di quell’Amore Eterno, Infinito, che è Dio. È chiamato anche spirito di Cristo (Rm 8,9; 2Cor 3,17; Gal 4,6): infatti l’anima di Cristo fin dal momento dell’Incarnazione è unta dallo Spirito Santo, è suo tempio prediletto; questo Spirito, Gesù meritò per noi sulla Croce ed è dato a noi «secondo la misura della donazione di Cristo», e dopo che Cristo è stato glorificato lo Spirito Santo è mandato alla Chiesa perché essa sempre più si assimili a Gesù. Se Cristo edifica il Tempio del suo corpo, è lo Spirito che viene ad abitarvi (“In lui ogni costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore, in lui anche voi insieme cogli altri venite edificati per diventare dimora di Dio per mezzo dello Spirito”28; Ef 2,21-22). “Non sapete che voi siete il Tempio di Dio ecc…” (1Cor 3,16); se Cristo è la vigna lo Spirito è il frutto (Gv 15,1-8; Gal 5,22-24). Cristo realizza la Redenzione ma è lo Spirito che l’attualizza, la interiorizza, la completa e la conferma, come la Pentecoste completa la Pasqua (At 19,5-6). Cristo è il Messia ma è lo Spirito che gli dà potenza (Is 11,1-2; Lc 3,22); è infatti un altro Paraclito che ricorda ciò che Cristo ha detto non cessando di rendergli testimonianza.

Lo Spirito Santo e la Chiesa

Sant’Eusebio

1. La Chiesa è il tempio dello Spirito Santo. Insegnamento della Lumen Gentium29. Il Padre affida al Figlio l’opera della salvezza. Il Figlio la attua. Lo Spirito Santo è inviato perché santifichi continuamente la Chiesa. “Per mezzo del Cristo possiamo presentarci al Padre in un solo Spirito” (Ef 2,1830). Così la Chiesa universale si presenta come un popolo adunato nell’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo (n. 4).

2. La finalità della missione dello Spirito Santo. Gesù dice che il Padre lo darà (Gv 14,16), lo manderà (Gv 14,26), per le sue preghiere (Gv 14,16) oppure in suo nome (Gv 16,26). Sarà lui a mandarlo (Gv 15,26; 16,7). Dice ancora che lo Spirito Santo verrà (Gv 16,8-13). Lo Spirito Santo proviene dal Padre ma è mandato anche dal Figlio. La missione segue la linea della spirazione. Gesù per i suoi meriti ottiene dal Padre che mandi lo Spirito nel mondo. È il primo dono (IV Preghiera Eucaristica). Lo Spirito Santo «viene» perché l’opera della salvezza è opera di tutte le Tre Persone divine. Lo Spirito Santo è inviato perché: a) santifichi continuamente la Chiesa; b) perché i credenti abbiano per Cristo accesso al Padre. La santità che Gesù ha meritato a tutti gli uomini con il mistero pasquale lo Spirito Santo vuol portarla a tutti gli uomini che accettandola diventano Chiesa.

3. Lo Spirito Santo santifica la Chiesa in due modi (Lumen Gentium, 9): uno individuale, il secondo collettivo. Ogni uomo può salvarsi “purché lo tema e operi la giustizia” (At 10,34-3531). “Tuttavia Dio volle santificare e salvare gli uomini non individualmente e senza alcun legame tra di loro ma volle costituire di loro un popolo” (9). È dunque volontà di Dio che gli uomini si costituiscano in popolo, in comunità, in comunione per salvarsi. Lo Spirito ci santifica infondendo la grazia e cancellando il peccato. Valori e poteri della Grazia santificante. È lo Spirito che dà la vita. L’uomo partecipa alla vita trinitaria – è la vita di Dio, è vivo – cioè la generazione del Figlio dal Padre e la spirazione dello Spirito dal Padre e dal Figlio. Le tre virtù teologali.

29 Cfr Lumen Gentium, 4. 30 Cfr Ef 2,18. È una sorgente di acqua: da Gesù morto e risorto proviene lo Spirito e diventa sorgente di grazia, divinizza e vengono tutte le opere di salvezza. Per Lui il Padre dà la vita.

4. Lo Spirito dimora nella Chiesa e nei cuori dei fedeli come in un tempio. Due aspetti in un’unica realtà. Lo Spirito Santo non è un essere astratto, ma una vera persona che vuole avviare un dialogo con il singolo e con la Chiesa. Ci conduce alla verità: “Quando verrà lo Spirito di verità, Egli vi guiderà alla verità tutta intera” (Gv 16,13). Attua l’unità della Chiesa, una comunione. Se uno non ha lo Spirito di Cristo, non è di Lui (Rm 8,9). Gesù mandò gli apostoli a insegnare, battezzare, guidare. Lo Spirito Santo è presente nel dare la verità (Gv 16,13), nel battesimo perché si rinasce dall’acqua e dallo Spirito Santo (Gv 3,5), e nel guidare perché solo coloro che si lasciano guidare sono figli di Dio (Rm 8,14). La Chiesa è gerarchica (Ef 4,11) e vi sono carismi (1Cor 12,4), ma uno solo è lo Spirito. Gesù è il modello da imitare. “Imparate” (Mt 11,29); “Vi ho dato l’esempio” (Gv 13,15). Nello Spirito Santo vi sono i frutti (Gal 5,22). La fioritura delle virtù. “Vi ho posto perché portiate frutto”32.

5. Lo Spirito porta alla perfetta unione con Gesù. Nel paragone degli sposi: Os 1. 3; Ef 5,28-32. Gesù ha fatto tutto: per la Chiesa sua sposa ha dato tutto se stesso (Ef 5,25). È lo Spirito che prepara la Chiesa-sposa all’unione soprattutto con la preghiera. “Lo Spirito è la sposa dicono: Vieni!” (Ap 22,17). Presentare la Chiesa nello stato di orante, stato che le è più congeniale: “Colui che scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito perché Egli intercede per i credenti” (Rm 8,27).

32 Cfr Gv 15,16.

Lo Spirito Santo anima della Chiesa

1. Duplice funzione nella Chiesa: quella di capo, esercitata da Gesù Cristo; quella di anima, esercitata dallo Spirito Santo. Lo Spirito Santo fa di Gesù Cristo in quanto uomo unito al Verbo il Capo del Corpo Mistico in quanto lo vivifica e arricchisce soprannaturalmente di Sé e dei sui doni non solo in quanto individuo ma con tale sovrabbondanza che tutte le membra possono ricevere da lui. È la grazia di Cristo in quanto capo. Lo Spirito Santo si trova nella sua pienezza nel Capo: e Gesù lo comunica alle membra mediante il nostro inserimento vitale in lui con la preghiera, le virtù, i Sacramenti e il Sacrificio Eucaristico. Essere capo vuol dire eccellere su le altre membra pur essendo loro simile e consanguineo, dirigere le altre membra comunicando la sua vita e il suo Spirito. Questo è il compito di Cristo in quanto uomo unito al Verbo. In senso proprio il Padre e lo Spirito Santo non potrebbero perché manca la ragione di somiglianza e di consanguineità. Invece essere anima del Corpo Mistico significa principalmente inabitare il Capo e le membra ed essere principio di vita, di unione, di azione soprannaturale, di crescita per tutto il Corpo.

2. Il fatto di avere Gesù Cristo come capo, e come anima lo Spirito Santo, fa sorgere il mistero della Chiesa in quanto Corpo Mistico di Cristo. La Chiesa è un corpo sociale (Rm 12,5; Col 1,18) perché nonostante la molteplicità dei suoi organi e membra essa è una e indivisa; perché è visibile come i corpi; perché consta di molte membra e organi che collaborano al bene dell’intero organismo. Ma non è solo un corpo sociale, ossia una società visibile, con la sua gerarchia, con i suoi membri, ma è soprattutto il corpo mistico di Gesù Cristo, ossia è vivificata pienamente dallo Spirito Santo-anima. Corpo Mistico ossia misterioso perché a differenza di tutte le altre società essa è vivificata da un principio divino. La Chiesa quindi è infallibile perché è vivificata dallo Spirito di verità; è santa perché è vivificata dallo Spirito santificatore; è indefettibile perché è sostenuta dallo Spirito di forza divina.

3. Lo Spirito Santo anima. a) Co me l ’a n i ma nel corpo umano è principio uno e indiviso, spirituale e invisibile, così lo Spirito Santo nel Corpo della Chiesa. L’Apostolo dice: la Chiesa è un corpo sociale che consta di molte membra e organi che tende all’edificazione di se stessa nella carità (Ef 4,16; Col 2,19). San Paolo dice: “Un solo Corpo e un solo Spirito” (Ef 4,3); “Noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo” (1Cor 12,13); “… ma tutte queste cose è l’unico e medesimo Spirito che le opera distribuendole a ciascuno come vuole” (1Cor 12,11). b) Co me l ’a n i ma è tu tta in tutto l’organismo così lo Spirito Santo è tutto in tutta la Chiesa, tutto nel Capo, tutto nelle singole membra, pur non compiendo ovunque le stesse operazioni. c) Come l’anima dà al corpo la coesione in un solo essere, così lo Spirito Santo dà alla Chiesa di essere una sola realtà soprannaturale in unità soprannaturale. d) Come l’anima dà al corpo la vita e l’azione perché si conservi nell’essere e cresca, così ogni vita spirituale nella Chiesa e ogni conservazione e crescita è dallo Spirito Santo. e) Come l’anima assimila e incorpora al corpo nuovi elementi, così lo Spirito Santo assimila al corpo della Chiesa le nuove membra. f) Come l’anima non solo giova al corpo, ma anche ai singoli organi di poter compiere le loro funzioni a vantaggio dell’intero organismo e i singoli membri, anche lo Spirito Santo non solo dà vita alle varie parti ma anche perché possano giovare alle altre (gerarchia, genitori, ecc…). g) Come l’anima non segue le membra tagliate e non vivifica fuori dal corpo, così lo Spirito Santo non vuole con la grazia inabitare le membra del tutto staccate dal Corpo ecclesiale.

4. Sebbene la Santissima Trinità inabiti il Corpo Mistico, tuttavia solo lo Spirito è unito alla Chiesa, Capo e membra. Infatti solo lo Spirito Santo si unisce al Corpo della Chiesa e anche al Capo in modo simile a quello con cui il Verbo si unisce alla natura umana (Lumen Gentium, 8). Lumen Gentium 4.

5. La Chiesa di Pentecoste. Per comprendere l’azione dello Spirito nella Chiesa è necessario rifarsi dalla sua azione nell’Incarnazione, perché lo Spirito rende manifesto e dà sviluppo a quello che ha operato in Gesù. L’unione della natura umana con la natura divina doveva essere l’inizio di una unione più vasta di tutti gli uomini. La Pentecoste è il momento nel quale con l’effusione dello Spirito ha iniziato la vita e il cammino di quella misteriosa realtà che è la Chiesa (Lumen Gentium, 4). La presenza dello Spirito rende la Chiesa Corpo Mistico di Cristo popolo di Dio, Sposa di Cristo. Sposo e Sposa sono uniti perfettamente perché posseggono lo stesso Spirito. Unione della natura umana con la natura divina. È lo Spirito che fa ripetere alla Chiesa gli stessi atti di Cristo con lo stesso valore salvifico; fa annunciare la stessa parola di Lui (At 4,30; 5,42; 9,20); fa ridire la stessa preghiera di Gesù (At 7,59); fa perpetuare nella frazione del pane il ringraziamento di Gesù mentre ne accresce l’unità tra i fratelli (At 2,42; 4,32); dà la capacità di rimettere i peccati e comunicare la vita divina. È lo stesso Spirito che riversato su un gruppo di uomini fa di loro un solo corpo, una sola comunità, una sola realtà con Cristo. È lo Spirito che spinge la Chiesa fino ai confini della terra, è effuso su ogni carne, manda chi sceglie: Filippo (At 8,26-29), Pietro (At 10,20), Paolo e Barnaba (At 13,2-4). “È sembrato allo Spirito Santo e a noi” (At 15,2833), vedi At 16,6. Per lui si supera il giuridismo giudaico: “Chi può negare il Battesimo a coloro che han ricevuto lo Spirito Santo?” (At 10,47). Per lui “erano un cuor solo e un’anima sola” (At 4,32). Lui prega nella comunità e incoraggia: “Appena finì questa preghiera fu scosso il luogo dove erano riuniti e tutti furono ripieni di Spirito Santo” (At 4,3134).

33 Cfr At 15,28. 34 Cfr At 4,31. 6. È lo Spirito che dona i carismi. “A ciascuno la manifestazione dello Spirito è data in vista del bene comune”35 (1Cor 12,7). Ognuno al proprio posto perché possa compiere la parte necessaria al servizio di tutto l’organismo: “Tutto questo lo opera l’unico e medesimo Spirito che distribuisce i doni come vuole” (1Cor 12,1136). Lo Spirito è libertà. Vi è una gerarchia tra i carismi: “… più grande è la carità” (1Cor 13,13). “Se uno ama il fratello, lo Spirito di Dio rimane in lui. Veda ognuno se c’è in lui l’amore della pace e dell’unità, l’amore alla Chiesa diffusa in tutto il mondo. Se dunque vuoi sapere se hai ricevuto lo Spirito interroga il tuo cuore, e se vi trovi la carità verso il fratello, stai tranquillo. Non può esservi l’amore senza lo Spirito di Dio” (Sant’Agostino37). Il cristiano ha dei carismi, in primo luogo per realizzare la propria santità, vocazione personale, il dono da mettere a servizio. Poi, i carismi ecclesiali in funzione unica della comunità, come i dottori nella Chiesa. Lo Spirito Santo assiste e guida il governo della Chiesa. Molteplicità di funzioni, unità dell’organismo. Principio della costituzione della Chiesa e della sua dinamicità. Non vi è una Chiesa istituzionale e una spirituale. È una sola. La Chiesa è tutta istituzione, anche il laicato è istituzione; è tutta un solo Corpo dove i doni lo Spirito li distribuisce. “Nella misura in cui uno ama la Chiesa, egli possiede lo Spirito” (Sant’Agostino38). “Dove è la Chiesa, ivi pure è lo Spirito di Dio; e dove è lo Spirito di Dio, ivi è la Chiesa e tutte le grazie” (Sant’Ireneo39). “La Chiesa luogo dove fiorisce (e fruttifica) lo Spirito Santo” (Sant’Ippolito di Roma40).

35 Cfr 1Cor 12,7. 36 Cfr 1Cor 12,11. 37 Cfr SANT’AGOSTINO, Commento alla Lettera di San Giovanni, Omelia 6. 10. 38 Cfr SANT’AGOSTINO, Commento al Vangelo di San Giovanni, Omelia 32. 8. 39 SANT’IRENEO, Adversus Haereses, 3. 24. 1 40 Cfr SANT’IPPOLITO DI ROMA, Traditio Apostolica, 35.

Lo Spirito Santo e la Chiesa sacramento universale di salvezza

Sant’Eusebio

1. Lo Spirito Santo è venuto ad abitare nella Chiesa il giorno di Pentecoste. Gli Apostoli non si sentirono più soli: il fuoco, il vento, la glossolalia anche sensibilmente dicevano loro che Gesù aveva mantenuto la sua promessa. Ma lo Spirito Santo non guida la Chiesa quasi a distanza, lo Spirito è presente nella Chiesa, a l l ’in terno della Chiesa, come l’anima è presente nel corpo, come un tempio (Lumen Gentium, 10); dalla sua persona irraggia la luce di verità e la forza della sua consolazione. Questa presenza operativa dello Spirito rende la Chiesa sacramento universale di salvezza (Lumen Gentium, 48).

2. Un sacramento è segno efficace di grazia. Due elementi fanno parte del sacramento. Il primo che cade sotto i sensi (materia, forma, ministro). Il secondo è quello che non si vede, ma che è la realtà misteriosa e vera che viene comunicata dal Sacramento: la grazia santificante. Gli effetti della grazia. Ad esempio il Battesimo.

3. Gesù, Verbo Incarnato, è il sacramento primordiale di salvezza ossia il sacramento primo, primitivo, fondamentale, dal momento che la vita divina, di cui vive, Iddio la comunica all’uomo facendola passare attraverso l’umanità di Cristo. Gesù è un vero uomo: corpo e anima. Intelligenza, volontà. Ha provato gioie e dolori. Gesù è vero Dio: intelligenza e volontà divine. Ma in lui vi è una sola persona. Divinità e umanità si trovano unite. Ma “Dio nessuno l’ha mai visto”41. L’umanità di Gesù è il segno sensibile, materiale, attraverso il quale Dio rende se stesso manifesto, visibile, sensibile (1Gv 1,1). Dio si manifesta e si serve della sua umanità come di strumento adatto per attuare la salvezza.

4. La Chiesa è sacramento universale di salvezza. È chiamata a portare la salvezza a tutti. Cristo è il capo, la Chiesa è il corpo. I sacramenti sono azioni di Cristo e della Chiesa, e così fanno arrivare la salvezza agli uomini. Operano tutte e tre le Divine Persone. Tuttavia non per semplice appropriazione, ma per l’attuarsi del disegno divino nella storia il Padre prepara il popolo di Dio nell’Antico Testamento, il Figlio lo costituisce in Chiesa e lo Spirito lo anima fino alla fine. E poi lo Spirito è lo Spirito del Padre e del Figlio. La Chiesa sacramento è composta di tre elementi. Il visibile: la sua struttura e la sua organizzazione. Uno invisibile: la presenza di Gesù. “Ecco io sono con voi […] fino alla fine del mondo” (Mt 28,20).

41 Gv 1,18. Lo Spirito Santo (Gv 16,7-8) che è presente e opera. La grazia che è l’anima creata della Chiesa, mentre lo Spirito è l’anima increata. A questo dono soprannaturale diffuso nei suoi membri la Chiesa deve la sua santità, anche se in essa vi sono peccatori. Le tre virtù teologali. In tre fasi: Paradiso, Purgatorio, terra. I due elementi, il visibile e l’invisibile, sono due aspetti di un’unica realtà, come l’anima e il corpo formano l’uomo (Sacrosanctum Concilium, 2). La Chiesa in tutti i suoi aspetti visibili è segno dello Spirito come l’umanità era segno della divinità per Gesù. Ed è segno permanente, perché Egli opera nell’interno di essa e rende visibile questo suo operare proprio nell’azione e nella attività della Chiesa. La Chiesa è strumento ordinario attraverso il quale opera lo Spirito. A questi il Padre e il Figlio affidano il compito di portare la salvezza. Ma lo Spirito invisibile per stabilire un contatto sensibile con gli uomini necessita di un’istituzione sensibile: la Chiesa che è tutta formata di elementi naturali, umani mentre ha una missione soprannaturale. I mezzi sono inadeguati, ma li adopera lo Spirito. Per cui la Chiesa è solo uno strumento; la salvezza è operata dallo Spirito. Lui è la causa efficiente. Certo bisogna prestargli massima disponibilità. Arrivare a prendere coscienza di essere semplici strumenti soprattutto con la preghiera. E lo Spirito ci insegna a pregare.

L’Opera dello Spirito Santo

1. Promesso da Gesù: “Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre” (Gv 14,16). Paraclito: parola che si può tradurre con «aiuto», «consigliere», «difensore», «avvocato», «protettore», «intercessore». L’annunzia e lo promette. Ma mediante il Mistero Pasquale lo può dare all’umanità. E la sera di Pasqua trasformato nello Spirito, diventato lui stesso Spirito vivificante, dà la ricchezza dello Spirito: “Alitò su di loro”42.

2. Per ogni cristiano la vita sarà vita nello Spirito. Tutta la sua vitalità verrà dallo Spirito Santo, tutta la santità e il fiorire di essa nelle opere. E la vita cristiana è vita di grazia e sviluppo di grazia, è vita e azione dello Spirito Santo in noi. Distinguiamo una grazia creata e una increata che è l’inabitazione dello Spirito Santo.

3. 2Pt 1,3-4. Grazia creata. Due i doni: figliolanza divina; partecipazione della natura divina. “Quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio e lo siamo realmente” (1Gv 3,1). Figliolanza adottiva, per cui abbiamo una modificazione reale intrinseca in forza della quale si può parlare di una vera rigenerazione, ossia di una nascita spirituale da Dio: “… sono nati da Dio”43 (Gv 1,13), e di una somiglianza di natura con Dio stesso e in modo speciale con la Persona divina del Figlio: “… figli nel Figlio”44. Di o vi en e ad a bi tar e n el l ’a n i ma e le comunica la sua vita divina, la genera come figlia, dandole una partecipazione alla sua natura e alla sua vita. Questa generazione non avviene come nelle generazioni umane, mediante un atto momentaneo in virtù del quale il figlio comincia ad esistere e a vivere indipendentemente dai genitori, ma suppone un intervento di Dio continuato e ininterrotto (Marin). Noi siamo divinizzati non perché cessiamo di essere creature, ma perché elevati e intimamente uniti a Dio non nel piano della persona ma dell’operazione. L’anima con la grazia ha continuamente da Dio la sua vita soprannaturale come l’embrione nel seno materno riceve ad ogni istante la vita della madre e di essa vive. Cristo è venuto nel mondo perché viviamo per lui: “Dio ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo perché noi avessimo la vita per lui” (1Gv 4,9). “Sono venuto perché abbiano la vita ecc…” (Gv 10,10). “Non sono più io che vivo” (Gal 2,20). La nostra generazione adottiva ha qualche somiglianza con la generazione eterna del Verbo e la nostra unione con Dio si rassomiglia all’unione tra il Padre e il Figlio tramite lo Spirito Santo (Gv 17,20-23). Il Figlio è una sola cosa con il Padre per natura, noi siamo una sola cosa con Dio per la partecipazione fisica e formale alla sua natura divina mediante la grazia. Il Figlio vive

42 Gv 20,22. 43 Cfr Gv 1,13. 44 Christifideles laici, 12. del Padre e noi viviamo partecipativamente. Egli abita nel Padre e il Padre in lui (Gv 14,10); noi abitiamo in Dio e Dio in noi (1Gv 4,16). (Marin) Mediante la grazia siamo introdotti nella vita trinitaria che è la vita stessa di Dio e la divinità abita in noi. Le tre Persone abitano nell’anima perché la generano soprannaturalmente, la vivificano con la loro propria vita, la introducono con la conoscenza e l’amore nella parte più segreta delle loro intime relazioni. In essa il Padre genera il Figlio e dal Padre e dal Figlio procede veramente lo Spirito Santo, così che si realizza nell’anima il sublime mistero della unità trina e della trinità una, che è la vita stessa di Dio. (Marin) Si attribuisce tale abitazione allo Spirito Santo per appropriazione, poiché è la grande opera dell’amore di Dio e lo Spirito Santo è l’amore essenziale nella Trinità. “La grazia del Signore Gesù Cristo, l’amore di Dio e la comunione con lo Spirito Santo siano con tutti voi” (2Cor 13,15). Per la grazia dell’inabitazione lo Spirito Santo si unisce all’anima come principio e regola dei nostri atti. La grazia è una forma divina e quindi deve essere divina anche la sua attuazione. Vivere in atto la vita divina è operare in modo divino.

4. La gra z i a tend e a cre scere e a svi lu pp a rsi n el l ’an i ma . È un seme. Si crea un organismo soprannaturale. L’aumento avviene in due modi: ex opere operato, mediante i Sacramenti; ex opere operantis, mediante le azioni soprannaturali meritorie e la preghiera. Uno stesso sacramento produce la stessa misura di grazia in tutti coloro che lo ricevono con identiche disposizioni. Se le disposizioni sono più perfette maggiore è l’effetto della grazia. L’o ra z i on e h a q ua ttro val o ri : soddisfattorio, meritorio, impetratorio e quello di produrre un certo nutrimento spirituale. L’orazione quando è fatta con le debite condizioni ottiene infallibilmente quello che chiede a Dio in virtù delle promesse di Dio (Mt 7,7-8; Mt 21,22; Gv 14,13-14; Gv 15,7. 16; 16,23-24; 1Gv 5,14-15). Pro se petat, necessaria ad salutem, pie, perseveranter45. Umiltà. Ferma fiducia (Gc 1,6). Nel nome di Cristo. Attenzione.

5. L’azione dello Spirito in noi. Tutto il mistero di Dio uno e trino ci avvolge e ci penetra. Ogni trasmissione di essere e di vita viene da Dio, padre e creatore. Questa trasmissione46 è totale dal Padre al Figlio nell’eternità: tutta la pienezza dell’essere divino si trasmette dal Padre al Figlio. E trabocca in maniera unica in Gesù, il Figlio di Dio fatto uomo. La mutua comunicazione tra sposi, la procreazione a cui padre e madre compartecipano insieme intimamente, la famiglia che si costituisce con quella comunicazione e con quella procreazione: ecco altrettante dilatazioni dell’intervento della paternità divina. Ma questo si può estendere, sia pure con una ricchezza incomprensibilmente inferiore, a ogni trasmissione di vita, anche nel mondo degli essere inferiori; anzi a ogni trasmissione di essere, anche là dove non c’è ancora un’esplosione di vita nel

45 “Chiede per sé, chiede le cose necessarie alla salvezza, chiede piamente, chiede con perseveranza”. 46 Sopra a questo sostantivo don Pietro scrive: comunicazione. senso più proprio. Non per nulla diciamo: “Credo in un solo Dio, Padre Onnipotente, creatore del cielo e della terra”47. Ma c’è una comunicazione tutta speciale e particolarmente misteriosa dell’essere e della vita divina alle creature, quella della grazia: per essa si diventa figli di Dio. Dà il suo Spirito, dà se stesso. Lo Spirito Santo è alito di vita tra Padre e Figlio. Lo Spirito è alito creatore e vivificatore che si è riversato in Maria. Lo Spirito Santo è alito creatore che dà realtà, movimento, vita a tutto l’universo. Lo Spirito fa crescere l’uomo dal di dentro (vita interiore), fa crescere l’uomo, cioè la famiglia umana che si compone nella Chiesa, che è il Cristo totale. Lo Spirito Santo fa crescere l’uomo interiore perché fa abitare Cristo nei nostri cuori. Ci mette in dimestichezza con Cristo; ci dà una conoscenza penetrante di lui, della sua maniera di pensare. Ce lo fa conoscere come Maestro di vita, come Signore, ci immedesima con Lui, ci assimila a Lui.

47 Simbolo Niceno-Costantinopolitano.

Le prime effusioni dello Spirito

1. Nuovo vocabolario nel Nuovo Testamento. «Inviato dallo Spirito Santo»; «il dono dello Spirito Santo»; «il suggello dello Spirito Santo»; «comunicare o dare lo Spirito Santo»; «tempio e dimora dello Spirito Santo»; «lo Spirito Santo è in noi o abita in noi»; «essere battezzati nello Spirito Santo»; «ricevere la virtù dello Spirito Santo»; «pace», «forza» o «santificazione» dello Spirito Santo.

2. San Giuseppe. La sua paternità, ne possiede l’affetto in tutta la sua autenticità e verità, non nasce da vincolo di sangue, ma ha per sorgente la persona dello Spirito (cfr Ef 3,15: “Piego le ginocchia davanti al Padre dal quale ogni paternità nei cieli e sulla terra prende nome”). Nessun padre ha avuto tanto affetto. Lo spirito rende partecipe dell’amore infinito. La missione di Giuseppe è difficile ma lo Spirito l’assiste continuamente per la massima fedeltà; come l’ha fatta.

3. Giovanni Battista precursore di colui che avrebbe battezzato con lo Spirito Santo e il fuoco (Mt 3,2). Elisabetta48, Zaccaria49 ripieni di Spirito Santo. Lo Spirito Santo l’ha santificato: “… sarà pieno di Spirito Santo fin dal seno di sua madre”50. Nel deserto lo Spirito lo prepara alla sua difficile missione. Gli dà i suoi doni. “Vidi lo Spirito scendere su di lui”51. Conosce, testimonia, si immola. La sua fedeltà assoluta avviene per il dono dello Spirito.

4. Simeone52. Un segno della sua presenza è l’esperienza di gioia come per Elisabetta, gioia messianica. Lo Spirito Santo che era su di lui, “mosso da Spirito”53.

48 Cfr Lc 1,41. 49 Cfr Lc 1,67. 50 Lc 1,15. 51 Cfr Gv 1,32. 52 Cfr Lc 2,25-35. 53 Lc 2,27.

I doni dello Spirito Santo

1. La vita soprannaturale richiede per operare e svilupparsi. Conviene infatti che le nostre facoltà naturali, le quali da se stesse non possono produrre che atti del medesimo ordine, siano perfezionate e divinizzate da abiti infusi, che le elevino e le aiutino ad operare soprannaturalmente. Sono di due specie: le virtù infuse che ci abilitano a operare soprannaturalmente con il concorso della grazia attuale, e i doni dello Spirito Santo che ci rendono così docili all’azione dello Spirito Santo che, guidati da una specie di istinto divino, siamo mossi e diretti da questo divino Spirito. Nel momento stesso della giustificazione è certo che riceviamo l’infusione delle virtù teologali, ed è dottrina comune anche delle morali. Queste virtù ci danno non la facilità, ma il potere soprannaturale prossimo di fare atti soprannaturali; saranno necessari ripetuti atti per aggiungervi quella facilità che viene dall’abitudine. La Fede ci unisce a Dio, suprema verità, e ci aiuta a veder tutto in Lui e giudicare tutto alla sua luce. La Speranza ci unisce a Dio sorgente della nostra felicità e che ci dà le grazie. La carità ci eleva, Dio infinitamente buono. (Tanquerey)

2. I doni dello Spirito Santo sono abiti soprannaturali che danno alle facoltà tale docilità da obbedire prontamente alle ispirazioni della grazia. In noi vi è la presenza operante e personale dello Spirito Santo che è sorgente della vita spirituale. “Lo Spirito dimorerà con voi, sarà in voi” (Gv 14,1754). La vita spirituale non viene da sola, è u n ’in cessa n te co mu n i on e di pensiero, di amore, di azione e di gioia con la Trinità sotto l’azione personale e immediata dello Spirito Santo con il concorso delle due altre Persone. L’attività dei doni dello Spirito Santo si collega a quelle operazioni divine, le più elevate, che vengono a prolungare in noi le emanazioni eterne del Verbo e dello Spirito d’amore e a soprannaturalizzare tutto il nostro agire. I d o n i ci metto n o so tto l ’a zi o ne diretta dello Spirito Santo che, vivendo nell’anima, illumina l’intelletto, indicandogli ciò che si deve fare, infiamma il cuore e fortifica la volontà. Nasce un’unione intima quanto è possibile sulla terra. È il vivere insieme, d el l ’a mi ci z i a , in cui ognuna delle tre Persone, con la sua ricchezza infinita, reca all’anima tutto ciò che ha, tutto ciò che è, onde l’uomo gioisce del possesso della Trinità, nel modo con cui il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo riposano l’uno nell’altro nella loro indivisibile unità. Allora la vita spirituale si svolge in un perpetuo dialogo d’amore con Dio, in una incessante comunione con il Padre e il Figlio nello Spirito.

54 Cfr Gv 14,17. “Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio, e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui” (Gv 14,21). Questa è già sulla terra l’unione intima con Dio per mezzo della fede e dell’amore sotto l’azione dei doni dello Spirito Santo in attesa dell’intimità del Paradiso e della consumazione nell’unità. “Allora conoscerete che io sono nel Padre mio, e voi in me, come io in voi” (Gv 14,2055). Lo Spirito Santo, lo Spirito del Padre e del Figlio opera questa vita di amore. Egli è il dono per eccellenza della Trinità al mondo e la suprema preghiera di Gesù è stata di mandare ai suoi il suo Spirito d’amore: “… che l’amore con cui mi hai amato sia in essi, e io con loro” (Gv 17,2656). I doni dello Spirito Santo rimangono dona totius Trinitatis57, ma la Sacra Scrittura li attribuisce con ragione allo Spirito Santo per appropriazione, perché discendono nell’uomo sotto l’ispirazione divina, come opera del suo amore. I doni sono come vele issate a captare il soffio dello spirito.

3. (Da Bertetto). Lo Spirito Santo Amore infinito e personale del Padre e del Figlio è la ragione di ogni dono divino naturale e soprannaturale. In modo speciale si dicono «doni dello Spirito Santo» sette energie divine che egli infonde nell’anima nel Battesimo e accresce continuamente. Agisce come Forza divina in ogni cristiano membro vivo del Corpo Mistico e sollecita secondo un piano superiore a quello regolato dalla semplice ragione e volontà umana. Lo Spirito Santo abita nel cristiano, gli parla, lo dirige, lo ispira, lo muove secondo i disegni divini che intendono fare di lui un santo, un apostolo, uno del Cielo. È necessario che egli sia disposto per riceverla e corrispondervi connaturalmente per una inclinazione interna e spontanea. Le virtù umane e cristiane rendono capace di agire connaturalmente secondo le esigenze della ragione illuminata dalla Fede. I doni dello Spirito Santo rendono il cristiano adatto a cogliere le mozioni del Divino Santificatore suo Ospite, per muoversi con prontezza sotto la sua azione divina ed essere suscettibile della sua direzione. “Ogni mattino fa attento il mio orecchio perché lo ascolti come ascoltano i discepoli” (Is 50,458). N el l a vi ta spi ri tua l e e nel l ’ap o sto la to è l o Sp i ri to S an to ch e ha l ’in i z ia ti va e l a direzione. I sette doni danno la prontezza di sottomettersi e lasciarsi guidare da Lui. Non è più solo l’uomo a forza di remi con la pratica delle virtù; è lo Spirito Santo che come vento gonfia le vele e accelera il viaggio. L’uomo però non resta inattivo, perché è mosso dallo Spirito conforme alla sua natura cosciente e libera. Per questo gli sono infusi i Doni, per abilitarlo a questa azione superiore perché vi corrisponda spontaneamente e agilmente in modo quasi connaturale. Senza le vele la barca non coglie il vento: con esse la mozione del vento le diviene connaturale e efficace. Bisogna dispiegare tutta l’attività, ma bisogna contare più sullo Spirito Santo che su se stesso; deve lasciarlo agire attraverso i Doni, se vuole costruire il regno di Dio in sé e negli altri.

55 Cfr Gv 14,20. 56 Cfr Gv 17,26. 57 “Doni di tutta la Trinità”. 58 Cfr Is 50,4. La vita cristiana fondata sulla grazia e sulle virtù infuse teologali e cardinali riceve nei Doni il massimo sviluppo. Essi si inseriscono in tutte le facoltà dell’anima e agevolano l’influsso dello Spirito Santo in tutti i settori dell’agire umano a complemento e a sostegno dell’influsso già esercitato dalle virtù intellettuali e morali. La vita intellettuale viene regolata non solo dalla saggezza, dalla scienza, dall’intelletto come virtù umana ma dalla Sapienza, Scienza e Intelletto come Doni divini che potenziano la vita umana con luce e discernimento superiore. La vita morale è disciplinata e retta non solo più dalla prudenza umana, e dalle virtù della giustizia, fortezza e temperanza, ma dai doni del Consiglio, della Pietà, della Fortezza e del Timore di Dio che le danno una guida più sicura nelle difficili situazioni di ogni giorno e una consistenza più salda per resistere al male e perseverare nel bene.

4. (Da Dagnino59). I doni dello Spirito Santo. Rm 8,14: “Quelli infatti che sono mossi dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio”. Gal 5,25: “Se viviamo per lo Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito”. I progressi più sicuri e più decisivi si fanno molto più per iniziativa di Dio che per la nostra; l’invasione dello Spirito di Dio. Enciclica (Divinum illud munus60). Coltivare con somma cura la devozione allo Spirito Santo. Concilio Vaticano, concilio dello Spirito Santo. Per i doni l’anima è illuminata non più dalla luce della ragione e della fede, ma da un principio più alto che è lo Spirito Santo. Il bambino che è portato dalla mamma. Da parte di Dio costituiscono l’intervento dello Spirito Santo che prende per primo e direttamente l’iniziativa, la quale si specifica e si attua diversamente secondo le varie necessità e la diversa configurazione psicologica del temperamento. Da parte dell’uomo: sono passività, possibilità, disposizioni, genialità, «porte aperte», che egli ha allo stato abituale e che lo mettono in buone disposizioni per ricevere con profitto l’influsso dello Spirito Santo Necessità dei doni. Per la perfezione cui è chiamato il figlio di Dio. Noi lo dobbiamo conoscere in un modo che imiti veramente quello con cui lo conosce e lo ama il Figlio naturale, perché anche noi siamo veri figli di Dio anche se adottivi. “Nessuno conosce il Padre ecc…” (Mt 11,27). Assoluta trascendenza della visione intuitiva: solo lo Spirito che scruta anche le profondità di Dio (1Cor 2,10) può prepararci facendoci produrre atti degni e solo Lui può introdurci a far conoscenza diretta con i Tre. Un’altra ragione: l’impossibilità in cui si trova l’uomo di liberarsi in toto dalle tre concupiscenze, per poter prestare a Dio un servizio da vero figlio ed amarlo veramente con tutta l’anima e con tutte le forze. Guarire. I doni sono dati in aiuto alle virtù. Per le virtù l’anima agisce soprannaturalmente, ma è lei che agisce con la sua industria, con la sua potenza e alla maniera di queste. Per i doni invece è Dio che agisce nell’anima, è Lui che prende l’iniziativa. Sotto il regime delle virtù è più attiva, sotto i doni è più passiva.

59 Cfr AMATO DAGNINO, La vita cristiana, ed. Paoline; volume presente nella biblioteca di don Pietro. 60 Enciclica di Leone XIII sullo Spirito Santo, 9 maggio 1897. 5. (Per ragazzi). Lo Spirito Santo è per la santificazione di tutte le anime, membra del Corpo; co mp ie l ’o p era rea l i zz a ta i n Ge sù . Realizza la santificazione in due maniere: la prima aiutandoci, muovendoci, dirigendoci: ma ci muove e ci dirige in modo che abbiamo noi la direzione della nostra opera. Una seconda quando personalmente prende la direzione dei nostri atti, quando non solo ci illumina con la sua luce, ci riscalda con il suo fuoco e ci indica il cammino che dobbiamo seguire, ma Egli stesso si degna muovere le nostre facoltà e dar loro l’impulso perché possano realizzare la sua opera divina. Un grande artista deve compiere il suo lavoro; ai suoi alunni fa preparare la tela, combinare i colori, eseguire le parti meno importanti, ma quando arriva alla parte più delicata, lui stesso traccia i lineamenti della sua opera meravigliosa. Così lo Spirito Santo quando vuole tracciare in noi l’immagine di Gesù Egli dirige il lavoro e vuole che lo aiutiamo: ma vi è un momento in cui egli interviene in maniera personale e immediata, e con strumenti delicatissimi traccia i lineamenti geniali e fedelissimi della divina immagine. I delicatissimi strumenti sono i doni dello Spirito Santo. Anche noi possediamo i nostri strumenti, ossia le virtù con cui distruggiamo l’uomo vecchio con tutte le sue concupiscenze e tracciamo l’uomo nuovo. Ma giunge il momento in cui le virtù non sono sufficienti e la nostra iniziativa non basta più per realizzare simile prodigio, allora lo Spirito Santo interviene e dirige direttamente, e per realizzarla utilizza quali strumenti preziosi «i doni dello Spirito Santo». Tu septiformis munere61; sacrum septenarium62. Gli apparecchi riceventi. I doni sono ricevitori divini, prodigiosi per captare le ispirazioni dello Spirito Santo; senza apparecchi non si può captare. I doni sono quelle realtà soprannaturali che Dio ha posto in noi perché possiamo accogliere le ispirazioni del Paraclito. Per mezzo degli apparecchi odiamo soltanto, per i doni non solo riceviamo la luce e gli insegnamenti, ma anche le sue mozioni in modo che sotto il loro influsso realizziamo atti più delicati e perfetti Quicumque enim Spiritu Dei aguntur, hi sunt filii Dei63 (Rm 8,14). È una delle prerogative che hanno i figli di Dio. I nostri atti sono veramente divini. Come l’artista lascia la sua impronta, così lo Spirito Santo lascia in noi la sua impronta divina. Quando operiamo mettiamo il sigillo dell’imperfezione, quando opera lo Spirito Santo mediante i doni facciamo atti che hanno caratteri divini. Ad esempio, quando facciamo atti secondo le nostre capacità naturali e la virtù della prudenza, riusciamo certo ma con molta lentezza e esitazioni. Chi opera con il Consiglio va in maniera rapida, sicura, ferma, sa ciò che si deve fare nei singoli casi. Altro esempio per le cose della fede: quanto lavoro, analisi, paragoni. Invece basta uno sguardo, un’intuizione profonda, ricca, per contemplare in un momento e in un unico punto luminoso. E in questi doni dello Spirito differiscono anche le norme distinte dalle norme delle virtù; è la norma stessa di Dio partecipata all’uomo. I Doni non sono privilegi di anime eccezionali, sono per tutti. Quando uno è battezzato riceve in tutta la sua integrità quel mondo soprannaturale, la grazia, le virtù e i doni.

61 “Irradia i tuoi sette doni” (INNO Veni, Creator Spiritus). 62 “I tuoi sette doni” (SEQUENZA DI PENTECOSTE Veni, Sancte Spiritus). 63 “Tutti quelli infatti che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio” (Rm 8,14). Possedendo la grazia possediamo i doni che sono permanenti e ne abbiamo bisogno nella nostra vita quotidiana. Senza di essi è impossibile santificarsi. Non sono carismi straordinari. (Martinez). Senza i doni l’anima, sebbene abbia la grazia e le virtù, sarà lenta nella via della santità. Dammi una nave – dice San Giovanni Crisostomo – col suo pilota, coi marinai, le funi, le ancore, ma senza vento nelle vele, sarà lento il suo procedere.

Dono dell’Intelletto

Sal 118,130-13564. Ef 1,17-18; 3,5. Mosè: degna rivelarmi le tue vie (Es 33,1365). Sal 24,466: “Fammi conoscere, Signore, le tue vie”. È il dono che ci dà una penetrante intuizione delle virtù rivelate (e anche delle verità naturali in ordine al fine soprannaturale). Conduce al perfetto sviluppo della fede, manifesta le verità rivelate con tale chiarezza da lasciare nell’anima una sicurezza assoluta. 1) Ci fa scoprire la sostanza nascosta sotto le apparenze esterne. Gesù sotto i veli eucaristici. Il desiderio, fame e sete dei santi, la loro adorazione e contemplazione. 2) Ci spiega il senso della Scrittura: “Aprì loro l’intelligenza perché intendessero le Scritture” (Lc 24,4567). 3) Spiega il significato dei segni (Sacramenti e liturgia). 4) Ci fa intendere le realtà divine sotto le realtà e le apparenze umane (Il Creatore in Gesù di Nazaret). 5) Ci mostra gli effetti contenuti nelle loro cause. Per esempio, la vita dell’anima nell’Eucaristia. 6) La causa negli effetti. Per esempio, l’azione della Provvidenza negli eventi esterni della vita. L’anima si trasforma, la fede influisce su tutti i suoi movimenti, sembra perder la sensibilità verso tutto ciò che è umano, per comportarsi in tutto servendo un istinto divino. La sua maniera di pensare, di parlare, di reagire sconcerta il mondo incapace di comprenderla. Sembra che patisca di strabismo spirituale perché giudica tutte le cose al rovescio del mondo. In realtà è questo che sbaglia. Essa ha avuto la grazia dallo Spirito Santo, il “senso di Cristo” (1Cor 2,1668) che fa vedere tutto attraverso il prisma della fede. È la promessa di Gesù: “Egli insegnerà ogni cosa” (Gv 14,26). Ci dà la conoscenza piena del senso delle parole di Gesù, delle beatitudini, della rinuncia delle creature. Ci fa leggere chiaramente i disegni di Dio nella propria vita e nella storia umana.

Beatitudine. “Beati i puri di cuore”69. La purezza della mente; si mandano via tutti gli errori contro la fede. A questo dono dell’Intelletto, il frutto dello Spirito Santo: la fides, la certezza della fede; e il gaudium, la gioia spirituale. Vizi contrari. La cecità spirituale e l’affievolimento della sensibilità spirituale.

64 Sal 119 [118], 130-135 65 Cfr Es 33,13: 66 Sal 25 [24], 4. 67 Cfr Lc 24,45. 68 Cfr 1Cor 2,16. 69 Mt 5,8. Le anime tiepide, ingolfate nei beni della terra, prive di raccoglimento interiore. Mancano di considerazione attenta e profonda delle verità della fede, vedono la santità in atteggiamenti esterni. Tengono in poco conto i peccati veniali, non percepiscono le meraviglie della grazia, gli eroismi, le pazzie dell’amore. Sono ciechi perché non fanno uso di quella “torcia che brilla in luogo caliginoso” (2Pt 1,1970) e molte volte presumono di guidare altri ciechi (Mt 15,14). Lo sviluppo. Disporsi: a) Con la fede viva. b) Con la perfetta purezza di anima e di corpo. c) Raccoglimento intenso (Ducam eam in solitudinem et loquar ad cor eius71; Os 2,16). Vuotarsi delle cose create. d) Fedeltà alla grazia (Hodie si vocem72; Sal 94. Nolite contristare Spiritum Sanctum Dei73; Ef 4,30. Quae placita sunt ei, facio semper74; Gv 8,29. Da Domine quod iubes, et iube quod vis75). e) Invocazione dello Spirito Santo. Frequenti e con il massimo fervore possibile, ricordando la promessa di Gesù. Sentirsi piccoli, umiltà (Mt 11,25). Virgo fedelis76. Chiamarla spesso.

(Da Dagnino) N ecessi tà d el d on o d ell ’In tel letto . 1) Incomprensibilità di Dio e dei suoi misteri. “Disse Salomone: Dio ha deciso di abitare sulla nube” (1Re 8,12). “Ecco io verrò a te in una densa nuvola” (Es 14,19-20; 24,15-18). Dio è un mistero incomprensibile. Elia (1Re 19,11-13). Sofar (Gb 11,7-12). E nessuno può comprendere i segreti e le meraviglie del creato (Gb 37). “Abita una luce inaccessibile”77. “Le cose di Dio nessuno le conosce, se non lo Spirito di Dio” (1Cor 2,11). Difficoltà di comprendere le Scritture, il pensiero di Dio contenuto nelle Scritture. 2) Tu tto n el la vi ta cri sti a na h a l ’i mpro n ta della trascendenza. Si passa col Battesimo dalla carne allo Spirito, dallo spirito del mondo a quello di Dio o «senso di Cristo» (1Cor 2,16). Si deve “camminare secondo lo spirito”78 (Rm 8,12; 2Cor 10,2-6). Di quella la necessità dell’intervento dello Spirito Santo. 3) Radicale imperfezione della fede. 4) Le tenebre nell’intelletto e la debolezza nella volontà.

70 Cfr 2Pt 1,19. 71 “… la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore” (Os 2,16). 72 “Ascoltate oggi la sua voce” (Sal 95 [94], 8). 73 “E non vogliate rattristare lo Spirito Santo di Dio” (Ef 4,30). 74 “… io faccio sempre le cose che gli sono gradite” (Gv 8,29). 75 “Dammi, Signore, quello che comandi e poi comanda ciò che vuoi” (SANT’AGOSTINO, Confessioni; X. 29, 40). 76 “Virgo fedelis – Vergine fedele” (Litanie Lauretane). 77 1Tm 6,16. 78 Cfr Gal 5,16. Uffi ci o e a tti vi tà d el l ’In tel letto . 1) Deve purificare l’intelligenza perché venga in affinità con Dio spirito, coi suoi misteri spirituali, con il suo linguaggio spirituale. 2) Perfezionare la fede. 3) Ci fa penetrare e gustare più profondamente la Scrittura. 4) Ci fa intuire le cose della fede. Bisogna scoprire, vedere, sentire Dio, intuire i sensi misteriosi nascosti nella Scrittura.

Dono della Scienza

Dan 3,52-90; Sal 135.

1) Ci fa salire dalle creature al Creatore senza che esse intralcino la nostra ascesa verso di Lui, esso ci dà il vero valore delle creature e per riflesso il retto uso di esse (D79). Lo spirito di Scienza ci fa percepire e contemplare l’infinita sapienza, l’onnipotenza, la bontà, la natura intima di Dio, attraverso il mondo della natura, della grazia, della gloria e soprattutto dell’ordine ipostatico (Ph80). Cantico delle creature. “Onde in ogni creatura che è come un sacramento delle perfezioni divine, dobbiamo adorare ciò che essa rappresenta” (Olier81). Ci fa cogliere il vero valore delle creature che è quello di farci lodare Dio in esse. Le creature ci conducono a Dio, per la loro origine perché vengono da Lui e Lui le conserva, per la natura perché vediamo un riflesso di Dio, per il fine perché sono gradini che ci conducono a Lui. Invisibilia82 (Rm 1,20).

Necessità e effetti: 1) Contemplazione delle opere di Dio. Dio unica sorgente di tutte le bellezze dell’universo (Sal 18, 1-383). 2) Ci insegna a usarle bene. 3) Ci distacca dalle cose della terra. Le creature viste come un ostacolo, un’occasione di peccato. (Sal 89,5 sq.84; Gb 20,1-29). Il senso di vuoto delle cose della terra. L’anima vede chiaramente che “il mondo è una grande menzogna da cui tutti siamo avvolti. Niente e meno di niente è tutto ciò che passa e non è gloria di Dio” (Santa Teresa85). La scienza dando all’anima la percezione chiara dei veri valori le fa parere tutta questa grande mundana varietas86 che ci circonda come un gioco; essa la vede come in trasparenza, né la tocca e non si lascia toccare da essa in profondità; sente e vede che dura poco, un giorno (Gc 4,13; 2Pt 2,13) che passa (1Cor 2,17; 7,27-31). Uso delle cose e del piacere è il problema più importante e più difficile; le cose incantano e fanno peccare e facciamo molta fatica. Solo la Scienza ci fa vedere chiaramente e limpidamente che i beni che passano sono inferiori a quelli che non passano. Solo quando avremo capito ciò, ma sperimentalmente secondo la

79 Il riferimento è a: AMATO DAGNINO, La vita interiore, Paoline; volume presente nella biblioteca di don Pietro. 80 Il riferimento è a: MARIE-MICHEL PHILIPON, I doni dello Spirito Santo, Àncora Editrice; volume presente nella biblioteca di don Pietro. 81 Citazione tratta da: ADOLPHE TANQUEREY, Compendio di Teologia Ascetica e Mistica, Parte seconda, Libro III, cap. V; volume presente nella biblioteca di don Pietro. 82 “Le perfezioni invisibili” (Rm 1,20). 83 Cfr Sal 19 [18], 1-3. 84 Cfr Sal 90 [89], 5 sq. 85 SANTA TERESA D’AVILA, Vita, XX, 26. 86 “Varietà [volubilità] di questo mondo”. maniera di agire dei doni, sapremo trascendere, lodare il Creatore nelle creature, usarne tranquillamente senza insabbiarci né sporcarci. 4) Ci indica con certezza ciò che dobbiamo credere, il sensus fidei87. 5) Ci fa vedere con prontezza e certezza lo stato della nostra anima, i nostri atti interni, i movimenti segreti del cuore, la loro qualità, i loro principi, i motivi, i fini, gli effetti e le conseguenze, il merito e il demerito. 6) Provoca la contrizione e il pentimento delle colpe facendoci vedere il nulla delle creature.

Beatitudine: “Beati quelli che piangono”88. Piangere i peccati. Consolarci che le creature ci conducono a Dio, servono al fine soprannaturale. Vizi contrari: Ignoranza. Occuparsi di cose vane, abuso delle scienze umane, superbia intellettuale. Mezzi: a) Pensare alla vanità delle cose create. b) Abituarsi a considerare tutto in ordine a Dio. c) Opporsi allo spirito del mondo; il mondo vede al rovescio, vuol godere delle creature riponendo in esse la sua felicità. Fuggire le cose e i divertimenti mondani. d) Vedere la Provvidenza nel mondo e negli avvenimenti. e) Preoccuparsi molto della purezza del cuore.

87 “Il senso della fede” (Lumen Gentium, 12). 88 Cfr Mt 5,4.

Dono della Sapienza

Sap 9,1-12; Gb 38,4-11; Pr 3,13-20; 1Cor 2,12-13.

È il più eccellente dei doni perché porta alla sua massima perfezione la carità. È un abito infuso che perfeziona la carità per cui l’anima diventa docile allo Spirito Santo per contemplare le cose divine e per giudicare sia delle cose divine sia delle umane, secondo le regole divine. “Gustate e vedete come è soave il Signore” (Sal 33,989). Sotto uno speciale istinto dello Spirito Santo. Ci fa gustare le cose divine per una certa connaturalità e simpatia. L’anima diventa una speculatrice amante di Dio. “O mio Dio Trinità che adoro, aiutami a dimenticarmi interamente per fissarmi in Te, immobile e quieta come se l’anima mia fosse già nell’eternità” (Suor Elisabetta90). Diventa una speculatrice assidua, una contemplazione amorosa della piena esperienza di Dio.

Effetti: 1) Comunica all’anima una divina sensibilità con cui giudica tutte le cose. Tutte con un istinto divino. Non vede altro tesoro che Dio e quello che a lui conduce. Sono vere disgrazie solo il peccato, la tiepidezza l’infedeltà. 2) Fa vivere in modo divino i misteri della fede. L’anima introdotta per mezzo della carità nell’abisso infinito delle Divine Persone quasi nella loro vita intima, sotto l’impulso dello Spirito d’amore, tutto contempla da questa altezza: gli attributi divini, la Creazione, l’Incarnazione, la Redenzione, la gloria e anche gli eventi temporali. Per quanto è consentito a una semplice creatura, partecipa della visione e conoscenza che Dio ha di se stesso e dell’universo sperimentando in se stessa una dolcezza ineffabile. 3) La conduce a partecipare ineffabilmente alla vita trinitaria. 4) Spinge fino all’eroismo la virtù della carità. L’amor di Dio giunge a estinguere completamente l’amore proprio. Ama il Signore unicamente per la sua infinita bontà, senza mescolanza di interessi o motivi umani. Non rinuncia alla speranza del cielo, anzi la desidera più che mai, perché lassù potrà amare Dio con maggiore intensità senza soste e interruzioni. Anche la carità del prossimo arriva alla sua perfezione. Vede nei poveri e sofferenti Cristo, si privano con piacere anche delle cose più necessarie. 5) Dà a tutte le virtù l’ultima perfezione rendendole veramente divine.

Beatitudine: “Beati i pacifici”91. I frutti dello Spirito: la carità, il gaudio spirituale, la pace.

89 Cfr Sal 34 [33], 9. 90 SANT’ELISABETTA DELLA TRINITÀ, Scritti, Elevazione alla Santissima Trinità. 91 Mt 5,9. Vizi: Stoltezza che impedisce di discernere e giudicare le cose divine. La fatuità. La lussuria.

Mezzi. Raccoglimento, vita di orazione, fedeltà alla grazia, frequente invocazione (desiderarlo, chiederlo con insistenza e cercarlo). Umiltà. Inoltre: a) Sforzarci di vedere tutte le cose dal punto di vista di Dio, b) combattendo la sapienza del mondo che è stoltezza davanti a Dio (1Cor 3,19; 1,25). c) Non affannarsi troppo alle cose del mondo benché buone e oneste. d) Non attaccarsi alle consolazioni spirituali, ma andare a Dio attraverso esse.

(Da Bertetto) La Sapienza ci fa discernere e percepire Dio e le cose divine nei loro più alti principi e ce li fa gustare. Conferisce un lume superiore che gli fa conoscere Dio con una conoscenza quasi sperimentale e lo porta ad un’unione affettuosa e tenera con Dio. Il cieco sa che esistono gli uomini e le cose ma non li contempla, non ne prova gioia. Anche il credente conosce Dio e le sue perfezioni, ma il debole lume della fede non può eccitare né molto amore né molta gioia. Con la Sapienza le perfezioni divine le si mostrano in un grande splendore; essa ne vive, ne esulta, s’infiamma di amore. Dio diventa il suo mondo, il suo tutto che la sazia e la distoglie da qualsiasi altro diletto mondano. Acquista così una saporosa cognizione delle cose divine. La distacca da tutto, reprime le cattive inclinazioni, gli affetti e desideri naturali facendo dominare l’amore soprannaturale. L’anima gode della gloria di Dio, si rattrista per il peccato. Desidera amar Dio con più fervore e di lavorare e soffrire sempre di più per Lui. Lo Spirito Santo conferisce tranquillità e silenzio a tutte le potenze dell’anima e le governa Egli stesso. Si comunica alla memoria la quale ha sempre Dio presente, all’intelletto il quale si applica a Dio scoprendovi sempre nuove meraviglie, alla volontà che si effonde nell’amor divino sempre più intenso e operoso. Accresce la speranza facendole gustare la certezza di tendere a Dio e di possederlo poi eternamente.

Il dono del Consiglio

1. Sal 28,1192; 31,893; 32,14-1594; Mt 5,37: “Sia il vostro parlare: sì, sì; no, no”; Gv 14,16-26; 16,14: Egli vi suggerirà. Tutti i Santi dell’Antico e Nuovo Testamento sono al servizio del Popolo di Dio, uomini di Dio, mossi dal suo Spirito. Così Abramo, Mosè, i Profeti, i Giudici, i Re, i testimoni dell’infanzia di Cristo. Cristo più di tutti nel quale riposava la pienezza dello Spirito. Gli Apostoli, i discepoli. Gli Atti non sono altro che il racconto delle meraviglie operate dallo Spirito.

2. Il dono del Consiglio perfeziona la virtù della prudenza, facendoci giudicare prontamente e sicuramente per una specie d’intuizione soprannaturale ciò che conviene fare nei casi difficili. Ci vuole un dito dall’alto che indichi in modo inappuntabile la via da seguire, la decisione da prendere. È il digitus paternae dexterae95. Conciliare virtù che sembrano opporsi: la prudenza con la semplicità, la soavità con la fermezza, tenere un segreto e non mancare alla verità, l’affetto con la castità, vita interiore e apostolato. Lo Spirito Santo è il Maestro dell’ora.

3. Effetti: 1) Ci preserva dal pericolo di una falsa coscienza. 2) Risolve con ineffabile sicurezza molti casi difficili e imprevisti. 3) Ci suggerisce i mezzi più opportuni per governare santamente gli altri. 4) Aumenta straordinariamente la nostra docilità ai superiori.

4. Beatitudine: “Beati i misericordiosi”96. Frutti: bontà e benignità. Vizi contrari: precipitazioni e caparbietà.

5. Mezzi: 1) Profonda umiltà per riconoscere la nostra ignoranza. 2) Abituarci a procedere sempre con riflessione e senza fretta. 3) Ascoltare in silenzio il Maestro interiore. 4) Obbedire e mostrarci docili ai superiori.

92 Cfr Sal 29 [28], 11 93 Cfr Sal 32 [31], 8. 94 Cfr Sal 33 [32], 14-15 95 “Dito della mano di Dio” (INNO Veni Creator Spiritus). 96 Mt 5,7. 6. Il Consiglio trasforma la luce della contemplazione in ispirazioni pratiche. Ci trae d’impiccio. Fa rivivere in noi i consigli del Vangelo al momento opportuno in faccia alle difficoltà. La sua opera è una realtà: persuadiamocene. Mater Boni Consilii97. Lei ci dà dei consigli, ma particolarmente ci ottiene i consigli dello Spirito Santo.

7. “Beati i misericordiosi”. I consigli dello Spirito si estendono a ogni ordine di cose, ma vi è punto il più difficile in cui il dono del Consiglio dà la sua pienezza. La misericordia non è la semplice bontà; bisogna amare di più, bisogna chinarsi sui miserabili di ogni settore. Ci fa dominare tutto quello di spiacevole o d’irritato e permette che esca solo la bontà. Esempio della misericordia di Gesù (adultera98). Penetrarci della miseria universale e nostra. Avere compassione: né disprezzo né sdegnosità. Avere misericordia per ottenerla per noi da Dio. Le opere della misericordia, specialmente per i peccatori. Tenerci in contatto con lo Spirito Santo che ci comunicherà lo spirito di misericordia in ogni occasione.

97 “Mater Boni Consilii – Madre del Buon Consiglio” (Litanie lauretane). 98 Cfr Gv 8,3-11.

Il dono della Pietà

1. Dt 32,4-6; 1Cr 16,8-36; Tb 8,5-8. Le forme bibliche del dono della pietà sono innumerevoli. Vi appaiono tutti gli aspetti del dono: preghiera di lode e di domanda, sentimenti di ammirazione e adorazione, confidenze intime di gioia, o difficoltà, angosce, tristezze, miserie, speranze. Tutto il salterio. Poi preghiere di Gesù. Gli Atti e le lettere degli Apostoli. Nell’Apocalisse la preghiera dell’eternità.

2. La Pietà è il perfezionamento della virtù della Religione; ci invita ad assolvere questo dovere, alimenta un affetto filiale verso Dio e una tenera devozione alle Persone e cose divine. Con questo dono lo Spirito Santo, Amore infinito del Padre e del Figlio, dà alla vita spirituale e alle pratiche di pietà il senso della filiale conversazione con il Padre infondendo nell’anima una partecipazione della stessa pietà filiale del Verbo Incarnato. Come Gesù diceva: “Padre” (Gv 20,7): il suo sentimento, la sua intimità, la sua devozione ci vengono partecipati e ci rendono idonei a vivere la figliolanza divina comunicateci con la grazia. Rende perciò facile e gradito il pregare, il meditare, il raccogliersi, l’interrompere le occupazioni per compiere le liturgie, le pratiche di pietà. È necessario per perfezionare le virtù della giustizia, della religione e della pietà.

3. Effetti: 1) Pone nell’anima una tenerezza filiale verso il Padre Celeste. Abbà (Rm 8,15-16). 2) Ci fa adorare l’ineffabile mistero della paternità in seno della Trinità. 3) Pone nell’anima lo spirito di filiale abbandono nelle braccia del Padre Celeste. 4) Ci fa vedere nel prossimo un figlio di Dio ed un fratello di Gesù Cristo. Se Dio è Padre nostro noi siamo figli suoi. Gaudere, flere99. 1Cor 9,19-22. 5) Ci spinge all’amore e alla devozione verso le persone e le cose che partecipano alla paternità di Dio e alla fraternità cristiana. Verso la Vergine, gli Angeli, i Santi, le anime di Purgatorio, il Papa, ecc… nella Chiesa, la Sacra Scrittura e le cose sante.

4. Beatitudine: “Beati i mansueti”100, che toglie gli impedimenti. “Beati quelli che hanno fame”101, perfeziona la giustizia. “Beati i misericordiosi”102, opere di misericordia. Frutti: bontà, benignità, mansuetudine. Vizi opposti: empietà, durezza di cuore.

99 “Gioire, piangere” (Cfr Rm 12,15). 100 Mt 5,5. 101 Mt 5,6. 102 Mt 5,7. 5. Mezzi: 1) Coltivare in noi lo spirito di figli. Chiederlo spesso. 2) Coltivare lo spirito di fratellanza universale. 3) Coltivare l’idea che tutte le cose, anche quelle puramente materiali, appartengono alla casa del Padre. La creazione è la casa del Padre, tutto gli appartiene e contiene in sé qualcosa di divino. Il peccato è una specie di sacrilegio contro Dio e le creature che gli appartengono. 4) Coltivare lo spirito di totale abbandono nelle braccia di Dio. Indifferenza davanti a tutti gli eventi lieti o tristi.

6. La pietà dà il carattere di intimità, di tenerezza. Le pratiche prendono un’intonazione nuova e vera. I doveri non sanno più di costrizione ma come momenti per testimoniare amore a Dio. Infanzia spirituale. Superamento di tutte le forme di legalismo, rubricismo e tradizionalismo.

7. Esempio di Gesù: nessuno è più «figlio» di Lui. “Non debbo forse occuparmi delle cose del Padre «mio»?” (Lc 2,48). La sua preghiera (Mt 11,25-30): ita, Pater103. Il discorso principale è sulla paternità di Dio. “Egli riceverà del mio”. Di più «suo» (Gv 16,13-14104) vi è il senso della paternità, la sua Pietà. Ecco ciò che riceverà lo Spirito per comunicarcelo. Formare nell’intimo nostro il dolce nome del Padre con qualcosa dell’accento messovi da Cristo nel pronunciarlo. Ci dia questa parola nel cuore lo Spirito Santo. Diamoci alla pietà in una maniera sincera ma laboriosa aspettando tutto dallo Spirito che con la sua illuminazione ci infonda il senso della paternità e l’entusiasmo della paternità a tutti i fratelli.

103 Nella NOVA VULGATA: “Ita, Pater, quoniam sic fuit placitum ante te – Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te” (Mt 11,26). 104 Cfr Gv 16,14-15.

Il dono della Fortezza

1. Es 3,12. A Mosè: “Io sarò con te”. Gb 7,1: “Non ha forse un duro lavoro l’uomo sulla terra?”. Lc 24,49: “… rivestiti di forza dall’alto”. 2Ts 3,13: “Non lasciatevi scoraggiare nel fare il bene”. Fecit mihi magna qui potens est105. Senso drammatico della storia del mondo. Nessuno può sfuggire alla lotta. 1Cor 1,27. Promessa della protezione divina. Dio è la roccia (i Salmi).

2. È un dono che perfeziona la virtù della fortezza dando alla volontà un impulso e un’energia che la rendono capace di operare e di patire lietamente e intrepidamente grandi cose, superando tutti gli ostacoli. I martiri, gli apostoli, le vergini.

3. Effetti: 1) Conferisce all’anima una grande energia nella pratica delle virtù. 2) Distrugge completamente la tiepidezza nel servizio di Dio. 3) Rende l’anima coraggiosa dinnanzi a tutti i pericoli e a tutti i nemici. 4) Fa sopportare i più grandi dolori con gioia. 5) Dà all’anima l’eroismo nelle piccole cose oltre che nelle grandi. Il martirio lento costituito dalla pratica eroica del dovere di ogni giorno.

4. Beatitudine: “Beati coloro che hanno fame…”106. Frutti: pazienza e longanimità. Vizi opposti: la timidezza o timore esagerato. La pigrizia.

5. Mezzi: 1) Abituarsi all’esatto compimento del dovere nonostante le ripugnanze. 2) Non chiedere a Dio che ci tolga le croci, ma che ci dia l’aiuto per superarle. 3) Praticare con coraggio le mortificazioni volontarie. Ad esempio, osservare il silenzio, non lamentarsi degli inconvenienti, recitare le invocazioni vocali con raccoglimento e attenzione, mostrarci affettuosi e servizievoli specialmente con gli antipatici, ricevere con umiltà e pazienza le riprensioni e i castighi, ecc… 4) Cercare nell’Eucarestia la fortezza. Lui è il leone (Ap 5,5).

6. Gesù il forte. Venuto per sconfiggere Satana e stabilire il regno di Dio. “Fu condotto dallo Spirito per essere tentato dal diavolo” (Lc 4,2). In Lui opera la potenza del dito di Dio (Lc 11,20).

105 “… grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente” (Lc 1,49). 106 Mt 5,6. Fortezza degli apostoli. “Perché siate corroborati mediante lo Spirito nell’uomo interiore” (Ef 3,16107). Lo Spirito aiuta i credenti non solo nelle attività volitive e mentali, ma anche in quelle puramente sensibili in modo che uno sia sempre meno soggetto ai condizionamenti sensibili e psicologici nei grovigli psicologici, in modo da rendere una persona da debole e incerta, forte, serena ed equilibrata. Dona ardimento, sicurezza e entusiasmo per conquistare beni che la natura non apprezza. Dà forza agli apostoli, a seguire la vocazione, per vincere le tentazioni di conformarsi a questo secolo, per apparire meno intelligenti, meno aperti, tradizionalisti, sorpassati, non all’altezza dei tempi.

7. “Beati quelli che hanno fame”. Dio ci spinge all’infinito della santità; è l’ideale che ispira lo Spirito Santo. La fame è irresistibile, si rinnova, dà piacere se si soddisfa. In Gesù era tanta fortezza. “Il mio cibo” (Gv 4,34). Un bisogno irresistibile. “Eccomi o Padre” (cfr Eb 10,7). “Non la mia, ma la tua” (Mc 14,36108). Aveva fame di questa fino al Sitio109, il compimento della volontà del Padre di questa santità. Bisogna che anche noi abbiamo una grande volontà, una fame fortissima. Un po’ e basta, desideri intermittenti non arriveremo. Charitas Christi urget nos110 (2Cor 5,14). Che non ci lasci tranquilli. E deve rinascere continuamente in ogni circostanza e in ogni stato d’animo triste o lieto, appoggiati sulla forza dello Spirito Santo. Le nostre negligenze e le nostre tiepidezze dicono che non abbiamo fame di santità. Non secondo il nostro gusto, non fittizia, non anarchica. “Sappiate discernere gli spiriti, ritenete il buono” (cfr 1Ts 5,21) nella prudenza, nell’obbedienza. Tendere mediante la meditazione della parola nella storia della salvezza, i sacramenti della penitenza (croce), dell’Eucarestia. Fame della volontà di Dio, pur in mezzo alle contraddizioni, fame delle sofferenze, fame delle anime.

107 Cfr Ef 3,16. 108 Lc 22,42. 109 “Ho sete” (Gv 19,28). 110 “L’amore di Cristo ci spinge”.

Timore di Dio

1. Salmo 50 e i salmi penitenziali. Lo spirito di timore anima tutto l’Antico Testamento. Abramo: “Grande ardire è il mio di parlare al mio Signore, io cenere e polvere” (cfr Gen 18,27). Giacobbe: “Quanto è terribile questo luogo” (Gen 28,16-17). Mosè: si coprì il viso nel timore di guardare Dio (Es 3,1-7). La santità di Dio messa a confronto con la nostra miseria di peccatori rimane un tema centrale della predicazione dei profeti (Is 6,5).

2. Il dono del Timore che fiorisce dall’amore ci fa unire alla dolce familiarità con Dio un profondo rispetto che ci preserva dalle illusioni di una santità presunta e di un amore fittizio e inefficace e ci induce a molta sottomissione alla divina volontà e perciò alla diligente osservanza della legge di Dio, alla delicatezza, alla riverenza nella preghiera, nelle liturgie. Non è servile, è filiale; allontana dal peccato, ci umilia davanti a Dio e ci fa sperare nel suo aiuto. Tre virtù particolarmente devono essere perfezionate da questo dono: a) La speranza, per vincere la presunzione; b) la temperanza, per evitare tutti i piaceri pericolosi; c) l’umiltà, per restare nei limiti.

3. Effetti: 1) Un vivo sentimento della grandezza e della maestà di Dio che ci porta a una profonda adorazione piena di reverenza e umiltà. Dinnanzi alla maestà di Dio, l’anima ha un sentimento tanto forte e penetrante di riverenza e sottomissione che desidererebbe distruggersi e patire mille volte la morte per Dio. L’umiltà raggiunge le vette desiderando immensamente di patire ed essere disprezzata per Dio. Tale rispetto si estende a tutto quanto ha relazioni con lui: i luoghi, le persone, le cose. 2) Un grande orrore per il peccato e un vivissimo dolore di averlo commesso. Lo Spirito Santo fa capire la malizia del peccato, il castigo che Dio riserva. Purificazioni. 3) Un’estrema vigilanza per evitare le più piccole occasioni di offendere Dio. 4) Distacco perfetto da tutte le creature, stimare niente le grandezze, gli onori, le ricchezze e i piaceri.

4. Beatitudine: “Beati i poveri”111. Superamento di tutte le cose terrene. Frutti: modestia, continenza, castità. Vizi opposti: la superbia, la presunzione.

111 Mt 5,3. 5. Mezzi: 1) Meditare con frequenza l’infinita grandezza di Dio. Dio grande nella natura (Bar 3,35; Sal 92,4112), nel suo giudizio (Lc 21,27). 2) Abituarsi a trattare con Dio con fiducia filiale, piena di riverenza e rispetto. 3) Meditare con frequenza sull’infinita malizia del peccato e concepire un grande orrore. 4) Col prossimo mantenersi mansueti e umili. Ricordare la parabola dei cento denari (Mt 18,30113). 5) Chiederlo frequentemente. Statue servo tuo eloquium tuum in timore tuo114 (Sal 118,38). In timore servite Domino115 (Sal 2,11).

6. Riverenza per i suoi attributi, per i suoi diritti, la sua volontà, la sua presenza; riverenza per i suoi giudizi, disgusto e severità per tutto quello che non piace a Dio. In ordine al peccato si teme più l’offesa che la pena. Non va un certo linguaggio e una certa disinvoltura negli atti liturgici, nei canti, ecc...

112 Sal 93 [92], 4. 113 Cfr Mt 18,23-34. 114 “Con il tuo servo sii fedele alla parola che hai data, perché ti si tema” (Sal 119 [118], 38). 115 “Servite Dio con timore” (Sal 2,18).

Lo Spirito Santo e Maria Santissima

1. Intime mirabili relazioni, per le quali a buon diritto è chiamata sua sposa (Divinum illud munus). È il capolavoro dello Spirito Santo, e parlare dello Spirito Santo senza nominare la Beata Vergine sarebbe come discorrere di un genio senza far cenno del suo capolavoro. E viceversa: parlare di Maria Santissima senza riferirsi allo Spirito Santo.

2. Tutta la sua vita è stato un perfetto accordo e una armoniosa corrispondenza alla grazia dello Spirito in modo che ha reso possibile le meraviglie operate: “Grandi cose ha fatto in me colui che è potente”116. Maria è stata come un globo di puro cristallo; ha potuto essere penetrata e percorsa in tutti i sensi dalla luce dello Spirito Santo, il quale vi ha acceso tutti i riflessi della vita di Dio, del suo amore, della santità e della grazia. Maria è l’esempio per tutti di come lasciarsi conquistare dallo Spirito Santo. Piena di grazia; quale cooperazione allo Spirito: “Lo Spirito Santo scenderà”117. “Ecco l’ancella”118. Accoglie il seme, accoglie l’amore. Il primo Adamo creazione dello Spirito; il secondo nella collaborazione di Maria con lo Spirito; l’Amore del Cielo e la creatura più ricca di amore e più alta. Maria è “un complemento universale della Trinità in quanto lo Spirito Santo veniva in Lei e trovava accoglienza, il Padre la ricopriva della sua ombra, e il Figlio in lei abitava” (Sant’Esichio).

3. Visitazione, il Magnificat.

4. Ogni figlio di Dio come Gesù Cristo è concepito dallo Spirito Santo e nasce da Maria. La missione dello Spirito Santo è di dare la vita e la comunica per mezzo di Maria. Et incarnátus est de Spíritu Sancto ex Maria Vírgine119. Questa alleanza tra lo Spirito Santo e Maria non e stata solo un fatto storico, un episodio ormai circoscritto e chiuso nel tempo, ma ha fissato una legge, stabilisce un nuovo ordine di azione di Dio nel mondo. Maria ha generato il Capo; in unione e per opera dello Spirito Santo continua a generare le membra. Per questo è vera Madre della Chiesa. “Maria è la terra benedetta della quale è stato formato il Corpo che è la Chiesa” (Sant’Efrem). Gesù continua a nascere, a crescere invisibilmente nelle anime: De Spíritu Sancto ex Maria Vírgine. Di conseguenza non vi è vita cristiana se non per opera dello Spirito Santo e di Maria Santissima. Felice colui che non divide nella propria vita quello che Dio ha congiunto: lo Spirito Santo e Maria Santissima. “Maria è l’organo dello Spirito Santo che opera in

116 Cfr Lc 1,49. 117 Lc 1,35. 118 Lc 1,38. 119 “… e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria” (Simbolo Niceno- Costantinopolitano). Lei come analogamente l’umanità del Cristo è lo strumento del Logos” (Scheeben). Maria è la sposa dello Spirito Santo. È Colei per cui mezzo lo Spirito Santo sarà fecondo ad extra120; sarà lo strumento sempre associato alla sua azione santificante. Aprirsi a Maria è aprirsi allo Spirito Santo; unirsi a Lei è unirsi a Lui. “Quando lo Spirito Santo suo Sposo ha trovato Maria in un’anima, vi vola, vi entra con pienezza e le comunica tanto più abbondantemente quanto maggior posto quest’anima fa alla sua Sposa” (San Luigi Grignion121). Come Maria è la Via scelta da Cristo per venire a noi ed è la Via nostra per arrivare a Cristo – in me omnis via122 – così Ella è la Via scelta dallo Spirito Santo per venire ad operare in noi ed è la Via nostra per arrivare allo Spirito Santo

120 “dall’esterno”. 121 SAN LUIGI MARIA GRIGNION DE MONTFORT, Trattato della vera devozione a Maria, 36. 122 “In me ogni via”.

(Da Bertetto)

1. “Allora la nube copri la tenda del convegno e la Gloria del Signore riempì la Dimora” (Es 40,34). Maria è la nuova arca dell’alleanza, adombrata dall’Altissimo, perché sede della presenza del Verbo incarnato in mezzo al Popolo di Dio. Gesù Cristo è per eccellenza il Tempio dello Spirito. Anche il cristiano è consacrato dalla presenza dello Spirito. Maria Santissima prima cristiana in modo specialissimo. Tre epifanie dello Spirito: Immacolata Concezione: fin dal primo istante è resa tempio per prepararla alla futura missione. Annunciazione: nuova arca. Pentecoste: per la sua preghiera scende lo Spirito e diventa anima della Chiesa.

2. Segno dello Spirito Santo. Segno cioè manifestazione ed espressione visibile dello Spirito e della sua azione. Prima di tutto con la concezione verginale (Is 7,14; Mt 1,23). È un segno grande (Ap 12,1). Per la sua santità e per la sua partecipazione all’opera della salvezza che è opera dello Spirito Santo. Se Maria è relativa a Gesù, è pure relativa allo Spirito Santo. Esempi. a) Lo Spirito Santo è guida a Gesù poiché ne continua e completa l’opera (Gv 14,26; 16,7-5) e “Nessuno può dire: «Gesù è il Signore» se non nello Spirito Santo” (1Cor 12,3123). Anche Maria è guida a Gesù secondo la sua missione salvifica: “Fate tutto quello che vi dirà” (Gv 2,5). b) Lo Spirito Santo forma in noi Cristo perché rinati di acqua e di Spirito (cfr Gv 3,5) e lo ha formato da Maria. Anche Maria forma in noi Cristo. c) Lo Spirito Santo è ispiratore (Gv 14,26), fonte infinita del dono del Consiglio. Anche Maria è ispiratrice. Mater Boni Consilii124. d) Lo Spirito Santo è legame tra noi e Cristo. È mandato e effuso perché la nostra società sia “con il Padre e con il Figlio di lui Gesù Cristo” (cfr 1Gv 1,3). Anche Maria è legame tra noi e Cristo, essendo Maria di Cristo e avendocelo dato. e) Lo Spirito Santo è infinita fonte di ogni vita spirituale essendo il principio divino inabitante, animatore della Chiesa e di ogni vita soprannaturale. Anche Maria è fonte di vita soprannaturale essendo Madre di Cristo vita.

123 Cfr 1Cor 12,3. 124 “Mater Boni Consilii – Madre del Buon Consiglio” (Litanie lauretane). f) Lo Spirito Santo è corredentore, essendo Colui che manda Gesù Cristo in quanto uomo all’opera della salvezza e guidandolo in tutto nell’esplicazione di essa (Mt 4,18). “Lo Spirito Santo è sopra di me ecc…”125. Anche Maria è corredentrice essendo stata associata come nuova Eva. g) Gesù è mediatore (1Tm 2,5) e lo Spirito Santo dà efficacia alla sua mediazione poiché “Dio lo unse di Spirito Santo e virtù” (At 10,38126). Anche Maria ha una mediazione partecipata e dà efficacia lo Spirito Santo (come alla nostra). h) Lo Spirito Santo è l ’a vvo ca to per eccellenza: “Ed io pregherò il Padre e vi darà un altro Paraclito perché rimanga con voi in eterno” (Gv 14,15127). Maria è avvocata perché “con la sua molteplice intercessione continua ad ottenerci le grazie della salvezza” (Lumen Gentium, 62128). Conclusione. Lo Spirito Santificatore manifesta in modo singolare la sua presenza e la sua azione in Maria Santissima (come anche in ogni discepolo e apostolo di Cristo “distribuendo ai singoli come vuole”; 1Cor 12,11).

3. Maria è stata piena di grazia e di Spirito Santo, proporzionata al suo ufficio di Madre del Creatore. Maria ebbe i Doni dello Spirito Santo in modo eccellentissimo. I doni seguono la grazia e la carità cui sono proporzionati. Pur essendo piena di tutto questo, fin dal primo istante ricevette un gran aumento per Pentecoste. Era anche lei “implorante con le sue preghiere il dono dello Spirito che l’aveva già adombrata nell’Annunciazione” (Lumen Gentium, 59129) e fu Mediatrice per tutti. Il d o no d el l ’ Intelletto – che rende capace la mente di percepire e penetrare le verità della fede con un particolare istinto dello Spirito Santo – fu in Lei in modo splendido perché penetrò profondissimamente le verità della fede soprattutto l’Incarnazione e la Redenzione di cui fu eletta strumento. Beata per la sua fede (Lc 1,45). Il dono della Sapienza – che proietta la luce di Dio e le cose divine e fa conoscere e gustare Dio e le realtà soprannaturali portando al disgusto e al distacco dal mondo e dalle sue soddisfazioni – regnò in Lei in pienezza perché la Sapienza divina abitò in lei Immacolata. Sede della sapienza. Il dono della Scienza – che proietta la sua luce nelle cose del mondo facendo conoscere che vengono da Dio, illuminando sulla loro insufficienza e instabilità per usarne come scala a Dio – in Lei ebbe la perfezione. Il dono del Consiglio – che rischiara le vie che conducono a Dio, indicando ciò che si deve fare, specie nei casi difficili da cui dipende la salvezza propria e altrui – in Lei era tanto pieno, che era diretta in tutte le cose dallo Spirito Santo. “Voi avete l’unzione dal Santo e sapete tutte le cose” (1Gv 2,20130); “Fate quanto vi dirà” (Gv 2,5). Il dono della Fortezza – che conferisce soprannaturale energia per fare e soffrire cose grandi, malgrado gli ostacoli – in Lei si manifestò perché con somma fermezza affrontò le responsabilità e impavida nei pericoli, sempre forte, senza abbattimenti e debolezze.

125 Is 61,1. 126 Cfr At 10,38. 127 Cfr Gv 14,15 128 Cfr Lumen Gentium, 62. 129 Cfr Lumen Gentium, 59. 130 Cfr 1Gv 2,20. Il dono della Pietà – che desta amor filiale verso Dio e una tenera devozione per le Tre Persone e le cose divine e la misericordia verso il prossimo – in Lei fu mirabile per le disposizioni interiori di figlia del Padre (Magnificat), per il Figlio come Madre che conserva e vive ogni parola, per lo Spirito di cui è Sposa, maestra di preghiera agli Apostoli, mediatrice di grazia e conforto per tutti. Il dono del Timore – che con l’istinto dello Spirito Santo muove l’anima a riverire la Maestà di Dio e fuggire la separazione da Lui – ebbe il timore reverenziale di chi è ammesso a godere dell’intimità del suo Infinito Creatore.

Il nome di Maria è intimamente congiunto con quello dello Spirito Santo. Non si può nominare lo Spirito senza parlare della santificazione operata in Maria, non si può parlare di Maria senza riferirsi allo Spirito Santo; opera richiama l’artefice. Maria ha corrisposto in modo mirabile. La sua grandezza è un riflesso della luce increata dello Spirito Santo che tutta la pervade e la possiede. Le due devozioni sono strettamente connesse: “Quando Maria ha gettato le sue radici in un’anima, vi produce meraviglie di grazie, quali essa soltanto può produrre, perché è essa sola la Vergine feconda che non ebbe né avrà mai chi le rassomigli in purezza e fecondità”131; “Maria produsse in unione con lo Spirito Santo la più grande cosa, un Dio uomo, e per conseguenza produrrà le più grandi cose”132; “Quando lo Spirito Santo l’ha trovata in un’anima vi vola”133 (Grignion).

131 SAN LUIGI MARIA GRIGNION DE MONTFORT, Trattato della vera devozione a Maria, 34. 132 SAN LUIGI MARIA GRIGNION DE MONTFORT, Trattato della vera devozione a Maria, 35. 133 SAN LUIGI MARIA GRIGNION DE MONTFORT, Trattato della vera devozione a Maria, 36.

Lo Spirito Santo e la Messa

1. Lo Spirito Santo si serve della Chiesa sacramento universale. Salva attraverso la parola e il sacrificio. Anche nell’Antico Testamento. “Quanto ha detto Dio lo faremo e lo eseguiranno”134. Mosè prese il sangue, ecc… (Es 24,2-11). Gesù ha evangelizzato e ha offerto il suo sacrificio. E “la Chiesa non tralasciò mai di unirsi in assemblea e per celebrare il Mistero Pasquale” (Sacrosanctum Concilium135) mediante la lettura, mediante la celebrazione dell’Eucarestia “nella quale vengono ripresentati la vittoria e il trionfo della sua morte” (Concilio Tridentino136).

2. Per opera dello Spirito Santo. Per accogliere le verità e comprenderle. “Nessun può dire: «Gesù è Signore», se non sotto l’azione dello Spirito Santo” (1Cor 12,3). Per partecipare al Sacrificio. Lo Spirito Santo è invocato: a) perché trasformi le oblate. b) perché i fedeli diventino in Cristo un solo corpo e un solo spirito. “Santifica questi doni con l’effusione del tuo Spirito perché diventino per noi…”137; “Manda il tuo Spirito e santifica i doni”138; “Lo Spirito Santo santifichi questi doni”139. Maria concepì per opera dello Spirito Santo. Il pane e il vino diventano corpo e sangue ancora e sempre per opera dello Spirito Santo. Da sottolineare il secondo effetto: “… lo Spirito Santo ci riunisca in un solo corpo”140; “… perché diventiamo in Cristo un sol corpo e un solo spirito”141; “… che, riuniti in un solo corpo dallo Spirito Santo, diventino offerta viva in Cristo”142.

3. Prima della consacrazione143. I. “Santifica, o Dio, questa offerta con la potenza della tua benedizione, perché diventi il Corpo, ecc...”. II. “Santifica questi doni con l’effusione del tuo Spirito”.

134 Cfr Es 24,3. 135 Sacrosanctum Concilium, 6. 136 CONCILIO DI TRENTO, Sessione XIII, 11 ottobre 1551, Decreto De Sanctissima Eucharistia, c. 5. 137 Preghiera Eucaristica, II. 138 Preghiera Eucaristica, III. 139 Preghiera Eucaristica, IV. 140 Preghiera Eucaristica, II. 141 Preghiera Eucaristica, III 142 Preghiera Eucaristica, IV. 143 La numerazione romana che segue fa riferimento al numero della preghiera eucaristica citata. III. “Manda il tuo Spirito a santificare i doni che ti offriamo”. IV. “Ti preghiamo, o Padre, lo Spirito Santo santifichi questi doni”.

Dopo la consacrazione. I. “Siamo colmati di ogni benedizione e grazia del cielo”144. II. “… per la comunione al Corpo e al Sangue di Cristo lo Spirito Santo ci riunisca in un solo corpo”. III. “… dona la grazia dello Spirito Santo perché diventiamo in Cristo un solo corpo e un solo spirito”145. IV. “… concedi che, riuniti in un solo corpo dallo Spirito Santo, diventiamo offerta viva in Cristo a lode della tua gloria”. La partecipazione all’Eucarestia rinnova in profondità e ampiezza la grazia della Pentecoste. La potenza dello Spirito, dopo aver trasformato il pane e il vino, deve portare avanti in noi l’opera di trasformazione iniziata col Battesimo e la Cresima. Il cibo di vita eterna ha lo scopo di nutrire, sviluppare e portare avanti fino a diventare un’unità perfetta con Cristo. Lo Spirito deve (trasformare) costruire il Corpo Mistico mediante il corpo sacramentale.

4. a) Lo Spirito Santo ci invita a celebrare la Pasqua del Signore. È venuto nel Battesimo e Cresima per prepararci all’Eucarestia. Ci invita a prendere parte attiva, non da spettatori ma da partecipi di Cristo Eterno Sacerdote. Come preparò il popolo alla venuta del Messia, così ci prepara a l l ’i n con tro p a squ a le perso n a le . Il fatto storico pasquale va fino alla fine dei secoli. Il Padre e il Figlio hanno affidato questo compito allo Spirito Santo e lo Spirito rinnova la Pasqua per mezzo dei sacramenti della fede di cui al centro è l’Eucarestia. Non è possibile una vita eucaristica piena e autentica se si prescinde dalla presenza dinamica dello Spirito Santo, come non è possibile concepire il Cenacolo senza l’Eucarestia o la Pentecoste: l’assemblea eucaristica è un Cenacolo in cui si convogliano simultaneamente l’Eucarestia e la Pentecoste. Se l’Eucarestia non porta i suoi frutti è perché non diamo abbastanza spazio allo Spirito Santo che opera nell’Eucarestia e in noi. b) “Fate questo in memoria di me”; infatti nell’Eucarestia ricordiamo, commemoriamo Cristo con i suoi misteri del Cenacolo e del Calvario, la sua oblazione nel Cenacolo, la sua immolazione sul Calvario, la sua Resurrezione, la sua Missione dello Spirito Santo. Tutto questo è Messa: un incontro, una comunione con il Cristo che rivive in noi e in mezzo a noi i suoi misteri pasquali. Ogni Messa è un suo ritorno pasquale fra i suoi, un ritorno nel suo Cenacolo, che è la nostra assemblea eucaristica. Il ritorno di Cristo è preparato dallo Spirito Santo. Infatti come ieri durante la vita terrena, anche oggi lo Spirito Santo guida Gesù nell’effettuare il «memoriale» del mistero pasquale che è la Messa nella sua mistica immolazione. Come ieri sulla Croce, nella sua risurrezione; come ieri nel sepolcro; e Gesù come ieri nel Cenacolo, con i discepoli di oggi ripete i suoi gesti e i suoi segni pasquali. Così Gesù Risorto prosegue la sua Pasqua permanente, sospinto come ieri dall’eterno Amore

144 Cfr Preghiera Eucaristica, I. 145 Cfr Preghiera Eucaristica, III. rimanendo Sacerdote e Vittima in mezzo a noi e affidando al suo Spirito, nostro maestro interiore e nostro interprete presso di lui e suo interprete in noi, il compito di riversare su di noi i frutti della redenzione e liberazione. La Messa è dunque il prolungamento della Pasqua che si proietta nel tempo, all’indefinito per la salvezza degli uomini. La Pasqua di Cristo è la nostra Pasqua, la Pasqua di ogni cristiano e ogni assemblea eucaristica è l’assemblea che «Dio cerca» per farne dei viventi, è un’assemblea pasquale. c) Liturgia della parola. Primo compito dello Spirito Santo in vista del nostro incontro con il Cristo pasquale è di predisporci interiormente. Ogni comunione è un atto di amore che presuppone la conoscenza. Per farci conoscere sempre più personalmente Cristo e la storia della salvezza bisogna conoscere la parola. Tutta la Parola è convogliata verso il mistero pasquale. Lo Spirito Santo ha illuminato i profeti, ha alimentato la speranza e l’attesa di Cristo. Oggi Cristo non è una realtà visibile e lo Spirito Santo è l’animatore del nostro incontro con Cristo mistico. E dopo l’assemblea siamo chiamati ad annunciare la stessa Parola (impegno del Battesimo e Cresima). La funzione della Parola è indicativa e illuminativa non solo commemorativa; è sempre attuale. Ci riveste di Cristo. d) Liturgia eucaristica. Pone l’invocazione dello Spirito Santo nei due momenti culminanti: nell’azione offertoriale in vista della Consacrazione, nel Canone in vista della Comunione eucaristica. Lo Spirito Santo è fuoco. “Sono venuto a portare il fuoco ecc...”146. Il fuoco distrugge e purifica, illumina e arde. Lo Spirito Santo compie tali azioni di trasformazione sia sulle offerte che sugli offerenti perché siano predisposti all’avvento di Cristo nel Cenacolo che è l’assemblea. Prendendo possesso delle offerte distrugge in esse quanto di materiale, di impuro e di corruttibile vi si trovi per renderle capaci di subire l’azione di Cristo e dello stesso Spirito e, nello stesso tempo, anche di comunicare ai presenti, all’assemblea, il proprio modo nuovo di essere e inserirli e associarli al mistero pasquale. Ora il pane e il vino sono anche il segno e il simbolo della nostra donazione e offerta; e ancora il segno e il simbolo del sacrificio di Cristo; quindi con le offerte dobbiamo lasciarci trasformare anche noi, dobbiamo offrici anche noi, ma inseriti nel sacrificio di Cristo perché non ha valore che nella stretta unione nello Spirito tra le offerte e noi. Le offerte più che un simbolo sono un modello di vita. Tuttavia siccome l’Eucarestia non è solo un sacrificio, ma anche un banchetto, il pane e il vino devono alimentare l’uomo interiore, tutto noi stessi. Lo Spirito fuoco distrugge e purifica quanto nei presenti vi è di carnale e impuro. È ancora la Guida: ha il compito di realizzare la pasqua del Signore e in noi di rendere dinamico e concreto quanto ci ha dato nel Battesimo e Cresima: ci ha inserito nel Corpo Mistico, ed è nell’Eucarestia che questa realtà si concretizza. Unità nello Spirito a Cristo Capo, Cristo ci offre come suoi membri e vuole che offriamo lui nostro Capo. Cristo vero ed eterno sacerdote147 sotto la guida dello Spirito Santo rinnova la propria offerta sacerdotale e vittimale.

146 Lc 12,49. 147 Cfr Eb 9. 10. Il ministro illuminato e guidato dallo Spirito Santo unendosi a Cristo si offre a sua volta per la salvezza propria e dei fratelli. I presenti coscienti del proprio inserimento al Cristo Capo e della partecipazione al suo sacerdozio offrono se stessi al Padre per la salvezza propria e dei fratelli. Così tu tta l ’a ssem b l ea fatta Cenacolo dallo e per lo Spirito diventa un cuor solo e un’anima sola.

Lo Spirito Santo e il Sacramento della Penitenza

1) 2Cor 5,18 sq.; Col 1,20. Dal Rituale148: (1), (2), (3), (4), (5), (6). Dimensione trinitaria (idem, 6): “Il Padre accoglie il figlio pentito che fa ritorno. Cristo si pone sulle spalle la pecora smarrita, lo Spirito Santo santifica nuovamente il suo tempio o intensifica in esso la sua presenza”149.

2) Preparazione: mediante la Parola e la preghiera. “Porre in rilievo (25): a) l’infinita misericordia di Dio che supera tutte l nostre iniquità; per questa misericordia Dio non cessa di chiamarci al suo cuore di Padre; b) la necessità della penitenza interna con la sincera disposizione di riparare i danni; c) l’aspetto sociale della grazia e del peccato per cui gli atti dei singoli si ripercuotono in qualche modo su tutto il corpo della Chiesa; d) l’impegno della nostra soddisfazione che attinge la sua forza dalla soddisfazione di Cristo ed esige anzitutto, oltre alle opere di penitenza, l’esercizio della vera carità verso Dio e verso il prossimo”150. La Parola da scegliersi con questi criteri (24): • richiami “alla conversone e a una sempre maggiore conformità a Cristo”151; • venga “presentato il mistero della riconciliazione mediante la morte e risurrezione di Cristo e il dono dello Spirito Santo”152; • venga “riportato il giudizio di Dio sul bene e sul male nella vita degli uomini allo scopo di illuminare la coscienza e facilitarne l’esame”153.

3) Assoluzione. La formula. a) Carattere trinitario. Le tre Persone, i tre autori divini della salvezza con un ordine attivo, dinamico, storico, salvifico. Dio Padre ha l’iniziativa degli interventi. Il Figlio nella realtà del mistero pasquale e degli effetti che ne derivano: per mistero pasquale Dio ha riconciliato il mondo e ha effuso lo Spirito Santo. Lo Spirito Santo donato dal Padre rimette i peccati come frutto del mistero pasquale. b) Carattere biblico; trae l’ispirazione dalla seconda lettera ai Corinti, dal quarto vangelo e dagli Atti. “Sia benedetto Dio, Padre del Signore Gesù Cristo Padre di misericordia” (2Cor 1,3). La misericordia esprime non soltanto una qualità di Dio, ma la sua stessa identità e operazione salvifica.

148 Cfr RITUALE ROMANO, Rito della Penitenza, (1974). 149 Rito della Penitenza, n. 6; cfr anche nn. 5 e 19. 150 Rito della Penitenza, n. 25. 151 Rito della Penitenza, n. 24. 152 Ibidem. 153 Ibidem. “… ha effuso lo Spirito Santo”: allude a Gv 20,19-23. La sera di Pasqua Gesù appare, dà la pace. Il Signore fa un’ostensione, una epifania della sua umanità e divinità insieme nei segni della morte e nella realtà della risurrezione. L’effetto è la gioia messianica e escatologica dopo la sofferenza. Dono della missione: “Come il Padre … così mando”154; “Chi accoglie colui che manderò ecc...” (Gv 13,20). Dono dello Spirito. Il cuore è il dono dello Spirito Santo. Viene dato mediante il gesto di alitare che richiama la prima creazione dell’uomo (Gen 2,7). Come nella creazione Dio infuse uno spirito vitale, così nella seconda Gesù infonde il suo Spirito Santo. Questo è il vertice delle relazioni di Gesù coi suoi; in esso la missione è completa. Il termine, lo scopo della missione e del dono dello Spirito Santo è la remissione dei peccati. Perdonare i peccati non è soltanto predicare il perdono, ma elargirlo. Nella formula è presente anche At 2,38: “Pentitevi […] per la remissione dei peccati, dopo riceverete il dono dello Spirito Santo”. c) Carattere ecclesiale; mediante il ministero.

4) La seconda fo rmul a d ’a sso l uz i on e . Vi è una molteplice ispirazione e allusione biblica. “Dio non vuole la morte del peccatore ma si converta e viva” (Cfr Ez 33,11). “Egli per primo ci ha amati” (Cfr 1Gv 4,10; Gv 3,17). Il Signore Gesù Cristo si è offerto (Cfr Rm 4,25). Il mistero pasquale sta alla radici della salvezza. “Egli nell’effusione di Spirito Santo” (Cfr Gv 20,22-23). “Vi riempia di Spirito Santo” contiene una molteplice evocazione biblica. Nell’Antico Testamento Dio a Mosè: “Ho chiamato per nome Bezaleel […]. L’ho riempito dello Spirito di Dio, perché abbia saggezza ecc...” (Es 31,2-3); qui è capacità tecnica. Nel Nuovo Testamento spesso: riempire o essere riempiti di Spirito Santo. “Egli sarà pieno di Spirito Santo”, il Battista (Lc 1,15-16); Elisabetta “fu piena di Spirito Santo” (Lc 1,41); Zaccaria “fu pieno di Spirito Santo” (idem 1,67). Nella Pentecoste: “… tutti furono pieni di Spirito Santo” (At 2,4); Pietro pieno di Spirito Santo155; “… e tutti furono pieni di Spirito” (At 4,31). Stefano “pieno di Spirito Santo” (At 7,55). A Paolo: “… perché tu sia riempito di Spirito Santo” (At 9,17). In questi testi la pienezza è data in vista del compimento di una missione e della sua efficacia. Nella penitenza per la remissione dei peccati e per presentarci al Padre. “Per mezzo di Gesù Cristo possiamo presentarci al Padre in uno solo Spirito” (Ef 2,18); “Gesù Cristo nostro Signore ci dà coraggio di presentarci in piena fiducia a Dio” (Ef 3,12156). Lo Spirito Santo è come il luogo, l’ambiente, l’atmosfera in cui accade l’unione a Dio Padre e quindi la salvezza: “Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia al momento opportuno” (Eb 4,16). “Egli purifichi e illumini i vostri cuori” (Cfr At 15,8-9; Ef 1,17-18; 1Gv 1,5. 7. 9).

154 “Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi” (Gv 20,21). 155 At 4,8. 156 Cfr Ef 3,12. “Vi renda degni di annunziare le grandi opere” (1Pt 2,9157). L’opera dello Spirito Santo nella purificazione dei peccati è in funzione della testimonianza per l’opera di salvezza.

157 Cfr 1Pt 2,9.

Esempi

da Santa Teresa d’Avila

1. “Tu fa quello che puoi; per il resto lascia fare a me, senza inquietarti. Godi il bene che ti è stato dato, che è molto grande. Il Padre mio si compiace di te, e lo Spirito Santo ti ama”158 (4; p. 59).

2. “Andando un giorno a comunicarmi mentre l’Ostia era ancora nel cibario, né n’era ancora stata data, vidi una specie di colomba che agitava le ali con rumore. Ne fui tanto sorpresa ed emozionata che per comunicarmi dovetti farmi violenza”159 (4; p. 64).

3. “Pensai allora ad una spugna quando s’imbeve e si impregna d’acqua; così mi parve che l’anima mia s’impregnasse di divinità e godesse, in certo qual modo, delle tre divine Persone che teneva in sé. Allora intesi queste parole: Non affannarti per tenere Me chiuso in te, ma cerca di chiudete te in Me. E mi sembrava che le tre divine Persone stessero nell’interno dell’anima mia e si comunicassero a tutte le cose create, nessuna esclusa, senza cessare di rimanere in me”160 (4; p. 65).

4. “Il Signore mi mostrò lo stato di un’anima in grazia, nella quale vidi la Santissima Trinità. Da quella compagnia derivava all’anima un tale potere che la poneva al di sopra di tutta la terra. Compresi allora quelle parole dei Cantici: Veniat Dilectus meus in hortum suum et comedat161 (Ct 5,1)”162 (4; p. 68).

5. “Allora la mia anima cominciò a infiammarsi e mi parve chiaramente che la Santissima Trinità si trovasse in me. Si fece vedere all’anima mia sotto una certa rappresentazione, come un’immagine della verità, perché la rozzezza del mio intelletto comprendesse come vi siano Tre Persone in Dio solo. Mi pareva che le Tre Persone si rappresentassero distintamente nella mia anima e mi parlassero insieme, dicendomi che d’allora in poi, grazie all’aiuto che Ognuna di loro mi avrebbe prestato, mi sarei migliorata in tre cose: nella carità, nel soffrire con gioia e nel sentire in me l’ardore della carità”163 (4; p. 63).

6. “Sul punto di cominciare la «Salve» vidi la Madre di Dio scendere dal cielo fra una grande moltitudine di angeli […]. Nostra Signora stette là per tutto il tempo della «Salve» e mi disse: Hai fatto bene a mettermi qui. Io sarò presente alle lodi che s’innalzeranno al mio Figlio e gliele presenterò.

158 SANTA TERESA D’AVILA, Relazioni spirituali e favori celesti, 13. 159 SANTA TERESA D’AVILA, Relazioni spirituali e favori celesti, 17. 160 SANTA TERESA D’AVILA, Relazioni spirituali e favori celesti, 18. 161 “Venga il mio Diletto nel suo giardino e mangi il frutto dei pomi suoi” (Ct 5,1). 162 Cfr SANTA TERESA D’AVILA, Relazioni spirituali e favori celesti, 24. 163 SANTA TERESA D’AVILA, Relazioni spirituali e favori celesti, 16. Ciò detto, l’anima mia entrò in quell’orazione nella quale si gode la compagnia della Santissima Trinità e mi parve che la Persona del Padre mi attirasse a Sé, dicendomi parole molto soavi. Mi disse, fra l’altro, mostrandomi il grande amore che mi voleva: Io ti ho dato mio Figlio, lo Spirito Santo e questa Vergine: e tu che mi puoi dare in cambio?”164 (4; p. 68-69).

164 SANTA TERESA D’AVILA, Relazioni spirituali e favori celesti, 25.

Lo Spirito Santo e la preghiera

1. Per poter pregare è necessario invocare lo Spirito Santo. Per poter giungere a saper pregare o a pregare come si conviene occorre divenire vera lode al Padre per mezzo del Figlio nella potenza dello Spirito Santo. Noi non siamo che degli incapaci mentre lo Spirito conoscendo il disegno di salvezza a nostro riguardo si pone come nostra forza, nostra luce, nostra speranza (Pedrini165).

2. Lo Spirito è maestro dell’anima: perché Cristo insegna per mezzo suo (Gv 16,13-14). Ci insegna tutta la verità, Cristo, la sua persona, la sua opera, la sua dottrina, nella profondità della natura umano-divina… Per ascoltare lo Spirito occorre un ambiente adatto, pieno di disponibilità e di silenzio. L’interiorità. Diventa anima della nostra preghiera che è un’esigenza della nostra filiazione adottiva (Rm 8,14-15). La base e il fondamento della preghiera è partecipazione al sacerdozio di Cristo, l’unzione dello Spirito, la figliolanza adottiva (Istruzioni generali n. 7166). La preghiera diventa partecipazione e continuazione della preghiera di Cristo; pregare è un privilegio, una dignità soprannaturale. Nel credente lo Spirito Santo dilata e prolunga la preghiera di Cristo. Lo Spirito, rendendoci capaci di pregare, ci fa entrare nel mistero di Cristo che prega. Lo Spirito santo è il dono di Cristo. La preghiera è allora dono di Dio. Privilegio, dignità, vocazione; è frutto dell’incorporazione a Cristo e dono dello Spirito; è anche un atto vitale nel senso più vero e pieno della parola. Quindi non è una cosa da fare ma una dimensione essenziale dell’essere, come lo è il nutrirsi e il respirare a livello naturale. La preghiera è un dono che attende di fiorire, di manifestarsi. Lo Spirito non solo abita in noi, ma è in noi e conosce appieno i nostri pensieri e sentimenti. Intercede presso il Padre formulando Lui stesso la nostra preghiera. Non è il cristiano che prega, ma è lo Spirito di Dio in lui. Ci sollecita verso i beni futuri, è l’interprete, la guida; ci dà i desideri, accresce la sete di Dio, dissipa le illusioni. La preghiera è una risonanza del mistero trinitario. Lo Spirito infatti unisce noi al Padre e al Figlio.

3. Preghiera comunitaria. La liturgia è grazia dello Spirito Santo (il fiorire è “come un passaggio dello Spirito Santo” (Sacrosanctum Concilium, 43). È il luogo privilegiato dove si vivono le visuali e le grandi realtà bibliche, unificate dal mistero pasquale della Morte e Risurrezione del Signore e dall’effusione dello Spirito Santo nella Chiesa.

165 Cfr ARNALDO PEDRINI, Lo Spirito Santo ci aiuta a pregare, Edizioni O.R; volume presente nella biblioteca di don Pietro. 166 Cfr SACRA CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO, Principi e norme per la Liturgia delle Ore, 7. Lo Spirito Santo è il grande Orante (Rm 8,26-27; Eb 9,14: “… quanto più il sangue di Cristo, il quale con uno Spirito eterno offrì se stesso senza macchia a Dio, purificherà la nostra coscienza ecc…)”. Egli nell’intimo dei fedeli prega come in un tempio, e “in essi prega e rende testimonianza della loro adozione filiale” (Lumen Gentium, 4), che è la dimora di Dio continuamente edificata dalla Liturgia stessa nello Spirito Santo (Sacrosanctum Concilium, 2). In tal modo la liturgia è la grande epiclesi al Padre perché nella mediazione del Figlio invii lo Spirito ai figli.

Necessità. Se la preghiera personale è necessaria all’autenticità di vita, la fede fattiva dipende dalla frequenza e dalla qualità dei nostri incontri con Dio che ci fa conoscere sé e la sua volontà, anche la preghiera comune non lo è meno per il singolo fedele e per l’intera comunità. Una preghiera comune nutrita di Parola di Dio e di azioni liturgiche collettive suscita un vero spirito biblico e comunitario. Diventa «l’ambiente divino», in cui cresce la fede nel Padre e nella comunità dei fratelli e ci aiuta a convertirci alle esigenze del Vangelo. È fatto a livello di fede, non esige un’amicizia umana ma la certezza di essere figli dello stesso Padre, membri della stessa famiglia, “battezzati in uno solo Spirito per formare un solo corpo” (1Cor 12,13). È la preghiera che troviamo nella Chiesa fin dal Cenacolo (At 1,14). E mantenne sempre il primo posto nella vita e nella espansione della Chiesa (At 1,24-25; 2,42; 4,24-31; 12,5-12) perché sull’esempio di Gesù sapeva: dalla preghiera nasce la santità della vita nello Spirito; qui si trova il punto di partenza e la sua base di edificazione; con la comunione di preghiera si manifesta la potenza della carità, e la comunità si riconosce e supera i contrasti esteriori e interiori. Gesù non solo ci conosce per nome ma anche come membri del suo corpo e vuole che nell’incontro maturiamo questa realtà. Riflettere, approfondire, accettare insieme la conoscenza del suo amore e del suo disegno: aiutarci e arricchirci reciprocamente. Lo Spirito Santo è il principio di ogni nostra comunione con Lui, col Padre e coi fratelli nella preghiera e per la vita. Riflettere su Col 3,15-17. Il nostro comportamento deve scaturire da ciò che siamo; e ciò che siamo o dobbiamo essere ce lo ha detto Gesù: che essi “tutti siano una sola cosa in noi; io in loro e tu, Padre, in me, perché siano perfetti nell’unità” (Gv 17,21-23167). Dio ci vuole indissolubilmente uniti al Figlio suo sia come individui che come comunità di credenti, ci vuole fratelli suoi e tra noi, ci vuole figli dello stesso Padre. Riconoscere questo e pregare al singolare e al plurale. Come membri gli uni degli altri nell’unico corpo di Cristo il soggetto è sempre personale-collettivo; che si preghi soli e con altri, a pregar siamo sempre «io-corpo mistico di Cristo». Uno che facesse della preghiera un fenomeno solo individualistico sarebbe un egoista. Gesù ha detto: “Se due si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre ve la concederà. Perché dove sono due o più riuniti nel mio nome io sono in mezzo a loro” (Mt 18,19-20). Quale momento di privilegio è allora per far crescere in noi la fede, sostenere, sviluppare e rinnovare la nostra coscienza cristiana, aiutarci nell’impegno quotidiano di conversione alle esigenze del Vangelo, unirci alla

167 Cfr Gv 17,21-23. preghiera di Cristo per la salvezza di tutti. Quale segno che siamo disposti ad essere insieme, a lasciarci guidare insieme dallo Spirito verso quell’unità per cui Gesù ha pregato e continua a pregare. Noi-Chiesa possiamo invocare, esprimere, sviluppare e testimoniare la volontà di vivere in comunione. Ma l’unità è una grazia che viene dall’alto e il Padre si è impegnato a dare il suo Spirito, principio di ogni vera comunione e di ogni vero impegno apostolico, a tutti “coloro che glielo chiedono” (Lc 11,13). Pregare per sentire il bisogno di pregare insieme, di ascoltare e riflettere insieme, novità, spontaneità, per una unità paterna e dinamica, per credere gli uni negli altri, avere fede nella loro fede.

Lo Spirito Santo e la povertà

1. “Beati i poveri”168. Lo Spirito Santo prima di tutto ci allontana dal peccato – il nostro amore del peccato –, che non si nutre che degli oggetti senza cui non può vivere il mondo, le passioni, le ricchezze. Le tre concupiscenze (cfr 1Gv 2,16). Il timore di Dio ci arma contro la volontà peccatrice, contro tutti i beni ingannatori, ricerca sfrenata dei piaceri, onori, beni: tutto diventa “spazzatura” (Fil 3,7-9169). “Quando abbiamo di che mangiare ecc...” (1Tm 6,7-8). Lo Spirito ci muove al distacco dal mondo. “La noncuranza per tutte le creature” (Imitazione). Gesù è il modello: “Chi vuol venire dietro di me, rinunci a se stesso, venda tutti i suoi beni e mi segua” (Mc 8,34; cfr 10,21).

2. Con il Battesimo dobbiamo fare l’uomo nuovo e far morire il vecchio. Se la carità è tutto, la misura della carità si ha nella povertà. Gesù cominciò a fare e poi a insegnare. Ora Gesù è Dio, tutto è nelle sue mani: “Del Signore è la terra” (Sal 24170). Da Dio si fa uomo, e povero tra gli uomini. Dimostra di non apprezzare quei beni a cui tanto tengono gli uomini. Il mistero di annuncio del Natale. I cristiani sono le membra di Cristo e devono nascere. Poi crescere: come Gesù a Nazaret nella povertà, lavoro, fatica. Poi nella predicazione diventa maestro di povertà.

Esempio della Madonna. Povertà vuol dire lasciar fare grandi cose al Signore. “Maria primeggia tra gli umili e i poveri del Signore i quali attendono con fiducia e ricevono da Lui la salvezza” (Lumen Gentium, 55). Maria in prospettiva biblica. I poveri di Iahvè, gli anawim, sono il resto di Israele in cui si devono compiere le promesse annunciate dai profeti. Maria segna il passaggio da Israele alla Chiesa; in lei convergono gli anawim, le aspirazioni degli umili e dei piccoli. Nazaret riceve l’annuncio della gioia messianica “ perché c’era in essa un silenzio, una disponibilità, un vuoto, un appello: vi era Maria”171. È povera in senso biblico. Non soltanto intesa nel suo aspetto negativo di privazione. Ma una povertà che esprime un atteggiamento religioso: fiducia e abbandono in Dio, distacco da se stessi e dalle cose, confidenza illimitata in Dio. E anche la sua verginità è povertà. Infatti la verginità come privazione delle gioie della maternità era una condizione per allora umiliante. E a lei è dato il dono, Dio che si fa povero; con la venuta dello Spirito Santo abbiamo l’incontro del Povero con il povero. Il Magnificat è l’esplosione di gioia della povertà,

168 Mt 5,3. 169 Cfr Fil 3,7-9. 170 Sal 24 [23], 1. 171 ALBERT GELIN, Il povero nella Sacra Scrittura, Vita e Pensiero. canta il miracolo della povertà. È come se tutti gli anawim dei secoli passati e quelli dei secoli futuri fondessero la loro voce insieme a quella di Maria. “Alla bassezza della sua serva”172, tapeinosis. Questo ha attirato lo sguardo del Signore e la chiameranno beata. “Serva”: una povertà che diventa un servizio, svuotamento di se stessi e abbandono al progetto di Dio. “Serva”: è sintesi di una vita consacrata al Signore, disponibilità ai suoi interventi, accettazione del piano di Dio, aprirsi a Dio, al suo mistero. Il Signore ha simpatia per i poveri, gli umili, gli ultimi. Le “realtà deboli” vengono scelte per manifestare la sua onnipotenza: “Ciò che stolto per il mondo ecc...” (1Cor 1,27-28). La Madonna ha fatto scuola. Essa è vergine, cioè appartiene in esclusiva a Dio, senza nessun ostacolo, divisione o limitazione. Distaccata dalle cose e da se stessa. È disponibile in tutto. E allora la sua povertà diventa ricchezza, la sua verginità nella maternità divina la disponibilità nel piano di salvezza. Vi sono le tre ricchezze che impoveriscono l’uomo: l’orgoglio, la potenza, le ricchezze. Dio capovolge le situazioni. Il Magnificat canto di povertà è il preludio delle Beatitudini. Tutti vorrebbero fare grandi cose, Maria si è accontentata di lasciar fare al Signore grandi cose in Lei. Preparare il terreno ossia preparare il vuoto perché il Signore possa compiere grandi cose in noi (Pranzato). (T. P. 1978, 173-205)

172 Cfr Lc 1,48.

Lo Spirito Santo e la Purezza

1. Tenere il corpo al giusto posto: né troppo su, né troppo giù. Essere belli: è giusto desiderarlo come manifestazione di Dio Creatore. Bisogna manifestarlo. Non bisogna trasformare in ideale «essere belli»; ci sono ideali assoluti più grandi. Guai a dimenticarlo. Non volere essere amati per questo, ma per quello che vi è di più profondo, per la propria persona. Altrimenti si risveglia negli altri una bramosia che non ha niente a vedere con il vero amore. Il rischio di chi è bello. La difesa del pudore. Non volere le lodi di chi è sensuale. Non permettere che venga profanato questo tesoro prezioso che è dono di Dio: la bellezza. Voler essere amati per quello che c’è di più bello, di più grande, di più spirituale. Mettere la bellezza a servizio di Dio.

2. C’è chi non il coraggio di flirtare nella vita e lo fa nel pensiero. Fa molto più male perché non vi sono ostacoli nello sbizzarrirsi. Sentire come173 vuol dire in linguaggio cristiano essere vergine. Controllare il cuore. Danni di una vita sentimentale ottenuta anzitempo con sogni, letture, spettacoli. Maturare il cuore, prepararlo ai grandi compiti del domani. Non illudersi, abbandonarsi troppo: si rischia di diventare zitelle, perché non si incontrerà mai nella vita l’altro del sogno. Non stare ad occupare ore e ore nell’immaginare passeggiate e carezze: contiene tanta pericolosità. Non stare a innamorarsi di chi non si conosce, con il quale non si è mai parlato. Farsi governare dalla ragione. Non andare avanti solo con il sentimento.

3. Le tentazioni «bestiali»; si diventa uomini nello sviluppo del corpo e nello sviluppo dell’anima, soprattutto della volontà. Dio ci vuole bene, aiuta la nostra volontà. Sviluppare la libertà personale, non voler diventare schiavi della bestia.

4. Non scherzare con il cuore. È evidente che si scopre nell’altro che vi è di misteriosamente bello. Restare amici. Sarebbe dannoso e ingiusto voler legare uno prima del tempo, prima che i gusti si siano fissati. A sedici anni tutti sono belli.

5. La lotta per la purezza. Rifiuto del romanticismo. La purezza è la lotta per diventare uomini e diventare adatti al domani. Dall’adolescente diventare un uomo forte, deciso, audace, padrone di sé. Non è solo un’occasione per evitare peccati, per formare la volontà, ma per seguire la propria vocazione e realizzarla. Non una purezza come quella degli Angeli, ma una purezza da uomini. Con questo si realizza il piano di Dio che ha voluto unire lo spirito alla materia e ne ha voluto il trionfo. Per questo l’Incarnazione, per questo il grande dono dello Spirito che abita in noi e ci consacra e ci fa vincere.

173 “cosa”. Bisogna ripulire l’immaginazione. Pregare molto, comunicarsi; la gioia di essere nel dominio di sé, di riempirsi di cose buone. Per essere forti bisogna essere duri con se stessi. Fare sacrifici (dovere, fumo, dolci, letto). Un vero uomo, una vera donna. Impegno in casa, si è domani quello che si è oggi. Prepararsi all’avvenire cominciando a donarsi agli altri. L’apostolato scuola di donazione e di sacrificio.

6. Atteggiamenti dei giovani verso le ragazze. Essere innamorati ringiovanisce, mette la primavera nel cuore, una calma deliziosa. Non trattarla come fosse un ragazzo, valorizzarla nelle sue qualità. Il rispetto, che non è solamente non far questo e non far quello, ma qualcosa di positivo, un sentimento reale. La ragazza è qualcosa di formidabile (si ammirano tante altre cose, e non si capisce come Dio si è diffuso nel cuore della donna), è un insieme di delicatezza profonda e di sensibilità squisita, non sono rozze come gli uomini. Soffrono e sono felici per un nonnulla, un animo singolarmente profondo. Sono le donne che sulla terra hanno il compito più duro; gli uomini hanno il piacere, loro le sofferenze. È la loro gloria: non vorrebbero che fosse diverso.

7. Atteggiamenti delle ragazze verso i giovani. Evitare gli atteggiamenti civettuoli che tendono ad attirare l’attenzione e a stuzzicarli. Al loro rispetto rispondere con un sentimento reale e profondo: la confidenza. Corrisponde al suo desiderio di protezione. Bisogna aiutarli: particolarmente nel problema della purezza si possano aiutare in un grado che non si può immaginare. Le ragazze sono le custodi della purezza della società. Le ragazze non risentono le impressioni nella stessa maniera di un ragazzo. Devono evitare quelle cose che possono turbare. Vedere e intravedere. Moda. Saper reagire. Amabili ma non provocanti. Attente al cameratismo.

8. Realismo, scegliere con la testa. Non si può essere solo innamorate della bellezza, è solo apparenza. I fiori sono belli, ma di essi non ci si nutre. La felicità non sta nel romanzo, vita facile e azione. Sta nella vita reale, la vita sana e bella. Non con una persona eccezionale in situazioni irreali. Anche se è una persona normalissima, di normale intelligenza e condizione. Non deve avere tutte le qualità, dell’uomo e della donna, non si può pretendere «su misura». Amarsi con i propri difetti. Deve essere destinato da Dio che è Amore, che pensa a noi e non ci inganna. Aiutarsi l’un l’altro, cose semplici, farsi piacere. Ci si ama di più quando insieme si è faticato per divenire bravi.

9. Quale vocazione. Non vedere il Matrimonio in una luce troppo idilliaca o troppo pessimista. Fare fiorire in sé quelle qualità che preparano. Visione di gioia e di entusiasmo, ma che si concreta solo attraverso lo sforzo e il sacrificio. I figli si ameranno fortemente perché saranno costati tante rinunce e sofferenze. In questo senso tutto è molto più bello dei sogni rosa. Realizzare già con coraggio l’unione tra i due, due personalità sviluppate indipendentemente.

La Presenza dello Spirito Santo nell’anima

Gv 7,37-39: “Chi ha sete venga a me”. Gv 14,28: “Se uno mi ama […] il Padre e io”174. Gv 14,16,17: “Io pregherò […] un altro Consolatore”. 1Cor 3,16-17: “Non sapete che il vostro corpo…”. 1Cor 6,19-26: “O non sapete che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio?”. Rm 8,9-11: “… per mezzo dello Spirito che abita in voi”.

1. Gesù ha rivelato il mistero della presenza delle Tre Persone divine nell’anima e in particolare della presenza dello Spirito Santo nel cristiano. Presenza permanente, stabile. Chi abita nell’anima in grazia è la Persona divina dello Spirito Santo. Questa Persona non è come una specie di fantasma, vago, aereo, impalpabile, inafferrabile. Ma è proprio la terza Persona della Santissima Trinità, come è in cielo, quindi con la sua natura divina, spirituale, infinita, immensa ed eterna. Dotata di un’intelligenza infinita conosce benissimo il cristiano che l’ospita, pensa a lui, si occupa di lui, come e meglio del più caro amico. È dotata di una volontà infinita, di un cuore sensibilissimo e vuole bene all’ospite, si affeziona a lui, disposto a fare per lui tutto il bene di cui è capace: lo illumina, lo guida, gli suggerisce quel che deve fare, lo fortifica, lo conforta, lo assiste.

2. Lo Spirito Santo vive la vita divina, la stessa vita continua a viverla nell’anima. Conosce le altre Due Persone e le ama, e gode di un gaudio infinito.

3. Lo Spirito Santo è una Persona viva. Non immaginarla una persona fredda senza desideri, senza affetto. Vive e ama, e vuole essere conosciuto e amato. È contento di abitare, è contento che l’ospite si sforzi di conoscerlo, di pensare a Lui, di chiedergli perdono. Rattrista lo Spirito Santo il sapersi sconosciuto, abbandonato, dimenticato. Nell’anima profonde i suoi tesori, la grazia, le virtù infuse, i doni.

4. È presenza che diventa sorgente. Dallo Spirito all’anima e dall’anima l’affetto a Lui. Rapporti d’amicizia. Non è più una verità da credere, ma una vita di famiglia nella quale si vive. Il Padre che genera e ama il Figlio. Il Figlio che è generato ed è amato dal Padre. Lo Spirito Santo che è l’Amore con il quale il Padre e il Figlio si amano reciprocamente. Il cristiano non si sente più estraneo, ma è consapevole di essere un familiare di Dio, proprio per quell’Amore che lo immette nella famiglia trinitaria, e che è presente il lui per dargli la sensazione di essere figlio di Dio.

174 Cfr Gv 14,28. 5. Alcuni suggerimenti: a) Sapere e pensare che lo Spirito Santo abita; con un forte atto di Fede. È verità di fede. Pensarci spesso: la nostra anima è santificata dallo Spirito che espande la sua grazia. b) La Fede ci deve portare a fare atti di adorazione, di ringraziamento, di propiziazione. Adorarlo come padrone assoluto di tutto il nostro essere e di tutta la nostra attività: pensieri, desideri, parole, azioni, profondamente convinti di dipendere intimamente da Lui e di dovere rendergli conto. Ringraziarlo per le grazie, le ispirazioni verso noi e tante volte ignorate o dimenticate. Propiziarlo. Chiedergli perdono, impegnarci. c) Fidarci di Lui. Non voler fare la nostra volontà, ma lasciarci guidare, come pensa Lui, Amore infinito, infinita Sapienza. Il coraggio di affidarci alle sue mani senza temere che voglia troppo da noi. d) Coltivare: cioè attenzione, fermezza e costanza, esercizio continuo; una pietà tutta particolare, da persona a persona, verso lo Spirito Santo. Molte sono le pratiche di pietà; mettere l’intenzione esplicita di onorare la Persona dello Spirito Santo. Farsi l’abitudine. e) Sviluppare la pietà privata nella liturgia: Messa, Sacramenti, Anno liturgico. La Messa è per l’onore dei Tre; i sacramenti da loro; Anno175 inno a loro. Visitare in noi lo Spirito Santo. f) Approfondire lo studio, la meditazione, la lettura spirituale. Il fine della pietà è raggiungere l’intima unione con Dio. I mezzi: le pratiche della pietà che devono creare le disposizioni per condividere la vita trinitaria che lo Spirito Santo vive al di dentro di noi con le persone divine. La vita spirituale del cristiano consiste nell’associarsi a questa vita divina trinitaria, in una maniera tutta spirituale, ma vera: nell’immergersi e nel lasciarsi trasportare dal vortice meraviglioso di essa. Quanto più luminoso è atto di fede, quanto più acceso è l’atto di amore, quanto più saldo è l’atto di speranza, tanto più grande è il potere di fondere la nostra vita spirituale con la vita divina dello Spirito Santo. Sembra inverosimile, invece è appena l’ombra di quella realtà che è la vita cristiana: germe, anticipazione della vita eterna, dove “conosceremo, ameremo, godremo alla fine, ma senza fine” (Sant’Agostino176).

175 “Anno liturgico”. 176 Cfr SANT’AGOSTINO, De civitate Dei, libro XX, 30.5.

Lo Spirito Santo e la Grazia Santificante

1. Lo stato di grazia è l’elemento fondamentale che inserisce l’uomo nella famiglia divina e gli partecipa il potere di essere figlio di Dio e di operare come tale. L’elemento negativo è non essere in peccato mortale. L’elemento positivo consiste nel possedere la persona di Dio stesso e il dono della sua grazia. È un dono assolutamente gratuito. È soprannaturale, cioè una qualità che si trova solo in Dio, esiste in un piano che supera qualunque essere creato. Ci fa diventare “partecipi della natura divina” (2Pt 1,4). Appena la grazia santifica, appena tocca l’anima, questa viene trasformata, cambiata interamente, perché acquista una nuova qualità che la rende simile a Dio. Dio è fatto in un determinato modo: ha la sua natura divina, il suo modo di essere divino. Quando il cristiano viene in possesso della grazia santificante viene in possesso anche di quelle qualità che sono proprie di Dio. Con la grazia si diventa figli adottivi di Dio, eredi dei beni veri e reali, anche se spiritualmente e soprannaturalmente, in questa vita come le opere meritorie e nell’altra vita. Fratelli di Gesù Cristo: nella stessa famiglia. Amici di Dio, nell’amore (Gv 15,15; Rm 5,5). Giusti e graditi a Dio (2Cor 5,21), senza peccato e splendidi. Per la grazia Dio vive nel cristiano e il cristiano vive in Dio. Vivono una vita di intima unione tra di loro (Gv 6,56-57). Unione intima, perché le loro persone vengono già a trovarsi nello stesso piano divino e poi perché vivendo in comune la stessa vita divina sono legati profondamente dallo stesso pensare, da un medesimo volere e dal comune desiderio di stare insieme. Gesù è il Capo della Chiesa (Ef 5,30), suo corpo mistico. Tutti i cristiani sono membri (Ef 5,30); la grazia ci inserisce nel Battesimo vitalmente, partecipiamo a tutta la vitalità del Corpo. Comunione dei Santi. Per la grazia l’uomo è consacrato come Tempio dove abitano il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo (1Cor 6,19). È verità di fede. Dio Trinità esplica la sua vita divina mentre dimora nell’anima in grazia, vita di conoscenza, amore, gioia. Ancora più propriamente la vita divina consiste nella generazione del Verbo dal Padre per via dell’intelletto divino, e nella spirazione dello Spirito Santo dal Padre e dal Figlio per via della comune identica volontà e della felicità infinita di cui godono le tre Persone divine. Iddio Trinità vuol far parte anche all’uomo della propria vita divina. Per realizzare questo disegno d’amore, gli infonde la Grazia, perché possa partecipare della natura divina; gli infonde la Fede nella mente perché possa conoscere Dio, come si conoscono le Tre Persone divine; nella volontà la Carità e la Speranza perchè rispettivamente possa amare e desiderare e quindi in una certa misura anche godere Dio fin da questa terra. Credere. Sperare. Amare. È già vivere in questa terra la vita divina: in cielo sarà conoscere, amare, possedere, godere. Con la grazia si diventa santi (2Cor 5,21). Attraverso la progressiva purificazione del cuore si realizzerà la consacrazione totale a Dio, e si unirà la propria alla volontà di Dio. La grazia comunica il potere di compiere opere meritorie. Non bastano le opere oneste se non sono compiute in grazia. Per aumentarla ci vuole una grande rettitudine di intenzione. La famiglia della Trinità. Contemplazione. Nella famiglia si è fatto su la terra; ci ha anche dato una madre: Maria Santissima, Madre della grazia divina. Madre perché come ogni mamma possiede e trasmette la vita naturale, così Maria nel piano soprannaturale è corredentrice e mediatrice della grazia. Perché Dio ha voluto che la grazia passi attraverso Maria. Siamo suoi figli perché è Madre del Capo e delle membra.

2. I nostri doveri verso la Grazia. a) Grazia ricevuta nel Battesimo: festeggiarlo nella riflessione, nel ringraziamento, nella preghiera, nella purificazione. b) Grande stima: vale quanto Dio stesso. Temere di perderla. Valorizzare la Penitenza, prudenza per non perdere il tesoro. Lotta contro il peccato mortale e il veniale che indebolisce. Preghiera. c) È vita e tende e vuole svilupparsi. I mezzi.

Lo Spirito Santo e l’amicizia

1. “Beati i miti”177. L’attività del dono della Pietà si manifesta con l’ispirazione della mansuetudine. Per relazionale con gli altri ci vuole questa virtù. Prima la giustizia, poi insieme la bontà. Esempio dei primi cristiani. San Paolo parla di concorporales178 (Ef 3,6); corpi diversi in un unico corpo. Esempio di Gesù: “Amatevi gli uni gli altri”179; “Imparate da me” (Mt 11,29); “Lo Spirito di Dio è sopra di me” (Lc 4,18). Proprio perché lo Spirito è sopra di lui, possiede tale mansuetudine (Is 42,1-4; Mt 12,17-21). San Paolo: “Ve ne supplico per la mansuetudine di Cristo” (2Cor 10,1180); “Con ogni umiltà, mansuetudine e pazienza” (Ef 4,2). Cristo è l’immagine della mitezza e vuol formare dei miti: “Ecco l’Agnello ecc…”181; “Vi mando come agnelli in mezzo ai lupi” (Lc 10,3). La vera pietà deve commuoversi alla vista della paternità di Dio, poi riversare sugli altri qualche cosa di questa commozione, qualcosa di mite, di compassionevole, di buono verso gli altri: ed esige sentimenti, pensieri, dominio di sé che reprime l’indignazione, l’impazienza, la collera. Lo Spirito Santo ci porta prima di tutto alla pacificazione interiore, a distruggere in noi i focolai di asprezza e di amarezza, a vincere il male con il bene (Rm 12,21). “Siate sottomessi ad ogni creatura” (1Pt 2,13182); “Reputatevi reciprocamente superiori gli uni agli altri” (Fil 2,3183); “Portate i pesi gli uni degli altri” (Gal 6,2). Possedere la terra: della nostra anima, della nostra amicizia, della nostra comunità, oltre a quella del cielo.

177 Mt 5,5. 178 “…a formare lo stesso corpo” (Ef 3,6). 179 Cfr Gv 15,12. 180 Cfr 2Cor 10,1. 181 Gv 1,36. 182 Cfr 1Pt 2,13. 183 “… ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso” (Fil 2,3).

Esercizi alla Comunità della Risurrezione Cervatto, 14-15-16 Agosto 1979

Introduzione. Lc 11,5 sq. La raccomandazione di Gesù: la sua insistenza. La preghiera è per avere il dono dello Spirito. Porci in questa disposizione e in questa domanda. Gli Esercizi non sono un susseguirsi di pratiche; sono per ascoltare e mettersi a disposizione. Lo Spirito ci è stato dato: apprezzare e volere trarne profitto. Silenzio, purificazione, ascolto, docilità.

1 Meditazione. Gv 17,2-5. Chi è lo Spirito Santo. La Terza Persona della Santissima Trinità. Dio è amore. Le nostre relazioni con lui. Come lasciarci guidare e trasformare la nostra vita. L’egoismo e l’amore. Influsso, segni. Necessità santità.

2 Meditazione. Lc 4. Lo Spirito Santo nella vita di Gesù. Lo schema. Come a imitazione di Gesù dobbiamo lasciarci guidare dallo Spirito Santo. Che cosa è dominante nella nostra vita spirituale. Le intenzioni, le ispirazioni. Anche nella vita della coppia, grazia sacramentale; lasciarsi condurre per la santità della famiglia. Lasciarsi guidare anche per la vita comunitaria.

3 Meditazione. Lo Spirito Santo e la Chiesa. At 2; Lumen Gentium, 4. Schema. La nostra appartenenza alla Chiesa. La santità necessaria per noi e per gli altri. La parte positiva e negativa della santità. La purificazione e l’eliminazione dei peccati veniali. Quale progresso. Esame. I peccati e i difetti insieme nella coppia. I difetti nella comunità.

4 Meditazione. L’opera dello Spirito Santo in ogni anima. Gv 14,16-26. Schema. Grazia creata e increata. La nostra figliolanza adottiva. La crescita della grazia. Particolarmente la crescita con la preghiera. Sua efficacia. Condizioni. L’attenzione, sua importanza. L’eliminazione delle distrazioni.

5 Meditazione. I doni dello Spirito Santo. 1Gv 1,1-8. Schema I,11184. La fede ci fa conoscere tutta la ricchezza che Dio vuol profondere in noi. Bisogna che la fede diventi grande, cresca continuamente e investa tutta la nostra vita. Esame per l’intensità e l’estensione. La famiglia di fede. La comunità di fede.

6 Meditazione. Lo Spirito Santo abita in noi. Rm 8.

184 Il riferimento è al punto 5 del capitolo: I doni dello Spirito Santo. Grazia che risplende in noi. Vivere nello spirito di figli adottivi. La dignità e la scelta delle cose. Gerarchia dei valori. Controllo di noi stessi. Conservarsi nella linea, approfondirla. Valore dell’esame generale e particolare. Pratica.

7 Meditazione. Il dono dell’Intelletto e il valore della castità. Ef 1,17-18. Schema. La Scrittura ci illumina, in particolare chiedere la luce sul proprio stato. “Beati i puri di cuore”185. La santità per gli sposi è particolarmente legata alla castità. L’amore e il suo sviluppo. L’amore in Cristo diffuso dallo Spirito Santo. Vita nello Spirito. Necessità di progresso, di sempre maggiore santificazione. Non fermarsi alla parte negativa. Amarsi veramente. Fusione dell’intelletto e del cuore.

8 Meditazione. Il dono della Scienza e lo spirito di distacco. Sal 135. Schema. Come dobbiamo vedere le creature. Loro funzione. Come ci dobbiamo educare. Dominio del senso del piacere. Spirito diffuso di povertà. Povertà familiare.

9 Meditazione. Lo Spirito Santo e Maria Santissima. “Lo Spirito Santo scenderà su di te”186. Schema. Esame sulla vera devozione. Rosario.

10 Meditazione. Il programma. 1Pt 2,21 sq. Dobbiamo imitare Cristo. Lo Spirito Santo vuole renderci conformi a Lui. Cogliere quell’aspetto di Cristo di cui abbiamo più bisogno: Cristo orante, Cristo povero, Cristo puro, Cristo umile ecc... e metterci alla scuola dello Spirito Santo e organizzare il lavoro di tutto l’anno. Convogliare tutto in questo ordine.

11 Meditazione. Lo Spirito Santo e la Messa. Ef 9,14. Schema ampliato. Suggerita la consacrazione delle famiglie allo Spirito Santo.

185 Mt 5,8. 186 Lc 1,35.

Esercizi Spirituali ai Diaconi Cervatto, 17-18-19 Agosto 1979

Introduzione. Lc 11,5 sq. Veni Creator Spiritus187. Veni Sancte Spiritus188. L’invocazione fervida e continua. Per purificarsi, per ascoltarlo, per lasciarci condurre. Attesa pentecostale. Silenzio, umiltà, desiderio, amore, disponibilità. Maria Santissima custode e aiuto.

1 Meditazione. Chi è lo Spirito Santo. Gv 5,20 sq. La vita trinitaria. Conoscere la Persona dello Spirito Santo; imparare a relazionare con Lui. Schema. Quali idee a base della nostra spiritualità. Conoscere le nostre lacune. È più facile vedere le storture della volontà che quelle dell’intelligenza. Idee piccine, idee monche. La pietà vera trinitaria.

2 Meditazione. Lo Spirito Santo nella vita di Cristo. Lc 4,1 sq. Schema. Lo Spirito Santo è amore, è legge nostra; seguirlo è fare la volontà di Dio. La santità è fare la volontà di Dio. Autenticamente. Come l’abbiamo fatta: nella gioia, nel dolore, nelle tentazioni, nelle preoccupazioni. O fatta la nostra volontà? Individualmente? con l’altro coniuge? L’abbiamo fatta con umiltà, con totalità, con gioia, con prontezza? E in comunità, giacché unica è la vocazione?

3 Meditazione. Lo Spirito Santo e la Chiesa (Lumen Gentium, 4) Ef 2,14 sq. Schema. Dobbiamo essere santi come membra della Chiesa per noi e per gli altri. Gli ostacoli. La scarsa fiducia. L’efficacia della grazia attuale. La nostra speranza. Il sereno ottimismo unito al lavoro perseverante ed efficace. Per la vita a due e la comunità.

4 Meditazione. L’opera dello Spirito Santo in noi. 1Gv 1,1 sq. Schema. Applicazione sulla vita interiore; la comunione con lo Spirito Santo. Lo sviluppo della preghiera. Il problema delle distrazioni e della superficialità.

5 Meditazione. I doni dello Spirito Santo. At 2. Schema.

187 “Vieni, Spirito Creatore” (Cfr BREVIARIO ROMANO, Solennità di Pentecoste, Inno ai Secondi Vespri). 188 “Vieni, Santo Spirito” (SEQUENZA DI PENTECOSTE Veni, Sancte Spiritus). Applicazione: come preparare le nostre anime. Con l’umiltà prima di tutto. Quale umiltà. E con la penitenza. Rasentare l’assurdo umano. Come Pietro sulle acque189. Forme di penitenza.

6 Meditazione. Il dono dell’Intelletto. Ef 1,17-18. Schema. Applicazione alla castità. I particolari caratteri che deve avere nei diaconi. Come deve essere perfetta nell’amore.

7 Meditazione. Il dono della Scienza. Salmo 135. Schema. Le cose del mondo come vanno viste. Le occupazioni, il lavoro. Come usare ciò che piace. La nostra elevazione e il nostro raccoglimento. L’uso dell’esame generale e particolare. La serenità in famiglia.

8 Meditazione. Il dono della Sapienza. 1Cor 2,12-15. Schema. Il valore della contemplazione e della meditazione. Come praticarla e come viverla. La grande cura e la grande insistenza che bisogna avere. Il colloquio spirituale in famiglia.

9 Meditazione. Il dono del Consiglio. Sal 31,8. Schema. Il dovere nell’educazione dei figli e la virtù dell’obbedienza. Ascoltare lo Spirito Santo, mettersi in grado di ascoltare e seguirlo con docilità. Obbedire per essere simili a Gesù, al Padre in tutto, obbedire alla legge evangelica, obbedire alla Chiesa, obbedire a chi presiede alla carità. La Direzione Spirituale.

10 Meditazione. Lo Spirito Santo e la Vergine Maria. “Lo Spirito Santo scenderà su di te”190. Schema. Esame sulla vera devozione a Maria Santissima.

11 Meditazione. Il dono della Pietà. Gv 17,9 sq. Schema. La liturgia della lode. Commento della preghiera Aperi, Domine, os meum191.

189 Cfr Mt 14,22-36. 190 Lc 1,35. 191 “Aperi, Domine, os meum ad benedicendum nomen sanctum tuum; munda quoque cor meum, ab omnibus vanis, perversis, et alienis cogitationibus: intellectum illumina, affectum inflamma, ut digne, attente ac devote hoc Officium recitare valeam, et exaudiri merear ante conspectum divinæ Majestatis tuæ. Per Christum Dominum nostrum – Apri, Signore, la mia bocca a benedire il tuo santo nome; purifica il mio cuore da ogni pensiero vano, perverso o estraneo: illumina il mio intelletto, infiammami di amore per te, affinché possa recitare questo Officio in modo degno, attento e devoto, e la mia preghiera meriti di 12 Meditazione. Lo Spirito Santo e la Messa. Eb 9. Schema. La consacrazione allo Spirito Santo.

essere esaudita al cospetto della tua Maestà divina. Per Cristo nostro Signore” (Cfr BREVIARIO ROMANO, Preghiera completoria introduttiva all’Ufficio Divino).

Esercizi Spirituali al gruppo “Magnificat” Cervatto, 21-22-23 Agosto 1979

Introduzione. È una cosa seria: va fatta con molta serietà. È seria per la necessità dell’anima, per le grazie di Dio, per le implicazioni che ne possono derivare, la risoluzione dei nostri problemi, la nostra conversione, il bene agli altri ecc... Tre cose da fare: conservare il silenzio, sostanziare di preghiera, riflettere profondamente. Il tema, “Lo Spirito Santo e le nostre relazioni con Lui”, ci impegna ancora maggiormente. Capire la responsabilità. Maturare i propositi: 1) sul silenzio, 2) sulla preghiera, 3) sulla riflessione, 4) sulla penitenza, 5) sull’invocazione frequente allo Spirito Santo. Mettersi sotto la guida di Maria Santissima.

1 Meditazione. Chi è lo Spirito Santo. Gv 14. La vita nella Santissima Trinità. Le Tre Persone. Il fatto del Battesimo. In noi lo Spirito Santo. La nostra dignità e grandezza. Essere figli adottivi. Impostare bene la vita spirituale: sulla verità e sull’amore. Vivere il nostro Battesimo e la nostra Cresima. La nostra preghiera come deve essere indirizzata. Quali valori sono dominanti nella nostra spiritualità. Lo Spirito Santo è Persona: come sono state le nostre relazioni con lui.

2 Meditazione. Come opera lo Spirito Santo. Mt 3,13. Il Battesimo di Gesù192. Lo Spirito Santo è in noi; quello che compie. Cosa vuol dire che santifica, che consacra. Diffonde in noi la vita è vivificante. Che cosa è la grazia, come ci divinizza, il ferro e il fuoco. Come ci rende simili a Cristo. È vita soprannaturale, che cosa vuol dire. È vita in sviluppo. Autocritica, come è stata avvertita la sua opera e come si è sviluppata in noi. Segni che mettono in dubbio questo sviluppo e le cadute frequenti: pigrizia diffusa, stessi peccati nella confessione, difetti tollerati e amati. La preghiera abitualmente svogliata. Volontà di crescere; saper affrontare le difficoltà.

192 Cfr Mt 3,13-17. Aumentare le virtù teologali, credere di più, avere un ideale vivo e desideri santi. Saper amare veramente e in pratica il Signore e il prossimo.

3 Meditazione. Lo Spirito Santo e il peccato. Rm 5. Primo lavoro dello Spirito Santo è il perdono e la purificazione del cuore. Per la remissione dei peccati Cristo è morto. La salvezza nostra è salvezza dai peccati. La salvezza eterna. Chi rifiuta l’amore dello Spirito Santo cade nell’odio eterno. L’inferno, la sua esistenza, la sua probabilità. Lo Spirito Santo abita in noi. L’inferno è rimanere sempre senza Dio, il suo amore, la sua amicizia. Acquistare allora il rigetto del peccato istintivo e riflesso. Considerazione sui motivi del rifiuto del peccato e di ogni occasione prossima del peccato. L’affetto. Esame profondo dello stato dell’anima. Invocazione.

4 Meditazione. Lo Spirito Santo e la tiepidezza. Gv 1,29: Qui tollit peccata mundi193. I peccati veniali e l’abitudine ad essi. I nostri difetti. Il difetto predominante. Esempi. Come vincerlo. L’esame di coscienza (5 punti). Pericolosità del non correggersi. La personalità e l’amicizia.

5 Meditazione. I doni dello Spirito Santo. Is 11. Breve esposizione dei sette doni. Desiderio di essere guidati dallo Spirito, di avere massima stima di una vita interiore. Come collaborare e impegnarsi. Lo Spirito Santo ospite.

6 Meditazione. La Penitenza e lo Spirito Santo. Gv 20. Spiegazione della formula dell’assoluzione. La preparazione invocando lo Spirito Santo. L’atto della confessione (dolore e sincerità), il ringraziamento. La volontà di una penitenza propria.

7 Meditazione. Lo Spirito Santo e la Purezza. Rm 8. La carne e lo spirito. La consacrazione dello Spirito Santo. È un problema di fede: che verità alla base della dignità della purezza. È questione di speranza: l’ideale del cristiano, i suoi ideali, i desideri, le prospettive. È questione di carità: verso Dio, noi stessi e il prossimo. La prudenza, il rifiuto del mondo, la decisione. Gli aiuti. L’Eucarestia, la Madonna, il gruppo (vita ecclesiale).

8 Meditazione. Lo Spirito Santo e la preghiera. Rm 8. Abbà, Pater194. Ci insegna a pregare. Che cosa è pregare. Un ascolto, un dialogo, un incontro. Adorazione. Lode. Benedizione. Ringraziamento, propiziazione, domanda. Il passaggio da una preghiera infantile a una matura. L’impegno. L’attenzione, il fervore. Guardare gli ostacoli. Come vincere le distrazioni.

9 Meditazione. Lo Spirito Santo e la Liturgia. At 2,42. Importanza e grandezza della Liturgia. La nostra unione a Cristo e il nostro sacerdozio regale. Siamo noi che facciamo Liturgia, non spettatori. Particolare importanza della Liturgia eucaristica. Lo Spirito Santo nella Messa e il nostro posto. Spiegazione delle parti della Messa.

10 Meditazione. Il programma. Deve essere intelligente, concreto, completo. Invocare dallo Spirito il dono del Consiglio. È di grande importanza. In 7 punti: 1) Santificazione della festa (Liturgia, opere di bene, divertimento e amicizia). 2) Preghiera personale. 3) Verità e devozione allo Spirito Santo. 4) Virtù da conquistare. 5) Direzione Spirituale e Confessione frequente. 6) Doveri in famiglia. 7) Il gruppo.

11 Meditazione. Lo Spirito Santo e la Madonna. La comunione della Madonna con lo Spirito Santo. L’opera dello Spirito Santo in Maria. La corrispondenza di Maria Santissima. La nostra devozione a lei. Come deve essere.

Esercizi Spirituali alle Insegnanti Cervatto, 24-25-26 Agosto 1979

Introduzione. At 1,3 sq. Lo Spirito Santo è promessa del Padre e del Figlio; è avvenimento certo per tutti. In questi giorni dobbiamo prendere maggiore cognizione dello Spirito Santo e della sua comunicazione. Dobbiamo renderci particolarmente sensibili, adatti, fervidi. L’impegno di preghiera deve essere sommo, nel silenzio e nel lavoro di riflessione, nell’umiltà e nel desiderio, nella penitenza e nel lavoro.

1 Meditazione. Chi è lo Spirito Santo. Gv 14. Schema. Verificare le idee che presiedono alla nostra vita spirituale. Se viviamo una vita trinitaria, come figli di Dio. Lo spirito d’azione. Il pericolo di una vita spirituale piccina. Mezzi.

2 Meditazione. Lo Spirito Santo nella vita di Gesù. Lc 4,15. Schema. Lasciarci condurre dallo Spirito; vita nello Spirito. Lavoro di interiorizzazione. Il Castello Interiore. La purificazione, il progresso. Gli ostacoli.

3 Meditazione. Lo Spirito Santo e la Chiesa. At 2,1 sq. Schema. Due conseguenze. Membri della Chiesa dobbiamo diventare santi. È la sostanza, è il tutto. Come vi abbiamo teso. Quali ostacoli. Se siamo Chiesa abbiamo ancora la «missione», il dovere dell’evangelizzazione.

4 Meditazione. Lo Spirito Santo e il peccato. At 2,37. Il discorso di San Pietro195. La prima opera dello Spirito Santo è la purificazione. Di fronte ai nostri peccati. Di quali cose il Signore non è stato contento di noi in quest’anno? Liberazione tenace e progressiva.

5 Meditazione. I doni dello Spirito Santo. Gal 5. Schema. Il raccoglimento e la sua base. Quanto importante. Quali vantaggi.

6 Meditazione. Lo Spirito Santo e la vita interiore. Intelletto. Ef 1,17. La sua abitazione. Grazia increata e creata. Organismo soprannaturale. Castello interiore. Come progredire in questo sforzo. La meditazione e il suo impegno.

195 Cfr At 2,38-40. 7 Meditazione. Il dono della Scienza. Sal 135. Schema. Lo spirito di distacco e di povertà. Come applicarlo e viverlo. Nella vita familiare.

8 Meditazione. Il dono della Sapienza. 1Cor 2,12-13. Schema. La castità. La vita teologale. La castità, amore. Il progresso. La lotta contro l’egoismo.

9 Meditazione. Il dono del Consiglio. Gv 16. Schema. Il compito delle insegnanti. Il compito delle mamme. L’evangelizzazione.

10 Meditazione. Il dono della Pietà. Ef 9. Schema. Gesù l’orante. Lo Spirito Santo ci conduce all’imitazione di Cristo. Il sacerdozio regale. La preghiera liturgica. Liturgia della lode. Liturgia eucaristica. Il ruolo dello Spirito Santo. La preghiera attenta. Lo sforzo necessario.

Esercizi Spirituali alle bambine di 1° Media e di 5° Elementare Cervatto, 27-28 Agosto 1979

Introduzione. Significato di quest’incontro di montagna. Sosta nella salita: quanto percorso compiuto, quanto ne resta da compiere. Così ora. Ascoltare lo Spirito Santo perché è nel nostro cuore e parla. Ci vuole insegnare ad amare Gesù e il Padre. Ci vuole insegnare quanto è dannoso il peccato. Nell’osservanza dell’orario e nell’impegno di preghiera e di riflessione lo saprete ascoltare.

1 Meditazione. Chi è lo Spirito Santo. Dio il Vivente. Le tre Persone divine. La missione dello Spirito Santo. La nostra preghiera e la fede.

2 Meditazione. Lo Spirito abita nel nostro cuore. Dio amore. L’inabitazione. La grazia. La figliolanza adottiva. I nostri doveri di ospitalità.

3 Meditazione. Lo Spirito Santo purifica dai peccati. Noi e il peccato. Motivi per detestare i peccati. Debolezza e cattiva volontà. Che fare.

4 Meditazione. Lo Spirito Santo e le conseguenze del peccato. La tristezza dello Spirito. L’anima che rifiuta la grazia si priva della sua gioia e dei suoi doni. Rischia la salvezza eterna. I novissimi. La considerazione dell’inferno e del giudizio. La salvezza dell’anima. Donarsi all’amore infinito.

5 Meditazione. Lo Spirito Santo e la Confessione. Come si fa confessione. La grazia dello Spirito Santo.

6 Meditazione. Il programma. Come al corso del Magnificat196.

7 Meditazione. Lo Spirito Santo e la Madonna. La devozione alla Madonna.

196 Il riferimento è ai punti del programma indicati nel Corso predicato al gruppo “Magnificat”.

Esercizi Spirituali agli Aspiranti di 2° e 3° Media Cervatto, 29-30 Agosto 1979

Introduzione. Perché siete venuti. Ascoltare la voce dello Spirito Santo. Come? Cinque cose: Preghiera. Riflessione. Silenzio. Penitenza. Dialogo con il sacerdote.

1 Meditazione. Chi è lo Spirito Santo. Dio il vivente. La Trinità. La missione dello Spirito. Conoscere il nostro Dio. Precisare e renda chiara e luminosa la nostra fede.

2 Meditazione. Che fa lo Spirito Santo. L’abitazione in noi. La grazia santificante. Noi figli adottivi. Le conseguenze: la dignità, la ricchezza, la gioia. I doveri dell’ospitalità.

3 Meditazione. Lo Spirito Santo e il peccato. Quale grande male è il peccato, come rompe e distrugge tutto. Come ci porta ogni male in questa vita e nell’altra (inferno). La convinzione in rapporto al peccato. I rimedi e la fortezza della volontà.

4 Meditazione. Lo Spirito Santo e la Confessione. La purificazione del cuore. La misericordia di Dio. Quanto è buono il Signore. La facilità del perdono e la gioia del cuore. Come fare la Confessione.

5 Meditazione. Lo Spirito Santo e la purezza. Lo Spirito che santifica e consacra. I tabernacoli vivi e veri. La purezza problema di intelligenza, volontà, libertà, di fede, di grazia, di amore, di vita, di armonia, di equilibrio. La prudenza e la fortezza. I mezzi naturali e soprannaturali.

6 Meditazione. Il programma. Come al solito in sette punti.

Esercizi Spirituali al gruppo “Uomini” Cervatto, 31 Agosto / 1-2 Settembre 1979

Introduzione. Lc 11,5. La preghiera e l’invocazione allo Spirito Santo. Intenso clima di preghiera, di silenzio, di amore, di disponibilità. Lasciarlo lavorare. La pioggia di Elia (1Re 18,41197). La Vergine Santa.

1 Meditazione. Chi è lo Spirito Santo. Gv 14. La Santissima Trinità. Le nostre relazioni. La rivelazione di Gesù. La nostra preghiera. Il fondamento della nostra pietà. Lo Spirito Santo persona.

2 Meditazione. Lo Spirito Santo nella vita di Gesù. Lc 4. Suo influsso continuo. Lo Spirito di Gesù deve essere lo Spirito nostro. L’interiorizzazione. La riscoperta del vero centro della vita. Dall’interiore all’esteriore. La vita interiore: necessità, ricchezza.

3 Meditazione. Lo Spirito Santo in ogni anima. At 1. Il suo lavoro e la nostra collaborazione. L’organismo soprannaturale. La nostra comunione con la Santissima Trinità.

4 Meditazione. Lo Spirito Santo e la purificazione. At 1. Battesimo di Spirito Santo198. Cfr Gv 1. La croce per vincere i nostri peccati e i nostri difetti.

5 Meditazione. I doni dello Spirito Santo. Is 11. Corrispondere assiduamente alle ispirazioni.

6 Meditazione. Il dono dell’Intelletto. Ef 1,18-19. La Meditazione.

7 Meditazione. Il dono della Scienza. Sal 135. Lo spirito di povertà.

8 Meditazione. Il dono della Sapienza. 1Cor 2. Lo spirito di castità.

9 Meditazione. Lo Spirito Santo e il dono della Pietà.

197 Cfr 1Re 18,41-45. 198 Cfr At 1,3-8. Gv 17. Assomigliarci a Gesù nella preghiera. Che cosa dire: Adorazione, lode, amore, ringraziamento, propiziazione, domanda. Come dire: Attenzione, devozione. Il problema delle distrazioni.

10 Meditazione. Il programma. Eb 9. Attorno alla Messa guidati dallo Spirito Santo è tutto il nostro programma. La parte dello Spirito Santo nella liturgia eucaristica e della lode. Aprirci a una collaborazione personale con lo Spirito Santo. La consacrazione delle famiglie.

11 Meditazione. Lo Spirito Santo e la Madonna. Le tre Epifanie. La corrispondenza della Vergine. Il modo, la legge dello Spirito Santo. La nostra devozione.

Esercizi Spirituali al Gruppo “Gioia di Dio” Cervatto, 3-4-5 Settembre 1979

Introduzione. Episodio del mago Elimas reso cieco dal castigo di San Paolo199. Responsabilità degli esercizi. O si vede di più o si diventa ciechi. Sentirla, disporsi bene con generosità somma espressa nel totale silenzio. Preghiera. Riflessione. Penitenza. Generosità disponibile a quanto vorrà il Signore.

1Meditazione. Chi è lo Spirito Santo. Conoscer Dio-Trinità. Relazionare con le tre Persone. Relazionare con la Persona Spirito Santo. La nostra fede nella Trinità. La preghiera.

2 Meditazione. Lo Spirito Santo in noi. L’abitazione della Santissima Trinità. La grazia. La figliolanza adottiva. I nostri doveri di ospitalità. L’organismo soprannaturale. Vita delle virtù teologali.

3 Meditazione. Lo Spirito Santo e la lotta al peccato. Tre gradi di fedeltà. La progressiva eliminazione del peccato. Il peccato mortale e il veniale. La tiepidezza. Le convinzioni.

4 Meditazione. Lo Spirito Santo e la Confessione. La formula dell’assoluzione. La purificazione e la forza dello Spirito. Le condizioni. La gioia. Il ringraziamento. La confessione generale.

5 Meditazione. Lo Spirito Santo e la carità del prossimo. Mt 5,21; Gv 13,34; 1Gv 3. Motivi, modi, amicizia.

6 Meditazione. Lo Spirito Santo e la purezza. 1Cor 3,16. Respingere il mondo e la mondanizzazione. Costruirsi forti idee e forte volontà. Mezzi: l’Eucarestia, la Madonna, la Confessione.

7 Meditazione. Lo Spirito Santo e il dono dell’Intelletto. Sal 118,97. La Meditazione: importanza e modo.

8 Meditazione. Lo Spirito Santo e il dono della Pietà.

199 Cfr At 13,6-12. Gv 13. La lavanda200. Lo spirito di servizio in casa, a scuola, nel gruppo e l ’u mi l tà .

9 Meditazione. Il programma. Gv 14. I primi tre punti: Vita nello spirito, devozione allo Spirito Santo; Vita liturgica; Preghiera personale, meditazione.

10 Meditazione. Il programma. Gli altri quattro punti. Virtù e vocazione; Confessione e Direzione Spirituale; Vita di famiglia e scuola; Vita di gruppo.

Esercizi Spirituali al Gruppo dello “Spirito Santo” Cervatto, 6-7-8 Settembre 1979

Introduzione. Gv 7,37-38. È certezza, è promessa, è profezia: “Fiumi”. L’abbondanza da una grande presenza, dai grandi meriti di Cristo. È solo per la nostra inspiegabile negligenza, miseria e indifferenza che non avviene meravigliosa effusione. Dobbiamo in questi Esercizi prendere atto di questa realtà di fede, porci in condizione per riceverla, procurarci tale magnifica grazia, gioirne.

1 Meditazione. Chi è lo Spirito Santo. At 1,3. “Battezzati nello Spirito”201. La rivelazione di Gesù. La fede nella Trinità. Come si sviluppa. Le relazioni personali con lo Spirito.

2 Meditazione. Lo Spirito Santo in noi. Gv 14,15. L’opera dello Spirito e l’abitazione. Figli di Dio, spirito di adozione (Rm 8202). Dio in noi ospite, le relazioni. Noi tabernacoli di Dio.

3 Meditazione. Lo Spirito Santo nella vita di Gesù. Lc 4. Schema. L’ideale della santità. La volontà di Dio. La somiglianza con Gesù. I nostri desideri.

4 Meditazione. Lo Spirito Santo e il peccato. Gv 20. La penitenza per il passato. La conversione per il presente. L’orrore per il peccato. L’ipotesi del fallimento. Is 5. La revisione.

5 Meditazione. I doni dello Spirito Santo. Gv 16. Breve rassegna dei sette doni. Volontà di collaborare e docilità. Gli ostacoli nello sviluppo della vita spirituale. Le crisi e il loro rimedio. Concepire la vita con realismo e fortezza.

6 Meditazione. I frutti dello Spirito. Gal 5. Applicarsi alla carità del prossimo. Mt 5. 7. 25; Gv 13. 17. Bontà con tutti. In famiglia. Nell’amicizia di gruppo, in parrocchia con gli altri gruppi.

201 At 1,5. 202 Cfr Rm 8,14-17. 7 Meditazione. Lo Spirito Santo e la Purezza. 1Cor 3. Le relazioni con lo Spirito si propongono in termini di purezza, amore. Ciò che si deve evitare, ciò che si deve costruire. Lo stile.

8 Meditazione. Lo Spirito Santo e la Messa. Cfr Schema. Il nostro capolavoro.

9 Meditazione. Il programma. Nei sette punti + uno per il ragazzo.

10 Meditazione. Lo Spirito Santo e Maria Vergine. Ciò che Spirito ha fatto in Maria. Le tre epifanie. Ciò che Maria ha fatto per corrispondere all’azione dello Spirito.

Esercizi Spirituali al Gruppo del “Cenacolo” e della “Gloria” Cervatto, 9-10-11 Settembre 1979

Introduzione. Importanza. Responsabilità. Serietà. Per avere una vita nuova e una gioia nuova. Silenzio, riflessione, preghiera, penitenza.

1 Meditazione. Chi è lo Spirito Santo. At 1,3. “Battezzati nello Spirito Santo”203. La vera cognizione di Dio. La Santissima Trinità. I nostri rapporti con lei. La Persona dello Spirito Santo. La vera nostra fede.

2 Meditazione. Che cosa opera in noi lo Spirito Santo. Gv 14. Ci rende figli di Dio. Nostra grandezza e dignità. Nostro atteggiamento.

3 Meditazione. Lo Spirito Santo dimora in noi. Gv 14. La nostra vita interiore, il nostro organismo. L’interiorizzazione della vita. La conservazione e la crescita.

4 Meditazione. Lo Spirito Santo e i nostri peccati. At 2. “Che cosa dobbiamo fare?”204. Quali peccati e infedeltà. Renderci consapevoli. Prendere visione anche dei peccati che cerchiamo di nascondere a noi stessi, dei più vivi e odiosi. Smascherarli del tutto. Perché abbiamo peccato. Motivi stolti ecc... Le nostre debolezze, la mancanza di personalità e di volontà. Che cosa faremo per non peccare. Insistere sul vero dolore che comporta una vera penitenza. Come fare penitenza e quali penitenze fare di preferenza.

5 Meditazione. Lo Spirito Santo e la Chiesa. Gv 17,20; 1Cor 12. Lo Spirito Santo anima della Chiesa. L’unione della Chiesa. Le responsabilità. I carismi. Il perdono dei peccati. Le condizioni.

6 Meditazione. Lo Spirito Santo e la direzione spirituale. Testi precedenti. Il compito di assistere e di illuminare. La necessità e le qualità della direzione spirituale.

203 At 1,5. 204 At 2,37. 7 Meditazione. Lo Spirito Santo e la purezza. 1Cor 3. Perché devo essere puro? I pericoli della purezza. La mondanizzazione. Le idee per la purezza. La volontà per la purezza. I mezzi.

8 Meditazione. I doni dello Spirito. Is 11. Spiegazione sommaria. Preghiera diretta e diffusa. Imparare a pregare.

9 Meditazione. Lo Spirito Santo e la Liturgia. Santificazione della festa. Liturgia della lode e del sacrificio. Come parteciparvi.

10 Meditazione. Il programma. Gal 5. In otto punti. 1) Liturgia domenicale. 2) Devozione Spirito Santo. 3) Auto-dominio, orari, esame di coscienza. 4) Preghiera personale. 5) Virtù. 6) Confessione e Direzione Spirituale. 7) Casa e Scuola. 8) Parrocchia e Gruppo.

Esercizi Spirituali al Gruppo “Domus aurea” Cervatto, 12-13-14 Settembre 1979

Introduzione. Gv 7,37-38. Le Beatitudini. Tema del vostro anno. Dio fonte di gioia. Lo Spirito Santo vi chiama all’ascolto. Con entusiasmo, con gioia e con distacco. Un silenzio serrato, riflessione, penitenza.

1 Meditazione. Chi è lo Spirito Santo. Gv 17. “Conoscano te, Dio vero”205. La conoscenza che Gesù ci dà di Dio. Il mistero trinitario. La nostra fede. La contemplazione. La preghiera.

2 Meditazione. Che cosa opera lo Spirito Santo. At 1. “Battezzati nello Spirito Santo”206. La nostra figliolanza adottiva. La grazia. Il Corpo Mistico. La dignità e la grazia. La vocazione alla santità. L’ideale. Interiorizzazione.

3 Meditazione. Lo Spirito Santo abita in noi. Gv 14. Il mondo dentro di noi. L’Ospite divino. Il nostro lavoro di preghiera e di unione.

4 Meditazione. Lo Spirito Santo e il peccato. At 2. La necessaria nostra purificazione. Rifiuto del peccato e della mediocrità.

5 Meditazione. Lo Spirito Santo e la Chiesa. 1Cor 12. Che cosa è la Chiesa. Il Corpo Mistico. Il nostro essere Chiesa. Il nostro posto. La gioia e la responsabilità. La parrocchia.

6 Meditazione. I sette doni dello Spirito Santo. Is 11207. Spiegazione dei doni. La nostra collaborazione nella umiltà, docilità, fiducia. Che umiltà si richiede. Sviluppare la docilità, aumentare la fiducia. Lotta contro l’avvilimento e la malinconia.

7 Meditazione. Lo Spirito Santo e la purezza. 1Cor 3. Purezza sotto l’azione dello Spirito Santo. Rispetto, armonia, amore, educazione. Rigetto del mondo. Stile. Buon esempio.

205 Gv 17,3. 206 At 1,5. 207 Cfr Is 11,2. 8 Meditazione. Lo Spirito Santo e la preghiera. Gv 16; Rm 8. Preghiera come donare in esclusiva le nostre energie e al nostro tempo, per ascoltare e intrattenersi con Dio sotto la guida dello Spirito Santo. Il problema di darsi tutti all’ascolto e alla risposta. L’attenzione. Di dove sorgono le distrazioni. Il rimedio. La preparazione alla preghiera. Il raccoglimento e la preghiera diffusa.

9 Meditazione. I frutti dello Spirito. Gal 5. Il programma. 1) La liturgia della lode e la liturgia eucaristica.

10 Meditazione. Idem. 2) L’idea centrale: come sviluppare la devozione allo Spirito Santo; 3) la preghiera personale; 4) la virtù; 5) Confessione e direzione spirituale; 6) vita di famiglia e scuola; 7) vita e impegno in Parrocchia; 8) orario preciso; 9) vita di gruppo; 10) vita di amicizia con i ragazzi.

11 Meditazione. I ricordi. 1Cor 1,18. La Croce. Oggi esaltazione della Santa Croce. Nella Croce la vera sapienza e la forza; troviamo l’amore di Cristo sotto la guida dello Spirito. Ai piedi della Croce troviamo Maria Santissima, la sua maternità, il suo aiuto per vivere la virtù nello Spirito. Sta in questa impostazione il nostro programma di gioia, il vivere le beatitudini nel loro autentico significato. Il risultato di questi Esercizi.

Esercizi Spirituali ai Gruppi dell’ “Amicizia” e del “Verbo” Cervatto, 15-16-17 Settembre 1979

Introduzione. Gv 7,37. “Chi ha sete”: la voglia dell’incontro con la parola, con lo Spirito Santo. “Venga a me”: il dinamismo della ricerca; parabole del regno. “… e beva”: i grandi vantaggi. Insistere sul silenzio e sulla preghiera.

1 Meditazione. Chi è lo Spirito Santo. Mt 28,19. Il volto di Dio. La Santissima Trinità. Lo Spirito Santo Persona. La nostra fede.

2 Meditazione. L’opera dello Spirito Santo. Gv 14. La grazia, la figliolanza adottiva. Lo sviluppo della vita interiore.

3 Meditazione. Lo Spirito Santo abita in noi. I nostri doveri e la nostra gioia. Il mondo dentro di noi.

4 Meditazione. Lo Spirito Santo e il peccato. 1Ts 4. Gli effetti e i danni del peccato. I bilanci.

5 Meditazione. Lo Spirito Santo e la conversione. At 2. Discorso di San Pietro208. Per ricevere lo Spirito Santo convertirsi. Il pentimento. Le confessioni. Mc 14.

6 Meditazione. Lo Spirito Santo e la Chiesa. At 2. La Pentecoste209. Che cosa è la Chiesa. La nostra posizione e i nostri doveri.

7 Meditazione. I doni dello Spirito Santo. Rm 8. Breve spiegazione dei doni. Il problema della nostra preghiera.

8 Meditazione. Lo Spirito Santo, la carità e la purezza. Gv 13. Il comandamento della carità. La purezza e l’amore. Come deve essere la purezza.

208 At 2,14-39. 209 Cfr At 2,1-11. 9 Meditazione. Il programma. Gal 5. Il primo punto: La liturgia delle ore e la Liturgia della Messa nella comunione con lo Spirito Santo. La santificazione della festa.

10 Meditazione. Il programma. 2) L’idea da sviluppare. 3) La preghiera personale. 4) L’orario. 5) La virtù. 6) La Confessione e direzione spirituale. 7) La famiglia. 8) La scuola. 9) La Parrocchia. 10) Il gruppo. 11) La ragazza.

Esercizi Spirituali al Gruppo “Sant’Eulalia” e “Eucarestia” Cervatto, 19-20-21 Settembre 1979

Introduzione. At 1,3. “Battezzati nello Spirito Santo”210. Ciò si deve verificare soprattutto durante gli Esercizi se ci poniamo nelle condizioni adatte. Fede viva, desiderio di comunione, attivismo, fiducia, serenità. Abbandonarsi alle mozioni dello Spirito. In Maria Santissima.

1 Meditazione. La comunione con lo Spirito Santo. 1 Gv 1 sq. La rivelazione di Gesù. La nostra relazione con le Tre Divine Persone. Vita di contemplazione e di amore.

2 Meditazione. La vita con lo Spirito. Gv 7,37. La sete, l’interiorità. I prodigi nella nostra anima. L’Ospite divino. I doveri.

3 Meditazione. La santità nello Spirito. Rm 8,1 sq. La lotta per la santità. La purificazione, il rifiuto del peccato, il dominio di sé. Realizzare la personalità nello Spirito.

4 Meditazione. Lo Spirito Santo e la Chiesa. At 2,1 sq. Che cosa compie lo Spirito. Quello che ha operato in Gesù. Il Corpo Mistico. Noi nella Chiesa. 1Cor 12. I carismi. La Parrocchia.

5 Meditazione. Lo Spirito Santo e i suoi doni. Mt 11,25. La ricchezza dell’organismo soprannaturale. I doni dello Spirito Santo. Il nostro lavoro per la santità. Umiltà, docilità, fiducia. Le crisi.

6 Meditazione. Il dono dell’Intelletto. Ef 1,17-18. Il nostro impegno per la cultura, la meditazione. La preghiera.

7 Meditazione. Il dono della Scienza. Sal 135. Il distacco, lo spirito di povertà.

8 Meditazione. Il dono della Sapienza. 1Cor 2. Il gusto delle cose di Dio.

210 At 1,5. La purezza: amore a Dio; è il saper amare e sapere farsi amare.

9 Meditazione. Lo Spirito Santo e la Liturgia. Eb 9. Importanza della liturgia, preghiera del Corpo mistico animato dallo Spirito. La liturgia della lode e liturgia eucaristica nello Spirito Santo.

10 Meditazione. Il programma. 1) Liturgia. 2) Preghiera personale. 3) Devozione allo Spirito Santo. 4) Virtù. 5) Direzione spirituale. 6) Ordine. 7) Famiglia. 8) Professione. 9) Parrocchia. 10) Gruppo. 11) Fidanzato.

Esercizi Spirituali al Gruppo “San Domenico Savio” Cervatto, 22-23-24 Settembre 1979

Introduzione. Gv 7,37. La sete. Tre giorni per provarla. Per verificare la nostra relazione con lo Spirito Santo. Bisogno di silenzio. Preghiera. Riflessione. Penitenza.

1 Meditazione. Chi è lo Spirito Santo. At 1,3. Come lo schema.

2 Meditazione. L’opera dello Spirito Santo. Gv 3. Essere figli di Dio. Vivere da figli di Dio guidati dallo Spirito Santo. La santità.

3 Meditazione. La vita dello Spirito Santo in noi. 1Cor 2,6. La ricchezza della vita interiore. Lo sviluppo delle virtù teologali.

4 Meditazione. Gli ostacoli alla vita dello Spirito in noi. Col 3. Il peccato e le sue conseguenze.

5 Meditazione. Lo Spirito Santo e la Chiesa. At 2. Il Corpo Mistico. Il nostro posto. 1Cor 12. Nella Parrocchia.

6 Meditazione. I doni dello Spirito Santo. Gv 16. Che cosa sono i doni, spiegazione. Collaborazione. Conoscenza, umiltà, fiducia, docilità. Dipendenza.

7 Meditazione. Lo Spirito Santo e la preghiera. Rm 8. Gli spazi della preghiera. Il contenuto. La meditazione. Le distrazioni.

8 Meditazione. Lo Spirito Santo e la purezza. 1Cor 3,10. Purezza è sapienza, è amore e condizione per comunicare con lo Spirito Santo; è rispetto degli altri «templi» dello Spirito Santo.

9 Meditazione. Lo Spirito Santo e la Liturgia. Eb 9. La Liturgia della lode e l’eucaristica.

10 Meditazione. Il programma. Gal 5. I frutti dello Spirito. I punti come nel corso precedente.

Esercizi Spirituali ai Gruppi “Sacro Cuore” e “Rosa Mystica” Cervatto, 25-26-27 Settembre 1979

Introduzione. Is 12. Attingere l’acqua211. La grazia dello Spirito Santo. La gioia. Farsi l’anima di un povero, disponibilità di comunione, contemplazione, preghiera intensa, umiltà, silenzio, penitenza, amore.

1 Meditazione. Chi è lo Spirito Santo. 1Gv 1,1. La nostra chiamata alla comunione. Conoscere la Trinità, contemplare, amare. Il senso della vita cristiana.

2 Meditazione. Che cosa opera lo Spirito Santo. Gv 14. L’abitazione della Trinità. La interiorizzazione. L’ospitalità, la santità.

3 Meditazione. Lo Spirito Santo e la purificazione. 1Ts 4. La necessità della purificazione e con quanta intensità dobbiamo operarla.

4 Meditazione. Lo Spirito Santo e la Chiesa. At 2. Costituzione della Chiesa. Il Corpo Mistico. Il nostro posto e il nostro carisma.

5 Meditazione. I doni dello Spirito Santo. Gv 16. L’azione dello Spirito Santo. Come corrispondervi nell’umiltà e nella fiducia.

6 Meditazione. Il dono dell’Intelletto. Ef 1,17. Conoscere la parola. La meditazione.

7 Meditazione. Il dono della Scienza. Sal 135. Il distacco dalle cose e la povertà.

8 Meditazione. Le ispirazioni dello Spirito Santo. Rm 8. Come conoscerle e assecondarle, soprattutto per l’umiltà e la purezza.

9 Meditazione. Lo Spirito Santo e la liturgia. Eb 9. Liturgia della lode e eucaristica.

10 Meditazione. Il programma. Gal 5. I punti come nei corsi precedenti

211 Cfr Is 12,3.

Esercizi Spirituali al Gruppo “San Giovanni Bosco” e “Cuore Immacolato” Sant’Ilario, 27-28-29 Ottobre 1979

Introduzione. Gv 4. “Se tu conoscessi […] l’acqua che io darò”212. Aver sete; la voglia di una vita autentica secondo lo Spirito. Creare le disponibilità. Crearle attraverso la preghiera, la penitenza, il silenzio, l’umiltà. Il frutto: la gioia. Sotto la protezione della Madonna.

1 Meditazione. Chi è lo Spirito Santo. At 1,2 sq. Secondo lo schema. Conoscere, adorare, amare.

2 Meditazione. Lo Spirito Santo in noi. Gv 14. L’abitazione. La grazia. La santificante. Il lavoro di interiorizzazione. Centralità, purificazione, contemplazione, amore. Evitare di assorbirsi nelle cose.

3 Meditazione. Lo Spirito Santo ci chiama alla purificazione. Rm 3. Il distacco e la vittoria sul peccato e su l’affetto al peccato. La nostra conversione. Come purificarsi e impegnarsi.

4 Meditazione. Lo Spirito Santo nella vita di Gesù. Lc 4. Schema. L’opera dello Spirito in noi ha come fine di renderci simili a Gesù. Confronto con Gesù. L’azione incessante sua e nostra collaborazione.

5 Meditazione. Lo Spirito Santo e la Chiesa. At 2. Schema. 1Cor 12. La nostra posizione nella Chiesa e nella Parrocchia.

6 Meditazione. I doni dello Spirito Santo. Gv 16. Ciò che opera in noi. Spiegazione dei singoli doni. Vivere nello Spirito, dipendere da Lui. La virtù del raccoglimento.

7 Meditazione. Il dono della Scienza. Sal 135. Virtù del distacco e della povertà. Applicazioni pratiche.

8 Meditazione. Il dono della Sapienza. 1Cor 2. Perfeziona la carità. Dobbiamo imparare ad amare. La purezza è saper amare, renderci adatti a sapersi far amare, saper accogliere.

212 Cfr Gv 4,10-14. 9 Meditazione. Lo Spirito Santo e la Liturgia. Eb 9. La liturgia delle lodi e la liturgia del sacrificio.

10 Meditazione. Lo Spirito Santo e il programma. Gal 5. Come nel solito schema.

11 Meditazione. Lo Spirito Santo e Maria Vergine. Lc 1. I doni dello Spirito Santo in Maria.

Esercizi Spirituali alle Donne Sant’Ilario, 3-4-5 Novembre 1979

Introduzione. Gv 7. La sete di Dio. La comunicazione con lo Spirito. Desiderio di santità.

1 Meditazione. Chi è lo Spirito Santo. At 1,4. La vita trinitaria. Le nostre relazioni. Verificare l’impostazione della nostra vita spirituale. La guida dello Spirito. La contemplazione.

2 Meditazione. L’azione dello Spirito Santo. Gv 14. Ciò che fa in noi. La nostra dipendenza e la nostra docilità.

3 Meditazione. Lo Spirito Santo e la vita interiore. La vita in noi. L’organismo soprannaturale. La nostra collaborazione.

4 Meditazione. Lo Spirito Santo e la purificazione. 1Ts 4. Il bisogno della purificazione per ascoltarlo e unirci a Lui. Come accettare le prove e le penitenze.

5 Meditazione. Lo Spirito Santo e la Chiesa. At 2. Il Corpo Mistico. Il nostro essere Chiesa. Il nostro posto. I carismi.

6 Meditazione. I doni dello Spirito. Gv 16. Come ci dona e ci segue.

7 Meditazione. Il dono della Scienza e la povertà. Dn 3. Il distacco. L’esempio di Gesù. Lo Spirito Santo ci fa capire.

8 Meditazione. Il dono della Sapienza e la carità. 1Cor 13. La carità virtù somma. L’esercizio della carità. Verso chi.

9 Meditazione. Lo Spirito Santo e la Liturgia. Ap 21. Liturgia della terra e celeste. Liturgia della lode e del sacrificio.

10 Meditazione. Il programma. Gal 5. Tutto ispirato alla devozione allo Spirito Santo.

1) Come stabilire la devozione. 2) Come deve essere la preghiera. 3) Le virtù. 4) La testimonianza.

11 Meditazione. Lo Spirito Santo e Maria Vergine. Lc 1. I doni dello Spirito Santo in Maria. La nostra devozione.

Esercizi Spirituali agli Uomini Sant’Ilario, 9-10-11 Novembre 1979

Introduzione. At 1,4. Dobbiamo prendere viva cognizione che siamo stati battezzati nello Spirito Santo. La sua azione continua e la nostra corrispondenza. Gli esercizi hanno questo scopo. Porci nelle condizioni favorevoli. E nella Pentecoste vi era Maria, Madre di Gesù213.

1 Meditazione. Chi è lo Spirito Santo. 1Gv 1. Come è la Rivelazione. Gesù ci svela la Trinità. Contemplazione. Comunione. Vedere come è posta la nostra preghiera e la nostra fede. La nostra vera gioia.

2 Meditazione. Lo Spirito Santo nella vita di Gesù. Lc 4. Come lo Spirito ha guidato Gesù, e come anche noi ci dobbiamo lasciare condurre.

3 Meditazione. Lo Spirito Santo e la vita interiore. Gv 14. L’interiorizzazione e il nostro lavoro spirituale. La collaborazione come si deve attuare. Il castello interiore.

4 Meditazione. Lo Spirito e la purificazione. Gv 15. La potatura necessaria214. La penitenza opera dell’amore. La speranza è la certezza nella sua opera.

5 Meditazione. Lo Spirito Santo e la Chiesa. At 2. Schema. Il nostro posto e il nostro carisma.

6 Meditazione. Lo Spirito Santo e i suoi doni. Rm 8. Il continuo influsso. La nostra corrispondenza.

7 Meditazione. Lo Spirito Santo e la carità. 1Cor 1,17. Il dono della Sapienza. Ci fa gustare le cose di Dio, ci fa capire la croce. La vera sapienza. La vera carità. Carità verso la sposa, verso i figli, verso gli amici.

8 Meditazione. Lo Spirito Santo e la preghiera. Mt 11. “Le hai rivelate ai piccoli”215.

213 Cfr At 1,14. 214 Cfr Gv 15,2. 215 Mt 11,25. La preghiera ascolto, meditazione. La preghiera colloquio e confidenza, la preghiera invocazione e aiuto.

9 Meditazione. Lo Spirito Santo e la Liturgia. Eb 9. La liturgia della lode, del sacrificio e dei sacramenti. La parte dello Spirito Santo.

10 Meditazione. Il programma. Gal 5. Tutto incentrato nello Spirito Santo.

Una parola sulla devozione allo Spirito Santo216

“La Chiesa Conciliare attende una novella Pentecoste, poiché si aspetta dal Concilio quel rinnovamento spirituale su tutta quanta la faccia della terra, per opera dello Spirito Santo”. P.P. Giovanni XXIII

Il mondo ignora lo Spirito Santo e molte anime devote non lo tengono nel debito conto. Pare dimenticato da tutti, nonostante sia l’anima della Chiesa. Leone XIII nella sua Enciclica sullo Spirito Santo raccomandava con insistenza a tutti i fedeli di amare questo Divino Spirito. Esortava Vescovi e Sacerdoti a predicare con rinnovato zelo questa santificante devozione. Gesù Cristo stesso, prima di ascendere al cielo, raccomandò agli Apostoli tale devozione, promettendo la venuta dello Spirito Santo che “ad essi insegnerà ogni cosa” (Gv 14,26). Lo Spirito Santo lavora incessantemente nella Chiesa e questa non intraprende opera importante senza averlo prima invocato con il solenne inno: “Veni Creator”. Sappiamo che i Concili godono dell’assistenza dello Spirito Santo e che il Papa governa la Chiesa, assistito da Lui, specie nelle definizioni dogmatiche. Osserviamo la trasformazione operata negli Apostoli dallo Spirito Santo ricevuto nel Cenacolo! Quante anime desiderose di perfezione sono demoralizzate perché non invocano abbastanza lo Spirito Santo! Sacerdoti, ascoltiamo la voce di Leone XIII, seguiamo l’esempio di Gesù Maestro, e diffondiamo questa preziosa devozione in ogni parte. Facciamo sì che le anime accolgano questo divino Messaggio ed esperimenteranno in se stesse una trasformazione: scorgeranno nuovi orizzonti e si meraviglieranno dei celeri progressi per mezzo della supplica costante al divino Spirito, sorgente di ogni luce, conforto, forza.

Perchè questa consacrazione?

Questo si domanderà più di uno. Forse che non abbiamo intronizzato nelle famiglie il Cuore di Gesù e non le abbiamo consacrate a Lui? E quindi non è un soprappiù questa consacrazione? O forse questa viene a sostituire quella? Né l’una, né l’altra cosa. La consacrazione delle famiglie al Cuore di Gesù è molto opportuna, ma non per questo è priva di valore la consacrazione dei focolari allo Spirito Santo. Chè anzi, appunto perché quella raggiunga il suo scopo: “viva tutta la famiglia nell’amore del Sacro Cuore”, noi crediamo utile e necessaria la consacrazione della medesima allo Spirito Santo. Il Cuore di Gesù fu formato “dallo Spirito Santo nel seno della Vergine Maria”. Mosso dallo Spirito Santo realizzò l’opera della redenzione e allo stesso Spirito ha confidato l’opera di comunicare alle anime la sua dottrina e grazia: “Quando verrà lo Spirito di verità, egli vi insegnerà tutta la verità. Egli mi glorificherà poiché riceverà dal mio e ve lo annunzierà” (Gv 16,15).

216 Alla fine del presente quaderno don Pietro ha conservato e inserito queste pagine stampate. Appena l’anima si consacri allo Spirito Santo, egli le darà la piena conoscenza di Cristo e accenderà nel suo cuore, come fece con gli Apostoli, il vero amore, e le comunicherà i tesori nascosti del Cuore sacratissimo. Non ci può quindi essere devozione più raccomandabile che la consacrazione di un’anima e di una famiglia allo Spirito Santo. Regnando lui nel cuore di un focolare, questo sarà degna dimora del Maestro Divino, Cristo Signore nostro. Il giorno più indicato per questa consacrazione (o per la sua rinnovazione) è la festa di Pentecoste; ma può essere qualunque giorno dell’anno. Si consiglia in tale giorno la Comunione da parte di tutti quelli della Famiglia che lo desiderino.

CONSACRAZIONE DELLA FAMIGLIA ALLO SPIRITO SANTO

O Spirito Santo, prostrati dinanzi alla tua divina Maestà, veniamo per consacrarci a te con quanto siamo e possediamo. Siamo stati creati da un atto dell’onnipotenza del Padre, redenti dal Figlio, e tu sei venuto con il tuo ineffabile Amore nelle nostre anime per santificarci, comunicandoci la tua vita divina. Hai preso possesso di ciascuno di noi nel giorno del nostro Battesimo, e ci hai trasformati in templi viventi in cui tu dimori con il Padre e il Figlio; il giorno della Confermazione fu la Pentecoste con cui scendesti nei nostri cuori con la pienezza dei tuoi doni, affinché noi vivessimo una vita totalmente cristiana. Rimani tra noi qui nella nostra casa per presiedere alle nostre riunioni; santifica le nostre gioie, addolcisci le nostre pene; illumina le nostri menti con i doni della Sapienza, dell’Intelletto, della Scienza. Nelle ore di confusione e dubbio assistici con il dono del Consiglio. Perché non veniamo meno nella lotta e nel lavoro concedici la tua Fortezza. Fa’ che tutta la nostra vita religiosa e familiare sia permeata dal tuo spirito di Pietà, e che tutti siamo guidati da un Timore santo e filiale. Vogliamo condurre una santa vita alla tua presenza, assistiti in ogni istante dai tuoi doni e grazie. Per questo oggi ti consacriamo la nostra Famiglia e ciascuno di noi, per il tempo e per l’eternità. Ti consacriamo le nostre anime e i nostri corpi, i beni materiali e spirituali, affinchè tu solo disponga di noi e delle nostre cose secondo il tuo beneplacito. Ti chiediamo solo la grazia che, dopo averti glorificato sulla terra, tutta la nostra Famiglia possa lodarti in cielo, dove tu con il Padre e il Figlio vivi e regni per i secoli dei secoli. Amen.

QUADERNO 36 - Lo Spirito Santo (1979) – SOMMARIO217 Introduzione 3 Lo Spirito Santo nell’Antico Testamento 5 Chi è lo Spirito Santo 7 Presenza dello Spirito nella vita di Gesù 9 Lo Spirito Santo e la Chiesa 13 Lo Spirito Santo anima della Chiesa 15 Lo Spirito Santo e la Chiesa sacramento universale di salvezza 18 L’Opera dello Spirito Santo 20 Le prime effusioni dello Spirito 23 I doni dello Spirito Santo 24 Dono dell’Intelletto 29 Dono della Scienza 32 Dono della Sapienza 34 Il dono del Consiglio 36 Il dono della Pietà 38 Il dono della Fortezza 40 Timore di Dio 42 Lo Spirito Santo e Maria Santissima 44 Da Bertetto……………………………………………………………………………………………………………46 Lo Spirito Santo e la Messa 49 Lo Spirito Santo e il Sacramento della Penitenza 53 Esempi (da Santa Teresa d’Avila) 56 Lo Spirito Santo e la preghiera 58 Lo Spirito Santo e la povertà 61 Lo Spirito Santo e la Purezza 63 La Presenza dello Spirito Santo nell’anima 65 Lo Spirito Santo e la Grazia Santificante 67 Lo Spirito Santo e l’amicizia 69 Esercizi alla comunità della Risurrezione (14-16 Agosto) 70 Esercizi Spirituali ai Diaconi (17-19 Agosto) 72 Esercizi Spirituali al gruppo “Magnificat” (21-23 Agosto) 75 Esercizi Spirituali alle Insegnanti (24-26 Agosto) 78 Esercizi Spirituali alle bambine di 1 Media e di 5 Elementare (27-28 Agosto) 80 Esercizi Spirituali agli Aspiranti di 2 e 3 Media (29-30 Agosto) 81 Esercizi Spirituali al gruppo “Uomini” (31 Agosto / 2 Settembre) 82 Esercizi Spirituali al gruppo “Gioia di Dio” (3-5 Settembre) 84 Esercizi Spirituali al gruppo dello “Spirito Santo” (6-8 Settembre) 86 Esercizi Spirituali ai gruppi “Cenacolo” e “Gloria” (9-11 Settembre) 88 217 Inserito in fase di redazione. Esercizi Spirituali al gruppo “Domus aurea” (12-14 Settembre) 90 Esercizi Spirituali ai gruppi “Amicizia” e “Verbo” (15-17 Settembre) 92 Esercizi Spirituali ai gruppi “Sant’Eulalia” e “Eucarestia” (19-21 Settembre) 94 Esercizi Spirituali al gruppo “San Domenico Savio” (22-24 Settembre) 96 Esercizi Spirituali ai gruppi “Sacro Cuore”, “Rosa Mystica” (25-27 Settembre) 97 Esercizi Spirituali ai gruppi “San Giovanni Bosco”, “Cuore Immacolato” (27-29 Ottobre) 98 Esercizi Spirituali alle Donne (3-5 Novembre) 100 Esercizi Spirituali agli Uomini (9-11 Novembre) 102 Una parola sulla devozione allo Spirito Santo 104

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  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
    tra la vita delle persone, condividendo tutto. 
    In fondo, forse, è il segreto più prezioso che ci ha svelato.”
    Umberto Roversi

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