Quaderno 37 - Gesù 1980

QUADERNO 37

1

Chi è Gesù

1. Ef 1,3-14. Dio è “il D i o d el l ’a mo re ” (“… e il Dio dell’amore e della pace sarà con voi”; 2Cor 13,11), oceano della vita, desideroso di effondersi e di darsi. Dalla pienezza divina del Padre procede il Figlio. E il Padre e il Figlio si danno allo Spirito Santo.

2. Per un ineffabile disegno di misericordia Dio Trinità risolse di comunicare la sua vita alle creature “a lode della sua gloria”2. E prima di tutto l’effuse in Gesù il Primogenito di tutti e verso cui tutto tende (cfr Col 1,15). Tutta la vita divina fluisce in Lui poichè “in Lui abita corporalmente la pienezza della divinità” (Col 2,9), “Egli è l’immagine del Dio invisibile ecc...” (Col 1,15-18). Questo è il disegno salvifico di Dio: “Ci ha predestinati ad essere conformi all’immagine del Figlio suo, perchè Egli sia il primogenito tra molti fratelli” (Rm 8,29).

3. Cristo è centro e fine della creazione. “C’è per noi un solo Dio, il Padre dal quale e per il quale noi esistiamo; ed un solo Signore Gesù Cristo per mezzo del quale tutto è, e anche noi siamo” (1Cor 8,6-73).

1 All’inizio del Quaderno don Pietro inserisce il seguente indice, in cui per ciascuna argomentazione rimanda a quella lettera di riferimento, che poi apporrà nel margine superiore del foglio all’inizio di ogni trattazione.

Indice

1. Chi è Gesù A 2. Conoscere Gesù B 3. Gesù Maestro C 4. Gesù Amore D 5. Gesù e il Padre E 6. La preghiera di Gesù F 7. L’imitazione di Gesù G 8. Gesù e l’umiltà H 9. Gesù Sacerdote I 10. Gesù e la povertà L 11. Gesù e l’obbedienza M 12. Gesù e la misericordia N 13. Gesù e la liturgia O 14. Il Cuore di Gesù P 15. Gesù vita Q

2 Cfr Ef 1,6. 3 Cfr 1Cor 8,6-7. Strettamente associato al Padre nella sua attività creatrice, Gesù è il principio di coesione di tutte le cose perchè tutte tendono verso di Lui, si attuano in Lui e da Lui ricevono un senso. Essendo la sapienza di Dio (1Cor 1,24), “il fulgore della sua gloria ed effigie della sua sostanza” (Eb 1,34). Egli è colui che sostiene l’universo per mezzo della sua parola potente (idem). In lui la creazione si anima e diventa parola di Dio. Egli ne è il principio e la fine, la sorgente e il mare che raccoglie tutte le acque. Fuori di Lui il creato (anche se per assurdo) sarebbe un mosaico di pezzi slegati. In Lui invece tutto si ricapitola (Ef 1,10) e acquista coesione, ragione di esistere.

4. L’uomo è segnato da una particolare vocazione essendo “immagine e gloria di Dio” (1Cor 11,7). Creato nella giustizia e santità (Ef 4,24), con il peccato ruppe l’amicizia con Dio. Di qui l’origine della perversione e della morte. L’intera creazione ne restò scossa e turbata, assoggettata alla corruzione e alla vanità (Rm 8,21). Nessuno è più degno di Dio e capace del suo amore (Rm 3,23). Dramma interiore: “Non sono più io che agisco, ma il peccato che abita in me” (cfr Rm 7,17-23).

5. La necessità d el l ’in ca rn az i on e ri p a ra tri ce . Dio la prepara da lontano. La storia della salvezza. “Dopo aver parlato in molti modi ecc...” (Eb 1,1-3), “il Verbo si fece carne”5. Il kairos di Dio, il punto di approdo di tutta la storia, il giorno per il quale ogni cosa è stata concepita e creata (Ef 1,10). La pienezza dei tempi. E non interessa solo l’uomo, ma il cosmo intero. Il Figlio di Dio è diventato uomo, vero uomo. In quel bambino non solo abita Dio sia pure nella pienezza, ma è Dio, realmente ed essenzialmente Dio. Il Figlio di Dio è entrato nel campo della creazione, ma non di quella spirituale (non si è fatto angelo), di quella umana, nella corporeità della nostra carne. Suprema umiliazione di Dio, suprema esaltazione dell’uomo. Il giorno dell’Incarnazione è eterno.

6. In Gesù Cristo dunque è tutta la nostra speranza. Egli è il capo dell’umanità rigenerata. Con i suoi meriti ci ha riconquistato il diritto alla grazia e alla gloria, con i suoi esempi ci mostra come dobbiamo vivere, unendoci al suo corpo è fonte di vita. È dunque causa meritoria, esemplare e vitale.

7. Gesù è via. Nessuno può andare al Padre se non per mezzo di lui (Gv 14,6): non c’è altro nome mediante il quale possiamo salvarci (At 4,12).

4 Cfr Eb 1,3. 5 Gv 1,14. Secondo il piano divino, la santità alla quale Dio ci chiama con la grazia e l’adozione consiste in una partecipazione alla vita divina portata da Gesù. “L’amore di Dio verso di noi si è dimostrato in questo: nell’avere il Padre mandato il suo Figlio unigenito perchè noi avessimo la vita per mezzo di lui” (1Gv 4,96). Lui è la vite e noi i tralci7. L’unica forma possibile di santità. Bisogna desiderare di scomparire e lasciarsi assorbire da lui, perchè Gesù Cristo viva in noi la sua vita. “Rivestimi di te, immedesima la mia anima a tutti i movimenti dell’anima tua, sommergimi, invadimi, sostituisciti a me, perchè la mia vita non sia che una irradiazione della tua vita. Vieni in me come adoratore, come riparatore e come salvatore. O Verbo eterno, parola del mio Dio, voglio passare la mia vita ad ascoltarti, voglio rendermi docilissima ad ogni tuo insegnamento, per imparare tutto da te” (Santa Elisabetta della Trinità8).

8. Gesù è la verità. Sapienza eterna comunica alla sua umanità tutti i tesori della sapienza. La comunica a noi. È a noi modello, causa esemplare con la sua persona: essere per grazia ciò che Lui è per natura Figlio di Dio. Contemplare Gesù e far proprio il suo atteggiamento di figlio davanti al Padre. Con le sue opere. Coepit facere et docere9. Esempio di tutte le virtù. Con la sua dottrina. “Le parole che desti a me, le ho date loro” (Gv 17,810).

9. Gesù è la vita. Comunanza di vita. Corpo Mistico. Vidimus eum plenum gratiae et veritatis […]. Et de plenitudine eius nos omnes accepimus11. Siamo sue membra. Incorporati a Lui. Siamo rivestiti di lui (Rm 6,3). Fonte di vita. Influsso vitale (Col 1,18-20), per mezzo della fede (Christus habitare per fidem in cordibus vestris12; Ef 3,17) cioè è la virtù di Cristo: ogni volta che ci rivolgiamo a Lui con la fede promana da Lui una virtù santificante. Moltiplicare questo contatto della fede vivificata dall’amore, per mezzo dei sacramenti.

10. Come vivere il mistero di Cristo. Glorificare la Santissima Trinità per Cristo, con Cristo, in Cristo. Incorporarsi sempre di più a Cristo.

6 Cfr 1Gv 4,9. 7 Cfr Gv 15,5. 8 SUOR ELISABETTA DELLA TRINITÀ, Elevazione alla Trinità; in: MARIE-MICHEL PHILIPON, La dottrina spirituale di Suor Elisabetta della Trinità, c. 9, volume presente nella biblioteca di don Pietro. 9 “Gesù fece e insegnò” (At 1,1). 10 Cfr Gv 17,8. 11 “E noi vedemmo [Lui] … pieno di grazia e di verità. […]. Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia” (Gv 1,14. 16). 12 “Che il Cristo abiti per la fede nei vostri cuori” (Ef 3,17). Presentare tutto per mezzo di Cristo. Con lui: in unione intima con lui. Cristo abita in noi, dentro di noi. Facciamo tutto intimamente uniti a lui. Goccia di acqua nel calice13. Un solo atto di Gesù glorifica Dio più di tutte le altre preghiere. “Non chiamarti povera perchè possiedi me”; Investigabiles divitias Christi14 (Ef 3,8) … ut illius inopia vos divites essetis15 (2Cor 8,9) … et estis in illo repleti16 (Col 2,10) … ut impleamini in omnem plenitudinem Dei17 (Ef 3,19). Senza di lui le opere buone valgono nulla, nihil. In lui: è il vertice. «Per mezzo» e «con» sono di grande valore, ma compiere le azioni in lui, identificati con lui è il limite massimo. Con l’incorporazione diventiamo parte del Cristo, formiamo una sola cosa, il Cristo totale, ci ha convertiti in lui, in qualcosa di suo, siamo realmente suo Corpo. Christi sumus o meglio Christus sumus18. Totus Christus caput et corpus est19 (Sant’Agostino). Perciò: le nostre sofferenze completano ciò che manca alla sua passione (Col 1,24), egli è colui che combatte in noi (idem 29); quando siamo perseguitati è lui che viene perseguitato (At 9,5), il servizio a noi è fatto a lui (Mt 10,22; 25,3-4). (Marin, 73)

11. Possiamo interrogare il Signore e chiedergli il suo nome come Mosè20 e Saulo21. Lasciare che Gesù interroghi anche noi. E abbia la risposta che si aspetta (Cesarea22): e ci sentiremo in comunione con tutti i fratelli dei secoli. E ci condurrà alla scoperta di noi stessi in ciò che ci rende persone gioiose: Signore è dunque vero che io ti amo e io non lo sapevo (Garrone).

12. “Chi dite che io sia?”23. La nostra fede non è mai esclusivamente nostra. È la fede della Chiesa. La fede nostra personale, il nostro atto interiore di abbandono si inserisce in quello del Corpo intero. “Tu sei Colui nel quale la Chiesa crede”. Essa dice: Gesù è veramente il Figlio di Dio; tutto ciò che esiste è stato creato da Lui ed Egli ne dispone come Creatore. Tutto sussiste in Lui24. Ha preso carne e ha offerto questa carne in sacrificio per i peccati. In lui abbiamo accesso al Padre.

13 Il riferimento è al gesto compiuto dal celebrante nella Messa, durante l’Offertorio. 14 “… imperscrutabili ricchezze di Cristo” (Ef 3,8). 15 “… perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà” (2Cor 8,9). 16 “… e voi aveste in lui parte alla sua pienezza” (Col 2,10). 17 “… perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio” (Ef 3,19). 18 “Siamo di Cristo, o meglio: Siamo Cristo”. 19 “Il Cristo integrale è Capo e Corpo” (SANT’AGOSTINO, In Psalmum 30, Enarratio 2, Sermo I, n. 3). 20 Cfr Es 3,13. 21 Cfr At 9,5. 22 Cfr Mt 16,13-20. 23 Mt 16,13. Gesù è la testa di un grande Corpo: è la Chiesa. È colui nel quale Dio si rivela. È il Salvatore. Non è semplicemente il nostro Salvatore per averci una volta strappati alla morte. In ogni momento egli deve continuare in noi la sua opera; siamo salvati per sempre se siamo salvati ad ogni istante. Ciò che il Battesimo ha operato, la Penitenza e l’Eucarestia continuano a farlo. Egli ci ha riscattati e ci riscatta. “Venite e vedete”25, “Noi abbiamo trovato il Salvatore, Gesù di Nazaret”26. “È degno l’Agnello… perchè ci ha riscattati”27.

24 Cfr Col 1,17. 25 Gv 1,39. 26 Cfr Gv 1,45. 27 Cfr Ap 5,9.

Conoscere Gesù

1. Cercare Gesù perchè è la luce, l’unica luce. “Io sono la luce del mondo. Chi viene dietro di me non cammina nelle tenebre, ma avrà il lume di vita”(Gv 8,1228); “Finché sono nel mondo, sono la luce del mondo” (Gv 9,5); “Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo” (Gv 1,9). Gesù è il Redentore.

2. È venuto a salvare. La condizione del mondo era assolutamente negativa: “Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio” (Rm 3,23), della gloria: cioè dell’amicizia, della grazia di Dio. Con il peccato di origine l’uomo aveva avuto ogni male. Il peccato aveva intaccato le radici stesse dell’umanità. Dio li aveva abbandonati a loro stessi e si sono resi sempre più degni dell’ira di Dio e della morte (Rm 1,18 sq.). Il mondo d’oggi ripete l’esperienza (le tragedie di ogni giorno). E non si vuol sentire parlare di Redentore. Chi ci salverà dal Nostro Salvatore? (Zaratustra29). Nel pubblico l’idea di aver bisogno di un redentore è un’idea fastidiosa. Se ne fa volentieri a meno, perchè si accetta se stessi per quello che si è senza pensare ad altro. La vita si gusta giorno per giorno, nei piaceri e nei dispiaceri e ad altro non si bada. È il laicismo. D’altra parte le correnti economiche e politiche (marxismo, liberalismo ecc...) introducono la visione di una redenzione puramente umana, attraverso il progresso, la tecnica, lo sviluppo del tenore di vita, le applicazioni della medicina, la diffusione della cultura, l’universalizzazione della assistenza pubblica e della sicurezza sociale. Ma l’uomo da solo non si può salvare. Ha bisogno di un intervento di Dio, la salvezza, che è liberazione dal peccato e dalle sue conseguenze (la schiavitù di Satana, della carne, dell’egoismo, morte fisica e morte eterna) ed è ritorno alla comunicazione del soprannaturale di quella vita divina che aveva offerto al primo uomo.

3. L’In ca rn a z io n e . E il Verbo si è fatto carne30. È diventato carne; Egli è e rimane Dio, il fatto nuovo avviene nelle cose umane. Un nuovo e straordinario atto di creazione: è una carne umana che viene in questo momento plasmata, il corpo di un uomo, il corpo di Gesù; è un’anima che viene creata a dar forma a questo corpo umano, che prima non esisteva come tale: è dunque un uomo che viene creato. E nello stesso identico istante, in cui quella carne viene plasmata in un

28 Cfr Gv 8,12. 29 “Ah, se qualcuno potesse redimerli dal loro redentore!” (FRIEDRICH NIETZSCHE, Così parlò Zarathustra, Parte II, Dei preti), 30 Cfr Gv 1,14. corpo umano mediante la istantanea creazione e infusione in essa dell’anima, questo essere umano viene attratto dal Verbo e assunto come cosa sua, appartenente alla sua persona. Nel momento in cui Dio crea quell’essere umano, lo crea non come avente una sua autonomia personale, ma come appartenente e personalmente legato alla persona del Verbo. Di modo che le parole e le azioni di questo essere saranno parole e azioni del Verbo: in Lui il Verbo parlerà e opererà. Sarà un uomo, un vero uomo quello che opererà e riparerà; ma siccome l’umanità e le opere di quest’uomo sono assunte dalla persona divina del Verbo, esse acquisteranno un valore infinito e saranno quindi capaci di riparare qualunque male per quanto grande esso sia. Con l’Incarnazione l’umanità è messa in grado di riparare adeguatamente al proprio peccato. La Redenzione è l a ra gi on e d el l ’In ca rna z i on e . L’Incarnazione è una grande Epifania, una Teofania. Non più soltanto nella natura o nella parola dei profeti Dio si comunica e si rivela, ma manda la sua Parola eterna. È questa Parola che entra nel grembo della Vergine e viene ad abitare tra gli uomini e si dona a tutti. Tutti possono vedere Dio e prendere contatto con Lui. L’Incarnazione è rivelazione della potenza, della sapienza e dell’amore di Dio. L’Incarnazione è l’assunzione della forma di servo e quasi lo svuotamento. Il mi stero del l ’An nu n ci az i on e : è mandato un Angelo a una Vergine che tale permane nella sua Maternità, trono di santità e di grazia. Cielo e terra si polarizzano intorno a questo punto misterioso e silenzioso. Forse nell’Annunciazione la Vergine era in preghiera ma è certo che l’istante dell’Incarnazione è stata un’orazione e una offerta. “Entrando nel mondo dice: Tu non hai voluto ecc...”31. Gesù è dunque il Verbo di Dio che si è fatto carne. Gesù ha una vera umanità: è lui stesso che afferma di aver sete32, di essere triste33, di avere un corpo34, di avere una conoscenza umana che non è quella infinita di Dio35, di essere soggetto al Padre e minore del Padre36. Egli ama chiamarsi con una espressione messianica37 ma che ne sottolinea l’umanità: “Figlio dell’uomo”. Ha un corpo umano non apparente, ma vero e passibile e mortale; ha un’anima umana con una sua capacità di sentire e di soffrire, con una volontà e una libertà e una capacità di operare distinta sebbene naturalmente in perfetto accordo da quella di Dio. In forza dell’unione con il Verbo la natura umana è dotata di una perfezione altissima, incomparabile, unica.

31 Cfr Eb 10,5-7. 32 Gv 19,28. 33 Mc 14,34. 34 Cfr Mt 26,26; Mc 14,8; Gv 2,21. 35 Mc 13,32. 36 Gv 14,28. 37 Cfr Dn 7,13-14. Il peccato o l’imperfezione morale non hanno toccato, né potevano toccare la sua umanità, la quale è fatta partecipe della stessa santità del Verbo fin dal primo istante. L’intelligenza è immune da ogni errore e possibilità di errore, è immersa nella visione beatifica. La volontà è immune da ogni debolezza e da ogni possibilità di cedimento. Il sentimento è di una perfetta sensibilità e colmo sempre di gioia. Il corpo è lo strumento docilissimo e il tramite perfettamente adeguato dei rapporti tra l’anima e il mondo esterno. Gesù anche come uomo era dotato nell’anima e nel corpo di una incomparabile bellezza. Gesù è perciò l’uomo ideale, pieno di grandezza, di forza, di bontà, di sentimento, di fascino.

4. Conoscere Gesù è tutto, merita la ricerca appassionata di tutta la vita. Tutta la santità sta nell’imitarlo. E che cosa vi può essere più soave, di maggior gioia che entrare nel mistero di Gesù? “Non cercate mai, né con il pensiero, né con le opere alcuna ricreazione fuori di Gesù” (San Filippo Neri). Bisogna studiare Gesù. La vita di Gesù deve diventare il cibo della nostra contemplazione quotidiana. La vita di Gesù deve diventare il nostro modo di pregare, passando per i vari misteri della vita e della morte di Gesù Signore. L’anima che imita Gesù e vive in lui sempre di più ne intuisce la bellezza, assaggia una piccola caparra del gaudio del cielo. (Preghiera di San Bonaventura). “Signore Gesù, possa conoscere me, possa conoscere te, né alcuna cosa desideri se non te. Che odii me e ami te. Che tutto faccia per te. Disprezzi me ed esalti te. A nulla pensi se non a te” (Sant’Agostino38).

38 Invocazione di Sant’Agostino contenuta in: GIACOMO ALBERIONE, Sacerdote, ecco la tua meditazione, Parte I, III meditazione, 1.

Gesù Maestro

1. Gesù stesso lo afferma ripetutamente: è il maestro dell’umanità. “Uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli […]. E non fatevi chiamare «maestri» perchè uno solo è il vostro Maestro, il Cristo” (Mt 23,8-10). “Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perchè lo sono. Se io dunque, il Maestro e Signore, vi ho lavato i piedi…” (Gv 13,13-14). “Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce” (Gv 18,37). “Predicate il vangelo […]. Chi crederà ecc....” (Mc 16,15-16). “Io sono la luce del mondo ecc...” (Gv 8,12). “Lo Spirito del Signore è sopra di me, per questo mi ha consacrato perchè io annunci ai poveri la buona novella” (Lc 4,1839). Non entra in un piano di discussione; amen, amen. È così: “In verità vi dico”. Poi lascia all’uomo la responsabilità che è di salvezza eterna. “La grazia e la verità è venuta per Gesù Cristo” (Gv 140). Si identifica con l’autorità del Padre: “Agli antichi fu detto, io vi dico ecc...” (Mt 5). “Questi è il mio Figlio diletto: ascoltatelo” (cfr Mt 17,5).

2. Caratteri del suo insegnamento: a) È divino. “Donde mai vengono a Lui questa sapienza e questi miracoli? Non è Egli forse il figlio del falegname?” (Mt 13,5441); “Tutto mi è stato dato dal Padre mio ecc...” (Mt 11,27); “La mia dottrina non è mia, ma di colui che mi ha mandato” (Gv 7,16); “Le parole che io vi dico non le dico da me; ma il Padre che dimora in me compie le sue opere” (cfr Gv 14,10); “Rabbi noi sappiamo che tu sei venuto da Dio come maestro” (Gv 3,242); “Signore da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna” (Gv 6,68). b) È la verità assoluta. Ha detto le cose di Dio e dell’uomo in nome e con l’autorità di Dio. E Dio è la verità sovrana, la verità per essenza; è causa prima e misura di ogni verità. Gesù, essendo Dio, è verità e luce. “Io vi dico la verità” (Gv 16,7); “Santificali nella verità” (Gv 17,1743). c) È universale e indefettibile, supera i limiti del tempo e dello spazio.

39 Cfr Lc 4,18 40 Gv 1,17. 41 Cfr Mt 13,54-55. 42 Cfr Gv 3,2. 43 Cfr Gv 17,17. Abbraccia tutto ciò che è necessario per credere, vivere, operare quali figli di Dio chiamati alla vita eterna. Religione, legge, grazia, Chiesa.

3. Lumen Christi44. Gaudeat et tellus tantis irradiata fulgoribus: et aeterni Regis splendore illustrata, totius orbis se sentiat amisisse caliginem. Laetetur et mater Ecclesia, tanti luminis adornata fulgoribus45. Luce del mondo. Lux lucis aeternae46.

4. L’insegnamento di Gesù sul fine ultimo dell’uomo. Le domande che ci urgono: Perchè io vivo? Perchè devo fare, se poi devo morire? È necessario rispondervi perchè la vita abbia un senso. La vita diverrebbe insopportabilmente triste per noi e in rapporto agli altri. Ci dice di cercare prima di tutto il Regno di Dio47; abbiamo una vocazione eterna (parabole escatologiche); le buone opere perchè dobbiamo essere servi fedeli. Solo Dio ci può saziare. Dobbiamo raggiungere Dio e dargli gloria. Il mondo presenta un altro quadro: l’uomo comune non esclude un fine ultimo: vive semplicemente come non ci fosse. Ricerca la felicità a livello dei beni materiali. L’influsso dei mass-media. La nostra visione deve creare per noi un diverso stile di vivere. Una dignità nel modo di agire: onestà nell’interno e nell’esterno, buona volontà nell’affrontare i sacrifici del lavoro e della vita senza guastare la nostra gioia anzi. La via dunque al fine è la morale. Bisogna farsi un’idea precisa, viva, costruttiva della morale cristiana. Nel mondo idee sbagliate in tutto; anche il termine «morale» è antipatico. Le comodità e la ricerca del piacere ottundono il genuino senso delle cose, e il culto esagerato della personalità e della libertà fanno concepire la morale come un vincolo insopportabile. I cattivi esempi e i mezzi di comunicazione. Sfiducia radicale di tutti gli ideali. Che cosa insegna Gesù: che bisogna amare Dio con tutte le nostre forze. Fare la sua volontà. L’imitazione di lui come figli verso il Padre. Il suo esempio. Che la vita è un dovere (“Non debbo io fare ciò che il Padre mi ha prescritto?”). Il rispetto della legge. Servizio di Dio. La sua è una linea forte, coraggiosa, virile, irresistibile. La sua sincerità, lealtà, bontà d’animo. Che bisogna amare gli altri fino in fondo con disinteresse. Lui ama tutti: vive e muore per gli uomini.

44 “La luce di Cristo!” (Cfr MESSALE ROMANO, Veglia pasquale, Processione di entrata con il cero). 45 “Gioisca la terra inondata da così grande splendore; la luce del Re eterno ha vinto le tenebre del mondo. Gioisca la madre Chiesa, splendente della gloria del suo Signore” (Cfr MESSALE ROMANO, Veglia pasquale, Exultet). 46 “Luce dell’eterna luce”. 47 Mt 6,33. Insegna che tutto quello che Dio Padre fa per noi lo fa per amore, anche la legge morale. Ogni colpa morale, personale o collettiva, porta in sé una radice di infelicità, disumanità, volgarità. L’infelicità del figliol prodigo (Lc 15,14-19), la volgarità del ricco epulone (Lc 16,19-31), la disumanità dei farisei (Mt 23). Quando ci svincoliamo dalle forze dell’istinto, dal desiderio dei beni materiali, dalle tentazioni dell’egoismo primitivo, noi conquistiamo la nostra vera libertà interiore, che porta con sé la gioia di vivere, la pace del cuore, la serena visione dell’avvenire. Oggi viviamo tra gente infelice, tormentata, pessimista; è la schiavitù del peccato. La momentanea soddisfazione fisica o spirituale si ritorce presto contro il peccatore. Si scende così poco per volta nella prigione della istintività, della animalità che toglie dignità, umanità, felicità. Contro una società disumana essere noi stessi, personalmente e come gruppo, coraggiosi realizzatori di quella legge morale che sta alla base del rinnovamento sociale.

5. L’insegnamento di Gesù sulla coscienza. Gesù è la luce. La necessità di farsi una coscienza retta. Nel mondo è la grande assente perchè la gente preferisce agire per impulso, per interesse, per passione, per conformismo, per divertimento senza ascoltare la voce intima. Si arriva all’accecamento e non si vedono i confini tra il bene e il male.

Gesù Amore

1. “Dio è amore” (1Gv 4,8. 16). È il culmine della Rivelazione. L’amore non è semplicemente una delle attività di Dio, ma tutta la sua attività. Se Egli crea, se governa, se giudica è per amore. Tutto ciò che fa è l’espressione della sua natura che è amare. Amare è donare: ecco la sua azione; amare è farsi comprendere: ecco la rivelazione; amare è farsi simile a chi si ama: ecco l’incarnazione; amare è salvare chi si ama: ecco la redenzione; amare è voler essere con chi si ama: ecco l’Eucarestia; amare è donarsi a chi si ama: ecco la Grazia e la Comunione; amare è voler rendere felice l’amato: ecco il Paradiso. Dio ha un Figlio in cui ha posto tutte le sue compiacenze: essi vivono in un continuo strettissimo abbraccio e l’amore che li unisce è un legame vivente, sostanziale e personale: lo Spirito Santo. Dio dona suo Figlio raggiungendo il culmine di amore per gli uomini. E lo sacrifica.

2. Gesù è la rivelazione stessa dell’amore del Padre, la sua presenza palpabile e concreta nel mondo. Dalla convivenza con lui abbiamo capito che Dio è carità (Rm 8,39). Se Cristo è immagine perfetta del Padre (2Cor 4,4; Eb 1,3) ed è tutto amore, anche il Padre lo è. “Noi abbiamo conosciuto e creduto alla carità di Dio in mezzo a noi. Dio è carità” (1Gv 4,1648).

3. Tutta la vita di Gesù è stata un esercizio di amore. Il Padre manda il Figlio per amore e il Verbo si incarna per amore degli uomini, per la loro salvezza. Tutto quello che ha fatto lo ha fatto per noi. Ogni sua azione è manifestazione reale e profonda di un amore senza limiti. Passa una vita di servizio (Mt 20,28) e dona la sua vita (Gv 10,11-15). “Come il Padre mi ha amato così anch’io vi ho amato” (Gv 15,949) con lo stesso amore infinito, immutabile, totale, incondizionato e nello stesso tempo tenero, delicato, sollecito, personale, intimo. La meditazione sul Vangelo è continua meditazione di amore.

4. Amore intimo e sincero. Conosce per nome, uno per uno, personalmente e per ognuno ha un interesse particolare (Gv 10,7). Conoscere per nome nel linguaggio biblico vuol dire conoscere profondamente. Penetra nel mistero del cuore, scopre le aspirazioni e tendenze: si adatta alla psicologia di ognuno, cerca di trattare ognuno in una maniera appropriata e con estrema delicatezza. Così ha fatto per

48 Cfr 1Gv 4,16. 49 Cfr Gv 15,9. Natanaele (Gv 1,47), la Samaritana (Gv 4,14), i Farisei (Lc 7,40 sq.), gli Apostoli e lo stesso Giuda50. Non condanna mai: “Non sono venuto a giudicare il mondo ma a salvare il mondo” (Gv 12,47; 3,1751). Scruta i cuori ma a servizio dell’amore perchè si adempisse: “La canna infranta non spezzerà, non spegnerà il lucignolo fumigante” (Mt 12,20). Non dispera mai dell’uomo e gli dà sempre fiducia e così conquista la Samaritana, la peccatrice (Lc 7,37), riconquista Pietro (Lc 22,61), Tommaso (Gv 20,28) e i discepoli di Emmaus52. Il suo modo stesso, l’intonazione della voce, l’atteggiamento del volto dovevano avere qualche cosa di indimenticabile. Il fascino del suo sguardo: Mc 10,21; Lc 2,17; Lc 22,61; Gv 1,42. Mite, dolce, mansueto (Mt 11,29). Egli si impone a chi è disposto con la forza di un amore irresistibile che non conosce limiti e condizionamenti. L’incontro con Lui è l’incontro con un amore che affascina, conquista e trascina (Mc 1,16-20; Gv 1,47). Egli stesso si apre ai suoi e comunica i suoi segreti. “Io conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, come il Padre conosce me e io conosco il Padre” (Gv 10,14). Instaura con i suoi una comunione totale di vita e partecipa ai suoi segreti per introdurli nella sua intimità e nel suo mistero (Gv 15,1-9);“Vi ho chiamato amici perchè vi ho manifestato tutto quello che ho udito dal Padre mio” (Gv 15,1553). Vuol comunicare la vita divina e in sovrabbondanza (Gv 10,10; 17,2); li vuole rendere partecipi della sua gloria e della sua beatitudine (Gv 17,23-24). Condivide tutto con loro: la casa del Padre (Gv 14,2), il suo corpo e il suo sangue (Mt 26,26), il suo Spirito (Gv. 14,16), la sua intimità; “Io vi preparo un regno come il Padre mio l’ha preparato a me: affinchè beviate e mangiate alla mia mensa” (Lc 22,30; Gv 15,1554). Di tutti vuol sentirsi fratello, sorella, madre (Mt 12,49). Comunica ad essi gli stessi suoi poteri: “Sono la luce del mondo” (Gv 8,12; Mt 5,14), rimettono i peccati (Mt 16,19; 18,18), compiono prodigi (Lc 10,17; Gv 14,12), e sono chiamati a compartecipare l’opera suprema, il sacrificio della croce: “Per causa mia sarete fatti comparire davanti ai governatori e ai re”(cfr Mc 13,8-9; Mt 2,23; At 9,16). Partecipare alla croce di Cristo è il segno massimo del suo amore e della comunione totale con lui. L’invito a condividere la sua missione redentrice è l’offerta più amorosa. Tutte le immagini più eloquenti che richiamano gli aspetti più belli dell’amore umano sono stati a lui applicati: sposo, padre, figlio, amico, fratello.

50 Cfr Lc 22,28. 41. 51 Cfr Gv 12,47; 3,17. 52 Cfr Lc 24,13-32. 53 Cfr Gv 15,15. 54 Cfr Lc 22,30; Gv 15,15. Prima di agire, di operare per noi, Gesù si identifica con noi, particolarmente con i piccoli, con i poveri, coi perseguitati, con gli abbandonati. Il suo Cuore che ama, che vibra, sente, comprende, dona, compatisce e perdona. Egli ama perchè è buono non perchè l’altro è buono. Chi gli apre (Ap 3,20) godrà della magnificenza della sua amicizia e le relazioni saranno tanto intime da essere un’immagine della comunicazione trinitaria; “Io in essi e tu in me, affinchè siano perfetti nell’unità” (Gv 17,23). Il suo amore introduce nel circolo stesso della vita divina dove le persone sono unite e fuse in un’unica vita.

5. Amore sollecito e generoso. Venuto come Amore redentore Gesù ha compassione. Davanti al dolore, alle pene, alle miserie degli uomini Gesù non resiste mai e compie i miracoli. “Mosso a compassione, stese la mano, lo toccò e gli disse: Lo voglio, guarisci! Subito la lebbra scomparve” (Mc 1,41-42). “Avendola vista (la vedova di Nain) fu pieno di compassione per lei e le disse: non piangere più” (Lc 7,1355). È estremamente sollecito: le turbe ne beneficiano (Mt 9,36; 14,14; 15,32; 20,34). Gli Apostoli lo esperimentano: li invita a riposarsi (Mc 6,31); si rallegra dei successi (Lc 10,17-21); li difende contro i farisei (Mc 2,18-20), nel Getzemani contro i soldati (Gv 18,8); li aveva esortati prima alla serenità comunicando loro la sua pace e la sua gioia (Gv 14). Egli è sempre disponibile ad aiutarli e a proteggerli e li rimprovera che non abbiano chiesto (Gv 16,24). Quando incontra anime che rifiutano il suo amore redentore è preso da profonda tristezza (Mc 3,5; 8,12) fino al punto da non poter trattenere le lacrime (Lc 19,41). Quando trova un’anima disponibile le offre subito la sua amicizia: “Vieni e seguimi” (Mc 10,21). Lo sguardo al giovane ricco, lo sguardo a Pietro. Nessuno è insignificante per lui. Ricerca, chiama, frequenta i peccatori (Lc 7,37; 19,7-10; 22,48; Gv 4,1-26; 8,7-11), si lascia chiamare loro amico (Mt 11,19), sempre benevolo e accogliente (Lc 15,2; Gv 8,10). Verso i più abbandonati e disprezzati: i malati (Mt 14,35; 15,30; Mc 1,32) che accoglie, ascolta e guarisce (Mt 8,16); i poveri, i semplici costituiscono un oggetto privilegiato del suo amore. Li chiama al regno (Mt 5,3; Lc 4,18) e gioisce nel vedere che ascoltano la parola (Lc 10,21), vuole vivere come loro, vuole essere stimato uno di loro, si identifica con loro: “… lo avete fatto a me” (Mt 25,40), “Chiunque accoglie un fanciullo accoglie me” (Mt 18,556).

55 Cfr Lc 7,13. 56 Cfr Mt 18,5. La sua mirabile pazienza per istruire e correggere i suoi (Mc 10,35-45). Non si inquieta e rimprovera per l’ambizione del primo posto (Lc 22,24) e lava loro i piedi.

6. Amore delicato e molteplice. Perchè ama non impone il suo amore. Lascia la libertà. Tutta la sua vita è stata uno sforzo di capire, compatire, aiutare, servire e salvare. Egli è lo sposo (Gv 3,29) a convire57 con la sposa e a sacrificarsi (Ef 5,25- 29); egli ha realizzato la profezia (Os 2,19; 2Cor 11,2), e vuole che i suoi vivano e partecipino alla felicità delle nozze (Mt 9,15; Mc 2,19; Lc 5,34). Egli è un padre, che abbraccia teneramente i bambini, che abbraccia il figliol prodigo, che porta la pecora all’ovile. Nessuno che gli è stato affidato perirà (Gv 17,12) e chiama a sé tutti: “Venite a me voi tutti che siete affaticati e stanchi e io vi consolerò” (Mt 11,28). Nell’addio ha parole affettuosissime ai “figliolini miei” (Gv 13,3358). Dopo la resurrezione prepara lui stesso il pasto (Gv 21)59.

7. Il nostro amore per Lui. Ammirazione per Lui e per le sue perfezioni. “Quanto è bello Gesù Cristo” (Chevrier60). Nasce dallo scoprire quanto siamo stati amati, quanto questo amore è immeritato e gratuito, quanto definitivo e totale, quanto sconfinate sono le prospettive che offre e le speranze che apre. L’anima allora vorrebbe comunicarsi e gridare, si meraviglia e si scandalizza, soffre nel constatare che l’amore non è amato e che gli uomini si volgono verso cose miserabili. “Non possiamo non parlare”61. Non è possibile che Gesù non sia ammirato, lodato, amato. La testimonianza che noi dobbiamo a Lui si confonde con il martirio. La rinuncia alla vita per Lui. Donarsi a Lui totalmente. Vivere per Gesù come Egli visse per il Padre. Perdersi donandosi: “Macinato dai denti delle belve per diventare frumento purissimo di Dio”62. E inserirsi nel grande slancio del suo amore: “Anche voi dovete dare la vita gli uni per gli altri”63. Essere chiamati ad amare senza riserva: poter amare, dover amare oltre ogni misura, senza riserva. Amando Cristo diventare il fratello universale.

57 Possibile interpretazione: venuto a condividere. 58 Cfr Gv 13,33. 59 Cfr Gv 21,9. 60 Cfr ANTONIO CHEVRIER, Il vero discepolo di Gesù Cristo, Vita e Pensiero, II edizione, p. XVIII. 61 Cfr At 4,20. 62 Cfr SANT’IGNAZIO DI ANTIOCHIA, Epistola ai Romani, IV,1. 63 Cfr Gv 15,13. 17

Gesù e il Padre

1. Due volte il Padre ha dato testimonianza che Gesù è il suo Figlio: al Battesimo (Mt 3,17; Mc 1,11; Lc 3,22) e alla Trasfigurazione (Mt 17,5; Mc 9,7; Lc 9,35). Gesù dice che è il Padre che rende testimonianza: “Come il Padre ha in sé la vita, così ha dato al Figlio di potere avere la vita in se stesso […]. Vi è un altro che testifica per me ecc…” (Gv 5,26. 31-32. 36-37). Dio è Padre. Gesù è Figlio non per creazione ma per generazione. È un rapporto unico, caratterizzato dalla comunione anzi dalla identità di natura. Gesù manifesta la sua consapevolezza di essere Figlio: “Ti rendo lode, o Padre ecc...” (Lc 10,21-22). Si attribuisce il titolo di Figlio di Dio (Gv 3,18; 5,25; 10,36; 11,4). “Padre è giunta l’ora glorifica tuo Figlio” (Gv 17,164). “Prima che Abramo fosse io sono” (Gv 8,58). “Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io sono e che non faccio nulla da me stesso ecc…” (Gv 8,28; Es 3,14: “Io sono colui che sono”). È costantemente unito con il Padre: “Chi mi ha mandato è con me e non mi ha lasciato solo” (Gv 8,29), “Mi lascerete solo; ma non sono solo, perché con me è il Padre” (Gv 16,32). Ha grande intimità con il Padre che si manifesta particolarmente nella preghiera. Ascoltiamo Gesù in preghiera: “Ti rendo lode Abbà (babbo) ecc... Sì, Abbà, perché così ecc…” (Mt 11,2565); “Abbà, ti ringrazio di avermi udito ecc...” (Gv 11,4166); “Abbà, è giunta l’ora…” (Gv 17,1); “Abbà, glorifica me ecc...” (Gv 17,5); “Io vengo a te, Abbà, Padre santo ecc...” (Gv 17,11); “Abbà, quelli che tu mi hai dato…” (idem); “Abbà, Padre tutto ti è possibile, allontana da me questo calice” (Mc 14,36; cfr Mt 26,39-42; Lc 22,42); “Abbà, salvami da quest’ora ecc… Abbà, glorifica il tuo Nome” (Gv 12,27-28); “Abbà, perdona loro” (Lc 23,34); “Abbà, nelle tue mani raccomando il mio spirito” (Lc 23,46). È Figlio Primogenito, non è solo il monogenes e il prototokos. Gesù come Verbo è Figlio unico; in quanto Re della creazione, o meglio Re degli uomini, è Primogenito (Col 1). Il nuovo Adamo precede l’Adamo peccatore. Il Cristo glorioso, il Kurios, Signore di tutto il cosmo “è prima di tutte le cose e tutte sussistono in Lui” (Col 1,17). Mentre è l’archetipo della creazione ne è pure il mediatore e il fine. Mediatore: “Dio ci ha benedetto in Cristo, ci ha eletti ecc…” (cfr Ef 1,3- 4). “Lo ha costituito erede di tutte le cose…” (Eb 1,2).

64 Cfr Gv 17,1. 65 Cfr Mt 11,25-26. 66 Cfr Gv 11,41. 2. Il Figlio vive per il Padre. “Io e il Padre siamo una cosa sola” (Gv 10,30). “Il Padre è in me e io sono nel Padre” (Gv 10,38). “L’Unigenito Dio che è nel seno del Padre” (cfr Gv 1,18). “Tu sei in me, Padre, e io in te” (cfr Gv 17,21). Una unità assoluta di vita: “Come il Padre ha in sé la vita così pure ha dato al Figlio il potere di avere la vita in se stesso” (cfr Gv 5,25); “Io vivo per il Padre” (Gv 6,57); “Io sono il pane di vita” (Gv 6,35). “La vita si è manifestata e noi abbiamo veduto” (cfr 1Gv 1,2). Il Figlio condivide la vita del Padre in una coesistenza eterna. Ma vi è un altro vincolo, oltre a quello del medesimo essere, del coesistere e del convivere: l’ineffabile Tu a Tu dell’amore.

3. È il Figlio diletto. È nell’amore dello Spirito Santo che il Padre da tutta l’eternità genera il Figlio e ama questo Figlio generato per amore. La discesa dello Spirito Santo durante il Battesimo rende visibile questo amore del Padre per il Figlio: “Tu mi hai amato prima ancora della creazione del mondo” (cfr Gv 17,5). Egli è amato dal Padre da sempre ed è per questo amore che il Padre ha creato l’universo e ha fatto l’uomo, l’uomo che diventerà Chiesa che il Padre ha destinato a essere la Sposa di Cristo. Il Padre dunque nell’infinito amore per il Figlio creando l’universo ha riversato ad extra questo amore per donare al Figlio un amore nuovo che ha la sua origine nell’uomo. Perciò il Figlio fatto uomo può riamare il Padre con un amore divino-umano: l’Unigenito, che è anche il Primogenito, può irradiare verso il Padre non solo l’amore trinitario, ma anche l’amore che palpita nella Chiesa di cui è Capo. Il Figlio testimonia questo amore compiendo la volontà del Padre: “… che il mondo conosca che io amo il Padre e che opero come il Padre mi ha ordinato” (cfr Gv 14,31); “Entrando in questo mondo dice: Non hai voluto ecc....” (Eb 10,5). Dio per amore del Figlio manda il Figlio. E il Figlio ha un sì consapevole: “Non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato” (Gv 8,42); “Io sono venuto in nome del Padre mio” (Gv 5,43); “Sono disceso […] non per fare la mia volontà ecc...” (Gv 6,38). È una continuità: “Io non posso fare nulla da me stesso ecc….” (Gv 5,30); “Il mio cibo ecc....” (Gv 4,34). “Le opere che il Padre mi ha dato da compiere ecc...” (Gv 5,36). Questo volere del Padre è amore. Il Padre ama l’umanità e per questo ha mandato il Figlio (Gv 3,17; 1Gv 4,14); l’ha consegnato per tutti (Rm 8,32), “rappacificando per mezzo del sangue della croce di lui sia le cose della terra sia le cose nei cieli” (cfr Col 1,20). E il Figlio per amore compie. “Il Cristo vi ha amato e per noi ha sacrificato se stesso quale oblazione e sacrificio di soave odore a Dio” (cfr Ef 5,2); “Io sacrifico la mia vita e nessuno me la può togliere” (Gv 10,18). Ha desiderato ardentemente il momento della sua oblazione (Gv 12,27; Lc 22,15), “Per questo mi ama il Padre perchè sacrifico la mia vita” (Gv 10,17).

4. Cristo rivelatore del Padre. “Nessuno ha mai veduto Dio: l’Unigenito che è nel seno del Padre l’ha fatto conoscere” (cfr Gv 1,18); “Nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio voglia rivelarlo” (Lc 10,22). Conoscere in senso biblico equivale a penetrarsi vicendevolmente, possedersi in totalità di amore. Immagine del Padre invisibile diventa visibile (2Cor 4,4; Col 1,15) come l’impronta lasciata da un sigillo lo riproduce perfettamente: “Riflesso della gloria e l’impronta della sostanza” (Eb 1,367). Gloria ha significato ben preciso: è ciò che rivela la presenza di Dio in mezzo al suo popolo (nube, fuoco ecc...). “Noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come d’Unigenito del Padre” (Gv 1,1468). La gloria del Padre diventa visibile nel Figlio (Gv 17,24): la missione di Gesù sta appunto in questo rivelare il Padre, farlo conoscere. Con la sua venuta si conosce il Padre direttamente: “Non ho parlato di mio, ma il Padre […] mi ha prescritto quello che devo dire…” (cfr Gv 12,49); “Le parole che vi dico non le dico da me, ma il Padre che dimora in me…” (Gv 14,10). Nell’Incarnazione il Figlio ha fatto conoscere il Padre, ma sarà soprattutto nel mistero pasquale. Nella morte realizza pienamente ciò che il Padre voleva far conoscere e il Cristo gloria è per eccellenza il rivelatore.

5. Cristo via al Padre. Gesù che vive della vita stessa del Padre partecipa a noi questa vita, ne è la sorgente. Si deve nascere (Gv 3,3); “Chiunque crede che Gesù è il Cristo, è nato da Dio” (1Gv 5,1). Vita nuova partecipazione della vita gloriosa di Cristo, della vita trinitaria. “Sono stato crocefisso insieme con Cristo. Vivo io ma non io ecc…” (Gal 2,2069). “Nel Verbo era la vita” (Gv 1,4) e la trasmette – pane vivo – “dà la vita al mondo” (Gv 6,33). Credendo in Cristo è aperta la via che conduce al Padre; essendo via ci porta alla vita. Nel seno della Trinità si partecipa ad ogni movimento, ad ogni palpito del Verbo per il Padre; di fronte al Padre occupa il posto del Verbo, vive solo per la gloria del Padre. “La vita si è manifestata […]. La nostra comunione è con il Padre e con il suo Figlio Gesù Cristo” (1Gv 1,2- 370). Siamo partecipi di questa ineffabile comunione (1Gv 5,11).

67 Cfr Eb 1,3. 68 Cfr Gv 1,14. 69 Cfr Gal 2,20. 70 Cfr 1Gv 1,2-3. L’uomo fin dall’eternità è stato predestinato ad essere conforme all’immagine del Figlio mediante l’adozione attraverso Cristo Gesù. “Iddio mandò il suo Figlio […] affinchè ricevessimo l’adozione a figli” (Gal 4,4; cfr Gal 3,26). Questa adozione è il fine della missione del Figlio, sua condizione è la fede, sua realizzazione è l’opera dello Spirito Santo che unisce il cristiano a Cristo (Rm 8,14-17). Tutti i doni passano attraverso il Figlio tanto più l’amore divino. Ognuno che crede in Cristo si sa amato dal Padre (Ef 5,1; 1Ts 1,4; Col 3,12), è oggetto dell’amore divino. La intensità della «cristificazione», della somiglianza al Figlio, della partecipazione alla sua vita filiale, è la misura della capacità di ognuno ad accogliere l’impulso dell’amore divino. Il cristiano è amato da Dio con lo stesso amore con cui il Padre ama il Figlio: “Io in loro e tu in me” (Gv 17,23), “Perseverate nel mio amore” (Gv 15,971). Mantenersi in comunione vitale con l’amore che dal Padre attraverso Cristo ci trasforma. L’amore con cui amiamo non ha in noi la sorgente, ma è un dono vivo che si impossessa del nostro essere. L’amore riversato dal Padre deve risalire al Padre. Il comandamento nuovo: amare i fratelli come Cristo ci ha amato viene al cristiano dal suo inserimento esistenziale nel Cristo e che deve conformarsi alla stessa misura dell’amore di Cristo per gli uomini; “Amatevi come io vi ho amato” (Gv 13,34 e 15,12). Supremo ideale: La comunione col Padre attraverso l’inserimento nel Cristo Figlio di Dio nell’amore dello Spirito Santo. L’itinerario passa per Cristo e il suo mistero che è la Chiesa, affinchè siano una sola cosa.

6. Vivere per il Padre, vivere summe Deo in Christo Jesu Domino Nostro72. Vivere per il Padre e soltanto per il Padre fino al grado supremo, fino all’esaurimento di tutte le nostre potenze di conoscenza e d’amore, fino al sacrificio, all’annientamento di tutte le nostre vedute e ricerche personali. Primarius et ultimus finis vivere summe Deo (Grimal). Ita ut interiora Filii eius intima cordis nostri penetrent. […]. Vita vivere Christi interius. […]. Per te Maria, Mater amabilis. […]. Haec erit una omnium spes et meditatio unicum exercitium: vita vivere Christi interius!73

7. Gesù non fermò su di sé gli sguardi e gli onori. Aveva un segreto da confidare: vivere per il Padre. Non voleva se non la sua volontà e in quella trovava la ragione suprema di ogni suo minimo gesto,

71 Cfr Gv 15,9. 72 “Vivere sommamente per Dio in Cristo Gesù Signore Nostro”. 73 “Il primo e ultimo fine (è) vivere al sommo grado per Dio […]. Così che le cose più intime del Suo Figlio penetrino nelle regioni più profonde del nostro cuore […].Vivere più intimamente della vita di Cristo […]. Attraverso di Te, Maria, Madre amabile. Questa sarà la sola speranza e riflessione di tutti, l’unica pratica: vivere più intimamente della vita di Cristo”. Tutte queste citazioni sono tratte da: JULES GRIMAL, Alla scuola di Gesù, Artigianelli, Trento 1933, vol. I, pp. 17-20; volume presente nella biblioteca di don Pietro. l’occupazione continua della sua anima. La parola ultima e conclusiva della sua rivelazione. Ogni anima nutrita della parola e del Pane di Gesù deve apprendere e comunicare con la misteriosa presenza e con l’amore ineffabile del Padre. Vieni al Padre! Pronunciato il nome di Padre sotto l’ispirazione dello Spirito di Gesù entra nell’anima come un torrente che la riempie d’un solo tratto. Si comincia allora a provare “… i sentimenti che furono quelli di Cristo”74; “Non la carne e il sangue ma il Padre mio…”75. E sale al Padre per mezzo di Lui la riconoscenza e l’amore. Gesù ci insegna il Padre.

74 Cfr Fil 2,5. 75 Cfr Mt 16,17.

Gesù e la preghiera

1. È per eccellenza l’«Orante». La sua parola non è soltanto rivolta agli uomini; è soprattutto rivolta al Padre. Preghiera non solo intesa come domanda, ma come colloquio con Dio. Gesù parla con il Padre. Il Vangelo ce lo presenta spesso in preghiera non è solo per ricordarsi che dobbiamo pregare e come dobbiamo pregare. Gesù non ha pregato solo per essere esempio; vi sono delle ragioni più primitive ed essenziali. Gesù è il Figlio unigenito, Verbo eterno del Padre. Come tale è Parola che esce dal Padre e che si rivolge al Padre dall’eternità dicendo in maniera perfettissima le lodi del Padre. C’è tra il Padre e il Figlio un conoscersi, un guardarsi reciproco, una compiacenza reciproca infinita, un colloquio eterno e necessario detto in un’unica eterna parola e in un unico eterno silenzio di ogni altra parola, nell’amore dello Spirito Santo. Il Verbo potrebbe non parlare agli uomini, ma non può non parlare con il Padre.

2. Come uomo Gesù sa che la cosa più alta e più degna che la creatura possa fare è quella di adorare e di amare Dio stando in ascolto della sua parola di Padre. Perciò Gesù che è l’uomo perfettissimo e santo dirà al Padre la propria soggezione amorosa, la domanda, l’offerta. Fin dal suo ingresso, e durante la vita, continuerà associando il suo corpo con quei atteggiamenti esterni che gli uomini han potuto cogliere. E appartenendo all’universo creato e alla famiglia umana si assocerà agli altri uomini, alla lode del creato. Gesù parla con il Padre come Verbo incarnato e come Sacerdote. Si è incarnato proprio per ridare al Padre la gloria tolta dal peccato, per ridare a Lui la lode della creazione, per dargli anzi ora una gloria infinitamente più perfetta, per esprimere un canto d’amore infinitamente più bello; per porre la creazione in condizione di poter esprimere in maniera degna la sua lode al Padre. Come Sacerdote è il rappresentante delle creature nella preghiera e nell’offerta. Perciò la vita di preghiera costituisce l’aspetto più essenziale, più profondo, più intimo, più bello della figura e della vita di Gesù; più umano in quanto rivela la nostra umanità nei suoi bisogni, deficienze, aspirazioni. Lo sentiamo vicino lui che adora e domanda come noi e per noi. Il più divino perchè ci rivela il mistero della vita divina, i rapporti di Gesù con il Padre.

3. Il rimanente dell’opera di Gesù, quella rivolta verso la creatura, è tutta in stretto legame con la sua preghiera. La preghiera premessa a certi grandi atti (elezione degli Apostoli76, risurrezione di Lazzaro77, Ultima Cena78) è come l’aprirsi della corrente della vita divina verso la creazione. E il tener dietro a Gesù da parte degli uomini è il loro incamminarsi verso la sua preghiera eterna. Non per niente dall’Incarnazione alla morte tutta la sua vita è chiusa tra un’offerta iniziale e una finale (Eb 10,5; Lc 23,46).

4. “Si ritirava in luoghi deserti a pregare” (Lc 5,16; cfr Mc 1,35; Lc 6,12; 9,18; Mt 14,23 ecc...). Pochi frammenti della sua preghiera. Sono dodici preghiere personali: a) la preghiera di giubilo: Mt 11,25; Lc 10,21; Gv 11,41; b) la preghiera del Getzemani: Mt 26,39; Mc 14,36; Lc 22,42; Gv 12,27; c) la preghiera sacerdotale: Gv 17; d) la preghiera sulla croce: Mt 27,46; Mc 15,34; Lc 23,34. 46. Tutte sono indirizzate direttamente ed esplicitamente al Padre (diciannove, di cui sei nella preghiera sacerdotale). Lui è Figlio, Dio è Padre; un rapporto intimo, unico, specifico, irriducibile a qualsiasi altro. Non lo ha mai invocato diversamente. E ha cura di distinguere la sua posizione dagli altri: “Vostro Padre” (Mt 6,8-15; 10,20-29; 23,9; Lc 6,36; 12,30-32); “Vostro Padre del cielo” (Mt 5,16. 45. 48; Mt 6,1. 14. 26. 32; 7,11; Mc 11,25; Lc 11,13); “Loro Padre” (Mt 13,43); “Tuo Padre” (Mt 6,4. 6. 18). Non dice mai : nostro Padre. Il Padre nostro è destinato agli altri.

76 Cfr Lc 6,12. 77 Cfr Gv 11,41. 78 Cfr Gv 17.

L’imitazione di Gesù

1. “Vieni”79; “Seguimi”80; “Seguitemi, vi farò pescatori” (Mc 1,17). “Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita” (Gv 8,12). “Le pecore lo seguono perchè conoscono la sua voce” (Gv 10,4). “Se uno mi vuol servire mi segua e dove sono io, là sarà pure il mio servo” (Gv 12,26). “Nel passare vide Levi e gli disse: Seguimi” (Mc 2,14). “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso ecc...” (Mt 16,24; Mc 8,34; Lc 3,23).

2. Esigenza dell’imitazione per tutti i cristiani: è questione di essere o di non essere. Secondo il metodo degli ebrei il maestro non insegnava una determinata materia, non era questa la cosa più importante, ma che i discepoli seguissero il maestro giorno e notte, lo osservassero, studiassero il suo modo di agire e la sua condotta nelle situazioni più diverse, e lo imitassero. Gesù scelse i suoi discepoli “perchè stessero con lui” (Mc 3,14). Essi appartenevano al maestro ed era naturale che un invito rivolto al maestro valesse anche per i discepoli (Gv 2,2: Cana). Seguire il Maestro è nello stesso tempo inizio e simbolo di una comunità di vita tanto intima quanto quella che esiste tra il Padre e il Figlio. “Se osserverete i miei comandamenti, persevererete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore” (Gv 15,10; cfr 1Gv 3,24). L’imitazione di Cristo è una esigenza universale. Dio non può offrire nulla di più all’uomo. Essere una sola cosa con Cristo come Egli lo è con il Padre. L’imitazione è riservata ai discepoli, o meglio all’essere discepoli. E la presenza di Cristo nella Chiesa un’assistenza protettrice, bensì una comunità di vita.

3. L’imitazione richiede più dell’osservanza della legge. Ha delle esigenze totali. “Signore io ti seguirò; permettimi … a seppellire mio padre…” (Lc 9,57- 62); “Va’, vendi: poi vieni e seguimi…” (Mc 10,21); “Chi avrà perduto la sua vita per amor mio la ritroverà…” (cfr Mt 10,39).

79 Mc 10,20. 80 Mc 2,14; Gv 21,19. È lui che sceglie: “Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato” (Gv 6,44); “Non siete voi che avete scelto me…” (Gv 15,16). La sua chiamata è irrevocabile e permanente perchè Egli è unico. Dopo di lui non viene più nessuno: “Io sono l’alfa e l’omega…” (Ap 1,8); “Molti sono i chiamati ma pochi gli eletti” (Mt 22,14). “Siate miei imitatori, come anch’io lo sono di Cristo” (1Cor 11,1); “Siate dunque imitatori di Dio, come figli diletti” (cfr Ef 5,1). “Cristo ha sofferto per voi, lasciandovi un esempio, affinchè ne seguiate le orme” (1Pt 2,21). La nostra unione a Cristo nel battesimo è una realtà: “… conformi all’immagine del Figlio suo” (Rm 8,29). Possiamo diventare sempre più simili: è una realtà e un dovere.

4. Imitare Cristo è rinnegare se stessi (Mt 16,24; Mc 8,34; Lc 9,23; Lc 14,29; Mt 10,37). “Portiamo sempre e dovunque nel nostro corpo le sofferenze di Gesù morente” (2Cor 4,1081). Rinnegare se stessi cioè mortificare il proprio amor proprio, morire a se stessi. Abbandono totale alla sua persona e alla sua parola. Deve essere pronto a lasciare tutto. Neget se, si amat se. Amando enim se, perdit se; negando se, invenit se (Sant’Agostino82). Anche la propria vita. Dobbiamo portare al sua croce, non qualunque croce, ma la sua. La croce che Egli portò per la redenzione è l’amore che dimentica se stesso fino ad annullarsi. La croce di Cristo era volontà di Dio: “Era necessario che il Cristo patisse” (Lc 9,22; 17,25; 24,7. 26; At 1,16; 3,21; 17,9). La sua morte è un’obbedienza (Fil 2,8). Così la croce del cristiano consiste nell’obbedienza alla volontà di Dio, soprattutto al comandamento dell’amore.

5. Bisogna fare tutte le nostre azioni in unione con Lui avendo Gesù davanti agli occhi, nel cuore e nelle mani. Davanti agli occhi; il modello: che cosa farebbe Gesù? Nel cuore: attirando in noi le sue interne disposizioni, la sua purità d’intenzione, il suo fervore, per fare le nostre azioni secondo il suo spirito. Nelle mani: eseguendo con generosità, energia e costanza le buone ispirazioni. Allora la vita sarà trasformata.

6. Conformarci a Gesù in modo di fare di Lui il centro della nostra vita. a) Il centro dei pensieri: studiarne la vita e i misteri. Quando vogliamo praticare una virtù, dobbiamo prima di tutto studiarla in lui richiamandoci ai suoi insegnamenti e ai suoi esempi.

81 Cfr 2Cor 4,10. 82 “Si può rinnegare se si ama. Con l\'amore di sé, infatti, manda in perdizione se stesso; rinnegandosi, si trova” (SANT’AGOSTINO, Sermo 330. In Natali martyrum, 2). b) Centro degli affetti: lasciarsi prendere dall’amore per lui, contemplando l’amore che ci ha dimostrato in tutta la sua vita. E così ricopiare le sue stesse virtù.

6. L’uomo nuovo è stato generato ricevendo in sé l’impronta, i lineamenti di Cristo. La sua vita nuova dovrà perciò conservare e sviluppare questi lineamenti; essa si attuerà nella imitazione di Cristo e nella immedesimazione con Cristo. E se l’uomo nuovo è fatto partecipe del sacerdozio di Cristo, il suo vivere sarà logicamente una partecipazione al sacrificio di Gesù, accettazione di Dio in sé, costante offerta di sé a Dio Padre nell’orazione e nella testimonianza. Bisogna seguire le sue orme (1Pt 2,21). Non tanto una riproduzione esterna di atti, quanto uno sforzo per sentire intimamente ciò che Gesù ha sentito e come Egli ha sentito (Fil 2,5). Gli Apostoli insistono specialmente su quelle che sono le caratteristiche salienti della sua vita e della sua azione divino-umana: l’amore da una parte, la sofferenza e la umiliazione dall’altra; l’amore attestato colla sofferenza e con l’umiliazione, l’umiliarsi e il soffrire per amore (Rm 15,5; 2Cor 8,9; 1Pt 2,21). Bisogna riprodurre in se stessi i misteri della sua vita, specie il mistero pasquale. Bisogna tenersi uniti a Lui come i tralci alla vite, nutrirsi di Lui che è il Pane della vita. Come abbiamo ricevuto l’immagine del primo Adamo, dobbiamo portare meglio l’immagine del nuovo Adamo.

Gesù e l’umiltà

1. Il Vangelo ci fa respirare, è una atmosfera di umiltà. Gesù è umile di fronte al Padre. La sua volontà è legge; obbedienza, rispetto. È umile di cuore: qui è la sorgente della sua umiltà. È umile verso gli uomini. Si è fatto loro servitore. Umiltà frutto di amore. Mentre gli uomini cercano di umiliarlo brutalmente, egli trionfa con la sua anima dolce e pura nell’umiltà.

2. Gesù ci istruisce sull’umiltà, ce ne dà l’esempio, ce la dà in dono con la sua presenza stessa. Gesù non umilia mai, non abbassa. Si rivolge agli uomini, ai piccoli, ai poveri. Esalta questi umili promettendo loro la gloria che splende nelle umiliazioni del loro Maestro e Salvatore. Si hanno così gli umili che non sono diminuiti dalla loro umiltà, gli esaltati che non sono insuperbiti dalla loro grandezza. Perchè questa grandezza non è nostra. È Cristo stesso. Per lui e in lui il cristiano si sente elevato al di sopra di se stesso e promesso alla gloria eterna. Avendo coscienza di essere preso nel movimento dell’anima di Cristo come potrebbe trovarsi a suo agio in qualunque genere di meschinità? “Gloriarsi in Dio”83. L’umiltà si risolve in carità. Per quanto gli possa sembrare inverosimile l’uomo si sente amato da Dio e trova in sé la capacità di rispondere a questo amore. Osa chiamare Dio come Padre e non si assume solo il titolo di figlio, ma sa che lo è veramente! Dignità inaudita che cancella tutte le altre differenze che esistono tra gli uomini, tra ricco e povero, tra colto o no. È escluso ogni sentimento di superiorità. Ogni cristiano stima in tutta sincerità il suo prossimo superiore a se stesso. In Cristo non può non amare il suo fratello con quello stesso amore con cui Dio lo ama; non può non considerarsi suo servitore. È verso i peccatori che l’amore di Dio si è abbassato. L’uomo si sente schiacciato da questo amore cui non può e non vuole rinunciare. Gesù opera in noi questa meraviglia. Magna est enim miseria superbus homo, sed maior misericordia humilis Deus (Sant’Agostino84). Lo stemma di San Carlo: Humilitas.

3. La maniera con cui Gesù ci tratta.

83 Cfr 2Cor 12,1-6. 84 “Infatti grande disgrazia è un uomo superbo, ma più grande misericordia è un Dio umile” (SANT’AGOSTINO, Prima catechesi cristiana, 4.8). Meravigliosamente delicata, piena di rispetto. Non è venuto per giudicare, ma per amare85. Egli ci conosce perfettamente e tuttavia ci tratta con rispetto. Nessuna indifferenza: nessuno di noi è senza interesse. Il più miserabile lo ritiene tra i primi. Egli non ci ha amato solo una volta, ma del suo amore ci dà testimonianza ogni giorno. Nulla ci può separare86. La nostra grande certezza. Neppure un capello può cadere87.

85 Cfr Gv 3,17. 86 Cfr Rm 8,38-39. 87 Cfr Lc 21,18; Lc 12,7.

Gesù Sacerdote

1. L’opera di Cristo si presenta sotto variatissimi aspetti; quello che sembra meglio sintetizzare più unitariamente e completamente la sua funzione è il sacerdozio. Il Verbo che è di Dio, che è Dio, è santo dell’infinita santità di Dio, è sacro al Padre. Incarnandosi, l’umanità di Gesù è dal primo istante tutta santificata e consacrata. Gesù proprio per ciò che Egli è, quindi dall’istante dell’Incarnazione è costituito intermediario tra Dio e il mondo; anzi è costituito punto di incontro, unione tra Dio e gli uomini, tra Dio e il mondo essendo unite nell’unica persona del Verbo incarnato la natura di Dio e la natura dell’uomo-Gesù appartenente alla famiglia umana e legata solidamente con tutta la creazione. Come Figlio di Dio, rappresenta il Padre, anzi lo porta con sé e in sé e lo esprime e comunica agli uomini e al mondo. Come veramente uomo, è il santo, il perfetto, la creatura più perfetta, la creatura tipo; perciò Egli è il degno rappresentante di tutta la creazione e in particolare dell’umanità. È il nuovo Adamo e diventa parola, espressione delle creature che si rivolgono al Padre in adorazione e preghiera. Santo è per la lode al Padre, e verso le creature è consacratore. In questa posizione lo ha costituito il Padre e così lo ha riconosciuto l’umanità. Intermediario tra Dio e gli uomini. È l’Agnello che sta tra il cielo e la terra riaprendo le sorgenti divine e aprendo il libro (Ap 5,6-12).

2. La funzione sacerdotale di Gesù è intimamente ed essenzialmente collegata, quasi si identifica con ciò che Egli è, con il suo essere di Verbo Incarnato. Tutte le sue funzioni si riducono al sacerdozio perchè tutte sono ordinate a rappresentare o a presentare e offrire le creature a Dio (Cristo Orante) o a comunicare i doni di Dio (Cristo Santificatore) per riportare a Dio le creature (Cristo maestro, Cristo Re, Cristo amico). È il tramite, Maestro, Guida. Verso il Padre ha il compito di orante. La parola di Gesù non è solo rivolta alle creature ma al Padre.

3. Il suo sacerdozio è sacerdozio riparatore, riordinatore, redentore. E la prima urgente necessità, dopo che il peccato è entrato nel mondo, è quella di ridonare l’onore sottratto a Dio, di riparare l’offesa, di espiare il male commesso. Dio voleva riportare l’uomo al soprannaturale. Ed è per questo che è avvenuta l’Incarnazione. Di qui il nome di Gesù88. È l’Agnello che toglie il peccato del mondo89. È il Sacerdote Universale: si è incarnato il Verbo, tutta la realtà creata si concentra intorno a Lui. Il suo sacerdozio non è ordinato a un popolo, a un tempo, a un particolare rapporto delle creature con Dio, ma riguarda tutte le creature, anzi il loro insieme e la totalità dei loro rapporti con Dio. È sacerdozio necessario: non se ne può fare a meno: “Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Gv 14,6). È un sacerdozio eterno (Sal 10990). È un sacerdozio unico: nessuna creatura potrà mai essere tra Dio e il mondo (Ap 5,6-14).

4. L’azione sacrificale e sacerdotale di Cristo. La sua specifica azione sacerdotale è il Sacrificio. L’Incarnazione e il sacerdozio erano ordinati al sacrificio, cioè all’azione con cui Egli avrebbe riavvicinato e unito Dio e la creazione. La sua azione sacrificale sgorgherà dal carattere della sua funzione sacerdotale e dal suo essere. Cristo è la Parola di Dio Incarnato ed è costituito sacerdote appunto dall’essere Lui il Verbo incarnato. La sua azione sacerdotale consisterà essenzialmente nel suo parlare divino esprimentesi nell’umanità da Lui assunta. In Lui, Parola incarnata, Dio e il mondo si incontrano e si riuniscono. Gesù parla alle creature: Ascoltarlo. Gesù parla con il Padre: preghiera. Gesù ripara: il suo combattimento, la sua lotta. Egli soffre perchè incontra nella sua vita, fin dall’infanzia e in tutto il suo svolgimento, i disegni e le pene che gli uomini subiscono nella loro vita in seguito al peccato. La sua estrema sensibilità. Cristo per sé non ha cercato la sofferenza, ma l’accetta. Parla anche a costo di soffrire e di morire91. Accetta in un atto che è piena coscienza e libertà e dominio di sé e delle cose. Accetta in libera e amorosa adesione alla volontà del Padre. Egli è venuto per fare la volontà del Padre (Gv 6,38). Ha accettato la missione del Padre e in tutti i modi concreti di svolgimento che il Padre ha voluto o permesso. Ecce venio92, obbedienza e abbandono. La sofferenza e la morte non come lo stadio definitivo, ma come un punto di passaggio. Gesù accetta perchè non vuole rinunciare a parlare.

88 Cfr Mt 1,21. 89 Cfr Gv 1,29. 90 Cfr Sal 110 [109], 4. 91 Cfr Mc 14,60-64. 92 “Ecco, io vengo” (Eb 10,7). Egli ha coscienza del valore della parola che è presente nella sua sofferenza e nella sua morte. Quando Cristo sembra sconfitto e la sua parola soffocata, in quel momento e da quel momento parla al mondo come non mai. Esprime l’obbedienza e l’amore al Padre e agli uomini, il valore della verità, della bontà. Vi è la rivelazione del male, del peccato e della sua impotenza; della via che conduce a Dio (grano di frumento93). Vi è la rivelazione di Dio nella sua verità, giustizia, bontà, potenza. Cristo si accomuna e si assomiglia di più agli uomini, si sostituisce loro più pienamente e totalmente. Con l’amore ha vinto l’odio. L’opera redentrice converge tutta al mistero pasquale che è quindi il punto centrale e più espressivo. Egli attese con grande desiderio questo momento (Gv 13,1).

93 Cfr Gv 12,24.

Gesù e la povertà

1. La povertà è un dono di Gesù ai suoi. È una grazia: la si sposa, la si trattiene, la si ama come tale. Perciò l’accompagna la gioia. Nel ricevere questo dono di Cristo riceviamo un po’ di lui stesso. È una strada di amore, una liberazione cercata in vista dell’amore e di una capacità di amore. Non si può raggiungere Cristo se non sul suo cammino. Se si ama Lui che fu povero, come non si amerà la povertà che fa parte di lui stesso? “Amo la povertà perchè lui l’ha amata”94. La povertà non si limita a privarci di qualche bene. Essa è un bene positivo: riguarda l’anima prima del corpo e risiede nel più profondo dell’essere, dove si operano le vere scelte, quelle che orientano e riempiono la vita. Non è un frutto di un ragionamento o di un calcolo e tanto meno il cedere a una necessità. Non è che l’aspetto che ci porta verso Cristo. Lui ci basta. Come per gli apostoli, non guardare né indietro né avanti: si ama e non si discute. È un dono perchè permette di essere più uniti al Signore e comunicare più perfettamente. Questo non può avvenire senza un vero arricchimento: “Si è fatto povero per arricchirci della sua povertà”95. Ci fa vincere la tirannia delle ricchezze. Senso di libertà interiore e di gioia. E ciò che questa gioia contiene di più profondo è la coscienza di poter amare di più e anzitutto di potersi «gettare» in Dio, potendo e dovendo confidare in Lui solo. La povertà è un primo modo eccellente di vivere ciò che Cristo vive e ci invita a vivere con lui: “Come io vivo del Padre e per il Padre, così colui che crede in me vivrà di me e per me”96. Non voler dipendere che dal Padre: non attendere nulla se non dalla sua mano, restare come un fanciullo. La beatitudine della povertà.

94 BLAISE PASCAL, Pensées, 550. 95 Cfr 2Cor 8,9. 96 Cfr Gv 6,57.

Gesù e l’obbedienza

1. È essenziale alla anima di Cristo: e perciò ad ogni vita che si sforza di conformarsi alla sua. Obbedienza e amore sono così vicini da non riuscire più a separarli, per non dire a distinguerli. Il Vangelo usa quasi indifferentemente una parola per l’altra: ora l’amore di Cristo per il Padre ora la sua obbedienza. Così ama Cristo colui che osserva i comandamenti. La volontà divina è diventata una legge interiore che regola come da se stessa. Obbedienza comporta umiltà, dipendenza. Non diminuisce però. Cristo ha scelto di servire97. Si ama la sua volontà e si obbedisce con gioia.

97 Cfr Mc 10,45.

Gesù e la misericordia

1. La sua presenza, la sua parola, la sua opera non è soltanto rivelatrice, essa è redentrice. La sua presenza è di fatto dovuta al peccato: “Ecco l’Agnello di Dio ecc…” (Gv 1,29). Cristo rivela al mondo il terribile mistero del male come negazione di Dio, della verità, dell’amore, della vita, e rivelandolo lo vince e ne libera. Nella sua vita è segno di contraddizione98. La presenza dei demoni. Rivela il male soprattutto perchè ne è vittima, nella sofferenza, nella morte che subisce innocente.

2. Il peccato è avversione contro Dio. a) È amare la propria anima, cioè la propria vita, se stesso in questo mondo (Lc 9,24), ossia per se stessa, non curandosi del suo rapporto con Dio, mettendola a centro autonomo dei propri interessi, e del proprio operare; ossia è egoismo, sostituzione di sé e dei propri interessi a Dio (gli uomini hanno amato più la gloria degli uomini che quelli di Dio; più le tenebre che la luce. Gv 3,19). b) Negazione dei propri rapporti con Dio e perciò con gli altri esseri, negazione dei fondamentali rapporti di Dio con le cose. Creazione di una posizione falsa (“Quando dice il falso, parla del suo, perchè è menzognero ecc...”; Gv 8,44). Quindi odio di tutto ciò che ostacola la propria autonomia, gli interessi. Odio contro Dio, tanto più grave quando Dio si è chiamato «Padre». c) Il peccato presuppone ciò che è positivo (verità e bene) e vi si poggia e se ne serve. È dunque abuso di intelligenza, di volontà, di libertà: è abuso dei doni di Dio. d) Assume un carattere di pseudo-religiosità. Adora le creature invece del Creatore (Rm 1,25). e) L’assurdità del male: contraddizione, mistero tenebroso. (Dio che lo permette; mistero della libertà, della sofferenza specialmente negli innocenti. L’angoscia di Cristo dinnanzi al male).

3. I gradi del peccato. Vi sono attenuanti: debolezza della carne (la carne è inferma, Mt 26,41); dell’ignoranza (“Non sanno quello che fanno”, Lc 23,34). Il peccato si fa più grave quanto più è cosciente. È tanto più difficile disporsi al perdono, quanto più a occhi aperti si può giungere a un punto tale di irrigidimento, sino a identificarsi quasi col peccato, da trovarsi in una inimicizia irremissibile con Cristo come il demonio. Il male assume tipi e forme diverse a seconda dei temperamenti e delle circostanze, dei soggetti a cui si riferisce e dei doni di cui abusa. Le forme tipiche del peccato sono la concupiscenza e la viltà e pusillanimità. a) Concupiscenza, quella della carne (i peccati dei sensi; cfr adultera99, samaritana100, il popolo incapace di andare di là di ciò che tocca i sensi, la brutalità dei soldati durante la passione101); quella degli occhi (Giuda102); la superbia della vita (attaccamento disordinato ai beni interni spirituali, al proprio io, alla propria persona: l’invidia dei farisei, la ribellione dei demoni). b) Viltà e pusillanimità (Pilato103, la folla104, i discepoli paurosi105). Peccati che raggiungono il vertice nel peccato di incredulità per cui l’uomo per concupiscenza o viltà si chiude in se stesso e si rifiuta a Dio, non ha il coraggio di lasciare i beni che immediatamente sperimenta, per uscire da sé e buttarsi fiducioso sulla parola di Dio, in Dio. Il male genera male. Dal primo peccato (demonio) alla larga estensione del male. Il peccato è un chiudere gli occhi a Dio, all’universale, all’assoluto per fermarsi al frammentario, al particolare, al contingente, slegati dalla loro ragione di essere. Chi pecca vuole non la morte per la vita, ma la vita in tale maniera che essa tende alla morte. Lotta terribile con Dio e contro il Cristo: riesce a uccidere il Figlio di Dio fatto uomo, l’autore stesso della vita. Ed è appunto in Cristo che si mostra l’impotenza del male. Impotenza a costruire: distrugge solo e uccide. “Confidate: io ho vinto il mondo” (Gv 16,33). Il demonio e il male non possono avere una vittoria totale e definitiva: si può ottenere il perdono e ci se ne libera. Le cose disordinate possono essere prima o dopo ricomposte nell’ordine della legge di Dio; la sofferenza che consegue il peccato essere mutata nella gioia del perdono e dell’amore. La santità e la beatitudine di Dio non possono essere intaccate dal peccato. Gesù giudica, definisce, condanna, smaschera il peccato. Lo vince nelle sue conseguenze: guarisce gli infermi, solleva le miserie, risuscita se stesso e gli uomini.

99 Cfr Gv 8,1-11. 100 Cfr Gv 4,1-42. 101 Cfr Gv 19,1-3; Mc 15,16-20; Mt 27,27-31. 33-37. 102 Cfr Gv 12,4-8. 103 Cfr Mt 27,11-26. 104 Cfr Mt 27,20-25. 105 Cfr Mt 26,65; Mc 14,66-72. Vince i demoni, libera gli ossessi, le anime con il perdono. Dà coscienza del male, della sua possibilità, della tentazione. La sua vittoria totale nel mistero pasquale.

4. Gesù vuole cancellare i nostri peccati. La sua bontà e la sua onnipotenza. Vuole distruggere i nostri difetti che sfigurano la nostra somiglianza con lui. La meravigliosa ingegnosità del suo amore. Dai nostri peccati egli può e vuole trarre qualcosa che ci fa crescere. Con il peccato il suo cuore riesce a produrre l’umiltà. Così la peccatrice: il suo peccato toccato dalla mano divina le ispirò più amore del cuore intatto e secco del fariseo; modello per sempre ammirabile della delicatezza e dell’amore106.

5. Il peccato è insieme al dolore e alla morte una delle realtà più sconcertanti del mondo. Peccare è scegliere e barattare l’amore con l’istinto, Dio con le cose. “Allontanatevi da me voi operatori di iniquità” (Mt 7,23). Il peccato è l’unico vero male. Scomparsa del senso del peccato. Considerare il peccato come non fosse peccato e i peccatori come gente che ha tutti i diritti di comportarsi come vuole. Sostituire il concetto di utile-disutile, piacevole o no al concetto di bene-male. La vita onesta, l’azione buona e morale considerata come priva di interesse, insipida, insignificante. Quindi ricerca nel cinema e nella letteratura del realismo della vita, del dramma dell’esistenza. Il peccato è contro la retta ragione e la legge di Dio. È una scelta volontaria contro la volontà di Dio. Sostituire i nostri disegni a quelli di Dio. È una deformità paurosa, è il tentativo di opporsi al Padre, a Cristo Redentore, allo Spirito santificatore. La Rivelazione trabocca di quell’Amore misterioso e ineffabile con cui Dio ci ama come figli; il peccato si oppone e si rifiuta sdegnoso. Nel peccato c’è sempre una paurosa dispersione di energie umane e soprannaturali che termina con una maggiore infelicità. La resistenza al peccato è segno della nostra maturità umana e spirituale. È segno di giusto orientamento del nostro volere. È preferenza di ciò che vale. È scelta coraggiosa di Dio. È segno di sanità, di forza, di virilità spirituale, di umanità piena, di ragione illuminata, di volontà vittoriosa. È segno di fede convinta, di filiale amore, di amicizia profonda per Cristo, di ossequio allo Spirito.

106 Cfr Lc 36-50.

La presenza di Cristo nella Liturgia

1. Il nostro incontro con la Persona di Cristo nella pienezza del suo mistero salvifico si realizza nella liturgia. Vi è l’esperienza sacramentale del suo mistero e il Signore si rende presente alla sua Chiesa con la ricchezza di Pasqua e di Pentecoste. Sacrosanctum Concilium, 5-7. La liturgia è la storia della salvezza in atto. Cristo è sempre presente specialmente nelle azioni liturgiche. “Associa sempre a sé la Chiesa, sua amatissima sposa”, nel duplice movimento discendente e ascendente di santificazione degli uomini e glorificazione del Padre. La Chiesa si esprime così nella sua intima essenza come sposa di Cristo. Corpo sacerdotale unito al suo Capo Sacerdote in una comunione di vita e di sentimenti sotto la guida dello Spirito Santo, Spirito di Cristo e anima della Chiesa e le cui espressioni sono le parole e le azioni liturgiche. Per questa comunione la Chiesa viene resa capace di «passare» con Cristo al Padre, principio fontale di ogni santificazione e termine assoluto della glorificazione.

2. La sua presenza. Le apparizioni di Gesù risorto mettono in risalto una presenza misteriosa in mezzo ai discepoli (Lc 24,36; Gv 20,19. 26). Si tratta di una presenza nuova, dinamica e creatrice che trasmette i segni nuovi della sua assistenza e della sua azione salvifica. “Nei racconti delle apparizioni del Signore, ci richiama l’attenzione il fatto che i discepoli non lo riconoscessero subito. D’altra parte comprovano che è Lui. Le sue apparizioni non significano che egli voglia stare una settimana di più sulla terra, ma bensì che ammaestra i suoi discepoli e la sua Chiesa ad un modo di presenza. Il fatto che possa essere visto improvvisamente dai suoi discepoli non significa solo che possa entrare con le porte chiuse, ma bensì che è sempre presente, anche se non lo vedono. Il Cristo Risorto è la nuova creazione tra noi. Le apparizioni sono tacito indizio della sua presenza permanente” (C. O). È in questo contesto d’esperienza pasquale che va collocato il testo di Mt 18,19-20: “[…]. Perchè dove due o tre ecc...”. Dove sono due o tre riuniti nel mio nome si costituisce il mistero della Chiesa: “Io sono con voi…” (Mt 28,20). L’orazione dei cristiani è infallibile perchè Cristo si associa alla loro domanda rivolta al Padre. La promessa di Gesù è di una presenza dinamica, efficace, d’indole autenticamente sacerdotale, mediatrice. “Anche se la Pentecoste è già passata, non è passata del tutto la festa: ogni riunione è una festa. Volete saperne il perchè? Avete le parole di Cristo: quando due o tre sono riuniti… Quale maggior prova volete che la presenza del Signore in mezzo a voi perchè l’assemblea sia una festa?” (San Giovanni Crisostomo). La grande visione liturgica della Lettera agli Ebrei presenta Cristo nella piena attualità del suo sacerdozio: “eternamente vivo per intercedere per noi” (Eb 7,25). Quando Cristo si fa presente nell’assemblea ecclesiale lo fa sempre in qualità di Signore risorto e glorioso con tutta la potenza di santificazione e di intercessione che possiede. La liturgia è l’esercizio del sacerdozio di Cristo.

3. Secondo la promessa del Signore l’assemblea dei cristiani è il segno primordiale della sua invisibile presenza. La comunità locale è dunque il “sacramento primordiale”107 della presenza di Cristo. “Questa Chiesa di Cristo è veramente presente in tutte le legittime comunità locali […]. In queste comunità, sebbene spesso piccole e povere e disperse, è presente Cristo” (Lumen Gentium, 26). In questa comunità cristiana santificata e riunita dallo Spirito Cristo manifesterà la sua presenza sino alla realizzazione più piena che è l’Eucarestia. Dove lui si fa presente lo fa nell’attualità della sua esistenza gloriosa. È presenza dinamica, attiva: glorificazione, intercessione, e santificazione; attiva davanti al Padre e per gli uomini.

4. Presenza con la parola. Dinamismo di Cristo. “Nella liturgia Dio parla al suo popolo e Cristo annunzia ancora il suo Vangelo”; (Sacrosanctum Concilium, 33); “Quando si legge in Chiesa la Sacra Scrittura è Lui che parla” (cfr Sacrosanctum Concilium, 7) Presenza coi sacramenti, che sono azioni di Cristo, forza viva che emana dalla sua umanità glorificata. Parola, azioni, ministro sono i segni manifestativi ed effettivi della auto-comunicazione di Cristo. Se uno battezza, è Cristo che battezza (Lumen Gentium, 7). Il ministro del sacramento non fa le veci di Cristo o lo rappresenta come se questi fosse assente: è piuttosto il segno del Cristo presente ed operante per se stesso. Le azioni dunque si riconducono ad una comunicazione con la persona. La res sacramenti108, la grazia sacramentale, che ha sempre la dimensione personale di unione con il Cristo. I Sacramenti sono il contatto vivo con la persona di Cristo vivente.

5. L’Eucarestia – Parola e Sacramento – costituisce il culmine dell’efficacia, dell’intensità e del simbolismo della presenza di Cristo. L’Eucarestia è parola assolutamente efficace e sommamente significativa: realizza ciò che significa, cioè il fatto centrale della salvezza, l’attualizzazione del dono per la salvezza e l’accettazione del Padre. Incontriamo la Persona di Cristo nell’atto che totalizza la sua vita e ricapitola tutta la storia della salvezza. La presenza sacerdotale di Cristo si fa anche presenza di vittima gloriosa che si offre al Padre e alla Chiesa.

107 Cfr EDWARD SCHILLEBBECKX, Cristo sacramento dell’incontro con Dio, Paoline, Roma, 1965. 108 “L’effetto del sacramento”. Gustiamo la realtà del Cristo e raggiungiamo lo scopo della sua donazione, “perchè passiamo ad essere ciò che riceviamo” (San Leone109).

6. La presenza di Cristo non si riduce all’assemblea. Ciascun fedele e ciascuna assemblea sono chiamati ad essere una «epifania», un sacramento della presenza attiva di Cristo nel mondo.

109 Cfr SAN LEONE MAGNO, Sermone XII sulla Passione, 7 (CCL 138A, p. 388).

Il Cuore di Gesù

1. La devozione al Sacro Cuore è sbocciata dalla meditazione di Cristo immolato e redentore. Nella Scrittura Dio si rivela soprattutto come amore (Dt 7,7; Ger 31,20). Testi di Osea: 11,8-9; 13,4-8. Nel Nuovo Testamento la venuta di Cristo è la presenza nel mondo dell’agape di Dio. Tutte le tappe vengono sottolineate come manifestazioni dell’amore. Incarnazione: “Così Dio ha amato” (Gv 3,16); l’Eucarestia: “… avendo amato i suoi […] li amò fino alla fine” (Gv 13,1); la morte: “Ci amò e immolò se stesso per noi” (cfr Ef 5,2); la risurrezione: “Per il grande amore che aveva per noi, insieme con lui ci risuscitò” (cfr Ef 2,4); la fede: “Noi crediamo all’Amore perchè Dio è amore” (1Gv 4,16110).

2. Siccome la sua natura è l’amore, Dio chiede all’uomo una religione fondata sull’amore. Il primo comandamento (Mt 22,37). “Solo chi rimane in me porta molto frutto” (cfr Gv 15,5,) e rimanere in lui significa rimanere nel suo amore. “Non abbiamo ricevuto uno spirito di servi ma di figli” (Rm 8,15) e dall’eternità ci ha scelti “affinchè siamo santi nell’amore” (Ef 1,4111). Ci dobbiamo avvicinare alla carità di Cristo che sorpassa ogni conoscenza (Ef 3,17). “L’amore è da Dio: chiunque ama è generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perchè Dio è Amore” (1Gv 4,7-8).

3. La vita cristiana va vissuta in profondità, ossia al livello del cuore. Un’alleanza non fatta di parole: Corde enim creditur ad iustitiam112 (Rm 10,10). Finis praecepti: caritas de corde puro113 (1Tm 1,5). “La scriverò nei loro cuori” (Ger 31,33); “Darò loro un altro cuore” (Ez 11,19); “Io vi darò un cuore nuovo” (Ez 36,26). “Se uno mi ama […] anche il Padre mio lo amerà ecc...” (Gv 14,23). “Non su tavole di pietra, ma su tavole di carne dei vostri cuori” (2Cor 3,3). “L’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori ecc...” (Rm 5,5). “Fondati e radicati nella carità” (Ef 3,17).

4. Il Cuore di Cristo è il luogo di incontro dell’amore redentore di Dio con l’uomo penitente e riconoscente dell’umanità.

110 Cfr 1Gv 4,16. 111 Cfr Ef 1,4. 112 “Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia” (Rm 10,10). Tutto il mistero dell’Uomo-Dio si concentra e si riassume nel Cuore di Cristo. “Nessuno potrà capire adeguatamente Gesù Crocefisso se non gli è stato dischiuso il mistero del suo Cuore” (Haurietis aquas, 70114). “Venite a me” (Mt 11,28); non è un contatto esteriore ma ad entrare in Lui, a penetrare al centro del suo mistero per dissetarsi alla sorgente profonda nel suo Cuore (Gv 7,37-39). “E subito ne uscì sangue e acqua” (Gv 19,34). È qui la misteriosa sorgente.

4. La spiritualità del Cuore di Gesù è quella particolare fisionomia che assume la religione cristiana quando uno prende coscienza che il Verbo Incarnato è soprattutto un mistero di amore e va accolto in atteggiamento d’amore. Caratteristiche: a) bisogno di unione, comunione di amore. Immagini sull’intimità: tempio, vite, olivo, corpo; sul suo carattere personale: alleanza, amicizia, regno, matrimonio. Una unione che non può essere vera se non parte dal cuore: “Rimanete in me […] nel mio amore” (Gv 15,4. 9). b) Esigenza di interiorità. Non arrestarsi a una lettura esteriore. Il volto, le piaghe, il sangue di Cristo sono testimonianza di amore, ma si sente il bisogno di accostarsi alla piaga del costato, penetrare nel santuario del Cuore per inabissarsi in questo oceano di carità. L’amore non può realizzarsi se non attraverso il dono di sé, uscendo quindi da sé, ex-stasi, per identificarsi con il «tu» nella sintesi del «noi». c) Unione trasformante. Fusione degli spiriti. Identificazione vitale, scambio dei cuori, mutua presenza di Cristo nel nostro cuore e di noi nel Cuore di Cristo. d) Partecipazione dolorosa al mistero della Passione redentrice. Unione nuziale, scambio dei cuori. Dalla ferita del costato sgorgano i sacramenti e la Chiesa. Riparazione consolatrice: bisogno interiore di onorare e imitare i misteri della vita umiliata e sofferente di Cristo e di prolungarne l’efficacia (Miserentissimus Redemptor115). e) Dimensione missionaria: preoccupazione e impegno per rispondere all’amore di Dio in Cristo Gesù. Cristo ha preso un cuore umano e si è lasciato trafiggere per la salvezza degli uomini. Il Cuore di Cristo scuola di apostolato. f) Santo abbandono, o indifferenza ignaziana116, o vita di immolazione. È un atteggiamento interiore basato sulla fede e la carità per cui Dio diventa il tutto del nostro cuore.

114 “Nessuno capirà davvero il Crocifisso, se non penetra nel suo Cuore” (PIO XII, Haurietis aquas, V). 115 Cfr PIO XI, Miserentissimus Redemptor (8 maggio 1928). 116 SANT’IGNAZIO DI LOYOLA, Esercizi Spirituali, 23. Amare Dio sinceramente e disinteressatamente senza altro desiderio di diventare lo strumento della sua azione nel mondo.

Gesù Vita

1. Come un fiume di acqua viva splendido come cristallo (Ap 22,1) esce dalla Trinità e si riversa nella Santa Umanità la vita divina (“Dio ci ha dato la vita eterna e questa vita è nel suo Figlio. Chi ha il Figlio ha la vita; chi non ha il Figlio di Dio, non ha la vita”; 1Gv 5,11-12), in Gesù Capo dell’umanità (Gv 1,16; 10,10; Col 2,3: “… nel quale sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza”). Vi si raccoglie come in un abisso (“Perchè piacque a Dio di fare abitare in lui ogni pienezza; Col 1,19) e da essa trabocca sovrabbondante per opera dello Spirito Santo per fare partecipare l’uomo alla sua gloria e per riportarlo in Gesù in seno a Dio Uno-Trino da cui era uscita. È il punto di partenza e il punto d’arrivo della vita soprannaturale; un circolo di amore infinito ci avvolge.

2. Gesù ha cercato di farci capire. Il primo paragone è quello dell’acqua viva117 che produce realmente nell’anima i medesimi effetti che produce nel mondo naturale: lava, disseta, rinfresca, vivifica, feconda. a) La grazia è preludio e inizio della visione intuitiva. La grazia e la gloria appartengono alla medesima realtà: la grazia è l’inizio della gloria in noi. b) La grazia è partecipazione della natura divina, partecipazione reale e formale alla vita intima di Dio, alla natura stessa divina, appunto in quanto divina; una partecipazione alla deità, di ciò che fa sì che Dio sia Dio. c) La grazia è il mezzo per operare soprannaturalmente, eleva, divinizza le facoltà, e di operare con una perfezione degna e adeguata alla visione diretta di Dio.

3. La grazia opera la rinascita interiore e trasformazione: “Se non nasce per acqua e Spirito non può entrare nel Regno di Dio” (cfr Gv 3,5-6); “Chiunque è generato da Dio, non commette il peccato, perchè un germe di Lui dimora in esso; e non può peccare perchè generato da Dio” (1Gv 3,9); “Chiunque ama è generato da Dio e conosce Dio” (1Gv 4,7). L’uomo diventa una nuova creatura, la nuova massa, l’uomo interiore: “Se uno esiste in Cristo è nuova creatura; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove” (2Cor 5,17); “Ci salvò mediante lavacro di rigenerazione e rinnovazione di Spirito Santo” (Tt 3,4-6; cfr Gal 6,15; 1Cor 6,11; 2Cor 4,16; Ef 4,24; Rm 6,1-14; Col 3,12); “Egli ci ha rigenerati mediante la risurrezione di Gesù Cristo” (1Pt 1,3. 23); “Egli ci ha generati con una parola di verità” (Gc 1,18).

117 Cfr Gv 7,38. Con il Battesimo è avvenuto un cambiamento radicale, una rinascita interiore, una conversione. Questa è la novità totale: non siamo più uomini, ma figli di Dio, simili al Figlio naturale. E al modo di essere deve corrispondere il modo di agire: “Purificate il vecchio fermento ecc...” (cfr 1Cor 5,7). “Fummo dunque consepolti con Lui mediante il battesimo nella morte […] camminiamo nella novità della vita” (cfr Rm 6,4). “Consideratevi di essere morti al peccato ma viventi per Dio in Cristo Gesù” (Rm 6,6. 11. 13) “Eravate una volta tenebra, ma adesso luce del Signore: come figli della luce camminate” (Ef 5,8; 4,25). “Quanti foste battezzati in Cristo, vi rivestiste di Cristo” (Gal 3,27; 6,8; Col 2,12; Eb 12,1; 1Pt 2,1; 4,2).

4. Incorporazione a Cristo. Unione intima. È la verità centrale, “quel mistero nascosto da secoli in Dio” (Ef 3,9). Gesù è il Verbo della vita, la vita stessa per essenza. Egli la dà a noi nella sua qualità di capo-mediatore: “Come il Padre ha in sé la vita, così ha concesso al Figlio di avere in se stesso la vita” (Gv 5,26); “Io sono venuto perchè abbiano la vita ecc...”118; “Dio diede a noi la vita eterna e questa vita è nel Figlio suo. Chi possiede il Figlio possiede la vita; chi non possiede il Figlio, non possiede la vita” (cfr 1Gv 5,11-12). La nostra unione con Gesù è tanto intima e reale quanto lo è quella dei tralci con la vite; in tanto parteciperemo alla sua vita, in quanto noi rimarremo in Lui, quanto più usciremo da noi stessi e entreremo in Lui. Rimanere in Gesù. Siamo così uniti a Lui che non dobbiamo vivere più per noi stessi: “Affinchè i viventi non vivano più per se stessi ma per Colui che è morto per loro e fu risuscitato” (2Col 5,15). I suoi misteri sono i nostri: (la particella «con»). “Soffrire con Cristo, compati (Rm 8,17; 1Cor 12,20). “Essere glorificati con Cristo: “Se infatti morimmo insieme con Lui, vivremo anche insieme, se sopportiamo anche insieme” (cfr 2Tm 2,11- 12). “Se per altro con Lui soffriamo, per essere con Lui anche glorificati” (Rm 8,17119). Essere crocefissi con Cristo (simul crucifixus est120, Rm 6,6; confixus sum cruci121, Gal 2,20). Morire con Cristo (commori, 2Tm 2,11; 2Cor 7,3). Essere sepolti con Cristo (consepeliri, Rm 6,4; Col 2,12). Risuscitare con Cristo (conresuscitare, Ef 2,6; Col 2,12). Vivere con Cristo (simil vivere cum eo, Rm 6,8; 2Tm 2,11). Essere vivificati con Cristo (convivificare, Ef 2,8; Col 2,13).

118 Gv 10,10. 119 Cfr Rm 8,17. 120 “… è stato crocifisso con lui” (Rm 6,6). 121 “Sono stato crocifisso con Cristo” (Gal 2,20). Condividere la forma di Cristo (configurari, Fil 3,10) Partecipare alla sua gloria (conglorificari, Rm 8,17). Sedere con Cristo (consedere facere, Ef 2,6). Regnare con Cristo (conregnare, 2Tm 2,12). Associati alla sua forma (conformis, Rm 8,29). Associati alla sua vita (complantati facti sumus, Rm 6,5). Coeredi (coheredes, Rm 8,17; Ef 3,6). Le conseguenze sono evidenti: ogni anima inserita vitalmente in Cristo con il battesimo deve acquistare una configurazione crescente al modo di pensare, di valutare, di agire di Cristo; deve riprodurre in sé tutti i suoi misteri, da Betlem a Nazaret, dal Getsemani al Calvario; sono conseguenze tremende cui è impossibile sottrarsi.

5. Corpo Mistico. “Ha redento l’uomo e l’ha trasformato in una nuova creatura. Comunicando infatti il suo Spirito fa che i suoi fratelli chiamati di tra tutte le genti costituiscano il suo corpo mistico” (Lumen Gentium, 7122). Le immagini: quelle dell’innesto, dell’olivo (Rm 11,16-17); quella dello sposo e della sposa (Ef 5,22; 2Cor 11,2); del campo e dell’edificio (Col 2,7; 1Col 3,9). Cristo è il fondamento (1Col 3,11; Ef 2,20), noi pietre vive (1Pt 2,5) formiamo la costruzione del Signore (Ef 2,14-18; 4,11; Col 2,19). L’immagine classica è quella del corpo umano (1Cor 12; Rm 12,3- 8) e quella del pane e del vino (1Cor 10,14-18).

6. Unione dell’anima con Cristo, partecipazione al mistero pasquale (Lumen Gentium, 7). Questa unione deve diventare nell’ordine pratico sempre più viva, intima, operante. Per arrivare a questo ricordiamo tre vie. L’anima è unita a Cristo: per mezzo del suo Spirito; per mezzo della sua grazia; per mezzo dell’influsso vitale della sua Umanità fuori dei sacramenti. a) Per mezzo dello Spirito. Gesù ne era pieno dell’oleum exultationis123. Egli lo ha comunicato a noi: “Da questo sappiamo che dimora in noi (Gesù): dallo Spirito che ci ha dato” (1Gv 3,24). Abitando con assoluta pienezza nel Capo, si diffonde nelle membra e nel corpo. Come l’umanità di Cristo agiva sotto l’influsso dello Spirito, sempre, così il cristiano configurato a Cristo deve lasciarsi in tutto condurre dallo Spirito. “Quanti infatti sono mossi dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio” (Rm 8,14). Piuttosto che muoversi, l’anima dovrebbe essere mossa. Disponibilità, apertura all’iniziativa dello Spirito che deve diventare «conprincipio di operazione». Ciò esige un lungo, arduo, assiduo lavoro, un indefesso e continuo esercizio di rinnovamento che freni e governi i moti dell’animo, lavoro che si attua con la custodia del cuore, con il raccoglimento, col

122 Cfr Lumen Gentium, 7. 123 “Olio dell’esultanza” (Eb 1,9). silenzio, con l’autocontrollo. Troppo spesso invece siamo pelagiani pratici, ostinatamente e per inclinazione. b) Per mezzo della grazia che Cristo causa, conversa e aumenta in noi. La vita cristiana è uguale a un mistero di vita comunicata e ricevuta, proporzionale alla partecipazione della vita di Gesù. Lo sforzo spirituale sarà allora: crescere nella grazia di Cristo. Si santifica di più chi partecipa con più abbondanza alla grazia di Cristo eliminando gli ostacoli al suo normale e progressivo sviluppo. Perciò i Sacramenti e i sacramentali che sono canali della grazia. c) Per mezzo dell’influsso vitale dell’Umanità di Cristo. “Tutti quelli che avevano malanni, gli si gettavano addosso per toccarlo” (Mc 3,10); “Conscio della virtù da lui uscita…” (cfr Mc 5,28-30); “Usciva da lui una forza che sanava tutti” (Lc 6,19); “Quanti lo toccavano erano guariti” (Mc 6,56). L’anima deve prendere l’abitudine di non uscir mai dal contatto più attuale e continuo che sia possibile, perchè l’Umanità di Cristo è viva tuttora e operante. Questo influsso misterioso è la grazia del momento presente. “Una fede precisa e certa di questa presenza attiva e tale presenza sia per me una realtà viva anzi vivissima la quale penetri sempre più nella cerchia delle mie facoltà. Così, divenendo Gesù la mia luce, il mio ideale, la mia gioia, il mio amore, insomma la mia vita, io acquisterò tutte le virtù” (Chautard124). (Cfr D. B., 809). L’anima prenda l’abitudine di chiedersi come per istinto: come penserebbe, giudicherebbe, agirebbe Gesù? Si eserciti quotidianamente a rendere sempre più viva, attuale, continua la presenza di Gesù. Unione strettissima, continua, fusione perfetta (Pio XII), intima comunione e familiarità. Gesù deve diventare come un pensiero dominante che assorbe. Unificare il lavoro, concentrare qui tutte le pratiche di pietà.

7. I misteri di Gesù sono tuttora operanti. La Mediator Dei: “L’anno liturgico non è una fredda e inerte rappresentazione di fatti che appartengono al passato: esso è piuttosto Cristo stesso che vive nella sua Chiesa […] allo scopo di mettere le anime in contatto con i suoi misteri e farle vivere per essi: misteri che sono perennemente vivi e operanti […] perchè esempi illustri di perfezione cristiana e fonte di grazia divina per i meriti e l’intercessione del Redentore, perchè perdurano in noi col loro effetto, essendo ognuno di essi la causa della nostra salvezza…”125.

124 JEAN-BAPTISTE GUSTAVE CHAUTARD, L’anima dell’apostolato, Parte I, 3. Che cosa è la vita interiore? 125 PIO XII, Mediator Dei, La Pentecoste.

Gli Esercizi Spirituali

1. Non sono una semplice pia pratica spirituale. Sono invece u n ’esp eri enza spirituale. È di qui la loro forza. Esperienza nuova delle proprie risorse per riuscire nella vita; esperienza della scoperta di realtà e prospettive nuove; esperienza d ’i n ti mi tà con la più affascinante persona, con Cristo; esperienza d’interna trepidazione per l’elezione divina a portare avanti il piano d’amore scelto da Dio per ognuno di noi; esperienza dell’esigenza di impegno, di rinunzia per corrispondere alla volontà di Dio, ai problemi dell’umanità.

2. Gli esercizi non sono meditazioni isolate, non sono un devoto trattenimento spirituale, giornate di gioia spirituale, pace olimpica. È la meditazione (non le meditazioni) che forma l’asse sul quale ruotano gli esercizi. Si tratta di scoprire il piano divino, di ricevere luce e forza soprannaturale. La profonda contemplazione in clima di intimità col Signore è l’unica che illumina sul significato della propria vita. Meditazione vitale: parte della vita e porta alla vita, compromette tutto l’uomo. Non sono giorni di vacanza spirituale ma di lavoro, di laboratorio nel quale, isolati dall’ambiente ma non da se stessi e dai propri problemi, si cerca la soluzione alle incognite personali. Docilità interiore, lasciarsi prendere dalla grazia, apertura allo spirito.

3. Gli esercizi attraverso Dio si inseriscono nella comunità. Quando uno guarda se stesso, si guarda come membro, come parte di un insieme se si guarda in Dio. Allora il bene della comunità esige l’isolamento. Si cerca di vedere il modo di perfezionarla, d’inserirsi in essa in maniera più valida.

4. Il silenzio, non vuoto ma d’ascolto della parola di Dio. Tacere, isolarsi per disporsi a un ascolto più intimo e personale, per impedire che la Parola di Dio venga filtrata attraverso interpretazioni parziali di altri. Uno svuotarsi di tutti i rumori che impediscono l’ascolto perfetto di Dio e anche di se stessi. Scoprire i propri valori, evitare le pressioni ambientali. Accanto alla liturgia della Parola bisogna celebrare la liturgia del silenzio. Nel silenzio lo Spirito che “penetra le profondità di Dio” (1Cor 2,10) ci fa penetrare la larghezza, l’altezza e la profondità dell’amore di Cristo (Ef 3,18). Allora il silenzio diventa preghiera; preghiamo con la stessa Parola di Dio. Il dono che Dio ci offre diviene il nostro dono che rioffriamo al Padre. Il silenzio diventa contemplazione e questa non ha bisogno di parole per pregare. È Dio stesso e il suo Spirito che prega in noi (Gal 4,6; Rm 8,15- 17).

(1) Esercizi Spirituali alla Comunità della Risurrezione Sant’Ilario, 15-16-17 Agosto 1980

Introduzione. Mt 16,13. “Voi chi dite che io sia?”126. Conoscerlo veramente, amarlo. Gli Esercizi sono una esperienza. Condizioni. La liturgia del silenzio.

1 Meditazione. Chi è Gesù. Ef 1,3-14. Gesù è Dio. Come è la mia fede. Gesù è uomo. Che conseguenze. Gesù è uomo-Dio. La completezza e la forza della mia fede e della mia pietà. Verificare con profondità ed esattezza come io sono e quali divisioni possono essersi verificate.

2 Meditazione. Conoscere Gesù. Gesù luce. Gv 8,12 sq. Gesù ci salva illuminandoci, ci dà il senso della vita, ci spiega i perché. Il mondo non vuole aver bisogno di salvezza. Le correnti che pongono false salvezze: a) Riceviamo la salvezza con la fede. La fede salva. La fede deve essere autentica, illuminata, forte, concreta, deve rivestire tutta la vita. Esame sulla nostra fede. b) Gesù ci porta al colloquio con il Padre, ce lo fa conoscere, dà valore e dignità alla preghiera. c) Gesù ci salva perché ci invita a seguirlo e ci tocca, ci sana. Mc 6,53.

3 Meditazione. Gesù Vita. La grazia. Ap 22. La incomparabile dignità. Che cosa è la grazia di Cristo. Effetti. Come cresce in noi e come si sviluppa. Il nostro problema della crescita e gli ostacoli che abbiamo incontrato.

4 Meditazione. La nostra incorporazione a Cristo. Rm 8,31 sq. L’amore di Cristo lo porta a fare di noi una sola cosa con lui. Quello che ci comunica con il suo influsso vitale. La partecipazione ai suoi misteri. La nostra collaborazione.

126 Mt 16,15. 5 Meditazione. Gesù Redentore ci salva dal peccato. Gv 1,29. Gesù Agnello. È venuto per togliere i peccati. La liberazione dell’uomo. La gioia del perdono. a) La riconoscenza a Gesù per la sua opera. b) La lotta nel nostro intimo contro ogni forma di peccato. c) Anche noi dobbiamo essere redentori.

6 Meditazione. Gesù Sacerdote; la Messa. Ap 5. Che vuol dire che è sacerdote. La sua opera. La continuazione nella Messa. a) Tutto passa per il Mediatore. b) La grandezza salvifica della Messa, la mia giusta partecipazione. c) Gesù mi ha chiamato a partecipare al suo sacerdozio. Anch’io devo essere redentore.

7 Meditazione. Gesù e il Padre. Lc 10,21-22. L’amore del Padre a Gesù. L’amore di Gesù al Padre. Come lo ha amato. La sua obbedienza. Come si deve affermare in noi l’obbedienza di Gesù. La obbedienza umile e generosa al Padre. La vita comunitaria di obbedienza.

8 Meditazione. Gesù e la preghiera. Lc 5,16. Gesù l’Orante. Le quattro preghiere personali. Importanza e forma della nostra preghiera nell’imitazione di Gesù.

9 Meditazione. Gesù e la famiglia. Ef 5. Gaudium et Spes 48. Imitazione di Gesù e Gesù presente e operante. 1) Vita di perfezione. 2) Vita di dono. 3) Vita di castità.

10 Meditazione. Il programma di quest’anno. 1Ts 5,16 sq. 1) “State sempre lieti”127. Il carisma della comunità della Risurrezione. Vivere da risorti, testimonianza. 2) “Pregate incessantemente”128. Come deve essere; quanta deve essere. 3) “Non spegnete lo Spirito”129. Quali difetti vincere; quale virtù da conquistare 4) “Non disprezzate le profezie”130. Stima della parola. Meditazione, colloquio spirituale.

127 1Ts 5,16. 5) “Esaminate ogni cosa”131. Esame di coscienza. Confessione. Direzione spirituale. 6) “Astenetevi da ogni specie di male”132. Apostolato dell’esempio e dell’azione. 7) “Il Dio della pace vi santifichi”133. Il lavoro e l’aiuto nella comunità quale strada alla perfezione.

11 Meditazione. Il Cuore di Gesù. Gv 19,34. Secondo lo schema.

12 Meditazione. Gesù e sua Madre. Lc 1,39. Maria porta Gesù. Sono inseparabili. a) Come Maria si è preparata a ricevere Gesù (Immacolata Concezione, vita di Maria prima dell’Annunciazione). b) Come lo ha ricevuto e come ha vissuto con Lui (Vita di infanzia di Nazaret). c) Come ha partecipato alle grandi azioni della salvezza (Mistero pasquale; Pentecoste). Come dobbiamo imparare da Lei.

(2) Esercizi Spirituali alla Comunità della Visitazione Sant’Ilario, 19-20-21 Agosto 1980

Introduzione. Gv 1,35. La chiamata e l’incontro dei primi discepoli con Gesù. Nello stesso spirito di novità dobbiamo fare gli esercizi. Uno stare con Gesù per conoscerlo meglio e amarlo. Meditazione, contemplazione, liturgia di silenzio e di amore. Esperienza forte.

1 Meditazione. Chi è Gesù. Col 1,13. Gesù è Dio. Gesù è Uomo. Avere con chiarezza le verità. Gesù è tutto. Verificare la nostra devozione, se vi siano deviazioni o storture. Gesù è Dio (senso di rispetto, preghiera di adorazione, ecc…). Gesù è uomo (confidenza, amicizia, gioia, libertà ecc...). Maria della Visitazione è quella che porta a Gesù.

2 Meditazione. Conoscere Gesù. Gv 8,12 sq. Gesù è Maestro, è Dio che insegna, è lui che ama. Come si presenta in ciò che comanda, in ciò che esige, nel distacco, nelle condizioni per servirlo. Esigenze assolute (Mt 5. 6. 7. 8. 9 passim). È Maestro e come vuole i discepoli. È questo Gesù nel quale diciamo di credere. La nostra fede è autentica? Cioè accetta e vuole e aderisce al vero Cristo? o ha un Gesù immaginario, che ci siamo costruiti per nostro comodo? Costruzioni alle quali un po’ per volta si è corroso il fondamento? o è venuto a mancare? Verificare la fede, a tutti i costi, anche se dobbiamo scoprire il vuoto.

3 Meditazione. La vita di Gesù. Ap 22. La nostra incorporazione a Cristo. La magnifica opera di amore guidata dallo Spirito Santo. La stima della grazia, lo sforzo continuo di vivere in grazia e di crescere. Modi di crescita e ostacoli.

4 Meditazione. La partecipazione alla vita di Gesù. Rm 8,31. La nostra unione vera a Gesù. Unione di vita ai suoi misteri. Ciò che dobbiamo perdere e ciò che dobbiamo acquistare. Il Corpo Mistico. La nostra comunione e la nostra gioia. I nostri carismi.

5 Meditazione. Gesù Redentore. Gv 1,29. I nostri peccati e la redenzione. Scontare i passati, conoscere i presenti, evitare i futuri.

6 Meditazione. Gesù Sacerdote. Ap 5. La nostra grande confidenza e i nostri compiti e responsabilità.

7 Meditazione. Gesù Evangelizzatore. Lc 10,1. Tutto ha dato per la salvezza. Si è fatto servo, tutto per l’uomo. La sua vita crocefissa, «scomoda»: l’ha voluta proprio lui. Propter nos134. Come dobbiamo imparare il suo tipo di vita. Si può diventare evangelizzatori così.

8 Meditazione. Gesù l’Orante. Mt 11. Le nostre preghiere. Il nostro progresso. La cura della meditazione.

9 Meditazione. Gesù e l’amore nel Matrimonio. Lc 6,36 sq. Ci insegna ad amarci e ad amare. Dobbiamo amare noi stessi ma di un amore soprannaturale. Non dobbiamo disprezzarci e non dobbiamo disperare. Dobbiamo trattarci con pazienza e umiltà. L’amore tra due sposi. Sacramento, castità, forza. a) “Siate misericordiosi”135: scusare, non avere pretese, perdonare. b) “Date e vi sarà dato”136: la castità virtù positiva e costruttiva. c) “Può forse un cieco ecc…”137: aiuto vicendevole, missione insieme.

10 Meditazione. L’amore in comunità. Mt 10,1 sq. Elezione degli Apostoli. Il primo dato fondamentale: è una vocazione. Ci ha chiamato nella Chiesa ad essere insieme. Vocazione che va vissuta nella partecipazione al mistero di Gesù e di Maria della Visitazione. Tre le caratteristiche: lo spirito profondo di carità che permea tutto il mistero (Discussione Critica); la gioia grande che esce in ogni momento; la missionarietà.

11 Meditazione. I propositi su Col 3.

134 “Per noi” (Cfr Simbolo Niceno-Costantinopolitano). 135 Lc 6,36. 136 Lc 6,38. 137 Lc 6,39.

(3) Esercizi Spirituali alla Comunità della Annunciazione Montericco, 22-23-24 Agosto 1980

Introduzione. Gv 1,16. Colui che conosciamo. Aprirci. Porci in ricerca, nel silenzio, nell’amore.

1 Meditazione. Conoscere Gesù. Gv 1,35 sq. Vero Dio (Col 1,15). Vero uomo. Che cosa è per noi in realtà (Mt 16138). Abbiamo storture? Si incontra bene: con la dipendenza dallo Spirito Santo, con la preghiera, con la ricerca.

2 Meditazione. Gesù verità. Gv 9. Siamo ciechi. Lui è l’unica luce. La rivelazione del Padre. Ci dona la verità, tutta la verità. Ci ama. Come abbiamo accolto la sua venuta. Quali ostacoli, quali diminuzioni. Perché. Siamo progrediti poco, se non siamo stati sotto la luce intensa. Siamo molto coraggiosi, la verità ci libererà. Quando e come ricevere la verità.

3 Meditazione. Gesù Vita. Ap 22. Nel seno della Trinità. Incorporazione a Cristo. La castità. Il perché d’una mancata crescita. Una vita prevalentemente umana.

4 Meditazione. Gesù amore e misericordia. Lc 19. Zaccheo139. Vedere Gesù, la sua perfezione la sua bontà, il suo perdono. Le nostre manchevolezze e difetti. I nostri peccati veniali. Quali. Perché restano e come vincerli.

5 Meditazione. Gesù Sacerdote. Ap 5. Il suo compito. Sacerdote e vittima. Come siamo invitati anche noi ad essere sacerdoti e vittime. La nostra partecipazione alla Messa.

138 Cfr Mt 16,13-21. 139 Cfr Lc 19,1-10. 6 Meditazione. Le scelte di Gesù. Mt 4 e Lc 10. La viltà persistente e scomoda. Il suo messianesimo. Le nostre cattive scelte e le cause. Come scegliere a sua somiglianza.

7 Meditazione. Gesù l’Orante. Mt 11. Tutto Gesù nella preghiera. Come la stimava e come la raccomandava. La preghiera di gioia. L’adorazione e la lode. La meditazione. La preghiera davanti al tabernacolo. La preghiera sacerdotale: saper intercedere per il mondo e i peccatori. Particolarmente nella Messa. La preghiera nella prova: tentazioni, dolori, difficoltà. L’adesione alla volontà divina. La preghiera della Croce è la preghiera di amore, lo sviluppo di amore.

8 Meditazione. Gesù e l’amore nel Matrimonio. Lc 6,36 sq. Bisogna amare tutti, la legge della carità. Nel matrimonio è sanzionata la carità piena nella carità tra Cristo e la Chiesa. 1) “Siate misericordiosi”140: comprensione, perdono, generosità, pazienza. 2) “Donate”141: mutua gara, la castità positiva. 3) “Un cieco non può condurre”142: la missione dei figli, a cui si deve tanto amore.

9 Meditazione. La Comunità dell’Annunciazione. Lc 6,12. L’elezione. Sceglie i discepoli; tra i discepoli, gli Apostoli. Gesù sceglie. La Chiesa è una sua scelta. E nella Chiesa sceglie per vivere particolarmente certi suoi misteri, per eseguire particolari opere donando per mezzo dello Spirito Santo i suoi carismi. Voi siete scelti per essere comunità e comunità dell’Annunciazione. Il mistero dell’Annunciazione presenta alla meditazione due aspetti. Il primo d’Incarnazione del Verbo, l’infinito amore, la sua umiliazione ecc… Il secondo l’incarnazione in Maria. Perché ha scelto Maria e gli atteggiamenti e le disposizioni di Maria. Meditare e vivere gli insegnamenti del mistero, attirare in voi e tra di voi le grazie del mistero è la vostra vocazione. È il vincolo profondo che vi deve unire. Metto in rilievo alcuni aspetti. Il primo è quello della carità che risplende meravigliosamente nel mistero e che deve regnare pienamente tra di voi. Il secondo quello dell’umiltà di servizio.

140 Lc 6,36. 141 Cfr Lc 6,38. 142 Cfr Lc 6,39. Il terzo quello dell’obbedienza – fiat mihi143 – che deve essere una vostra caratteristica. Il quarto quello della castità piena e luminosa. Ognuno si deve assumere le sue responsabilità. Ci dobbiamo interrogare in profondità. Un albero piantato da tanto tempo deve dare i suoi frutti.

10 Meditazione. Il nostro programma. 1Ts 5,16 sq. 1) “Siate sempre lieti”144. Ottimismo cristiano. Nella nostra vita Cristo è sempre presente, ed è il Redentore. 2) “Pregate incessantemente”145. Preghiera piena e ordinata. 3) “Non spegnete lo Spirito”146. Lotta contro i difetti, vincendo ogni leggerezza o avvilimento. 4) “Non disprezzate le profezie”147. Il punto di riferimento è sempre la Parola di Dio. Spirito di fede. 5) “Esaminate ogni cosa”148. La nostra vera virtù da conquistare quest’anno. 6) “Astenetevi da ogni specie di male”149. Vita comunitaria, progredire nella carità, da evitare ogni apparenza che non sembri proficiente. 7) “Il Dio della pace vi santifichi”150. Apostolato fonte di santità e di grazia.

11 Meditazione. La Vergine Maria. Annunciazione e Visitazione. L’esame della nostra vera devozione e dipendenza. Come sia la vera strada a Gesù, l’unica e come tutto è slavato se non passa per lei. La comunità deve fiorire nella devozione.

12 Meditazione. Il programma pratico della comunità. 1) Responsabilità collettiva della scuola San Gregorio. 2) Apertura e sincerità di dialogo. 3) Festa del trasloco.

143 “… avvenga di me” (Lc 1,38). 144 1Ts 5,16. 145 1Ts 5,17. 146 1Ts 5,19. 147 1Ts 5,20. 148 1Ts 5,21. 149 1Ts 5,22. 150 1Ts 5,23.

(4) Esercizi Spirituali alle bambine di Prima Media Cervarezza, 26-27 Agosto 1980

1 Meditazione. La presenza di Gesù. Passare questi giorni in clima fraterno e gioioso sapendo che Gesù è in mezzo a noi perché ci ama. Le quattro presenze di Gesù: con la sua grazia, con la parola, con il sacerdote, con l’Eucarestia. Gesù è presente, ci conosce, ci ama, ci aiuta. Gesù ci conosce, e noi lo conosciamo? Conosce Gesù chi conosce ciò che ha detto, ciò che ha fatto (mistero pasquale), il suo cuore, la sua Chiesa; il partecipare alla sua opera, il sacrificio della Messa.

2 Meditazione. Gesù Redentore. Viene a noi come Agnello di Dio. Che cosa vuol dire. Che cosa vuol dire salvare. Da che cosa dobbiamo essere salvati. Dal peccato e dalla morte eterna. La salvezza dell’anima, problema unico e necessario. Impostazione della vita. La soluzione di Gesù. Come rispondere a Gesù Redentore: con amore e riconoscenza; con evitare a tutti i nostri peccati; con fare penitenza dei peccati passati; con fuggire le occasioni; con una crescita generosa e forte nel bene.

3 Meditazione. Gesù Vita. La sua vita e il suo amore. Che cosa è la grazia. Il Corpo Mistico. La nostra gioia e la nostra forza. Crescere nell’amore e nella grazia. Non dire mai di «no» a Gesù. Esame e propositi pratici.

4 Meditazione. Il programma. 1) Amicizia con Gesù. 2) La Domenica, santificazione. 3) La mia preghiera personale. 4) Le mie confessioni, direzioni spirituali. 5) La bontà in casa. 6) La scuola. 7) Il mio gruppo.

(5) Esercizi Spirituali ai ragazzi di Terza Media Cervarezza, 28-29 Agosto 1980

Introduzione. Che cosa sono gli esercizi. Il metodo. Cinque punti: 1) riflessione, 2) preghiera, 3) attivismo, 4) silenzio, 5) colloquio con il sacerdote.

1 Meditazione. Gesù è il mio Dio. Tutto è stato fatto per mezzo di lui, e in vista di lui. Che cosa vuol dire essere creatura. Dipendenza, umiltà, senso del possesso. Non mi appartengo, sono suo nella mia anima e nel mio corpo. Esame: ho agito da proprietario e da padrone? Conquistare la preghiera di adorazione.

2 Meditazione. Gesù nostro Redentore. “Ecco l’Agnello di Dio”151. Perché è morto? per salvarci. Per dare un senso alla nostra vita, per salvarci dal peccato e dalla morte eterna. Salvare l’anima ecco lo scopo della nostra esistenza. Solo noi lo possiamo fare. Come si salva l’anima. Epulone152. Come usare le creature di questo mondo. Il pittore e i diversi colori. Non a caso, non per il piacere ma per l’utilità. Osservare i comandamenti, tutti, per amore a Dio. Funzione della coscienza. Retta o falsa. Dubbia o certa. Come formarsi una coscienza giusta.

3 Meditazione. Gesù è la nostra vita. Infusione della grazia. Figli di Dio. Come crescere. Combattere i propri difetti soprattutto quello dominante. Conoscerlo e scegliere i mezzi adatti. Formarsi un carattere, una personalità.

4 Meditazione. La Conversione. “Convertitevi e credete al Vangelo”153. La decisione e l’amore. I tre malati. Il dono di Gesù della confessione. Confessarsi bene. Dolore e sincerità.

151 Gv 1,36. 152 Cfr Lc 16,19-31. 153 Mc 1,15. 5 Meditazione. I propositi. Bisogna diventare ragazzi di carattere. Quando è che uno ha carattere. Di qui i propositi. 1) Conoscere e amare Gesù. Per questo la meditazione (su un unico libro). 2) La santificazione della festa. 3) La preghiera personale. 4) La confessione e direzione spirituale. 5) La virtù da conquistare. 6) Il comportamento in casa. 7) Il comportamento a scuola. 8) L’amicizia di gruppo.

6 Meditazione. La Madonna via per Gesù. La sua grandezza e il suo grande compito. Con lei ci riusciamo a vincere. È il nostro modello. Soprattutto in tre virtù. 1) Nell’amare e crescere nella grazia. 2) Nella purezza. Importanza di essere puri. Farsi le convinzioni della purezza. Almeno dieci motivi: a) creature di Dio, b) figli di Dio, c) unione a Gesù, d) sanità spirituale e fisica, intelligenza e volontà, e) il buon esempio, f) appartenenza alla Chiesa, g) Eucaristia, h) i propri doveri, i) Angelo Custode, l) figli di Maria Santissima. 3) Esempio di bontà e di crescita.

(6) Esercizi Spirituali al Gruppo dello “Spirito Santo” Cervarezza, 31 Agosto / 1-2 Settembre 1980

Introduzione. Lc 19. Per vedere Gesù, realizzare una esperienza. Credere alla potenza della parola. Cuore aperto. 1) Conoscere Gesù, profondamente. 2) Dimenticare tutto, ogni preoccupazione. 3) Attivismo fervido. 4) Preghiera lunga, chiedere. 5) Silenzio totale. 6) Non solo per voi, ma anche per tutte le vostre amiche, per la Chiesa. Sub tuum praesidium154.

1 Meditazione. Incontro con Gesù. Gv 1,35 sq. Il fatto dell’Incarnazione. Tutto in cristianesimo è incontrare una persona. Ci siamo veramente incontrati con Lui? Come è la nostra fede e la nostra preghiera. Fresca e vivace? O abituata e stanca? Quali ostacoli ci hanno fermato? Vita cristiana faticosa e triste? Vita fatta di formale e di mala osservanza dei precetti? Rinnovare la vita, aver voglia di diventare autentici. Come abbiamo approfittato delle quattro presenze di Gesù. “Venite e vedrete”155.

2 Meditazione. Come accogliere Gesù. Lc 1. Annunciazione. Maria modello della accoglienza. 1) Accoglierlo con disponibilità piena. È Dio che viene. Non condizionare e non ridurre. 2) Accoglierlo con gioia. È il salvatore. È il Figlio dell’Altissimo. È il re. Il pericolo della tristezza. 3) Accoglierlo con umiltà. Accettare il suo piano, perché sapiente e pieno di amore.

3 Meditazione. Che cosa ci porta Gesù. Gv 3. Nicodemo156. La nascita nello Spirito. La vita che ci porta Gesù. L’unione a Lui e ai suoi misteri. Figli di Dio. La nostra dignità. Come viverla. La stima della nostra anima e del nostro corpo. Valorizzarci. Progredire nella grazia. La tiepidezza e i suoi rimedi.

154 “Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio”; dalla più antica tra le antifone mariane che concludono la preghiera di Compieta. 155 Gv 1,39. 156 Cfr Gv 3,1-21. 4 Meditazione. Gesù ci redime dal peccato. Mc 8,31 sq. Ci ha liberati con la sua sofferenza e la sua morte. Necessità di rifiutare ogni sorta di peccato. Superamento dei difetti. Come ricorrere e avere confidenza in Lui. Atto di dolore perfetto. La Santa Messa. La Confessione.

5 Meditazione. Gesù Sacerdote. Gv 14. È il titolo più unitario. Che cosa fa Gesù. Che cosa vuol dire sacerdote (Eb 5; 8,3). Gesù è anche vittima. La rinnovazione del sacrificio nella Messa. Il memoriale. La nostra parte. Come dobbiamo partecipare alla Messa.

6 Meditazione. Gesù verità. Mt 23. La condanna dell’ipocrisia. a) Amare e cercare la verità in Gesù. Lo sforzo di questa acquisizione. La Meditazione e lo studio. Importanza della meditazione, come farla. b) L’amore alla sincerità, al coraggio della sincerità. La lealtà. Non dire mai una falsità. Lealtà delle azioni.

7 Meditazione. Gesù e la tentazione. Mc 5. Gesù vince Satana e vuole associare anche noi al suo trionfo. Ci dà la forza di vincere le nostre tentazioni. Come combatterle. a) Formandoci un’idea giusta della vita che è prova e lotta. Non cullarci in idee illusorie. b) Riporre tutta la nostra fiducia in Gesù. c) Ricordarci che siamo deboli. d) Vigilanza (Lc 12,31 sq.). e) Fortezza. Individuare le nostre tentazioni, vedere il comportamento, proporci uniti a Gesù di vincere.

8 Meditazione. Gesù e l’amore del prossimo. Mt 25,31. Il giudizio sulla nostra carità157. L’esempio e la continua esortazione di Gesù. La necessità e la grandezza di tale virtù. Deve essere soprannaturale, concreta, universale. Soprannaturale nell’amore di Gesù; concreta non di parole; universale (famiglia, amicizie, altri, lontani).

9 Meditazione. Gesù e la Purezza. Mc 9,14. L’amore di Gesù per la purezza. Le sue predilezioni. Seguire Gesù. Educarsi all’amore.

157 Cfr Mt 25,31-46. Formarsi alle grandi idee. Tener conto della fragilità nostra e degli altri. Scegliersi uno stile di vita informato al vero ideale.

10 Meditazione. Il programma. Mt 21,28. In dieci punti. 1) Cristocentrico. 2) Festa. 3) Preghiera. 4) Virtù. 5) Eucaristia. 6) Confessione. 7) Direzione. 8) Vita di relazione. 9) Gruppo e apostolato. 10) Vita affettiva.

11 Meditazione. Maria Santissima e Gesù. Lc 1. L’Annunciazione. 1) L’esempio del sì, 2) l’esempio della rinuncia al suo piano, 3) l’esempio del servizio. Devozione del Rosario.

(7) Esercizi Spirituali alla Terza Media Femminile (gruppo “Regina degli Angeli”) e alla Seconda Media Femminile Cervarezza, 3-4-5 Settembre 1980

Introduzione. Che cosa sono gli Esercizi. Come si fanno: 1) colla riflessione, 2) con la preghiera, 3) con l’attivismo, 4) con il silenzio, 5) con il colloquio con chi ci può guidare.

1 Meditazione. La Fede in Gesù vero Dio e vero Uomo. Mt 16,13. Chi è Gesù. L’Incarnazione. Verificare la fede. Gesù si è proclamato vero Dio ed era vero uomo. La certezza della mia fede è il basarsi sulla sua parola e sui suoi fatti. Fede puerile o fede in crescita? Come dico il «Credo». Le convinzioni profonde. La fede conquista. Fede chiara, convinta, completa.

2 Meditazione. Gesù Maestro in mezzo a noi. Gv 20. Nuovo modo di presenza. È in mezzo a noi e ci insegna a vivere il senso della vita. Ci insegna che siamo creature, la grandezza e la maestà di Dio, la nostra dipendenza, la nostra appartenenza a Lui, l’obbedienza alle sue leggi, a osservare i Comandamenti. Ci insegna che siamo figli di Dio, che Dio è nostro Padre, che ci ama e ci vuole salvare dal peccato. Il nostro atteggiamento di figli, il nostro amore al Padre e a non dispiacergli. Conoscere, amare, servire Dio come figli.

3 Meditazione. Gesù vince il peccato. Mt 9,1 sq. La Redenzione. Tutto quello che ha fatto Gesù lo ha fatto contro il peccato. Capire la gravità del peccato: ribellione a Dio Creatore, alla sua bontà di Padre. Ingratitudine, rovina, distruzione.

4 Meditazione. Gesù ci ammonisce sui castighi del peccato. Lc 16. Epulone158. L’inferno. Gesù, che ci ama, ci avverte. I castighi, l’eternità. La morte (Lc 12,16).

158 Cfr Lc 16,19-31. La salvezza dell’anima è un problema che non si può rimandare o ignorare.

5 Meditazione. Gesù ci perdona. Lc 13,1 sq. Gesù ci ama, ci accoglie e ci perdona. Dobbiamo anche noi amare e perciò pentirci di non aver amato. La vera penitenza. Lc 15,1 sq. La penitenza è unirci alla penitenza di Gesù e ai suoi sentimenti. Il regalo di Gesù: la confessione. Il sacramento della gioia. Vederlo al vertice della nostra penitenza. Farlo con grande generosità. La preparazione, il dolore, il proposito, il dialogo con il confessore, la soddisfazione e il ringraziamento.

6 Meditazione. Gesù ci insegna a pregare. Gv 14. Gesù ci esorta a pregare con l’esempio e le parole. Capire che cosa vuol dire preghiera. È colloquio e comunione. I difetti della preghiera: puerilità, superficialità, esteriorità. Pensare a quello che si dice, non fermarsi a richieste d’ordine materiale. Conoscere Dio, amarlo, ascoltarlo.

7 Meditazione. Gesù e l’Eucarestia. Lc 22,7 sq. Gesù Sacerdote e Gesù vittima. Il sacrificio del Calvario e quello della Messa. Il nostro sacerdozio e la nostra offerta. Come partecipare alla Messa. La Messa assemblea e la liturgia della parola. Riuniti attorno al suo sacrificio per la salvezza del mondo.

8 Meditazione. Gesù e la Comunione. Gv 6. Perchè Gesù si dà in cibo. Il vero senso della Comunione. Come prepararsi e come ringraziare. Le condizioni per una comunione quotidiana.

9 Meditazione. Gesù e la Purezza. Mt 18,1. Il suo esempio e la sua parola. La necessità della purezza e i danni dell’impurità. La gioia. Come dobbiamo difenderci e come dobbiamo costruire.

10 Meditazione. Il programma. Mt 25. Parabola dei talenti159. In otto punti. 1) Realizzare l’amicizia con Gesù, amandolo, andarlo a trovare, farne il centro della preghiera. 2) La domenica. 3) La preghiera. 4) La virtù. 5) Confessione e direzione spirituale. 6) Casa. 7) Scuola. 8) Gruppo.

11 Meditazione. Gesù e la Madonna. Lc 1. La Visitazione160. Maria porta Gesù. Per esserle devoti: stimarla e conoscerla, imitarla, dare a lei segni del nostro affetto.

(8) Esercizi Spirituali al Gruppo “Gioia di Dio” Cervarezza, 6-7-8 Settembre 1980

Introduzione. Gv 7,37. Venite a me. Ascoltarlo incontrandosi con lui. Gustare la sua parola. Farla risuonare fino in fondo all’anima. Insistere molto. Cercare la volontà di Dio. Riformare così la vita.

1 Meditazione. Chi è Gesù. Gv 14. “Chi vede me vede il Padre”161. L’Incarnazione: Gesù vero Dio e vero uomo. Necessità di una fede vera, radicata, fondata; da grandi. La fede da bambini. Come farsi una fede. Fede dono, invocazione (Mt 15; fede della Cananea162). La meditazione; risolvere i dubbi e non lasciarli stagnare perchè non si ripresentino nel momento della tentazione.

2 Meditazione. Seguire Gesù. Gv 1,35 sq. I primi discepoli. L’invito a noi. Seguire Gesù Dio vero. Concezione e valore della vita. Che cosa ha scelto Gesù. Il valore relativo delle creature. Il piacere falso criterio di scelta. Il concetto del mondo. Gli ostacoli a scegliere come Gesù.

3 Meditazione. La vita di Gesù. Gv 3. Gesù ci dà la vita divina, ci fa figli di Dio, unendoci a sé come membra. Incorporazione a Lui. Cristificazione. Valorizzare, stimare, crescere. Realizzarci nell’essere e nell’operare.

4 Meditazione. Gesù Redentore del peccato. Mt 9. Incompatibilità tra Gesù e il peccato, tra l’appartenere a Lui e il ricadere nel peccato. Gesù ci insegna che il peccato è stoltezza e ribellione. È contro la sapienza e l’amore di Dio. L’esperienza del peccato è totalmente negativa. Gesù è morto per cancellare il peccato e per salvarci perchè noi con le nostre forze non saremmo capaci di non cadere e non avremmo potuto fare una penitenza degna.

161 Gv 14,9. Gesù ci insegna che il peccato è un danno sociale, ricade su i nostri fratelli. Entrare con decisione assoluta nel rifiuto del peccato. Vedere concretamente ciò che ci ha fatto cadere. Fissare la penitenza e le risoluzioni

5 Meditazione. La tiepidezza. Ap 3. Che cosa è questo stato. I segni. Particolarmente la rassegnazione al peccato veniale. Mancanza di autocritica. Coscienza lassa. Superficialità, leggerezza. Mancanza di spirito di sacrificio. Rimedi: voglia di convertirsi, sentire le cose. Formazione di una coscienza retta e delicata. Meditazione. Direzione spirituale.

6 Meditazione. La conversione. Mt 11. “Venite a me”163. Imitazione di Gesù, accoglienza a Gesù. a) Accoglienza della sua meravigliosa misericordia specialmente nella confessione. Quale confessione. b) Accoglienza del suo influsso vitale e del suo Spirito mediante la preghiera di domanda (Lc 11). c) Accoglienza della sua presenza nella Chiesa. La direzione spirituale.

7 Meditazione. La purezza. Ef 5,1. Vocazione alla santità. La dignità dell’uomo e del cristiano. I pericoli. Gli aiuti. La purezza è Gesù e vivere di Lui è tutto.

8 Meditazione. La Santa Messa. Lc 22. Istituzione dell’Eucaristia164. Gesù Sacerdote sulla Croce e nella Messa. Vittima per i nostri peccati. Il nostro sacerdozio e la nostra offerta. Come partecipare alla Messa.

9 Meditazione. Il programma. Mt 25. I talenti165. Saper far fruttificare. Con umiltà, ma con tanta decisione. I primi quattro punti: 1) Amicizia con Gesù. Decisione di tutto l’anno. 2) La liturgia specialmente domenicale. 3) La preghiera personale. 4) La virtù vista in Gesù.

10 Meditazione. Il programma. Mt 10,32: “Chi mi riconoscerà”.

163 Mt 11,28. 164 Cfr Lc 22,14-20. 5) Il coraggio della testimonianza. 6) L’umiltà della confessione frequente. 7) La direzione spirituale. 8) Il comportamento in casa. 9) La scuola. 10) Il gruppo.

11 Meditazione. Gesù e la Madonna. Lc 1. 1) Maria è vera nostra Madre. Collabora con lo Spirito Santo perchè nasca in noi Gesù. 2) Maria è nostra Avvocata. Ci difende e ci protegge. Con lei si vince. Ricorrere a Lei nelle tentazioni e nei pericoli. 3) Maria è modello specialmente di preghiera. Fare tutto unite a Lei.

(9) Esercizi Spirituali ai Gruppi “Domus aurea” e “Magnificat” Cervarezza, 9-10-11 Settembre 1980

Introduzione. Gv 1,35. Incontrarsi con Lui. Conoscerlo veramente, ammirarlo, amarlo. Un Gesù vero come esce dal Vangelo. Contemplarlo, specchiarsi, seguirlo con l’animo aperto e sereno dei primi discepoli: “Dove abiti?”166. Vincendo ogni difficoltà. Dimenticarsi di tutto, con Lui solo. Isolarsi in un silenzio interiore profondo.

1 Meditazione. Gesù Uomo-Dio. Gv 14. L’Incarnazione. Il Verbo si è fatto carne per amore. Chi è per te Gesù, il tuo Gesù. Verifica della tua fede, del tuo stupore. Fede virtù base. Evitare tutte le sfasature, le stanchezze, le deformazioni. Pregare per una fede forte.

2 Meditazione. Gesù Verità. Gv 8,35 sq. Il Verbo illumina. Gesù ci dà la verità, tutta la verità su ogni cosa. “Unico è il vostro Maestro”167. Gli ostacoli alla verità. Lc 8,11 sq. Sono l’orgoglio, l’egoismo, l’amore ai piaceri. Il filtro alla mente. Formazione della coscienza. Influsso del mondo. Farsi giustificazioni. Confrontarsi con la Parola. Farsi aiutare a confrontarsi con la Parola dal sacerdote.

3 Meditazione. Gesù Vita. Gv 3. La nuova generazione. La vita di grazia: ricchezza, gioia. Le azioni soprannaturali fatte per amore di Dio.

4 Meditazione. Gesù e il peccato. Mt 9,1 sq. Il problema non è la paralisi, è il peccato. Il peccato contro l’amore; rifiuto. Conseguenze del peccato. Lotta contro il peccato.

5 Meditazione. Gesù Sacerdote. Lc 22. Eucaristia-Sacrificio168.

166 Gv 1,38. 167 Mt 23,10. Anche noi sacerdoti e vittime con Gesù. Come partecipare.

6 Meditazione. Gesù modello. Mt 11,35 sq. Essere decisi e seguire Gesù. Non dividersi con il mondo. Riprodurre la vita di Gesù.

7 Meditazione. Gesù e l’umiltà. Mt 6,1 sq. Fare le cose per Iddio, solo per Lui. Dipendere e obbedirgli totalmente e sempre. Vivere la propria creaturalità. Essere umili anche con gli altri. Sentire che tutto si è ricevuto. Come in pratica essere umili e servire.

8 Meditazione. Gesù, la carità e la purezza. Lc 5,1 sq. Pesca miracolosa. Si realizza ubbidendo a Gesù. Prendere il largo. a) Come deve essere l’amore agli altri. b) Come deve essere la purezza. Educarsi ad amare e ad essere amati. Dominio e controllo di se stessi. Rispetto di sé e degli altri.

9 Meditazione. Il programma. Lc 5,36 sq. L’otre nuovo. Costruirsi una nuova spiritualità incentrata su Gesù e la sua amicizia. È il punto centrale. Il secondo è sulla liturgia, specialmente festiva. Il terzo è sulla preghiera personale. Insistere sulla meditazione, necessità. Come farla.

10 Meditazione. Il programma. Gv 10. Ascoltare la sua voce, seguirlo. 4) Rinnovare nella nostra vita Gesù. Attirare in noi le virtù di Gesù. Le virtù che vogliamo imitare di Gesù. 5) I sacramenti. 6) La direzione spirituale, soprattutto nello spirito di fede. 7) La testimonianza in casa, 8) a scuola, 9) in Parrocchia, 10) nel gruppo.

11 Meditazione. Gesù e la Madonna. Lc 1. Visitazione169. Maria porta Gesù. Necessità della devozione. a) Ammirarla nella sua grandezza e nei suoi privilegi, b) seguirla, c) starle vicino con i gesti di devozione (rosario).

(10) Esercizi Spirituali al Gruppo “Santa Maria della Vittoria” Cervarezza, 12-13-14 Settembre 1980

Introduzione. Che cosa sono gli Esercizi. Conoscere la volontà di Dio. Sono un metodo. 1) Ascolto. 2) Riflessione. 3) Preghiera. 4) Silenzio. 5) Penitenza.

1 Meditazione. Chi è Gesù. Gv 14. “Vede il Padre”170. La Santissima Trinità. L’Incarnazione. La meraviglia dei secoli. Lo stupore. La fede. Come è la tua fede. Non puoi restare nell’ignoranza o nel dubbio. La maturazione. Come avviene. La tua personalità cristiana. La tua grande conquista.

2 Meditazione. Gesù Verità. Gv 1,35. Gesù chiama, bisogna essere suoi discepoli. Bisogna avere assoluta fiducia in Lui. Ci insegna tutto. Ci insegna che cosa vale la nostra vita, quali valori bisogna apprezzare, il senso delle cose. Le incertezze di fondo di certi ragazzi.

3 Meditazione. Gesù è la Via. Mc 12,28. “Amerai il Signore tuo Dio”171. Perchè i comandamenti. Conoscere, amare, servire. Criteri di scelta. Dio ci ama. La formazione della tua coscienza. Coscienza retta, quando. Le facili storture secondo la passione prevalente.

4 Meditazione. Gesù è la Vita. Gv 3. La nuova generazione. La grazia e il suo valore. Figli di Dio, tabernacoli dello Spirito Santo. Vivere in grazia. Lotta totale al peccato grave. La Conversione. La crescita in grazia.

5 Meditazione. Gesù e il castigo del peccato.

170 Gv 14,9. 171 Mt 12,29. Lc 16. Il ricco Epulone172. Dio ci ama e ci avverte di come finisce una vita di peccato. I motivi per detestare il peccato. Vi è anche un castigo eterno. Che cosa è l’inferno. Chi lo merita. Come salvarsi. La conversione.

6 Meditazione. Gesù e il perdono. Mt 9. Gesù guarisce e perdona173. Bisogna che ci mettiamo disponibili. Essere veramente pentiti. Esame sulle nostre confessioni. Serietà, impegno. Coerenza.

7 Meditazione. Gesù e l’Eucarestia. Lc 22. L’istituzione174 come sacrificio nella sua Passione. Il significato e il desiderio. 1) Messa sacrificio. Sacerdote e vittima. La nostra collaborazione. 2) La Comunione. 3) La Presenza.

8 Meditazione. Gesù e la Purezza. Mc 5. L’indemoniato “Legione”175. I danni dell’impurità. Le convinzioni e gli ideali della purezza. Gli aiuti.

9 Meditazione. Il programma. Mt 25. I talenti176. 1) L’amicizia con Gesù. Conoscerlo, amarlo, confidarsi. 2) La santificazione della festa: a) Liturgia della lode e del sacrificio; b) amicizia; c) opere buone. 3) La preghiera personale. La meditazione.

10 Meditazione. Il programma. Gv 10. Seguire Gesù. 4) La virtù dell’anno; 5) i sacramenti; 6) la direzione spirituale; 7) testimonianza in casa; 8) testimonianza a scuola, 9) in Parrocchia, 10) nel gruppo.

11 Meditazione. Gesù e la Madonna. Lc 1. Visitazione177.

172 Cfr Lc 16,19-31. 173 Cfr Mt 9,1-8. 174 Cfr Lc 22,14-20. 175 Cfr Mt 5,1-20. 176 Cfr Mt 25,14-30.

Maria porta Gesù. Chi è veramente perseverante e riporterà vittoria. devoto della Madonna sarà È devoto chi: a) la stima e la conosce bene, b) l’ama teneramente,

c) si fa guidare da lei, d) la imita, e) la invoca.

177 Cfr Lc 1,39-45.

(11) Esercizi Spirituali ai Gruppi del “Cenacolo”, della “Gloria” e del “Verbo” Cervarezza, 15-16-17 Settembre 1980

Introduzione. Lc 5. La pesca miracolosa178. Incontrarsi con Gesù. Obbedirgli. Ascoltarlo. La Sacra Scrittura: come accoglierla e meditarla. Il tempo propizio. Riflessione, impegno, silenzio, dialogo con il sacerdote.

1 Meditazione. Chi è Gesù. Mt 16. Tu sei il Cristo, il Figlio di Dio fatto uomo179. L’Incarnazione. La nostra fede. Le falsi fedi e quelle deformate. Fede bambina, necessità di crescere. Autocritica.

2 Meditazione. Gesù Maestro. Gv 1,35 sq. Credere: dallo stupore alla fede. Che cosa è la vita; che significato ha. Le cose che servono, la salvezza. La formazione della coscienza.

3 Meditazione. Gesù è la vita. Gv 14. Accogliere Gesù è avere la vita soprannaturale. La vita trinitaria, la trasformazione dell’uomo. Il Corpo Mistico. I veri valori.

4 Meditazione. Gesù e la lotta al peccato. Mt 9180. La vera paralisi. Le conseguenze. La lotta, i rimedi. La gioia della liberazione.

5 Meditazione. Gesù e il perdono. Gv 10. Le condizioni per una vita piena e bella. L’aiuto che ci dona Gesù. Non ci lascia mancare nulla. La grazia attuale.

6 Meditazione. Gesù ci rinnova. Mt 11.

178 Cfr Lc 5,4-1. 179 Cfr Mt 16,16. 180 Cfr Mt 9,1-7. Accogliere la parola: meditazione. Accogliere il suo intervento nei sacramenti, particolarmente nella confessione. Esame su due eccessi: fa tutto Lui io non devo fare nulla; faccio tutto io. La serietà della preparazione e l’impegno.

7 Meditazione. Gesù Sacerdote. Lc 22. Il sacrificio della Croce. Si rinnova nella Eucarestia. Sacerdote e vittima. La nostra chiamata alla partecipazione; anche noi sacerdoti e vittime per la salvezza del mondo. La comprensione della Messa. Il nostro contributo alla salvezza del mondo.

8 Meditazione. Gesù e la Purezza. Mc 5. L’indemoniato di Gerasa181. Le tentazioni, l’assalto delle forze del male. Le convinzioni di ordine naturale e di fede base della purezza. La vittoria sul rispetto umano. Come si deve realizzare una purezza positiva. I grandi beni d’essere puri per sé e per gli altri.

9 Meditazione. Il programma. Lc 13,18 sq. La vita si deve affermare e crescere. Nuova vita, nuovi parametri; segnare la strada. 1) L’incontro con Gesù. L’amicizia con Gesù. Preghiera confidente, davanti al Tabernacolo. 2) Santificazione della festa. Creazione. Risurrezione. Pentecoste. Giorno del ringraziamento, dell’incontro con Gesù risorto; giorno della Chiesa. Liturgia. Amicizia. Carità. 3) La preghiera. Meditazione. Necessità, valore.

10 Meditazione. Il programma. Lc 12,8 sq. 4) La virtù su l’esempio di Gesù. 5) I sacramenti specialmente la Confessione. 6) La direzione spirituale. 7) La testimonianza; fortezza. 8) La casa. 9) La scuola. 10) La Parrocchia 11) Il gruppo.

181 Cfr Mc 5,1-20.

(12) Esercizi Spirituali al Gruppo della “Amicizia” Cervarezza, 19-20-21 Settembre 1980

Introduzione. Mc 1,14 sq. “Il tempo è compiuto”. Tempo di ascolto, di vera conversione. Come ascoltare la parola e come corrispondervi. Adorazione. Amore. Impegno. Silenzio.

1 Meditazione. Chi è Gesù. Gv 14,5. Vero Dio, vero uomo. Stupore. Fede. Come è la nostra fede. La fede bambina e iniziale. Indagine. Verifica. Convinzioni. Giovanni urla (Gv 1,16). Il fondamento dell’esistenza. La gioia. Lo sviluppo.

2 Meditazione. Gesù la Verità. Gv 8,12 sq. Il Verbo ci dà tutta la verità; solo Lui ce la dona. La dà sulla vita e il suo senso, sul dolore, sulla morte, sul lavoro, sulle relazioni. Come il mondo è nell’oscurità. La nostra adesione a Cristo. Come è. Quanta convinzione. Le nozioni di bene e di male. La formazione della nostra coscienza. Come è facile deformarla. I mezzi per renderla retta e sicura.

3 Meditazione. Gesù è la vita. Gv 3. Nuova nascita, uomo nuovo, vita nuova in tutte le sue manifestazioni. Ef 4182. Col 2. 3. Saperlo e realizzarlo. Stimare lo stato di grazia e la crescita. Come attuarlo.

4 Meditazione. Gesù e il peccato. Mt 9183. La paralisi del peccato e le sue conseguenze. Come lo giudica Dio. La Passione di Gesù, la sua agonia (Lc 22) per il peccato. I castighi, le tristezze. La non-collaborazione con Dio. Vedere che uso abbiamo fatto dei suoi doni naturali e soprannaturali.

5 Meditazione. Gesù e le Beatitudini. Lc 6184. Una questione di fondo. Il baricentro. I veri valori. Le nostre tentazioni. Come combatterle.

182 Cfr Ef 4,17-31. 183 Cfr Mt 9,1-7. 184 Cfr Lc 6,20-22. Il lavoro di purificazione. Il rifiuto del mondo. Gv 3: verificare i veri motivi della vita di ogni giorno.

6 Meditazione. Gesù Sacerdote. Lc 22; Eb 5. Sacerdote e vittima. La continuazione nell’Eucarestia. Il nostro sacerdozio, la nostra parte. Una vera conversione.

7 Meditazione. Gesù Carità. Mt 25. Il giudizio sulla carità185. La centralità del precetto. Le parole di Gesù nel discorso della Montagna. Carità soprannaturale, concreta, universale. L’esercizio della carità.

8 Meditazione. Gesù Purezza. Lc 11,27-36. Con Gesù risolvere i problemi, in Lui e con il suo aiuto. Il problema della sessualità e dell’amore. La visione giusta. La dignità e la missione dell’uomo e del cristiano. Come prepararsi. Educarsi ad amare e ad essere amati.

9 Meditazione. Il programma. Lc 24. Emmaus186. Il suo nuovo tipo di presenza. La sua necessità e la sua presenza. Rapporti nuovi e fervidi, quotidiani. 1) L’amicizia con Lui. Lo sviluppo di questa amicizia. La preghiera vera, preghiera ascolto, la preghiera in progresso. La gioia della preghiera. La meditazione. 2) La santificazione della domenica: creazione, redenzione, Pentecoste. Liturgia, amicizia, carità. 3) La preghiera personale.

10 Meditazione. Il programma. Mt 14,22. Cammina sulle acque con Pietro187. 4) Le virtù, imitazione di Gesù. 5) I sacramenti. 6) La direzione spirituale. 7) La testimonianza in casa, sul lavoro, in Parrocchia, nel gruppo.

11 Meditazione. Gesù e la Madonna. Gv 19. “Ecco tua Madre”188. Per essere veri figli bisogna conoscerla bene nelle sue grandezze, amarla e invocarla. Le particolari devozioni.

185 Cfr Mt 25,31-46. 186 Cfr Lc 24,13-35. 187 Cfr Mt 14,29. 188 Gv 19,27.

(13) Esercizi spirituali al Gruppo “Donne” Cervarezza, 23-24-25 Settembre 1980

1 Meditazione. L’incontro con Gesù. Lc 18,35. Cieco di Gerico189. La fede. Chiara e vera. Sicura. Porre tutto nella fede. Non avere deformazioni o tentennamenti. Lo spirito di fede. L’aumento nella fede.

2 Meditazione. L’Incarnazione del Figlio di Dio. Gv 8,12 sq. Gesù Luce ci guida al Padre e ci fa capire chi è il Padre Dio. L’adorazione è l’atteggiamento primo e fondamentale. Quindi il fare la sua volontà, il cercare di fare ciò che a Lui piace, il lasciarci guidare, l’obbedire. La vittoria sulla nostra stolta autonomia. Il non cercare noi stessi e la nostra gloria. Come è il nostro spirito di adorazione nella preghiera e in tutta la vita. Non cercare il risultato e la soddisfazione nel dovere e nelle opere di apostolato. Continuiamo nello spirito dell’Incarnazione. È il primo e perenne atteggiamento di Gesù: cercare la gloria e il piacere del Padre. Domandargli una partecipazione alla grazia del suo mistero. Vivere nello spirito della Chiesa corpo di Cristo. Recitare il salmo 82.

3 Meditazione. Gesù vita. Gv 7,14-37. L’acqua vita. Lo Spirito Santo e i suoi doni. Lo Spirito Santo nel nostro cuore. Ap 22. La vera santità e il cammino. Lo stagnare facile. La legge della crescita.

4 Meditazione. Le tentazioni e il peccato. Lc 4190. Gesù ci ha ottenuto la grazia della vittoria. Riconoscerle, combatterle. Modo di umiltà e di confidenza. Fare penitenza dei nostri peccati. Pericoli per noi e per gli altri se per negligenza non le riconosciamo e non le vinciamo.

5 Meditazione. Seguire Gesù. Mt 16,21 sq. Accettare come Lui la volontà del Padre, accettare la vita come prova e come tribolazione.

189 Cfr Lc 18,35-43. 190 Cfr Lc 4,1-13. Meditazione della Passione di Gesù (Lc 22). La nostra pazienza e la nostra serenità; comunicare allo spirito di penitenza di Gesù sulla Croce. Santificare così la vita.

6 Meditazione. L’Eucarestia sacrificio. Gv 6,48. Gesù dà la vita nella sua morte e sacrificio. Gesù sacerdote e vittima. L’Eucarestia. Noi sacerdoti e vittime: come partecipare alla Messa.

7 Meditazione. Unione vitale con Gesù. Mc 3,1 sq. Gesù è per noi. Bisogna toccarlo cioè rimanere vitalmente uniti a Lui. La santa umanità di Gesù influisce su di noi con il suo Spirito, con la grazia che dona a noi, con il suo influsso. Revisione su questi tre punti. Propositi sulla docilità allo Spirito, su l’Eucarestia specialmente Tabernacolo, sul raccoglimento, su l’invocazione.

8 Meditazione. Le virtù di Gesù. Mt 11. “Venite”191. Seguire Gesù: amore verso il Padre e verso i fratelli. La strada è la sua: essere poveri, casti e obbedienti. Volere la perfezione. Come realizzare il distacco. La perfezione della castità nella vita coniugale. Esempio di Gesù, obbediente fino alla morte.

9 Meditazione. Gesù centro e la preghiera. Lc 24. Emmaus192. La sua nuova presenza di risorto. La gioia della sua presenza. Come viverla. Come indirizzare a lui tutta la nostra vita. La presenza di Gesù nella liturgia. Come partecipare e vivere. La necessità della lode. La riforma della preghiera. La meditazione.

10 Meditazione. La nostra testimonianza a Gesù. Lc 7,36. La peccatrice perdonata193. La nostra vita deve essere amore a Gesù. La delicatezza. Il nostro impegno di virtù ricopiando lui. I mezzi che dobbiamo prendere per aiutare la nostra debolezza: sacramenti, direzione spirituale. La testimonianza in casa, sul lavoro, in Parrocchia, nel gruppo.

11 Meditazione. Gesù e la Madonna. Gv 2. Cana194.

191 Mt 11,28. 192 Cfr Lc 24,13-35. 193 Cfr Lc 7,36-50. L’opera della Vergine nel piano della salvezza. Il disegno di Dio. Importanza della nostra devozione. Come attuarla. Gv 19.

194 Cfr Gv 2,1-11.

(14) Esercizi Spirituali al Gruppo “San Domenico Savio” e ad altri Cervarezza, 26-27-28 Settembre 1980

Introduzione. Gv 1,35. Gli Esercizi incontro e ascolto. Come accogliere la parola della Bibbia. “Venite e vedete”195. Rimanere nella sua casa. Disponibilità alla conversione. Silenzio interiore. Lavoro fervido. Penitenza.

1 Meditazione. Chi è Gesù. Gv 1,1 sq. Il verbo si è fatto carne196. La grandezza di Gesù Figlio di Dio e vero uomo. La nostra fede: quanta chiarezza e sicurezza si esige. Lo sviluppo della fede. Una fede bambina e oscura. L’impegno forte che si esige per la maturazione della fede. Lo studio, la meditazione, la preghiera.

2 Meditazione. Gesù vera via. Gv 14. Gesù ci ha redento portandoci una novità di vita. Figli di Dio, lo Spirito Santo. Lo Spirito che è in noi è l’amore infinito di Dio; ci consacra, ci dona la grazia, ci guida. È Lui la guida della nostra vita, su cui si deve basare la nostra morale. L’amore è la nostra legge. Un figlio di Dio ha il suo comportamento e la sua regola. La morale rivelata, quale sicurezza e forza.

3 Meditazione. Gesù nostra vita. Mc 3. “Lo toccavano”197. Esce la salvezza dalla umanità di Gesù. La nostra incorporazione. Lo Spirito Santo in noi. È lui che guida i figli di Dio. Il comportamento cristiano. La nostra vera forza. Come realizzare il ricupero. Interiorità della legge (Mt 6).

4 Meditazione. Gesù e il peccato. Gv 12,20 sq. Gesù Redentore. Ciò che ha sofferto. Il suo sangue (Lc 22198) sparso. Solo in questa luce si valuta il male. È contro l’amore infinito.

195 Gv 1,39. 196 Gv 1,14. 197 Cfr Mc 3,10. 198 Cfr Lc 22,20. Capire bene la nostra responsabilità. Convertirci con una decisione assoluta. Penitenza.

5 Meditazione. Le tentazioni. Lc 4199. Gesù ci è esempio e ci comunica la forza. Le nostre grandi tentazioni. Vita comoda e disimpegno. L’ambizione. L’egoismo. I compromessi. L’ascetica da adottare.

6 Meditazione. Gesù e l’Eucaristia. Lc 12,49. La sua volontà di Redenzione mediante il sacrificio della Croce. Sacerdote e vittima. L’istituzione dell’Eucarestia e la continuazione del sacrificio nella Messa.

7 Meditazione. Gesù e la Purezza. Lc 7,36. La peccatrice perdonata200. È tutto questione di amore. Bisogna rispettare e amare. La legge della vita è legge di amore. Come educarci all’amore. La purezza è condizione di tutto lo sviluppo della personalità e della fede.

8 Meditazione. Gesù e la carità. Mt 25. La condanna di chi non ha amato i fratelli201. Quali regole della carità dal discorso della montagna. Perchè un cristiano deve amare: vedendo Gesù negli altri, amando come Lui. La Trinità. Non basta la carità laica. Come esercitare la carità.

9 Meditazione. La presenza di Gesù nella vita. Mc 4,35. La tempesta sedata202. Necessità della sua presenza e del suo aiuto. Le nuove relazioni con Gesù. Come si arriva a una vera amicizia: conoscenza, amore, confidenza. È il centro del programma particolarmente di quest’anno.

10 Meditazione. Il programma. Mc 9,14. “Aiutami nella mia incredulità”203. Vivere di fede e prendere i mezzi. Liturgia. Preghiera. Sacramenti. Direzione Spirituale. Dare testimonianza in casa, sul lavoro, in Parrocchia, nel gruppo.

11 Meditazione. Gesù e la Madonna. Lc 2. Simeone e l’offerta204.

199 Cfr Lc 4,1-13. 200 Cfr Lc 7,36-50. 201 Cfr Mt 25,31-46. 202 Cfr Mc 4,35-41. 203 Mc 9,24. 204 Cfr Lc 2,22-35. Maria Santissima nel piano della salvezza. La sua missione, il suo aiuto e disponibilità. La nostra devozione: come deve articolarsi. Una maturità, una logica.

(15) Esercizi Spirituali alla Comunità della Pentecoste Sant’Ilario, 29-30 Settembre / 1 Ottobre 1980

Introduzione. Lc 6,6. La mano inaridita205. “Si mise a insegnare”206. Esercizi tempo privilegiato per ascoltare Lui. “Aveva la mano destra inaridita”207. Digitus paternae dexterae208. Ascoltare lo Spirito e lasciarsi guidare. Non rendere infruttuosa la sua presenza e la sua azione. “Alzati e mettiti nel mezzo”209. La nostra collaborazione anche con la fatica e la penitenza. “Volgendo attorno lo sguardo”210. Esercizi anche fatto comunitario. “Stendi la mano”211. Azione della sua grazia per un rinnovamento completo.

1 Meditazione. Gesù Figlio di Dio. Gv 1. Il Verbo. La nostra accoglienza. Partecipare alla grazia dell’Incarnazione. Stupore. Contemplazione. Fede, spirito di fede. Dappertutto. Vedere, stimare, scegliere. Vittoria sull’umano.

2 Meditazione. Gesù Rivelatore della Trinità. Gv 14. “Chi vede me”212. Sentire la nostra vocazione, chiamati alla conoscenza e alla comunione con la Trinità. Ringraziamento, gioia, amore, servizio. Come è stata e come deve essere la nostra devozione trinitaria.

3 Meditazione. Gesù il Redentore. Lc 2. La Presentazione213. Incarnato e offerto. La disposizione di Gesù. Noi offerti con Lui assieme a Maria Santissima. La nostra volontà, le nostre contraddizioni, i nostri dolori. Anche noi redentori e disposti.

4 Meditazione. Le tentazioni.

205 Cfr Lc 6,6-11. 206 Lc 6,6. 207 Ibidem. 208 “Dito della mano di Dio” (Cfr INNO Veni Creator Spiritus). 209 Lc 6,8. 210 Lc 6,10. 211 Ibidem. 212 Gv 14,9. 213 Cfr Lc 2,22-35. Lc 4214. L’esempio di Gesù. Le nostre scelte e le nostre tentazioni. Il comodo, l’orgoglio, l’apparenza. Le nostre tentazioni personali, quelle della famiglia, quelle della comunità.

5 Meditazione. Gesù e il peccato. Lc 11,14 sq. L’azione di Satana. La lotta contro il male. Il vincere i nostri peccati e i nostri difetti. La confidenza in Lui per i peccati passati, poi i presenti per la vittoria futura. Lui ha vinto. Come con la penitenza e la generosità ci dobbiamo unire alla sua vittoria.

6 Meditazione. La Croce di Gesù. Gv 12. Il grano che muore215. Come Gesù ha attuato la salvezza. La sua Passione e Morte. Amare la sua Croce. Leggerla. Seguire la sua linea.

7 Meditazione. Gesù Sacerdote. Lc 22. Eucaristia216. Sacerdote e vittima anche sull’Altare. Il nostro modo di parteciparvi e di vivere la Messa.

8 Meditazione. Gesù è il Povero. Mc 12,41. Gli spiccioli della vedova217. Gesù ama chi dona tutto. Avere Dio come unica grande ricchezza, una grande sicurezza. Educarsi allo spirito di distacco, alla grande generosità piena. Come essere poveri. Ognuno per sé, per la propria famiglia, per la comunità. I motivi di fede della povertà e i grandi profitti.

9 Meditazione. Gesù e la Purezza. Gv 14,15 sq. Lo Spirito Santo insegna ai figli di Dio il loro atteggiamento, il gusto, la nobiltà. Insegna ad amare, insegna la castità in conformità alla vocazione. Nel Matrimonio sotto la sua guida dovete tendere sempre alla perfezione dell’amore, alla delicatezza. Cioè vivere con pienezza il sacramento del Matrimonio e tendere al dono vicendevole come la strada della santità.

10 Meditazione. La missione dei discepoli di Gesù. Lc 10,1 sq. Mandati come Gesù.

214 Cfr Lc 4,1-13. 215 Cfr Gv 12,24. 216 Cfr Lc 22,14-20. 217 Cfr Mc 12,42. Dobbiamo seguirlo e fare quanto ci ha detto. Obbedienza al Padre, obbedienza alla Chiesa, non per nostra iniziativa o a nostro criterio, ma le parole volute da Lui. Nella Chiesa obbedienza, collaborazione, direzione spirituale. Carità agli altri con il cuore aperto.

11 Meditazione. Gesù e la Madonna. Lc 1,65. Benedictus218. Commento alla opera di Maria per la salvezza. “Nella casa di Davide”219. La devozione.

218 Lc 1,68-79. 219 Lc 1,69.

(16) Esercizi Spirituali alla Comunità della Natività Sant’Ilario, 6-7-8 Ottobre 1980

Introduzione. Lc 1,64. Il Benedictus220. L’annuncio gioioso della salvezza. La nostra disponibilità, l’adesione, la ricerca, lo sforzo. La penitenza, il silenzio.

1 Meditazione. La Fede viva nell’Incarnazione. Lc 2. La Natività221. Dallo stupore alla fede. La fede profonda. Come si attua. La fede virtù e la fede conquista. La fede in crescita. Lo spirito di fede.

2 Meditazione. Gesù Redentore. Lc 2. Presentazione222. Gesù si offre. La Redenzione, la volontà del Padre. La nostra offerta. La scelta del tipo di vita, l’adeguazione, la coscienza.

3 Meditazione. Gesù Maestro. Gv 1,35. I discepoli. Come diventare totalmente suoi. Gesù datore di una nuova vita. Le ricchezze immense che ci dona. Lo Spirito Santo e la grazia santificante. Come crescere in grazia.

4 Meditazione. Le tentazioni. Lc 4223. Le tentazioni di Gesù e le nostre. Le costanti nella vita spirituale. Le prove. Riconoscere le vere tentazioni. Come combatterle.

5 Meditazione. Gesù e il peccato. Gv 12. Il grano di frumento224. Quanto ha amato e quanto ha sofferto Gesù per espiare i peccati. La nostra partecipazione alla sua penitenza.

6 Meditazione. La penitenza. Mt 17,14. I peccati individuali, famigliari, comunitari. Il piano concreto di vittoria.

7 Meditazione. L’Eucarestia sacrificio. Lc 22. “Questo è il mio corpo”225. Sacerdote e vittima.

220 Lc 1,64-79. 221 Cfr Lc 2,6-7. 222 Cfr Lc 2,22-35. 223 Cfr Lc 4,1-13. 224 Cfr Gv 12,24. La nostra partecipazione.

8 Meditazione. Gesù e la povertà. Lc 14,28226. Il costruire una torre nel regno di Dio. Spirito di distacco. L’esempio di Gesù, la sua disponibilità di amore. Povertà come amore verso Dio e i fratelli.

9 Meditazione. L’unione con Gesù. Gv 14. “Chi vede me”227. Gesù centro e modello della nostra vita. Come sviluppare l’amicizia con Gesù. L’unione progressiva. La sicurezza e la gioia.

10 Meditazione. Il servizio nella Chiesa. Lc 24. Emmaus228. La presenza di Gesù: nella sua azione, nella liturgia, nella Chiesa e nel sacerdote, nella parola, nella comunità.

225 Lc 22,19. 226 Cfr Lc 14,28-33. 227 Gv 14,9. 228 Cfr Lc 24,13-35.

(17) Esercizi Spirituali al Gruppo “San Giovanni Bosco” Cervarezza, 10-11-12 Ottobre 1980

Introduzione. Lc 19. Ingresso di Gesù a Gerusalemme229. Andare incontro a Gesù con fede e entusiasmo. “Benedetto colui che viene”230. Sentire la nostra responsabilità. “Gerusalemme”231. Contriti, risoluti, con fortezza. Altrimenti “gridano le pietre”232.

1 Meditazione. Gesù Uomo-Dio. Gv 1. Il Verbo si è fatto carne233. Vero Dio, vero uomo. Il nostro vero incontro con Lui. La nostra esperienza. Lo stupore. La fede. Verificare la nostra fede. Fede bambina. Incertezze, dubbi. Ciò che ostacola la fede. Ciò che accresce la fede.

2 Meditazione. Gesù Maestro. Lc 2. La Natività234. L’esempio di Gesù. La rivelazione sul valore delle cose. Accettare la rivelazione sulla morale. Il senso della vita. La nozione di bene e di male. La coscienza. Verificare tutta l’impostazione.

3 Meditazione. Gesù Redentore. Lc 2. La Presentazione235. Gesù offerto per la volontà del Padre. La sua disponibilità, il suo amore al Padre e agli uomini. Come noi dobbiamo seguire Gesù. Il nostro dono di essere figli per Lui. Il nostro atteggiamento. Guidare tutto nella volontà di Dio.

4 Meditazione. La scelta di vita di Gesù e la nostra. Lc 4. Le tentazioni236. La nostra scelta. Tentazioni palesi e occulte. Come Gesù ci insegna. Tentazione di comodo e di vita facile, di orgoglio e di confidenza eccessiva nelle nostre forze (pelagiani); tentazione di isolamento, di avarizia, di sensualità, di pigrizia, di chiusura ecc...

229 Cfr Lc 19,28-38. 230 Lc 19,38. 231 Cfr Lc 19,41-44. 232 Cfr Lc 19,40. 233 Gv 1,14. 234 Cfr Lc 2,6-7. 235 Cfr Lc 2,22-35. 236 Cfr Lc 4,1-13. Come vincere le tentazioni.

5 Meditazione. La Passione di Gesù. Gv 12. Il chicco di grano237. La sua ora. Ciò che ha sofferto Gesù: agonia nell’orto, Giuda, Pietro, i tribunali, la Croce. Perchè ha sofferto. Il rifiuto del peccato. La penitenza per i peccati. Le nostre confessioni. Come meditare la Passione del Signore.

6 Meditazione. La preghiera. Gv 14. “Chi conosce me”238. Necessità e grandezza della preghiera. Gesù prega in noi. Come fare a pregare: liberare il cuore dal peccato e dalle altre cose che impediscono; mettersi alla sua presenza cioè una viva fede, ascolto. Gesù ci parla e ci svela il Padre, ci parla di sé e del suo piano di salvezza, del suo amore, dei suoi doni; risposta nostra, confidenza, apertura, gioia. Elogio della meditazione e del Rosario. Come vincere le distrazioni. L’impegno per una preghiera matura.

7 Meditazione. La Povertà. Lc 12. Che cosa conta? Il necessario distacco. La perfezione, l’impegno di aderire a Cristo Re. Come attuare lo spirito di povertà.

8 Meditazione. La Purezza. Gv 14. La consacrazione e la guida dello Spirito Santo anche nella purezza, che è la virtù del sapere amare. Educarsi all’amore, al dono.

9 Meditazione. L’amore alla Chiesa. Gv 21. “Simone, mi ami tu?”239. Cristo ha amato la Chiesa e l’ha voluta per la salvezza. Il nostro posto nella Chiesa (1Cor 12). L’obbedienza nella Chiesa. L’attività nella Chiesa.

10 Meditazione. Le opere unite a Gesù. Gv 5,30 sq. “Egli era una lampada che arde e risplende”. Che cosa è necessario per ardere: amicizia viva con Gesù, la preghiera, la liturgia, i Sacramenti. Che cosa è necessario per risplendere: la missionarietà, il sentire di dover dare testimonianza in casa, tra gli amici, in Parrocchia, sul lavoro.

237 Cfr Gv 12,24. 238 Gv 14,9. 239 Cfr Gv 21,15-17.

(18) Esercizi Spirituali al gruppo “Uomini” Sant’Ilario, 13-14-15 Ottobre 1980

1 Meditazione. Chi è Gesù. Gv 1,1 sq. Il Verbo. Incontro vero con Gesù vero. La vivacità e la contemplazione della fede.

2 Meditazione. Il dono di Gesù. Gv 14,6. La vita trinitaria partecipata all’uomo. Come vivere in pienezza lo spirito di adozione.

3 Meditazione. Il significato dell’Incarnazione. Lc 2. “Andiamo a Betlemme”240. Ciò che ci insegna la nascita di Gesù.

4 Meditazione. Gesù Redentore. Lc 2. Offerta al Tempio241. Gesù è venuto per offrirsi e immolarsi. La nostra scelta di vita. La nostra coscienza. Come dobbiamo vivere la fede.

5 Meditazione. Le tentazioni. Lc 4242. Perchè Gesù ha permesso la tentazione. Le nostre tentazioni palesi e occulte. Come conoscerle e come vincerle.

6 Meditazione. La Passione di Gesù. Gv 12. Il chicco di frumento243. L’amore di Gesù nella Passione. Come meditare. La Croce.

7 Meditazione. La Chiesa di Gesù. Gv 1,35. Come Gesù ha voluto la Chiesa e come l’ha amata. La istituzione e il Corpo mistico. Il nostro posto e la nostra attività. La carità ecclesiale. L’obbedienza.

8 Meditazione. La povertà. Lc 12,13. Lo spirito e l’esempio di Gesù.

240 Lc 2,15. 241 Cfr Lc 2,22-35. 242 Cfr Lc 4,1-13. 243 Gv 12,24. Fare come Lui. Il distacco (vv. 13-21); la serenità e la libertà (vv. 22-31). La povertà come imitazione di Gesù (vv. 32-34).

9 Meditazione. La castità. Lc 24. Gesù che si accompagna. Il senso dell’amore. Amore come dono e come missione. I figli. Essere dono: esempio in ogni virtù. Pazienza, umiltà, equilibrio.

10 Meditazione. Il programma. Gv 5,30 sq. La comunione stretta con Gesù. Una fervida amicizia. Cristocentrismo. Mihi vivere244. Ardere con la preghiera, con la liturgia, coi sacramenti. Olio nelle lampade. Splendere con la testimonianza.

11 Meditazione. L’opera della Madonna. Gv 2. “Non hanno più vino”245. Maria Santissima nel disegno provvidenziale della salvezza. Come l’ha preparato. Come ha corrisposto. Come è diventata. La nostra devozione a Lei. Come deve essere e come si deve manifestare. Il Rosario, quale meditazione pregando. Maria ci conduce facendoci penetrare nei misteri di Gesù.

244 Nella NOVA VULGATA: “Mihi enim vivere Christus – Per me infatti il vivere è Cristo (Fil 1,21). 245 Gv 2,3.

(19) Esercizi Spirituali ai Gruppi “Santa Eulalia” ed “Eucaristia” Sant’Ilario, 16-17-18 Ottobre 1980

Introduzione. Mc 3,1 sq. La mano secca. “Gli si gettavano addosso”246. Le disposizioni di coraggio, di umiltà, di ascolto, di fede. Generosità e disponibilità totale. Penitenza.

1 Meditazione. I misteri gaudiosi: l’Incarnazione. Lc 1,26. L’Annunciazione247. Chi è che viene. Il Verbo di Dio. Incontrarsi con Gesù vero Dio e vero uomo. Gioia, stupore, meraviglia, fede. Indagine sulla solidità e vivacità della nostra fede. Gli ostacoli.

2 Meditazione. La Visitazione. Gesù ci dona. Lc 1. L’Incarnazione fonte di ogni bene. Accogliere. La prontezza e lo spirito di fede. La formazione di una coscienza retta nella fede.

3 Meditazione. La nascita di Gesù. “Andiamo a Betlemme”248. Lc 2. L’esempio che ci ha dato Gesù. Soprattutto l’umiltà. Esame su questa virtù.

4 Meditazione. La Presentazione. Lc 2249. Incarnato e subito offerto. La Redenzione. La nostra disponibilità. “Segno di contraddizione”250. La fortezza e la coerenza della nostra fede.

5 Meditazione. L’agonia nell’orto. Lc 22251. La sua sofferenza e i nostri peccati. Come valutare i peccati e come convertirci. Le nostre tentazioni.

6 Meditazione. Gesù Sacerdote e vittima. Gv 12. Il chicco di grano252.

246 Mc 3,10. 247 Cfr Lc 1,26-38. 248 Lc 2,15. 249 Cfr Lc 2,22-35. 250 Lc 2,34. 251 Cfr Lc 22,39-46. 252 Cfr Gv 12,24. Sacerdote dall’Incarnazione. Come si è immolato, come continua a immolarsi nell’Eucarestia. La nostra parte.

7 Meditazione. Gesù al Calvario. Lc 23,26 sq. Il legno verde e il secco. Come costruirci. Il discorso di fare delle virtù vere e forti. Che lavoro ci resta da fare.

8 Meditazione. Gesù muore. Gv 19,17 sq. Muore per amore nostro. La vittoria sul peccato. I peccati facili. L’impurità. Costruire una purezza positiva. Educarsi ad amare.

9 Meditazione. La Risurrezione. Lc 24. Emmaus253. La presenza di Gesù. L’imitazione di Gesù. La preghiera. Come deve essere e come si deve sviluppare.

10 Meditazione. I propositi. Gv 21. “Mi ami tu?”254. Lo sforzo per tradurre in pratica l’amore a Gesù. La liturgia, la virtù, la testimonianza

253 Cfr Lc 24,13-35. 254 Cfr Gv 21,15-17.

(20) Esercizi Spirituali al Gruppo del “Sacro Cuore” Sant’Ilario, 20-21-22 Ottobre 1980

1 Meditazione. Gesù è il nostro Dio. Lc 2. “Andiamo fino a Betlem”255. Il nostro incontro con Gesù. La nostra fede. L’esperienza di fede. La vivacità e la gioia della fede.

2 Meditazione. Gesù via, verità e vita. Gv 14. “Chi vede me”256. Gesù entra in noi e ci conduce alla Santissima Trinità. Consacrare tutto l’uomo. Figli di Dio. Nuova realtà. Tutto in Lui. La nostra coscienza e la sua formazione.

3 Meditazione. Gesù modello. Lc 4. Le tentazioni257. Gesù sceglie una via scomoda. Ci invita a seguirlo. Ci promette il suo aiuto. Individuare le tentazioni e essere sicuri sulla sua parola di vincerle. La virtù della confidenza e della speranza. Le più facili tentazioni della vita. Unirci a Gesù vincitore e godere della sua presenza.

4 Meditazione. Gesù e il peccato. Gv 12. Il grano di frumento258. La lotta e la sofferenza per il peccato. La desolante nostra mediocrità. I difetti. La causa delle nostre persistenti debolezze. Detestare e piangere i peccati. Fare penitenza, volontà decisa.

5 Meditazione. La sequela di Gesù. Gv 1,35. “Venite e vedrete”259. La chiamata alla santità. La nostra particolare vocazione. Le vere virtù.

6 Meditazione. Gesù sacerdote e vittima. Lc 22. L’ultima cena260. La partecipazione alla Messa. La nostra opera.

255 Lc 2,15. 256 Gv 14,9. 257 Cfr Lc 4,1-13. 258 Gv 12,24. 259 Gv 1,39. 260 Cfr Lc 22,14-20. 7 Meditazione. La Passione di Gesù. Lc 22. L’agonia nell’orto261. L’amore dimostrato da Gesù. Imparare a partecipare a questo amore. La virtù della carità verso Dio e il prossimo.

8 Meditazione. La preghiera. Mt 17. La trasfigurazione262. Come deve essere la preghiera. La preparazione e l’impegno. La meditazione.

9 Meditazione. Gesù e la Chiesa. Gv 21. Genezareth263. La presenza di Gesù nella Chiesa. La nostra appartenenza alla Chiesa. Le grazie e i carismi. I nostri compiti.

10 Meditazione. Il programma. Gv 5. Il Battista264. Ardere e illuminare. La parabola delle vergini265. I rifornimenti. La testimonianza in casa, lavoro, parrocchia.

261 Cfr Lc 22,39-46. 262 Cfr Mt 17,1-8. 263 Cfr Gv 21,1-19. 264 Cfr Gv 5,33. 265 Cfr Mt 25,1-13.

(21) Esercizi Spirituali al Gruppo “Rosa mistica” Sant’Ilario, 23-24-25 Ottobre 1980

Introduzione. Gv 5. Il paralitico della piscina probatica266. Le nostre paralisi; la fede, la guarigione. Che cosa vuol dire tempo di Esercizi. Ascolto, esperienza, comunione, riflessione, umiltà, sforzo, penitenza.

1 Meditazione. Chi è Gesù (1° Gaudioso). Lc 1. Annunciazione267. L’accoglienza di Maria, la nostra accoglienza. La fede; come è maturata in noi. Come l’incontro con Gesù. La nostra vera esperienza. Esame sulla fede.

2 Meditazione. Che cosa dona Gesù. Lc 1. Visitazione268. Il dono dello Spirito Santo che ci consacra e ci fa figli di Dio. Credo nello Spirito Santo, in Lui Persona, nella sua opera. Che cosa opera in noi. La consacrazione, la guida. Ci insegna, ci fa forti. I nostri doveri. La formazione della coscienza.

3 Meditazione. Che cosa ci insegna Gesù. Lc 2. La nascita269. L’insegnamento della umiltà e della povertà. Che cosa è l’umiltà. La strada per l’umiltà. Verso Dio e verso il prossimo. Cercare i valori eterni.

4 Meditazione. Gesù il vincitore. Lc 2. Presentazione270. Gesù e noi con Lui in contrasto con il mondo. Posizione antitetica. Volere aderire totalmente a lui. Le forze che ci vogliono distaccare. Le tentazioni. Quali, riconoscerle, soprattutto le più insidiose, le occulte. Del comodo? Dell’orgoglio? Della sensualità? Dio è con noi. Cristo è il vincitore. Confidenza.

5 Meditazione. Gesù e il peccato. Gv 12. Il chicco di grano271.

266 Cfr Gv 5,1-14. 267 Cfr Lc 1,26-38. 268 Cfr Lc 1,39-45. 269 Cfr Lc 2,6-7. 270 Cfr Lc 2,22-35. 271 Gv 12,24. Con il suo sacrificio per amore ci ha salvati dal peccato. Come considerare il peccato. Liberarci. Vincere con l’amore la nostra debolezza e la nostra mediocrità. La penitenza e la mortificazione.

6 Meditazione. Gesù sacerdote e vittima. Lc 22. L’ultima cena272. Dall’Incarnazione sacerdote, si offre oblazione, agnello. Come vuole perpetuare nell’Eucarestia. La nostra parte.

7 Meditazione. Gesù chiama. Lc 23. La salita al Calvario273. Ci domanda di seguirlo. La vocazione di stato e di lavoro. La santificazione della vita ordinaria. Il superamento delle difficoltà quotidiane.

8 Meditazione. Gesù in Croce e la purezza. Gv 19. Muore in una donazione immensa di amore. Dobbiamo imparare l’amore; per Dio, noi stessi e il prossimo. L’amore nella vita secondo lo stato. Purezza: saper amare e saper farsi amare. Dignità, grandezza, impegno, decisione, missione, gioia. La crescita della purezza e della castità. Come cresce e come deve essere difesa. Virtù sociale.

9 Meditazione. La Risurrezione e la preghiera. Mc 16. “È risorto”274. La nostra partecipazione alla Risurrezione. Penetrare nel mistero. Gesù risorto vicino a noi nella preghiera. Come deve essere. Decisione di amicizia con Gesù e imitazione; sgombrare il cuore dal peccato e dagli affetti del peccato; liberare il cuore dalle altre cose; ascolto, risposta, preghiera diffusa. Come vincere le distrazioni e la pigrizia.

10 Meditazione. Il programma. Gv 21. Pesca275. Gesù ci ha voluto nella Chiesa: la sicurezza e la gioia. Cosa vuol dire Chiesa. La nostra parte, i carismi. L’obbedienza e la disponibilità, l’umiltà nel dare e nel ricevere. Di qui i propositi: 1) nell’essere simili al Capo, Gesù; 2) vivere la liturgia;

272 Cfr Lc 22,14-20. 273 Cfr Lc 23,26-32. 274 Mc 16,6. 275 Gv 21,6. 3) la preghiera personale; 4) la virtù; 5) i mezzi, sacramenti e direzione; 6) le testimonianze.

11 Meditazione. Gesù e sua Madre. Gv 2. Cana276. La funzione centrale della Madonna nell’opera della Redenzione. Valorizzare il Rosario.

276 Cfr Gv 2,1-1

(22) Esercizi Spirituali alle Comunità della Croce e della Presentazione Sant’Ilario, 27-28-29 Ottobre 1980

Introduzione. Mt 16,1. I segni dei tempi. È Gesù al quale dobbiamo guardare, al quale aderire. Con fede, con entusiasmo, con slancio. Nel silenzio, nel lavoro, nella penitenza attuiamo la riflessione.

1 Meditazione. Gesù Figlio di Dio. Gv 1. Il Verbo si è fatto carne277. La nostra esperienza nella fede. L’incontro con Gesù. La nostra preghiera, il movimento di fede.

2 Meditazione. Gesù via, verità vita. Gv 14. Non mi conosci?278 Le scelte di fede e di amore. La formazione della coscienza e la sua revisione.

3 Meditazione. Gesù umile. Lc 2. La nascita279. Incarnazione mistero di umiltà. L’invito all’umiltà. I danni e l’estensione dell’orgoglio. I propositi

4 Meditazione. Gesù obbediente. Lc 2. La Presentazione280. Gesù si offre alla volontà del Padre. L’obbedienza di Gesù. La nostra ricerca in tutto della volontà di Dio. Le nostre disposizioni. Come esercitare l’obbedienza.

5 Meditazione. Gesù povero. Lc 6. Le beatitudini281. L’insegnamento e l’esempio di Gesù. Quale deve essere il distacco nostro e lo spirito di povertà.

6 Meditazione. Gesù puro. Gv 14,15 sq. Le grazie dello Spirito Santo. L’amore viene da Lui. Come deve svilupparsi l’amore tra due sposi. La crescita. Il dialogo spirituale. La missione.

277 Cfr Gv 1,14. 278 Cfr Gv 14,9. 279 Cfr Lc 2,6-7. 280 Cfr Lc 2,22-35. 281 Cfr Lc 6,20-23.

7 Meditazione. Gesù Amore. Gv 13. La lavanda dei piedi282. Come ha amato e come ci ha insegnato la carità. La qualità del nostro amore. Come si deve estendere.

8 Meditazione. La Passione di Gesù. Lc 22. L’ultima Cena283. Gesù sacerdote e vittima. Come meditare la Passione. Necessità di porre la Croce a centro di tutta la vita. La celebrazione eucaristica. La nostra parte.

9 Meditazione. La preghiera. Mt 17. La trasfigurazione284. Gesù l’orante. La necessità di saper pregare. Preparazione alla preghiera. Ascolto, risposta. Le distrazioni.

10 Meditazione. Il programma. Lc 24. Emmaus285. Camminare con lui. Amicizia, comunione con lui. Ardere e illuminare. La liturgia, la preghiera personale e famigliare. I mezzi sacramentali. La direzione spirituale. Le testimonianze.

11 Meditazione. Gesù e la Madonna. Il Magnificat286. Maria modello delle nostre relazioni con Dio. Modello di preghiera e di adorazione, di creaturalità e di fede, di umiltà e di disponibilità, di ringraziamento. Seguirla perchè il Signore ce l’ha data proprio perchè avessimo il modello e l’aiuto.

282 Cfr Gv 13,1-20. 283 Cfr Lc 22,14-20. 284 Cfr Mt 17,1-8. 285 Cfr Lc 24,13-35. 286 Cfr Lc 1,46-55.

(23) Esercizi Spirituali alla Comunità dell’Ascensione Sant’Ilario, 3-4-5 Novembre 1980

Introduzione. Mt 11. “Venite a me”287. Le condizioni per essere ricevuti da Lui: la semplicità, la piccolezza, l’umiltà. In questi giorni grande desiderio di Lui e tanta voglia di ascoltarlo per sapere che cosa dobbiamo fare.

1 Meditazione. Conoscere Gesù. Gv 1. Il Verbo. Il mistero dell’Incarnazione. Gesù Uomo-Dio. La nostra fede. Solidità e freschezza. Necessità che cresca. Come la possiamo accrescere. Tutto nella fede.

2 Meditazione. Seguire Gesù. Gv 1. Diede il potere di diventare figli di Dio288. Che cosa ci ha portato Gesù. L’adozione a figli. La condotta di figli. Lo Spirito Santo in noi. La formazione della nostra coscienza. Le facili deformazioni. La santità e la crescita.

3 Meditazione. L’umiltà di Gesù. Lc 2. Betlemme. Il suo esempio. Importanza dell’umiltà, fondamento di tutte le virtù. Come dobbiamo conquistarla.

4 Meditazione. Le tentazioni. Lc 2. La Presentazione289. Il messianesimo scomodo. Come deve essere offerta la nostra vita. Quali le tentazioni che si oppongono al piano di Dio.

5 Meditazione. Gesù Sacerdote. Lc 22. L’ultima Cena290. Sacerdote e vittima nella Croce. Continua la sua azione nell’Eucarestia. Come partecipare alla Messa.

6 Meditazione. La Passione di Gesù e i peccati. Lc 22. Agonia291. L’amore di Gesù si manifesta al sommo nella Passione. Patì per i peccatori.

287 Mt 11,28. 288 Cfr Gv 1,12. 289 Cfr Lc 2,22-35. 290 Cfr Lc 22,14-20. 291 Cfr Lc 22,39-46. La considerazione sui nostri peccati e i rimedi per distruggerli e per non ricadervi.

7 Meditazione. La povertà di Gesù. Gv 5,33. L’esempio di Giovanni Battista. Come la povertà è imitazione di Gesù, per amore. Quale deve essere la povertà a livello individuale, famigliare e comunitario.

8 Meditazione. Gesù e la castità. Gv 14,15. Lo Spirito Santo ci insegna ad amare. La castità nasce dall’amore. Come deve essere l’amore tra due sposi. Quanta generosità e donazione per il sacramento che hanno ricevuto e per la missione che devono compiere. I mezzi naturali e soprannaturali.

9 Meditazione. Gesù e la preghiera. Mc 16. “È risorto”292. Comunione con Gesù risorto. La preghiera insegnata da Gesù e realizzata con Lui. Disposizioni alla preghiera. Ascolto. Colloquio. La contemplazione e la meditazione.

10 Meditazione. Il programma. At 1. L’Ascensione293. “Sarete battezzati nello Spirito Santo”294. Collaborare con lo Spirito che ci vuole simili a Gesù. Liturgia, preghiera personale, virtù. Mezzi. “Mi sarete testimoni”295. Il nostro impegno in tutti i doveri.

11 Meditazione. Gesù e la Madonna. Gv 2. Cana296. Come Dio l’ha preparata. Come lei ha svolto il suo compito assegnato nel piano della salvezza. Come noi dobbiamo acconsentire alla volontà di Dio e come con la nostra devozione a Maria dobbiamo andare a Gesù.

292 Mc 16,6. 293 Cfr At 1,6-11. 294 At 1,5. 295 At 1,8. 296 Cfr Gv 2,1-11. QUADERNO 37 - Gesù (1980) – SOMMARIO297 Chi è Gesù 2 Conoscere Gesù 7 Gesù Maestro 10 Gesù Amore 13 Gesù e il Padre 17 Gesù e la preghiera 22 L’imitazione di Gesù 24 Gesù e l’umiltà 27 Gesù Sacerdote 29 Gesù e la povertà 32 Gesù e l’obbedienza 33 Gesù e la misericordia 34 La presenza di Cristo nella Liturgia 37 Il Cuore di Gesù 40 Gesù Vita 43 Gli Esercizi Spirituali 47 Esercizi Spirituali comunità Risurrezione (15-17 Agosto) 49 Esercizi Spirituali comunità Visitazione (19-21 Agosto) 52 Esercizi Spirituali comunità Annunciazione (22-24 Agosto) 54 Esercizi Spirituali bambine 1° Media (26-27 Agosto) 57 Esercizi Spirituali ragazzi 3° Media (28-29 Agosto) 58 Esercizi Spirituali gruppo “Spirito Santo” (31 Agosto / 2 Settembre) 60 Esercizi Spirituali 3° Media Femminile (“Regina degli Angeli”) e 2° Media Femminile (3-5 Settembre) 63 Esercizi Spirituali gruppo “Gioia di Dio” (6-8 Settembre) 66 Esercizi Spirituali gruppi “Domus aurea”, “Magnificat” (9-11 Settembre).. 69 Esercizi Spirituali gruppo “Santa Maria della Vittoria” (12-14 Settembre) . 71 Esercizi Spirituali gruppi “Cenacolo”, “Gloria”, “Verbo” (15-17 Settembre) ...................................................................................................................... 74 Esercizi Spirituali gruppo “Amicizia” (19-21 Settembre) 76 Esercizi spirituali gruppo “Donne” (23-25 Settembre) 78 Esercizi Spirituali gruppo “San Domenico Savio” e altri (26-28 Settembre) 81 Esercizi Spirituali comunità Pentecoste (29 Settembre / 1 Ottobre) 84 Esercizi Spirituali comunità Natività (6-8 Ottobre) 87 Esercizi Spirituali gruppo “San Giovanni Bosco” (10-12 Ottobre) 89 Esercizi Spirituali gruppo “Uomini” (13-15 Ottobre) 91 Esercizi Spirituali gruppi “Santa Eulalia” ed “Eucaristia” (16-18 Ottobre)... 93 Esercizi Spirituali gruppo “Sacro Cuore” (20-22 Ottobre) 95 Esercizi Spirituali gruppo “Rosa mistica” (23-25 Ottobre) 97 Esercizi Spirituali comunità della Croce e della Presentazione (27-29 Ottobre) 100 Esercizi Spirituali comunità Ascensione (3-5 Novembre) 102 297 Inserito in fase di redazione.

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