QUADERNO 38
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Introduzione
1. Cor nostrum, Cor Christi2. Christum habitare per fidem in cordibus vestris, in caritate radicati et fundati3 (Ef 3,17). Sicut columba in foraminibus petrae4. Lo Spirito Santo ci introduca. Per l’intercessione della Beata Vergine: ella ha formato il Cuore di Gesù, ha dato le inclinazioni, le tendenze. Ella ce lo riveli, ci faccia sentire l’incanto, e il desiderio di conformarci.
1 All’inizio di questo quaderno don Pietro inserisce un primo indice, attribuendo a ciascuna argomentazione una lettera di riferimento, che apporrà puntualmente nel margine superiore del foglio all’inizio di ogni trattazione. Indice 1) Introduzione A 2) La devozione al Sacro Cuore B 3) Il Cuore di Gesù dono del Padre C 4) Il Sacro Cuore e la santità D 5) Il Sacro Cuore e la riparazione E 6) Il Sacro Cuore e la povertà F 7) Il Sacro Cuore e la castità G 8) Il Sacro Cuore e l’obbedienza H 9) Il Sacro Cuore e la preghiera I 10) Il Sacro Cuore e il peccato L 11) Il Sacro Cuore e il Cuore Immacolato di Maria M 12) Il Sacro Cuore e il Rosario N 13) Il Sacro Cuore e la Croce O 14) Il Sacro Cuore e la gioia P 15) Il Sacro Cuore e l’Eucarestia R Segue, immediatamente, questo secondo indice: 1. Introduzione 2. La devozione al Sacro Cuore 3. Gesù ci ha rivelato l’amore del Padre suo 4. Il Sacro Cuore principio e vita di santità 5. Il Cuore di Gesù e la vita di orazione 6. Il Cuore di Gesù nel mistero della Chiesa 7. Il Cuore di Gesù e la Croce 8. Il Sacro Cuore e la riparazione 9. Il Cuore di Gesù e la famiglia 10. Il Cuore di Gesù e il Cuore di Maria 11. Sacro Cuore di Gesù e il Rosario 12. Il Cuore di Gesù e lo Spirito Santo 13. Il Cuore di Gesù e l’Eucarestia 14. Il Cuore di Gesù e la Liturgia 15. Il Cuore di Gesù e la povertà 16. Il Cuore di Gesù e la purezza 17. Il Cuore di Gesù e l’obbedienza 18. La consacrazione al Sacro Cuore e il Battesimo 2 “Cuore nostro, Cuore di Cristo”. 3 “Che il Cristo abiti per la fede nei vostri cuori e così, radicati e fondati nella carità…” (Ef 3,17). 4 Nella NOVA VULGATA: “Columba mea, in foraminibus petrae – O mia colomba, che stai nelle fenditure della roccia” (Ct 2,14). Attingerete acqua con gioia alle sorgenti della salvezza (Is 12,3). “Ecco, oggi, offerto ai nostri occhi un altro segno divinissimo e di suprema speranza, cioè il Cuore sacratissimo di Gesù, sormontato dalla Croce, raggiante di splendidissimo candore tra le fiamme: in Lui sono da riporsi tutte le speranze, da Lui è da chiedere e da aspettare la salvezza degli uomini” (Leone XIII, Annum Sacrum5). “Da questo Cuore aperto dalla lancia discende la sorgente di acqua viva che zampilla fino alla vita eterna” (San Cipriano). “Immenso mare di inesauribile clemenza” (San Giovanni Crisostomo). “Come per la finestra dell’Arca entrarono gli animali che non dovevano perire nel diluvio, così nella ferita del Cuore di Gesù sono invitate ad entrare tutte le anime, affinché tutte si salvino” (Sant’Agostino). “Nell’adorabile Cuore di Gesù noi troviamo tutte le armi proprie per la nostra difesa, tutti i rimedi per la guarigione dei nostri mali” (San Pier Damiani). “O dolcissimo Gesù, quale tesoro di ricchezze Voi adunate nel Vostro Cuore. Oh! quanto è buono e come è giocondo abitare in questo Cuore” (San Bernardo). “O amabile piaga! per te mi si aperse la via per giungere fino all’intimità del Cuore del mio Gesù e per stabilirvi la mia dimora” (San Bonaventura). “Ho salvato il mondo con la croce nella mia passione. Ora lo voglio salvare mostrandogli il mio Cuore, oceano delle mie infinite misericordie” (a Santa Margherita)6.
2. Tolle et lege7. Il Cuore di Gesù è il libro della vita. “Dobbiamo studiare con la massima attenzione i caratteri di compassione, di amore e di timore che contiene... Il Cuore di Gesù è un libro di scienza che rapisce di ammirazione le anime più grandi (Sant’Antonino).
3. Testi della Scrittura. “Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne” (Ez 36,26). “Riverserò sopra la casa di Davide e sopra gli abitanti di Gerusalemme uno spirito di grazia e di consolazione: guarderanno a colui che hanno trafitto. Ne faranno il lutto come si fa il lutto per un figlio unico, lo piangeranno come si piange il primogenito” (Zc 12,10). Salmo 83; Salmo 39. “Ascolta, figlio mio, e sii saggio e indirizza il cuore per la via retta” (Pr 23,19). “Mettimi come sigillo sul tuo cuore, mettimi come sigillo sul tuo braccio; perché forte come la morte è l’amore” (Ct 8,6). Mt 11,25; Gv 19,30; 1Cor 13; Ap 4,8-11; 5,9 sq.
4. San Giovanni modello della devozione. Lo amava, lo prediligeva. Gli ha fatto tre doni: in vita gli dà la sua croce, in morte gli dona sua Madre, alla cena gli dona il suo Cuore. Lo fa riposare sul suo Cuore. Gli dà il suo amore; Giovanni diventerà il dottore della carità. “Così Dio ha amato il mondo…”8. Aveva attinto alla fonte.
5 Lettera Enciclica riguardante la Consacrazione dell\'umanità al Sacro Cuore di Gesù (25 maggio 1899). 6 A riguardo, si veda: ARTURO MILANI, La grande promessa, ed. Liturgica. 7 “Prendi e leggi” (SANT’AGOSTINO, Le Confessioni, VIII, 12.29). Credidimus caritati9.
5. Giaculatorie. O Gesù, dolce e umile di cuore, rendi il mio cuore simile al tuo! O Gesù, trafitto, coperto di piaghe, crocefisso, conforto e tesoro della mia anima, a te mi consegno, a te ricorro e vengo a offrirmi in sacrificio (Sant’Anatolone). Dolce Cuore di Gesù, sii il mio amore. Cuore Divino di Gesù, converti i peccatori, salva i moribondi, libera le anime sante del purgatorio. Sacro Cuore di Gesù, confido in Te! Sia lode, onore e gloria a te, Cuore Divino di Gesù. Cuore di Gesù, venga il tuo regno. Tutto per te, Cuore Sacratissimo di Gesù. Cuore di Gesù, sorgente della purezza, abbi pietà di me. Sacro Cuore di Gesù, io credo fermamente che tu mi ami. Cuore Eucaristico di Gesù, che ardi d’amore per noi, infiamma il mio cuore di amore per te. Mio buon Gesù, io ti voglio consolare e amare per tutti i cuori che non ti amano e ti offendono. O Cuore Santo di Gesù, che tu sia conosciuto, amato e imitato.
8 Cfr Gv 3,16. 9 Nella NOVA VULGATA: “Et nos, qui credidimus, novimus caritatem – E noi abbiamo riconosciuto e creduto all’amore” (1Gv 4,16).
La devozione al Sacro Cuore
1. “Ciò che era fin da principio, ciò che abbiamo udito ecc...” (1Gv 1,1-3). La gioia dell’incontro personale con Gesù. Siamo stati attirati dal Padre e siamo arrivati a Cristo (Gv 6,44-65). Tutta la vita della Chiesa e del cristiano sta qui. Per questo bisogna incontrarsi con il suo amore, con il suo Cuore.
2. Con la parola «cuore» si intende prima di tutto l’organo fisico e poi come simbolo dell’amore. Anche nella Sacra Scrittura cuore e amore sono associati. “Amerai il Signore… con tutto il cuore”10. Gesù stesso: “Imparate da me che sono mite ed umile di cuore” (Mt 11,29). Anche «cuore» per indicare intelligenza e memoria: “Stolti e tardi di cuore” (Lc 24,25).
3. Due fatti decisivi vi sono stati: il riposo di Giovanni sul petto del Signore11 e quello del colpo al costato12 che hanno avuto molta influenza nella devozione al Sacro Cuore. È la scoperta di Dio-amore: un amore eterno e misericordioso che si è rivelato al mondo nell’Incarnazione e resta presente nell’Eucarestia; amore che si dona, amore che redime, amore che santifica, ma anche amore che non è compreso ma anzi osteggiato e vilipeso. Iste est Joannes qui supra pectus Domini ecc…13 (Liturgia).
4. Il simbolo «cuore» non ci mette di fronte a qualcosa di astratto, ma in comunione con una persona. Quando ci troviamo davanti al Sacro Cuore, non siamo in presenza di una cosa, né a un concetto astratto, ma in comunione con la persona divina di Gesù, vista come attraverso il prisma dell’amore. Gesù ci mostra il suo Cuore per ricordarci con questo simbolo tutto il suo amore. La Persona di Gesù è l’oggetto finale e generale e principale della devozione. Come quando onoriamo le cinque Piaghe, quando celebriamo la sua nascita ecc… è sempre la Persona divina del Verbo Incarnato che riceve la nostra adorazione e l’amore.
5. L’oggetto speciale è il suo Cuore; il Cuore fisico di Gesù. “Ecco quel Cuore…”14. Il suo Cuore preso nella sua realtà, nel suo significato proprio e naturale.
10 Cfr Mt 22,37. 11 Cfr Gv 13,25. 12 Cfr Gv 19,34. 13 “Questo è Giovanni che sopra il petto del Signore…” (Cfr BREVIARIUM ROMANUM, In Vigilia Sancti Johannis Evangelistae, In primo Nocturno, Responsoria). Il Cuore fisico di Gesù è quindi l’oggetto diretto e immediato della devozione al Sacro Cuore. Non lo consideriamo isolatamente come separato dal resto del corpo, dalla natura umana e dalla Persona divina, ma come era durante la sua vita mortale e attualmente in Cielo e nell’Eucarestia.
6. In Gesù vi sono due nature perfette e distinte: così restano perfette e distinte tutte le azioni e le facoltà sia della natura divina sia dell’umana. Ci sono perciò due volontà e due amori, l’amore divino, eterno, infinito e l’amore umano, finito e creato. Il Cuore umano di Gesù è simbolo di Gesù amante. Ora Gesù ci ama di amore umano e di amore divino. Troviamo Dio Amore. Gesù ci ama come uomo (amore ferito e sofferente) e ci ama come Dio. Il Cuore merita adorazione perché unito alla Persona; ma ciò è comune a tutte le altre parti del Corpo: per essere oggetto di una devozione particolare, bisogna che possieda una qualità speciale, è quella di essere simbolo dell’amore di Gesù.
7. (Haurietis Aquas 27). Il Cuore di Gesù è il principale simbolo di quel triplice amore con il quale il Divin Redentore ha amato e continuamente ama l’Eterno Padre e l’umanità. a) Simbolo dell’amore che Egli ha in comune col Padre e lo Spirito Santo ma che soltanto in Lui, perché Verbo fatto carne, si manifesta attraverso il corpo poiché in esso “abita corporalmente tutta la pienezza della Divinità” (Col 2,9). Tra il suo amore umano e il suo amore divino esiste un accordo perfetto. Tutto ciò che Egli ama come Dio, lo ama anche in quanto uomo e il suo amore umano è l’eco del suo amore divino. b) È simbolo di quella ardentissima carità che, infusa nella sua anima, costituisce la più preziosa dote dalla sua volontà umana. È simbolo di tutto il suo amore umano. Tutti gli aspetti della sua vita affettiva vengono rievocati e sintetizzati nel simbolismo del suo Cuore trafitto. c) Simbolo del suo amore sensibile giacché il corpo del Salvatore supera in perfezione e quindi in capacità percettiva ogni altro organismo umano. È un simbolismo naturale e diretto, fondato su l’intimo legame che esiste tra il cuore e l’affettività sensibile. Il Verbo non ha assunto un corpo fittizio. È nella verità del corpo di Cristo che risiede la nostra salvezza: se non fosse reale il suo Cuore non lo sarebbe il corpo. E il cuore è l’organo nel quale con mirabile perfezione e intensità si riflette tutta la vita affettiva dell’anima. L’amore e gli altri affetti sensibili ridondano nel cuore e si ripercuotono sul suo ritmo, accelerandone i battiti. Tutto il suo amore sensibile, spirituale e divino, considerato soprattutto come disprezzato, col suo Cuore fisico che lo simboleggia, ecco dunque l’oggetto della devozione al Sacro Cuore.
14 Il 15 giugno 1675, durante l’Ottava della festa del Corpus Domini, mentre Suor Margherita era assorta in preghiera davanti al Santissimo Sacramento, Gesù le apparve mostrando il suo Cuore e dicendo: “Ecco quel Cuore che ha tanto amato gli uomini e in contraccambio non riceve che ingratitudini, disprezzo, sacrilegi in questo Sacramento di amore”. Quello che si deve considerare e onorare nel Cuore di Gesù, non è solo il suo amore per noi, ma ancora le sue gioie, i suoi dolori. Il suo amore per il Padre, la sua bontà, la sua misericordia, la sua dolcezza, la sua umiltà e la sua generosità. Insomma bisogna mettere in relazione col suo Cuore tutti i suoi sentimenti e tutte le sue virtù. Vedere nel suo Cuore tutta la sua vita affettiva e morale, tutta la sua vita intima. Vedere il Cuore unito all’Anima e alla Persona, organo di tutti i sentimenti e di tutte le virtù, centro di tutte le sofferenze interiori, santificato dai doni dello Spirito Santo, dalla infusione della grazia (Cfr Haurietis Aquas 29).
8. La nostra corrispondenza. “Mi ami tu? Signore, tu sai che io ti amo” (Gv 2115). “Ho tutto: non mi manca che il cuore degli uomini e non me lo danno” (a Santa Mechtilde16). “Se tu sapessi quanto io ami anche un’anima sola! Ma sarebbe l’ultima cosa che sapresti, perché tu ne morresti” (a Santa Caterina da Genova). “Ho sete, ho sete! Brucio dal desiderio di essere amato” (a Santa Margherita). Dio è amore e tutto ciò che opera, l’opera nell’Amore. L’amore è l’inizio e il compimento di tutte le opere di Dio. Dio ha tanto amato il mondo…17: è il motivo dell’Incarnazione. Gesù ha amato i suoi che erano nel mondo, e li ha amati fino all’estremo18. Dobbiamo bene imprimercelo nella mente: è mai possibile che io sia amato e amato così dolcemente dal mio Salvatore? “Mi ha amato e si è dato per me” (Gal 2,2019). Da quando? da quando ha cominciato ad essere Dio: da sempre, dall’eternità e per questo ci ha preparato le sue grazie. “Ti ho amato di amore eterno, per questo ti conservo ancora pietà” (Ger 31,3). Oh carità troppo grande! Oh bontà ineffabile di un Dio che si dona a noi e non ci domanda che il contraccambio. L’amore è la catena d’oro che ci lega a Dio e che lega Dio a noi, è la misura di tutti i nostri atti. Tutta la santità sta nell’amore di Dio. Tutto quello che è fatto per amore, è amare. Voler amare, è amare. Credere nell’amore, confidare nell’amore, è amare. Gesù è nostro amico e vuole che noi siamo suoi amici. È unire il nostro niente al suo Tutto, dargli la nostra miseria e la nostra impotenza perché servano di trono alla sua Misericordia, di sede alla sua onnipotenza. Essere amici è affidarsi a Lui, è essere sicuri anche nelle più terribili tempeste, sicuri che tutte le cose torneranno a nostro vantaggio (Rm 8,2820). Andare a Gesù! andare al Suo Cuore!
9. Tra i martiri di Lione (17721) vi era il diacono Santo che si mostrò impavido sotto i colpi delle verghe di ferro, che fecero del suo corpo una sola piaga. La
15 Cfr Gv 21,15-19. 16 Santa Metilde di Ackeborn, 1241-1298. 17 Cfr Gv 3,16. 18 Cfr Gv 13,1. 19 Cfr Gal 2,20. 20 Cfr Rm 8,28. 21 117 d.C. spiegazione: “… perché fu bagnato e fortificato dalla fonte dell’acqua viva che sgorgò dal Cuore di Cristo”. “O Gesù benedetto, la tua povertà è per noi inestimabile ricchezza. La tua morte è la nostra immortalità. Le tue lacrime sono il nostro gaudio. La tua sepoltura è la nostra risurrezione. La tua caduta è la nostra santificazione. I tuoi lividi la nostra guarigione. La tua ignominia è la nostra gloria. La tua discesa è la nostra ascensione” (Sant’Atanasio). “Quando io ardo del desiderio di avvicinarmi a Lui, è Lui tutto intero che come Tommaso desidero di vedere e di toccare; e più ancora bramo di accostarmi alla sacrosanta ferita del suo Costato, a questa porta dell’arca fatta al fianco non solamente per introdurre il mio dito e la mia mano, ma per entrare tutto intero sino al Cuore stesso di Gesù, nel Santo dei Santi, nell’Arca del Testamento, fino all’urna d’oro, l’anima della nostra umanità, contenente in sé la manna della divinità” (Guglielmo di Saint Tierry, p. 149). “Benedetto sia Colui che per darmi modo di fare il mio nido nel foro della pietra, si è lasciato trapassare i piedi, le mani e il Costato: che si è aperto a me tutto intero affinché io entri nel luogo del tabernacolo ammirabile e trovi protezione nel segreto della sua tenda. Questi fori aperti da tante ferite offrono il perdono ai colpevoli e inondano di grazie i giusti. Correte a Lui… e non solamente a Lui ma in Lui, entrate, … nascondetevi” (Beato Guerrico). “Il ferro è penetrato fino al suo Cuore per farci vedere che con il suo amore si sono rivelati i segreti del suo Cuore, per mezzo dell’apertura corporale, ci si mostrano le viscere misericordiose del nostro Dio. La lancia ci ha dischiuso il segreto del Signore, la lancia è come la chiave che ci apre” (Pietro di Blois). “Come è buono e dolce abitare in questo Cuore. Che prezioso tesoro, che perla squisita è il tuo Cuore! Darei tutto al mondo, darei in cambio tutti gli affetti, tutti i pensieri… Io andrò a pregare in questo tempio, in questo Santo dei Santi presso l’arca del Testamento … Chi non amerebbe questo Cuore ferito? chi non ricambierebbe il suo amore…?” (San Bonaventura). Il Cuore di Gesù è il focolare dell’amore divino sempre ardente del fuoco dello Spirito Santo che purifica, consuma, trasforma in sé tutti quelli che gli sono uniti e che desiderano immedesimarsi con Lui” (Domenico di Treviri).
Cuore di Gesù dono del Padre
1. Il Cuore di Gesù non è un cuore semplicemente umano, è il Cuore umano del Figlio di Dio. È un cuore umano, sensibile come il nostro, ma appartiene ad una persona divina, alla Seconda Persona divina. Il Padre e lo Spirito Santo non hanno un cuore umano. Solo il Figlio si è incarnato. Adoriamo il Sacro Cuore perché Gesù è Figlio del divin Padre. Adoriamo il Cuore fisico vivente nel petto vivente del Figlio di Dio: adoriamo il Cuore nella Persona e la Persona nel Cuore. Un Cuore veramente santo perché penetrato e santificato dalla divinità, consacrato e santificato dall’unione ipostatica con il Verbo. Il Cuore umano di Gesù ci rivela perfettamente il Cuore divino. I sentimenti umani di Gesù ci rivelano i sentimenti di Dio a nostro riguardo. È la rivelazione. È il Padre che ci ha dato il suo Figlio unigenito perché conoscessimo il suo amore e la sua misericordia infinita, perché fossimo salvi e avessimo accesso a Lui. Il primo fine della devozione al Sacro Cuore è di saper conoscere e accogliere l’amore del Padre.
2. Il Sacro Cuore compiacenza del Padre. Era preannunciato. Vedere cap. 42 di Isaia: “Ecco il mio servo… il mio eletto in cui mi compiaccio”22. La sua compiacenza al Battesimo23 e alla Trasfigurazione24. È la delizia del Padre: è il suo capolavoro. Tutto in lui piace al Padre perché tutto in Gesù ha una dignità infinita, il minimo sospiro di Gesù vale di più di tutti i più perfetti atti delle creature. È l ’u n i co Cu o re d o ve è a do ra to e a ma to in modo degno della sua infinita maestà. È la gloria al Padre, cioè lode, adorazione, amore, ringraziamento, supplica degni della sua Maestà, della sua Santità, della sua bontà. Tutta questa esaltazione, questo trionfo va al Padre da Gesù. Fin dal primo istante quanti atti di ardente carità, quanta gloria e gioia alla Santissima Trinità. Questi atti divinamente umani erano il prolungamento di quella gloria che il Padre riceve nella Trinità. Il Verbo si è fatto uomo per dare quella gloria al Padre che il peccato aveva tolto. E Gesù ha adorato il suo Padre per riparare; il suo abbassamento è stato per questo. E ci ha unito a Lui.
3. Il Sacro Cuore è l’unica gloria e compiacenza del Padre, è il mezzo con cui noi unicamente possiamo glorificare il Padre e diventare anche noi la sua compiacenza.
22 Is 42,1. 23 Cfr Mt 3,17. 24 Cfr Mt 17,5. Per ipsum25. Dobbiamo essere dunque uniti e incorporati con Lui se vogliamo piacere al Padre. È la grazia santificante che è il mistero di Gesù riprodotto in noi, è quella che dà alle nostre opere, perché siano gradite al Padre, una dignità soprannaturale: è questo il vero pregio agli occhi di Dio. In noi Dio non considera per nulla né ricchezza, né bellezza, né potenza, né forza ma unicamente Gesù. L’orrore del peccato grave. (Cfr Andreoletti p. 400 sq). “Signore, vi offro quest’azione per mezzo del vostro Figlio unigenito, nella virtù dello Spirito Santo per la vostra eterna gloria” (Santa Geltrude). Tutto è gradito al Padre quando si offre per mezzo di Gesù. Come gli oggetti passando attraverso i vetri colorati ne assumono il colore, così quanto offriamo al Padre per mezzo di Gesù gli è più caro e più gradito di ogni cosa.
25 Cfr Dossologia della Preghiera Eucaristica: “Per Cristo...”.
Il Sacro Cuore e la santità
1. A tutti gli uomini si impone il problema della santità. Il Concilio Vaticano II parla del dovere di tendere verso la pienezza della vita in Cristo dalla santificazione battesimale e tutti devono mantenere e perfezionare vivendola la santità che hanno ricevuto (Lumen Gentium 40). Dopo l’Incarnazione ogni uomo è un «apprendista santo» ossia qualcuno che converte la propria debolezza in forza per adeguare la propria volontà a quella di Dio. Santità vuol dire pienezza della vita cristiana e perfezione della carità (Lumen Gentium 42) verso Dio e verso il prossimo. Non è ordinata soltanto alla perfezione individuale, ma ha riferimento alla vita della comunità. La santità aiuta gli uomini ad essere uomini più autentici di modo che essi possano costruire un mondo migliore.
2. La santità ha questo di difficile, non è una cosa umana. La Santissima Trinità è per mezzo di Cristo la fonte e l’origine di ogni santità (Lumen Gentium 47) e Cristo, Figlio di Dio, che con il Padre e lo Spirito Santo è proclamato «il solo Santo», amò la Chiesa come sposa e diede se stesso per essa al fine di santificarla e la congiunse a sé come suo corpo e l’ha riempita dello Spirito Santo per la gloria di Dio (Lumen Gentium 39). È dunque Cristo presente e operante che col suo amore salvifico dona la santità. L’amore che salva e santifica è adorato con speciale accentuazione nel culto del Sacro Cuore. Così come nella prima Chiesa l’immagine del Buon Pastore e nel Medioevo il Crocefisso. Cristo è fonte e insieme modello di santità. Il cristiano è unito in comunione vitale con Lui e a Lui aderisce nell’efficace volontà di assimilare il proprio cuore a quello del Salvatore, facendone propri i palpiti di adorazione al Padre e di ardente carità per gli uomini.
3. Il Sacro Cuore fonte di vita e di santità. L’espressione è presa dal salmo 35: “È in te la sorgente della vita”26. Simboli nella Scrittura: la fonte che irrigava il Paradiso Terrestre (Gen 2,10), un fiume che esce dall’Eden per irrigare il giardino. L’acqua che esce dalla roccia dell’Oreb27. Il bastone di Mosè prefigura la Carità che squarciò il Cuore di Cristo e esce l’acqua; quo lavantur terra, pontus et astra28. L’acqua che esce dalla roccia concava di Lechi su preghiera di Sansone: “Bevve, il suo spirito si rianimò ed egli riprese vita (Gdc 15,18-19).
26 Sal 36 [35], 10. 27 Cfr Es 17,5-6. 28 “Terra pontus astra mundus quo lavantur flumine – Da quel fiume di sangue è lavata la terra, il mare, il cielo ed il mondo\" (Cfr Inno Crux Fidelis). Le acque che fluiscono dal lato destro del Tempio risanano le acque del Mar Morto e portano dappertutto la vita (Ez 47,229). Una fonte zampillerà dalla casa del Signore e irrigherà la valle di Sittim (spine) (Gl 4,18); “In quel giorno vi sarà per la casa di Davide… una sorgente zampillante per lavare il peccato e l’impurità” (Zc 13,1). Gesù stesso paragona la sua parola ad acqua viva (Gv 4,14) e “Chi ha sete venga da me e beva e dal suo seno scaturiranno fiumi di acqua viva” (Gv 7,37- 3830). “A chi ha sete io darò della fonte di acqua della vita” (Ap31). Il Sacro Cuore è la vera fonte della vita. “Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Gv 10,10). È la vera vita. È fonte copiosissima, è inesauribile e perenne, è purissima e divina (Ap 2232), meravigliosa, gratuita, unica. Ogni grazia ci viene data per i suoi meriti, e per l’azione attuale della sua Umanità e del suo Cuore; è causa fisica. Ogni grazia è un suo atto di amore, un suo dono; risiede nel suo Cuore. Per Christum33, è un atto di amore attuale. È dolce pensare che i palpiti del Sacro Cuore, i suoi pensieri, i suoi desideri sono ancora rivolti a noi. Quando ci viene una buona ispirazione, quando superiamo una tentazione, quando ci sentiamo inclinati ad una giaculatoria, questo è un impulso che viene dal Sacro Cuore, è un atto di amore di Lui per me. Grazia attuale (Andreoletti, 495).
4. Gesù non è solo un santo o il primo e il principe dei santi, è la santità per eccellenza: “Avete rinnegato il Santo e il Giusto” (At 3,14). Gesù è la sostanza della santità, il sole della santità, il Santo in modo assoluto; gli altri non sono santi se non perché ricevono qualche raggio della sua santità. Gesù è Maestro di santità, è il modello, è l’esemplare, è l’unico gradito al Padre. I Santi sono il suo profumo: odor Christi. È la calamita con il suo amore e con la sua forza: “Nel sangue dell’Agnello hanno lavato le loro vesti” (Ap 734). Sono il suo splendore, sono la sua gloria. «Non si può separare Cristo dai suoi eletti perché in questi si diffonde lo spirito medesimo e Gesù Cristo come il profumo versato sul capo di Aronne scende sulla sua barba (Sal 13235), sono le sue membra, la loro glorificazione è il compimento del corpo di Cristo. La vita del capo si riversa sulle membra» (Bossuet). Tutta la gloria all’Agnello (Ap 4,10; 5,8; 7,9).
5. In che consiste la santità. Non nei miracoli, non in fatti straordinari. Ma nel fare ad ogni istante la volontà di Dio con amore. Fare il nostro Dovere, accettare con amore ogni fatica e ogni pena, le nostre croci.
29 Cfr Ez 47,1-12. 30 Cfr Gv 7,37-38. 31 Cfr Ap 21,7. 32 Cfr Ap 22,1. 33 Cfr Dossologia della Preghiera Eucaristica. 34 Cfr Ap 7,14. 35 Cfr Sal 133 [132], 2. Ciò che ci arriva ad ogni momento per volontà di Dio è ciò che vi è per noi di migliore, di più santo e divino: la volontà di Dio è quella che ad ogni cosa, qualunque essa sia, dà l’efficacia di formare Gesù Cristo nei nostri cuori e quindi di renderci santi. Dio non guarda l’entità della cosa, ma l’amore e l’intenzione con cui la facciamo. Esempio della Madonna e di San Giuseppe. Fare in santa pace, ad ogni istante ciò che ci presenta la volontà di Dio, abbandonando nelle mani della misericordia di Dio tutti i momenti passati e in quelle della Provvidenza tutti i momenti futuri. Vi è un’immensa varietà di vocazioni. Le anime sono tutti raggi differenti di Gesù. Ognuna deve santificarsi nel modo che vuole Dio. Ma come conoscere la volontà di Dio? Dalla Chiesa, dalle ispirazioni, dalle circostanze. Pregare.
Il Sacro Cuore e la riparazione
1. Un punto essenziale nella devozione al Sacro Cuore è di considerare l’amore di Gesù come un amore disprezzato e offeso dalla ingratitudine degli uomini. “Ecco quel Cuore ecc…”. Lui stesso determinò la forma sotto la quale vuole essere onorato nel suo Sacro Cuore. L’immagine è il Cuore con gli emblemi della Passione e la piaga ben visibile della lancia. Nostro Signore si presenta in tale stato da mettere compassione, non solo per attirare i peccatori, toccare il loro cuore e dar loro rimorso, ma per chiedere espressamente la riparazione. “Il Sacro Cuore vuole anime riparatrici che gli rendano amore per amore, e domandino perdono per le ingiurie che gli vengono fatte” (Santa Margherita36).
2. Due parole di Gesù: Rimanete nel mio amore (Gv 15,9); “La mia anima è triste fino alla morte: restate qui e vegliate con me” (Mt 26,38; Mc 14,34). Dalla prima si deduce il bisogno della consacrazione cioè un atto di volontaria e riconoscente rinnovazione della consacrazione battesimale, unendovi una totale donazione di se stesso e delle proprie cose a Gesù, considerato come Amico meraviglioso, a imitazione della consacrazione di Cristo stesso al Padre. “Tutte le cose mie sono tue e tutte le cose tue sono mie” (Gv 17,10). (Cfr Annum Sacrum). Dalla seconda si deduce la Riparazione, cioè uno stato d’animo che ci associ a Cristo unico riparatore e ci avvii a una vita di santità e di giustizia ispirandoci a Gesù Crocefisso per riparare i peccati propri e altrui. La ri p ara z io n e d ip end e d a ll ’a ffetto e sarà più forte quanto più intimo sarà l’amore. La consacrazione precede la riparazione; se si ama veramente Gesù, tale amore diventerà più sincero e più commovente quando si considererà Lui offeso e sofferente. Riparazione è Gesù visto in un clima di affetto, di intimità, di vera amicizia con Lui, in modo che quanto Gli si dona abbia la caratteristica della generosità e del dono: hilarem datorem diligit Deus (2Cor 9,7). Il ritratto del Sacro Cuore: Gesù si presenta come il Divino Amico, il fratello affettuoso e premuroso, pronto all’aiuto, efficace in ogni istante, compassionevole e comprensivo perché proprio per questo si è fatto “in tutto simile a noi eccetto nel peccato” (Eb 4,15) e ha voluto esperimentare il dolore, le lacrime, il tradimento, l’abbandono totale, la morte. Pensando a Lui, ogni uomo può dire: lo sento vicino a me, simile a me nelle difficoltà della vita, quindi Egli mi comprende. Comprendersi è la via più facile per giungere all’affetto, all’amicizia. Il Sacro Cuore si presenta poi soprattutto come il perfetto Religioso del Padre, come Colui che è venuto proprio per compiere la volontà del Padre (Cfr Gv 4,34), per dare l’esempio della vera adorazione in spirito e verità, per ringraziarlo perfettamente a nome di tutti e specialmente degli umili (Mt
36 Cfr SANTA MARGHERITA MARIA ALACOQUE, Lettere, 44, 30, 126. 1137), ma Egli si presenta più di tutto per saldare il grande debito dell’umanità, per offrire se stesso come Sacerdote e vittima nel sacrificio che finalmente sarà gradito al Padre e per il quale il mondo avrà salvezza nel Sangue dell’Agnello per la nuova e eterna alleanza.
3. Riparare cioè ricostruire il primitivo piano di Dio, compensare quell’immenso danno, espiare quell’offesa infinita. La colpa era irreparabile. Era necessaria la venuta del Figlio di Dio. Prendendo la natura umana e divenendo Uomo-Dio Redentore si sostituisce all’uomo nella riparazione e così questa diventa un atto di amore. Riparatore è Dio: questa diventa infinita. Qui dilexit nos et salvit nos a peccatis nostris in sanguine suo…38 (Ap 1,5-6). Christus nos redemit de maledicto legis, factus pro nobis maledictum39 (Gal 3,13). Vocabis nomen eius Iesum: ipse enim faciet populum suum a peccatis eorum40 (Mt 1,21). Effunditur in remissionem peccatorum41. Immolazione generosa. Sacrificio: “Camminate nella carità nel modo che anche Cristo vi ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore” (Ef 5,2). “Ogni sommo sacerdote viene costituito per offrire doni e sacrifici…” (Eb 8,3). Sacrificio pasquale. “E infatti Cristo nostra Pasqua è stato immolato” (1Cor 5,7); “Foste liberati con il sangue prezioso di Cristo come di agnello senza macchia” (1Pt 1,1942). S a cri fi ci o d ell ’a l l eanza. “Egli è mediatore di una nuova alleanza…” (Eb 9,15- 18). Sacrificio espiatorio. “Tale era infatti il sommo sacerdote che ci occorreva: santo, innocente ecc…” (Eb 7,26 sq). Obbedienza al Padre. Fil 5,8; “Come per disubbidienza di uno solo ecc…” (Rm 5,19). Glorificazione del Padre. “Io ti ho glorificato ecc…” (Gv 17,4). Amore verso il Padre e gli uomini. “Bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre” (Gv 14,31). “Il Buon Pastore offre la vita per le pecore” (Gv 10,11). Servizio. “Il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti” (Mt 28,28. Cfr Mc 10,45; Lc 22,27). “Cristo si è fatto servitore” (Rm 15,8). I due aspetti della dottrina del Sacro Cuore sono dunque: il suo amore verso il Padre in un atteggiamento costante, il suo amore verso gli uomini che vuole liberi dal peccato e dotati di vita divina.
37 Cfr Mt 11,25. 38 Nella NOVA VULGATA: “Qui diligit nos et solvit nos a peccatis nostris in sanguine suo et fecit nos regnum, sacerdotes Deo et Patri suo, ipsi gloria et imperium in saecula saeculorum – A Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno di sacerdoti per il suo Dio e Padre, a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli” (Ap 1,5-6). 39 “Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, diventando lui stesso maledizione per noi” (Gal 3,13). 40 “… tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati” (Mt 1,21). 41 “… versato per molti, in remissione dei peccati” (Mt 26,28). 42 Cfr 1Pt 1,18-19. 4. Cristo è l’unico Riparatore. Non ha bisogno di nessuno e nulla può aggiungersi a Lui come Riparatore e nulla alla sua opera di riparazione. Ma è stato Lui fortunatamente a voler aver bisogno di tutti e di ciascuno senza nulla togliere o aggiungere alla sua infinità. Ci vuole collaboratori della salvezza. I motivi della partecipazione: a) Sacerdozio ministeriale o sacerdozio comune; Lumen Gentium 2; 10. b) Corpo Mistico, comunione di vita tra Cristo e la Chiesa; noi siamo stati resi contemporanei di Cristo ed Egli vuole essere contemporaneo nostro (specialmente nell’Eucarestia). Nella sua offerta Gesù sa che nessuno può essergli accanto e con-soffrire con Lui. Non può essere che «solo», con il Padre, unico mediatore e unico redentore; in quel momento nemmeno sua Madre può essere con Lui, poiché in quel momento paga anche per sua Madre. Ma Lui ci vuole con Lui, tutti coloro che sono disposti a dire l’Amen al Padre, da Abele fino all’ultimo eletto, tutti possono compatire, con- soffrire, con-redimere, con-riparare all’Amore: prima di Cristo nella visione, nella speranza che li univa a Lui, i contemporanei partecipando alla Passione, i posteri nella fede e nella vita di fede devono entrare nella dimensione del Crocefisso: “Ora quelli che sono di Cristo hanno crocefisso la loro carne ecc…” (Gal 5,24); “Non ci sia altro vanto che nella croce del Signore” (id. 6,14). “Il nostro uomo vecchio è stato crocefisso con Lui” (Rm 6,6). Coloro che non entrano nel Crocefisso, fanno parte dei Crocifissori: “È impossibile rinnovarli portandoli alla conversione, dal momento che per loro conto crocefiggono di nuovo il Figlio di Dio e lo espongono all’infamia” (Eb 6,643). c) Ogni battezzato deve sentire in sé i sentimenti che ha avuto Cristo Gesù (Fil 2,5). I sentimenti di riparazione sono stati tra i più intensi nel suo Cuore dall’Incarnazione al Consummatum est: scaturiti dal suo Cuore amante del Padre e degli uomini; riparazione affettuosa e quanto mai dolorosa. “Faccia di noi un sacrificio perenne a te gradito”44. Come Abramo siamo chiamati a un colloquio drammatico con il Padre per la salvezza; un popolo numeroso di giusti pronto a riparare e a compensare l’offesa di Dio con l’amore più forte e più aperto al sacrificio. A Cristo, Cuore divino, dobbiamo ispirarci nella nostra riparazione per imitarne i sentimenti e gli atteggiamenti di generosità e di ansia; offerta fatta con gioia. Poi lo zelo dei profeti e degli apostoli ci deve animare per l’evangelizzazione e la riparazione alla Trinità e a Gesù troppo offeso, dimenticato, disprezzato e alla sua Madre che da troppi anni insiste inascoltata.
5. Le obiezioni. Come potrà dirsi che Cristo, oggi in possesso della gloria, possa venire consolato dalla nostra riparazione? Possiamo noi consolarlo per un passato da noi irraggiungibile? Vi sono spiegazioni psicologiche e teologiche.
43 Cfr Eb 6,6. 44 Cfr Preghiera Eucaristica III. Psicologicamente: Da amantem ecc…45. Per l’amore non esiste lo spazio e il tempo. L’anima vive al presente tutto quello che l’amato ha vissuto soprattutto di doloroso. Non si accontenta di accostarsi al Gesù storico, ma lo vede attualmente sofferente per amor suo. Anche la Chiesa nella sua liturgia fa così. Avere gli stessi sentimenti di Gesù. Teologicamente: a) La Passione di Gesù è una realtà oggettiva anche oggi, perché sussiste il peccato che è causa della Passione. b) Dopo la Risurrezione Gesù non può più patire, ma mantiene la sua sensibilità. Ha ancora i sentimenti umani che aveva durante la vita terrena. E prova una grande compassione per i peccati, anche se non soffre più. c) Quando Gesù dice che lo fanno soffrire, le sue parole sono vere, hanno un significato profondo. Significano che Egli è sensibile alle nostre colpe. d) Se Gesù non è più sensibile al dolore lo è però alla gioia. La sua gioia può accrescersi (anche se in un aspetto secondario). e) Gesù è Dio, e vede le cose in un eterno e universale presente. Vede i peccati di tutti i tempi e di tutti i luoghi. Vede anche il suo sacrificio del Calvario che ne è l’espiazione universale e inesauribile. La sua Passione è dunque sempre presente e attuale, fuori dallo spazio e dal tempo. È Dio eterno fuori dal tempo: per lui non vi è il prima e il dopo. f) Anche quando era sulla terra Gesù aveva il modo di conoscere proprio di Dio. Tutto gli era presente. Questo provocava in Lui sentimenti e emozioni, consolazioni e gioia, tristezza e dolore, come se ogni creatura avesse potuto effettivamente vivere in contatto personale con Lui. Quindi le nostre colpe e le nostre consolazioni hanno avuto un effetto anticipato sul Cuore di Gesù. Se per i nostri peccati la sua anima divenne triste fino alla morte, avrà previsto anche la nostra riparazione. Noi eravamo sul Calvario anche noi con Maria e Giovanni. I suoi lamenti si spiegano bene quando si pensa che sul Calvario ha sofferto anche del presente. Dunque è possibile e doveroso essere dei consolatori. g) La Passione di espiazione di Cristo si rinnova e si completa nel suo Corpo Mistico che è la Chiesa. Anche per lei valgono le parole: “Non doveva il Cristo patire tali cose e così entrare nella sua gloria?”46. La Chiesa non soltanto imita e prolunga le vicende dolorose del suo Capo, ma le rivive e le rinnova in se stessa. Con pieno diritto Cristo ancora sofferente nel Corpo Mistico desidera averci compagni della sua espiazione. Ed è un nostro dovere perché siamo membra di Cristo. Quanto soffre il Capo, tanto devono soffrire le membra.
6. Pratica della riparazione. Riparare è amare. a) Non accontentarsi di sentimenti e di affetti, dare il sacrificio e l’immolazione nell’amore. Avere il coraggio di dire: Mi offro a Te come
45 “Da mihi amantem et sentit quod dico – Dammi un innamorato e capirà quello che dico” (Cfr SANT’AGOSTINO, De consensu Evangelistarum). 46 Cfr Lc 24,26. vittima di amore e di riparazione e accetto di soffrire per tuo amore e nel tuo amore tutte quelle Croci che il tuo Cuore mi tiene preparate. Non aver paura perché Gesù non domanda mai nessun sacrificio senza preparare una grazia abbondante che dà la forza di compierlo. b) Orrore del peccato. Non dare al Sacro Cuore qualunque minimo dispiacere. Voler cancellare i nostri peccati passati. La penitenza. c) Domandare perdono per tutti i peccati che si commettono nel mondo, nella parrocchia, nelle famiglie. “Mi offrirai continuamente al Padre mio come una vittima di amore immolata e offerta per i peccati del mondo intero” (A Santa Margherita). “Un’anima giusta può ottenere il perdono per mille peccatori” (a Santa Margherita). d) Pratiche di adorazione e di devozione al Santissimo Sacramento (chieste a Santa Margherita): 1) Le Comunioni riparatrici (specialmente il Primo Venerdì). 2) Partecipazione alla Messa, a tutte le Messe. 3) L’ora santa dal Giovedì al Venerdì in onore della sua agonia nell’orto. 4) Comunioni spirituali. 5) Far del bene facendolo conoscere e impedendo i peccati; accettando le croci; moltiplicando le opere buone perché esse producano tre effetti: merito di grazia e di gloria, forza impetratoria cioè maggiore facilità di ottenere benefici da Dio, virtù soddisfattoria o efficacia particolare per cancellare i peccati. Un atto di amore ripara per mille bestemmie (Santa Benigna Consolata). Giaculatorie. 6) Accettare in spirito di riparazione tutti gli incomodi e tutte le pene che incontriamo nell’adempimento dei nostri doveri e nelle diverse circostanze della vita. Fare di tutta la vita una continua espiazione. In stretta unione con Sacro Cuore.
Il Sacro Cuore e la Povertà
1. La povertà costituisce una caratteristica essenziale dello spirito evangelico. La nuova comunità messianica doveva essere costituita da poveri. Già Sofonia 3,12: “Farò restare in mezzo a te un popolo umile e povero: confiderà nel nome del Signore il resto di Israele”47. Povero cioè chi riconosce la propria insufficienza e la propria dipendenza profonda e totale da Dio. Gesù si presenta come un povero: presepio, vive da povero, muore da povero, Calvario. Predica la povertà e dice che è indispensabile: chi non rinuncia a tutto ciò che possiede non può essere suo discepolo (Lc 14,33); per seguirlo bisogna abbandonare tutto (Mc 10,21); gli affezionati alle ricchezze entreranno difficilmente nel Regno (Lc 18,25). È oggetto delle sue prime e ultime predilezioni. Non i re vengono ad adorarlo, ma dei semplici pastori (Lc 2,8); è riscattato dall’offerta degli umili (Lc 2,24). Gli esempi che porta: la vedova e Lazzaro (Lc 21,38; 16,20). La buona novella è annunciata ai poveri (Lc 7,22); i poveri sono i beati, i ricchi infelici e non cercano di arricchire davanti a Dio (Lc 12,21); ignorano i fratelli poveri ecc…
2. Povertà non solo spirituale, ma effettiva: «Mio Dio, io non so come sia possibile a certe anime vedervi povero e restare volentieri ricche… In ogni caso per me io non posso concepire l’amore senza un bisogno, un bisogno imperioso di imitazione, di rassomiglianza. Esser ricco, a mio agio, vivere nelle mollezze, quando voi siete stato povero, tormentato, vivendo penosamente di duro lavoro, io, per me, non lo posso, mio Dio, io non posso amare così» (Foucauld). Una povertà che non conducesse a effettive rinunce sarebbe una mistificazione. Il Vangelo stesso rende difficile l’interpretazione di questa povertà interiore. Alla benedizione concessa ai poveri corrisponde la maledizione contro i ricchi48. Sembra dunque impossibile attenersi alla soluzione troppo semplicistica di una povertà «spiritualizzata». Certo non disprezzare i beni materiali dati dal Creatore che ce li ha dati per andare a Lui; ma se il loro possesso avvilisce la nostra dignità bisogna sacrificarli. Tenersi in guardia, perché le cose materiali sono tentatrici e capaci di eccitare sfrenate bramosie.
3) I poveri occupano un posto importante nel cristianesimo. «L’eminente dignità dei poveri» (Bossuet).
47 Cfr Sof 3,12-13. 48 Cfr Lc 6,20.24. Il cristianesimo ha il dovere di andare verso i poveri, i piccoli, gli abbandonati: essi continuano il gesto del Salvatore che non volle conservare con gelosia la dignità che lo uguagliava a Dio, ma scelse la condizione di schiavo49. «La tradizione cristiana non è un pauperismo, più di quanto non sia un dolorismo» (Mounier). Cristo non ama la miseria, ma l’uomo misero. Gli anawim nella Scrittura. Il povero è un oppresso, e aspetta la liberazione che otterrà solo da Dio. Il povero ama la legge e ha sete di giustizia ed è per questo che entra in contrasto. Pone la volontà di Dio al di sopra di tutto, e vuole essere fedele anche se occorrerà sacrificare la reputazione, gli interessi, la pace. Dirà Gesù: non potete servire Dio e Mammona50. Sacrifici e rinunce. La sorte del servo non può essere migliore di quella del Maestro che per il primo ha voluto perdere tutto ed essere povero. La povertà evangelica consiste nel liberarsi di tutto, meno che della volontà divina. È una follia che ci introduce nel mistero della Croce. Il primato del regno di Dio: ed è testimonianza dei valori. Bisogna guardare a Cristo e alla sua imitazione. Formare le membra del Corpo Mistico così Gesù vive in loro: la loro maniera di agire è più la Sua che la loro. La scelta che Gesù ha fatto entrando in questo mondo di essere povero e indigente, Egli la prolunga in essi, ed essi la perpetuano in Lui e per Lui. L’Incarnazione e la vita terrena di Gesù costituiscono per così dire la replica visibile della sua vita intra-trinitaria: Egli riceve tutto dal Padre e si abbandona al Padre. La sua venuta nel mondo si attua nella semplicità e nello spogliamento. Il Verbo, venendo, anziché le ricchezze e gli onori, ha preferito le umiliazioni e le privazioni. Per essere poveri, l’amore e imitazione di Cristo perché prima ancora di una rinuncia e una dipendenza la povertà è un’unione a Colui che possiede tutto e nel quale si vuole possedere tutto. È un amore che dandosi si disfà di tutto il resto: esso è una consacrazione a Cristo. È un atto di culto e di religione, è un’oblazione e comporta il dono completo a Cristo di tutta la propria persona e di quanto si possiede. È sacrificio, ma nel sacrificio di Cristo e questo solo basta a garantire il passaggio dalla morte alla vita. È un atteggiamento non soltanto di fronte a Cristo ma agli uomini. Privandosi dei beni, il cristiano manifesta la sua fede incrollabile nel Regno. L’abbandono dei beni è in se stesso una predicazione che attesta la speranza, un riconoscimento dei beni soprannaturali. «In un mondo che affoga nella ricchezza e nell’ambizione, in un mondo schiavo del potere e della ricchezza, bisogna rispondere con la follia, la follia della Croce riscatta quella del mondo» (Danielou). Imitazione della Trinità: come il Padre donare tutto, senza trattenere nulla, come il Figlio accettare tutto (Gv 5,19-20), dipendere da Dio e rallegrarci di questa dipendenza. In virtute Spiritus Sancti51. Amare e imitare Gesù Cristo è abbracciare una povertà reale, «non una povertà lodata, accarezzata, stimata, soccorsa e assistita che rassomiglia alla
49 Cfr Fil 2,6-7. 50 Cfr Mt 6,24. 51 “In forza dello Spirito Santo”. ricchezza, ma una povertà veramente povera, disprezzata, respinta, rinfacciata e abbandonata» (San Francesco di Sales52). Di ciò che sembrava disgrazia e maledizione Cristo ha fatto una beatitudine. Egli ha mutato la povertà in una ricchezza grande e regale, in una unione al Creatore di tutto.
4. La povertà ha la sua radice nella fede, fiducia assoluta nella bontà paterna di Dio: “Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con Lui?” (Rm 8,31-32). Ha stretta connessione con la speranza. Dio chiama l’uomo a Lui, unico fine nell’ordine soprannaturale. L’uomo non conoscerà felicità totale se non nel possesso di Dio nel modo stesso in cui Dio possiede se stesso, cioè nella conoscenza e nell’amore. Noi siamo realmente in possesso di Dio per la fede e la carità, ma la conoscenza è velata e la partecipazione all’amore è imperfetta. Noi aneliamo al perfetto. Questa intima tensione che comporta il vivo desiderio di Dio è uno degli elementi della speranza. Speranza è desiderare di abbattere le barriere che ci separano dal Bene infinito. Questo desiderio ha Dio per autore ma è anche risultato dei nostri sforzi. Siamo in cammino verso il pieno possesso di Dio: lui ce lo ha promesso. Attendiamo con impazienza la filiazione divina vale a dire la piena espansione della nostra vita in Cristo. “Anche noi che possediamo le primizie dello Spirito gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo. Poiché nella speranza siamo stati salvati” (Rm 8,23-24). È un’attesa che ci fa soffrire e a misura che cresce il desiderio ci distacchiamo e pregustiamo la felicità futura. I cristiani nel mondo devono costruire un mondo, transitorio, è vero, ma tale che possa servire di base al Regno di Dio. L’uomo ha diritto di usufruire dei beni materiali, ma deve sempre ricordarsi il valore assoluto del Bene Infinito.
5. Chi vuole seguire una regola deve avere un uso dipendente dei suoi beni e un uso moderato. L’istinto della proprietà bisogna indirizzarlo verso il più sicuro ed efficace possesso. Un abbandono gioioso a Dio. Non riprendersi un po’ per volta ciò che si è dato. Lex Domini laetificat corda et illuminat oculos53 (Ora media, feria II, I settimana). «Il povero è colui che impara a vivere senza la sicurezza di domani, nella gioiosa fiducia che a tutto sarà provveduto. Lo spirito di povertà non consiste nel fare “il miserabile” ma nel dare ad ogni cosa il giusto posto nella bellezza della creazione, significa vivere nella gioia dell’oggi» (Taizé). Distinguere tra povertà e stile di povertà. Bisogna farsi un concetto chiaro dei beni in un determinato ambiente economico e culturale, quello di ieri a quello di oggi, certe cose di ieri e quelle necessarie oggi.
6. Bisogna avere davanti l’esempio di Gesù che da ricco si è fatto povero, il suo annientamento indicibile (Kenosis) nell’Incarnazione e sul Calvario.
52 Cfr SAN FRANCESCO DI SALES, Introduzione alla vita devota, parte III, capitolo XVI. 53 “Gli ordini del Signore sono giusti, fanno gioire il cuore; i comandi del Signore sono limpidi, danno luce agli occhi” (Cfr Sal 19 [18], 9). Maria povera come suo figlio, che ha assimilato così bene lo spirito degli anawim, che ha cantato la povertà in un inno d’allegrezza e di ringraziamento che trabocca di gioia e della certezza della speranza: “Ha ricolmato di beni i miseri, ha rimandato a mani vuote i ricchi”54. (I poveri hanno il segreto della speranza; Bernanos55). Bisogna misurare la profondità insondabile della sua povertà rapportandola alla grandezza infinita del bene che Ella sacrifica, ripetutamente durante la vita e definitivamente sul Calvario. Il suo dolore incommensurabile per la morte e sepoltura di Gesù; mai il mondo vedrà un dolore più intenso. L’Ascensione fu il momento culminante della consumazione della povertà sua, del distacco supremo. La povertà di Maria non è paragonabile che a quella di Gesù o in un certo senso a quella delle Tre Persone divine, “le quali non vivono che d’amore” (Claudel). Il sacrificio della povertà deve compiersi in letizia. Laetus obtuli universa56. Perché è una lieta speranza quella che ci conduce a Colui che possiede tutto; in Te habeant omnia57.
54 Cfr Lc 1,53. 55 Cfr GEORGES BERNANOS, Un uomo solo. 56 “Ti ho offerto con gioia ogni cosa” (Cfr 1Cr 29,17). 57 “In te, Signore, possiedano tutto” (Preghiera di consacrazione delle Vergini).
Il Sacro Cuore e la Castità
1. Dio ha avuto tanta stima, fiducia e rispetto per gli uomini da rimettersi ad essi per la conservazione della specie; oltre l’istinto della conservazione quello della propagazione. L’amore coniugale. Grande compito: è chiamato a produrre non delle cose ma l ’u o mo . Da questo amore Dio attende i suoi figli. Nessuna altra collaborazione è così intima. Un figlio non può esistere senza l’anima. Peccare contro l’amore è peccare contro Dio: non è che avvilimento, ridurre a un piacere egoistico l’atto di totale donazione di sé.
2. Ognuno nel suo fisico è organizzato in vista della riproduzione. L’istinto sessuale è inserito nell’essere umano da Dio stesso (Gen 1-2). Se la caduta ha compromesso l’equilibrio della sessualità, non ha perduto il suo valore. Cristo ha assunto la nostra carne, ne ha fatto strumento di salvezza e la esalta nella Risurrezione. “Il corpo non è fatto per la fornicazione: esso è per il Signore, e il Signore è per il corpo… Non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio e che non appartenete a voi stessi? Infatti siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo” (1Cor 6,13- 1958). La sessualità deve essere animata dall’eros o amore sensibile che richiede un atteggiamento psichico verso l’altro e produce la gioia dell’incontro. Ambedue devono integrarsi nell’agape che soprannaturalizza ed è vera offerta di sé, una dedizione per la salvezza e per la felicità dell’altro; e impeto della viva carità di Dio, che ama con Dio e in Dio. Sessualità è energia fisica, l’eros un atteggiamento psichico, l’agape è una forza soprannaturale. Un cristiano deve dominare ed escludere ogni atto che non sia permeato dallo Spirito. Il fattore sessuale è solo una parte dell’amore coniugale. I cristiani portano in esso un fermento di vita eterna, essi sanno di essere impegnati in un ordine nel quale predominano i valori spirituali. Più l’amore si interiorizza e tende a spiritualizzarsi più perde l’aspetto puramente sessuale che finisce per cessare di essere necessità (es. anziani).
3. Il Matrimonio è il sacramento cioè il segno sacro e efficace dell’unione di Cristo con la Chiesa, consumato sul Calvario (Ne consegue che l’amore coniugale deve essere un amore crocefisso, un amore che reca l’impronta del Cuore trafitto di Gesù) e reso visibile nella Pentecoste con l’effusione dello Spirito. Nell’unione coniugale vi è il riflesso di una unione misteriosa e divina che le dà forza e vigore (Ef 5). Rappresentano e realizzano a loro modo l’unione di
58 Cfr 1Cor 6,13-20. Cristo con la Chiesa. Piccola chiesa immagine della Chiesa universale. Il marito rappresenta Cristo e la sposa la Chiesa e Maria, la quale da sola e personalmente è ciò che è la Chiesa nel suo insieme. Lo stato coniugale è uno stato di consacrazione, è uno stato santo e santificante. Gli sposati sono investiti di una responsabilità sacerdotale- ministeriale. Il valore del Matrimonio risiede nell’unione delle anime con le rinunce inerenti a tutti gli stati di vita cristiana, con lo spirito dei consigli evangelici, con il dovere della perfezione che è uguale per tutti i cristiani, con il dinamismo e il carattere radicale di ogni vocazione cristiana che esige numerose e continue separazioni, rinunce e lacerazioni. Lasciato a se stesso l’istinto sessuale provoca l’avvilimento dell’amore, l’isolamento psicologico, l’indifferenza per la personalità del partner, l’atrofia delle aspirazioni superiori, l’egoismo.
Il Sacro Cuore e l’obbedienza
1. “La perfezione risiede nell’imitazione di Cristo e ciò che colpisce di più in lui è l’obbedienza”. Umiliazione dell’Incarnazione (Fil 2,7), fedeltà assoluta e sottomissione, vita di Nazaret (Lc 2,51), e ricerca della volontà del Padre (Gv 8,16). Per riparare la disobbedienza. Modello di Abramo. L’obbedienza di Gesù è immolazione prefigurata nei sacrifici antichi.
2. L’autorità di Cristo si prolunga nella Chiesa: è il principio dell’identità mistica tra Cristo e la Chiesa. Essa è congiunta alla volontà di Cristo e la comunica a noi. L’atto di obbedienza è un atto di fede: è l’espressione essenziale della nostra carità verso Dio, è una adesione totale alla volontà e alla sapienza di Dio. Episodio di Cornelio59 e di Saulo60 dice una costante che ha Dio: l’uomo deve essere guidato dall’uomo. I veri obbedienti non sono gli uomini più indecisi o più timidi, ma persone risolute che non indietreggiano di fronte ad alcun sacrificio (Saverio; Padre Damiano). L’esempio luminoso della Madonna nello spirito di fede. Doveva accettare una quantità di misteri che non comprendeva, l’esistenza divina del Figlio e la sua Incarnazione, la propria maternità divina, la propria parte nella Redenzione. Venter puellae baiulat secreta quae non noverat61. Fili, quid fecisti nobis sic?62 Ipsi non intellexerunt verbum63. Beata, quae credidit64. Conservabat omnia verba haec65; guardava con continua attenzione (diatiro). Accetta l’Incarnazione e questa accettazione si prolunga nella Chiesa con l’obbedienza. Tre gradi: obbedienza di esecuzione; pronta e intera, cura ed esattezza. Obbedienza di volontà: unisce la volontà a quella del Superiore; gioiosa; coraggiosa. Obbedienza di giudizio: a causa della fede si rinuncia al proprio giudizio personale. I mezzi: a) profonda umiltà
59 Cfr At 10. 60 Cfr At 9,1-10. 61 “Il ventre della fanciulla porta in sé segreti che neppure lei conosce” (Cfr GUILLAUME-GABRIEL NIVERS, Inno A solis ortus cardine). 62 Nella NOVA VULGATA:“Fili, quid fecisti nobis sic? – Figlio, perché ci hai fatto così?” (Lc 2,48). 63 Nella NOVA VULGATA: “Ipsi non intellexerunt verbum – Essi non compresero le sue parole” (Lc 2,50). 64 Nella NOVA VULGATA: “Beata, quae credidit – Beata colei che ha creduto” (Lc 1,45). 65 Nella NOVA VULGATA: “Conservabat omnia verba in corde suo – Serbava tutte queste cose nel suo cuore” (Cfr Lc 2,51). b) disponibilità c) crescita nella fede. L’obbedienza non va contro alla libertà e alla personalità; rimane sempre un sacrificio. Si partecipa all’atteggiamento fondamentale di obbedienza propria di Gesù nei confronti del Padre, alla sua devozione verso il Padre. Ma la riparazione del peccato conferisce a questa sottomissione un aspetto di crocefissione, oboediens usque ad mortem66. Obbedienza filiale e redentrice che si prolunga attraverso la Chiesa, Corpo Mistico e Sposa che continua questo atteggiamento. Nella fede l’obbedienza trasforma la nostra volontà in quella stessa di Dio: da qui la gioia e la pace. L’aspetto doloroso è nella partecipazione al mistero pasquale. È nel mistero di Cristo che riceve la sua trascendenza e la sua unità. Un modello perfetto nella vita della Madonna e di San Giuseppe. I misteri dell’infanzia di Gesù – Annunciazione, Visitazione, Betlem, fuga, Presentazione, Nazaret –, tutta la vita si edificava nella fede e fra prove continue. Soli tra gli uomini hanno conosciuto la presenza nascosta del Verbo incarnato e neppure essi comprendevano pienamente ciò che accadeva; ma credevano e ubbidivano. Nella fede trovavano la forza di sopportare e vincere le prove. Giuseppe risoluto a ripudiarla: uno dei drammi più tragici della Scrittura67. E ancora l’umiltà e l’obbedienza eccezionale di Maria da Cana al Calvario, alla Ascensione, alla Pentecoste. L’obbedienza resta sempre la grande scuola della perfezione: per mezzo di essa l’amore si traduce in opere. Essendo una comunione alla volontà divina del Cristo essa perfeziona interiormente la comunità d’amore con la Santissima Trinità. È lo Spirito che dirige la volontà umana.
66 “Obbediente fino alla morte” (Fil 2,8). 67 Cfr Mt 1,19.
Il Sacro Cuore e la preghiera
1. Preghiera di Gesù nel Vangelo. Giorni interi di preghiera68, durante le notti69, al mattino presto70; nel tempio71, nelle case72, nei campi, nella solitudine73 o in presenza di altri74; per lodare e glorificare il Padre75, per ringraziare76 e chiedere77; prima di determinati avvenimenti o circostanze78. Il suo atteggiamento essenziale: apertura e oblazione perché il Padre sia tutto in Lui. Nella preghiera ebbe momenti gioiosi (Tabor79), oscuri (deserto80, Getsemani81, Croce82) = il silenzio di Dio.
2. Il Cuore di Gesù era pienamente umano con il suo amore, i suoi sentimenti, le sue sofferenze. Il Vangelo ci parla della sua paura e del suo tedio, della sua tenerezza e della sua gioia. Ha pregato dalla profondità del suo Cuore. Resta in orazione anche quando il Padre sembra abbandonarlo. La orazione lo porta ad amare di più il Padre e a compiere la sua missione fino alla morte. La preghiera nostra si deve realizzare in Lui, passa per il suo Cuore. Il colloquio tra il Padre e il Verbo incarnato si fa presente nello Spirito Santo come un mistero di vita nei suoi membri: si prolunga in essi non solo la sua presenza, ma anche la sua operazione. Se siamo figli di Dio ci apriamo per ricevere tutto dal Padre e ci doniamo a Lui nello Spirito Santo.
68 Si veda la preghiera prolungata dei quaranta giorni del deserto (Cfr Mt 4,1-2). 69 Cfr Lc 6,12. 70 Cfr Mc 1,35. 71 Cfr Gv 12,28. 72 Cfr Gv 17,1. 73 Cfr Lc 5,16; Mc 6,46. 74 Cfr Lc 11,1; Lc 9,18. 75 Cfr Mt 11,25. 76 Cfr Gv 11,41. 77 Si veda, a titolo esemplificativo: Preghiera sacerdotale di Gesù. 78 Si veda, ad esempio, prima della scelta dei Dodici (Cfr Lc 6,12-16) o prima della professione di fede di Pietro (Cfr Lc 9,18-21). 79 Cfr Lc 9,28-36. 80 Cfr Mt 4,1-11. 81 Cfr Mt 26,36-44; Lc 22,39-45. 82 Cfr Mt 27,46; Lc 23,46; Gv 19,30.
Il Sacro Cuore e il peccato
1. Abbandonare Gesù Cristo? Il sole si svestirà di chiarezza, il fuoco potrà perdere il suo chiarore, smetterà la neve il suo candore prima che con la tua grazia, o mio dolcissimo Gesù, io cambi la mia risoluzione. Una cerva ferita e sitibonda non anela così al fonte, come io attraverso il martirio bramo d’unirmi a Gesù. L’inferno renda taglienti le sue spade, inciti i leoni, scateni contro di me le sue tempeste: mai abbandonerò il mio Gesù. Mi si vuole uccidere per la mia fede? ecco la testa. Flagellarmi? ecco le mie spalle. Bruciarmi? ecco il mio corpo. Quanto più crudeli saranno i tormenti, tanto più preziosa sarà la corona immortale che mi è preparata in cielo. O Signore Dio, che fin dalla culla mi hai sempre protetta, tu che dal mio cuore hai sradicato ogni affetto mondano, e mi hai concesso la pazienza necessaria per soffrire, accogli, te ne prego, la mia anima tra le tue braccia (Dagli Atti di Sant’Agata).
Il Cuore di Gesù e il Cuore Immacolato di Maria
1. Tu et Christus, uno corde mundum lavastis a sorde83. «Il cuore di mia madre era il mio cuore. Posso dire che mia mamma ed io abbiamo operato la redenzione quasi con uno stesso cuore» (a Santa Brigida). «O Maria, noi ci consacriamo al tuo Cuore immacolato perché tu ci doni al Cuore del tuo divin Figlio» (Santa Margherita). Medaglia miracolosa: i due Cuori uniti. Fatima (Angelo): Pregate i Cuori di Gesù e Maria; essi stanno attenti alle voci delle vostre suppliche. San Giovanni Eudes diceva: il Cuore di Gesù e di Maria, non i Cuori.
2. Grandezza di Maria: «È un membro del tutto singolare nel Corpo Mistico» (Pio XII84). Per la grazia della maternità divina precede di gran lunga tutte le creature celesti e terrestri, è un membro della Chiesa sovreminente e del tutto singolare (Lumen Gentium 53). Per la pienezza di grazia Maria ebbe un Cuore Immacolato e quindi colmo di amore e capace di amare come nessun’altra creatura. Ebbe una umanità perfettissima, esente dal peccato originale. Il suo amore non poteva essere neppure venato di egoismo, ossia di interesse umano, di attaccamento a se stessa e alle cose. «Coloro che Dio elegge a qualche ufficio vengono da Lui preparati e disposti» (San Tommaso). Maria doveva amare Dio e tutti gli uomini come mamma e come corredentrice, non poteva non avere un cuore capace di una potenza direi infinita d’amore. È il più simile al Cuore di Cristo; analogia: a privilegi di Gesù corrispondono privilegi di Maria. «Come Gesù disse: Chi vede me vede il Padre mio, così: Chi vede me vede la mamma mia» (San Bellarmino). I nove mesi: visse la vita della madre, il sangue, il battito del cuore. Maria, amando Gesù e venendo amata da Lui, dilatava sempre di più il suo Cuore all’Amore infinito e si preparava a diventare sorgente di amore e maestra di amore per gli Apostoli e per tutta la Chiesa e l’umanità.
3. Nel Vangelo: Gesù rivelò il suo amore quando disse: Lo Spirito Santo è sopra di me (Lc 4,1885); è spinto dallo Spirito Santo a sacrificarsi e compiere la sua missione. Anche Maria fu rivestita dallo Spirito Santo e resa capace di amare come nessuna creatura, e suscitò quella fede e quella dedizione alla Volontà divina, perfette disposizioni alla collaborazione con Lui.
83 Tu e Cristo all’unisono purificaste il mondo dal peccato. 84 Cfr PIO XII, Radiomessaggio per l’inaugurazione del congresso mariologico internazionale, 24 ottobre 1954. 85 Cfr Lc 4,18. Maria diede subito inizio visitando Elisabetta e nel Magnificat86 esaltò e ringraziò Dio per la sua opera e mostrò che si era aperta un’era nuova. Sintonia tra il canto di Isaia87 fatto proprio da Gesù e quello di Maria. Lo Spirito Santo è violenza, «vento»88 perché è Amore. Maria precede Gesù nell’ansia di servire e nei prodigi della carità. Gesù e Maria, un solo cuore, diedero il segno del tempo nuovo col prodigio della luce, della grazia e della gioia. Nella Presentazione, Maria apprese per quale via di sofferenza e di contrasti, di morte e di risurrezione si sarebbe svolta la missione d’amore del Salvatore89. A Cana90, il primo segno della collaborazione che Maria è chiamata a dare in ordine alla sua missione di salvezza. Le nozze simboleggiano l’unione sponsale di Dio con l’«umanità nuova». All’iniziativa della Vergine non poteva non rispondere l’assenso del Figlio sul piano della loro comune missione. Comunione che avrebbe avuto la sua manifestazione più completa nell’ora della Croce91 e nell’ora della Chiesa92. E nell’ora della Croce Maria restò vicina a Gesù e in obbedienza al Padre. Gesù la chiamò donna come a Cana ricordando la profezia del Genesi93 e la diede come Madre94.
4. Gesù, Maria, la Chiesa: un cuor solo. Se Cristo è l’amore divino incarnato, la Chiesa, in quanto è suo corpo mistico, è l’Amore di Dio incarnato e socializzato. Essa dunque è veramente Corpo di Cristo se possiede il Cuore di Cristo e lo fa palpitare. È Maria che poteva rendere presente il Cuore di Cristo nella Chiesa. Lei è il primo e il più sublime membro della Chiesa, madre di Cristo Capo e quindi del Cristo Corpo: immagine cui la Chiesa stessa deve conformarsi. È attraverso Maria che il Cuore di Cristo è passato nella Chiesa. Come a Pietro Cristo comunicò il suo essere «pietra» e l’ha fissata con la potenza dello Spirito a fondamento della Chiesa, così ha fuso il suo Cuore con il Cuore della mamma e l’ha incastonato nel petto della Chiesa. Così la Chiesa ha in Pietro la verità che non muta, e in Maria l’amore che non ha confini. Cristo esercita in Pietro il potere di magistero, di santificazione, di guida, e in Maria l’opera di misericordia e di redenzione, l’attrazione verso il suo Cuore. Maria è il Cuore del Corpo Mistico. Tutta la posizione e l’attività di Maria si riassume nella nozione di cuore mistico del Corpo Mistico. Lei è chiamata a far vivere il Cuore di Cristo nella Chiesa e il cuore della Chiesa in Cristo, ad aiutare la Chiesa a sentirsi madre e ad agire con cuore materno. Maria, ora Assunta, non ha cessato la sua funzione materna. Ovunque il popolo di Dio pellegrina e prega, lotta e spera, lì è Maria. Particolarmente è
86 Cfr Lc 1,46-55. 87 Cfr Is 61,1-2. 88 Cfr At 2,2. 89 Cfr Lc 2,34-35. 90 Cfr Lc 2,1-11. 91 Cfr Gv 19,25. 92 Cfr At 1,14. 93 Cfr Gen 3,15. 94 Cfr Gv 19,25-26. presente nella Messa dove c’è l’incontro dei risorti con il Risorto, dove la Chiesa rinasce sempre dall’Eucarestia. Lei aiuta a colloquiare nella preghiera, a recepire la parola di Dio e ad aderirvi con piena dedizione, Lei ancella del Signore. Lei a offrire, Vergine e pellegrina di amore, per mettersi a servizio. Lei, corredentrice, aiuta a co-immolarsi con Cristo. Lei, Madre del Cristo, totale aiuta nella Comunione a realizzare comunione con i fratelli, perché tutti diventino portatori di Cristo. O bone Iesu, rogo Te per dilectionem qua diligis Matrem tuam, ut sicut tu vere diligis et diligi vis eam: ita mihi des ut vere Eam diligam95.
5. Cuore Immacolato. L’oggetto della devozione è il suo Cuore di carne, simbolo del suo amore per Dio e per gli uomini. Onoriamo la sua eminente santità. Abbracciamo tutta la sua vita intima, le sue virtù, specialmente il suo amore alla purezza, la sua umiltà, così come tutti i suoi sentimenti e particolarmente i suoi dolori. Un Cuore pieno di misericordia per i peccatori, principio e sede del suo amore. È giusto onorare, amare, invocare, imitare il Cuore Immacolato e consolarlo con la nostra riparazione. Anche per noi si devono verificare le parole dette a Fatima: «No, figliola, io non ti abbandonerò mai, il mio Cuore Immacolato sarà il tuo rifugio e la via che ti condurrà a Dio»96. Il Cuore di Maria è la copia del Cuore di Gesù, non è possibile non amarlo. Nessuno ha amato Gesù come Maria, ma anche nessuno ha amato Maria come il Cuore di Gesù. Non si possono dividere. A Maria dobbiamo il Cuore di Gesù e a Gesù il Cuore di Maria. «Così il mio puro amore unisce questi tre cuori per sempre» (a Santa Margherita). Chi può meglio farci amare il Cuore di Gesù, di Colei che conosce l’infinita sua amabilità, l’inesauribile amore? E chi può meglio ottenerci di essere amati da quel Cuore, di Colei che è onnipotente su quel Cuore e che non saprebbe desiderare né procurare nulla di meglio a noi suoi figli? chi ci può schiudere i tesori infiniti, se non Lei, Mediatrice e Dispensiera?
Pratica: profonda venerazione per il Cuore della Madre di Dio, della Regina degli Angeli, il più puro e più perfetto. Amore filiale: Lei ci ama, è la Madre di Gesù, è la grande Benefattrice. Consacrazione a Lei. Renderci conformi a Lei. Donarsi a Maria per donarci a Gesù. Sensibilità ai suoi dolori, riparazione. Fiducia illimitata. Madre di misericordia. Conformità al suo Cuore. «Volete soffrire per riparare le offese fatte al Cuore Immacolato di Maria? Ripetete spesso, ma specialmente quando fate qualche sacrificio: “O Gesù in riparazione degli oltraggi fatti al Cuore Immacolato di Maria”» (Fatima97). Maria è l’onnipotenza supplicante e la Dispensatrice di tutte le grazie, rifugio dei peccatori. Preghiera dell’Apostolato.
95 “Gesù buono, io ti supplico per quell’affetto che nutri per tua Madre: concedimi di amarla veramente, così come tu la ami e la vuoi amata” (Cfr SANT’ANSELMO, Oratio LII). 96 Cfr Seconda apparizione alla Cova da Iria, 13 giugno 1917. 97 Ibidem.
Il Sacro Cuore e il Rosario
1. Il Rosario è un compendio dell’intero Vangelo (Paolo VI98). Le preghiere del Rosario sono mezzi per presentare i misteri della Fede: Padre, Ave, Gloria. Il Rosario è amore in azione. Nel Rosario Gesù rivela costantemente l’amore del suo Cuore per ciascuno di noi e noi pure contempliamo la risposta di Maria. Poiché ella ha compreso il messaggio dell’Amore di Gesù per tutti noi e nel suo nome e nel nome dell’umanità. Essa ha risposto con gioia. Così illimitato è stato il suo «sì» all’Amore di Dio. Ci introduce nei misteri dell’Amore di Gesù. La sua sottomissione, la sua consacrazione. Fu la prima a conoscere e a sentire il Cuore di Gesù dentro di Lei. In ogni mistero: “Guarda quel Cuore che ha amato tanto gli uomini”. Maria è modello perfetto della risposta.
98 Cfr PAOLO VI, Marialis Cultus, 42.
Il Sacro Cuore e la Croce
1. Uomo dei dolori; Isaia99. I suoi dolori fisici, in tutti i sensi e in tutte le parti del corpo. I suoi dolori spirituali: la sua passione invisibile. “Nell’orto ho sofferto interiormente più che in tutto il resto della Passione… Nessuna creatura potrà mai comprendere la grandezza dei tormenti che ho sofferto allora…” (A Santa Margherita100). Il Cuore fu spezzato e straziato per i nostri peccati. Soffre per il cumulo enorme dei peccati, per la vista di tante anime che si sarebbero perdute e dannate, per il tradimento del suo popolo e di Giuda, per il rinnegamento di Pietro, per i dolori di sua Madre, per la vista dei dolori che avrebbero sofferto i membri del Corpo Mistico. E non riceveva consolazione. Sembrava abbandonato dal Padre. “Mi trovai davanti alla santità di Dio che mi schiacciò” (A Santa Margherita). Consuma una sofferenza che aveva avuto inizio fin dal primo momento dell’Incarnazione. Infatti aveva preso una carne passibile rivestendosi della somiglianza del peccato, nel privare la sua carne dei divini diritti derivati dall’unione ipostatica, per l’oblazione che di sé fece al Padre, nel soffrire i disagi di bambino, per la visione di tutto quello che sarebbe avvenuto. “Il mio Cuore fin dal primo istante dell’Incarnazione venne cambiato in un mare di amarezza; soffrì da quel primo istante fino all’ultimo sospiro sulla Croce” (A Santa Margherita).
2. Schiacciato per le nostre scelleratezze. Sentire la nostra responsabilità. Non avessimo commesso che un peccato veniale, sarebbe già una ferita enorme per il Sacro Cuore. Iterum crucifigentes101. Rinnoviamo la Passione. Se commettiamo peccato, Gesù l’ha visto e ne ha sofferto durante tutta la sua vita. Gesù non è stato uno che ha perso, non soccombe di fronte al male. Ma ha preso la croce con libertà suprema come manifestazione definitiva dell’amore salvifico del Padre, come dedizione al Padre amato più di se stesso, con l’obbedienza e l’accettazione incondizionata della sua volontà. E ancora per amore degli uomini. “Nessuno ha amore più grande…”102; “Vi ha amato e dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in soave odore”103. Non è naufragio nell’assurdo: è inizio radicale di una vita nuova, di una nuova creazione. In Cristo morte e risurrezione formano un’unità indissolubile, quella dell’unico mistero Pasquale, dove il nostro «essere per la morte» si trasforma nell’amore del Padre, con la potenza dello Spirito, in «essere per la vita». Simbolismo del battesimo (Rm 6,3); vita dei figli di Dio. La croce
99 Cfr Is 53. 100 SANTA MARGHERITA MARIA ALACOQUE, Autobiografia, 55. 101 Di nuovo crocifissori. 102 Gv 15,13. cristiana non è perciò morbosa aspirazione del male, impulso di morte, ma concreta condizione di possibilità di vita, di amore e di libertà in un mondo di morte, di peccato e di legge. Non è passività, ma pazienza, ed è fortezza di superamento ed è speranza e impegno. È dinamicità di bene che mette al suo servizio gli stessi pazzi torrenti del male: “Le grandi acque non possono spegnere l’amore né i fiumi travolgerlo” (Ct 8,7).
3. La croce è dunque la somma e il compendio del mistero di Cristo, sigillo esistenziale del suo Cuore. Per ciò stesso è anche legge della nostra vita cristiana: essere un cuore trafitto, sangue sparso, corpo dato. “Chi vuol venire dietro di me prenda la sua croce e mi segua”104. La nostra redenzione salvifica è essenzialmente un dono gratuito del Padre in Gesù. Prima di essere salvezza soggettiva, posseduta e realizzata nel nostro cuore, è redenzione oggettiva, pienamente ed esclusivamente compiuta nel Cuore di Cristo. Ma la Croce non può salvare noi senza di noi. Come se la nostra filiazione fosse soltanto un privilegio senza uno sforzo, un’eredità senza un drammatico esercizio di questa filiazione. Lungi dall’esonerarci, la Croce di Cristo ci fa capaci, gratuitamente, di assumere la nostra croce. La croce della nostra umanità storica, in esilio, lontana dal Padre comune. La fede non è accettazione senza rischi personali della persona e dell’opera del Crocefisso. È anzi audacia di bere il suo stesso calice, di assumere la condizione di servo e di discepolo. Un mettersi in condizione di perdere la propria vita per Lui per ritrovarla (Mt 16,25). Regnavit a ligno Deus105. “Potete bere ecc..”106. lo chiede a tutti. Prima di essere segno di vita il Battesimo è segno di morte. Morti al peccato per vivere con Cristo in Dio. Ma non è possibile senza la crocefissione quotidiana. Solidali con una creazione che geme nelle doglie del parto nell’attesa della liberazione (Rm 8,18-22), la condizione di figli non è una garanzia e un privilegio contro i dolori del servo peccatore. La risurrezione per noi è possibilità di vivere fin d’ora secondo lo Spirito. Economia crucis: la passione di Cristo continua nel suo Corpo che è la Chiesa (Col 1,24). Abbracciare la croce (suprema manifestazione di un Dio-amore) è condizione esistenziale che si estende alla totalità del proprio progetto di vita non solo personale, ma ecclesiale e sociale. Venire consepolti con Lui, con-crocifissi con Lui nella storia per la salvezza del mondo. Questa morte quotidiana è la forma presente della nostra Resurrezione con Lui. La Croce di Cristo conferisce significato divino alla sofferenza umana, ma in nessun modo diminuisce l’esperienza drammatica del suo assurdo. La Croce è un segno che dimostra autentica la nostra comunione con Cristo, volto della nostra filiazione ed esercizio della nostra missione. Io vivo, ma non io, è Cristo Crocefisso che vive in me107. Pazzia della croce che è sapienza solo per quelli che hanno accettato la loro miseria nel Suo Cuore.
104 Mt 16,24. 105 “Dio regnò dal legno [della croce]” (Cfr VENANZIO FORTUNATO, Inno Vexilla Regis). 106 “Potete bere il calice che io bevo, o ricevere il battesimo con cui io sono battezzato?” (Mc 10,38). 4. I volti della croce quotidiana: a) Il male fisico. b) Il male morale: sofferenze, ostacoli, ingiustizie, frustrazioni. A livello personale, familiare e sociale. Come disseminano e come disseminiamo anche noi. Il nostro peccato personale, la peccaminosità che sempre rinasce delle nostre inclinazioni mortificate e mai morte, questa lacerazione interiore che ci tormenta per quello che vorremmo essere e quello che appena riusciamo a fare. Esercizi di pazienza, di umile amore, di comprensione verso gli altri, di zelo apostolico e soprattutto di speranza. c) Il servizio degli altri: “O generazione incredula” (Mt 17,17). Servizio di Dio nel servizio dell’uomo. Lì, dove l’amore e l’estasi di riconoscersi figlio e signore diventa tedio e croce del servizio. d) La croce particolare di ciascuno. e) L’imprevedibile. f) Il proprio di un’epoca e le scelte comunitarie e personali. g) Il quotidiano: indebolimento della novità, della primitiva opzione nel sofferto ripetersi col passare del tempo. Nausea del sempre uguale o che almeno sembra esserlo. Minaccia continua dell’imprevedibile che distrugge, o lotta sorda, continua perché ciò non avvenga. Sempre ricominciare e non mai terminare. Quanto logorio, quanta stanchezza, ma anche quanto amore, un continuo rinascere della nostra stessa vita, man mano che la consumiamo in Cristo per gli altri. h) La croce della stessa fede: camminare come se vedesse l’Invisibile farà sempre soffrire chi anela a vedere e saziarsi (Fil 1,23; cupio dissolvi), sperare contro ogni speranza, soltanto da Dio, non da un incoraggiamento, amare chi ripaga con l’indifferenza, l’oblio e perfino l’ostilità. Vivere in se stessi, come fuori di se stessi è la povertà radicale del discepolo che persevera con Cristo nelle sue prove (Lc 22,28). Capire la vita partendo dal Cuore di Gesù Crocefisso. La fede non è assicurazione contro nessun male né un salto evasivo; è comprensione nell’assurdo del male quotidiano. La croce fatta di fiori. Ma la gioia radicale della Croce può celebrarsi solo nell’Eucarestia. Proclamazione del Signore finché venga, calice di morte per un Vino di nozze, Corpo donato sulla Mensa del Resuscitato. Sacrificio di chi sta alla destra del Padre per intercedere per noi. Banchetto fraterno di coloro che sono continuamente riconciliati con il potere del suo Sangue, Pasqua nella notte del nostro Esodo, in cui si intravede l’alba della Terra Promessa. Cuore di Gesù, croce della nostra vita, Eucarestia: un solo amore vissuto e celebrato davanti al Padre per mezzo dello Spirito Santo, nella Chiesa, per la vita del mondo.
5. La serenità. Nel Vangelo vediamo continuamente attenzioni, prove dell’amore di Cristo per noi, le quali sono intrise ora di gioia, ora di dolore. Gioia: quando consola la gente, sfamandola108, guarendo ogni sorta di infermi109 e
108 Cfr Mt 14,13-21. 109 Cfr Mt 4,23; Mt 8,16; Mt 9,35. risuscitando i morti: “Ti ringrazio Padre che mi hai ascoltato”110. “Ti benedico o Padre perché hai rivelato ai piccoli ecc…”111. A volte l’amore di Gesù è collegato col dolore: amando sopporta le fatiche del viaggiare e del predicare112; il sudore, la fame e la sete; sente compassione113: “Gerusalemme Gerusalemme…”114; “Padre se è possibile…”115. È questo Gesù che ci ama o con gioia o con dolore. Il devoto del Sacro Cuore deve specialmente badare agli stati d’animo di Gesù e viverli, per quanto è possibile, alla stessa maniera nelle varie situazioni della propria vita. Egli ricorda che nella stessa redenzione del Calvario, ciò che salva il mondo non è la sofferenza nuda, ma l’amore che Cristo offre al Padre soffrendo. Il dolore prima di tutto non può essere evitato. Gesù vir dolorum116. Innocente ha fatto solo e tanto bene, è stato crocifisso. Agnello. Qualcuno tenta di seppellire i dolori nei piaceri, di evadere in mondi immaginari, ma così fanno i rinunciatari, gli sconfitti della vita che crescono sempre più, causa una educazione che non prepara al dolore, che concede tutto subito, sempre, facendo credere che nella vita tutto sarà facile e bello. Le colpe dei mass-media della società consumistica. San Francesco di Sales era contro il «dolorismo» ma raccomandava l’accettazione dei sacrifici quotidiani. “Vale senza confronto di più ciò che viene fatto fare, che non quello che facciamo e scegliamo noi stessi di fare. Nell’ultimo caso entra soddisfazione dell’amor proprio, ma lasciarsi impiegare dagli altri qui sta il massimo grado di abnegazione”. Sono principi difficilmente accettati oggi quando anche chi ha fatto voto d’obbedienza chiede continuamente di poter fare le proprie scelte, di sentirsi realizzato. Santità a piccolo cabotaggio; columbarum more, si aquilarum non licet117. Rinnegare se stesso è il «Metanoeite» cambiar mente, cosa non facile, e da ricominciare ogni giorno. Domanda sforzo, lotta, convincimenti profondi e impegno. E avere fiducia. Queste premesse che chi vuol riprodurre in sé i sentimenti del Cuore di Gesù deve dare grande spazio alla gioia: Gesù ha chiamato il suo messaggio «buona novella»; “Sarete beati”118; la sua nascita annunciata come grande gioia119. “Rallegratevi nel Signore sempre… Non angustiatevi per nulla” (Fil 4,4-6); “Il Regno di Dio è giustizia, pace e gioia” (Rm 14,17); “Il frutto dello Spirito è amore, pace e gioia” (Gal 5,22).
110 Gv 11,41. 111 Cfr Mt 11,25. 112 Cfr Mt 8,20. 113 Cfr Mt 9,36. 114 Cfr Mt 23,37. 115 Mt 26,39. 116 “Uomo dei dolori” (Is 53,3). 117 “… a guisa delle colombe, se non ci è dato il volo dell’aquila” (PIO XI, Rerum omnium perturbationem, 26 gennaio 1923). 118 Mt 5,11. 119 Cfr Lc 2,10. Anche le gioie buone umane: i cristiani le cerchino, le coltivino e le proteggano contro le insidie della tristezza, dell’abbattimento, del lasciarsi andare. Esse sono un valore in sé e possono essere di grande aiuto a una vita buona. Naturalmente il cristiano deve relativizzare queste gioie: sono un mezzo, non lo scopo supremo; durano un po’ ma non sempre. Ne usino “come se non ne usassero, perché passa la scena di questo mondo” (1Cor 7,31). Manifestare la gioia è testimoniare la fede: “Non vi sgomentate… né vi turbate… pronti a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi” (1 Pt 3,14-15). Il corpo non è solo olocausto da offrire a Dio. È uno strumento. Dio ce l’ha dato e desidera che ci serva; dobbiamo averne cura, conservarlo e utilizzarlo bene. Esempio di Gesù. Se non si dorme e non si mangia riesce difficile compiere bene il proprio lavoro. Al di sopra delle gioie umane vi sono le spirituali ordinarie e straordinarie. Sapere che si è amati da Dio e che lo si può amare è gioia ordinaria del cristiano. La gioia di possederlo. Le straordinarie: il martirio.
6. Concezione del mondo riguardo alla sofferenza. Il problema del senso o non senso della sofferenza è il problema culturale per eccellenza implicato nella questione dell’aborto. La censura più brutale che la cultura contemporanea fa è quella a riguardo del problema stesso del patire nella vita. Questo problema drammatico è scritto nel cuore stesso della vita: si nasce e si muore nella sofferenza; non c’è gesto fondamentale dell’uomo che non ne comporti l’esperienza: l’uomo è fatto di bisogni, la malattia è ineliminabile ecc… Al contrario l’inganno borghese-consumistico assicura l’eliminazione assoluta del bisogno e della sofferenza occultandone il più possibile la presenza, generando processi di emarginazione o violenta eliminazione dei più deboli che vivono in stato di disagio, stabilendo un clima sociale sempre più individualistico e per questo dipendente dall’organizzazione collettiva. La cultura che fa da sfondo alla civiltà moderna è la cultura materialistica; essa costituisce l’essenza dello spirito borghese che storicamente si è rivelata con l’affermazione del «neo-capitalismo consumistico». L’uomo è il padrone che stabilisce da sé il valore delle cose e per questo non può accettare nessun limite e nessuna dipendenza. L’individualismo possessivo definisce il tipo umano conseguente a questa cultura; la mentalità radicale esprime questo come paradigma applicando universalmente la categoria di proprietà ad ogni tipo di rapporto umano. Lo spirito borghese radicale afferma il libertarismo rispetto alle dimensioni che originariamente definiscono la vita umana: sessualità, famiglia, vita. Per la sessualità si nega il legame con la trasmissione della vita, il rapporto tra i partner indipendente da essa e contingente. Si nega il significato alla stabilità e continuità del rapporto coniugale, considerando la famiglia una struttura destinata a sfaldarsi con i mutamenti della società. In una concezione così individualistica, il diritto di vita e di cittadinanza è riservato a chi c’è già ed è visibile, la madre cioè, mentre viene negato a chi c’è ma non è visibile (il bambino concepito) e sul quale la madre esercita una capacità di possesso.
7. Esercizio di mortificazione. Al pensiero di ciò che ha sofferto il Cuore di Gesù dobbiamo dimostrargli il nostro amore e la nostra riconoscenza col soffrire qualche cosa per amore di Lui. “Mortificate quella parte di voi che appartiene alla terra” (Col 3,5), “Portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo” (2Cor 4,10). Dar morte alle nostre cattive inclinazioni, reprimere gli istinti sregolati, privarsi di cose gradite e piacevoli per la distruzione dell’uomo vecchio. Vivere una vita austera. “Il vero devoto del Sacro Cuore deve essere insensibile ad ogni cosa creata” (Santa Margherita). Tenere in soggezione il corpo. Esercitare la pazienza. Dobbiamo ricordare che le nostre croci sono un effetto della bontà di Dio per noi, ci rendono conformi a Gesù, ci purificano e ci santificano: se le portiamo con pazienza Gesù ci tiene fedele compagnia; le porta con noi e ci ama con particolare benevolenza. “Prediligo la croce e quelli che la portano come me e per amor mio” (A Santa Margherita). Guai a chi non avesse nessuna croce e fosse troppo felice e contento. Sarebbe un segno di poca speranza di salvarsi, perché mancherebbe la somiglianza con Gesù al quale bisogna essere conformi per essere accetti all’Eterno Padre e andare in Paradiso. La Croce è il bastone per il Paradiso. Il Sacro Cuore nella sua sapienza e bontà sa proporzionare le croci alle nostre forze. Consideriamo come Lui ha sofferto per noi e ci vergogneremo di essere tanto delicati e impazienti. Teniamo sempre presenti i nostri peccati. Se ci capitano croci dal prossimo guardiamo solo l’azione di Dio e non le persone. “Abbracciamo generosamente la Croce, senza curarci dello strumento col quale essa venne fabbricata. Qualche volta il mio Signore mi diceva: «Ti faccio un bel regalo servendomi di strumenti così nobili per crocefiggerti. Il mio Eterno Padre invece mi abbandonò nelle mani crudeli di spietati carnefici per mettermi in croce; io invece mi servo a tuo riguardo di persone buone»” (Santa Margherita). E non cerchiamo conforto nelle creature. “Siete tutti consolatori molesti” (Gb 16,2); solo nel Cuore di Gesù.
Il Sacro Cuore e la gioia
1. Il Cuore di Gesù fonte di ogni consolazione. Tutto ci viene da Lui. La sua passione ci ha ottenuto il conforto e la consolazione: “Padre della misericordia e Dio di ogni consolazione” (2Cor 1,3-5120); “Non vi è altro nome in cui possiamo essere salvi” (At 4,12121); “Il tuo conforto mi ha consolato” (Sal 93122); “Io, io sono il tuo consolatore” (Is 51,12). “Io consolerò le anime devote al mio Cuore, le consolerò nelle loro pene” (A Santa Margherita).
2. Tante sono le miserie di quaggiù: Brevi vivens tempore, repletur multis miseriis123 (Gb 14,1). La vita è fugace, la giovinezza sfiorisce, la salute è insidiata, la bellezza svanisce, così la ricchezza, gli onori e la gloria. Dove trovare un po’ di consolazione? L’uomo tradisce, solo Dio resta.
3. Il Sacro Cuore ci dà la serenità e la pace. “Non abbiamo un Pontefice che non possa aver compassione ecc…” (Eb 4,15; 5,2124) Ha provato tutto, sa comprendere tutto. Il suo Cuore è tenero, è buono, dolcissimo. Ha pianto. Ha vissuto l’amicizia. “Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa” (1Gv 3,20). I miracoli del Vangelo. “Pensateci bene, o Filotea, è certo che il Cuore del nostro caro Gesù vedeva il vostro cuore e l’amava… È cosa dolcissima: il Cuore sì tenero di Gesù pensava a me, mi amava e mi procurava mille mezzi di salvezza come se non vi fosse nessun’anima al mondo fuorché la mia” (Introduzione alla vita devota, Parte V, cap. XIII). “Come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, così per mezzo di Cristo abbonda anche la nostra consolazione” (2Cor 1,5). “Non vi lascerò orfani” (Gv 14,18). L’Eucarestia: l’amicizia con Lui. L’Eucarestia è il simbolo vivente della beatitudine, comincia il Paradiso, è la delizia delle anime. Il Cielo è nel tuo cuore. La visita al Santissimo Sacramento (Andreoletti, p. 656). “Il Padre vi ama”125.
120 Cfr 2Cor 1,3-5. 121 Cfr At 4,12. 122 Sal 94 [93], 19. 123 “…breve di giorni e sazio di inquietudine”. 124 Cfr Eb 4,15; 5,2. 125 Gv 16,27.
Il Sacro Cuore e la Fede
1. Cre d ere è a cco gl i ere l ’i n iz i a ti va salvifica di Dio. E poiché questa iniziativa trova il suo vertice nella missione di Gesù e in lui si compendia, credere significa accogliere Gesù di Nazaret, crocefisso e risorto, come unico Salvatore e Signore. Accogliere il suo amore. “Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che avete crocefisso!” (At 2,36). “Credi nel Signore Gesù e sarai salvato tu e la tua famiglia” (At 16,31). Credere significa accogliere Cristo salvezza di Dio e accettare con certezza la verità divina che in Cristo si è rivelata. Gesù è il Verbo, la rivelazione sostanziale del Padre. Un ingresso di luce, “era la luce vera”126. Nella sua persona, nei suoi atti, nelle sue parole sono raccolte e oltrepassate tutte le voci dell’Antico Testamento. Il lungo discorso di Dio all’umanità in lui si riassume e si conclude. Perciò credere significa accettare come vero tutto quanto è contenuto nella divina Rivelazione.
2. L’atto con cui credo è un atto mio; è una mia libera decisione, non può essere costretta da nessuno. La mia ragione, la mia volontà, tutto il mio mondo interiore entrano a determinare quest’atto che è di tutto l’uomo. Ma poiché il disegno di Dio eccede infinitamente le mie capacità di accoglienza, l’atto di fede è un dono di Dio e non può essere compiuto se non sotto le azioni della grazia. Tale sproporzione fa sì che ogni vero atto di fede sia oscuro, cioè dei contenuti dei quali la ragione nostra umana non vede l’interiore possibilità, essi vengono accettati sull’autorità di Dio che si è rivelato in Gesù. Ogni dubbio volontariamente accettato distrugge l’obbedienza della fede. L’uomo è per se stesso incapace di credere. Di fronte alla Rivelazione di Dio è come un cieco di fronte ai colori. Può arrivare a compiere l’atto di fede, se dall’alto gli viene infusa una capacità proporzionata. La capacità permanente di credere è «la virtù della fede». Poiché è un dono infuso può essere data anche quando l’uomo non sia capace di atti personali (Battesimo dei bambini). Egli la possiede pressappoco come un grande compositore possiede dall’infanzia il genio musicale.
3. La fede è ragionevole perché è suprema ragionevolezza accogliere Dio che si rivela per la nostra salvezza. Poiché la fede è dono, può e deve essere implorata per noi e per gli altri. E poiché è atto dell’uomo ci si dispone alla fede con l’amore appassionato e disinteressato della verità e con la sottomissione della nostra condotta alle
126 Cfr Gv 1,9. esigenze della giustizia come sono da noi conosciute. “Chi opera la verità viene alla luce” (Gv 3,21). La certezza della fede esclude il dubbio volontario, ma non esclude le difficoltà; è normale la perplessità e gli interrogativi. Ma diecimila difficoltà non fanno un dubbio (Newman127).
4. Il nucleo primordiale della fede è l’accoglimento del fatto che Gesù di Nazaret è veramente risorto. Il compendio è in una sola parola: egerthe – è risorto. Oggi Lui, morto sulla Croce, è veramente, corporalmente vivo. Quest’annuncio decisivo è qualcosa di unico, di discriminante, di provocatorio (follia), di non trattabile, di trasformante. Questo è il cuore del cristianesimo e deve restare sempre vivo e pulsante. Il Vangelo non è tanto una dottrina, un sistema sociale, un’analisi di una realtà, ma è una persona. È una persona concreta nato da donna, che patì ed è davvero morto. Follia della croce (1Cor 1,18): è scandalosa per il mondo l’idea che la salvezza dell’uomo ci venga attraverso un uomo sconfitto, morto di una morte disonorante. Ma non si coglie in tutta la sua intensità la follia della croce se prima non ci si persuade della follia della risurrezione. I cristiani appaiono strani e improbabili alla sapienza del mondo perché annunciano il fatto di un uomo che è risorto ed è vivo.
5. La morte e la risurrezione sono stati avvenimenti per noi, Cristo ci ha salvati, ci ha dato la remissione dei peccati e ci ha costituiti nello stato di giustizia davanti a Dio. L’uomo si trovava nello stato di peccato veramente drammatico. “Se confesserai con la tua bocca che Gesù è il Signore, e crederai con il tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo” (Rm 10,9).
6. Dio colla predicazione della Chiesa ci fa conoscere la sua volontà di salvarci in Cristo. Accolta mediante la fede, questa volontà opera efficacemente nel Battesimo, che è la radice della nostra vita in Cristo, la nostra generazione e nascita alla vita di comunione con Lui, della nostra vita in Lui. Il motivo sta nella realtà profonda di questo sacramento, nel suo significato. Nel Battesimo infatti la persona umana è realmente coinvolta in ciò che un giorno è accaduto in Cristo, il suo passaggio dalla morte alla vita: il suo mistero Pasquale. Questo è il significato profondo del Battesimo. Siamo battezzati nel Cristo Gesù, anzi più precisamente nella sua morte. Pertanto esso ci conferisce gli stessi effetti che Dio intendeva dovesse avere la morte del suo Figlio: fondamentalmente, la distruzione del peccato. “O non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù siamo battezzati nella sua morte? ecc…” (Rm 6,3-11). “Poiché quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo” (Gal 3,27). “Con lui infatti siete stati sepolti insieme nel Battesimo, in lui anche siete risuscitati ecc...” (Col 2,12). “Voi vi siete infatti spogliati dell’uomo vecchio con le sue azioni e avete rivestito il nuovo, che si rinnova” (Col 3,9-10).
127 JOHN HENRY NEWMAN, Apologia pro vita sua, Cap. V. Non esiste solo un rapporto di somiglianza esteriore. L’uomo nel Battesimo viene realmente liberato dalla sua condizione di peccato, in quanto partecipa misteriosamente all’evento della Croce. La morte e la sepoltura di Cristo ripresentata nel Battesimo era ordinata alla Risurrezione che la forza di Dio avrebbe operato. Così il Sacramento ha per scopo definitivo un cambiamento completo dell’uomo, il dono della vita nuova, partecipazione reale della vita stessa del Figlio di Dio. Partecipiamo dunque alla morte di Gesù per passare a una vita che ha distrutto il peccato, viviamo per Dio in Cristo Gesù. Tutto l’uomo, fin dalla profondità del suo essere personale che è cambiato: è la sua libertà primieramente che è interpellata. Morta al peccato e vivente in Cristo la persona deve agire di conseguenza. La morte sua è la morte del nostro peccato; la vita sua, la vita del battezzato; la forza sua è l’agire dei cristiani che liberamente acconsentono di vivere in Lui. Gesù il Cristo è la vita che noi adesso viviamo e dobbiamo vivere: la sua vita deve essere come trasportata nella vita e nell’azione di coloro che sono stati battezzati. Il Battesimo è il fondamento e la radice di tutta l’etica cristiana, non cosa passata ma, come il fondamento di una casa e la radice di un albero, continuamente sostiene e nutre la nostra storia. Il Battesimo è il principio da cui fluisce la nostra storia in Cristo perché siamo trasferiti dall’esistenza del peccato alla esistenza nuova, resi partecipi della stessa vita filiale di Cristo Gesù.
7. Tuttavia il nostro inserimento in Gesù il Cristo non raggiunge la sua perfezione nel Battesimo. È solo l’Eucarestia che lo porta a compimento. È in essa in senso pieno il fondamento e la radice della nostra vita in Cristo e quindi dell’etica cristiana. Nella celebrazione dell’Eucarestia viene continuamente ripresentato il sacrificio della morte di Cristo. L’atto della sua donazione illimitata e incondizionata sulla Croce riaccade ogni volta che celebriamo l’Eucarestia (Sacrosanctum Concilium 47). Essa esige di essere ricevuta. Ricevendo la Comunione bisogna acconsentire alla donazione sacrificale di Cristo. Questo consenso fa sì che la persona umana riconosca di essere stata amata fino alla morte e, pertanto, di non appartenersi più, perché staccata da se stessa mediante l’amore di Gesù nella morte. Non può non implicare che Colui che ha donato se stesso fino alla propria morte, non possa non essere corrisposto che attraverso il dono totale e radicale di se stesso. Non si tratta di un modo qualsiasi di sapere la morte di Gesù, ma di uno che ne è raggiunto fino al cuore, e di conseguenza di un sapere che sfocia nell’azione, nell’amore costruttivo della comunità e di tutti. La nostra vita in Cristo è la partecipazione vissuta della sua donazione fino alla morte. Allora: Attraverso e nella celebrazione dell’Eucarestia intesa nella sua totalità (donazione sacrificale, consenso a questa donazione) Cristo strappa dal possesso egoistico di se stesso e lo rende partecipe della sua stessa carità: per cui non appartiene più a se stesso ma a Colui che è morto per lui e riceve in dono il comandamento di amare come ha amato Gesù il Cristo. All’origine e fondamento della morale è l’essere collocato dentro all’avvenimento della Croce mediante il Battesimo e l’Eucarestia. È un’etica cristocentrica. Al suo centro non sta la enunciazione di un principio morale generale da cui far discendere coerentemente tutte le norme particolari. Al suo centro sta ciò che è accaduto sulla Croce, l’atto di donazione illimitata e incondizionata del Cristo, di cui si diviene partecipi col Battesimo e l’Eucarestia. Il principio universale è concreto, è un avvenimento storico, sacramentalmente presente e partecipato. È un’etica della grazia perché in essa il dono di Dio precede, fonda, giustifica e rende possibili i comandamenti. È un’etica della fede. Poiché la salvezza è dono, l’unico atteggiamento richiesto all’uomo se vuole entrarvi è di consentire a questo dono, cioè di credere consegnandosi radicalmente e totalmente. I precetti sono praecepta fidei, nel senso che nascono da essa e trovano in essa la loro ragione d’essere.
8. Chi opera il nostro inserimento in Gesù il Cristo è lo Spirito Santo che ci è donato, è presente in noi, opera la nostra assimilazione a Cristo ed abita nel nostro cuore. Pertanto l’etica cristiana trova la sua sorgente nello Spirito, perché la vita del credente è la vita secondo la Spirito e la sua legge è lo Spirito che gli è stato dato. “In lui… avete ricevuto il suggello dello Spirito Santo” (Ef 1,13). Lo Spirto Santo è il Dono per eccellenza che Dio ci fa, il Dono della sua vita, il Dono di se stesso. La nostra salvezza, sia come liberazione dal peccato sia come partecipazione alla Vita stessa del Figlio, è frutto della presenza dello Spirito. Figli nel Figlio. Questa partecipazione non è qualcosa di estrinseco, ma trasforma realmente la persona umana, la costituisce nuova creatura. Ciò comporta che la somiglianza con Cristo si costituisce in forza ed a motivo di un accesso ad un modo nuovo di essere. L’essere proprio di Gesù il Cristo, il suo essere il Figlio si comunica realmente alla persona umana. È lo Spirito Santo che agisce nell’Incarnazione, perché il Figlio diviene uomo per mezzo di lui. È Lui che al Giordano lo abilita nella missione messianica128, egli lo spinge nel deserto129, attiva in Gesù i miracoli del Padre e soprattutto è all’origine del sacrificio di Cristo sulla Croce. Infatti la carità del Cuore di Cristo in forza della quale la sua morte diviene il perfetto sacrificio della Nuova Alleanza è la espressione umana della sua relazione col Padre nello Spirito Santo. Attraverso il Battesimo e compiutamente attraverso l’Eucarestia il credente partecipa a questo atto di donazione illimitata e incondizionata, Egli è costituito figlio nel Figlio, perché gli è donato lo stesso Spirito che relaziona Gesù il Cristo al Padre, nel modo perfetto sulla Croce. Questo dono consiste nella capacità permanente, di cui la persona umana entra in possesso, di amare come ha amato Cristo che ha donato se stesso incondizionatamente e illimitatamente: la virtù teologale della carità.
128 Cfr Mt 16,3. 129 Cfr Mt 4,1.
Il Sacro Cuore e l’Eucarestia
1. È purtroppo facile trattare il Santissimo Sacramento come una cosa sacra, un tesoro, come un’immagine preziosa. Ma nell’Eucarestia vi è una persona vivente, che benché invisibile ai sensi, è presente, ci guarda, ci conosce, ci ama, si interessa di ognuno di noi, vuol lavorare nell’anima nostra. L’Eucarestia deve essere il centro e la fonte di tutta la nostra vita; tutto deve convergere a Lui ad ogni istante del giorno e della notte, tutta la nostra attività. La devozione al Sacro Cuore è prima di tutto devozione eucaristica. È nell’Eucarestia che dobbiamo amare, studiare e pregare il Sacro Cuore, perché è lì vivo. Se l’Incarnazione è Dio trasformato in amore, l’Eucarestia è Gesù trasformato in amore. Là batte per noi quel Cuore tutto amore.
2. Oggetto della nostra devozione è il Cuore fisico di Gesù congiunto all’amore di cui è il memoriale e il simbolo. Il Cuore materiale è il simbolo, il segno sensibile dei suoi sentimenti interni, l’indice rivelatore del suo amore. Ci rivolgiamo alla Persona di Gesù che ama: il suo amore considerato nel suo insieme, in tutte le sue manifestazioni e in ciascuna di esse. Nessuno dei suoi misteri, nessuno dei suoi atti non ha le sue radici nell’amore. Quando adoriamo il Cuore di Gesù adoriamo quell’eterna carità che ha portato il Verbo di Dio a offrirsi come vittima per la nostra Redenzione, adoriamo quell’amore che ha trattenuto un Dio per nove mesi nel seno di Maria, che lo ha fatto nascere a Betlemme, che lo ha inchiodato sulla croce, quell’amore che lo imprigiona notte e giorno sugli altari, che si effonde a torrenti dal Cielo e dal Tabernacolo e si spande nei cuori. Era quest’amore che perdonava alla Maddalena, che andava in cerca dei peccatori, che guariva i malati, che accoglieva i fanciulli. Nel suo Cuore troviamo la chiave di tutto il Vangelo. Nei battiti del Cuore di Gesù troviamo la spiegazione di tutte le sue opere, di tutte le sue sofferenze, di tutte le umiliazioni.
3. Gesù che ama: e dove è più manifesto il suo amore se non quando è vittima d’amore sul Calvario e nell’Eucarestia? Nell’Eucarestia non vi è un’immagine o un simbolo, vi è una realtà vivente. È lo stesso Cuore sul quale si posò Giovanni e che fu trafitto, è la sua Persona che compì «la follia» dell’amore. È presente e deve attirare tutti, si dona attualmente e si immola. Non è semplicemente un ricordo, ci spalanca il suo Cuore.
4. È rimasto nell’Eucarestia per continuare a donarsi, ossia per amare. A tutti in tutte le ore. Mi conosce e vuole trattare con me. Ha la sua sensibilità come durante la sua vita mortale: è buono, tenero, compassionevole. Ha le sue gioie.
Il Sacro Cuore e l’Apostolato
Ef 4,7-13. 1. La salvezza degli uomini interessa tutta l’opera della Santissima Trinità. Per questo il Padre ha dato al mondo il suo Figlio perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna130. Per questo il Cuore di Gesù ha amato noi e ha offerto se stesso perché avessimo la vita (Gv 10,10). Per questo si è effuso lo Spirito Santo. L’apostolato è l’opera delle opere. Gesù ha speso tutta la sua vita nascosta a salvare con la preghiera e il sacrificio e a dire a noi come ci dobbiamo preparare. Tutta la vita pubblica è un pieno esercizio della sua carità. Non aveva tempo neanche per mangiare (Mc 3,20; 6,31). Predicava dappertutto ecc… Dà la vita sulla Croce in mezzo ai tormenti. Risorto, conferma la fede. In Cielo, è intercessore. Nell’Eucarestia è tutto per noi.
2. Necessità dell’apostolato. Le anime che si dannano. Salvare la nostra. Animam salvasti? tuam praedestinasti131 (Sant’Agostino). Un bicchiere d’acqua non è senza ricompensa, che sarà d’aver procurato la salvezza? È amore ricambiare l’amore di Cristo che ci ha amato a fatti: ugualmente dare nei fatti.
3. Bisogna fare incontrare Dio, il Dio vivente, il Dio della Rivelazione, un Dio per noi, che si china verso di noi. Dio non è un’immensa conca d’acqua, è una sorgente. Egli si comunica, si dona. “Hanno abbandonato me, sorgente di acqua viva…” (Ger 2,13). “È come un albero piantato lungo le sorgenti d’acqua”132 (Ger 17,8). Le cose esistono, sono buone, vere secondo che ricevono da Lui. Dio attivo che si manifesta nelle vicende. A Mosè: Io sarò chi sarò, come mi manifesterò. Dio ha un piano sul mondo. Lo ha sull’uomo. Regno di Dio. “Sono venuto a cercare ciò che era perduto”133. Non è un Dio «per sé». L’Assoluto è l’Amore. E conta su di me perché tocca a me realizzare Dio nel mondo.
4. Come: a) Con la nostra Fede. A Teofilo134: “Mostrami il tuo Dio”; “Mostrami il tuo uomo (le tue disposizioni) e io ti mostrerò il mio Dio”. Non si ha mai Dio senza l’uomo e l’uomo senza Dio. Tutta l’azione deve derivare dalla Fede, non solo la preghiera, ma il lavoro, la vita di famiglia ecc…
130 Cfr Gv 3,16. 131 “Hai salvato un’anima? Hai predestinato la tua”. 132 Cfr Ger 17,8. 133 Cfr Lc 19,10. 134 San Teofilo, vescovo di Antiochia nel III secolo d.C. È un irradiamento di Dio. Se voi siete miei testimoni, cioè se affermate la mia volontà, se la realizzate nel mondo, allora sono Dio. Sono sempre Dio in me stesso, voi non ci avete niente a che fare, ma lo sono nel mondo come voglio esserlo. Io sono la sorgente, voi dovete essere i canali. b) Con il non peccare: perché è un limite che si pone a Dio, al suo irradiamento. Io divento un ostacolo, non uno strumento. In tutte le circostanze della vita dire a Dio: “Tu sei il mio Dio”135. Peccare è svuotarci di ciò che è l’opera della vita. Tolle eum è togliere Dio dal mondo. Fede è obbedire (Rm 1,5). c) Contemplazione dell’Amore; così ha inizio l’apostolato. È l’Amore gratuito e universale di Dio che spiega e crea le diverse vocazioni nella Chiesa (Ef 4,7136). Nell’ascolto della parola avvertiamo di essere stati amati senza motivo, scopriamo il pensiero di Dio “il quale vuole che tutti gli uomini siano salvi e giungano alla conoscenza della verità” (1Tm 2,4137), sentiamo di dover vivere in Cristo. Gesù che ha dato se stesso in riscatto per tutti (id 6). d) Col combattere per il Regno; sarebbe illusione il dimenticarlo. “Rivestitevi dell’armatura di Dio ecc…” (Ef 6,11). e) Con il sacrificio: “Di un battesimo devo essere battezzato ecc...”138 (Lc 12,50). L’apostolato è partecipazione al suo amore salvifico.
5. L’apostolo si santifica con il suo apostolato. a) L’apostolo è pervaso, è portato dallo Spirito. “Non da volontà umana fu recata mai una profezia, ma mossi da Spirito Santo parlarono questi uomini da parte di Dio” (2Pt 1,21). b) Amministra l’azione sacra della Parola. “…di essere un ministro di Gesù Cristo tra i pagani esercitando l\'ufficio sacro del vangelo di Dio perché i pagani divengano una oblazione gradita, santificata dallo Spirito Santo” (Rm 15,16). “E se anche il mio sangue deve essere versato in libagione sul sacrificio e sull’offerta della vostra fede sono contento e ne godo con tutti voi” (Fil 2,17). c) Porta il lieto annunzio di pace. “Questa è la parola che Egli ha inviato ai figli d’Israele, recando la buona novella della pace per mezzo di Gesù Cristo che è il Signore di tutti” (At 10,36). d) Distribuisce il grande dono di Dio. “Quando questi (Barnaba) giunse e vide la grazia del Signore, si rallegrò e, da uomo virtuoso qual era e pieno di Spirito Santo e di fede, esortava tutti a perseverare con cuore risoluto nel Signore” (At 11,23-24). La divina grazia (At 13,43); il dono dello Spirito (At 11,13-17; 2,38; 4,31); il messaggio di salvezza (At 13,26); il suo regno, il suo piano.
135 Cfr Sal 63 [62], 2. 136 Cfr Ef 4,7. 137 Cfr 1Tm 2,4. 138 Cfr Lc 12,50. 6. Però l’apostolato non deve decadere a filantropia, a una sorta di lavoro umano. Deve essere permeato dalla carità diffusa nei nostri cuori. L’asse della vita cristiana gira intorno all’esercizio della fede, speranza e carità come quello della vita intellettuale intorno alla memoria, intelletto, volontà. “Ricordiamo la vostra fede operosa, le fatiche della vostra carità, la tenacia della vostra speranza” (1Ts 1,3139). L’importanza dello spirito di preghiera. Due tipi di preghiera: il primo quando ci si applica esclusivamente a Dio interrompendo ogni altra occupazione. Il secondo è la preghiera capillarizzata nella vita. Ambedue sono importanti e necessarie e stanno tra loro come causa e effetto. L’uomo infatti vale per la preghiera e non per «le» preghiere. Chi non prega sempre, non prega mai, neppure quando prega. Lo spirito di preghiera è più raro e difficile tanto che si può ritenere l’elemento misura della perfezione. San Francesco di Sales dice che è piuttosto facile essere estatici nella orazione, ma bestie nell’azione. Si diventa uomini di preghiera attualizzando e calando nella vita concreta la fede, la speranza e la carità.
139 Cfr 1Ts 1,3.
(1) Esercizi Spirituali alla Comunità della Risurrezione Sant’Ilario, 15-16-17 Agosto 1981
Introduzione. Ef 3,10 sq. La multiforme sapienza: l’oggetto degli Esercizi. Conoscere le meraviglie di Dio e il perché il suo infinito amore le ha fatte. Il disegno eterno: per conoscere Dio bisogna conoscere Gesù, il Cuore, la manifestazione dell’amore. La fede in lui è il primo mezzo, una fede viva e grande. Piego le mie ginocchia, gli Esercizi sono preghiera grande e continua. Al Padre: Gesù dono del Padre. Il Cuore del Padre. Potentemente rafforzati. Il fine: la comprensione e la partecipazione all’amore del Cuore di Gesù. Le dimensioni della carità. Cristo abiti. Tutto per questo: contemplazione, penitenza, silenzio. Amare molto. Chiedere molto amore.
1 Meditazione. La devozione al Sacro Cuore. Ez 36. “Vi darò un cuore nuovo”140. Come spesso nella Sacra Scrittura si parla di cuore e di interiorità per significare che la religione deve essere un fatto che passa dall’interno all’esterno. Perché Dio ci ha creato e ci ha salvato nell’amore. La Rivelazione dell’amore. L’insegnamento di Gesù ad esempio dove è il tuo tesoro ivi è il tuo cuore141. Ecco perché avevamo bisogno di un Cuore dove contemplare, un Cuore modello da amare e imitare. Due fatti del Vangelo hanno sempre attirato la attenzione e la contemplazione: Giovanni sul petto di Gesù e la lancia che ha aperto il Cuore. Per capire come Gesù ci ha amato e così capire tutti i suoi misteri. La forma recente della devozione. Santa Margherita. Le Encicliche. Per noi si pone l’interrogativo: come abbiamo capito il cristianesimo vero, che è quello dell’amore. La nostra freddezza, la nostra mediocrità. Il formalizzarci. La santità vive di una novità continua. Guardare allora a tutta la preghiera e alla virtù nostra. Entrare nel Cuore di Gesù per mezzo di Maria.
2 Meditazione. Il Cuore di Gesù dono del Padre. Is 42. a) Il Cuore di Gesù è il Cuore del Verbo Incarnato. b) Il Sacro Cuore è la compiacenza del Padre. c) Il Sacro Cuore è il datore e il modello di santità. Non possiamo piacere al Padre se non ci assomigliamo a Gesù. La santità è propria dei figli di Dio.
140 Ez 36,26. 141 Cfr Mt 6,21. La sete della santità. Il nostro progresso nella santità è progresso di virtù, a livello individuale, coniugale e comunitario. La comunità troppo spesso va a zig-zag. Novi noviter142.
3 Meditazione. Il Cuore di Gesù e l’amicizia. Gv 15,9 sq. Rimanere nel suo amore. Gesù si presenta come l’amico e domanda l’amore di amicizia. Ci offre il suo Cuore. La sua amicizia: è meravigliosa; ha un Cuore umano pieno di tutti i doni e di tutte le virtù: comprensivo, tenero, delicato, pronto sempre a pazientare e a perdonare; è totale: si dona tutto ad ogni anima; è perseverante: è sempre pronto e non si ritira mai, né si stanca mai. Ci conosce fin in fondo, tutte le nostre cose, i nostri segreti, le nostre contraddizioni; è umile: si abbassa fino a noi, si adatta a noi, non ci schiaccia con la sua superiorità. Vuole la nostra amicizia vera, il nostro cuore. Dobbiamo volere essere suoi amici e dobbiamo renderci adatti. Alcune condizioni: a) La purificazione del cuore. Bisogna eliminare il peccato e i resti del peccato. Gesù non sta con il peccato, anche con il peccato veniale. La lotta contro i nostri peccati veniali deve essere decisa e forte. Bisogna assolutamente eliminarli tutti i deliberati. b) L’apertura del cuore, stimando sopra ogni altra cosa questa amicizia, pronti ad ascoltarlo e a confidarsi pienamente in Lui. c) Cercare il colloquio con Lui, riforma della nostra Preghiera. La dolcezza del suo colloquio. d) La delicatezza e la premura. Eliminare le grossolanità e le oscillazioni. e) Cercarlo per stare con lui. Tabernacolo. Esame sull’amicizia attuata.
4 Meditazione. Il Sacro Cuore e la Riparazione. Mt 26,38: Vigilate e pregate con me. 1. L’Incarnazione è avvenuta per riparare il peccato. 2. Gesù ha riparato soffrendo e morendo secondo la volontà del Padre. 3. Gesù è l’unico Mediatore e Redentore. La sua soddisfazione è stata sovrabbondante. 4. Gesù ha però chiamato noi ad essere collaboratori, a non essere solo oggetto ma soggetti della salvezza. L’onore e la dignità nostra e l’impegno che ne segue. 5. La nostra risposta al suo Cuore che ha sofferto per noi e ha agonizzato. 6. Che cosa vuol dire riparare. Gesù si è associato il suo Corpo Mistico, la Chiesa. Testi scritturali. 7. Come ce ne dobbiamo sentire responsabili. La salvezza del mondo dipende anche da noi. 8. Come attuare praticamente lo spirito di riparazione.
142 “Nuovamente nuovi”. 9. Obiezioni alla riparazione e alla consolazione al Sacro Cuore.
5 Meditazione. Il Sacro Cuore e la povertà. Lc 14,33. 1. a) Ha scelto come sua linea la povertà. Le sue preferenze e i suoi gusti. b) L’ha predicata e ha condannato i ricchi. c) Ha prediletto i poveri e li ha evangelizzati. d) Ha dato il consiglio della totale effettiva povertà. e) Bisogna seguirlo con generosità e senza compromessi. 2. Come attuarla praticamente. a) Stimarla molto come un grande valore e scelta sua. b) Contemplarlo spesso nei misteri della sua vita: Betlemme, Nazaret, strade, Calvario. c) Non accontentarsi di parole e di sentimenti. d) Scendere in una pratica decisa e forte: nel cibo, nel vestito, nella casa. e) Attuarla prima sul piano individuale, poi su quello familiare e comunitario. f) Povertà anche dei beni spirituali: tempo, tranquillità, apostolato. 3. Esame di coscienza. Direzione spirituale, obbedienza.
6 Meditazione. Il Sacro Cuore e la castità. 1Cor 6,13-19. 1. Grandezza della vocazione al Matrimonio. Collaborazione con Dio. 2. Il Sacramento del Matrimonio. L’Amore e la procreazione. 3. Crescere, tendere alla perfezione. a) Grande stima e rispetto vicendevole. b) Senso della sacralità. Non banalizzare. Il pudore e il senso di delicatezza. c) Il colloquio spirituale: il clima. d) I gesti di affetto e la loro scelta. e) La purezza e il dominio individuale. f) La castità sempre nuova perché attenta al Cuore di Cristo, ai suoi gusti, al suo amore. Gesù ha amato il suo Corpo mistico. g) I periodici esami di coscienza. La direzione spirituale sui valori. 4. Mettersi al servizio del Regno. Non si tratta di dare a Dio delle cose, ma degli uomini. Si tratta di attuare in due quell’amore che Gesù ha portato sulla terra e ha voluto che fosse molto acceso143.
7 Meditazione. Il Sacro Cuore e l’obbedienza. At 10,1 sq. Cornelio. Dio si serve degli uomini. 1. L’esempio di Gesù. Dall’Incarnazione l’obbedienza. La volontà del Padre. Ha obbedito anche agli uomini. Ai santi e ai peccatori. 2. Come dobbiamo stimare l’obbedienza. La ricerca della volontà del Padre.
143 Cfr Lc 12,49. a) Restare uniti allo Spirito Santo perché è lui la nostra legge. b) Distaccarci dalla nostra eccessiva autonomia. c) Cercare la volontà insieme sia come famiglia che come comunità. d) Considerare la Chiesa come un corpo dotato di diversi carismi. Approfittare dei carismi. e) L’uso retto della direzione spirituale. Particolarmente insistere sullo spirito di fede, sull’insistere per trovare insieme la volontà di Dio; la obbedienza, a livello individuale, famigliare e comunitario. 3. Esame di coscienza.
8 Meditazione. Il Sacro Cuore e la comunità. Mc 7,31 sq. “Apriti”. Per vivere insieme bisogna saper parlare e saper ascoltare. C’è chi non sa parlare e c’è chi non sa ascoltare. 1. Rinnovare la vita comunitaria sentendola come un dono e una vocazione. 2. Rivedere le virtù: la fede, l’umiltà, il rispetto, la confidenza, particolarmente la carità. Da questa nasce la comprensione, il vicendevole aiuto. 3. La nostra comunità nei suoi pregi e nei suoi difetti di quest’anno. Rispetto diplomatico, ma non abbastanza fervore di carità.
9 Meditazione. Il Sacro Cuore e l’Eucarestia. Ef 2,14 sq. Gesù è nostra pace e pietra angolare. 1. Gesù è presente e vivente nell’Eucarestia. Questo non è da considerarsi come un’immagine o un tesoro senza vita. Gesù ci guarda, ci ama, ci attende. 2. Nell’Eucarestia troviamo la grazia di tutti i suoi misteri. L’Eucarestia è Betlemme dove lui nasce nella povertà e nella semplicità e chiama a sé quelli che sono semplici e umili come i pastori. L’Eucarestia è Nazaret e ci dà la grazia di essere in famiglia con lui e di gustare nell’affetto e nell’intimità il suo colloquio. L’Eucarestia ci fa capire la sua parola e ce ne dà il senso, quello dell’amore che parte dal suo Cuore. L’Eucarestia è rinnovazione del Mistero Pasquale. Lì si rinnova il suo Sacrificio, e si rinnova insieme con noi perché ci ha fatto sacerdoti e ci ha partecipato il suo stato di vittima. 3. Dobbiamo perciò rivedere il nostro Atteggiamento, se è stato troppo freddo e troppo formale. a) Dobbiamo avere una fede molto viva e grande. b) Dobbiamo portare sempre fervore. c) Un colloquio vero: una grazia di ascolto e una grazia di confidenza. d) Sentire il Cuore che palpita per noi e evitare ogni formalismo come tra amici. e) Rivedere la nostra adorazione, le nostre Messe e le nostre Comunioni.
10 Meditazione. Il Sacro Cuore e il Cuore Immacolato. Lc 2,35. Anche la tua anima. 1. Maria associata a Gesù. Un solo Cuore. Sua grandezza. Sua somiglianza. I misteri di Gesù sono i misteri di Maria. 2. È la Madre, la più adatta a farci conoscere il Figlio, a farci conoscere quello che ha fatto, quello che ha provato, i suoi veri gusti. Dobbiamo perciò farci aiutare dalla Madonna, farci educare da Lei. Siamo come dei bambini inesperti e storditi che non sappiamo bene che cosa fare, quali sono le cose che valgono, come le dobbiamo adoperare, quali atteggiamenti sono più o meno convenienti. Ci dobbiamo mettere nelle sue mani, lasciarci guidare, restare in dipendenza e guardare con confidenza a Lei. Sentirla Madre e con gioia profonda. 3. Farci allora una devozione nuova e vera. Specialmente una recita del Rosario che sia una meditazione partecipata dei misteri nella luce di questa maternità vissuta e amata.
11 Meditazione. Il Sacro Cuore e il programma. Lc 24. Camminare con Gesù Risorto. Gesù si accostò loro. Realizzare una grande devozione al Cuore di Gesù. Particolarmente attraverso la preghiera e la meditazione. Che sono questi discorsi. La virtù della gioia e della serenità come nota di maturità spirituale è propria della vostra Comunità. Non bisognava che il Cristo patisse? L’urgenza di virtù vere e solide a imitazione del Cuore di Gesù. Scegliere la più necessaria. Resta con noi. Realizzare una linea di perseveranza con la liturgia, la confessione e la direzione spirituale. Spezzò il pane. Vita eucaristica incentrata sul Cuore Eucaristico di Gesù. Il cuore ardente perché vicino a Lui, fornax ardens caritatis144. Partirono senza indugio. Il nostro apostolato esercitato con grande generosità.
12 Meditazione. Il Sacro Cuore e l’Apostolato. Gv 5,31 sq. La testimonianza. 1. Gesù inviato dal Padre viene sulla terra e tutto l’amore del suo Cuore e tutti i suoi sacrifici sono per le anime. Li ha amati tutti anche i più peccatori e i più ingrati. I suoi prediletti: i poveri e i piccoli. A tutti e sempre il suo Cuore aperto. 2. Come noi dobbiamo imitarlo nell’amore per le anime. Tutta la nostra vita e la nostra attività per il Regno di Dio. Non dobbiamo risparmiare nulla. In particolare il nostro apostolato deve essere: a) pieno di fede, in nomine tuo laxabo rete145; b) deve essere una maturazione di una pienezza di vita cristiana; vivum e vivo146; calici traboccanti. Causa perché uniti strettamente al Cuore di Gesù, non semplicemente occasione; c) umile; d) ecclesiale; e) perseverante; f) sempre disponibile. 3. Esame di coscienza individuale, familiare, comunitario della vostra comunità inserita nella comunità parrocchiale.
144 “Fornace ardente di carità” (Cfr Litanie del Sacro Cuore). 145 “Sulla tua parola getterò le reti” (Lc 5,5). 146 “Ogni vivente deriva da un vivente”.
(2) Esercizi spirituali alla Comunità dell’Ascensione Sant’Ilario, 19-20-21 Agosto 1981
Introduzione. Ef 3,10 sq. Per capire la Rivelazione e l’amore di Dio in un modo più grande. Dio è amore. Dilatasti cor meum147. In uno spirito di grande raccoglimento e di grande preghiera. Essere pronti a tutto quello che il Signore dirà o farà capire, a tutto quello che vorrà da noi. Grande umiltà di ascolto e di esecuzione. Grande attenzione, non lasciarsi frastornare da nessuna cosa anche buona. Restare lì sul soggetto della meditazione. Spirito di penitenza: lasciare tutte le preoccupazioni e le inquietitudini. Coraggio e accettare la luce di Dio anche se ci dovesse dire che tutto è stato sbagliato nella nostra vita. Fissare la dimora nel Cuore Santo di Gesù; silenzio sereno, collaborazione umile.
1 Meditazione. La devozione al Sacro Cuore. 1Gv 1,1 sq. “Ciò che abbiamo visto”. a) Il centro di tutta l’opera di Dio è da ricercarsi nell’amore. Dio è amore. Il cuore e l’amore. b) La storia del culto al Sacro Cuore, fino alle Encicliche. c) Per capire Gesù bisogna capire il suo amore altrimenti niente è intelligibile. d) La storia della nostra vita cristiana è da vedersi in questa luce. La nostra mediocrità e tiepidezza è spiegabile solo con la mancanza di amore. e) È da realizzarsi un incontro tra due persone, tra noi e Gesù, questo deve avvenire nell’amore. f) Scoprire nella vita nostra i formalismi e le infiltrazioni egoistiche. Giudicarti dall’amore e dal dono che fai di te stesso.
2 Meditazione. Il Sacro Cuore e la santità. Ez 36. “Un cuore nuovo e uno spirito nuovo”148. 1. Il problema è un vero cristianesimo. La vita domanda sempre di rinnovarsi. Continuamente è vitale un ricambio. Di qui l’invito della scrittura. Questo testo; Cor mundum crea in me149; Expurgate vetus fermentum150. È dal cuore che nascono i cattivi pensieri, questi contaminano151. 2. Per questo rinnovamento abbiamo bisogno di una forza e di un modello. Il Padre ci ha dato il Cuore di Gesù. Da lui viene la grazia e ogni bene, in lui vediamo il modello nel quale il Padre si è compiaciuto. Gesù modello
147 “Hai dilatato il mio cuore” (Sal 119 [118], 32). 148 Ez 36,26. 149 “Crea in me un cuore puro” (Sal 51 [50], 12). 150 “Togliete via il lievito vecchio” (1Cor 5,7). 151 Cfr Mc 7,21-23. nell’eseguire la volontà del Padre, nell’adorazione e nella preghiera, nell’umiltà e nella pazienza. 3. Tutta la vita spirituale sta nella imitazione di Gesù. Induimini152. a) Vi aspergerò: pulirsi da ogni forma di peccato grave o no. È un’azione energica e risoluta da compiere. Basta! b) Sozzure e idoli. Attaccamenti e affetti. Bruciare ed eliminare totalmente. Piccoli e grossi. c) Cuore di pietra. Educare la nostra sensibilità per cui sentiamo troppo certe cose e poco altre. d) Meditare e tenere sempre davanti gli esempi adorabili di Gesù. La legge. Abbiamo nel cuore lo Spirito Santo che ci insegna. Rimanere uniti a Lui. Come lo Spirito Santo ha formato il Cuore di Gesù così vuole formare il nostro. “Lo Spirito è sopra di me” (Lc 4,18). Attenzione e docilità alle sue ispirazioni.
3 Meditazione. Il Sacro Cuore e l’amicizia. Gv 15,9 sq. Rimanete nell’amore. 1. Gesù è venuto a noi come il grande amico. Come si è dimostrato tale nella sua vita terrena e nella nostra esperienza storica personale. Le qualità e le tenerezze del suo Cuore. Lui ci apre il suo Cuore e mi fa, ci chiama suoi amici. La scelta vocazionale. 2. Come dobbiamo corrispondere e diventare dei veri amici. a) Purificandoci il nostro cuore perché sia meno indegno. b) Entrando nelle sue scelte e nei suoi gusti. c) Ornando il cuore di quelle virtù necessarie (umiltà, semplicità, generosità). d) Realizzando un’apertura e un ascolto del cuore per tutto quello che ci vuole dire. Troppe volte non abbiamo la pazienza di ascoltare il nostro Dio; siamo troppo preoccupati di noi stessi e delle nostre cose. Ci sembra di perdere tempo a fare il silenzio dentro di noi. e) Donandogli tutta la vera nostra confidenza, dicendo a lui tutto. f) Essendo fedeli all’amicizia e alle sue leggi. g) Aiutandolo e consolandolo. h) Avendo il coraggio di preferirlo a tutte le soddisfazioni umane. 3. Quello che abbiamo fatto e che cosa ci resta da fare. Fede; tempesta sedata (Mt 8153).
4 Meditazione. Il Sacro Cuore e la Riparazione. Mt 26,41. Vigilate mecum. 1. Gesù è venuto come Redentore e Riparatore Unico. Ci ha salvati con il suo sangue – redemisti nos in sanguine tuo154. Quanto gli è costata questa riparazione. Amore al Padre e agli uomini.
152 Nella NOVA VULGATA: “Induite Dominum Iesum Christum – Rivestitevi del Signore Gesù Cristo” (Rm 13,14). 153Cfr Mt 8,23-27. 154 Nella NOVA VULGATA: “Redemisti Deo in sanguine tuo – Hai riscattato per Dio con il tuo sangue” (Ap 5,9). 2. Vuole la nostra collaborazione di amici e di membra del suo corpo. Dobbiamo condividere la sua opera come condividiamo la sua dignità. E dobbiamo amare i fratelli e impegnarci per loro. 3. Come possiamo riparare con lui. a) La vera visione della vita: non individualistica e egoistica. b) Combattere in noi e attorno a noi ogni forma di peccato e ogni compromesso. c) L’offerta dei nostri sacrifici accettati o voluti. d) Le particolari devozioni suggerite dalla pratica del Sacro Cuore.
5 Meditazione. Il Sacro Cuore e l’obbedienza a Dio. At 10,1 sq. “Mise un Angelo”. 1. Gesù obbediente e in continua esecuzione della volontà del Padre. Esaminare la sua vita dall’Incarnazione alla Croce. 2. Gesù modello di amore pieno e fedele come deve essere l’indirizzo della nostra vita. Come dobbiamo vivere e crescere nell’amore. Il perché di certe stasi nella vita spirituale. La purificazione delle intenzioni. Come spesso le nostre intenzioni sono viziate. Il lavoro continuo di perfezione e i gradi dell’amore. L’esame di coscienza particolare e il nostro difetto predominante. 3. Le difficoltà pratiche dovute alla leggerezza, al comodo e all’avvilimento. Come l’amore dobbiamo sempre attingerlo al Cuore di Gesù.
6 Meditazione. Il Sacro Cuore e l’obbedienza agli uomini (seguito della precedente). 1. Gesù ha obbedito a Nazareth, ha obbedito ai rappresentanti della legge e anche alle altre autorità, anche se malvagie. 2. Gesù ha istituito la Chiesa come suo prolungamento e l’ha istituita gerarchica. L’obbedienza al Papa e ai Vescovi. È un corpo la Chiesa dove vi sono carismi e compiti particolari. La Direzione Spirituale è la guida che noi liberamente scegliamo, ma alla quale dobbiamo essere fedeli e obbedienti. Punto da sottolineare: la Fede, è base; senza spirito di Fede tutto diventa inutile e non ha senso. Il colloquio sincero, leale, confidente. La frequenza necessaria, non ridurla solo a certi settori e escluderla da quelli che scottano di più; perché i problemi dell’anima vanno esaminati tutti. L’obbedienza forte: quando insieme si è convenuti sulla volontà di Dio, non bisogna esitare. Bisogna fare l’obbedienza tutta e in tutto, pronta e gioiosa.
7 Meditazione. Il Sacro Cuore e la famiglia. Ef 5,6 sq. Figli della luce. 1. Gesù è venuto al mondo in una famiglia e ha voluto crescere in una famiglia. La luce della famiglia di Nazaret deve uscire dalle altre famiglie al cui centro è il Cuore di Gesù. Vita a Nazaret vita di fede, di umiltà e di lavoro attorno a Gesù. 2. Come devono essere le nostre famiglie. Sentire la vocazione. È chiamata a mettere Gesù nella propria vita, la sua grazia, il suo spirito; è prima della vita morale. Una missione. Vivere l’amore di Gesù tra i coniugi e poi man mano che crescono inserire i figli. Una crescita insieme. La confidenza, la pazienza, la perseveranza, il metodo educativo. Qui il miglior tempo e le migliori energie. 3. Le manchevolezze più comuni e l’esame di coscienza.
8 Meditazione. Il Sacro Cuore e la Comunità. Gv 17 passim. 1. L’amore che il Sacro Cuore ha avuto per gli amici che vivevano vicino a Lui. Le sue premure e le sue tenerezze, fino all’ultimo. 2. Come a sua imitazione dobbiamo attuare l’amicizia nella comunità grande e nella vostra. Amore vero e soprannaturale, rispetto degli altri e della loro libertà, partecipazione alle loro cose, umiltà, aiuto vicendevole. 3. Il compito di missionarietà e di impegno della comunità. La vera disponibilità.
9 Meditazione. Il Sacro Cuore e l’Eucarestia. Gv 6,30 sq. Io sono il pane della vita. 1. Il Sacro Cuore vivente nell’Eucarestia e centro e sostegno della Chiesa e di ogni anima. 2. L’Eucarestia. Sintesi di tutti i misteri di Gesù. Rivivere questi misteri. 3. Le nostre relazioni di amore, di riparazione, di consolazione.
10 Meditazione. Il Cuore di Gesù e di Maria. Lc 2,39. 1. Il Cuore di Gesù fisicamente si è formato in Maria; ed è in tutto il Cuore di Maria simile a quello di Gesù. Maria ha sempre accompagnato Gesù. 2. Maria è veramente nostra madre. Ci genera, ci accresce, ci educa. La vera devozione è vivere la nostra figliolanza e lasciarci guidare da lei. Dipendere da lei in tutto. È la strada vera per arrivare al Cuore di Gesù. 3. Formarci una solida devozione soprattutto mediante la recita del Rosario. Il Cuore di Gesù e di Maria nei misteri del Rosario. Farsi una regola molto forte e molto stretta per trovare quello spazio più tranquillo possibile. Il rosario in famiglia fa miracoli e non dobbiamo mai transigere. Esame di coscienza.
11 Meditazione. Il Sacro Cuore di Gesù e il programma. Gv 21. Nello spirito della risurrezione, la pesca. 1. La devozione al Sacro Cuore: volerla, stimarla, ritenerla un mezzo validissimo. Come attuarla nello studio di Gesù e dei suoi esempi, nell’amore forte alla Santa Eucarestia. 2. A tale scopo curare molto quest’anno la meditazione. Fare ogni sacrificio per attuarla. 3. Vivere nell’Eucarestia particolarmente il sacrificio della Messa, e l’adorazione fedele. 4. Lo spirito penitenziale, nelle confessioni soprattutto. 5. La confidenza serena in tutte le diverse circostanze e necessità. 6. La consacrazione delle famiglie. 7. L’apostolato. 12 Meditazione. Il Sacro Cuore e il carisma del gruppo. Siete chiamati nel coro delle comunità ad attuare il versetto degli At 1,14: “Tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù e con i fratelli di lui”. Il vostro posto è particolarmente nella preghiera; è la speciale vostra vocazione. Voi dovete essere gli apostoli della preghiera insieme, comunitaria, e con Maria. Dovete diventare gli specializzati in questo campo, e nella Comunità grande tenere con gioia e con perseveranza questo posto. Convinti di questa idea studierete man mano i mezzi adatti. Prima la realizzerete nell’interno della vostra comunità e poi la comunicherete agli altri.
(3) Esercizi Spirituali alla Comunità della Croce Sant’Ilario 23-24-25 Agosto 1981
Introduzione. 1Gv 5,1-12. La testimonianza di Dio. 1. La sua rivelazione ci ha fatto conoscere che Dio è amore. È in Gesù che vediamo la piena attestazione e nel Cuore vediamo il simbolo. 2. Realizzare gli Esercizi come accoglienza e comprensione dell’amore di Cristo. Contemplazione, preghiera. Ci faccia capire, ci faccia sentire, ci faccia scegliere. “Chi ha il Figlio ha la vita”155. 3. Per realizzare questa atmosfera di carità ci occorre un raccoglimento profondo; molta umiltà di richiesta, molta generosità nello spirito di penitenza. Dobbiamo chiedere a Maria che sia lei che ci guida e ci indirizza.
1 Meditazione. La devozione al Sacro Cuore. Gv 14,7 sq. Se conoscete me, conoscerete anche il Padre. La devozione è nata dalla contemplazione del Crocefisso, il vertice dell’amore. Specialmente dalla piaga del costato, dal suo Cuore squarciato. Perché Lui ha voluto questo se non per aprirci una via, se non per darci un rifugio? 1. Capire come tutto viene dall’amore, tutto ha fatto per noi. 2. Exscursus storico sulla devozione al Sacro Cuore. 3. Confrontare la nostra vita, il nostro Cristianesimo se è centrato bene nell’amore. Prendere via tutti i formalismi e le sovrastrutture. E chiediamoci se la nostra preghiera è amore, se è amore la nostra rinuncia, il nostro esercizio delle virtù.
2 Meditazione. Il Cuore di Gesù dono del Padre. Is 42. “Il mio eletto”156. 1. Tutte le compiacenze del Padre nel Cuore di Gesù. La preghiera, l’offerta, il suo cercare in tutto la gloria del Padre, il suo sacrificio. Parole al Battesimo157 e alla Trasfigurazione158. E il fatto della sua risurrezione dai morti. La glorificazione di Gesù e anche che noi siamo salvati. 2. La salvezza nostra è liberazione dal peccato e l’inchino di tutta la nostra vita secondo il modello divino a Gesù. Il Cuore di Gesù è presentato dal Padre e Gesù stesso ce lo dà come imitazione di salvezza. “Imparate da me”159. 3. Dobbiamo imitare:
155 1Gv 5,12. 156 Is 42,1. 157 Cfr Mt 3,17. 158 Cfr Mt 17,5. 159 Mt 11,29. a) Prima di tutto nella purità di Cuore. Gesù è santo e ha sofferto per scontarci i peccati. La purificazione del nostro cuore da ogni peccato, attaccamento o affetto al peccato. La lotta contro il peccato veniale bisogna che diventi inesorabile. I nostri difetti che scusiamo, che diventano quasi una seconda natura. Bisogna sempre piacere al Padre: in nessuna cosa disgustarlo. b) Il Cuore di Gesù è stato formato dallo Spirito Santo e posto per l’evangelizzazione (Lc 4160). Lo ha condotto in tutto fino al sacrificio della Croce. Lasciarci guidare dallo Spirito che è in noi e che è al lavoro in noi. Per la riuscita allora confidenza e preghiera di domanda. Offrire al Padre i meriti di Gesù nella pratica di quella virtù e invocando quella forza che non è in noi. Umiltà e decisione, tenendo i nostri occhi fissi sul Cuore del Signore.
4 Meditazione. Il Sacro Cuore e la riparazione. Mt 26,38. Venite con me. 1. Gesù il Redentore e il Riparatore unico. Come ha redento con il sacrificio e il sangue. 2. Non necessaria ma è da Lui voluta la nostra partecipazione e collaborazione. È un onore, è un dono, è un arricchirci di meriti, è una logica del suo amore. 3. Come possiamo attuare la collaborazione. Entrando nella sua visuale e nell’intenzione della sua vita e della sua azione. Non accontentandoci di parole ma vivendo particolarmente nella Messa l’unione con Lui. Ricordando che siamo sacerdoti e vittime. Sapendo accettare la prove, le difficoltà dell’esistenza con un animo generoso e sereno. Rendendoci consapevoli del valore delle nostre opere fatte in grazia perché Gesù prega e soffre in noi. Salvare le anime, consolare Gesù.
5 Meditazione. Il Sacro Cuore e la pace del cuore. Mc 7. “Apriti”161. 1. La pace e la serenità di Gesù in ogni circostanza. Sentiva moltissimo; ma dominava se stesso in modo mirabile. Esemplificazioni. 2. Come siamo sempre in balia del nostro umore, della passione che urge, del capriccio. Danni che ne provengono a noi e gli altri, alle opere che intraprendiamo. 3. Come arrivare: a) Studio vero di Gesù e di tutto il suo modo di pensare e di fare. b) Il lavoro del dominio di noi stessi anche ora nella età adulta. Il difetto visto in giovinezza come dominante lasciato stare, senza una vera lotta e un buon metodo di lotta. Tiepidezza e superficialità. Non sappiamo allora parlare e ascoltare. c) Vedere dall’esperienza passata ciò che più ci ha ostacolato. Non essere dei bambini sciocchi, avere un preciso programma spirituale. Salmo 118. Riconoscere con umiltà quello che siamo.
6 Meditazione. Il Sacro Cuore e la carità del prossimo.
160 Cfr Lc 4,1. 161 Mc 7,34. Lc 14,7 sq. “Mettiti all’ultimo posto”. 1. Come Gesù ha amato gli uomini e come ha esercitato la sua meravigliosa carità. I comandi dati a noi e le sue esortazioni. Si pone come esempio e norma. Come è legato tutto a questo precetto. 2. Come deve essere l’amore agli altri: a somiglianza del Cuore di Gesù perciò soprannaturale, universale, umile di servizio, generoso nel rispetto della libertà, delle scelte, delle idee. Bisogna cominciare dall’interno, stimando gli altri, non avendo pensieri di critica o di invidia. Carità delle parole, opportunità di tempo e di luogo. Aiutarli senza attendere il contraccambio. Con semplicità, col sorriso. 3. La carità nella comunità. Quanta deve essere, come delicata, preveniente e continua.
7 Meditazione. Il Sacro Cuore e l’obbedienza. At 10,1 sq. L’angelo e Cornelio. 1. Come Gesù ha obbedito al Padre e per lui agli uomini così inferiori a Lui. Caratteristiche della sua obbedienza. 2. Ha istituito la Chiesa come una società gerarchica. Riconoscere l’autorità e i carismi. 3. La Direzione Spirituale è carisma a nostro servizio. Come deve essere fatta: individualmente, familiarmente, comunitariamente.
8 Meditazione. Il Sacro Cuore e l’Eucarestia. Gv 6,35. “Io sono il pane di vita”. 1. Il Cuore di Gesù vive nell’Eucarestia. Ci ama, ci segue, vuole relazionare con noi. 2. Centrale preziosità della sua azione. 3. Ci partecipa la grazia dei suoi misteri. 4. Come dobbiamo stargli vicino. Particolarmente rivedere la riparazione e la consolazione, nostro vivo dovere. La nostra unione al suo Sacrificio.
9 Meditazione. Il Sacro Cuore e la famiglia. Ef 5. 1. La famiglia di Nazaret grande modello della famiglia cristiana. 2. La povertà di Nazaret ci illumina quale debba essere la nostra: economia, semplicità, sobrietà, austerità. 3. La castità presentata in una inarrivabile perfezione. Amore, rispetto, donazione, umiltà. Si deve creare un’atmosfera superiore e santa in cui crescere i figli. 4. Nazaret era per la Redenzione. Le nostre famiglie non si devono limitare in se stesse ma devono essere per la Chiesa e per gli altri.
10 Meditazione. Il Sacro Cuore di Gesù e di Maria. Lc 2,35. E anche la tua anima. 1. Somiglianza dei due Cuori. 2. Compiti che Gesù ha assegnato a Maria. Che cosa vuol dire essere Madre e Modello. 3. Come dobbiamo lasciarci guidare ed educare dalla Madonna. 4. Come dobbiamo restare sottomessi a Lei e con il suo aiuto penetrare nei misteri del Cuore di Gesù. La valorizzazione del Rosario. L’importanza nella vita familiare. La consacrazione a Maria porta alla consacrazione al Cuore di Gesù.
11 Meditazione. Il Cuore di Gesù e il Programma. 2Tm 2,1 sq. 1. Attingi sempre forza dalla grazia. Come realizzare la vera devozione al Cuore di Gesù. 2. E le cose che hai udite da me. Preghiera e importanza della meditazione. Su cosa farla, quando farla, come farla. Oggetto di direzione spirituale. 3. Prendi anche tu la tua parte di sofferenze. Lo spirito di riparazione e il programma di penitenze, preciso e chiaro. 4. Nessuno quando presta servizio militare intralcia. Concepire la vita come combattimento, come una gara atletica, come coltivazione. Le virtù su cui effettivamente insistere. Una virtù e un metodo preciso e forte per conquistarla. 5. Ti darà intelligenza per ogni cosa. Sviluppo e fedeltà alla Direzione spirituale. 6. Ricordate che Gesù Cristo è risuscitato. Cura particolare del Sacramento della Penitenza. Preparazione e ringraziamento. 7. Se moriamo con lui, vivremo anche con Lui. Particolare lavoro sull’Eucarestia come sacrificio. 8. Se noi manchiamo di fede. Il lavoro specifico della Comunità della Croce. Il carisma nella comunità grande. Tenere viva la fede nella Croce. Ricordare l’amore del Cuore di Gesù che si è manifestato nella Passione. Valorizzazione della Messa come partecipazione al Sacrificio.
(4) Esercizi Spirituali alle bimbe che vanno in Prima Media Sant’Ilario, 27-28 Agosto 1981
1 Meditazione. Il Sacro Cuore di Gesù. 1. Come fare questi esercizi. Scoprire che Dio è amore. Episodio di Elia e della brezza162. 2. Dio si è rivelato in Gesù. Tutto quello che Gesù ha fatto, lo ha fatto per amore. Dalla nascita alla morte, dalla Incarnazione all’Eucarestia dobbiamo sempre ripetere: lo ha fatto per nostro amore. Costato aperto per aprirci il Cuore. 3. Lo ha fatto per mio amore. Lo ha fatto perché mi voleva bene. Per me! Capire questo, capirlo fino in fondo. È tutto qui. 4. Esame di coscienza su quanto finora ho amato Gesù. Come ho corrisposto.
2 Meditazione. Il Sacro Cuore e il peccato. Corrispondere al suo amore. Dimostrarglielo. Vedere nella nostra vita. Sono 5 i gradini: 1. Non commettere peccato grave. 2. Vera penitenza di peccati commessi. 3. Vincere e lottare contro i veniali. 4. Iniziare l’amicizia con Gesù. 5. Fare sempre quello che Gli è più gradito. Esaminare, risolvere, programmare.
3 Meditazione. Il Sacro Cuore e la gioia. 1. Cuore di Gesù pieno di bontà e quindi pieno di gioia. Insegna la bontà e dà la gioia. 2. Favola dei tre pisellini. Concepire la vita bene, nel senso giusto insegnato da Gesù. Beati ecc163. 3. Due nemici della gioia: a) l’egoismo che ci chiude in noi stessi e illude che così saremo contenti; b) la poca volontà che ci impedisce di raggiungere gli obiettivi che ci prefiggiamo. 4. Esame di coscienza e propositi.
4 Meditazione. Sacro Cuore e l’Eucarestia. Il Cuore di Gesù è vivo e operante nell’Eucarestia. Viene con amore a noi: nella Messa si sacrifica; nella Comunione diventa nostro cibo e si dona a noi, viene nel nostro Cuore; nel Tabernacolo vive per starci vicino e accoglierci sempre.
5 Meditazione. Il Sacro Cuore e il programma.
162 Cfr 1 Re 19,12-13. 163 Cfr Mt 5,3-12. Necessità e importanza di un preciso programma. Come si deve articolare. I punti. 1. Devozione al Sacro Cuore. Farsi una personale, fervida devozione che conduca alla consacrazione. Anche il gruppo lo metterà come meta dell’anno. 2. La Santa Messa domenicale. 3. La preghiera personale. 4. La confessione frequente. 5. La direzione spirituale. 6. La virtù dell’anno. 7. Il comportamento in casa. 8. L’amicizia. 9. Il gruppo.
(5) Esercizi Spirituali ai Gruppi “Regina degli Angeli” e “Luce” 29-30-31 Agosto 1981
Introduzione. Gesù ci chiama a una grande grazia. Maria di Betania: Magister adest et vocat te164. Ci conosce, ci ama, ci vuole beneficare. Corrispondiamo: 1. Disponibilità: vedere quanto il cristianesimo è penetrato in me. Il sasso nel fiume. 2. Riflessione, forte e impegnata. 3. Preghiera. 4. Silenzio. 5. Penitenza.
1 Meditazione. Il Sacro Cuore e l’amore di Dio. 1. Dio ti ha creato. Ti ha fatto per amore, perché ha dei grandi disegni di amore. Non appartieni a te stessa, sei sua. Dovere rendere conto di quanto hai fatto e usato dei suoi doni. Senso della creaturalità. 2. Dio ti ha salvata, mandando Gesù. In lui è la più grande manifestazione dell’amore di Dio. Che cosa intendiamo per devozione al Sacro Cuore. 3. Dio ci vuole felici. Raggiungiamo il fine della vita conoscendo, amando, servendo Dio. È salvare l’anima. Importanza. Decisione. Guardare la direzione della nostra vita.
2 Meditazione. Il Sacro Cuore e il peccato mortale. 1. Il peccato è ribellione e stoltezza. 2. Il peccato è ingratitudine. 3. Il peccato è rifiuto dell’amore di Gesù, è rinnovare la sua Passione. Io e il peccato. Necessità di farsi delle convinzioni profonde, il rifiuto non basta che sia a livello emotivo. Su quali basi abbiamo rifiutato il peccato. Che cosa faremo quest’anno. Che cosa è la coscienza e come formarsela bene. I vantaggi di una coscienza retta e chiara.
3 Meditazione. Il Sacro Cuore e la tiepidezza. 1. Che cosa ha fatto per noi. Fornace ardente di carità. La sua generosità fuori di ogni confine. Essere coscienti di quanto Gesù ci ha amati. 2. Essere cristiani è porre la virtù in un vero amore. Al contrario esiste il fatto di una mediocrità troppo facile. Sei tiepido e ti comincerò a vomitare165.
164 “Il Maestro è qui e ti chiama” (Gv11,28). 165 Cfr Ap 3,16. I segni della tiepidezza: a) accettazione dei peccati veniali senza sforzo per correggerci; b) confessioni sempre uguali senza miglioramenti veri, concreti; senza combattimento; c) mancanza totale di spirito di sacrificio. Languidezza, superficialità, indifferenza. I rimedi della tiepidezza van cercati in una preghiera seria e costante, nella meditazione della Parola di Dio dalla quale capiremo come anche il più piccolo peccato veniale dispiaccia molto al Signore, dalla confessione impegnata e dalla direzione spirituale.
4 Meditazione. Il Sacro Cuore e lo spirito di riparazione. 1. Il fine dell’Incarnazione. Quanto Gesù ha sofferto per scontare i peccati. Agnello di Dio. Il suo sangue, il suo Cuore, il suo dolore. 2. Siamo chiamati pure noi in questa lotta e a partecipare a questa vittoria. È un onore; è un fatto di giustizia e di carità. Come lo possiamo: a) Attraverso la penitenza. Abbiamo peccato, è doveroso scontare. Forme di penitenza. b) Attraverso il sacramento della confessione ricevuto bene e con le dovute disposizioni. Dolore, proposito, sincerità. La confessione generale. c) Riparando con il nostro amore ai peccati degli uomini nostri fratelli, consolando così il Cuore di Gesù e collaborando alla salvezza delle anime. Come la Madonna ci ha esortato nelle diverse apparizioni. Il nostro dovere di renderci utili a risolvere i problemi del mondo.
5 Meditazione. Il Cuore di Gesù e la Fede. 1. Gesù è la luce. Accogliere le sue verità perché ce le dà nel suo Cuore, nel suo amore. 2. Come devono essere accolte. La formazione di una vera fede, crescere, sviluppare la fede. 3. Come crescerle: la liturgia della parola, la meditazione, l’attività di gruppo. Non aver paura degli altri: testimoniare in ogni occasione. Non scendere a compromessi. 4. Non fermarsi a una fede bambina, maturarsi, darsi conto, chiedere, istruirsi, pregare.
6 Meditazione. Il Sacro Cuore e la Chiesa. 1. Gesù ha voluto la Chiesa, è il suo prolungamento. Ascensione. Pentecoste. 2. Noi sappiamo che la Chiesa è un dono di amore del Cuore di Gesù. La nostra gloria di essere nella Chiesa. 3. Come dobbiamo amarci nella Chiesa. Amore soprannaturale grande concreto. Vivere nella Parrocchia: amarla, seguirla. Vivere nel Gruppo: realizzare l’amicizia, volersi molto bene. 4. Siamo Chiesa e come tale siamo inviati al mondo. Apertura, rispetto, amore per tutti. 5. Accogliere i carismi che sono nella Chiesa come doni del Signore. In particolare capire e valorizzare la direzione spirituale. Come si fa a farla e a farla bene. 7 Meditazione. Il Sacro Cuore e l’Eucarestia. Il Cuore di Gesù è vivo, pieno d’amore. Non è un oggetto sacro, è una Persona con la quale relazionare. Si deve creare un rapporto molto intenso di fede e di amore. 1. Con Gesù nella Messa. Partecipare ai sentimenti e alle intenzioni di Gesù. Vuole unire al suo il nostro sacrificio. Penetrare nel mistero. Adorare, ringraziare, propiziare, chiedere. Aiutarlo a salvare il mondo. Mai a mani vuote, mai fermarsi all’esteriorità del rito. 2. Con Gesù nella Comunione. Viene a noi per trasformarci in Lui. Il suo Cuore nel nostro cuore. Preparazione e ringraziamento. La purificazione necessaria. Presentare un cuore pieno d’amore. 3. Con Gesù nel Tabernacolo. L’amicizia, il colloquio, la confidenza, la preghiera silenziosa. La pratica della visita quotidiana. Tutta la devozione al Cuore di Gesù si sviluppa nella Eucaristia.
8 Meditazione. Il programma. 1. Devozione al Sacro Cuore. La riparazione; scopo dell’anno è arrivare alla consacrazione individuale e di gruppo per la festa del Sacro Cuore. 2. Santificazione della festa. Partecipare bene alla Messa, attenzione, fervore. 3. La preghiera e la meditazione. 4. La virtù dell’anno. 5. La Confessione e la direzione spirituale. 6. Il comportamento in casa. 7. Il dovere a scuola. 8. L’amore e la partecipazione al gruppo.
9 Meditazione. Il Cuore di Maria e la purezza. Le due cose più belle. Gesù ci ha donato l’opera più alta e splendida come Madre e modello. Maria la più simile a Gesù. I suoi privilegi e le sue virtù. In special modo la purezza. Valore di questa virtù. Necessaria per la personalità umana e cristiana. Quanta fortezza occorre per lottare e conquistarla. Difesa, prudenza, umiltà. Purezza del cuore e dei sensi. Dignità del corpo. Il pudore da conservare e sviluppare. Apostolato della purezza, impegno sociale. Affidarsi totalmente al Cuore Immacolato.
(6) Esercizi Spirituali al Gruppo di Seconda Media femminile Sant’Ilario, 1-2 Settembre 1981
Introduzione. Vogliamo fare il Ritiro spirituale o Esercizi spirituali. Che cosa sono? Lo dice il nome. Ritiro, viene da ritirarsi dalla normale vita per una esperienza nuova spirituale. Esercizi, cioè ci si esercita nel campo della fede per riflettere sulla parola di Dio, confrontare con lei la nostra vita e così vincere se stessi e migliorarsi. Per fare questo bisogna dunque accogliere con gioia e fiducia la Parola. Riflettervi perché scenda fino in fondo all’anima e diventi convinzione. Bisogna pregare cioè stare in colloquio con Dio e chiedere le grazie di aiuto poiché altrimenti non si riesce a nulla. Bisogna fare il silenzio esteriore e interiore. Bisogna fare penitenza, accettando se non altro il disagio di essere fuori di casa.
1 Meditazione. Il Sacro Cuore rivelazione di amore. Gesù ci ha rivelato il vero volto di Dio. Dio è amore e tutte le sue opere sono amore. 1. Dio ti ha creato. Senti la tua creaturalità. Tu dipendi da Dio in tutto il tuo essere e in tutto il tuo agire. Appartieni a Lui. Non puoi disporre di te stesso. Dovrai dar conto a Lui di tutto. La tua anima con tutti i suoi pensieri e facoltà è sua. Il tuo corpo con tutti i suoi sensi è suo. Sei di Dio: è un titolo di nobiltà e di responsabilità. 2. Dio ti ha creato per amore. Dio ti ha dato una finalità altissima. Anche tu lo devi amare. Conoscere e servire. E così salvare la tua anima. È la grande cosa che tu devi compiere. Tutto per l’amore, tutto per salvare l’anima. Solo tu lo puoi fare, nessuno si può sostituire a te. Verifica il senso e la direzione della tua vita. Sii coraggioso.
2 Meditazione. Il Sacro Cuore ci ha resi figli di Dio. 1. Tutta l’opera della Redenzione è opera di amore. Gesù ci ha amati in tutti i suoi misteri e ci ha ottenuto grandi grazie. Nel suo mistero pasquale ci ha salvati cioè ci ha ottenuto la vittoria sul peccato e la grazia santificante che ci rende figli di Dio. 2. Che cosa vuol dire essere come Lui figli di Dio. La sublime dignità e responsabilità. La preziosità di vivere in grazia, i benefici della grazia e l’eredità della vita eterna. 3. Vivere in grazia, a tutti i costi. Crescere in grazia. Quali mezzi dobbiamo adoperare. La gioia della grazia e la sua sicurezza.
3 Meditazione. Il Sacro Cuore e la riparazione. 1. Gesù ha sofferto ed è morto per riparare i peccati dell’umanità. 2. Anche noi dobbiamo capire la gravità e le conseguenze del peccato. 3. Dobbiamo capire che il peccato non si cancella se non si soffre, se non si sconta, cioè se non si fa penitenza. 4. Si capisce il peccato anche comprendendo i castighi del peccato, specialmente la morte e l’inferno. 5. Come fare la nostra penitenza e la riforma della nostra vita. 6. Gesù ci chiama ad aiutarlo per vincere i peccati di tutti gli uomini con la riparazione. 7. Il messaggio della Madonna. Le apparizioni.
4 Meditazione. Il Sacro Cuore e l’Eucarestia. Gesù è vivo con il suo Cuore nell’Eucarestia. La fede viva nell’Eucarestia, e l’amore. 1. Gesù è presente con il suo sacrificio. Che cosa è la Messa. Il nostro sacerdozio, la nostra parte. La nostra Messa e i nostri sacrifici. 2. Gesù dà a noi il suo Cuore nella Comunione. Importanza di prepararsi e del colloquio. 3. Gesù nel Tabernacolo è l’amico che ci aspetta e si intrattiene volentieri con noi. La visita.
5 Meditazione. Il Programma. L’amore esige la fedeltà. Gli Esercizi devono dare un amore fedele e un servizio di Dio costante. Di qui la necessità di un programma. 1. Devozione al Sacro Cuore. Meta: la consacrazione individuale e del gruppo. I primi Venerdì. 2. La santificazione della festa. Messa. Lodi e Vespri. Amicizia. 3. La preghiera personale. La meditazione. 4. La virtù dell’anno. Modo di conquista. 5. I sacramenti della Confessione e Comunione. 6. Direzione spirituale in confessione e a colloquio. 7. Comportamento in casa. 8. Dovere della scuola. La testimonianza. 9. Inserimento nel gruppo e amicizia. 10. Amore alla Parrocchia e difesa della fede.
6 Meditazione. Il Cuore Immacolato e la purezza. 1. La grandezza di Maria e la sua missione. 2. La bellezza del suo Cuore e come si arriva al Cuore di Gesù attraverso la Madonna. 3. Maria Santissima modello speciale per le ragazze di purezza illibata e di comportamento. 4. Preziosità della purezza. Sua difesa contro tutte le tribolazioni. 5. Mezzi per accrescerla e testimoniarla.
(7) Esercizi Spirituali al Gruppo San Pietro e alla Terza Media maschile Sant’Ilario, 3-4-5 Settembre 1981
Introduzione. Ritiro: si lascia la vita ordinaria. Esercizi: ci si esercita per ascoltare la voce di Dio, per vincere i propri difetti, per cambiare vita. Cinque cose: a) disponibilità; b) riflessione; c) la preghiera; d) il silenzio; e) la penitenza.
1 Meditazione. L’amore di Dio. Il Sacro Cuore simbolo d’amore divino e umano. In lui dobbiamo leggere quanto amore ha avuto il Padre verso di noi peccatori. Dio per amore ci ha creati. 1. Dio. Conoscerlo. Infinito nella grandezza e nella perfezione. Farsi una grande idea. Sentire la nostra creaturalità. Adorazione. Umiltà. 2. Ci ha creati. Senso di dipendenza. Noi siamo suoi. Gli apparteniamo. Tutte le cose sono sue e dobbiamo usarle secondo i suoi voleri. La nostra anima e il nostro corpo li abbiamo in amministrazione. Non li possiamo usare senza il suo permesso e contro il suo volere. 3. Mi ha creato per amore. Mi ha fatto a sua immagine e somiglianza. Mi ha destinato a un’alta finalità: essere come lui e destinato alla partecipazione della sua vita e della sua gloria. Conclusione: Conoscere, amare e servire Dio. Noi siamo «da Lui», noi siamo «di Lui», noi siamo «per Lui».
2 Meditazione. Il Sacro Cuore e la Redenzione. 1. Tutta la vita di Gesù è stata per amore nostro, per darci la vita perduta per il peccato. Tutti i misteri suoi sono per noi. 2. Ci ha ottenuto di essere come Lui, figli di Dio. Grandezza e preziosità della grazia. Effetti. 3. Vivere in grazia: è la sostanza della vita cristiana. Valutazione giusta delle cose. Scala dei valori. È segno di maturità, è vera fede. 4. Crescere in grazia: mediante i sacramenti, la preghiera e le opere buone. Esame: vedere le miei valutazioni, i miei centri di interesse, il mio difetto predominante.
3 Meditazione. Il Sacro Cuore e la Riparazione. 1. Riparatore dei peccati, scopo dell’Incarnazione. Con quanta sofferenza Gesù ha redento. Sentire che lo ha fatto «per me». 2. Capire che cosa è il peccato e la sua immensa gravità. Ribellione, ingratitudine, stoltezza, rifiuto dell’amore e della misericordia. 3. Capire dai castighi del peccato, specialmente dall’inferno, luogo di lontananza e di tormenti. 4. Necessità della penitenza vera e forte. La confessione non è un gesto magico.
4 Meditazione. Il Sacro Cuore e il vero fervore. 1. Non solo dobbiamo riparare i nostri peccati ma quelli di tutti gli uomini. Apparizioni della Madonna. 2. La vera riparazione sta nel rendere la nostra vita veramente generosa e attiva. La tiepidezza e i suoi segni. I rimedi. 3. La Messa come riparazione in mano nostra. 4. La preghiera e la supplica.
5 Meditazione. Il Sacro Cuore e l’Eucarestia. 1. La presenza di Gesù vivo e vero. La fede, l’amicizia con Lui che è sempre nel Tabernacolo. La visita al Santissimo Sacramento. Come farla e quando farla. 2. La Messa sacrificio di propiziazione. I fini della Messa. Come parteciparvi e come realizzare la «mia Messa». 3. La Comunione. Grandezza, dignità, frutti. Preparazione fede, desiderio, umiltà, pentimento, amore. Ringraziamento, far festa, ascolto, ringraziare, pregare con lui, chiedere.
6 Meditazione. Il Sacro Cuore e la purezza. 1. Importanza della virtù nel campo naturale. 2. Esigenza alla purezza per un cristiano. 3. Pericoli e difficoltà. 4. Aiuti speciali, devozione alla Madonna che ci conduce e ci tiene nel Cuore di Gesù.
7 Meditazione. Il Sacro Cuore e l’amore al Padre e ai fratelli. 1. Gesù esempio di amore al Padre. La sua volontà. 2. Gesù pieno di amore verso gli uomini. 3. Le conseguenza: il motivo di tutta la nostra vita è in un amore fiducioso e pieno al Padre, nell’osservare i suoi comandamenti per amore. Come deve essere l’amore verso gli altri: soprannaturale, cordiale, pieno, disinteressato. Verso tutti, in particolare verso gli amici. Come costruire la vera amicizia cristiana.
8 Meditazione. Il Sacro Cuore di Gesù e la preghiera. 1. Gesù esempio di preghiera. 2. Gesù ci esorta alla preghiera. 3. Il valore della preghiera. 4. Che cosa non è preghiera (formalismo, soliloquio). 5. La preghiera colloquio. Ascoltare. Rispondere, parlare. Samuele166. Salmo 113. 6. Riformare la preghiera e le preghiere.
9 Meditazione. Il Sacro Cuore e il programma. La pentola di Eliseo: 2Re 4,38. 1. Devozione al Sacro Cuore, consacrazione, primi venerdì del mese. Visita quotidiana. 2. Santificazione della festa. Liturgia del sacrificio e della lode, amicizia, divertimento, fraternità. 3. La preghiera individuale. La meditazione. 4. La virtù dell’anno. 5. I sacramenti. Confessione e Comunione. 6. Direzione spirituale. 7. Comportamento in casa. Obbedienza, collaborazione. 8. Comportamento a scuola. 9. Il Gruppo e la sua attività. 10. La Parrocchia e il coraggio di professare la fede.
10 Meditazione. Il Sacro Cuore di Gesù e di Maria. Conoscere, stimare e amare la Madonna per entrare nel Sacro Cuore. 1. I privilegi di Maria, specialmente quello di Corredentrice. La Vergine dei sette Dolori. 2. Le virtù della Madonna. Imitarla. 3. Le preghiere e i gesti per onorarla e per crescere nel suo amore.
166 Cfr 1Sam 3,1-10.
(8) Esercizi Spirituali alle Insegnanti Sant’Ilario, Casa della Visitazione, 7-8-9 Settembre 1981
Introduzione. Ef 3,8. “Le imperscrutabili ricchezze”. Entrare a contemplare il meraviglioso piano di Dio. Essere ammessi, essere introdotti, essere disposti. È multiforme sapienza. È gioia. Come prepararsi, come contemplare, come giovarsi. Come cambiare e convertirci.
1 Meditazione. La devozione al Cuore Santo. Is 42. 1. Il piano di amore di Dio si incentra e si manifesta del servo diletto. Il piano della salvezza vuol dare un Redentore, un Cuore. L’uomo aveva deviato soprattutto nell’amore. Gesù ci ha dato un Cuore. Tutte le sue opere sono misericordia e amore. Due fatti sono fondamentali nella riflessione cristiana: Giovanni che ascolta i battiti del Cuore e il Cuore trafitto. Perché tutte le generazioni cristiane potessero ascoltare tali battiti e entrare dentro il Suo Cuore. 2. La nostra risposta deve necessariamente essere nell’amore. Verificare la sostanza del nostro cristianesimo e della nostra pietà. È tipica l’accusa della devozione egoistica e interessata. Bisogna arrivare al vero amore, al puro amore. Si arriva: a) con l’insistenza nella contemplazione del Suo Amore e delle sue opere di amore. Preghiera che sia soprattutto sostanziata da questa visione e riflessione; b) dalla retta intenzione di fare tutto per amore. Non basta una intenzione iniziale, bisogna sempre più renderla attuale; c) togliere ogni infiltrazione di egoismo così facile e così comune, ogni venatura in ciò che a una vista superficiale sembra marmo puro. Non essere superficiali, non stancarsi.
2 Meditazione. Il Sacro Cuore di Gesù e la santità. Ez 36. “Un cuore nuovo”167. Non lo si onora e non si può capire il suo amore se non apriamo e non rinnoviamo il nostro. Storia della devozione al Sacro Cuore. Le Encicliche. Prendere coscienza di noi stessi. Un cuore nuovo, un cuore di carne. La formazione della coscienza non può essere cosa solo della prima giovinezza. Sono molto facili le deformazioni nell’ordine della pietà, dei doveri, delle
167 Ez 36,26. responsabilità. È alla sua luce che si può vedere e correggere. Le deviazioni segnano alle volte la vita e tolgono tanto bene.
3 Meditazione. Il Sacro Cuore la consacrazione. Gv 15,8. L’amicizia. Le qualità della amicizia di Gesù. Come essere noi suoi amici. Giuda. Pietro. La nostra capacità di tradire e di non essere fedeli.
4 Meditazione. Il Sacro Cuore e la riparazione. Mt 26,30. Gesù ha presentato una riparazione sovrabbondante. La nostra parte e il nostro dovere.
5 Meditazione. Il Sacro Cuore e l’Eucarestia. Gv 6,35. “Io sono il pane”. Lo spirito di fede e la sua necessità.
6 Meditazione. Il Sacro Cuore e la Messa. Lc 22,14. Il suo sacrificio e il nostro.
7 Meditazione. Il Sacro Cuore e la Comunione. 1Cor 11,23. Il dono meraviglioso di Gesù e la nostra corrispondenza.
8 Meditazione. Il Sacro Cuore e il fervore. Os 10,1 sq. Le cose che intiepidiscono. Come salvarsi dal logorio quotidiano: a) con la meditazione fatta bene; b) col non dar pace alla lotta contro i nostri difetti.
9 Meditazione. Il Sacro Cuore e le virtù. Mc 7,31 sq. “Apriti”. Gesù fa in noi le virtù ed è nostro modello. Esame sulle virtù teologali e su povertà, castità e obbedienza.
10 Meditazione. Il Sacro Cuore e il programma. 2Tm 2 sq. 1. Devozione al Sacro Cuore e consacrazione. 2. La meditazione e la preghiera. 3. Piano di penitenza. 4. Vita eucaristica. 5. Confessione e direzione spirituale. 6. Doveri di casa e professionali. 7. Apostolato.
11 Meditazione. Il Sacro Cuore e il Cuore Immacolato. Lc 2,39. Gli insegnamenti dei Sette Dolori e la nostra vera devozione.
(9) Esercizi Spirituali al Gruppo Gioia di Dio Sant’Ilario, 10-11-12 Settembre 1981
Introduzione. Lc 7. Simone ti devo dire qualcosa168. Esercizi come comunicazione. È tempo privilegiato per l’ascolto e per l’amore che ci dimostra Gesù. Essere disponibili, essere attenti, riflessivi, attivi, entusiasti. Tempo di gioia e di profitto. Tempo di preghiera e di silenzio. Conoscere la volontà di Dio, rinnovarci nell’amore. Tempo di penitenza e di umiltà.
1 Meditazione. Il Sacro Cuore e il fine della vita. Ez 36. “Un cuore nuovo”169. In principio era il cuore. Il piano di Dio nella creazione e nella redenzione è un piano di amore e di misericordia. Siamo creati da Dio: senso creaturale, dipendenza totale nell’essere e nell’agire. Appartenenza a Lui. Non sono padrone. A sua immagine. Non mi possono soddisfare tutte le creature, solo Lui è degno di me. Mi ha destinato a essere santo in Gesù. Il cuore di Gesù simbolo di tutto questo amore. Verificare l’indirizzo di tutta la vita, e le sue scelte. Non sei fatta per le vanità e le cose che passano.
2 Meditazione. Il Sacro Cuore fonte di vita. Is 42. “Il mio eletto”170. Gesù l’amato dal Padre. Noi dobbiamo essere in Lui e assomigliarci a Lui. Ci assomigliamo perché ci ha dato la vita, grazia, perché ci ha dato l’amore (Spirito Santo), e ci ha dato la possibilità di ripetere Lui nelle virtù. Vivere di amore e tendere a trasformare tutto nell’amore. Certe giornate ci sembrano vuote e insulse, chiuse in doveri monotoni e noiose. Per un cristiano tutto può essere trasformato e reso grande. Vivere in grazia, crescere in grazia ogni giorno. Rettitudine d’intenzione.
3 Meditazione. Il Sacro Cuore e la consacrazione. Ap 5. Il trionfo dell’Agnello. Chi è Gesù per noi. Quanto lo conosciamo, lo amiamo; quanto siamo entusiasti di Lui. È il nostro Dio, è il nostro Redentore, è il nostro amico. Dona a noi il suo Cuore. Le qualità della sua amicizia. Che cosa dobbiamo fare per essere noi veri amici.
168 Cfr Lc 7,40. 169 Ez 36,26. 170 Is 42,1. La purificazione del cuore, lo studio di Lui, la confidenza, la fedeltà. Le nostre deviazioni e freddezze.
4 Meditazione. Il Sacro Cuore e la riparazione. Mt 26. Rimanete qui, vegliate171. Come Gesù ha scelto di soffrire e di morire per espiare. Quanto ha sofferto per amore. E ci invita a partecipare. Prima di tutto dobbiamo valutare la gravità del peccato. Giuda; Pietro. Lo schifo per il peccato e la voglia di purificarci. Una penitenza concreta, unirci alla penitenza di Gesù. Come siamo chiamati a salvare le anime e allo spirito di espiazione.
5 Meditazione. Il Sacro Cuore e la morale. Mc 6,45 sq. Gesù cammina sulle acque. L’etica cristiana si basa su Gesù. La fede ti dice che Gesù è la rivelazione del Padre, che dobbiamo conformarci a Lui, partecipare ai suoi misteri, avere i suoi sentimenti. Le tue mete indicate da Lui è possibile raggiungerle con la speranza. Bisogna lasciarci prendere dalla carità. Non basta un’etica umana. Bisogna formarci la coscienza dei figli di Dio. Autoformazione sotto la guida dello Spirito Santo secondo le direttive della Chiesa, corpo di Cristo.
6 Meditazione. Il Sacro Cuore e la sincerità. Lc 11,33-44. “La lucerna del tuo corpo è l’occhio”. La sincerità e la coerenza. Con noi stessi, mantenendo i propositi. Mediocrità, tiepidezza. Pigrizia, orgoglio. Il regno dei compromessi. Con gli altri, la linearità e la fierezza.
7 Meditazione. Il Sacro Cuore e le tentazioni. Ap 22,1 sq. Il trionfo dell’Agnello. Il Cuore di Gesù trionfa nel tempo e nell’eternità. Partecipare alla sua lotta per partecipare al suo trionfo: a) La tentazione della solitudine: Sono solo, Dio è lontano. Invece è continuo il suo aiuto, grazia attuale. b) Tentazione dell’orgoglio: Da solo riesco. c) Tentazione dell’angoscia. L’avvilimento, il piegarsi sotto il peso delle prove e del dolore.
8 Meditazione. Il Sacro Cuore e l’apostolato. Divisa, ai due gruppi. Alla “Gioia”: Lc 5,1 sq. L’invito di Gesù. La vocazione a seguirlo nel fare del bene. La gioia. L’impegno. Il sacrificio. A “Domus”172: Lc 6,13.
171 Cfr Mt 26,36-46. Necessaria maturazione del gruppo anche per l’apostolato.
9 Meditazione. Il Sacro Cuore e l’Eucarestia. Gv 6,30 sq. Fede viva per partecipare al Sacrificio, per far bene la Comunione e l’Adorazione.
10 Meditazione. Il Sacro Cuore e il programma. 2Tm 2,1 sq. 1. Devozione al Sacro Cuore, consacrazione personale e di gruppo. 2. Liturgia e santificazione della festa. 3. Meditazione e preghiera personale. 4. Orario quotidiano. 5. Virtù dell’anno. 6. Vita eucaristica e confessione e direzione spirituale. 7. Vita di famiglia. 8. Scuola. 9. Gruppo. 10. Vita di parrocchia.
11 Meditazione. Il Cuore Immacolato e la purezza. Lc 2,8 sq. La nascita da Maria Vergine. La sua dignità, la sua potenza, il suo esempio. L’esempio per la purezza. Il trionfo con Lei. La testimonianza al mondo.
172 In realtà erano presenti solo tre componenti del gruppo “Domus Aurea”, in quanto il Corso dedicato all’intero gruppo si sarebbe svolto nei giorni 16-17-18 settembre.
(10) Esercizi Spirituali al Gruppo Santa Maria della Vittoria Sant’Ilario, 13-14-15 Settembre 1981
Introduzione. Lc 7,40. “Simone ho una cosa da dirti”. Gli Esercizi Spirituali sono un metodo. Necessità di esservi fedeli e perseveranti. I grandi frutti.
1 Meditazione. Il Sacro Cuore e la vita. Ez 36. “Un cuore nuovo”173. Fatti da Dio, siamo di Dio, andiamo a Dio. Fatti per amore a sua somiglianza.
2 Meditazione. Il Sacro Cuore ci ha redenti. Gv 10,1 sq. Il Buon Pastore. Ciò che ha fatto Gesù. Chi è per me Gesù. Il nostro amore e la nostra fede. Interrogarci sulla convinzione e la profondità della fede. Le azioni nella fede.
3 Meditazione. Il Sacro Cuore e la sua legge. Ef 1,1 sq. La nostra predestinazione in Gesù. Quello che ha fatto Gesù, ci ha fatti figli di Dio come Lui. La nostra condotta si deve modellare su di Lui. Come ha detto e fatto Lui. La coscienza e la sua formazione. Le facili deformazioni. Come curarla.
4 Meditazione. Il Sacro Cuore e la riparazione. Lc 22. Agonia nell’orto. Che cosa ha sofferto Gesù per salvarci. La sua penitenza, e la nostra. Necessità dell’odio e della lotta contro il peccato. La conversione.
5 Meditazione. Il Sacro Cuore, le tentazioni e i vizi. Mt 15,10 sq. Proviene dal Cuore. Le tentazioni. La vita è una prova. Come si formano i vizi. Il difetto predominante. Bisogna fare una costruzione. Il lavoro spirituale.
6 Meditazione. Il Sacro Cuore e la carità. Mt 25. Il giudizio finale. L’esempio di Gesù nell’amore agli uomini. Come deve essere la nostra carità. Dove si deve esercitare: verso tutti, in famiglia, con gli amici.
7 Meditazione. Il Sacro Cuore e l’Eucarestia. 1Cor 11. L’istituzione174. La Messa partecipazione al sacrificio. La comunione.
173 Ez 36,26. 174 1Cor 11,23-25. Cinque cose per prepararsi: fede, purificazione, desiderio, umiltà, amore. Cinque cose per ringraziare: accoglienza e far festa, ringraziare, pregare con Gesù, pregare Gesù (colloquio), richiesta per tutti. Il Tabernacolo dove c’è il suo Cuore che palpita. Il luogo dell’amicizia.
8 Meditazione. Il Sacro Cuore e la purezza. Rm 12,1 sq. Offrire i vostri corpi come sacrificio. La purezza è richiesta dalla dignità umana e dalla condizione di figli di Dio. Tutto è legato e dipendente dalla purezza. I mezzi, specialmente la direzione Spirituale.
9 Meditazione. Il Sacro Cuore e il programma. Ef 6,13. L’armatura. 1. Devozione al Sacro Cuore. 2. Santificazione della festa. 3. La meditazione e la preghiera personale. 4. L’orario. 5. I sacramenti e la direzione Spirituale. 6. La virtù. 7. La casa. 8. La scuola. 9. Il gruppo. 10. Impegno in Parrocchia.
10 Meditazione. Il Cuore Immacolato di Maria. Lc 2,39. Corredentrice. Nostra Madre. I suoi sette dolori. Ci ama, ci aiuta. Raggiungere una vera devozione. Farsi aiutare. Volerla imitare. Medaglia miracolosa. Le tre Ave Maria.
(11) Esercizi Spirituali ai Gruppi “Domus” e “Magnificat” Sant’Ilario, 16-17-18 Settembre 1981
Introduzione. Gv 12. La cena di Betania. “Tutta la casa si riempì del profumo”175. Andare con Gesù con tutta la forza e l’amore. Per conoscere la volontà di Dio e santificarsi. Disposizioni massime. Disponibilità, contemplazione, preghiera, silenzio, penitenza, carità, pregare per tutte.
1 Meditazione. Il Sacro Cuore e l’amore che ci ha creati. 1Sam 10. La consacrazione di Saul. Dio gli cambiò il cuore176. Tutta la trasformazione dell’uomo è qui: nel cuore. Per questo Dio si rivela a noi presentandoci un Cuore. Noi veniamo dall’amore di Dio. Dio ci ama e ci ha creati per delle cose molto belle e molto grandi. Ha dato un grande senso alla nostra esistenza. Noi apparteniamo a Lui, siamo suoi e siamo per lui. Vedere il valore e indirizzare tutto. Aborrire da una vita vuota.
2 Meditazione. Il Sacro Cuore e la Fede. Ef 1,1 sq. Tutto il Signore ha fatto per amore. Frutto della sua sofferenza e amore l’averci fatto come Lui, figli di Dio, divinizzati. Aderire al suo piano, diventare Cristo. Ma occorre una fede viva, non fossile, una fede totale, profonda, decisa e coraggiosa, convinta e gioiosa. Chi è per me Gesù. L’entusiasmo per Lui.
3 Meditazione. Il Sacro Cuore e la morale. Gn 1,1 sq. “Dormiva”. Quale è il fondamento della morale. I figli di Dio devono vivere come Gesù, formano un tutto unico con Lui. Imitare Cristo. La coscienza retta. Come si forma, si corregge, si costruisce.
4 Meditazione. Il Sacro Cuore e la speranza. Lc 16,1 sq. Il fattore infedele. Siamo amministratori. Come potremo? Dio ci assicura l’aiuto. La speranza virtù della sicurezza e della forza, della gioia. La confidenza nel Cuore di Gesù, e la devozione della confidenza.
5 Meditazione. Il Sacro Cuore e la riparazione. Lc 13,23 sq. “Sforzatevi di entrare”. Gesù ha fatto penitenza per noi. Quello che dobbiamo fare noi. La necessità del pentimento accompagnato dal castigo. Le forme di penitenza. Penitenza. Mortificazione. Riparazione dei peccati di tutto il mondo.
175 Gv 12,3. 176 Cfr 1Sam 10,9. 6 Meditazione. Il Sacro Cuore e la sincerità. Lc 11,33 sq. Gesù verità e amore. La necessità di essere sinceri, verso Dio, noi stessi e il prossimo. La vita tiepida e i compromessi. L’odiosità della ipocrisia e le sue forme.
7 Meditazione. Il Sacro Cuore e la povertà. 2Cor 8,1-10. Ricco, si è fatto povero. L’esempio di Gesù. Come ha predicato il distacco. Il bisogno di avere il cuore libero. Le voglie e i capricci.
8 Meditazione. Il Sacro Cuore e la costruzione. 1Cor 3,10. Sta attento come costruisci. Come costruire nella pietà, nella purezza, nella Chiesa. Con Gesù tutto è possibile.
9 Meditazione. Il Sacro Cuore e la gioia. Gv 14,22 sq. “Il mio Padre lo amerà”. I profondi motivi della gioia in un cristiano: a) Dio è Padre. b) Lo Spirito Santo è in lui. c) Unione con Gesù. d) Gesù Eucaristia. e) La Madre. f) La vita eterna.
10 Meditazione. Il Sacro Cuore e il programma. Fil 4,4 sq. La gioia. 1. Devozione al Sacro Cuore: consacrazione personale e collettiva. 2. Pietà e meditazione. 3. Santificazione della festa e liturgia. 4. Orario. 5. Vita sacramentale. 6. Direzione Spirituale. 7. Casa. 8. Scuola. 9. Gruppo. 10. Chiesa, parrocchia.
11 Meditazione. Il Cuore Immacolato. Lc 2,1 sq. “Andiamo a Betlemme”. Andare a Gesù in Maria. Riconoscerne le virtù e i privilegi. Imitarla. Alcune pratiche devote.
(12) Esercizi Spirituali agli Uomini Sant’Ilario, 19-20-21 Settembre 1981
Introduzione. Lc 12,35. La vigilanza. È una grande grazia che non bisogna lasciarsi sfuggire o non approfittarne fino in fondo. Comprende: disponibilità, contemplazione, silenzio, carità, preghiera, penitenza.
1 Meditazione. Il Sacro Cuore e la sua devozione. Ef 3,10 sq. Le dimensioni della sua carità. Come entrare in questa carità.
2 Meditazione. Il Sacro Cuore e la vita di carità. Is 42. Gesù il prediletto. Ciò che ha fatto nella volontà del Padre. Il dono di farci suoi figli e di potere vivere così.
3 Meditazione. Il Sacro Cuore ci offre la sua amicizia. Gv 15,1-11. Dalla vita soprannaturale tutte le azioni. Quanto valgono, come valgono. La coscienza.
4 Meditazione. Il Sacro Cuore e la riparazione. Lc 22,36. La preghiera nell’orto. Gesù riparatore. La nostra Parte.
5 Meditazione. Il Sacro Cuore e la sincerità. Lc 11,35. Contro i farisei. Sincerità con Dio, con noi stessi, con il prossimo.
6 Meditazione. Il Sacro Cuore e la povertà. 2Cor 8. L’esempio di Gesù, la sua predicazione. Come dobbiamo attuare il distacco.
7 Meditazione. Il Sacro Cuore di Gesù e l’Eucarestia. Gv 6. La Messa sacrificio. La Comunione e gli atti di preparazione e di ringraziamento. Il tabernacolo.
8 Meditazione. Il Sacro Cuore e le tentazioni. Mc 5. “Mi chiamo Legione”177. La pluralità e la pericolosità delle tentazioni.
177 Mc 5,9. Tre soprattutto: Quella della superficialità: rimedio la preghiera di riflessione cioè la meditazione. Necessità e modo della meditazione. Quella della fragilità: occorre la preghiera di invocazione. Raccoglimento e sue forme. Giaculatorie. Quella di avvilimento: occorre la preghiera di speranza.
9 Meditazione. Il Sacro Cuore e il programma. 2Tim 2. 1. Devozione al Sacro Cuore. 2. Preghiera e meditazione. 3. Liturgia e santificazione della festa. 4. Virtù. 5. Vita sacramentale. 6. Vita di famiglia. 7. Apostolato.
10 Meditazione. Il Cuore Immacolato. Mt 2,9. I magi. Trovare Gesù con Maria. Le sue grandezze. La sua imitazione. La sua mediazione, la sua devozione.
(13) Esercizi Spirituali alla Comunità della Pentecoste Sant’Ilario, 22-23-24 Settembre 1981
Introduzione. Lc 7,39. La peccatrice. Imitarla nelle disposizioni di conversione. Le attenzioni e le premure verso Gesù. Generosità massima in tutto.
1 Meditazione. La devozione al Cuore di Gesù. Ef 3,10. I due fatti che hanno mosso la riflessione dei cristiani: Giovanni nell’Ultima Cena e la trafittura del costato. Come si è sviluppata la Devozione fino ai tempi moderni. L’incontro con Dio-Amore.
2 Meditazione. La devozione al Sacro Cuore scuola d’amore. Is 42. L’amore che ci ha dimostrato Gesù e quello che esprimiamo noi.
3 Meditazione. La devozione al Sacro Cuore e lo Spirito Santo. Gal 6,6. Per agire e seminare alla scuola dello Spirito Santo. Come Gesù lasciarsi guidare.
4 Meditazione. Il Sacro Cuore e la tiepidezza. Gn 1. Il dormire spirituale e la fuga da Dio. I segni e i rimedi della mediocrità.
5 Meditazione. Il Sacro Cuore e la riparazione. Mt 26,30. Gesù ha redento soffrendo. La nostra parte nella penitenza e nella mortificazione.
6 Meditazione. Il Sacro Cuore e la riparazione. Idem. La chiamata a essere corredentori. La nostra consolazione a Gesù.
7 Meditazione. Il Sacro Cuore e la povertà. 2Cor 2. La povertà di Gesù. Il nostro distacco da ogni cosa creata. Deus meus et omnia178.
8 Meditazione. Il Sacro Cuore e l’Eucarestia. Gv 6.
178 “Mio Dio e mio tutto”. Bartolomeo da Pisa, nelle sue Conformitates, attribuisce questa espressione a San Francesco di Assisi. Sentire vivamente il Cuore di Gesù nel mistero del sacrificio, nella Comunione, nella presenza.
9 Meditazione. Il Sacro Cuore e la preghiera. La continua preghiera di Gesù. La crescita nella nostra preghiera.
10 Meditazione. Il Sacro Cuore e il programma. Fil 4. “Rallegratevi”179. Tre punti: la devozione al Sacro Cuore; la preghiera; la virtù.
11 Meditazione. Il Sacro Cuore e il Cuore Immacolato. Lc 2. La tua anima. Considerazione sui sette dolori della Beata Vergine. Il nostro progresso nella sua guida.
179 Fil 4,4.
(14) Esercizi Spirituali ai Gruppi del “Verbo”, “Cenacolo”, “Gloria di Dio” Sant’Ilario, 25-26-27 Settembre 1981
Introduzione. Lc 7,36 sq. La peccatrice. Gli Esercizi mezzo di conversione a Gesù e al suo amore. Accoglienza. Preghiera. Riflessione. Altruismo. Silenzio. Preghiera.
1 Meditazione. Il Sacro Cuore e la rivelazione di amore. Ez 36. Il cuore nuovo180. Perché lo avessimo, Dio ci ha donato il suo Cuore in Gesù. La creazione opera d’amore; noi possesso dell’amore di Dio. Creati per l’amore. Come abbiamo capito l’essenza della vita, perché siamo vissuti. L’amore: la nostra vita e il nostro destino. L’uso delle creature.
2 Meditazione. Il Sacro Cuore fonte di vita. Ef 1. Gesù Cristo ha fatto tutto per amore, leggere tutti i suoi misteri. Con la sua sofferenza mi ha fatto figlio di Dio e dimora dello Spirito Santo. Mi cerca. Relazionare con la sua Persona. Chi è Gesù per me. Uno da ossequiare e basta o uno da amare. Il vuoto di tutte le cose fuori di Lui.
3 Meditazione. Il Sacro Cuore e la morale. Lc 16,1 sq. Il fattore infedele. Siamo amministratori. Su Gesù si basa la nostra morale. Quello che ha fatto e quello che ha detto. La coscienza e la sua formazione. In opposizione al mondo.
4 Meditazione. Il Sacro Cuore vittima dei peccatori. Is 1,1 sq. Quanto ha dovuto soffrire. La penitenza che spetta anche a noi. La meditazione della Passione. La conversione.
5 Meditazione. Il Sacro Cuore e la tiepidezza. Gn 1. Fuggire dal Signore. Dormire. Mancanza di fede, di generosità, di sincerità. Rimedi.
6 Meditazione. Il Sacro Cuore e la purezza (il corpo). Lc 11,33. Il corpo nella dottrina cristiana. Onore, rispetto, dignità, missione. Come educarlo e come trattarlo bene. Il corpo degli altri. La lotta per la purezza. Come si ottiene la vittoria. 7 Meditazione. Il Sacro Cuore e la vocazione. 1Pt 2. Siete una stirpe santa181. Vocazione generale alla santità. Vocazione a uno stato di vita. Necessità del conoscerla e del seguirla. Vocazione al sacerdozio e alla consacrazione. Vocazione al Matrimonio. Come conoscerla. Come deciderla. Qualità oggettive e soggettive. Quale ideale di ragazza. Come realizzare cristianamente.
8 Meditazione. Il Sacro Cuore e la Chiesa. 1Cor 12. Dal Cuore trafitto nasce la Chiesa. È l’amore del Cuore di Gesù. È strutturata. Vi sono i carismi. Come vedere il proprio posto nella Chiesa, in Parrocchia. Come accettare i carismi nella Chiesa. La Direzione Spirituale problema di fede. Come attuarla. Necessità e svolgimento.
9 Meditazione. Il Sacro Cuore e il programma. Fil 4. “Rallegratevi”182. Un programma di gioia. 1. Devozione al Sacro Cuore, consacrazione individuale e del gruppo. Riparazione soprattutto nella Santa Messa. 2. Santificazione della festa. 3. Preghiera personale, meditazione. 4. Vita eucaristica. 5. Virtù. 6. Orario. 7. Casa. 8. Scuola. 9. Gruppo. 10. Parrocchia, invito alle commissioni183. 11. Ragazza.
10 Meditazione. Il Cuore Immacolato. Mt 2. Trovarono Gesù con Maria184. Onorare, imitare, realizzare una calda devozione.
181 Cfr 1Pt 2,9. 182 Fil 4,4. 183 Il riferimento è alle 12 Commissioni di lavoro, supportanti la pastorale parrocchiale. 184 Cfr Mt 2,11.
(15) Esercizi Spirituali al Gruppo Donne Sant’Ilario, 29-30 Settembre, 1 Ottobre 1981
Introduzione. Gv 12,1 sq. Le unzioni, con l’ascolto, la riflessione, il silenzio, la penitenza.
1 Meditazione. La devozione al Sacro Cuore. Ez 36. Cuore nuovo185. La rivelazione di amore. L’oggetto della devozione. A che cosa ci invita. La santità sta nella perfezione dell’amore.
2 Meditazione. Il Sacro Cuore e la vita teologale. Ef 1. Santi in Cristo. Gesù è fonte e modello di tutta la nostra vita. La comunione con lui. La vita etica. La fede base e luce. La speranza sostegno.
3 Meditazione. Il Sacro Cuore e la formazione della coscienza. Ef 3. Comprendere la carità di Cristo. Tutto ha fatto per amore, così noi. La validità dei nostri atti soprannaturali. Perché un atto sia meritorio.
4 Meditazione. Il Sacro Cuore e la riparazione. Mt 26. Vigilate e pregate. La penitenza svolta da Gesù per la nostra salvezza. Quanto ha sofferto. La nostra penitenza e la necessità della riparazione, per noi e per gli altri.
5 Meditazione. Il Sacro Cuore e la sincerità. Lc 11. “Tutto il tuo corpo nella luce”186. Il bisogno di salvarci dalla tiepidezza. I nostri propositi e la nostra sincerità verso Dio, noi stessi e il prossimo.
6 Meditazione. Il Sacro Cuore e l’Eucarestia. Gv 6. Sacrificio. Comunione. Tabernacolo.
7 Meditazione. Il Sacro Cuore e la povertà. 2Cor 8. Il distacco dalle cose e la nostra intenzione di piacere al Signore.
8 Meditazione. Il Sacro Cuore e la pace del cuore. Gv 3,25 sq. Il cristianesimo è gioia. Quale è la pace di Cristo. I motivi della gioia; le tentazioni contro la gioia.
185 Ez 36,26. 186 Lc 11,34. 9 Meditazione. Il Sacro Cuore e la preghiera. Col 3,16. Preghiera, comunione, contemplazione. Necessità della meditazione e modo. Vita di preghiera.
10 Meditazione. Il programma. 2Tim 2. In sette punti: 1. Devozione al Sacro Cuore. 2. Liturgia. 3. Preghiera. 4. Virtù. 5. Confessione. 6. Casa. 7. Apostolato.
11 Meditazione. Il Cuore Immacolato. Mt 2. Trovarono Gesù con Maria187. Le dieci grandi virtù di Maria secondo il Montfort. Imitazione.
187 Cfr Mt 2,11.
(16) Esercizi Spirituali al Gruppo Spirito Santo Sant’Ilario, 2-3-4 Ottobre 1981
Introduzione. Mc 14 sq. Fracto alabastro. Le unzioni: della disponibilità, della riflessione, dell’attivismo, della preghiera, del silenzio e della mortificazione.
1 Meditazione. La devozione al Sacro Cuore. Ef 3. La rivelazione dell’amore. Creazione, redenzione, storia personale. Corrispondenza. Il progetto.
2 Meditazione. Il Cuore di Gesù. Lc 10,21 sq. S’è fatto uomo e amico nostro. Tutti i suoi misteri sono amore. Chi è per me Gesù. Le relazioni con lui. La docilità allo Spirito.
3 Meditazione. Il Sacro Cuore, la morale e la coscienza. 1Sam 10. Elezione di Saul. Gli cambiò il cuore. L’imitazione di Gesù. Il fondamento della morale. La coscienza.
4 Meditazione. Il Sacro Cuore e la mediocrità. Gn 1. Dormire. La vigliaccheria. Gli aspetti e le cause. I rimedi.
5 Meditazione. Il Sacro Cuore e la riparazione. Is 53. Quanto ha sofferto. Per amore. La sua penitenza. La nostra penitenza. La riparazione per gli altri.
6 Meditazione. Il Sacro Cuore e le virtù. 1Cor 3,1 sq. Vi ho dato del latte. La maturità della vita cristiana. L’organismo soprannaturale. La crescita nella fede, speranza e carità.
7 Meditazione. Il Sacro Cuore e la povertà. Lc 6. “Guai a voi o ricchi”188. In che consiste la vera povertà su l’esempio di Gesù.
8 Meditazione. Il Sacro Cuore e l’apostolato. Col 3: “Ammaestratevi”189; 1Cor 12: Un solo corpo190. Siamo nella Chiesa. I diritti e i doveri. Senso vero del cristianesimo, socialità, Corpo mistico.
9 Meditazione. Il programma. Fil 4. Rallegratevi. Il cristianesimo è gioia. Il programma è per la gioia. Liberazione e amore. 1. Devozione al Sacro Cuore; consacrazione. 2. Liturgia. 3. Meditazione. 4. Tempo. 5. Eucarestia. 6. Virtù. 7. Confessione e direzione Spirituale. 8. Dovere. 9. Gruppo. 10. Apostolato.
10 Meditazione. Il Cuore Immacolato. Mt 2. Trovarono Gesù con Maria191. Le 10 principali virtù della Madonna.
189 Col 3,16. 190 1Cor 12,12-27. 191 Cfr Mt2,11.
(17) Esercizi Spirituali ai Gruppi “Sant’Eulalia” e “Eucarestia” Sant’Ilario, 6-7-8 Ottobre 1981
Introduzione. Mc 14. Fracto alabastro192. Le unzioni della disponibilità, della preghiera, del silenzio e della mortificazione.
1 Meditazione. Il Sacro Cuore e la Creazione. Ef 1. Benedetto Dio. Creati da Dio, siamo di Dio, siamo per Iddio. Il suo progetto di amore su di noi in particolare.
2 Meditazione. Il Sacro Cuore e il suo amore. Ef 1. Quanto amore ci ha dimostrato. Chi è per noi Gesù, fons vitae et sanctitatis193.
3 Meditazione. Il Sacro Cuore e la morale. Ef 3. “Imperscrutabili ricchezze”194. Gesù modello e base di ogni etica cristiana. Lo studio della imitazione. La coscienza e la sua formazione.
4 Meditazione. Il Sacro Cuore e la riparazione. Is 53. Quanto ha sofferto. La nostra penitenza. La riparazione e le sue forme. Sentire il dovere e la necessità.
5 Meditazione. Il Sacro Cuore e la preghiera. Mc 4,38. Dormiva sul cuscino. Unione alla preghiera di Gesù. Lo sforzo. La lode e l’adorazione.
6 Meditazione. Il Sacro Cuore e la carità del prossimo. Gv 15,12 sq. Che vi amiate. La carità di Gesù modello. Quali qualità vi deve essere nell’amore.
7 Meditazione. Il Sacro Cuore e la povertà. Lc 6. Le Beatitudini195. Come Gesù ha amato la povertà. Come deve essere la nostra.
8 Meditazione. Il Sacro Cuore e la Chiesa. 1Cor 12. Come Gesù ha amato la Chiesa.
192 Mc 14,3. 193 “Fonte di vita e di santità” (Cfr Litanie del Sacro Cuore). 194 Ef 3,1. 195 Lc 6,20-23. Il nostro senso della Chiesa. I carismi. L’Apostolato.
9 Meditazione. Il Sacro Cuore e l’Eucarestia. 1Cor 11. Il sacrificio, la Comunione, il Tabernacolo.
10 Meditazione. Il Sacro Cuore e il programma. Salmo 122. “A te levo i miei occhi”196. Solito schema.
11 Meditazione. Il Cuore Immacolato. Mt 2. Trovarono il bambino e Maria197. Imitazione, l’ideale in quel Cuore. Soprattutto la purezza.
196 Sal 123 [122], 1. 197 Cfr Mt 2,11.
(18) Esercizi Spirituali alla Comunità della Visitazione Sant’Ilario, 16-17-18 Ottobre 1981
Introduzione. 2Re 6. Il ferro galleggiante198. L’incidente sul lavoro. La stanchezza e la confusione del lavoro hanno bisogno del ristoro degli esercizi. Scendere in profondità e con grande spirito di disponibilità.
1 Meditazione. La devozione al Sacro Cuore. Lc 1. La Visitazione199. La Madonna che ha portato l’amore: a) Comprendere e contemplare Dio come Amore in sé e nelle sue opere. b) La santità è amore. La direzione della vita nell’amore. c) Perché ci è mancato l’amore.
2 Meditazione. Gesù Cristo re di amore. Fil 3. Reputo tutto come spazzatura200. L’amore del Cuore di Gesù, personale, sommo. Come ricambiarlo. Amore di amicizia. Come lo conosco nella fede. L’esperienza di lui. Vita nuova in un amore nuovo, vivo, entusiasta.
3 Meditazione. L’imitazione del Sacro Cuore. Osea 6. “Il vostro amore è come una nube”201. L’amore vero. L’imitazione. La comunione. Confidenza.
4 Meditazione. L’amicizia con il Sacro Cuore. Mt 18 1 sq. Se non diventeremo come bambini. La legge dell’amicizia. Capirlo e accoglierlo. Quanto è buono e fedele. Come corrispondervi.
5 Meditazione. Il Sacro Cuore e la riparazione. Salmo 21. Quanto ha avuto angoscia, solitudine, sofferenza. Per amore. La nostra parte e la riparazione.
6 Meditazione. Il Sacro Cuore e la vita divina in noi. Lc 11,33. La retta intenzione. Il valore dei nostri atti. La vita teologale. La sincerità e la carità.
7 Meditazione. Il Sacro Cuore e la Chiesa. At 10. Cornelio e Simon Pietro.
198 2Re 6,1-7. 199 Lc 1,39-45. 200 Cfr Fil 3,8. 201 Os 6,4. Perché ci ha voluto Chiesa. Il valore di essere nel Corpo Mistico. Il nostro posto. L’obbedienza. La Direzione spirituale.
8 Meditazione. Il Sacro Cuore e la povertà. 2Cor 8,10. Povertà congiunta alla carità. Il distacco. Come deve realizzarsi. Dare. Le virtù che accompagnano il dare. Povertà effettiva.
9 Meditazione. Il programma. Salmo 116. Il suo amore. Diventare lode perché si è trasformata la vita nell’amore: 1. Devozione al Sacro Cuore. 2. Liturgia. 3. Meditazione. 4. Virtù. 5. Confessione e Direzione spirituale. 6. Casa. 7. Comunità.
10 Meditazione. Il Cuore Immacolato. Il Magnificat. L’opera di Dio nella nostra storia.
(19) Esercizi Spirituali ai Gruppi “San Giovanni Bosco” e “Cuore Immacolato” Sant’Ilario, 24-25-26 Ottobre 1981
Introduzione. 1Gv 4,7. Chi rimane nell’amore rimane in Dio. Disposizione ad accogliere Dio-Amore. Fede, umiltà, accettazione della volontà di Dio, attivismo, silenzio, penitenza.
1 Meditazione. La rivelazione dell’amore. Ef 3. Le dimensioni della carità di Cristo. In principio era il Cuore. Creati da Dio amore, redenti da Dio che per amore si fa uomo. I due fatti che più colpiscono. Come nasce la devozione al Sacro Cuore. Vedere se la vita è impostata sull’amore. Dove è la vera santità.
2 Meditazione. Quanto ci ha amati Gesù. Fil 3. Come spazzatura tutte le cose202. Il suo amore, il dono che ci ha fatto della grazia e di essere figli di Dio. Il valore delle nostre azioni. Fare tutto per amore. Le altre intuizioni che non sono conformi alla nostra dignità.
3 Meditazione. La confidenza nel Sacro Cuore. 1Sam 10,1 sq. Un cuore nuovo. Trasformarci in Lui. Sicuri della sua grazia, confidando nel suo amore. La dipendenza da Lui continua.
4 Meditazione. La riparazione. Mt 26,33. Quanto ha sofferto spiritualmente e fisicamente. Per amore. Il valore e il significato della sua sofferenza. La nostra penitenza. Lo spirito di riparazione per noi e per gli altri.
5 Meditazione. Il Sacro Cuore e l’Eucarestia. Gv 6. “Io sono il pane vivo”203. La presenza del Cuore di Gesù, il suo sacrificio, la comunione.
6 Meditazione. Il Sacro Cuore e la sincerità. Lc 11,33. La sincerità con Dio, con noi stessi e con gli altri. Vincere ogni forma di compromesso e di tiepidezza.
7 Meditazione. Il Sacro Cuore e la povertà. 2Cor 8. “Da ricco si fece povero”204.
202 Cfr Fil 3,8. 203 Gv 6,51. Il suo esempio, come seguirlo; la povertà come liberazione. La povertà nella vita quotidiana.
8 Meditazione. Il Sacro Cuore e la purezza. 1Cor 6. Non sapete che siete il tempio?205 La vocazione del Matrimonio, la grandezza e la dignità. Come vivere questa vocazione. Fede, dono, umiltà, pazienza, generosità.
9 Meditazione. Il programma. Lc 24. Emmaus206. Cammino con Gesù Risorto. Devozione al Sacro Cuore; preghiera; liturgia; virtù; sacramenti; famiglia; apostolato.
10 Meditazione. Il Cuore Immacolato. Lc 1. “Elisabetta fu piena di Spirito Santo”207. Come Dio ha fatto grande Maria e quale missione le ha affidato. Come realizzare la nostra Devozione.
204 Cfr 2Cor 8,9. 205 Cfr 1Cor 6,19. 206 Lc 24,13-35. 207 Lc 1,41.
(20) Esercizi Spirituali alla Comunità della Natività Sant’ Ilario, 28-29-30 Ottobre 1981
Introduzione. Mc 14. La cena di Betania. Le unzioni che si aspetta da noi Gesù. La disponibilità di amore, l’umiltà, l’ascolto, l’attivismo, il silenzio, la penitenza.
1 Meditazione. La rivelazione di Dio-Amore. Ef 3. Conoscere il mistero d’amore. Dio ha fatto tutto per amore: creazione, redenzione. Il progetto di amore su di noi personalmente. Come lo stiamo svolgendo; in che cosa siamo mancati. Rispondere con prontezza e perfezione, con amore.
2 Meditazione. Gesù modello e maestro nel suo Cuore. Ez 36. “Un cuore nuovo”208. Il Cuore di Gesù pieno d’amore è modello nostro. Conformarci a Lui. Un cuore diverso; le virtù cristiane, non bastano le umane.
3 Meditazione. Il Cuore di Gesù amico. Gv 15. “Rimanete nel mio amore”209. Come Lui è un amico meraviglioso e dolcissimo. Quale deve essere la nostra parte.
4 Meditazione. Il Sacro Cuore e la riparazione. Mt 26. Rimanete con me210. Come Gesù ha sofferto per amore. La nostra Penitenza. Lo spirito di riparazione e come svolgerlo.
5 Meditazione. Il Sacro Cuore e il distacco. Lc 14,25. L’urgenza della rinuncia. Da che cosa dobbiamo distaccarci.
6 Meditazione. Il Sacro Cuore e la sincerità. Lc 11,33. La coerenza e la vittoria sui nostri difetti.
7 Meditazione. Il Sacro Cuore e la preghiera. Mt 11,25. I piccoli. Come arrivare a una preghiera forte e viva.
8 Meditazione. Il Sacro Cuore e il raccoglimento.
208 Ez 36,26. 209 Gv 15,9. 210 Cfr Mt 26,38. Fil 4,4. Tutto quello che è vero. Preghiera vissuta.
9 Meditazione. Il Sacro Cuore e la comunità. Gv 17. Come ci vuole uniti il Signore.
10 Meditazione. Il programma. Lc 24. Il cammino con Gesù. Come gli schemi precedenti.
11 Meditazione. Il Cuore Immacolato. Mt 2. I Magi211. La vera devozione a Maria Santissima.
211 Mt 2,1-12.
(21) Esercizi spirituali ai Gruppi “Sacro Cuore” e “Rosa Mystica” Sant’Ilario, 3-4-5 Novembre 1981
Introduzione. Mc 14. Fracto alabastro212. Le unzioni a Gesù: a) l’amore generoso e la disponibilità; b) la preghiera di contemplazione; c) l’umiltà; d) il silenzio; e) la penitenza.
1 Meditazione. Gesù rivela l’amore del Padre. Gv 17, i primi tre versetti. Contemplare Dio che si manifesta amore. Il progetto di amore di Dio su di noi. Restare in questa collaborazione.
2 Meditazione. Il Cuore di Gesù e le nostre relazioni con Lui. Gv 17. Tu me li hai dati213. Tutto nella sua vita è stato amore. Vieni a noi come fratello e amico. Le nostre relazioni con Lui. Come lo consideriamo.
3 Meditazione. Il Cuore di Gesù modello nostro. Fil 3. Come spazzatura214. La vita in Gesù e i valori quotidiani delle nostre azioni. Formazione della coscienza. Il rifiuto del mondo.
4 Meditazione. Il Sacro Cuore e la riparazione. Salmo 21. Quanto ha sofferto e la nostra partecipazione. La virtù della penitenza.
5 Meditazione. Il Sacro Cuore e la tiepidezza. Gn 1,1 sq. Addormentatosi. La vita tiepida e di compromesso. I segni, i rimedi.
6 Meditazione. Il Sacro Cuore e la vita teologale. 1Sam 10. Il cuore nuovo. La vita di fede, di speranza e di carità.
7 Meditazione. Il Sacro Cuore e l’umiltà. Gv 14,25. Il Comandamento della carità nello Spirito Santo. Il fondamento è l’umiltà. Preziosità. L’esempio di Gesù. Come conquistarla.
212 Mc 14,3. 213 Cfr Gv 17,6. 214 Cfr Fil 3,8. 8 Meditazione. Il Sacro Cuore e la castità. Lc 11,33. Come bisogna onorare il corpo. L’armonia con l’anima. Castità come equilibrio e amore.
9 Meditazione. Il Sacro Cuore e la preghiera. Col 3,16. Esempi di preghiera. La maturazione della preghiera. La preghiera vissuta.
10 Meditazione. Il programma. Lc 24. Camminava con loro215. I soliti punti.
11 Meditazione. Il Cuore Immacolato. Lc 1. Visitazione216. Fa visita pure a noi, e per disposizione di Dio. Gesù ce la ha data per madre. Lei stessa ci ama ed è tutta per noi. Corrispondere facendo in noi una vera devozione.
215 Lc 24,15. 216 Lc 1,39-45.
(22) Esercizi Spirituali ai Gruppi “San Domenico Savio” e “Amicizia” Sant’Ilario 6-7-8 Novembre 1981
Introduzione. Ef 3,10 sq. Il piano di Dio. Studiarlo e contemplarlo. Scopo degli Esercizi. Disposizioni di riflessione, di attivismo, di preghiera, di umiltà, di silenzio, di penitenza.
1 Meditazione. La rivelazione dell’amore del Padre. Ef 1. Il disegno di salvezza. La creazione. Il progetto su di noi. La nostra Dipendenza. Il corrispondere al progetto. Il lavoro svolto e la santità.
2 Meditazione. Il Sacro Cuore irradiazione d’amore. Ef 1. Che cosa è per noi Gesù. Il nostro fratello, il nostro Dio e il nostro Amico. I tratti dell’amicizia. La crescita.
3 Meditazione. Il Sacro Cuore modello. Rm 6. Unione avvenuta tra noi e Gesù nel Battesimo. Partecipare di Lui. Il Padre ce lo ha dato come modello. La coscienza e la sua formazione.
4 Meditazione. Il Sacro Cuore e il peccato. Gn 1. Fuggire Dio. Con il peccato la tiepidezza, mancanza di impegno nel fare la sua volontà. Come suscitare il vero fervore.
5 Meditazione. Il Sacro Cuore e la riparazione. Gv 12. Il grano di frumento217. Come Gesù ha sofferto e come noi dobbiamo partecipare.
6 Meditazione. Il Sacro Cuore e l’Eucarestia. 1Cor 11. Eucarestia Sacrificio, comunione, presenza. Come sentirla e viverla
7 Meditazione. Il Sacro Cuore e la povertà. Lc 6. Il suo esempio. La povertà come liberazione, educazione di noi stessi, sequela di Gesù. 8 Meditazione. Il Sacro Cuore e la carità.
217 Cfr Gv 12,24. Col 3. Come ci ha amato e come dobbiamo amare il prossimo. L’attuazione della carità fraterna.
9 Meditazione. Il programma. Gv 20. Correvano ambedue218. Il necessario progresso. L’itinerario. Solito schema.
10 Meditazione. Il Cuore Immacolato. Lc 1. Visitazione219. Maria viene a noi come Madre e Corredentrice. La vera devozione.
218 Cfr Gv 20,4. 219 Lc 1,39-45.
(23) Esercizi Spirituali alla Comunità dell’Annunciazione Sant’Ilario, 10-11-12 Novembre 1981
Introduzione. 2Re 6,1 sq. Il ferro galleggiante. Esercizi di fede. Tutto deve essere rivestito dalla fede. Ascoltare la parola con disposizioni ottime.
1 Meditazione. L’amore di Dio. Fil 3. Sublimità della conoscenza: Vedere come tutto è amore. Le altre cose spazzatura.
2 Meditazione. Gesù rivelazione di amore. 1Cor 1,4 sq. La grande amicizia di Gesù. Come si è espressa. Come deve essere la nostra.
3 Meditazione. Gesù modello nostro. Gv 12,44. È luce e guida. La meditazione. Il lavoro delle virtù. Rapportarci sempre a Lui.
4 Meditazione. La riparazione. Salmo 21. La partecipazione al dolore e alla riparazione di Gesù è segno di amicizia verso di Lui e verso i nostri fratelli.
5 Meditazione. Il Sacro Cuore e il fervore. Mc 7,31. Apriti. Ciò che impedisce il fervore e il progresso. Come superare.
6 Meditazione. Il Sacro Cuore e la generosità nell’amore. Mc 3,31 sq. “Ecco mia Madre e i miei fratelli”. Gesù ci ama con amore tanto grande. Come ricambiare con la solidità delle virtù.
7 Meditazione. Il Sacro Cuore e la carità. 1Gv 4,11 sq. Come Gesù ha amato gli uomini. Come ci dobbiamo amare tra di noi. L’amore in famiglia e in comunità.
8 Meditazione. Il Sacro Cuore e le nostre costruzioni. 1Cor 3,10. La vita interiore e le opere. La necessaria vita di preghiera. 9 Meditazione. Il raccoglimento. Col 3,16. Lo stato abituale di preghiera. Come attuarlo.
10 Meditazione. Il programma. Gv 21. Buttate la rete220. Devozione al Sacro Cuore, sul piano individuale, familiare e comunitario. Vita di preghiera, vita di virtù. Impegno.
220 Cfr Gv 21,6.
(24) Esercizi Spirituali alla Comunità della Presentazione Sant’Ilario, 16-17-18 Novembre 1981
Introduzione. Gv 12. Cena di Betania. Le unzioni: l’umiltà, l’attivismo, la preghiera, il silenzio, la penitenza.
1 Meditazione. La rivelazione di Dio Amore. Ez 36. Un cuore nuovo per una dottrina nuova. Il progetto di Dio. La santità.
2 Meditazione. Il Cuore di Gesù centro dell’amore. Ef 1. La predestinazione in Gesù. Gesù amico e fratello. Il Cristocentrismo e il suo svolgimento.
3 Meditazione. Il Cuore di Gesù modello di vita. Ef 3,10 sq. Formarci la coscienza, ispirare tutta la condotta sull’esempio di Gesù.
4 Meditazione. Il Cuore di Gesù e la riparazione. Mt 26,38. Quanta sofferenza e quanta penitenza. Come dobbiamo collaborare e riparare.
5 Meditazione. Il Sacro Cuore e la tiepidezza. Gn 1. La vita mediocre e tiepida. I segni, i rimedi. Il coraggio di donarci.
6 Meditazione. Il Sacro Cuore e la costruzione delle virtù. Lc 11,33. L’opera richiesta a noi. Come costruire. La retta intenzione. Fare tutto per amore.
7 Meditazione. Il Sacro Cuore e l’Eucarestia. Gv 6,30. Gesù vivo. Il suo sacrificio, la Comunione, il Tabernacolo.
8 Meditazione. Il Sacro Cuore e la preghiera. Come deve essere la vita di preghiera. La crescita. Il raccoglimento e la vita di fede.
9 Meditazione. Il Sacro Cuore e la castità. 1Cor 6. La vocazione al Matrimonio come vocazione di santità. L’atmosfera tra i coniugi. I mezzi. 10 Meditazione. Il programma. Gv 21. La pesca. 1. Consacrazione. 2. Liturgia. 3. Preghiera quotidiana. 4. Virtù. 5. Mezzi di ricupero. 6. Vita di famiglia. 7. Comunità. 8. Apostolato.
11 Meditazione. Il Cuore Immacolato. Mt 2. “Videro Gesù con Maria sua Madre”221. Maria nel piano della salvezza. I suoi privilegi e le sue virtù. Come deve diventare grande la nostra devozione.
221 Mt 2,11.
La Comunità
(Dal Vanier222)
“Come il Padre ha amato me, così io ho amato voi. Restate nel mio amore. Ecco il mio comandamento: Amatevi gli uni e gli altri come io vi ho amati. Non c’è amore più grande che dare la vita per i propri amici” (Gv 15,9. 12-13). Comunità di amici in Lui. Si son lasciati parenti, paese, tutto. Per essere amici. Per diventare lievito nella pasta, per evangelizzare. Pregare e agire. La vita cristiana piena è una meravigliosa avventura.
222 JEAN VANIER, La comunità. Luogo del perdono e della festa, Jaca Book. QUADERNO 38 - Sacro Cuore di Gesù (1981) – SOMMARIO223 Introduzione 2 La devozione al Sacro Cuore 5 Cuore di Gesù dono del Padre 9 Il Sacro Cuore e la santità 111 Il Sacro Cuore e la riparazione 14 Il Sacro Cuore e la Povertà 19 Il Sacro Cuore e la Castità 23 Il Sacro Cuore e l’obbedienza 25 Il Sacro Cuore e la preghiera 27 Il Sacro Cuore e il peccato 28 Il Cuore di Gesù e il Cuore Immacolato di Maria 29 Il Sacro Cuore e il Rosario 32 Il Sacro Cuore e la Croce 33 Il Sacro Cuore e la gioia 39 Il Sacro Cuore e la Fede 40 Il Sacro Cuore e l’Eucarestia 444 Il Sacro Cuore e l’Apostolato 45 Esercizi Spirituali Comunità della Risurrezione (15-17 Agosto) 48 Esercizi spirituali Comunità dell’Ascensione (19-21 Agosto) 53 Esercizi Spirituali Comunità della Croce (23-25 Agosto) 58 Esercizi Spirituali alle bimbe che vanno in Prima Media (27-28 Agosto) 62 Esercizi Spirituali Gruppi “Regina degli Angeli” e “Luce” (29-31 Agosto) 64 Esercizi Spirituali Gruppo Seconda Media femminile (1-2 Settembre) 67 Esercizi Spirituali Gruppo San Pietro e Terza Media maschile (3-5 Settembre) 69 Esercizi Spirituali alle Insegnanti (7-9 Settembre) 72 Esercizi Spirituali Gruppo Gioia di Dio (10-12 Settembre) 74 Esercizi Spirituali Gruppo Santa Maria della Vittoria (13-15 Settembre) 77 Esercizi Spirituali Gruppi “Domus” e “Magnificat” (16-18 Settembre) 79 Esercizi Spirituali agli Uomini (19-21 Settembre) 81 Esercizi Spirituali Comunità della Pentecoste (22-24 Settembre) 83 Esercizi Spirituali Gruppi “Verbo”, “Cenacolo”, “Gloria di Dio” (25-27 Settembre) 85 Esercizi Spirituali Gruppo Donne (29-30 Settembre, 1 Ottobre) 87 Esercizi Spirituali Gruppo Spirito Santo (2-4 Ottobre) 89 Esercizi Spirituali Gruppi “Sant’Eulalia” e “Eucarestia” (6-8 Ottobre) 91 Esercizi Spirituali Comunità della Visitazione (16-18 Ottobre) 93 Esercizi Spirituali Gruppi “San Giovanni Bosco”, “Cuore Immacolato” (24-26 Ottobre) .95 Esercizi Spirituali Comunità della Natività (28-30 Ottobre) 97 Esercizi spirituali Gruppi “Sacro Cuore” e “Rosa Mystica” (3-5 Novembre) 99 Esercizi Spirituali Gruppi “San Domenico Savio” e “Amicizia” (6-8 Novembre) 101 Esercizi Spirituali Comunità dell’Annunciazione (10-12 Novembre) 103 Esercizi Spirituali Comunità della Presentazione (16-18 Novembre) 105 La Comunità 107 223 Inserito in fase di redazione.
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