Quaderno 5 - 1948-1963

QUADERNO 5

1. La personalità non si sviluppa da sola. Essa, invece, assorbe qualche cosa da ogni anima con cui viene a contatto, come un’ape raccoglie miele da milioni di fiori. Io stessa ero meravigliata dal modo in cui la mia vitalità si era accresciuta e affinizzata per questo contatto con altre menti, da quando avevo lasciato il convento. Porte e finestre si erano spalancate e attraverso esse nuove e non mai sognate idee irrompevano a stimolarmi (Monica Baldwin, Ho saltato il muro, Garzanti, pag. 134).

2. I salti di là di un muro − specie se fatti in età non più giovane − possono essere terribilmente pericolosi. Per riuscire a saltare occorrono senso di umorismo, spirito di avventura e l’incrollabile convinzione che l’ostacolo che si salta è un ostacolo contro il quale, in caso contrario, si andrebbe a battere la testa (id. p. 5).

3. Lo spirito di povertà. Povertà, due cose: povertà di fatto e la virtù cristiana della povertà. La prima è una mancanza più o meno grave di cose necessarie o utili. La seconda è quella virtù morale che induce il povero a sopportare con cristiana rassegnazione e per motivi soprannaturali i gravami delle povertà di fatto e spinge il ricco a non attaccare il cuore alle ricchezze e a fare di esse un uso ordinato secondo i principi della giustizia e della carità evangelica. Nell’organismo quindi della vita della grazia la virtù della povertà è connessa alla virtù della temperanza. La mancanza di beni materiali diviene utile per l’acquisto di beni soprannaturali. Queste premesse per capire che cosa si intende per spirito di povertà. Nell’esercizio delle virtù si distinguono due cose: l’atto e l’abito. Chi ha l’abito è perciò arrivato a queste cose con facilità e tutte le volte che se ne presenta l’occasione ha acquistato indubbiamente almeno in un certo grado anche lo spirito cioè quella disposizione generale e permanente che lo inclina a muoversi e ad agire nelle circostanze più svariate in conformità dei postulati di quella stessa virtù. Così quando uno pensa ed agisce abitualmente nel pieno della vita soprannaturale e vede tutto sotto l’angolo divino si dice che ha lo spirito di fede in esso così ha lo spirito di povertà chi nel quotidiano uso delle cose è indotto a sopportare serenamente la sofferenza della povertà e distaccare il cuore dalla ricchezza. Il fondamento è la convinzione che tutto quello che possediamo è dono di Dio che lo mette a nostra disposizione per un uso che non si allontani dalla sua legge e nel quale siano tenute presenti le esigenze della convivenza umana che nei disegni di Dio costituisce una grande famiglia con vincoli ed obblighi reciproci. Piuttosto amministratori che proprietari. Per praticare tale spirito: a) reprimere la cupidigia b) distaccare il cuore c) uso ragionevolmente moderato d) accettazione serena delle privazioni e) privazione volontaria di certe cose (Antonelli, Rivista di vita spirituale, 1948, n. 5).

4. Come ascoltare la Messa. Miglior modo aderendo alle preghiere del sacerdote, liturgicamente. È il massimo atto di adorazione, è atto ufficiale di culto dunque il modo migliore di parteciparvi è quello che più da vicino si ispira al rito della Chiesa o si identifica con esso. È offerta al Padre del sacrificio del Figlio e la liturgia esprime la sublimità dell’atto e ci rende consapevoli della sua vertiginosa altezza: aiuta il raccoglimento, ha in sé qualcosa della Scrittura, una fecondità inesauribile in una sempre nuova profondità di significato. Necessaria la preparazione perché è l’atto più augusto del culto. Riflettere quanto sia grande, perfetto, completo omaggio a Dio, punto di arrivo di tutti gli atti di culto, sintesi dei sacrifici offerti nei secoli: si offre a Dio il suo Figlio. (Poi seguire ed illustrare le singole parti liturgiche) (id. sup.1).

La Madonna e la Messa. Ad ogni Messa Ella è sicuramente presente perché è una nuova Incarnazione. Essa che è stata strumento e artefice della prima Incarnazione non può non unirsi alla offerta della Vittima divina, Lei che quasi primo sacerdote l’ha offerta ai piedi della Croce, Lei che è stata la prima ostia aggiunta del sacerdozio eterno di Cristo. Comprendere come la Messa non è una raccolta di preghiere sia pur elevatissime, ma una cosa viva che perciò va vissuta. Vivere la Messa è il miglior modo di offrirla. Ogni momento deve essere offertorio, consacrazione, comunione. Un’anima ha vissuto per mesi e anni senz’altro aiuto che questo pensiero: unirsi a Gesù vivo ed annientato sull’altare, eternamente offerto alla Trinità Santa per la salvezza delle anime. La realtà vera, attuale dell’Agnello semper vivens ad interpellandum pro nobis2 che in cielo si offre al Padre per noi, che in terra si immola ad ogni istante, è stato il suo viatico. Il pensiero delle 2 elevazioni al secondo, delle 350 mila Messe nelle 24 ore è stato l’unico nutrimento di quest’anima in una esistenza dolorosissima, completamente assorbita da occupazioni febbrili che le impedivano ogni possibilità di raccoglimento, essa che avrebbe voluto vivere in ginocchio. Nell’unico quarto d’ora di preghiera, quello della Comunione quotidiana, essa si univa a Gesù vittima e sacerdote, si metteva nel calice della Messa e tutta la giornata, tutta la vita era concentrata, elevata da questo pensiero: “Gesù ti offro la mia messa” e ciò voleva dire accettazione, gioia di sentirsi stritolare, abbandono in difficoltà che non comprendeva, in pericoli che avrebbero dovuto spaventarla.

1 Il riferimento è ancora a: ANTONELLI, Rivista di vita spirituale, 1948, n. 5. 2 Cfr Eb 7,25: “… unde et salvare in perpetuum potest accedentes per semetipsum ad Deum, semper vivens ad interpellandum pro eis” (“perciò può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio: egli infatti è sempre vivo per intercedere a loro favore”). Se mi offro con te i meriti del tuo sacrificio daranno un valore alla mia esistenza. Ambulate in dilectione, sicut et Christus dilexit nos… ecc…3 (id. sup.4).

5. La Redenzione e Gesù Salvatore. Redenzione comprende essenzialmente due cose: riparazione del peccato e restaurazione dell’ordine della grazia. Questo ha fatto Gesù. Però la giustificazione delle anime singole per l’infusione della grazia che distrugge il peccato e le santifica progressivamente si effettua di continuo. Da questa attuale e progressiva comunicazione della grazia alle anime nostre trae la sua origine tutta la nostra vita spirituale, la quale consiste nella vita della grazia vissuta con intensità così da procurare progresso e perfezione. Tutto deriva da Cristo e dipende da Lui non solo ma la vita spirituale tende ad assimilarci progressivamente a Lui ed è lo stesso Gesù che con la sua dottrina ci guida in questo lavoro di assimilazione. Quindi nella vita spirituale Gesù è la fonte, il modello e il Maestro.

È la fonte perché non solo ci acquista sulla Croce la vita, ma perché attualmente ce la comunica mediante un duplice influsso: il primo mediato e visibile (Chiesa), il secondo immediato e invisibile. La fonte della Grazia è Dio stesso perché è un dono che ci fa partecipare alla divinità. Gesù è la causa strumentale. Con la Chiesa istituita per rendere perenne la sua opera si serve dei ministri per la Messa e i sacramenti. Direttamente partecipa la grazia “non solo perché li impetra dall’eterno Padre quale Vittima eucaristica sulla terra e quale Vittima glorificata nel cielo, col pregare per noi e mostrare le Sue piaghe, ma ancora perché Egli stesso sceglie, determina e distribuisce a ciascuno le grazie secondo la misura” da lui prescelta (Enciclica Mystici Corporis)5.

Gesù è modello - La Rivelazione: informes fieri ecc… Gesù è il Figlio naturale e i figli adottivi devono conformarsi al Primogenito. In che consiste questa conformità. Possiamo distinguere la nostra conformità col Verbo nella sua unità col Padre e quella con l’umanità del Verbo incarnato: l’una e l’altra si realizzano per mezzo della grazia da cui deriva la nostra filiazione divina adottiva. Infatti la grazia insieme con la carità ad essa indissolubilmente ad essa congiunta è il seme e il pegno della vita eterna nella quale mediante l’unione di adesione causata dall’amore perfetto diveniamo “un solo spirito con Dio” (1Cor 6,17)6 imitando così «l’unità di amore» (San Giovanni della Croce) che esiste tra il Figlio e il Padre. E questo si verifica anche sulla terra nello stato di totale perfezione cui tende la vita spirituale perché anche in questo stato l’amore, diventato perfetto, ci fa aderire totalmente a Dio, così da diventare un solo spirito con Lui.

3 Fil 5,2: “Ambulate in dilectione, sicut et Christus dilexit nos et tradidit seipsum pro nobis oblationem et hostiam Deo in odorem suavitatis” (“Camminate nella carità, nel modo in cui anche Cristo ci ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore”). 4 Il riferimento è ancora a: ANTONELLI, Rivista di vita spirituale, 1948, n. 5. 5 PIO XII, Mystici Corporis; parte I, sezione 2 - Cristo è il «Capo» del corpo; donando la santità. 6 “Ma chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito”. Ma nella sua umanità Cristo è il modello perfetto del figlio adottivo di Dio che tende all’unione perfetta col Signore mediante il progresso nella grazia, perché questa umanità è strettissimamente congiunta con la Divinità secondo la sua molteplice operazione, cioè: 1) in quanto essa contempla Dio mediante la visione beatifica di cui gode; 2) in quanto essa lo ama con immenso ed ardentissimo amore di carità; 3) in quanto essa in tutto il suo operare e in tutto il suo accettare, eseguisce perfettissimamente la volontà santissima di Dio: Quae placita sunt ei, facio semper7. Gesù è così il modello perfetto di tutte le anime sia nella vita contemplativa di conoscenza e di amore, sia nella vita attiva di una qualunque operosità. Quindi imitazione di Cristo: imitazione formale cioè ricopiare i suoi atteggiamenti esterni e più le sue disposizioni interne da appropriarcele. Imitazione implicita nel conformarci ai suoi insegnamenti perché ciò che Lui insegnava faceva.

Gesù è il Maestro. Non semplice dottrina morale per la salvezza ma dottrina di perfezione. Ci fa conoscere non solo come Dio venga incontro alle anime per santificarle, ma anche come noi dobbiamo andare incontro a Dio, sicché dalla nostra collaborazione con Dio risulti la nostra santificazione. Il posto che deve dunque occupare Gesù nella nostra vita spirituale è veramente centrale nel senso che tutta la vita dell’anima deve in un certo qual modo accentrarsi in Gesù. L’ultimo centro è la Santissima Trinità nell’unione eterna alla quale mira tutta la vita della grazia. Ma nessuno va al Padre se non per Gesù8, perché la vita della grazia che conduce al Padre deriva tutta da Gesù, tende a conformarci con Lui e si sviluppa seguendo i suoi insegnamenti. Per diventare santi bisogna che Gesù ci comunichi la pienezza della grazia la quale riproduce in noi la sua immagine, faccia di noi un oggetto di compiacenza per il Padre celeste e ciò suppone che ci siamo lasciati guidare perfettamente dal nostro divino Maestro (P.G. ut supra9).

6. Il 5 giugno 1897 Santa Teresa del Bambino Gesù rivolta alle sorelle disse: Se un mattino mi trovassero morta, non si affliggano non è forse il Buon Dio, il Padre, quegli che sarebbe venuto a prendermi? È certo una grande grazia il ricevere i Sacramenti, ma quando Dio non lo permette, fa lo stesso. Tutto è grazia10.

7 “Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite” (Gv 8,29). 8 Cfr Gv 14,6. 9 “come sopra”; il riferimento è presumibilmente alla nota bibliografica indicata in precedenza. 10 “Se una mattina mi trovaste morta, non addoloratevi: è che Papà, il buon Dio, è venuto molto semplicemente a prendermi. Senza dubbio è una grande grazia ricevere i Sacramenti; ma quando il buon Dio non lo permette, va bene lo stesso; tutto è grazia” (SANTA TERESA DI GESÙ BAMBINO, Quaderno giallo, 5 giugno - 4, in Opere complete, Libreria Editrice Vaticana – Edizioni OCD 1997, p. 987). 7. La santità consiste propriamente solo nella conformità al volere divino espressa in un continuo ed esatto adempimento dei doveri del proprio stato (Benedetto XV)11.

8. Purezza. Il problema della purezza ha un’importanza capitale per la vita naturale e soprannaturale dell’uomo, interessa il problema: 1) della Fede (i puri vedranno Dio12); 2) della Volontà (impurità è una ferita alla volontà); 3) del Carattere (la dignità umana e cristiana è avvilita dal peccato impuro); 4) del Cuore (l’impuro è egoista); 5) dell’Intelligenza (offuscamento della ricerca spassionata del vero); 6) della Salute fisica (conseguenze fisiologiche); 7) della Gioia (amarezza del vizio); 8) della Famiglia (la purezza è la migliore preparazione ai doveri coniugali e pedagogici); 9) della prosperità Nazionale (la Patria ha bisogno di generazioni sane e forti). Spesso si commette l’errore di sganciare il problema della purezza dall’organismo della moralità e del dogma cristiano. Errore di biologia spirituale (ogni sezione è una vivisezione e produce la necrosi dell’arto stroncato) ed errore di pedagogia (perché forma l’ossessione della purezza e crea l’elefantiasi del problema con grave danno). La purezza è una risultante necessaria di altre virtù cristiane, è una somma e un coronamento. Splendore dell’anima (Pio XI) 13. L’impurità è una carenza di una o di tutte queste virtù, quelle che formano la personalità cristiana (non soltanto la personalità umana). La personalità cristiana è il fastigio e il potenziamento della personalità umana. Il cristiano è un uomo, più lo Spirito Santo (Peguy). L’uomo è un composto di corpo, anima e Grazia. La mancanza di uno solo degli elementi della personalità cristiana ha come contraccolpo una deficienza di purezza. Anche la storia dimostra come la civiltà e le epoche di maggior avvilimento delle personalità sono state anche le epoche della decadenza morale (Islam, Russia, il ‘600 ecc…). Parlare poco di purezza ma piuttosto formare ed incrementare i costitutivi della persona cristiana. La purezza ne verrà come risultato quasi automatico ed avrà la virtù di ignorarsi (come la grazia e l’innocenza dei bambini, tanto più bella quanto meno riflessa e interna). Gli elementi della personalità cristiana agli effetti del problema della purezza sono: la Fede, la Volontà, il Carattere e la Grazia.

La Fede. Come visione integralmente cattolica della realtà vissuta e amata. Senza la concezione cristiana della vita terrena non ci può essere purezza. Il pagano e quelli che l’anima col corpo morta fanno, devono cercare qui il loro paradiso e dice “Coroniamoci di rose prima che marciscano”. La gioventù ora è sottoposta a una tentazione capitale: quella dell’umanesimo della sufficienza terrena. La più

11 BENEDETTO XV, AAS 1920, p. 173. 12 Cfr Mt 5,8. 13 Cfr PIO XI, Al Pontificio Oratorio San Pietro affiliato alla FASCI, settembre 1926. grave tentazione, perché la più sottile, la meno individuale, la più panica, la più multiforme, la più attraente (giornali, divertimento, conversazioni, vita mondana, vita politica sono basate sul principio della sufficienza del mondo attuale e non in funzione di un al di là). Per rendere la Fede più salda: 1) Creare nei giovani un’antitesi ideale assoluta tra il Vangelo e l’Antivangelo, tra Cristo e il mondo. Nessuna alleanza è possibile. Ogni concordato è falso e condannato. 2) Attuare praticamente questa intransigenza con la separazione più netta e profonda possibile tra noi e il mondo. Isolamento dell’ambiente mondano saturo di principi antievangelici. Eliminazione dei contatti non necessari: nei necessari (dovere e carità) stare nel mondo come ospiti indesiderati, meglio, come conquistatori del mondo a Cristo. Attitudine dei primi cristiani di fronte al mondo pagano: senso parusiaco della vita. 3) Fare vivere il giovane in un ambiente cristiano. 4) Dare santa formazione teologale. Le idee dogmatiche operano automaticamente. Vi sono verità che impongono la purezza: la inabitazione di Dio in noi, la grazia, il Corpo mistico, la fedeltà sponsalizia di tutto il cristiano a Cristo, la glorificazione della carne in Paradiso (Michelangelo e la Sistina).

La Volontà. Non basta vedere cristianamente. Fra il vedere e l’attuare si è prodotto nell’uomo, dopo la colpa originale, una frattura e ciò fortemente nell’attuazione della purezza dove si richiede una grande forza di volontà «per tenere la carne nella direzione dello spirito» (Pio XI)14. La purezza è il più alto dominio della volontà, culmine della potenza umana: dominare se stessi, più arduo che dominare il mondo. La purezza ha pure i suoi martiri (“le lagrime sono il sangue dell’anima” − Sant’Agostino). Il Regno di Dio subisce violenza ecc...15. Ora modernamente si esalta la volontà eroica e si ha repulsione per il piccolo sacrificio, • poi debilitazione che la vita moderna opera sul nostro sistema nervoso che ha sì gran parte nel sistema difensivo della purezza, • poi gli errori delle passate generazioni, • poi l’ambiente immorale della nostra vita. Che fare? Fare degli eroi e dei forti, non mezze misure ed educazione e riduzione. In tempo di guerra educazione militare e legge marziale. Abituare i giovani da piccoli al sacrificio, specialmente quello piccolo e nascosto perché la purezza è guerra di trincea. La formazione del carattere e della volontà ha un’importanza maggiore nel problema della purezza femminile, perché la donna cade assai più per debolezza ed acquiescenza passiva che per passione attiva.

Il carattere. La volontà è una forza indistinta: bisogna applicarla ad essere se stessi ed a seguire l’ideale contro la disgregazione e l’erosione dell’ambiente mondano in cui si vive. Questo significa avere un carattere, forza dunque di

14 Cfr PIO XI, Casti connubii, 31 dicembre 1930. 15 Cfr Mt 11,12. coesione indispensabile per rimanere saldi nella purezza dopo averla veduta e voluta. Agenti disgregatori del carattere nella vita moderna: 1) L’americanismo: l’azione per l’azione, l’esasperazione dell’attività, impedimento alla riflessione, al ritrovarsi, al conservarsi; centrifugazione dello spirito. Opporsi con l’abitudine della riflessione (esame di coscienza). Quodcumque facitis, ex animo operamini16 (San Paolo). 2) La civiltà moderna e meccanica che fa opera di spersonalizzazione; per la povertà di anima dell’uomo moderno, il mondo senza anima. Opporsi col creare una coscienza morale essenziale nella purezza. Bisogna possedere e attingano17 da sé le linee essenziali e i principi della morale, per applicarli al caso specifico. 3) La massa. Il secolo attuale è il secolo delle masse economiche, politiche, sociali, religiose (A.C.). La socialità preziosa in sé e alla vita cristiana (Corpo Mistico) è pericolosa per gli impreparati e le istituzioni spirituali deboli. Può produrre la vertigine della massa: essere e fare come gli altri. Opporsi dando il gusto della sana originalità e lo spirito di conquista. Il primo salva dal rullo compressore della massa, il secondo impedisce l’isolamento e il disprezzo della massa introducendo la verità per tutti anche per gli erranti. La fedeltà all’ideale, perseguito con costanza inflessibile, si deve incontrare con una grande stima per la bellezza, per l’arte, l’armonia della vita, il buon gusto, il rispetto di sé e degli altri: con la repulsione di tutto ciò che è volgare e offende e degrada l’idea.

La Grazia. La purezza è virtù soprannaturale per il cristiano, quindi richiede grazia. Teoricamente potrebbe raggiungerla anche l’uomo da solo, praticamente e generalmente è possibile solo con l’aiuto di Dio. A questo scopo è necessario mettere in uso tutto il sistema circolatorio creato da Cristo per il quale la forza di Dio può venire a noi: Preghiera, Sacramenti, Direzione spirituale ecc… Le caratteristiche di questo impiego sono: 1) Totalitarietà. Se è necessario accettare anche la […]18 meditazione. 2) Unitarietà. Nessuna esclusione nei mezzi e nessun monopolio. Osare tutto e usare tutto.

I compiti della pedagogia della purezza sono: • preservare le anime dal contagio morale (profilassi), • riabilitare i caduti (terapeutica), • sublimare l’amore umano verso orizzonti divini. Preservare: individuare i focolai e le vie di infezione. Vi sono le cause autoctone e le cause esterne. Alle prime la concupiscenza dello spirito e la concupiscenza della carne, alle seconde il demonio e il mondo con le sue attività. 1) Concupiscenza dello spirito. È il conflitto delle due leggi (San Paolo)19, dell’amore di sé contro l’amore di Dio, dell’uomo vecchio contro l’uomo

16 “Qualunque cosa facciate, fatela di buon animo” (Col 3,23). 17 Presumibilmente: “attingere”. 18 Seguono tre parole non comprensibili. nuovo causato dal peccato originale. Si crede troppo poco e troppo teoricamente al peccato originale. Il materialismo moderno è tutta negazione della caduta originaria dell’uomo. L’amor proprio è il primo nemico della purezza. Se noi non obbediamo a Dio, la creazione si ribella a noi (Sant’Agostino). Dio castiga la superbia con la vergogna dell’impurità. Lo sdoppiamento dello spirito si rivela nella curiosità e nell’attrazione verso il male nei pensieri, nei desideri, nelle fantasie e nelle affezioni cattive. Pericolo di queste tentazioni e gravità del consenso (opporsi specialmente nelle donne alla sfrenatezza dei sogni). Come combattere: mezzo naturale è la distrazione; mezzi soprannaturali sono giaculatorie, preghiere. 2) La concupiscenza della carne. È la ribellione del corpo alla direzione dello spirito buono. Caro enim concupiscit adversus Spiritum20. È normale ora che l’uomo animale desideri le cose animali e lo spirituale le cose spirituali. Nessuna sorpresa per queste tentazioni. Mezzi per domare il corpo: ◦ la mortificazione (mortuum facere: il rito battesimale antico, i Santi e la mortificazione); ◦ il pudore (il corpo è tempio di Dio), restiamo fedeli allo sposo divino, tutto per lui solo. Veneriamo il corpo, la Chiesa lo incensa. 3) Il Demonio. Il suo capolavoro è stato quello di farsi ignorare21 (Baudelaire). È il secondo personaggio del dramma evangelico, Cristo e Satana. La Chiesa lo esorcizza dopo ogni Messa (in infernum detrude22). La sua azione è continua nel piccolo e nel grande mondo, nelle anime e nella storia. Egli valorizza e rinfocola la duplice ribellione della carne e dello spirito. Ha inoltre attacchi e suggestioni tutte sue: lo spirito di tristezza (che tanto predispone all’impurità), l’ozio multam enim malitiam docuit otiositas (Proverbi23). Lo si combatte: ◦ col coraggio (superiorità del cristiano - omnia possum24), ◦ con l’operosità (vivere e non lasciarsi vincere: non state a disposizione, fare per non putrefare), ◦ con la gioia (i frutti dello Spirito Santo sono la pace e la gioia − San Paolo25), ◦ con la preghiera. 4) Il Mondo. Le espressioni e i veicoli della morale moderna sono parecchi. Eccone alcuni:

19 Cfr Rm 7. 20 “La carne infatti ha desideri contrari allo spirito (Gal 5,17). 21 “La maggior astuzia del Diavolo è convincerci che non esiste”. 22 Preghiera a San Michele Arcangelo, che papa Leone XIII aveva comandato di recitare al termine di ogni Messa: “Sancte Michaël Archangele, defende nos in proelio; contra nequitiam et insidias diaboli esto praesidium. Imperet illi Deus, supplices deprecamur: tuque, Princeps militiae caelestis, Satanam aliosque spiritus malignos, qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo, divina virtute in infernum detrude. Amen – “San Michele Arcangelo, difendici nella lotta; sii nostro aiuto contro la cattiveria e le insidie del demonio. Gli comandi Iddio, supplichevoli ti preghiamo: tu, che sei il Principe della milizia celeste, con la forza divina rinchiudi nell\'inferno Satana e gli altri spiriti maligni che girano il mondo per portare le anime alla dannazione. Amen”. 23 In realtà, Ecclesiaticus 33,29: “… perché l’ozio insegna molte cose cattive”; oggi Sir 33,29. 24 Fil 4,13. 25 Gal 6,22-23. a) La promiscuità dei sessi. L’errore pedagogico della coeducazione. b) Amicizie particolari e con persone dell’altro sesso. c) Ballo occasione di peccato almeno interno, scuola di frivolità, danni. d) Moda − deficienza di personalità; danni: dedurli dal turbamento che provoca su l’altro sesso, cooperazione al male e scandalo. e) Nudismo spiagge, sport, ecc…, negazione del peccato originale; l’abito e le sue ragioni psicologiche e igieniche; il problema nel quadro del dogma. f) Sport; la donna e lo sport, spettacolo; danni anche dell’ambiente. g) Cinematografo, teatro, varietà. Divertimento essenzialmente per adulti; falsatura dei concetti della vita; cura omeopatica della morale del mondo. Il cinema deve usarsi come eccezione. h) Lettura: gravi danni del romanzo moderno (vita finta e di evasione), e dei giornali illustrati (svuotamento progressivo). Molti nemici molto onore: diamo la fierezza del rifiuto Christi sum desponsata et ipsi soli servo fidem (Santa Cecilia).

La Riabilitazione. Qui non un sano da preservare o conservare, ma un malato da guarire e da riattivare alla vita di purezza. L’opera è lunga e difficile, la convalescenza è lunga, come dopo un trauma, per ricostruire i tessuti e riattivare le funzioni. Tuttavia la guarigione è possibile, può essere completa; qualche volta l’errore è il trampolino per ascendere più in alto nell’amore di Dio e nella virtù. Nell’opera di riabilitazione ci sono: a) elementi individuali; avere il quadro clinico per suggerire un rimedio o fuga di una occasione: se è stato colpito nel cuore, nel fisico o nella fede, se il male viene dall’interno o dall’esterno, se da deficienza di carattere o di mortificazione, ecc...; b) elementi comuni. La riabilitazione deve essere unitaria, perché uno e indivisibile è il composto umano e perché la purezza interessa tutti i settori della salute umana. Per essere efficace deve essere: 1) fisiologica. Spesso è il fisico che ha ceduto per primo sotto la spinta di agenti ereditari o per debilitazione fisica. In ogni caso l’abitudine cattiva si radica profondamente nella materia (memoria fisiologica) e lì deve essere combattuta. Curare la salute. Dare attività, sport, lavoro, distrazione; 2) morale. Qualche volta è il morale che è venuto a meno (costanza, carattere, gioia, ecc…), ma certo l’errore ha i suoi contraccolpi gravi sul morale (sfiducia in sé e negli altri, chiusura, doppiezza, tristezza, scoraggiamento). Bisogna ridare un morale alto: fiducia in sé e in Dio, aiutare la confidenza nell’amico e nel sacerdote, insegnare la pazienza nell’attendere la vittoria; 3) soprannaturale. Normalmente solo la grazia può rendere possibile e duratura la ripresa, i convertiti lo confermano. Rieducare quindi alla preghiera e ai sacramenti. Aiutare i combattenti con il nostro sacrificio e con la nostra preghiera (non pietre miliari, ma corredentori). Sublimazione. Il miglior modo di difendersi è quello di attaccare (Foch26). Per vincere non di stretta misura, ma d’impeto bisogna spingere i giovani oltre la meta, non al limite solo del lecito e dell’illecito. Tre sono le mete che possono impegnare pienamente e sublimare le forze buone che nell’impurità trovano uno sbocco malsano: l’ideale, il prossimo, Dio. 1) L’ideale. Attaccare il proprio aratro ad una stella (Witmann27). I giovani devono avere una passione (letteraria, sportiva, artistica, ecc…), devono combattere per un’idea e avere una meta alta: la famiglia futura, la famiglia come tradizione, il celibato, ecc... Educazione aristocratica. 2) Il prossimo. Tener presente il bisogno di dedizione dei giovani, specialmente della donna (essa è la maternità incarnata, la sua orientazione biologica è anche la sua orientazione spirituale: dare la vita). Bisogna dar anima all’istinto materno: nella casa, nell’A.C., nel mondo (pregare davanti al mappamondo). Insegnare a «servire» sempre. 3) Dio. Dio deve essere visto come Amore (vi è troppo terrore in certe anime cristiane). Formare una religione personale (Grandmaison28) ed affettiva (nel senso non sentimentale, ma del sacrificio amato). Vi è nell’uomo un potenziale d’amore ed un bisogno grande di felicità. Se non sbocca in Dio e nella purezza, sfocia per vie disastrose. Bisogna incanalarlo e impiegarlo ad alto rendimento. Come l’acqua delle alte valli.

Ped a go gi a d el l ’a more . “Parlate piano quando parlate d’amore” (Shakespeare)29. L’educazione dell’amore ha quattro scopi: istruire, correggere, educare, sublimare. 1) Istruire. Necessità dell’istruzione aumentata oggi che il mondo ha trovato una alternativa formidabile per propagare i suoi errori sulla morale. Far conoscere: a) L’origine e gli effetti dell’amore. Amor ex Deo − è un attributo divino dell’uomo, superamento di sé, estensione e moltiplicazione dell’individuo (per l’aggregazione di altri cui lega il proprio destino), nel tempo e nello spazio. Si vede nel primo affetto il risveglio di nuove preziose facoltà. L’amore non è una malattia, ma una forza benefica. b) La natura: l’amore è la volontà di vita della natura umana. Il carattere è eminentemente sociale: non è per l’interesse dell’individuo, ma per il servizio della specie. Bisogna dunque educare a conoscere la partita di dolore e di sacrificio individuale che è al fondo dell’amore, contro le visioni rosee e romanzesche della gioventù. Ne segue anche l’assurdo dell’amore passione, dell’amore passatempo e dell’amore esperienza (vizio, amicizia, flirt, ecc...).

26 Ferdinand Foch, generale francese (1851-1929) protagonista della Grande Guerra e convinto assertore delle nuove aggressive concezioni belliche. 27 Walt Whitman, poeta americano (1819-1892). 28 Cfr LEONZIO DE GRANDMAISON, La religione personale, Morcelliana, 1968. Teologo gesuita francese (1868-1927). 29 WILLIAM SHAKESPEARE, Molto rumore per nulla, atto II, scena I. c) La finalità: l’amore tende solo alla generazione della vita, quindi può esercitarsi solo nella famiglia, dove la famiglia trova con la nascita la sua educazione. Solo nel matrimonio l’amore è non solo lecito, ma “comandato e chiamato santo” (Manzoni)30. d) I pericoli: particolarmente i pericoli che per la donna può nascondere quest’argomento, la posta delicata della verginità (qualcuna pena per ignoranza). A questo scopo bisogna opporsi alla scuola del mondo che insegna l’amore in senso degradato nei suoi romanzi, nel cinema, nelle sue compagnie, nel teatro ecc...

2) Correzione. Occorre correggere gli errori pratici contro l’amore. a) Le affezioni premature. Sono tali quando non si può presumere ragionevolmente e umanamente che possano condurre al fine naturale del matrimonio. Precocità della gioventù moderna in questo argomento a causa del clima erotico in cui si vive. In teoria bisogna essere assolutamente contrari a queste affezioni perché un amore senza fine matrimoniale, anche remoto, è condannato, per il pericolo di colpe materiali ma soprattutto per l’inevitabile danno che recano alla retta formazione del cuore. C’è pure una verginità del cuore richiesta per il matrimonio: il cuore che non si è mai negato è gravemente minato per l’attuazione degli impegni della vita coniugale. Come Dio prepara l’organismo alla missione famigliare attraverso una lunga e graduale maturazione ed ogni uso prematuro è dannoso, così anche il cuore ha un processo lento di preparazione che ogni impiego anzitempo turba gravemente. L’organismo spirituale non è ancora pronto a reggere e dominare questa forza cieca, e ne sarà travolto (ecco la ragione dello squilibrio). In pratica bisogna combattere queste affezioni non col ridicolo, ma con la convinzione dolce conquistandosi e usando grande confidenza prima, durante e dopo queste affezioni e intervenendo con opera chirurgica quando il ragionamento non ha effetto. Vi può essere solo qualche rara eccezione quando un affetto anche prematuro può impedire cadute gravi. b) La leggerezza e gli altri difetti dell’amore nascente: incostanza, civetteria, sognerie, sentimentalismo, ecc... Gli errori dell’infanzia segnano gli sviluppi della vita; così i difetti originali dell’amore si ripercuotono su tutto il suo corso. Bisogna guidare e correggere tutte queste deficienze: la coquetterie è una mancanza preventiva alla fedeltà di domani; la reverie può danneggiare tutta la vita matrimoniale ecc... c) Il flirt e le amicizie; il primo è amore passatempo in attesa della relazione a scopo matrimoniale (amore senza amore), le altre sono passioni passeggere. L’uno e l’altra peccano contro il fine dell’amore che è per Dio nel servizio della specie. Ambedue sono la rovina del cuore e spesso la perdita della purezza.

30 Cfr ALESSANDRO MANZONI, Promessi Sposi, cap. VIII. 3) Educare. Il verbo viene da «educere», da educare, rilevare una forza latente e incanalarla verso mete oneste: verso l’uomo, verso i figli, verso la famiglia, verso le anime. a) Verso l’uomo cioè alla conoscenza della psicologia maschile con accostamento dei due sessi, dominati dal mutuo rispetto e dalla spontaneità cristiana (non cameratismo). Quanti errori nascono da un’errata valutazione della psicologia dell’altro sesso. Per la donna l’uomo è una donna al maschile e viceversa (errore di declinazione). L’amore della donna tende di più al bambino, l’amore dell’uomo vi tende attraverso alla donna; occorre conoscere questa direzione diversa. b) Verso i figli. Esaltare la maternità (grandezza umana e divina: Dei cooperatores), ricordare che si dà loro un’eredità fisica e morale, che essi scontano gli errori dei genitori. c) Verso la famiglia: esaltazione della vita a due, sacramentum magnum31; preparazione del corredo spirituale: pazienza, economia, attitudini, cultura. C’è qui un potenziale altissimo di autoeducazione prematrimoniale ed una molla potente che pochi educatori sanno usare. d) Verso le anime. Ma perché tutto ciò non vada perso, anzi danneggi qualora non si possa raggiungere la fecondità e la famiglia materiale, bisogna orientare verso le anime, come termine della generazione spirituale, prendendosi cura dei loro interessi umani (istruzione ed educazione, carriera) nelle famiglie, nell’A.C., nel mondo. Date anime al bisogno di maternità.

4) Sublimazione. Abbiamo lasciato tutto per seguirti ed ora che sarà di noi? (Apostoli)32. Diamo oggetti che riempiano e potenzino il suo cuore, sublimiamo: verso la verginità, verso l’apostolato, verso Dio. a) Verso la verginità: parliamone esaltandola. La verginità dà la più alta fecondità soprannaturale (Maria Vergine, Madre di Dio), allarga il numero dei figli (come l’arena del mare33), non limita l’amore a poche creature e ad un uomo solo, mortale, difettoso, limitato, ma apre il cuore a tutti i bisogni dell’anima e di tutte le proprie energie con lo sposo Cristo (Quem cum amavero, casta sum, cum tetigero, munda sum − Santa Cecilia) conservando intatto il tesoro della verginità. b) Verso l’apostolato. La cura spirituale del corpo mistico di Cristo: a nessuno è negata la cura d’anime, tutti possiamo essere strumenti di corredenzione per qualche fratello. c) Verso Dio. Come oggetto d’Amore sposalizio, fedeltà ed appartenenza a Lui di tutto il nostro essere.

Fidanzamento. Visione del piano divino che si attua in ogni uomo e per mezzo dell’Amore. La legge dei viventi è la fecondità, la vita tende a continuarsi. Tutto ciò che il vivente possiede non è solo per sé ma per gli altri.

31 “Sacramentum hoc magnum est” (Ef 5,22). 32 Cfr Mc 10,28. 33 Probabilmente il riferimento è alla rena del mare. Parallelismo con l’annuncio a Maria. Accoglierà tale annuncio con gioia cosciente. Il termine della generazione è l’uomo persona libera e intelligente, membro del Corpo mistico: risultato quindi spirituale anzi soprannaturale. Paternità fisiologica è solo condizione alla paternità spirituale (educazione). I giovani perciò devono sentire la grandezza e nobiltà della vita se devono avere l’orgoglio di trasmetterla. Apprezzare contro l’egoismo la bellezza della legge della fecondità spirituale e materiale del donarsi ad altri. Decentrare l’attenzione dalla paternità fisiologica per attirarla sulla spirituale, la sola veramente degna dell’uomo (anche il bruto possiede la prima). Esaltare la verginità come la più alta e propria fecondità, quella che rende padri delle anime senza passare attraverso la schiavitù della materia. La generazione umana termina ad un nuovo essere, ad una personalità originale, non mai prima esistita, ad una creazione. L’uomo non può essere fonte primaria di vita. L’uomo è strumento, ma Dio entra con lui come principio creativo unitario. Dio è nel padre che genera e l’uomo collabora intimamente con Dio alla generazione e specialmente al suo complemento che è l’educazione. Come Maria. Conseguenze: Educarsi a rispettare l’amore come forza di Dio che investe l’uomo (filo e corrente) e a esercitarlo se non con Dio. Culto dell’Amore «res sacra» anche per gli Antichi. Sviluppare la tendenza al figlio come verbum dell’uomo alla paternità, ad essere continuato e glorificato nei figli spirituali e non carnali. Auto-formarsi in vista della funzione paterna di domani. La collaborazione di Dio non basta all’uomo per la paternità, occorre la collaborazione di un altro essere, la donna. L’uomo e la donna formano un principio unitario ed indivisibile di vita. L’uomo allora deve vedere nella donna la collaboratrice, partecipe della sua stessa potenza, figura dell’amore di Dio e della sua potenza. Il suo amore deve essere quello di Cristo per la Chiesa: amore di sacrifici e di redenzione. L’uomo è il conservatore e il difensore della purezza della donna, anzi il redentore per mezzo della maternità dolorosa. Inculcare il culto della donna creatura di purezza. Non timore, né disprezzo, ma venerazione. Insegnare per tempo la visione ascetica del matrimonio, non libertà dei sensi, ma disciplina di tutta la personalità, vita di sacrificio e di reciproca mortificazione. Innalzare anche nei giovani la stima della verginità.

Il Liberalismo Rio Saliceto 21-11-‘63

Premetto che non intendo fare una conferenza «politica» nel senso comune della parola. Parlo del liberalismo per i suoi influssi sulla mentalità che governa oggi molta parte delle pur disparate e contrastanti posizioni ideologiche e delle scelte specialmente in campo politico-religioso: per spiegarci in altre parole il fenomeno del laicismo che devasta le coscienze con la pretesa di giustificare il divorzio fra religione e tutte le espressioni della vita umana. Quando si dice la parola «liberalismo» non bisogna lasciarsi ingannare dalla parola simpatica «libertà». Se significasse solamente la liberalità eretta a sistema di vita nei rapporti con gli altri, una specie di generosa bontà e di larghezza di idee, oppure se significasse l’affermazione e la difesa della legittima libertà della persona umana cui si vogliono preparare le condizioni più favorevoli nella convivenza sociale, riconoscimento dei diritti naturali, civili e politici contro ogni forma di schiavismo e di totalitarismo, non ci sarebbe proprio niente da eccepire. Ma questo per affermarsi non ha dovuto certo aspettare la Rivoluzione francese. Ma il naturalismo soggettivistico della filosofia moderna e l’individualismo pseudo-naturalistico della riforma luterana hanno modificato il contenuto stesso del concetto di libertà e il liberalismo presentandosi come il paladino della libertà ha inteso imporre e difendere una discutibile e per vari aspetti inaccettabile libertà moderna. Solitamente si dice che l’epoca del liberalismo va dalla Rivoluzione francese alla prima guerra mondiale. E ciò è vero se per epoca del liberalismo si intende il periodo in cui grosso modo i principi liberali prevalsero e caratterizzarono la vita del nostro mondo occidentale specialmente nel settore politico ed economico immettendosi come conseguenza insieme e coefficiente di un profondo rivolgimento già in atto di idee, di giudizi morali, di atteggiamenti di fronte alla religione e alla Chiesa. Storicamente peraltro si tratta di una delle tante componenti nel clima preparato dall’Illuminismo settecentesco. Il liberalismo infatti non è solo un sistema dottrinale intorno ad un’idea centrale (la libertà in senso illuministico), ma una realtà che si ispira a quell’idea e tende ad attuarla e che nel corso dell’attuazione si incontra con altri fattori di vita e si complica. E allora è possibile considerare il liberalismo da diversi punti di vista o addirittura identificarlo in dottrine e realtà diverse a secondo che si insista di più sull’aspetto dottrinale, mutuato dall’illuminismo o sulla sua attuazione storica, sull’idea centrale isolata da tutto ciò che è secondario o sul compromesso che ne permette una qualche applicazione concreta. In realtà c’è tutta una gamma di liberalismi: filosofico, religioso, politico, economico, pedagogico secondo l’ambito di applicazione della libertà; assoluto o radicale, avanzato o moderato secondo l’estensione e il senso del principio stesso. Ma quel che mi preme di sottolineare è che non si tratta di una concezione oggettivamente vera e moralmente valida che cerca la sua strada di attuazione storica e mediante le parziali realizzazioni limitate da altri principi non immediatamente eliminabili progressivamente tende verso la sua realizzazione piena ma si tratta di una concezione già in sé intrinsecamente errata e nelle sue applicazioni inumane. Proprio il principio della libertà, che potrebbe avere un suo significato valido e diventare la molla di uno svolgimento più umano della storia,34 assunto dal C. (comunismo35) nell’interpretazione i. (illuminista) si pone come ribellione a Dio e a tutto quello che ne richiama la trascendenza e il dominio e diventa conseguentemente il più mostruoso strumento di oppressione e di sfruttamento della debolezza a favore del più disgustoso egoismo. Non neghiamo la validità di certe rivendicazioni pratiche ma il prezzo richiesto dall’ideologia C. (comunista) fu troppo grande e naturalmente niente affatto necessario poiché nessuna piccola parziale libertà civica può compensare la perdita della fede e perciò del senso unitario della vita, dell’autentica libertà dell’uomo integrale chiamato a operare per un fine che trascende la terra e la vita terrena e non è affatto necessario opprimere per liberare o spegnere il desiderio del cielo per far camminare l’uomo sulla terra. Il reale significato della libertà liberale? Due i presupposti dottrinali dell’illuminismo: il razionalismo naturalistico e l’individualismo soggettivistico. Suoi principi: a) un’illimitata fiducia nella ragione alla quale nulla è impossibile, nulla può rimanere nascosto; b) un’ingenua visione ottimistica dell’uomo. La fiducia nell’uomo diventa fiducia nella natura umana; c) un profondo disprezzo del passato, delle tradizioni e della storia; d) l’esclusione di quanto è fuori dall’ambito prettamente razionale e perciò eliminazione della rivelazione e della religione positiva specialmente del cristianesimo considerato come effetto insieme e causa di ignoranza, di superstizione, di decadenza spirituale e di regresso civile. Si supplisce con una vaga religione naturale senza misteri. e) Il rifiuto di una norma morale che venga dal di fuori fosse pure da Dio stesso e lo sforzo per fondare una morale sulla natura umana empiricamente considerata. L’uomo è naturalmente buono e il peccato originale è un mito. Ogni esperienza del male ha una funzione educatrice, basta lasciare l’uomo a se stesso se agisce secondo natura e non secondo le convenzioni sociali farà unicamente del bene. f) Trasferisce alla ragione gli attributi divini, la ragione basta a tutto. Non è l’umile scopritrice e la creatrice, è criterio di verità. Sicché si arriva a pensare che l’uomo possa fare a meno di Dio e particolarmente un suo presunto intervento soprannaturale sia per conoscere

34 Nonostante don Pietro non l’abbia fatto, si è ritenuto doveroso inserire queste due virgole al fine di separare la frase relativa e rendere l’intero periodo maggiormente comprensibile. 35 Don Pietro annota solo con la rispettiva lettera puntata queste tre parole che, in fase di redazione, sono state interpretate in questo modo e trascritte col carattere corsivo. (rivelazione) che per agire (grazia) non solo non sarebbe necessario né utile ma sarebbe nocivo. L’ideale dell’illuminismo è la natura, il naturale, dunque anche la ragione considerata come avente valore in sé perfettamente autonoma. Di conseguenza si parlerà di religione naturale, di virtù naturale, di stato naturale: una concezione diametralmente opposta all’idea di soprannaturale e della rivelazione. Anche se Dio esiste va da sé che Egli non può intervenire nel corso dei fenomeni della natura. Questa agisce secondo le leggi fissate una volta per sempre, si lascia misurare e contare e in essa non vi è posto per il miracolo (cfr Sillabo proposizioni 2,3,4,736).

− Individualismo soggettivistico –

Come tentazione l’individualismo è di tutti i tempi e ne troviamo la traccia anche nei tempi più antichi e in alcune tendenze umanistiche. La prima manifestazione endemica è tuttavia la ribellione protestantica. Nella visione luterano-calvinistica spenta per il peccato originale la luce dell’intelligenza, distrutto il libero arbitrio, l’uomo è intrinsecamente peccato. La salvezza si avrà non con il risanamento e la restituzione della vita divina per il Cristo nella Chiesa ma con l’intervento immediato di Dio il quale ispirerà interiormente a ciascuno il senso delle Scritture, susciterà la fede fiduciale e coprirà il peccato con la giustizia del Cristo. A poco per volta però questa misteriosa intensa individuale ispirazione diventa la voce interiore dell’anima di ciascun individuo: la coscienza soggettiva sostituisce l’ispirazione divina. Abbandonate all’interpretazione personale le verità religiose si commisurano alla coscienza di ciascuno e sono condannate a variare secondo le ispirazioni dello spirito e i bisogni capricciosi del cuore, ad assumere formulazioni diverse e spesso contraddittorie. E il libero esame, che non era libero nella dottrina luterana ma solo individuale, diventa inevitabilmente libero pensiero e la fede fiduciale che non è adesione ad un dogma ma solo fiducia nella non imputazione del peccato diventa soggettivo sentimento con il Pietismo protestante. Si acuirà così: il bisogno per ciascuno di ricominciare tutto da capo; l’inconfessato ma reale scambio della verità con l’originalità; l’agnosticismo nei riguardi di Dio il Quale non può essere ridotto ad uno stato d’animo o a fenomeno soggettivo (Kant) sotto pena, se si pretende ciò, di cadere nell’ateismo (Feuerbach). Conseguentemente l’indifferentismo religioso per cui ogni religione vale l’altra in quanto essa non sarebbe che la diversa reazione individuale di fronte al mistero dell’infinito, la volontà sganciata da una conoscenza che indichi un dovere oggettivo e universale diventa autonoma creazione della norma stessa (Kant) si deve lasciare sviluppare senza indicazioni esteriori (Emilio di Rousseau) neanche da parte dello Stato che ha solo funzioni negative e tanto meno da parte di

36 Pubblicato l’8 dicembre 1864 dal papa Pio IX, il SILLABO è un elenco contenente i principali errori del tempo. In particolare si vedano quelli indicati da don Pietro alle proposizioni: II. Razionalismo moderato; III. Indifferentismo, Latitudinarismo; IV. Socialismo, Comunismo, Società segrete, Società libere, Società clerico-liberali; VII. Errori circa la morale naturale e cristiana. presunte autorità religiose: ogni attività umana (religiosa, morale, economica) sarà eticamente buona perciò stesso che è lasciata alla tendenza naturale liberamente esplicantesi. Si mettano insieme tutte queste teorie ecletticamente, si diffondono tra gli studiosi e il popolo, e si vedrà che cosa succede. Rabelais precorre Montesquieu. Eziologia. La fede è una sciocchezza che ha ottenebrato il passato, bisogna sostituirla con la ragione. I dogmi sono assurdi che hanno degradato lo spirito e falsato la coscienza: bisogna sostituirli con le scoperte scientifiche le quali solo possono dare la certezza della verità, tutte le religioni positive sono mucchi di sciocchezze. Limitazioni illegittime: la collaborazione altrui, e perciò la tradizione, il magistero sia filosofico che religioso, la rivelazione divina e il mistero soprannaturale, persino la dipendenza da un oggetto o da una norma soggettiva. Di qui la proclamata indipendenza assoluta dell’individuo e perciò la mistica di liberazione da ogni limite, da ogni condizione, da ogni norma che non sia imposta dall’individuo a se stesso. L’errore della concezione della libertà introdotto dal liberalismo sta appunto nell’aver confuso la libertà autentica con questa illuministica indipendenza di azione o peggio con la lotta per la liberazione dai limiti e l’attuazione delle condizioni di indipendenza dell’agire. L’ideale è la libertà come possibilità di fare quel che si vuole. L’Essere supremo è presente in modo talmente vago che non disturba affatto. Il solo limite che ancora viene ammesso, la libertà altrui, è illusorio perché ognuno gode della stessa libertà licenza e perciò la logica conseguenza è la lotta degli egoismi individuali con il trionfo naturalistico del più forte. Che cosa è dunque il liberalismo? Si può intendere. È l’amore per la libertà caduto nelle mani della superbia e dell’egoismo umano, non si tratta soltanto di abbattere gli ostacoli artificiosi e illegittimi ma di varcare anche i limiti creaturali. È chiaro che è di tutti i tempi dal peccato originale e la storia dimostra che ogni tentativo di questo genere è pagato con una dura schiavitù. Omnis, qui facit peccatum, servus est peccati37. La creatura come tale anche se intelligente e libera è dipendenza ontologica e morale dal Creatore e ogni tentativo di infrangere questa dipendenza si risolve oltre tutto in un tentativo di autodistruzione. Ma è caratteristica della nostra epoca in modo speciale. Il pensiero moderno staccatosi dal genuino cristianesimo si unifica nel bisogno e nel connesso sforzo di abbattere qualsiasi limite all’agire umano. Ci si astrae dapprima dalle indicazioni di un magistero ecclesiastico, in seguito dallo stesso magistero divino della Rivelazione e finalmente dalla stessa legge morale in quanto espressione della volontà di un Dio trascendente; si rifiuta una società che sia imposta dal Creatore per farne un libero accordo tra individui e si rinnega una positiva collaborazione sociale per restringere il compito dello Stato a quello del guardiano notturno. Il singolo individuo può fare quello che vuole e nessuno né Dio né alcun altro può mettere o indicare i limiti. Il liberalismo è quindi una concezione della vita per la quale «il fine della vita è nella vita stessa e il dovere

37 “Chiunque commette il peccato è schiavo del peccato” (Gv 8,34). dell’accrescimento e dell’innalzamento di questa vita e il metodo38 nella libera iniziativa e inventività individuale» (Croce, Storia d’Europa39): è una specie di religione laica che deve attuarsi storicamente abbattendo i quattro idoli moderni: la Chiesa, la monarchia assoluta, la democrazia e il comunismo. In senso più tecnico il liberalismo è precisamente questo tentativo di attuazione storica mediante un programma di azione politica. Si tratta almeno inizialmente di un programma negativo coerentemente all’ideologia: lasciare che l’individualismo faccia quel che vuole e persegua il proprio interesse, perché il bene generale è l’armonia degli interessi individuali; l’intervento positivo di una legislazione non farebbe che turbare l’ordine naturale delle cose e impedire l’armonia. Lo Stato si limiterà a proclamare il diritto di libertà individuale allargandone i settori, garantendone l’esercizio e sgombrandogli il terreno. Ho detto inizialmente perché si sa che un programma così semplice e semplicistico a contatto con la realtà si complica, si rinnega nel tentativo di limitarne le conseguenze anarchiche, si trasforma inevitabilmente nell’assolutismo statale e nel collettivismo comunistico. (R. del C.40 1960 - 333)

38 Frase comprensibile se si sottintende il verbo «essere». 39 Cfr BENEDETTO CROCE, Storia d’Europa nel secolo decimonono, 1932. 40 Il riferimento è a “Rivista del clero italiano”, mensile a cui don Pietro è rimasto sempre abbonato.

L’inferno è certissimo. Insegnamento del Vangelo e della Chiesa

È alla base di ogni religione naturale e soprannaturale. 1) Possibile che Dio che ha creato con tanta perfezione lasci che le sue creature siano impunemente calpestate? Le creature che sono la proiezione del suo pensiero e della sua bontà? 2) Gesù ha subito un inferno sulla croce. E lo avrebbe fatto per salvarci da una pena solo transitoria? Cristo si è fatto peccato per salvarci da un inferno di peccato. 3) Gesù contrariamente al solito dà spiegazione sull’inferno (discorsi escatologici). 4) Il peccato è l’uomo che si rifiuta di conoscere Dio e l’inferno è Dio che si rifiuta di riconoscere le creature. “Io non vi conosco”41. L’artista si rifiuta di riconoscere la sua opera deformata. Creati a sua immagine si ritorna col marchio della bestialità, un groviglio assurdo. Creati liberi spiriti si ritorna schiavi del peccato. Il peccato è l’abisso, l’inferno. Dio che rende eterno tale abisso: Hai voluto questo, avrai questo e nient’altro. 5) Non ci avrebbe scacciato se noi per primi non lo avessimo scacciato. Il peccato è amore tradito, l’inferno è la reazione del più grande amore tradito. 6) L’amore è forza, non debolezza. Esempi. Immagina di udire i pianti, gli urli, le grida, le bestemmie. Ascolta i gemiti, i singhiozzi, le maledizioni contro tutto e contro tutti. Gli oggetti dei loro peccati ora provano che cosa sono. Eppure parlavano in vita di gioia nel peccato. Immagina di odorare il fumo, lo zolfo, il fetore delle cose putride. Sono piene di putredine e di vermi più di qualunque cadavere. Loro in vita così piene di delicatezze sciocche. Loro che hanno fuggito ogni mortificazione. Immagina di gustare ciò che gustano i dannati. Quanta sete! Per il fuoco, il fumo, le angosce, gli urli. Epulone da secoli cerca una goccia sola per la sua lingua che brucia: non l’ha avuta e non l’avrà eternamente42. Immagina di toccare quel fuoco. Il dannato vi sta immerso e il fuoco lo penetra fin nelle più profonde intimità. 7) Solitudine suprema. Il peccato è il tentativo di separare la creatura dal Creatore, e l’inferno è la vendetta della creatura. San Paolo parla del gemito della creatura43. Il moto del mondo è teocentrico. L’uomo ha profanato la creatura quando l’ha sottratta all’ordine di Dio facendola servire a sé. L’inferno è la vendetta delle creature che vogliono entrare nel loro ordine fondamentale punendo l’uomo. Episodio di Epulone che denota un isolamento totale. Uno sterminato peso delle cose. Il fuoco perché è la creatura più vicina. 8) Nessuna speranza. Per sempre.

41 Mt 25,12. 42 Cfr Lc 16,22-26. 43 Cfr Rm 8,20-22.

Inferno. È il peccato in stato di termine

Per peccatum mors44. Due morti: la prima quaggiù, la seconda nell’eternità. Insegnamento di Gesù. Epulone45, discorso escatologico, le vergini stolte46, l’uomo senza il vestito di nozze47. (Ivi sarà pianto e stridore di denti48). Elementi 1) Assenza di Dio. 2) Tormento dei sensi. 3) Solitudine suprema. 4) Nessuna speranza. 5) Fuoco inestinguibile. 6) Verme che non cessa di rodere.

1) Assenza di Dio. La creatura dannata resta sempre una creatura cioè un essere fatto per Iddio. Sarà invece sempre da Lui allontanata. Andate maledetti al fuoco eterno49. Dio è Padre e fratello, ma il rifiuto di tanta bontà porta al pauroso rifiuto. Si dice: io ho sempre fatto senza di Dio. Non è vero: il sole, la giovinezza, ecc... tutto è dono di Dio; tu finora sei stato il parassita di Dio, il profittatore. 2) Tormento dei sensi. Il fuoco − terribile − acceso dall’ira di Dio. Immaginare di vedere (con l’immaginazione) quel grande incendio e le anime come incarcerate in corpi di fuoco. Vedi il vasto incendio che imperversa laggiù. Il fuoco accresce l’orrore del buio e il buio accresce l’orrore del fuoco. Sono tutti fuoco come un ferro rovente. Lo strazio che ne fanno i demoni di coloro che volevano essere senza legge.

44 “Il peccato è entrato nel mondo e con il peccato la morte” (Rm 5,12). Si veda, inoltre: Gn 2,17; 3,3. 19; Sap 1,13; Rm 6,23. 45 Cfr Lc 16,19-31. 46 Cfr Mt 25,1-13. 47 Cfr Mt 22,1-14. 48 Mt 8,12. 49 Mt 25,41.

La Madonna, via

Quando sentiamo certe forme di devozioni e certe manifestazioni vien voglia di dire: se la Madonna supera l’Anno Mariano50 vuol dire che è una Madre molto buona. Parlando di Maria Santissima è facile fare del sentimentalismo. La grandezza della Madonna è nel Vangelo. Un arcangelo di luce scelto tra i milioni degli angeli lei sola saluta e chiama piena di grazia51. Mai un Angelo ha tenuto tale atteggiamento verso gli uomini. Il Padre che è nei cieli l’ha scelta e l’ha preparata come Dio solo la può preparare e l’ha esaltata come una primizia sulla morte anticipando per lei la gloria della risurrezione. Credo che c’è poco da aggiungere.

50 Indetto da Pio XII dall\'8 dicembre 1953 all\'8 dicembre 1954, per commemorare il centenario della proclamazione del dogma dell\'Immacolata Concezione. 51 Cfr Lc 1,28.

QUADERNO 5 (1948-1963) – SOMMARIO52 1. Appunto 2 2. Appunto 2 3. Spirito di povertà 2 4. Come ascoltare la Messa 3 5. La Redenzione di Gesù Salvatore 4 6. Appunto 5 7. Appunto 6 8. Purezza 6 ▪ La Fede 6 ▪ La volontà 7 ▪ Il carattere 7 ▪ La Grazia 8 ▪ I compiti della pedagogia della purezza 8 ▪ La riabilitazione 10 ▪ Sublimazione 11 ▪ Pedagogia dell’amore 11 ▪ Fidanzamento 14 Il Liberalismo (21 novembre 1963) 15 L’Inferno è certissimo. Insegnamento del Vangelo e della Chiesa 20 L’Inferno. È il peccato in stato di termine 21 La Madonna, via 22

52 Inserito in fase di redazione. Si segnala che i titoli in corsivo sono stati adottati discrezionalmente.

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