237. Quaresima 1977 – Ritiro Gioventù
27 febbraio 1977
1 Meditazione. 1Re 19.
Fare la Quaresima con Elia. Vivere, camminare nel deserto, con il pane eucaristico.
La Costituzione Conciliare (1091) dice che la Quaresima deve avere una duplice intonazione: disporre alla celebrazione del mistero pasquale mediante il ricordo del Battesimo e mediante la penitenza.
Il cristiano deve prendere coscienza della sua condizione di innestato in Cristo e della memoria del suo Battesimo.
Memoria non collegata a un evento lontano ormai separato dalla sua vita, me è un evento che si protrae nel tempo, che caratterizza e radicalizza il suo comportamento, il suo stesso essere e operare.
La presenza di Cristo nella Chiesa principalmente nell’Eucarestia è la grande realtà che il battezzato deve vivere.
L’incorporazione a Cristo avviene col Battesimo: “Coloro che Dio ha previsto li ha anche predestinati ad essere conformi all’immagine del suo Figlio, perché Egli sia il primogenito di una moltitudine di fratelli” (Rm 8,29). La conformità a Cristo in gloria presuppone la conformità in grazia data attraverso il Battesimo e l’Eucaristia; ed è alla Passione di Cristo che tendono a incorporarci, l’uno in una maniera iniziale, l’altra in maniera completa.
Il Battesimo ci inizia alla profondità del mistero di Cristo. La grazia che comunica è una partecipazione di quella che per redimere e salvare il mondo ha spinto Gesù nella passione, morte e risurrezione. Essa produce in noi degli effetti analoghi, a spingerci nella morte, passione e risurrezione per redimere il mondo con Lui. Tutto l’itinerario che reclama in noi la morte dell’uomo vecchio e la nascita dell’uomo nuovo, di un vero membro di Cristo, le esigenze talvolta terribili di questo itinerario, tutto ciò è come inscritto e pre-contenuto nella grazia del Battesimo come il fiore nel seme, e domanda di sbocciare: “Ignorate voi ecc…” (Rm 6,3-8).
Incorporazione plenaria dell’Eucarestia: ciò che il Battesimo ha iniziato, l’Eucarestia consumerà. Ci fa entrare di più nella passione, ci incorpora più intimamente al suo sacrificio redentore.
La passione è cominciata quando Gesù la istituisce e la dà ai discepoli (parole della Consacrazione): “Ogni volta che mangerete… annunciate la morte del Signore…” (1Cor 11,23-26).
Annunciare la morte e la risurrezione è accettare di entrare vivi nella morte e resurrezione.
Fil 3,10; Col 2,12-13; Col 3,3; Gal 3,27; 2Tm 2,11-13.
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