04/04/1979 - 251 - Salmo 23 I parte

04/04/1979

251. Salmo 23 (I parte)

23 aprile 1979

La traccia del Salmo: Dio è padrone dell’universo1, per la sua creazione sempre attuale è dappertutto. Perciò il senso di dipendenza da Dio, il senso della nostra creaturalità. Tutto è da Dio; noi stessi dobbiamo sentirci creature. Dio è tutto.

Ma che cosa sarà entrare nel Santuario? Solo chi è puro vi può entrare, solo chi è innocente e purificato dai peccati2.

Ma grande è la festa per la sua entrata, per la sua presenza. La festa dell’entrata dell’Arca.

Meriteremo allora la grande gioia della presenza di Dio nel creato, e della presenza di Dio nell’anima per la grazia.

Diciamo che Dio è immenso, perché ha tutte le perfezioni e tutto sorregge con la sua potenza. Ha creato e la sua azione è di creazione continua. Se cessasse di mantenere in essere, ogni creatura finirebbe nel nulla. Tutto ha fatto per mezzo del suo Verbo: “Poiché per mezzo di Lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili: Troni, Dominazioni, Principati e Potestà. Tutte le cose sono state create per mezzo di Lui e in vista di Lui. Egli è prima di tutte le cose e tutte sussistono in Lui” (Col 1,16).

La sua presenza è presenza dunque di creazione, presenza attiva e universale. Questa presenza produce diversi effetti in ciascun essere secondo il grado diverso di partecipazione al suo Essere infinito e alle sue perfezioni. Negli esseri senza virtù vi è un piccolo grado: “Egli è passato in fretta”, dice san Giovanni della Croce3.

Nell’uomo vi è una rassomiglianza vera e propria: “Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza”4. Egli dunque ci penetra e ci avvolge. Non vi è molecola del nostro essere in cui Egli non sia, non un movimento delle nostre membra o delle nostre facoltà ch’Egli non animi. Egli è intorno a noi, in noi e fino alle intimità e profondità della nostra anima.

Dio è l’anima della nostra anima, la vita della nostra vita, la grande realtà nella quale siamo come immersi e che penetra tutto ciò che abbiamo e tutto ciò che siamo con la sua presenza attiva e con la sua potenza vivificante. Dice bene san Paolo nel discorso all’Areopago: “In Lui viviamo, ci muoviamo ed esistiamo” (At 17,28). E Baruc: “Quanto è grande la casa di Dio, quanto è vasto il luogo del suo dominio! È grande e non ha fine, è alto e non ha misura! […]. È lui che nel volger dei tempi ha stabilito la terra e l’ha riempita di animali; lui che invia la luce ed essa va, che la richiama ed essa obbedisce con tremore. Le stelle brillano dalle loro vedette e gioiscono; egli le chiama e rispondono: «Eccoci!» e brillano di gioia per colui che le ha create. Egli è il nostro Dio” (8,24 sq.).

Di questo insegnamento è piena la Scrittura. Tutto dipende totalmente da Dio, tutto viene da Lui come da origine, tutto tende a Lui come a fine ultimo. Egli è il fondamento di tutte le cose e il centro attorno al quale tutto gira. Egli è immanente in tutto e trascendente tutto.

Per l’uomo è il più lontano e il più vicino, il più nascosto e il più manifesto, il più estraneo e il più intimo.

Tutti gli esseri finiti conducono alla sua sconfinata grandezza e pienezza.

Dio è il Signore assoluto. Tutto l’universo gli ubbidisce docilmente. A lui niente riesce impossibile. Dice Ger 32,17: “Ah, Signore Iddio, tu hai fatto il cielo e la terra con grande potenza e braccio forte; nulla ti è impossibile. […]. Tu sei Dio grande e forte, che ti chiami Signore degli eserciti. Tu sei grande nei pensieri e potente nelle opere, tu, i cui occhi sono aperti su tutte le vie degli uomini, per dare a ciascuno secondo la sua condotta e il merito delle sue azioni”5.

Di fronte a Lui l’universo è come un giochetto: Egli misura i mari con il cavo della mano e con una spanna i cieli (cfr Is 40,12); “Egli siede sopra la volta del mondo, da dove gli abitanti sembrano cavallette. Egli stende il cielo come un velo, lo spiega come una tenda dove abitare” (Idem, 22). Lui muove i monti, fa fuggire la terra, comanda al sole.

Dio domina la storia. Dice Isaia 45,7: “Io sono il Signore e non v’è alcun altro. Io formo la luce e creo le tenebre, faccio il bene e provoco la sciagura; io, il Signore, compio tutto questo”6. Tutte le cose non possono sussistere senza Dio. Dice il Salmo 103: “Se nascondi il tuo volto, vengono meno; togli loro il respiro, muoiono e ritornano nella polvere”7.

Da queste considerazioni vengono alcune evidenti conseguenze:

1. Un senso profondo di creaturalità che dice umiltà profonda e convinta. Quando pensiamo a Dio grande e infinito quanto il mondo e a noi stessi, dobbiamo sentirci piccoli. Quanto ci devono sembrare disprezzabili tutte le cose del mondo e miserabili i progetti e le parole dell’uomo che vanno contro di Lui.

2. Dobbiamo trovare Dio in tutte le creature e come dobbiamo innalzarci a Lui con grande facilità. Lui le penetra, le anima, le conserva. In tutte dobbiamo trovare il raggio delle sue perfezioni, lo splendore del suo Verbo, per mezzo del quale tutto è stato fatto8.

Come lo dobbiamo vedere in noi stessi e negli altri. Dio sorgente di ogni pensiero. Nello stesso tempo tutte le creature le dobbiamo collocare in Dio, e non finalizzare mai su di loro ma farle gradini per una ascesa facile e naturale.

3. Particolarmente dobbiamo sentire la gioia che portiamo Dio nella nostra vita e in noi stessi, e portando Dio e essendo vicini a Lui, abbiamo con noi la sua potenza, la sua bontà, la sua sapienza. Noi siamo deboli e poveri, ma Lui è con noi. Amore infinito. Che gli uomini possono non capire le nostre problematiche, ma Lui tutto vede, tutto sente, di tutto è pronto a comprenderci. La serenità è frutto di una continuata presenza di Dio.

San Giovanni Crisostomo9. Nessuna tribolazione o tentazione potrà essere maggiore delle nostre forze10. Un Dio presente per il quale si soffre, si lotta. Come non fuggire il male, come non essere pieni di speranza? Siamo nel seno di Dio, che cosa ci può essere che ci condanna? Coltivare dunque il senso della grandezza di Dio, della sua immensità, della sua presenza. “Dio è per noi rifugio e forza” (Sal 4611); “Tu sei, o Dio, la mia difesa” (Sal 5912). “Dio è testimone” (2Cor 1,18), e “nostro Salvatore” (1Tm 2,3). Non uscire mai dalla presenza di Dio. Grandezza tremenda, divina immensità. In questo Oceano navigare. Tutto dipende da Lui, in Lui è ogni felicità.

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