275. Senza titolo1
1 Meditazione. Introduzione. Testo di Ger 17,7 sq.
Nella storia della salvezza è dominante contrapposizione tra il confidare in sé e in Lui.
È per principio non soltanto per bisogno (Sal 12,6; 32,18; 39,5; 51,9; 90,2; 118,81; 122);
anche quando la salvezza è assicurata (Is 12,2);
è Lui spes (Sal 70,5; presente e futuro si fondano su di Lui, Gb 31,24);
non sulla politica (Is 31,1; Ger 2,37; Ez 20,16; Os 10,13) né su cose sacre (Ger 7,14; Ger 48,13), ma attesa di Dio (Sal 36,6 ; Is 30,15) non su giustizia propria (Ez 33,12).
Nel Nuovo Testamento: Rm 5,1 sq.
Oggetto è la gloria di Dio e di Cristo (salvezza, vita eterna, risurrezione, redenzione del nostro corpo, giustificazione finale, l’eredità, il regno; Ef 1,18 caparra).
Motivo è promessa di Dio, realizzazione dell’opera salvifica già iniziata in Cristo.
Rm 15,12; Is 11,10.
Mt 12,21; Is 42,4.
1Cor 13,13 ; 1Ts 1,3; 5,8; Col 1,4; 1Cor 15,20; Eb 7,19; 1Pt 1,3.
Ef 1,15; Rm 8,17-23; 2Cor 5,7.
2Cor 4,16-18; 1Cor 15,19; 1,7; Fil 3,10.
Lc 12,35; Mc 13,13.
Nell’Antico Testamento confidenza nella promessa.
Nel Nuovo Testamento promessa adempiuta in Cristo Gesù.
E speranza migliore.
Fiducia incrollabile, Rm 5,12; 1Cor 15,19 (miserabili);
libera dalla confusione; Sal 21; 24,34.
Non una virtù, ma tutta una condotta di fede; Gal 5,5.
Il trinomio (1Cor 13,7) 1Ts 1,3; 5,8; Col 1,4.
Salvezza già presente.
Incertezza perché si è nella carne. Rm 8,23; Eb 11,1.
Ma non solo per sopportare una conseguenza (2Cor 4,2), Rm 8,35.
Attesa di ciò che opererà, escatologica; Rm 8,18.
Escatologia che ora è già in atto.
È nello Spirito che abbiamo speranza, nella unione con Cristo quindi nella Chiesa.
È risposta all’offerta del momento presente. Vigilanza, attesa, perché si attua la salvezza.
Ci si può gloriare nella tribolazione 2Cor 3,12; 7,4; (sovrabbondò2).
Nell’arco della storia salvifica, Abramo: comincia realmente con lui la storia e diventa personale.
Dio sceglie Abramo e in lui tutti i popoli diventano partecipi della salvezza. Dà l’avvio ad una nuova storia.
Giacobbe. Prediletto (Bar 3,37; Sal 47,5; Ml 1,2).
Vita: Gen 25; 27; 28 ecc…
Il mistero dell’elezione; come Abele, come Isacco.
Fin dal seno, non in base alle opere; Rm 9,10-16.
Libera azione di Dio che invita e sceglie, dona e perdona.
È un fatto di amore. Caratteristiche dell’amore: la gratuità (1Gv 4); l’assoluta fedeltà (Rm 11) e la potenza creatrice (Os 11,1; Dt 7,7-9).
La casa del cielo. Le torri sumeriche, Gv 1,48.
Provvidenza, presenza, prossimità di Dio. Tra Dio e l’uomo vi è una scala di passaggio. Ha valore profetico. Il vero Betel per cui Dio si manifesterà e si offrirà veramente presente. Gesù in cui si realizza la promessa messianica. Corpo risorto di Cristo in cui si uniscono terra e cielo.
Lotta con Dio (Penuel3). Preghiera insistente, combattimento spirituale. Purificazione spirituale attraverso il dolore. Purezza di culto, Gen 31,42; 32,10. Trasformazione, Gen 35,2-3; 46,2-3.
Giuseppe. Figura esemplare. Fede salda. Casto. Magnanimo, sapiente e saggio, oggetto della Provvidenza . Dio non abbandona chi ha fiducia in Lui, esalta e glorifica l’umile. Non abbandona chi non l’abbandona.
È strumento nel disegno storico-salvifico; entra nella serie dei mediatori e dei salvatori.
Mosè. Gs 1,1-7; Gdc 1,16-20;
1Cr 6,48-49; 2Cr 24,4-9.
Sal 67; 102; 110; 113.
Evento storico-salvifico.
Uomo di Dio, amico di Dio, confidente.
Servo di Dio.
Davide. L’orante.
Elia. Il restauratore dell’alleanza: 2Re 1; 1Re 18.
La lotta contro l’idolatria.
Il ritorno al deserto.
Posizione ecumenica, testimonianza all’universalità del Dio di Israele: 1Re 17, la vedova.
È l’assertore della giustizia per i poveri.
Verso i ricchi 1Re 21.
Esaltazione di Elia, Sir 48,1-13.
Il suo rapimento: 2Re 2.
Ml 3,23-24; Mt 17,10-13.
Gv 1,21-23; Mt 16,13.
Parallelo con san Giovanni Battista: Mt 3,4; Lc 3,19-20; Mt 11,7-14. Come lui vestiva rozzo e ispido indumento, preferendo luoghi solitari e un tenore di vita pieno di privazioni e digiuni: 2Re 1; Mt 3.
La povertà.
Daniele. L’uomo per il suo popolo.
Giona. Il disobbediente.
San Giuseppe. Il casto, la sua devozione.
Obbedienza, sacrificio di sé nell’offerta totale della propria volontà a Dio col fine di realizzare una più intima comunione con la divina volontà salvifica. Gesù Cristo è l’esempio e la pienezza dell’obbedienza come olocausto offerto a Dio.
Incontro, collaborazione, dialogo, decisione.
Donna, Eva. Gen 2,18-22; Gen 1,27-28.
Si iniziano reciprocamente all’amore e alla socialità. È presentata come dono, anzi come il culmine di tutti i doni a lui elargiti; un grido di gioioso stupore: “Questa è osso…”4. Il primo sorriso che rallegra il mondo.
In questo conoscersi e riconoscersi l’uno l’altra scoprono insieme anche la bontà e la bellezza del Creatore e del creato. E nel loro dialogare scoprono le leggi del dialogo con Dio e l’universo, poiché scoprono la dinamica potente dell’amore insita in loro stessi e in tutte le creature.
In questa mirabile reciprocità che rientra nel disegno creatore di Dio è colei che è destinata a trarre l’uomo fuori dalla sua solitudine e a svegliarne le potenze affettive e creative.
Messa accanto a lui come propedeuta dell’amore ella gli svela i valori della persona e lo inizia alla socialità. In lei l’uomo prende coscienza della propria dimensione spirituale e percepisce la presenza di un «Tu» trascendente e personale nel quale trova senso pieno l’umana esistenza e lo stesso rapporto coniugale.
È con lei che l’uomo si realizza quale immagine di Dio e quindi quale suo cooperatore nella creazione. Nessun altro bene le si può paragonare, ha un fascino paragonabile: Pr 18,22; 19,14; Sir 36.
La fonte naturale della vita. Il fascino di Eva emana dalla profondità del suo essere quasi inattingibile. Ella porta con sé il mistero della vita.
È la vivente e la madre dei viventi; Gen 3,20.
È lo spazio vitale in cui si realizza la benedizione divina della fecondità: “Siate fecondi e moltiplicatevi”5. Essendo la sua natura essenzialmente ordinata alla maternità, il fondo del suo amore in ogni suo aspetto è sempre materno.
Ella è tutta protesa verso ciò che è vivente e personale per custodire, proteggere, nutrire, allevare. E nulla è più forte di questo suo istinto. Nessun amore può sostenere il confronto.
Il peccato. Eva. Gen 3,1-7.
Caratteri essenziali psicologia femminile. È l’attrattiva verso tutto ciò che è inerente alla vita. Il frutto proibito ha per lei questo sapore: rappresenta un fascinoso miraggio, una possibilità di possedere, di gustare la vita nella stessa illimitata misura di colui che della vita è il creatore e il conservatore. E desidera questa pienezza anche per il compagno; crede di potergliene offrire e lo coinvolge con sé in un destino di dolore e di morte.
Tra i due da quel momento, la sfiducia, il rapporto d’ amore si intorbida di passione e di egoismo. Vuole liberarsi dal senso di colpevolezza accusando la donna. Il castigo ha ripercussioni diverse secondo le caratteristiche del sesso.
La donna trionfa sulla morte perpetuando la vita con sofferenza; Gb 3,3-12; Ger 15,10; 20,14-18.
Sara. La donna nel piano della salvezza.
Commovente per il suo slancio verso la maternità che sembra esserle negata per sempre (dà Agar6) e poi quando è umanamente assurdo.
Unica è la benedizione di fecondità che investe lui e la sposa. E il fatto che tale benedizione si inserisca nel contesto dell’Alleanza dimostra la sua portata messianica.
Maternità (Gen 17,5-7. 15-16) le conferisce nuova dignità e cambiamento di nome. Gioia dopo tanti anni di umiliante sterilità che l’hanno resa crudele. Gioia convergente verso Abramo.
Come lui gloria del popolo eletto (Rm 4,18-23; Eb 11,11). È maternità segno; è partner di suo marito ma soprattutto di Dio: un servizio al piano divino, una missione nella storia dei popoli.
In Sara il simbolo della Gerusalemme celeste, madre libera di una discendenza libera (Gal 4,22-28). Simbolo della Chiesa nel suo aspetto escatologico.
Per l’aspetto transitorio che esige purificazione e progressiva trasformazione in Cristo, l’immagine della fidanzata.
Lui è il […7] (2Cor 11,2-5).
Nel Cenacolo attorno a Maria, nella comunità di Gerusalemme il posto da Cristo assegnato.
“Effonderò lo Spirito […] sulle mie serve”8. Riunioni di preghiera e agape, At 12,12-14: “Si avviò alla casa di Maria”; incarichi di notevole importanza, 1Tm 5,3-5; 9-10.
Le diaconesse: Tabità At 9,36-41.
At 16,13-15, Lidia; Rm 16,1-7. 11-13.
Carisma profetico 1Cor 11,5.
È un principio di azione; capacità operativa che eleva le facoltà umane permettendo di conseguire una finalità, un ideale che supera le capacità naturali. Viene infusa per elevare le sue potenze e le sue capacità verso Dio bene supremo e felicità eterna. Mette in noi il desiderio di Lui.
La comunione reale, piena, assoluta ed eterna con la vita intima di Dio; la gloria, la beatitudine.
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