243 - Senza titolo - Sacerdote uomo della Risurrezione

243. Senza titolo

È in questa dimensione che noi diciamo che il sacerdote non è solo l\'uomo della Croce, ma ancora della Risurrezione.

Scoprire la nostra proporzione e la nostra missione.

Altrimenti rischieremmo di sentirci come dei «sopravvissuti» in un mondo che è andato avanti, non sapremmo come inserirci in una società che ci vuole tenere ai margini.

Non dimenticare quello che siamo, ma viverlo in profondità e in essenzialità.

Sentire ogni giorno la gioia di appartenere al suo Mistero. Maturità di gioia, maturità di personalità.

Non sradicati dal mondo dei nostri simili, dalla loro condizione sociale e dal loro tipo di vita. Ma annunciando loro che Cristo è risorto, tutto il piano del Padre. Come ci ha chiamati alla comunione con Lui e ci ha dato il Figlio che diventa l’Uomo nuovo, l\'uomo perfetto, il solidale di tutti gli uomini e dell’universo, “chiave, centro e fine di tutta la storia umana” (Gaudium et Spes1). Come tutta la realtà è incentrata in Cristo (Ef 1,3-14) e come abbia dato alla Chiesa la capacità di santificare tutto e di portare tutto a Dio, eccetto il peccato.

È l\'annuncio vero della salvezza vera, l’esortazione che il Concilio nella Christus Dominus ci dona quando raccomanda ai Vescovi di proporre l\'intero Mistero di Cristo, ossia quelle verità che non si possono ignorare senza ignorare Cristo stesso, cioè la Chiesa, le cose umane e terrene, la persona umana, la sua dignità, libertà, vita fisica, la famiglia, la società civile, le professioni, il lavoro, il riposo, le arti e le tecniche, la povertà e il benessere e tutti i problemi umani che hanno in Cristo i principi di una soluzione.

Si ignora Cristo incarnato e risorto nel nostro contesto umano se si ignora tutto questo.