129. Senza titolo
Prima è necessario e logico temere Dio. Senza dubbio Gesù ci ha rivelato Dio come Padre che ama, ma questa stupenda rivelazione non cancella quel timore di Dio che resta principio della sapienza di vivere (Sal 110,10) e che dopo Gesù non è timore di schiavi (Rm 8,15), ma rispetto di figli per la volontà del Padre, obbedienza gioiosa e totale di una creatura che sa di essere amata. San Paolo parla addirittura di un “timore di Cristo” (Ef 5,21; 2Cor 5,11) che è appunto il non perdere mai di vista che a Lui bisognerà rendere conto dei doni e dei privilegi di cui è stato largo con noi. Il rischio è la Geenna, il fuoco eterno (Mt 18,8-9) e questo basta a indicare quanto gravi siano le responsabilità e l’impegno di un araldo di Cristo. Il vangelo non deve servire a noi, ma noi al vangelo.
(Osservatore Romano, 27 giugno 1972)
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