Senza titolo - Gesù educatore

Corso B

103b. Senza titolo

È didatticamente perfetto1.

Si richiama frequentemente alla Sacra Scrittura; mezzi sussidiari (parabole, esempi, paragoni, interrogazioni, ripetizioni); sempre adatto alle circostanze di tempo, luogo, persone, cognizione del tempo. Con le persone semplici, coi dotti. Mantiene sempre autorità, dignità, chiarezza. “Nessuno ha mai parlato come questo uomo”2; “Insegnava con autorità”3.

Nella correzione non umilia, non usa il sarcasmo, ma fa pesare il perdono. Usa con gli ipocriti parole severe, minacce, perchè nascondono le loro colpe.

È di una pazienza e di una calma inarrivabile. Ripete le spiegazioni, non si offende delle ingiurie e dei rifiuti.

Paziente nell\'aspettare il frutto: “Lo Spirito Santo vi insegnerà”4; paziente nella mancata riconoscenza (contro i Boanerghes5).

(Cfr Sussidi, 55-297)

I figli sono nostri? Sono nostri ma prima di tutto sono di Dio. Dio ce li ha dati, sono opera sua; ce li ha dati perchè è questa la missione affidataci e che costituisce la nostra vocazione, la nostra vita.

Ma stanno a cuore più a Lui che a noi. Non ne dobbiamo fare né il nostro ornamento, né il nostro trastullo, né la nostra speranza per l\'avvenire, principalmente. Sono di Dio e sono per Iddio.

Dobbiamo perciò rispettare il piano di Dio su di loro.

L’influsso della grazia è il vero coefficiente determinante e non è raro il caso di ragazzi per nulla eccezionali che diventano molto perspicaci quando si parla di Dio. I ragazzi sono desiderosi di Dio ma non è in nostro potere far sì che il bottone6 sbocci. Dio lo può fare e lo fa. Fa sbocciare la gemma, senza sforzo. A quel soffio il fiore apre le ali, i colori si fanno vivi, il profumo si spande.

Occorre allora sapere portarlo entro le soglie del soprannaturale, dargli una chiara nozione di preghiera non intrisa di formule meccaniche. Immedesimatosi così nel gusto della preghiera sincera egli saprà farla gustare anche agli altri.

(56-29)