05/05/1986 - Catechesi mese di Maggio

Sant’Ilario d’Enza, 05/05/1986
Meditazione del mese di maggio

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Abbiamo detto che il rosario unisce la preghiera vocale alla preghiera mentale; è una meditazione, anzi, una contemplazione e in questo caso contemplare vuol dire guardare con intelligenza d’amore. I misteri di Gesù e della Madonna non sono misteri cui noi siamo estranei, sono misteri di un amore che non si dà uno eguale per la nostra salvezza: è la carità del cuore di Cristo, è la carità del cuore della Beata Vergine. Nel rosario allora vorremo guardare con intenso amore a questo svolgersi di fatti che hanno costato tanta, tanta generosità e sono per noi; sono perché noi abbiamo la grazia, perché noi abbiamo un esempio davanti. I misteri sono dei grandi insegnamenti. Vedendo come li ha vissuti Gesù, e come, con Gesù, li ha visti la Madonna, sentire che il nostro cuore deve con riconoscenza e con particolare affetto applicarli a se stesso. Perché anche nella nostra vita avvengono fatti di gioia e avvengono fatti di dolore\\; anche per la nostra vita c’è la speranza dei misteri gloriosi. Lo sappiamo: la vita spirituale è una vita energica, di combattimento; se un cristiano non sa lottare, è un cristiano che praticamente mette via la sua fede. I misteri del rosario ci insegnano che la vita di ogni cristiano è un impegno, un impegno di lotta contro le nostre tentazioni, contro i cattivi esempi che si possono affacciare a noi. I misteri ci educano, ci educano a non volere la nostra vita come pare a noi, come pare alla nostra superbia o al nostro comodo, ma come li vuole Dio. La grande lezione è quella che sarà precisata da Gesù, quando ci insegnerà il «Padre nostro»: “Dite così: Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra” (cfr. Mt 6,10). Dobbiamo con umiltà accettare le nostre vicissitudini, le nostre tribolazioni, perché, se il Signore vuole da noi questi attestati di amore, questi attestati di fede, li dobbiamo compiere con tutto il cuore. Impariamo a volere ciò che Dio vuole, a fuggire ciò che Dio ci comanda; impariamo da Gesù e dalla Madonna a non fare del nostro cristianesimo una forma di bigottismo interessato, una forma di superstizione, per cui vorremmo che la nostra religione fosse un privilegio e che noi fossimo esentati dalle prove. Ripetiamo il nostro «sì» nel dovere quotidiano, ripetiamolo con umiltà: “Signore, ogni giorno io voglio fare la tua volontà”. E sarà proprio questa la giaculatoria che ripeteremo: “Sia fatta, Signore, tutta la tua volontà”.

CODICE 86E4M013
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 05/05/1986
OCCASIONE Meditazione del mese di maggio
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Rosario
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