L'Antico Testamento si apre con un blocco di cinque libri, che chiamiamo con un nome unico: Pentateuco. Il termine viene dalla lingua greca; gli ebrei lo chiamano con un altro nome: Torah, che vuol dire "la Legge". Sono: il libro della Genesi, l'Esodo, il Levitico, i Numeri e il Deuteronomio. Gli ebrei non li chiamano così, li chiamano con le parole che iniziano ogni libro. Per esempio la Genesi comincia così: "In principio Dio creò il cielo e la terra... " quindi gli ebrei lo chiamano: "In principio" , "libro di Beriscit"; l'Esodo lo chiamano: "libro di Semot", cioè "i nomi". È una magnifica serie di cose differenti, e ogni libro è differente dall'altro, molto differente. Questi libri contengono tutta quella che era la legislazione: la chiamiamo "la legislazione mosaica". Il codice religioso era anche il codice della vita sociale e politica. Mosè vuole trasformare quella che era una accozzaglia di popolo informe, lo vuole cambiare, e dà loro delle precise leggi, che chiamiamo il "codice mosaico". Naturalmente non dobbiamo giudicare questi libri con la nostra mentalità, meno ancora con il nostro gusto. Non è una storia all'occidentale, non è una leggenda, è una tradizione che viene scritta, fissata. Il primo libro, la Genesi, si chiama "libro delle origini", perché porta le origini del cielo e della terra, l'origine dell'umanità, l'origine del popolo ebraico, la storia dei Patriarchi. Possiamo definire con maggior chiarezza la divisione; in generale parliamo di dieci parti: La prima parte, o preistoria biblica, va dal primo capitolo al capitolo undicesimo e si scinde in cinque divisioni: 1. prima divisione: la storia di Adamo ed Eva, con la descrizione della prova e della caduta (cap. 2 fino al cap. 4, 26); 2. seconda divisione: la storia degli adamiti secondo le linee di discendenza di Set, corruzione dell'umanità e proposito divino di distruzione (cap. 5 - 6, 12); 3. terza divisione: la storia di Noè, con la narrazione del diluvio, l'alleanza di Dio con Noè, il destino dei figli di Noè (cap. 6, 13 - 9, 29); 4. quarta divisione: la storia dei discendenti di Noè con la tavola dei popoli della terra, l'episodio della torre di Babele, cui è legata la dispersione delle nazioni (cap. 10 - 11, 9); 5. quinta divisione: la storia dei discendenti di Sem, costituita dalla loro genealogia, fino a Terach, il padre di Abramo (cap. 11, 10-26). Possiamo guardare qualche cosa sulla torre di Babele e sulla tavola dei popoli: al capitolo 10, 1-32. Sono gli stessi popoli dell'antichità divisi in Semiti, Camiti e figli di Iafet: questi popoli si dividono attorno alla Torre di Babele. Noi saremmo i discendenti di Iafet, così era la comune credenza. Tutta la terra aveva la stessa lingua e le stesse parole (cap. 11, 1-9). Quando ci fu l'invenzione del mattone, che fu un'invenzione formidabile, iniziarono a costruire la torre di Babele, perché se prima volevano costruire, dovevano costruire con la roccia ed era difficile tagliarla con gli strumenti di allora... . Ecco perché, quando si accorsero che l'argilla cotta al fuoco non si sfaceva più, cominciarono entusiasti a costruire, vollero costruire una torre che toccasse il cielo, e restarono a metà! Dice la Scrittura: "Non andarono d'accordo". Questo avanzare della civiltà e questo dividersi degli uomini è una indicazione che si ripeterà: gli uomini, invece di crescere la carità e la bontà, crescendo il benessere si dividono sempre di più. La seconda parte della Genesi la possiamo chiamare la "storia dei Patriarchi"; si scinde anch'essa in cinque divisioni: 1. la prima divisione è la storia di Terach, il padre di Abramo, l'alleanza con Dio, la futura nascita di Isacco, il sacrificio del figlio sul monte Moria, quindi la descrizione della morte di Sara e di Abramo (cap. 11, 27 - 25, 11); 2. la seconda divisione è la storia di Ismaele, con rapida descrizione dei suoi discendenti (cap. 25, 12-18); 3. terza divisione: la storia di Isacco e la descrizione della vendita del diritto di primogenitura da parte di Esaù, dell'inganno di Giacobbe per carpire la benedizione paterna, il suo viaggio in Mesopotamia, dove sposa le cugine, le figlie di Labano, e infine il ritorno di Giacobbe nella terra di Canaan dove si riconcilierà con il fratello Esaù; poi c'è la storia di Esaù, con un'ampia tavola genealogica (cap. 25, 12 - 37, 1); 4. quarta divisione: la storia dei figli di Giacobbe, che è quasi esclusivamente focalizzata nella storia di Giuseppe, venduto in Egitto, che raggiunge l'apogeo di una carriera fantastica. C'è una benedizione di Giacobbe morente ai dodici figli che, per timore della carestia, vengono tutti in Egitto. Ed è molto forte questa storia di Giacobbe, ed è descritta con mano potente. Anche la descrizione dell'ambiente egiziano, della civiltà egiziana, che trova conferma in quello che sappiamo dagli studi sull'antico Egitto (cap. 37, 2 - 50, 14); 5. quinta divisione: il libro della Genesi si chiude con la descrizione della morte di Giuseppe. Ecco, così termina questo primo libro: vorrei che potessimo e sapessimo leggerlo per poter vedere questo disegno di Dio che è meraviglioso, perché lo sguardo di Dio non è fermo come possiamo essere fermi noi davanti al futuro. I capitoli 42-46 narrano la storia di Giuseppe (cap. 50, 15-26). Avete sentito: è letterariamente bellissimo, e porta proprio tanta umanità e tanta fiducia in Dio, nella sua provvidenza, nella sua giustizia, nella forza che il Signore dà agli avvenimenti: perché le cose, la terra, gli uomini, sono soggetti a Lui, è Dio che conduce tutto. Il discorso di Giuseppe è ricchissimo di teologia: Dio ha previsto, Dio che ha benedetto Giacobbe, ha pensato per la vita di Giacobbe , per la vita della sua famiglia, per tutti. Quindi sono cose che fanno bene per la nostra fiducia, per la provvidenza che dobbiamo onorare e benedire. Quanta sapienza! Le dobbiamo conoscere queste pagine per noi e le dobbiamo conoscere per dirle agli altri. È veramente un insegnamento molto forte, tutto il libro, da Abramo, che è definito "l'amico di Dio", che Dio vuole educare alla pienezza dell'abbandono. L'amico di Dio deve subire delle prove: Abramo è soggetto a delle prove tremende, è chiamato ad abbandonare la sua casa, i suoi parenti e diventare un pastore nomade, è chiamato a passare in mezzo a territori tutt'altro che tranquilli, è chiamato dall'estrema Mesopotamia, dalla città di Ur, a salire su per tutta la Mesopotamia e si ferma in quella che ora è chiamata Siria, poi scende nella Palestina che si chiamava Canaan, ed è la prima prova! La seconda prova è quella della promessa di un figlio, un figlio legittimo. Dio dice: "sarà la tua discendenza gloriosa", ma il figlio non nasce; passano circa vent'anni, ormai Sara è diventata vecchia e ancora più vecchio è diventato Abramo. Ma la promessa è rinnovata: tre misteriosi pellegrini glielo confermano: e infatti nasce Isacco; ma quando Isacco è diventato un giovanotto e Abramo ha sorpassato i cento anni, Dio gli comanda di sacrificarlo! Abramo ubbidisce e supera la prova meravigliosamente bene e diventerà il padre di tutti i credenti. Lo diciamo ancora nella Messa, nel Canone Romano; diciamo: "il nostro padre Abramo". Abramo è padre di tutti, è simbolo dell'alleanza dell'umanità con Dio. Quindi le pagine della Genesi sono ricche quanto mai, sono belle, sono interessanti: dobbiamo approfondirle. Quindi proponiamoci di leggere tutto il libro della Genesi e di farne un'annotazione per sviluppare quelle idee, quelle sentenze che ci hanno fatto più pensare, ci hanno fatto più riflettere, perché impariamo ad essere nelle mani di Dio, nelle mani della sua provvidenza, proprio come diceva Giuseppe: "È Dio che dirige gli avvenimenti". La storia è in mano a Dio, la storia è a servizio di Dio: anche per noi, nella totalità e nella forza.
CODICE | 89CDC075 |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario, 14.3.89 |
OCCASIONE | Corso (quarto incontro) |
DESTINATARIO | Candidati lettorato |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Bibbia; Genesi |
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