23/05/1989 - Corso Lettori 7

Sant'Ilario, 23.5.89
Corso (settimo incontro)

Passiamo al Deuteronomio. Il Deuteronomio è pervaso da uno spirito religioso fortissimo (in ebraico Deuteronomio vuol dire: "Queste sono le parole") ed è costituito fondamentalmente da tre discorsi di Mosè, contiene il suo testamento, la sua esortazione. 1. Il primo discorso (cap. 1 - 4, 43) dà uno sguardo retrospettivo alla storia. 2. Il secondo discorso (cap. 4, 44 - 28) è una meticolosa legislazione: si sviluppa l'idea che il popolo ebreo è un popolo privilegiato, scelto. 3. Il terzo discorso (cap. 29 - 30) racconta come il popolo ebreo doveva essere riconoscente al Signore. (Dt 4, 1-8) C'è una profonda impostazione religiosa: ci deve essere un rapporto di amore, un rapporto di convinzione, un rapporto di servitù, servire Dio è un privilegio! Si afferma una grande cosa, perché non è un qualche cosa che regaliamo a Dio, ma è qualche cosa che Lui regala a noi! Quindi il senso del servizio di Dio come del grande scopo della vita, come della grande rivelazione del nostro esistere. Noi dobbiamo essere molto onorati nell'avere la legge di Dio, ecco perché nel capitolo 5 si ripete la legislazione dei dieci comandamenti (Dt 5, 1-22). I comandamenti sono leggi universali che sono date al popolo ebreo direttamente per rivelazione, ma che costituiscono quella che chiamiamo la "legge naturale", cioè quella legge che sentiamo nell'intimo del nostro cuore senza che neanche gli altri ce la ricordino: è questione di onestà naturale. L'idolatria è mettere una cosa al posto di Dio. Il Nome di Dio si identifica con Dio stesso, oltraggiare il Nome di Dio è oltraggiare Dio stesso: l'offesa è gravissima. Vedremo in seguito che il peccato di bestemmia è talmente grave che la legislazione mosaica comanda di uccidere chi bestemmia, proprio perché oltraggiare il Nome di Dio è rompere l'Alleanza, è porsi in una situazione assurda, chi tradisce questa Alleanza tradisce una cosa fondamentale. Poi c'è il rispetto del giorno di festa: allora onoravano il giorno di sabato, ora invece onoriamo la domenica, perché la Chiesa cattolica cambiò il giorno della festa. Il giorno della festa è il giorno della Resurrezione di Gesù: è lì che siamo chiamati a benedire e dobbiamo proprio insistere anche adesso. Due sono i comandi: onorare Dio e astenersi dal lavoro, sicché la domenica non è data per il proprio egoismo ma perché quel giorno sospendendo tutte le attività ci si astenga da tutto quello che è il lavoro solito pesante. Non sempre qui da noi viene rispettato questo comandamento, la domenica la si vede più come un giorno di comodo, come un giorno di sport, non come un giorno sacro. Il quarto comandamento, la parola che dice tutto: "onora"; quando si onora una persona la si stima, la si rispetta, la si obbedisce. Tali restano i doveri verso i genitori: onorarli perché sono le prime autorità, onorarli perché hanno diritto alla riconoscenza, onorarli perché devono contare sull'affetto dei figli. Nell'onorare bisogna capire anche i difetti, anche le manchevolezze; se anche un genitore ha un difetto, non è una buona ragione per non onorarlo. Il quinto comandamento, "non uccidere": dare la vita. Il sesto comandamento, "non commettere adulterio": è adultero chi tradisce la fede data, la testimonianza data, sia internamente che esternamente. Il settimo, "non rubare". E così via... . (Dt 11, 18-32). Ci sono delle leggi singolarissime, soprattutto per i poveri. (Dt 15, 12-18). Negli ultimi tre capitoli (cap. 31-34) si racconta la morte di Mosè. La figura di Mosè è simbolica: riguarda Gesù. Quello che disse Mosè sarebbe stato poi identico a quello che avrebbe fatto Gesù. Abbiamo sempre un paragone, un parallelo molto significativo: Gesù si è fatto vedere nella Trasfigurazione mentre conversava con Mosè; il Signore ha fatto vedere agli apostoli Mosè ed Elia per indicare come fosse una grande continuazione di rivelazione, una grande continuità. Gesù aveva detto: "Non sono venuto ad abolire la legge e i profeti, sono venuto a compierla". E perciò, con Mosè, dava testimonianza di questo e parlava loro del compimento della Sua opera di salvezza, della Sua morte imminente. Dobbiamo meditare queste pagine e tenere gli occhi su Gesù, sulla Sua opera. Dobbiamo allora meditare con più vivacità e con più amore questo ricchissimo messaggio. Quindi guardando Gesù, meditiamo queste pagine dell'Antico Testamento che ci portano il pensiero e l'indirizzo di nostro Signore. Quindi, non solo osservare i comandamenti, ma entrare nello spirito di perfezione che ha portato Gesù; la perfezione completa: "Sono venuto non per abolire, ma per completare" (cfr. Mt 5, 17). La sua legge ci indica l'amore, ci indica la pienezza. Cercare allora non solo di osservare i comandamenti, ma prendere la gioia di osservarli, perché sono magnifici doni per noi. Oggi si cerca di portare tanti ripieghi ai mali che ci sono nella nostra società, ma sostanzialmente c'è questa dimenticanza di Dio, questo perdere il senso della vita, il senso del valore delle cose. Adesso il mondo è impostato su tre cose: i soldi, il sesso, la seggiola. Guardate la televisione: giochi a premi, giochi con la manìa di ottenere sempre la vittoria... per fare che cosa poi? Per divertirsi... Bisogna che noi portiamo dei valori veri.

CODICE 89EOC075
LUOGO E DATA Sant'Ilario, 23.5.89
OCCASIONE Corso (settimo incontro)
DESTINATARIO Candidati lettorato
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Bibbia; Deuteronomio
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