Nella luce dello Spirito Santo meditiamo le parole dell’apostolo: “Gesù è morto per i peccati. Egli è alla destra di Dio” (Rm 8, 34). Meditavamo ieri sul Timore di Dio: è questa la sicurezza della nostra vittoria, perché è il Timore di Dio che ci unisce fortemente alla morte di Gesù, perché ogni cristiano deve compiere misticamente questa morte, non c’è altra strada per realizzare la nostra salvezza. Quindi, la luce dell’Ascensione ci faccia sentire qual è veramente la nostra strada, che è la strada che passa per il Calvario. Cosa vuol dire morire? Non essere più. Cosa vuol dire morire al peccato? Non avere più nulla da fare con il peccato. Noi dobbiamo accettare, con molta riconoscenza, la grazia che il Signore ci dona per morire spiritualmente, per avere allora quel Timore di Dio così fervido, così grande, così continuo, per sapere rinunciare con slancio, con prontezza a tutte le cose che ci piacerebbero, ma non piacciono al Signore, a tutte le cose che ci attirano, ma che noi dobbiamo rifiutare con molto slancio e senza esitare. Perché tutto quello che sa di peccato, noi, nella grazia dello Spirito, dobbiamo aborrire. Dobbiamo, attraverso questa strada, diventare eredi della vita eterna, partecipare allora alla gloria di Gesù che siede alla destra del Padre, cioè che è nella pienezza del potere, della gloria e della gioia.
CODICE | 84F2V01366N |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 03/06/1984 |
OCCASIONE | Vespro Solennità dell’Ascensione |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Timore di Dio |
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