11/01/1976 - Vespro Battesimo Gesu

Sant'Ilario d'Enza, 11/01/1976
Catechesi Vespro domenica del Battesimo di Gesù

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Abbiamo udito oggi la parola del Padre celeste: “Questo è mio Figlio il prediletto nel quale mi compiaccio” (Mt 3, 17). Ecco, paragoniamo questo in un'altra scena, la scena dell’Orto degli Ulivi, quando Gesù, prostrato per terra, gemeva nell’agonia; divenne così forte la sua agonia, che sudò sangue e Gesù ripeteva: “Padre, se è possibile, passi da me questo calice, ma non si faccia la mia, ma la tua volontà” (Mt 26, 39). Il cielo sembrava chiuso. Gesù ripeterà sulla croce tutta l’infinita sua amarezza: “Padre mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato “ (Mt 27, 46). Come mai Gesù, il prediletto, la gioia del Padre? “Lo so che sempre tu mi esaudisci” (Gv 11, 42), aveva detto Gesù: come mai? Ora Gesù è in questo abbandono, in questa angoscia: che cosa è avvenuto? Ecco, Gesù ha preso su di sé i peccati del mondo; nemmeno Gesù può piacere al Padre, se è coperto di peccati. Il peccato toglie la compiacenza di Dio. Datemi un santo e per assurdo quel santo commette un peccato mortale, è perduta tutta la sua santità, non piace più a Dio: è solo degno di inferno. Ecco, Gesù è stato la compiacenza del Padre e in Lui con c’è mai stato peccato; però ha dovuto pagare i peccati con tutta la sua vita, con la sua atroce passione, con la sua morte. Ecco, vedete quanto dobbiamo temere il peccato mortale! Quanto dobbiamo temere questa somma tra tutte le disgrazie. Che cosa sono gli altri mali di questo mondo, in confronto con un solo peccato mortale? Al paragone non sono niente! Ci sono state delle persone colpite dai mali più terribili e adesso sono nella gioia senza fine del Paradiso. Il peccato mortale, invece, ha il suo termine nell’Inferno; il peccato mortale, che è fuga da Dio, trova la sua sanzione, trova il sì a una fuga che non cesserà più con l’Inferno. Dobbiamo pregare il Signore che ci dia sempre molto timore, il timore di offenderlo; dobbiamo pregare lo Spirito Santo perché formi in noi quella persuasione profonda, direi istintiva, di avversione ad ogni peccato. E quanto dobbiamo invocare la misericordia di Dio, se nella nostra vita abbiamo fatto dei peccati gravi! E come non ci dobbiamo dare pace, se non con un’adeguata penitenza, per cancellare tutto, per essere sicuri di essere nella misericordia di Dio, perché Iddio è sempre a braccia aperte ad accoglierci. E il peccato mortale lo dobbiamo detestare, proprio perché ci allontana da quelle braccia, proprio perché ci porta lontano da quel cuore. Come dobbiamo detestare questo prendere una strada opposta alla volontà di Dio! Dobbiamo perciò chiedere, e chiederlo sempre, e nutrire la nostra vita di questo grande amore a Dio, di avere sempre paura di offenderlo. Dobbiamo cercare poi di pregare per tutti gli uomini che sono peccatori, cioè che hanno ammesso il peccato grave nella loro vita come una normalità. La Madonna cosa ha chiesto nelle sue apparizioni? Di pregare per i poveri peccatori. Ecco, dobbiamo accogliere questo messaggio, cercando però di capirlo, di capirlo fino in fondo, quale grande male sia offendere Dio, come vale la pena di privarsi di ogni cosa che ci piaccia e di prendere anche delle cose che ci dispiacciono, pur di non offendere mai Dio, a somiglianza del cuore di Gesù, in cui il Padre si compiace.

CODICE 76AAV01330N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 11/01/1976
OCCASIONE Catechesi Vespro domenica del Battesimo di Gesù
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Cuore di Gesù nel quale il Padre si è compiaciuto
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