24/11/1974 - Vespro Cristo Re

Sant'Ilario d'Enza, 24/11/1974
Catechesi a Vespro, Cristo Re

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Domenica scorsa parlavamo di Gesù centro, abisso di ogni virtù, ma, dicevamo, le virtù di un cristiano si differenziano essenzialmente dalle virtù di un pagano. Le virtù di un cristiano sono una conformità con Gesù, anzi, dicevamo, è Gesù stesso che ci rende simili a Lui. L’azione del cuore di Gesù è un’azione di trasformazione in noi. Ma voi ricordate un’altra cosa, che un momento particolarissimo dell’azione del Cuore di Gesù si verifica quando noi riceviamo la Comunione. Gesù viene in noi per renderci Lui, per trasformarci; una Comunione fatta bene è dunque una trasformazione. Comunioni fatte bene sono una magnifica sequenza di trasformazioni; l’anima si trova sempre di più ad essere di Gesù, a sapere di Gesù, ad avere il gusto che ha Gesù, a scegliere come Gesù. Di qui l’importanza straordinaria della Comunione fatta bene. Si sono moltiplicate le Comunioni, ma l’interrogativo resta grave: si sono moltiplicate le virtù? Si sono moltiplicate le Comunioni, ma come vengono fatte? Se c’è un punto di elezione per i nostri esami di coscienza deve essere proprio questo: vedere come è la nostra devozione nelle Comunioni, cioè, in fondo in fondo, come apriamo il nostro cuore alla venuta di Gesù, come cioè noi lo lasciamo lavorare. Perché viene in noi non per stare in ozio! Viene in noi per lavorare. È così vera questa affermazione che noi sappiamo che basterebbe una Comunione, in tutta una vita, per rendere uno santo. Le nostre Comunioni! Sono le Comunioni fervorose, sono quelle ricevute in un esercizio fervido delle virtù teologali, sono le Comunioni fatte di fede, fatte in una espansione magnifica di speranza, sono fatte quelle soprattutto ricche di carità. Le Comunioni fervorose sono quelle nelle quali noi andiamo veramente pentiti dei nostri peccati, desiderosi di una comunione profonda con Gesù, desiderose di realizzare con Gesù un nuovo stato di vita. Poi ci sono le Comunioni tiepide; sono quelle Comunioni nelle quali l’anima porta solo la sua mediocrità, Comunioni distratte, svogliate, superficiali, fatte d’abitudine, perché ci vanno gli altri, fatte così, ma senza un profondo desiderio, senza un dolore vero dei peccati veniali, così, tirate via, non preparate, non seguite da una riflessione veramente attiva e forte. E poi ci sono le Comunioni sacrileghe, Comunioni nelle quali uno va senza il vero dolore dei suoi peccati gravi, sono delle Comunioni nelle quali uno rinnova il gesto di Giuda. Quando uno va alla Comunione ed è ancora nell’affetto del peccato è una povera disgraziata anima. Se c’è un peccato che assomma gravissime responsabilità è proprio questo peccato: il sacrilegio, dove non solo non si riceve, dove non solo non si ama, dove l’anima è solo un pauroso guazzabuglio di brutte cose. Oh, come dobbiamo preoccuparci di portare un cuore sincero, fervido, come dobbiamo preoccuparci, se vogliamo lievitare la nostra vita, che le nostre Comunioni non solo siano cose serie, ma siano i nostri capolavori, capolavori della nostra buona volontà, della nostra disponibilità, della nostra vera carità. Chiederemo alla Madonna la grazia di potere imitare Lei, di avere Lei con noi quando facciamo la Comunione.

CODICE 74MPV0133ZN
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 24/11/1974
OCCASIONE Catechesi a Vespro, Cristo Re
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI 11- abisso di ogni virtù
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