23/11/1980 - Vespro Cristo Re

Sant'Ilario d'Enza, 23/11/1980
Catechesi al Vespro XXXIV domenica Tempo Ordinario festa di Cristo re anno C

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1 Cor 15,25-28 secondi vespri festa di Cristo re Parlavamo domenica scorsa della nostra coscienza. Dice san Paolo: “Ogni cosa è stata sottoposta a lui”. La nostra coscienza deve capire il primato e l’autorità di Cristo. Una coscienza retta, una coscienza vera percepisce con chiarezza i valori. E il primo valore sta proprio qui: noi siamo una conquista di Cristo. Lui ci ha redento. La parola viene dal latino ed ha un significato originario forte. Ricomprare, vuol dire. Egli ci ha comprato. Come, quando vigeva la schiavitù, uno comprato era del padrone, uno venduto e ricomprato tornava del padrone, così la scrittura sottolinea come noi eravamo figli di Dio, liberi, e ci siamo sottoposti alla schiavitù di Satana, del male. E il Signore, visto tutto l’abisso della nostra miseria, è venuto e ci ha ricomprati col suo sangue. Siamo suoi perché Gesù è Dio per i titoli di creazione. Siamo suoi per questi titoli di redenzione. Siamo costati il suo sangue. Siamo suoi perché abbiamo consegnato noi stessi a lui. Non ci apparteniamo. Noi apparteniamo a Cristo. Non possiamo usare la nostra mente, non possiamo usare il nostro cuore, le nostre forze come pare a noi, perché siamo suoi. Siamo suoi. Totalmente suoi. Ecco la nostra coscienza: deve percepire bene l’uso della nostra libertà. Non c’è la libertà morale di fare il male. Noi che apparteniamo a Cristo dobbiamo fare quanto lui vuole da noi. E, come dicevamo domenica, questa non è una imposizione; lui ci ha mandato lo Spirito ed è lo Spirito infinito di Dio, l’Amore, che ci suggerisce cosa dobbiamo fare. Che cosa allora sono le nostre azioni quando le poniamo sotto il dominio di Cristo, quando le poniamo nelle mani di Cristo, quando sentiamo di non adoperare mai così bene la nostra libertà come quando l’adoperiamo nell’amore, come quando sentiamo che darci a Cristo, che appartenere a lui è la più grande nostra libertà e la più grande nostra misura di grandezza, è la nostra più grande gioia! Essere suoi. Sempre suoi. Non appartenere mai al peccato, a nessun peccato. Essere suoi e nella sua forza, nella forza della sua regalità, che è la forza del suo amore, vincere tutti gli ostacoli e donarci con sempre maggiore forza, con sempre maggiore serenità.

CODICE 80MOV0133ZN
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 23/11/1980
OCCASIONE Catechesi al Vespro XXXIV domenica Tempo Ordinario festa di Cristo re anno C
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Il primato di Cristo
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