22/11/1981 - Vespro Cristo Re

Sant'Ilario d'Enza, 22 novembre 1981
Vespro XXXIV domenica Tempo Ordinario anno A – festa di Cristo Re

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1 Cor 15,25-28 “Tutto gli sarà sottoposto”. Tutto. Abbiamo parlato di come il nome di Dio sia grande e terribile. Il nome di Dio è ancora un nome onnipotente. I Salmi ci insegnano: “Il nostro aiuto è nel nome del Signore” (cfr. Sal 124, 8). È questo nome che ha dato per nostra difesa, perché in questa vita siamo continuamente in lotta. La lotta che ha l’uomo sulla terra è senza limite di tempo e di spazio. L’uomo deve lottare. E noi auguriamo e preghiamo per la pace dei defunti, perché qui non abbiamo una pace senza guerra. La nostra pace è sapere condurre bene la guerra. Questa guerra spirituale contro, prima di tutto, noi stessi, perché nasciamo con delle tendenze sregolate e assolutamente contrastanti. L’uomo non nasce buono. L’uomo per via del peccato originale ha la tendenza all’egoismo, ha la tendenza all’orgoglio, ha la tendenza verso il piacere considerato come un assoluto. È in contrasto con sé stesso, un duro contrasto. Ecco perché le norme dell’ascetica cristiana dicono: bisogna che uno vinca se stesso. E il Signore stesso Gesù ci ha detto: “Se uno non rinnega se stesso e non prende la sua croce, non mi può seguire” (cfr. Mt 16, 24; Mc 8, 34; Lc 9, 23). Abbiamo la lotta contro il mondo che ci circonda e tutti sappiamo che il mondo fa molto rumore, grida molto, ha mezzi potenti di suggestione. Quanto è facile cedere! Quanto è facile scendere a compromessi! E poi abbiamo i demoni e le tentazioni che i demoni ci pongono; nemici della nostra salvezza, nemici ancora della nostra gioia umana. Condannati a un eterno tormento, sono invidiosi di qualunque gioia, perché loro non ne hanno più nemmeno una. E non ne avranno mai per tutta l’eternità e quindi pongono i loro tranelli, perfino le loro suggestioni, perché l’uomo non abbia la tranquillità e la pace. E allora sembriamo così, come oggetto di preda. Chi ci può salvare? Ecco: ci può salvare Dio! E Dio ci vuole salvare! E Dio ci ama! E ha posto nel nostro cuore e sul nostro labbro il suo nome. Il nome di Dio, questo nome grande e terribile, questo nome onnipotente, vince tutto, sconfigge tutto. Il nome di Dio: pronunciato con fede, pronunciato con amore, pronunciato con un senso forte di dipendenza, pronunciato nella consapevolezza della nostra debolezza. Il nome di Dio! Ecco, apprendiamo a sentire Cristo manifestazione della potenza di Dio, Cristo re. E con questa fiducia il nome di Dio diventerà terribile a tutti i nostri nemici, cioè otterrà per noi fortezza, otterrà per noi solidità; sarà, pronunciato con fede, fuga ai demoni. Invochiamolo, amiamolo, abbiamolo sempre nel nostro labbro come invocazione.

CODICE 81MNV0133ZN
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 22 novembre 1981
OCCASIONE Vespro XXXIV domenica Tempo Ordinario anno A – festa di Cristo Re
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Secondo comandamento – litanie del santo nome di Gesù
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  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
    tra la vita delle persone, condividendo tutto. 
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