La ventiduesima invocazione: Cuore di Gesù propiziazione dei nostri peccati, abbi pietà di noi. Ci veniva spontaneo stamattina, nel leggere il vangelo, di chiederci perché il Signore nel suo corpo glorioso ha voluto tenere dei segni, ha voluto rendere bello il suo Corpo, tutte le altre ferite non hanno lasciato segno. Ha voluto tenere il suo segno in un corpo glorioso, perfetto, ha voluto tenere il segno nelle sue mani, nei suoi piedi e il colpo della lancia nel costato. Ed è proprio a questi segni che si rapporta il Signore invitando Tommaso ad essere fedele: “Metti la tua mano, mettila” (Gv 20, 27). Cioè, il Signore ha voluto tenere questi segni a dimostrazione, per sempre, a dimostrazione che Lui ha sofferto per noi, che Lui è stato inchiodato sulla croce per noi, a dimostrazione che Lui ha dato il suo sangue fino all’ultima goccia e ha voluto che il suo cuore divino fosse trapassato da una lancia. Ecco, Cristo propiziazione nostra, perché noi guardando a Lui glorioso vedessimo di una immediata evidenza quanto Lui continua a fare per noi. Il suo atto redentivo è stato di valore infinito, a questo atto di infinito valore attingono tutti gli uomini, tutte le generazioni, per cui ogni generazione, ogni uomo può dire: Cristo è per me, Cristo si è immolato per me, Cristo ha dato il suo sangue per me; non posso, non devo temere! Perché, quando ci mettiamo a considerare i nostri peccati, se lo facciamo con serietà, ci sgomentano, ci terrorizzano; noi, povere piccole creature, abbiamo osato ribellarci a Dio di infinita maestà, lo abbiamo disobbedito, lo abbiamo offeso, una volta, due volte, forse tante volte. Chi ci può ottenere il perdono? Tutti gli uomini su questa terra sono peccatori, ma nemmeno gli angeli ci possono ottenere il perdono. E allora i nostri occhi si rivolgono a Cristo, i nostri occhi si volgono a Lui e sentiamo che Lui intercede per noi e sappiamo che Lui si offre continuamente al Padre, perché questi nostri peccati vengano rimessi e allora l’angoscia e il terrore si trasformino in una dolce confidenza, in una grande tranquillità: abbiamo Gesù, Lo abbiamo per noi! Sì, gravi sono stati i nostri peccati, ma se ci uniamo a Gesù, se ci uniamo alla sua penitenza, se ci uniamo alla sua offerta, il Padre non guarda noi, guarda Lui! E i peccati del mondo vengono così rimessi. Oh, la messa! Il grande valore della messa che rende attuale il suo sacrificio! Oh, la messa è veramente il ponte che unisce la terra col cielo! La messa è la nostra salvezza! Quanto dobbiamo contare sulla messa cioè su questo sacrificio redentivo, Gesù si dà a noi e si dà a noi con amore; ecco perché tutta la nostra vita spirituale deve essere un atto profondo di fede, un atto di fede che ci fa unire a Gesù, che ci fa ottenere i suoi meriti, che fa avanzare la nostra anima lontana da ogni male. Abbiamo dunque molta fiducia in Gesù! La nostra fiducia cresca sempre di più, sentiamo, come dice la scrittura, di avere un difensore, un avvocato davanti al Padre e questo non solo ci tranquillizza, ma è il pensiero che più ci allontana dal male, perché sentiamo che non solo Lui perdona sempre, ma dona sempre il suo aiuto, che dopo ogni peccato c’è la sua misericordia e il suo volto di redentore e di amico è sempre sorridente per noi. Abbiamo dunque una grande confidenza, nella confidenza si sviluppa e si accresce ogni vita spirituale.
CODICE | 77DGV01360N |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 17/04/1977 |
OCCASIONE | Catechesi al Vespro |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | 22- Propiziazione dei nostri peccati |
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