Cerchiamo di approfondire un poco quelle parole di San Paolo che conosciamo bene: “Se siamo morti con Cristo,... se siamo risuscitati con Cristo”. Una vita spirituale impegnata e fervida ha qui tutta la forza e il dinamismo necessario. Pensiamo: morire con Cristo. Quante cose abbiamo ancora nella nostra vita che non sono di Cristo! Quante cose! Quanto ripetersi di difetti, di miserie, di ricadute. Quanti attaccamenti abbiamo, sbagliati, a cose o a persone. Possiamo dire che la nostra vita è troppo diversa e che non siamo così realizzati in Cristo. Morire alle cose vuol proprio dire distaccarsi dalle cose. Per uno che è morto nessuna cosa vale, non vale nessun problema. “È morto” diciamo. E lo diciamo esprimendo bene una realtà: “Se siete morti con Cristo…”. Dovremmo avere la forza di rompere. Avremmo certamente la grazia sovrabbondante per operare ogni distacco. E poi, dice l'apostolo: “Se siete con lui risuscitati”, cioè se noi partecipiamo a tutta la ricchezza che c'è nella grazia di Cristo, perché Cristo ci ha dato una vita che è una ricchezza portentosa, ma questa vita si verifica quando l'uomo vecchio è stato crocifisso con Cristo. Questa grazia, i tesori della grazia, il vivere la nostra vita da figli adottivi di Dio, il vivere la nostra vita liberi, della libertà piena che ci dona lo Spirito Santo. Liberi dal peccato, non più schiavi; liberi dal peccato, veri tabernacoli dello Spirito. “Vasi”, dice a un certo momento la scrittura: vasi. Cioè, coloro che posseggono fino all'orlo l'abbondanza dello Spirito. Ecco allora il tema che ci propone la lettura di questi vespri ci rimanga completamente fissa nell'anima. Essere uniti a Cristo, e la nostra unione si verifica in una energia, in una forza che ci fa essere liberi per vivere la resurrezione del Cristo. Non risorge che chi è morto, e se moriamo del tutto, avete sentito l'avverbio che adopera San Paolo, “completamente”, se noi saremo così in questa pienezza, lo saremo nella sua risurrezione. Una gioia, una profonda gioia, la gioia di possedere una vita simile alla Trinità, la gioia di avere tutto nell'amore, tutto nell'eternità, tutto nel gaudio, tutto nella Chiesa, perché la nostra vita fiorisca così e dia meravigliosi frutti.
CODICE | 80DCV01360N |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 13/04/1980 |
OCCASIONE | Catechesi al Vespro, domenica in Albis |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Moralità |
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