Cerchiamo di capire bene. C’è un’equazione: come noi riusciamo a realizzare un’unione profonda con Gesù crocefisso, nella stessa misura riusciremo a essere uniti a Lui nella resurrezione. Il nome di Gesù è il nome della gloria, è il nome della potenza. Vediamo la prima Chiesa stretta attorno al nome di Gesù, e Pietro che lo ripete nei suoi miracoli: “Nel nome di Gesù nazareno, alzati e cammina”, nel nome di Gesù. Vuol dire partecipare alla potenza e alla gioia della sua risurrezione, cioè della sua vita, perché Lui con la morte ha distrutto la nostra morte e con la risurrezione ci ha donato la vita. Che è perciò una vita da risorto e il cristiano deve essere un uomo risorto, cioè un uomo che vive un vita diversa, una vita nuova, una vita superiore. Il cristiano è uno che vive sulla terra, ma non vive della terra, che vive e ha le vicende degli altri uomini, ma ha qualche cosa di grande e di misterioso, di magnifico per il quale realizza un altro tipo di esistenza. Ecco, noi vogliamo, al termine di questa giornata, riproporci questa adesione totale a Cristo risorto, questo crescere nella vita di Cristo risorto. In altri termini, in termini catechistici diremmo: dobbiamo crescere nella grazia santificante; ogni giorno sempre di più la nostra vita deve conformarsi a Cristo, deve diventare una comunione continua con Lui, perché è in questa comunione che si pongono tutti i problemi e tutti gli istanti della vita. Vivere con Cristo risorto, così, con fortezza, con umiltà, con perseveranza.
CODICE | 83D9V01360N |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 10/04/1983 |
OCCASIONE | Vespro II domenica Tempo Pasquale, Domenica in Albis |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Vita da risorti |
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