Dicevamo che la partecipazione liturgica è prima di tutto interiore e il brano della lettera di san Paolo che è stato letto ci insegna come dev’essere la nostra interiorità. Il cristiano è un uomo della Pasqua. Pasqua vuol dire comunione stretta con il mistero di Cristo, uniti con una morte simile alla sua. Cristo ha scelto di soffrire, ha scelto di morire, questo per la redenzione del mondo. Il cristiano, vivendo in comunione con Lui, deve accettare quello che ha accettato Gesù. È un discorso molto forte, è uno stile che ci suggerisce ogni celebrazione liturgica, particolarmente la liturgia Eucaristica. L’uomo vecchio nostro dev’essere crocefisso con Lui, perché noi possiamo così essere liberi dal peccato e vivere nella serena letizia di chi con Cristo è risorto, con chi ripete l’esperienza meravigliosa di essere figli di Dio, figli di Dio che hanno quindi una grande dignità e aspettano una grande eredità. Cerchiamo allora che le nostre celebrazioni liturgiche siamo vissute con questo spirito, questa nostra unione con Gesù, questo nostro dividere con Gesù, questo nostro realizzare con Gesù. La morte e la crocifissione è la grande vittoria, perché è morte e crocifissione al peccato, per vivere interamente e degnamente quali figli prediletti del Padre.
CODICE | 84DUV01360N |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 29/04/1984 |
OCCASIONE | Vespro, II domenica Tempo Pasquale, Domenica Albis |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Preghiera liturgica |
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