31/03/1985 - Vespro Domenica Palme

Entrati nella Settimana Santa, dobbiamo con fervore accogliere la parola dello Spirito Santo per introdurci nel mistero di Cristo, proprio con totale disponibilità. Sarebbe una cosa molto triste che questa Settimana Santa non fosse per noi un avvenimento ricco di grazia e di trasformazione. In tutte le ore, abbiamo sempre l’introduzione. La volta scorsa parlavamo del Salmo 94, di come dobbiamo accostarci al mistero con apertura e gioia, soprattutto a questo Mistero Pasquale. Dobbiamo considerare le parole del Salmo: “Poiché grande è il Signore, grande re sopra tutti gli dei, nella sua mano sono gli abissi della terra, sono sue le vette dei monti, suo il mare egli l’ha fatto, le sue mani hanno plasmato la terra” (Sal 95,4). Ecco, non possiamo capire Gesù se non pensiamo chi è, chi è quell’uomo così maltrattato, così offeso, così lacerato, che secondo il profeta “non ha neppure più l’apparenza di uomo: sembra un verme” (Sal 22,7). È Dio: non è un uomo che, grande, bisogna ancora più rispettarlo. È Dio, il grande Dio, il grande Re, che ha nella sua mano i mari, che sono suo dominio tutte le vette dei monti! Lui davanti al quale bisogna prostrarci in adorazione! Prostrarci: è la preghiera vera, la preghiera grande; prostrarci. Quando, come stamattina, abbiamo sentito la passione del Signore: il grande re, il grande Signore, il padrone del cielo e della terra è stato trattato così. Ma dopo ci dobbiamo chiedere: perché è stato trattato così? Perché l’ha voluto! Ma perché l’ha permesso e l’ha voluto? Per nostro amore, per salvarci, per darci il perdono dei peccati, per darci una dignità, per darci una responsabilità, per darci una salvezza: il Paradiso. Perciò teniamo sempre presenti le due domande: chi è che soffre e perché soffre. E questo ci farà capire tutto.