27/11/1983 - Vespro I Domenica Avv

Sant'Ilario d'Enza, 27/11/1983
Vespro I domenica di Avvento

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Vogliamo accogliere l’invito dell’apostolo: rallegrarci. Sentire come veramente Dio è stato misericordioso e buono con noi, come le sue grazie non vengono a meno. Rallegrarci! È proprio del cristiano sentire in profondità questa gioia. E noi lo sentiamo quando siamo insieme, particolarmente quando siamo insieme, quando formiamo l’assemblea del popolo di Dio, quando verifichiamo un principio che abbiamo da sempre imparato: il principio che il Signore ci ha voluto così bene, che ci ha uniti a sé e ci ha fatti membra del suo corpo. Pensate: siamo le membra del corpo di Cristo; chi tocca un cristiano tocca Cristo, chi offende un cristiano offende Cristo. Diceva Gesù sulla via di Damasco: “Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?” (At 9, 4). E Saulo non aveva mai incontrato Gesù; imparò allora questa grande verità. Siamo di Cristo e siamo insieme in Cristo ed esprimiamo così la nostra gioia con la preghiera, con accogliere la sua parola, con progredire nel buon esempio vicendevole. Vorrei che noi sentissimo quest’anno questa verità in una maniera tutta speciale. Quest’anno, proprio cominciando da oggi, vogliamo trattare della Liturgia: sarà un anno in cui vorremo capirla meglio, studiarla di più, sentire che siamo chiamati a parteciparla fino in fondo. Questo studio della Liturgia è per tutti, è per tutti, in proporzione a quanto è l’età. Anche voi, bambine e bambini, sì, lo dovete capire e dovete con entusiasmo migliorare la vostra attenzione e la vostra posizione. Diciamolo piano, lo diciamo piano, sì, guardavo stamattina, anche quando vi date la pace… bisognerà ragionarne un po’ di quel gesto liturgico lì… Guardavo stamattina… guardavo! Tutti allora, eh? Tutti! Il Concilio Vaticano II ha detto che la liturgia è il vertice, il culmine, a cui tende tutta l’azione della Chiesa, tutta l’azione Chiesa! È il fonte da cui promana tutta la sua virtù. Capire bene la Liturgia, viverla con gioia, viverla ancor di più, con entusiasmo, dev’essere l’impegno, l’impegno che ci prendiamo tutti. Ecco perché poi mi permetterò dei sondaggi; quando vi vedrò nei gruppi, dirò: “E domenica, cosa ho detto domenica? Come lo avete tradotto quello che ho detto domenica?” Così vorrei che ci fosse una emulazione di tutti i gruppi che nel catechismo riprendono per capire di più, e per agire di meglio, e per emularsi nell’essere più puntuali. Arrivare in orario, più compresi, più devoti, più intelligenti. Così, domenica per domenica, con la grazia del Signore, vorremo progredire e ripetere le parole che abbiamo sentito oggi dall’apostolo: “Rallegratevi sempre, ve lo ripeto: rallegratevi nel Signore” (cfr. Fil 4, 4).

CODICE 83MSV01310N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 27/11/1983
OCCASIONE Vespro I domenica di Avvento
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI La liturgia: segno della pace
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