[…] ci fermiamo stasera sempre in ordine alla virtù della religione, a vedere come di preciso è il nostro dovere. Non è Dio che deve servire noi, siamo noi che dobbiamo servire Dio, noi siamo i servi. La vera religione non sta dunque in una pretesa. Chi si pone in esigenza, tradisce già la vera idea della religione. Alcuni vedono nella religione non un servizio, vedono una forma di interessi, tengono buono, ricorrono a Dio e all’intercessione dei suoi santi quando hanno necessità. E così, più che una religione, la loro è una superstizione, è una forma di egoismo. Non è che, sentendosi servi di Dio, sentendosi chiamati ancora di più ad essere figli di Dio, domandino con semplicità al Padre quanto loro occorre, no, esigono. Il loro atto non è atto di amore, è atto che denota semplicemente una forma di autoincensazione, cioè pensano a sé, agiscono per se stessi e vorrebbero che anche Dio con i suoi santi fosse a loro servizio. Invece dobbiamo capire bene come la religione è un nostro dovere, autentico, che non è semplicemente aggiunto alla nostra condizione, fa parte essenziale della nostra condizione. Noi, perché creature, siamo a servizio di Dio perché siamo suoi. Noi siamo per la sua gloria, noi siamo perché tutta la nostra vita sia tesa a dargli lode. Lo abbiamo visto le altre volte, questo si trasforma sempre di più in amore, questo si trasforma sempre di più in un atto generoso di figlio verso il Padre. Però non dimentichiamolo: radicalmente è servizio e resta sempre servizio. Noi siamo in questa vita, come ci ricorda il catechismo, per conoscere, amare e servire Dio. Non ha altro scopo la vita. Non siamo in questo mondo per il piacere che ci danno alcune cose, non siamo in questo mondo prima di tutto per gli altri, siamo in questo mondo per Iddio. Negli altri e nel nostro dovere troveremo la strada per servire Dio, ma prima di tutto è Lui. Sentiamo perciò anche in questa Quaresima, come abbiamo letto nell’antifona del Vespro, sentiamo la nostra condizione di servi che devono dare a Dio quanto spetta a Lui, sapendo che, quando abbiamo dato tutto, secondo la Parola del Signore, non possiamo vantarci: “Quando avete fatto quello che dovevate, dite: siamo servi inutili”, siamo servi. Ecco, e sproniamoci dunque e cerchiamo di essere molto assidui in questa Quaresima: il servizio di Dio, umile, generoso, quotidiano, in ogni cosa. Il Signore è il primo e il Signore va onorato con tutte le nostre forze perché il Signore è il primo. Non poniamolo mai in un secondo posto.
CODICE | 72BLV01340N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 20/02/1972 |
OCCASIONE | Catechismo al Vespro |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Religiosità |
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