11/03/1973 - Vespro I Domenica Quar

Sant'Ilario d'Enza, 11 marzo 1973
Vespro I domenica di quaresima anno B

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Consideriamo stasera il grande dolore della Vergine nella presentazione di Gesù Bambino al tempio e vediamo come la Madonna ha accettato questa sofferenza nello spirito di collaborazione piena al piano di Dio, alla redenzione dell’umanità. Tutte le mamme ebree portavano al tempio il loro primogenito, il loro primo maschio. Era la legge. Lo offrivano al tempio, cioè lo donavano al tempio. Era di Dio il primogenito. Apparteneva solamente a lui. Nel ricordo di ciò che Dio aveva operato nella storia della loro liberazione, era sacro quel dono. Poi la misericordia di Dio: quel figlio donato veniva restituito. In suo posto era sacrificato un agnello o un paio di colombe. E il bambino tornava ai genitori, i genitori tornavano a casa esultanti perché quel loro figlio era doppiamente dono di Dio: dono di Dio di nascita, dono di Dio nel tempio. E la Madonna porta Gesù, anche la Madonna offre Gesù. Ma lei sa bene che c’è un altro piano, che quel bambino non le è restituito, che quel bambino è dato per sempre. La sofferenza della Madonna è in questo distacco totale. È mamma, ha tutto il cuore di una mamma, anzi ha un cuore superlativo di mamma, vorrebbe poter avere il bambino per sé, crescerlo per la vita. La volontà del Padre è che Gesù sia per la morte. Egli è venuto per essere sacrificio. E la Madonna offre. E la Madonna offre con amore. E la Madonna dona suo Figlio per la gloria del Padre e per il bene di tutti noi. E il suo cuore è straziato. Sa che lei offre una vittima. Sa che lei non lo riavrà più perché è per l’umanità e le sarà posto nelle braccia quando sarà deposto dalla croce. Il dolore della Vergine è stato molto grande, per questo la pietà cristiana spesso si è fermata in una riverente afflizione. Sicché la Madonna comprende fino in fondo le parole dettele da Simeone: “Una spada, un segno di contraddizione” (cfr. Lc 2, 35; cfr. Lc 2, 34). La Madonna lo sa. Non ha che una conferma. Lo sa. Lo ha offerto per questo. Però nel suo cuore è come toccare una piaga. Sa che il suo Gesù così amabile, così grande, così santo, così benefico, sarà segno di odio. Sa che il suo Gesù sarà portato come motivo di divisione. Ella ama gli uomini. Per l’umanità lei offre il suo sacrificio, ma non può non guardare con profonda tristezza a quelli che rifiuteranno Gesù, a quelli che non vorranno accettare la salvezza di Gesù. E soffre per loro. E li vorrebbe salvi. E la sua vita si pone così in una corredenzione. La chiamiamo Corredentrice proprio perché, ecco, in quell’ora nel tempio non c’era solo Gesù che si offriva, che era offerto. Era anche lei che si offriva ed era offerta da Gesù. Cerchiamo dunque di capire da questo dolore della Vergine come la nostra quaresima deve essere non semplicemente [Registrazione interrotta].

CODICE 73CAV01340N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 11 marzo 1973
OCCASIONE Vespro I domenica di quaresima anno B
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI I sette dolori di Maria : 1° - La presentazione di Gesù al tempio
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